La Voce del Popolo 2011 18

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Sono molte le nostre morti, difficili da enumerare. Ultima e definitiva è quella del corpo: segna non solo l’esaurirsi del soffio vitale, ma anche e soprattutto la separazione totale rispetto agli altri che sono quaggiĂš. Una perdita inesorabile. Talora si stringe una sorta di comunione tra i vivi e coloro che sono andati; forse da morti è possibile continuare a vivvere stando vicini a coloro che abbiamo amato, offrendo loro doni, do possibilitĂ di cammini nuovi. Voglio immaginare la “vita dopoâ€? dop dinamica, amante. Ăˆ la modalitĂ di vita che il Vangelo ci mostra most dopo la morte di GesĂš. L’incontro con uno straniero sulla via d di Emmaus, uno sconosciuto che chiede da mangiare sulla riva, del pane p spezzato e benedetto, un nome pronunciato con tonalitĂ nota‌ CosĂŹ a noi è dato talora di vedere nella nostra storia l’agire mostrarsi, sentirne la presenza, scorgerla in un bosco, di chi ci ama senza s nell’aria, in una luce particolare o attraverso gli incontri. Questa è una buona notizia, poichĂŠ poi ci immette in un cammino di pace.

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Gli Usa e la “partita chiusa� con Bin Laden

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Le Caritas parrocchiali a convegno

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‡ ”‘•‡ DzÂ•Â’Â‡Â…Â‹ÂƒÂŽÂ‹Çł Maggio – si sa – almeno alle nostre latitudini, è il mese delle rose. Mi si dice che ne esistono tantissime varietĂ e sempre nuove ne vengono escogitate. Ma ci sono delle “roseâ€? speciali, collaudate da tempo eppure sempre fresche, sempre profumate e che specialmente in questo mese – ma anche in ottobre, e non solo – tornano a fiorire. Penso l’avrete capito; altrimenti ve lo dico: sto parlando delle “roseâ€? del Rosario. Ricordo che, in un paese che non dico, fui chiamato a tenere lezioni di religione alla scuola materna. Cosa potrò mai dire? mi chiedevo. Era vicina una festa di Maria e portai ai bimbi una statuetta della Madonna di Lourdes che – come si sa – tiene “a portata di manoâ€? un rosario. Alcuni bambini incuriositi mi domandarono: “Che

cos’è? Una collana?â€?. Preso alla sprovvista, cercai di dire: “Certo, ma le sue perle sono preghiere. Regalatela alla vostra mamma, anzi chiedetele che vi spieghi come si usa e pregatela insiemeâ€?. Sono passati un bel po’ di anni; la secolarizzazione ha fatto il suo lavoro e non so che mi direbbero i bimbi di oggi, alcuni dei quali – come ai tempi di san Francesco Saverio, l’evangelizzatore delle Indie – sembrano non distinguere “la destra dalla sinistraâ€?, a cominciare dal segno della Croce. Non parliamo poi di “misteriâ€? o di “litanieâ€?‌ Talora, recitando le preghiere con i “fedeliâ€?, si sente che la “pattugliaâ€? progressivamente si riduce: se Padre nostro e Ave, Maria sono quasi universalmente conosciute, per la Salve Regina “sopravvivonoâ€? i “fedelissimiâ€?‌ Che fare? Scoraggiarsi? Lasciar perdere? Neanche per sogno! Ogni tempo ha le sue difficoltĂ e le sue opportunitĂ . Come sostiene una catechista dell’Icfr, “nelle nostre famiglie c’è un

vuoto immenso di preghieraâ€?. E allora, riempiamolo! Cominciamo noi per primi a conoscere, apprezzare, diffondere i tesori della nostra tradizione, tra i quali si trova senz’altro il Rosario. Anche con sagge iniziative e con aggiornamenti e strategie opportune. Che dire? Il Rosario preghiera dei bambini? PerchĂŠ no? PerchĂŠ non impegnarci a trasmettere ai nostri fanciulli l’amore per GesĂš e per Maria anche attraverso il Rosario? Magari suggerendo la recita di almeno una decina al giorno – non è proibito farne anche di piĂš – meditando un fatto del Vangelo, recitando con calma le parole, “concentrandoâ€? cuore e mente sul “misteroâ€?. Potranno cosĂŹ imparare anche a meditare, in modo semplice ma profondo e cominciare a gustare pure queste ricchezze della comunitĂ di fede. Il Rosario preghiera delle mamme? PerchĂŠ no? PerchĂŠ non fermarsi accanto a Maria, Madre di Cristo e della Chiesa, a lei affidare gioie e dolori e con

lei seguire i passi del Redentore, per unirci alla sua Parola e al suo esempio? Il Rosario preghiera delle famiglie? PerchĂŠ no? Non è bello pensare a mamme, papĂ , figli, nonni, parenti e amici vari‌ uniti nella gioia e nell’impegno della preghiera? Giovanni Paolo II, nuovo Beato, insegnava che i misteri del Rosario “ci mettono in comunione viva con GesĂš attraverso il cuore della sua Madreâ€?. Notava anche che il nostro cuore può racchiudere nel Rosario tutti i fatti che compongono la vita della persona, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanitĂ . Cosa volere di piĂš?PerchĂŠ non provare?Per ultimo, ma non ultimo, auguri, care mamme, per la vostra festa in questa domenica: guardando a Maria, discepola, madre e maestra, possiate sempre svolgere con coraggio ed entusiasmo la vostra missione di custodi ed educatrici – anche nella preghiera – dei figli che Dio vi affida.

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͚͜ …‘�‘�‹ƒ Il bicchiere della crisi: mezzo vuoto o mezzo pieno?

͜͜ ’‘”– La Mille Miglia storica scalda i motori


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La possibilitĂ di destinare l’8xmille del gettito Irpef alla Chiesa cattolica nasce dalla revisione concordataria del 1984 ed è in vigore dal 1990. I fondi raccolti hanno tre destinazioni (legge 222/85): esigenze di culto e di pastorale della popolazione, sostentamento del clero diocesano e interventi caritativi in Italia e nel Terzo Mondo. Grazie all’85,01% dei contribuenti che ha scelto di firmare per la Chiesa cattolica, nel 2010 è stato possibile contribuire cosĂŹ alla missione della Chiesa: per il culto

e la pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie (156 milioni di euro), per le nuove chiese parrocchiali, per le iniziative nazionali e il restauro del patrimonio artistico (267 milioni), per i progetti di caritĂ in Italia e nel Terzo Mondo (227 milioni), per sostenere circa 38 mila sacerdoti diocesani, compresi 660 fidei donum in missione nei Paesi in via di sviluppo (358 milioni di euro). A Brescia sono stati destinati poco piĂš di 2,8 milioni di euro, come documenta la relazione che mons.

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aggio è il mese della denuncia dei redditi e, da quando è entrato in vigore, agli inizidegli anni ‘90, è anche il mese della campagna di sensibilizzazione all’8xmille, una delle forme di sostegno economico alla Chiesa. Con una semplice firma sulla dichiarazione dei redditi è possibile devolvere l’8xmille dell’Irpef alla Chiesa. Non si tratta di una tassa in piĂš, ma di devolvere alle opere che la Chiesa sostiene una parte delle tasse pagate. Con una semplice firma, dunque, è possibile aiutare la Chiesa nella sua missione pastorale e caritativa. “Se non ci credi chiedilo a loroâ€? è lo slogan che la Chiesa italiana ha scelto per la campagna 2011 dell’8xmille. Una serie di storie per raccontare, con la voce dei protagonisti, cosa è stato possibile realizzare con la quota dell’Irpef che gli italiani hanno destinato con una semplice firma sulla loro dichiarazioni dei redditi. Uno slogan di grande efficacia per raccontare a un Paese in cui la diffidenza corre di pari passo la tentazione della furbizia e dell’inganno, quanto può essere utile quell’8xmille dell’Irpef se destinato alla Chiesa. Un’operazione all’insegna della trasparenza per raccontare un mondo comune, un mondo di solidarietĂ silenziosa, di vicinanza con chi soffre o si trova nel bisogno. Un mondo che a Brescia, come in qualsiasi altra diocesi, fortunatamente si alimenta dell’attenzione di tanti. Il 1° maggio molte piazze italiane hanno ospitato la XXII Giornata nazionale dedicata all’8xmille. Una Giornata per ricordare che ogni firma è un gesto libero e un segno di solidarietĂ che racchiude in sĂŠ

un significato profondo. Ăˆ la capacitĂ di pensare agli altri, a tutti, anche a chi è lontano. Ăˆ un modo di vivere in modo aperto e generoso, evangelico, la comunione ecclesiale. Una giornata per ricordare che questa forma di sostegno economico alla Chiesa va confermata consapevolmente tutti gli anni, “e ciò è giĂ un valore ecclesiale, perchĂŠ ogni anno il cittadino contribuente è libero di firmare e confermare nuovamente la propria fiducia verso la Chiesa cattolicaâ€?, come ha affermato il presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico

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alla Chiesa mons. Pietro Farina (nella foto piccola), presentando la Giornata. “Riconosciamo con soddisfazione che una larga parte dei contribuenti apprezza la presenza e le opere della Chiesa cattolica in Italia. Ma il consenso va riguadagnato ogni annoâ€? sono state altre sue considerazioni. La firma sulla dichiarazione dei redditi rischia di divenire un gesto fatto piĂš per abitudine che come segno della propria partecipazione attiva e consapevole alla vita e alla missione della Chiesa. “La stabilitĂ non deve trasformarsi, perciò, in una abitudine sterile – ha sottolineato ancora mons. Farina –. RichiederĂ sempre il gesto volontario e consapevole di una firmaâ€?. Per ricordare a ogni fedele l’importanza di questo gesto il Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa ha pensato a materiale informativo all’insegna di quel “Se non credi chiedilo a loroâ€?. Per singolare coincidenza lo slogan potrebbe essere abbinato alla comunicazione di alcuni “particolari bilanciâ€? di solidarietĂ da parte di organismi della Chiesa bresciana, presentati in queste pagine. Nei giorni scorsi, infatti, l’Ufficio missionario diocesano ha comunicato quanto raccolto nel corso dello scorso anno per questo settore della pastorale. L’Ufficio amministrativo, invece, ha reso noto quanto distribuito con il fondo comune diocesano alle parrocchie. Si tratta di due delle tante modalitĂ con cui la Chiesa bresciana si rende vicina a chi si trova nel bisogno. Che si tratti di missionari impegnati ad annunciare il Vangelo nel mondo o di parrocchie bresciane non fa, alla fine, grande differenza, perchè ciò che prevale è la tensione all’aiuto.

, WUH FDSLWROL GHOOD JHQHURV Che quella bresciana fosse una Chiesa particolarmente attenta alla dimensione missionaria era cosa risaputa. Basta sfogliare l’elenco di chi, sacerdote, consacrato o laico, ha scelto la via dell’annuncio in giro per il mondo per trovare conferma di questa tensione. I dati comunicati dall’UfďŹ cio missionario diocesano su quanto raccolto, in termini di offerte, nel corso del 2010 fornisce un’ulteriore conferma. Quasi 1 milione e 600mila euro. Tanto i bresciani hanno offerto per le missioni, confermando la sensibilitĂ che da sempre contraddistin-

gue le comunitĂ della diocesi. I dati di questo particolare ďŹ lone di solidarietĂ sono contenuti nel bilancio predisposto nelle scorse settimane dall’UfďŹ cio missionario diocesano. Nel resoconto elaborato compaiono i numeri dei tre grandi capitoli di cui si compongono le offerte alle missioni. Il primo dei capitoli è il frutto delle giornate tematiche che vengono celebrate in tutte le comunitĂ della diocesi o da intenzioni speciďŹ che come la Giornata missionaria mondiale, la PontiďŹ cia Opera di S. Pietro Apostolo per l’adozioni di Seminaristi delle

giovani chiese, la Giornata dei lebbrosi, quella per l’infanzia missionaria e l’Opera apostolica per gli arredi liturgici delle giovani Chiese. Il secondo capitolo è rappresentato dalle offerte che giungono all’UfďŹ cio missionario che le destina agli impegni missionari della diocesi come il sostegno ai sacerdoti fidei donum, ai missionari laici, all’ospedale di Kiremba, e al sostegno dei circa 700 missionari sparsi per il mondo. Terza e ultima voce di questo particolare bilancio della solidarietĂ missionaria è costituita dalle offerte che le singole


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Gabriele Filippini, (a sinistra) dal 1989 responsabile diocesano del servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, ha pubblicato sul n°6 del 2010 della “Rivista della Diocesi di Bresciaâ€?. “Grazie a questi fondi – sottolinea mons. Filippini – la Chiesa bresciana è stata in grado di mettere in campo risposte caritative innovative ed efficaci ad alcuni bisogni emergentiâ€?. Realizzazioni come l’Ottavo giorno, la piattaforma logistica della Caritas, o Casa Betel

sono esempi chiari di quanto bene si possa fare con una semplice firma che devolve l’8xmille dell’Irpef alla Chiesa. “Brescia – continua – ha capito questo e non a caso è sopra la media nazionale per numero di firmeâ€?. Sono gli utlimi dati certi, quelli relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2007, a certificare la propensione bresciana alla firma. A fronte di una media nazionale che è dell’85%, Brescia e il resto delle diocesi lombarde si attestano, invece, all’86,6%. Si tratta di risultati

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che, evidentemente, sono il frutto del lavoro di sensibilizzazione nei confronti di un gesto, come quello di una firma, che non costa nulla. “Non altrettanto efficace e conosciuto, come nel resto del Paese, – afferma ancora mons. Gabriele Filippini – è l’utilizzo dell’altra forma di aiuto: quello delle offerte deducibili (che si possono effettuare entro il 31 dicembre di ogni anno. Una difficoltĂ che dovrĂ spingere il servizio nazionale a una attenta riflessione in meritoâ€?.

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it) appositamente realizzato per approfondire la conoscenza delle realtĂ caritative nate e cresciute proprio grazie agli aiuti ricevuti dalla Chiesa italiana tramite l’8xmille. Il racconto di queste esperienza è affidato alla viva voce dei suoi protagonisti raccolta da otto “bloggersâ€? che il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica ha inviato in visita alle opere realizzate. Le opere “raccontateâ€? negli spot in onda in queste settimane sono il Centro accoglienza Santa Maria Goretti di Andria, la cooperativa “Campo di fragoleâ€? di Bari, Borgo Amigò a Roma, l’Assistenza anziani di Pantelleria, la Casa accoglienza “La tendaâ€? di ForlĂŹ, le Cucine economiche popolari di Padova e due esperienze internazionali: il Daniel Comboni Institute in Uganda e la Casa della Provvidenza di Calcutta. Tra le opere di prossima presentazione c’è anche l’Ottavo giorno, il magazzino per la raccolta, lo stoccaggio, la distribuzione di generi alimentari voluto dalla Caritas di Brescia per affiancare quelle parrocchiali nell’opera di aiuto ai bisogni del territorio. L’Ottavo giorno è il secondo magazzino, dopo quello di Milano, che le Caritas hanno aperto in Lombardia ed è uno dei piĂš grandi d’Europa. Per tre giorni, nelle scorse settimane, il blogger, ha visitato e vissuto da vicino questa realtĂ caritativa che Brescia ha potuto aprire anche grazie agli aiuti giunti dall’8xmille. La realizzazione bresciana, presumibilmente, diventerĂ una delle storie in quattro minuti da raccontare per la campagna 2012 dell’8xmille, una nuova pagina per descrivere quanto bene sia possibile fare con una semplice firma apposta il calce alla dichiarazione dei redditi.

VLWj YHUVR O¡XQLYHUVR GHOOH PLVVLRQL parrocchie mandano ai missionari e alla missionarie Il bilancio elaborato dall’ufďŹ cio missionario diretto da don Raffaele Donneschi (nella foto) si apre con il resoconto di quanto raccolto nel corso di giornate tematiche e per le intenzioni speciďŹ che. 306mila e 600 euro ha fruttato la Giornata missionaria mondiale in diocesi. Poco piĂš di 7200 sono stati gli euro raccolti nel corso della Giornata per i lebbrosi. Poco piĂš di 37mila euro sono stati il frutto della raccolta effettuata nel corso della Giornata per l’infanzia

missionaria mondiale. 110mila 870 sono gli euro donati dalle parrocchie bresciane per la PontiďŹ cia opera di S.Pietro apostolo. L’ultima voce di questo primo capitolo è costituita dagli 11mila 284 euro per l’Opera apostolica. Passando al capitolo delle offerte devolute all’UfďŹ cio missionario per le missioni diocesane il bilancio di apre con i 201mila 787 euro frutto della Quaresima missionaria, a cui si aggiungono i 175mila 300 offerti per le missioni. 52mila 334 sono gli euro che i bresciani hanno offerto per la rivista Kiremba, il foglio di colle-

gamento tra l’UfďŹ cio diocesano, le parrocchie e i missionari in giro per il mondo. Lasciti e donazioni per un totale di 103mila euro chiudono questa parte del bilancio dell’UfďŹ cio missionario. Il terzo capitolo, quello delle offerte che le parrocchie indirizzano direttamente ai missionari, ammonta a 583mila 440,97 euro che, sommati agli altri, danno il 1milione e 600mila euro complessivamente destinati nel 2010 per aiutare quella parte di Chiesa bresciana che ha scelto la via dell’annuncio del Vangelo in tante parti del mondo.

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“Ribadiamo il nostro no a ogni forma di violenza come metodo di risoluzione delle controversieâ€? scrivono i missionari comboniani mentre dalla Libia continuano a giungere notizie dei bombardamenti della Nato, di uccisioni di innocenti e di emergenze umanitarie. In un documento approvato a Limone del Garda, al termine di un simposio di riessione sulla missione in Europa, i comboniani sottolineano che “la violenza genera violenza e pagano sempre gli innocentiâ€?. Nel

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testo si pone d’altra parte il dramma del conitto in un contesto piĂš generale, segnato dalla chiusura dell’Europa nei confronti della sponda Sud del Mediterraneo e del Sud del mondo nel suo complesso. “Come missionari e missionarie – scrivono i comboniani – contestiamo un’Europa arroccata su se stessa e sui suoi interessi, che riďŹ uta di accogliere tanti fratelli e sorelle africane che cercano di sfuggire a situazioni di violenza e di morte.

Chiediamo che l’Europa dimostri maggiore senso di umanitĂ e attenzione ai diritti fondamentali delle persone che invocano accoglienza e aiutoâ€?. Di guerra come avventura senza ritorno parla anche Pax Christi in un appello contro i bombardamenti in Libia nel quale è centrale il riferimento al magistero del papa Beato Giovanni Paolo II. Nel documento, approvato dall’assemblea nazionale di Pax Christi, si chiede un impegno per la pace ai parlamentari italiani.

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remila e 519 giorni dopo l’11 settembre 2001 gli Usa hanno chiuso il conto con il leader di Al Qaeda. â€œĂˆ il risultato piĂš importante nella lotta al terrorismo. La battaglia non è finita, rimaniamo vigili. La nostra guerra non è contro l’Islamâ€?. Con queste parole il presidente americano Barack Obama ha annunciato in diretta tv poco prima delle 23 del 1° maggio (in Italia erano quasi le 5 del mattino del 2 maggio) l’uccisione del terrorista islamico Osama Bin Laden. La morte è avvenuta durante un blitz, di 14 navy seals, nella cittĂ di Abbottabad, a circa 50 km da Islamabad dove il leader di Al Qaeda si era rifugiato. Con lui sarebbero morti altri membri della sua famiglia. Nelle ore successive all’annuncio migliaia di persone a Washington, New York e in altre cittĂ hanno festeggiato la morte di quello che gli americani consideravano il loro “peggior nemicoâ€?. Sui media hanno imperversato le foto del terrorista ucciso mentre i capi di Stato di tutto il mondo hanno espresso le loro congratulazioni. Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha affermato che “Bin Laden ha avuto la gravissima responsabilitĂ di diffondere divisione e odio fra i popoli e di strumentalizzare le religioni a questo fine. Di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra

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contrastanti con quelle dell’Occidente si sono registrate in Pakistan. Il corrispondente locale di AsiaNews ha affermato che tra la popolazione la sensazione prevalente è quella della paura. Ăˆ diffuso, infatti, il timore che le migliaia di madrasse talebane presenti sul territorio, nate come reazione alla lotta al terrorismo, possano scatenare azioni violente. Per questo motivo le autoritĂ pachistane hanno messo sotto stretta sorveglianza tutti gli edifici governativi. I controlli sono stati aumentati anche nei pressi di istituti, scuole e uffici cristiani presenti in Pakistan. Il blitz

delle forze speciali statunitensi che ha portato alla morte di Osama Bin Laden potrebbe infatti scatenare la reazione dei musulmani contro la minoranza religiosa. Mons. Lawrence John Saldanha, arcivescovo emerito di Lahore, ha chiesto maggiore protezione per i cristiani, “facile obiettivoâ€? di possibili rappresaglie. Nonostante l’appello lanciato dal prelato, in Pakistan sono continuati gli omicidi contro esponenti della minoranza cristiana. L’ultimo, nei giorni scorsi, è costato la vita di Younas Masih, un commerciante del sotto-distretto di Chak Jhumra, a Faisalabad.

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7DQWH OH GRPDQGH FKH DWWHQGRQR XQD ULVSRVWD A qualche giorno dall’annuncio dell’uccisione di Osama Bin Laden cominciano a farsi piĂš insistenti alcune domande. La prima, forse la piĂš banale, riguarda la tempistica della chiusura della partita tra gli Stati Uniti e il leader di Al Qaeda. Ăˆ solo un caso che il blitz sia stato condotto a poche settimane dall’avvio della campagna del presidente Obama (nella foto) in vista delle presidenziali del 2012? La seconda chiama in causa proprio

l’inquilino della Casa Bianca. Un presidente a cui è stato assegnato “sulla ďŹ duciaâ€? il premio Nobel per la pace può affermare che con l’uccisione di Bin Laden “giustizia è stata fattaâ€?? Le parole di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana riportate in queste pagine sono abbastanza eloquenti. Un terzo interrogativo che anche tanti osservatori mondiali si pongono riguarda la velocitĂ con cui gli Usa si sono sbarazzati del

corpo di Bin Laden. Dall’uccisione al funerale in mare del peggior nemico degli Stati Uniti sono passate solo poche ore. Fonti ufďŹ ciali affermano che si è trattato di una scelta dettata dalla volontĂ di non scatenare, dando sepoltura certa a Bin Laden, una sorta di culto collettivo. Di certo la scelta di liquidare la vicenda nel minor tempo possibile ha provocato l’effetto opposto. L’agenzia stampa Asianews.it, per esempio, ha riportato nei giorni scor-

si il parere del movimento estremista Pakistan Tehrik-e-Taliban che ha parlato di “falsa operazioneâ€? e di un Osama ancora vivo. La stessa agenzia ha anche dato conto delle affermazioni di Hameed Gul, ex capo dei potenti servizi segreti pakistani (Isi), che ha messo in dubbio le immagini di Bin Laden morto. “Sembra troppo giovaneâ€? è il dubbio espresso da Gul che analoghe perplessitĂ le ha riservate anche alle modalitĂ del blitz.


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”‡•…‹ƒ —ƒ”ƒÂ?–ƒ Â?—‘˜‘ ‰ƒ”ƒÂ?–‡ †‡‹ †‡–‡Â?—–‹ Emilio Quaranta (nella foto), ďŹ gura storica della magistratura bresciana, è il nuovo garante dei diritti dei detenuti di Brescia e succede a Mario Fappani. Nato a Foggia Quaranta si è laureato in giurisprudenza all’UniversitĂ di Napoli. Dopo l’ingresso in magistratura ha avuto il suo primo incarico nel Bresciano come pretore a Salò. Divenuto poi pretore capo, è stato chiamato a coordinare le sezioni penali della Pretura circondariale di Brescia. La

carriera di Quaranta in magistratura è proseguita con la nomina a presidente della sezione Gip del Tribunale di Bresia. Ultima fase di una lunga carriera durata 42 anni, è stata la carica di procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Brescia dal 2001 al 2010. Nei giorni scorsi, inďŹ ne, la nomina non senza polemiche, da parte del consiglio comumale di Brescia. Il nuovo garante ha assicurarsi di volersi muovere in continuitĂ con l’operato del suo predecessore.

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gruppi terroristici “stanno diventando piĂš flessibili nella gestione delle proprie operazioniâ€? e “collaborano sempre piĂš a livello internazionale, soprattutto grazie a internetâ€?; “i legami tra criminalitĂ organizzata e terrorismo si stanno rafforzandoâ€?. Rob Wainwright, presidente di Europol, non è tipo da sollevare inutili allarmismi; eppure in una recente audizione al Parlamento europeo aveva segnalato questioni la cui stringente attualitĂ era forse sfuggita al momento ma che assumono ora, specie dopo la morte di Osama Bin Laden, un rinnovato interesse. La sua eliminazione è stata sottolineata anche dai vertici dell’Unione europea, come “un importante successo della comunitĂ internazionale nella lotta contro i terroristiâ€?, e trattasi dunque di “un passo significativo verso un mondo piĂš sicuroâ€? (Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo). Eppure non si può negare che l’uscita di scena di Bin Laden avviene in un momento in cui, a prescindere dalle dirette attivitĂ terroristiche, il mondo è in fermento, talvolta con positive prospettive di libertĂ e democrazia, in altri casi con pericolosi segnali di involuzione liberticida. Libia, Egitto, Tunisia, Costa d’Avorio, Sudan, Siria, Yemen, Barhein, Pakistan, Iraq, Iran, Afghanistan, Corea del Nord e persino la Terra santa, i Balcani e una parte dell’Est europeo, sono Paesi o aree ÇŻ ÇĄ

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dovessero sommare a quelle di frange estremiste e violente, capaci di passare dalle parole ai fatti, dalle minacce alla forza, pur di val valere le loro posizioni? Wainwright ha avvertito: “Il terrorismo continua a rappresentare una minaccia per l’Europa e i suoi cittadiniâ€?. Il presidente di Europol ha messo in guardia rispetto alla “connessione tra terrorismo, criminalitĂ organizzata e traffico di drogaâ€? e “il crescente uso di internet come strumento di reclutamentoâ€?; non ha neppure trascurato di citare altri fenomeni presenti nel vecchio continente come il “separatismoâ€?, il terrorismo di marchio islamico, i legami col narcotraffico sudamericano, la violenza di taluni movimenti pseudo-politici. Naturalmente il capo di Europol segnala l’urgenza di rafforzare la prevenzione e la collaborazione tra magistratura e forze di polizia dei diversi Paesi. Appare però altrettanto evidente che occorre cercare una risposta che sia piĂš ampia e profonda, la quale deve coinvolgere il livello politico, quello economico e sociale, le relazioni internazionali e – prima ancora – la cultura, l’educazione, la tutela dei diritti e delle libertĂ fondamentali, l’apertura all’“altroâ€? e il rispetto delle diversitĂ , la valorizzazione di atteggiamenti positivi atti a costruire una convivenza pacifica e inclusiva. La vera alternativa alla violenza e al terrorismo nasce probabilmente da questa lunga strada.

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Il percorso di Turismo responsabile Altrogiro Altroviaggio termina il 21 e 22 maggio a Firenze con la visita alla ďŹ era “Terrafuturaâ€? e a “Monte Senarioâ€? dei Servi di Maria. Terrafutura è la mostra delle buone pratiche di sostenibilitĂ allestita alla Fortezza da Basso. Si tratta della ďŹ era delle associazioni e realtĂ del non proďŹ t (istituzioni, enti locali e territoriali, imprese). Presso il Santuario-cenobio di Monte Senario, fu istituito nel 1233 l’ordine dei Servi di Maria. Programma:

Sabato 7 maggio, alle ore18 nel castello di Padernello, la compagnia marionettistica Carlo Colla e ďŹ gli e l’associazione Grupporiani del Comune di Milano, inaugurano “I Promessi... in prova, le maronette raccontano il romanzo di Alessandro Manzoniâ€?. Ăˆ il titolo della mostra allestita nei locali del maniero dal 7 maggio al 10 luglio dal martedĂŹ al venerdĂŹ dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18, sabato dalle 14.30 alle 17.30, domenica dalle 14.30 alle 18.30, lunedĂŹ chiuso.

partenza alle 8.30 di sabato dalla sede delle Acli di via Corsica, 165; visita alla mostra, sistemazione all’ostello della gioventÚ; Firenze by night. Domenica, visita a Monte Senario e rientro a Brescia. Viaggio con mezzi privati e quota di 50 euro comprensivi di pernottamento e prima colazione in ostello e del rimborso spese (benzina e pedaggio) per il viaggio. Info e iscrizioni entro venerdi 13 maggio: 0302294012 - andrea.franchini@ aclibresciane.it.

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“Una mostra dedicata alle scuole che favorisce la promozione del territorio, per quelle indiscutibili peculiaritĂ e vocazioni che sono comuni sia al Manzoni poeta, sia a quel ciel di Lombardia, cosĂŹ bello quando è belloâ€?. L’idea asseconda l’azione in atto a Padernello tesa a valorizzare il territorio della Bassa bresciana per quello che è e per quello che è stato. Ingresso e visita guidata al castello e alla mostra 5 euro. Info e prenotazioni: www. castellodipadernello.it - 0309408766.

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0D PL IDFFLD XQD FRPPLVVLRQH Ho incontrato un amico parroco di una piccola diocesi del nord d’Italia, Lombardia esclusa. Ci siamo scambiati delle informazioni (espressione elegante per non dire che abbiamo spettegolato) sulla vita delle comunitĂ dei cristiani nel 2011. In veritĂ lui parlava e io ascoltavo. Don Pierino mi ha raccontato che fa molta fatica a portare avanti il suo impegno pastorale perchĂŠ tra iniziative diocesane, vicariali e parrocchiali ha poco tempo a disposizione da dedicare alle famiglie e alle persone. Soprattutto perchĂŠ di questi tempi il momento propizio per incontrare le famiglie è la sera, quando tutti tornano all’ovile. Ma la sera ha mille altri impegni. Gli ho chiesto cosa fa tutte le sere. Don Pierino mi ha fatto un elenco aperto a mille varianti: riunioni per i catechisti, per le missioni, per la Caritas, per la pastorale giovanile, per la catechesi degli adulti, per la catechesi degli adolescenti e dei giovani, per i genitori che hanno i ďŹ gli da ammettere ai sacramenti; riunioni del consiglio pastorale parrocchiale e del consiglio economico, del consiglio pastorale zonale; incontri

parrocchiali o vicariali sulla Bibbia; incontri di formazione ai vari livelli; poi ci sono le iniziative dell’Azione cattolica, delle Acli, dei neo-catecumeni, di Comunione eliberazione, del terzo ordine francescano e via movimentando; ci sono gli incontri per la preparazione al matrimonio, le tavole rotonde sulla pastorale sociale o sulla famiglia, i dibattiti e gli incontri di preghiera sulle vocazioni. Don Pierino non ďŹ niva piĂš. Ho osservato che per dare vita a tutte

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queste iniziative dalle sue parti ci deve essere una partecipazione encomiabile da parte dei fedeli. Mi ha gelato con una battuta: bastano una quindicina di persone, massimo venti. PerchÊ, sostiene don Pierino, sono sempre piÚ o meno gli stessi che passano da una riunione all’altra. Gli ho detto che mi sembrava una storia kafkiana. Mi ha giurato che dalle sue parti funziona cosÏ. Sull’onda delle parole, don Pierino ha aggiunto un altro capitolo: le commissioni. Gli ho ricordato che

in Italia, in ogni ambito, è diffusa l’abitudine di afďŹ dare a qualche commissione il peso di problemi che i responsabili non sono in grado, o non hanno voglia di farlo, di affrontare direttamente. Il mio interlocutore ha condiviso l’idea, aggiungendo però che, sempre dalle sue parti, si esagera. Si fanno commissioni dappertutto e su ogni problema. Anzi, molte commissioni si suddividono in sottocommissioni. Mi ha fatto presente che in tempi recenti il suo Vescovo ha dato l’annuncio

dell’avvio della visita pastorale e ha nominato una commissione prepreparatoria della commissione preparatoria della visita stessa. Gli ho fatto presente che in tal modo si coinvolgono piĂš persone. No, mi ha risposto, sono sempre quelle venti. Forse saranno trenta, ha aggiunto, alzando il tiro. Allora gli ho chiesto se nessuno ha mai fatto qualche obiezione in proposito. SĂŹ, mi ha detto don Pierino, l’argomento è stato oggetto di una discussione nel Consiglio pastorale diocesano. Ho chiesto: come è andata a ďŹ nire? Risposta: hanno designato una commissione per studiare il problema, con due sotto commissioni, una dedicata alla fotograďŹ a della realtĂ e l’altra alle ipotesi di soluzione. Non tutti erano però soddisfatti perchĂŠ qualcuno voleva una terza sottocommissione destinata a occuparsi di una ricerca su quello che si fa nelle altre diocesi. Rispetto a questa esigenza è stato nominato un gruppo ristretto della commissione plenaria che dovrĂ decidere se accogliere o no la richiesta. Il che spiega perchĂŠ qualcuno, escluso dalle commissioni, va in analisi.


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L’iniziativa “Abbiamo riso per una cosa seriaâ€?, giunta alla sua IX edizione, sceglie un riso italiano, di un produttore socio Coldiretti, per sostenere progetti di diritto al cibo e parlare di sicurezza alimentare mentre il mondo è in allarme per i prezzi delle materie prime che si moltiplicano a causa delle speculazioni. Sabato 14 e domenica 15 maggio torna la campagna “Abbiamo riso per una cosa seriaâ€?. Focsiv, la piĂš grande Federazione italiana di Organismi di volontariato

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internazionale, insieme a 22 dei suoi Soci, sarà presente in oltre 800 piazze italiane, per raccogliere fondi a sostegno di progetti di diritto al cibo nei Sud del mondo. A Brescia partecipano all’iniziativa anche Svi (Servizio Volontario Internazionale), Medicus Mundi Italia e Scaip (Servizio collaborazione assistenza piamartino), Organismi federati Focsiv e membri della Consulta per la Pace del Comune di Brescia, che saranno presenti

con circa 95 stand in cittĂ e provincia. Il ricavato servirĂ a ďŹ nanziare il progetto “Brescia per il Mozambicoâ€? che si sta realizzando in collaborazione con il Comune di Brescia e con la Cei. Presso gli stand allestiti nelle piazze saranno distribuiti oltre 110.000 chili di riso: in cambio di una donazione minima di 5 euro, si potrĂ ricevere un pacco da 1 chilo di riso della qualitĂ Thai Bonnet, prodotto in Italia da un imprenditore agricolo socio Coldiretti.

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’immigrazione è ormai da diversi anni una realtĂ che coinvolge il nostro paese in modo sempre piĂš pressante, ponendoci di fronte a problematiche sociali e culturali complesse che, ormai dovrebbe essere evidente a tutti, non sono facilmente affrontabili con semplicistici slogan nĂŠ tanto meno eludibili con “chiusureâ€? tanto assurde quanto inefficaci. La realtĂ ecclesiale è stata da subito in prima linea nel proporsi per una “governabilitĂ â€? del fenomeno, con soluzioni non banali; forte, in questo frangente, anche di una ormai matura tradizione storica che ha elaborato e consolidato sul campo la propria concreta e plurisecolare azione a sostegno di migliaia e migliaia di migranti. Negli ultimi tempi, per rimanere nella nostra realtĂ bresciana, si è fatta (se possibile) ancora piĂš puntuale e stimolante l’azione di magistero del vescovo Monari, che nella sua ultima Lettera ha sviscerato con estrema luciditĂ gli aspetti di questo particolare problema, richiamando ogni singolo cristiano ad un concreto impegno di accoglienza e convivenza civile, secondo i dettami del piĂš puro spirito evangelico. Proprio in quest’ottica è piĂš che giusto segnalare, fra le molteplici realtĂ delle nostre comunitĂ ecclesiali, il caso della Parrocchia cittadina di S. Maria Calchera, che da piĂš di vent’anni (per l’esattezza, dal feb-

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legri, che ha coagulato attorno a sĂŠ uno “zoccolo duroâ€? di fedelissimi parrocchiani, originariamente a sostegno dell’iniziativa diocesana “Un pasto caldo per gli immigratiâ€?: “Nel Vangelo di Matteo GesĂš dice ‘Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dissetato, ero straniero e mi avete accolto’. Ecco, a queste semplici parole ci siamo sempre ispirati, cercando di dare il nostro piccolo concreto contributoâ€?. Con piglio commosso narra del costante tenace e spontaneo impegno di tante persone che hanno interiorizzato questo insegnamento evangelico, riuscendo

a conservarlo e a tramandarlo anche nelle mutate situazioni culturali e sociali che, purtroppo, vedono sempre piĂš prevalere l’individualismo e l’indifferenza, quando non addirittura un’aperta ostilitĂ : “Siamo consapevoli che la nostra è una goccia in un mare, ma credo che unita a tanti altri piccoli rivoli possa contribuire ad ingrossare il flusso di solidarietĂ umana che la nostra coscienza cristiana ci fa sentire come inderogabile esigenzaâ€?. Bisogna pur segnalare che dal 1991 a oggi il contributo degli amici di S. Maria in Calchera assomma alla bellezza di 66500 euro.

8QD VWRULD OXQJD DQQL Il Villaggio Sereno compie 50 anni di storia. Per celebrare questo avvenimento, il quartiere ha prediposto una serie di appuntamenti (ďŹ no a ottobre) grazie all’impegno e alla collaborazione delle tante associazioni che gravitano sul territorio. Sono stati pensati dibattiti, mostre (le fotograďŹ e sono state fornite dagli abitanti), momenti religiosi e laici per coinvolgere tutte le generazioni, soprattutto quelle piĂš giovani che non hanno visto da vicino

la fatica per la costruzione di un intero quartiere. Venendo agli appuntamenti, il 17, il 19 e il 21 maggio è in programma il torneo di calcio riservato ai bambini presso il campo sportivo S. Giulio Prete (nella foto la chiesa). Il 22 maggio spazio al concorso fotograďŹ co sul tema “Il Fiumeâ€? organizzato dal Gruppo Video Amici Foto. Non manca l’aspetto spirituale con una serata (il 26 maggio alle 20.45) di preghiera gestita dalle mamme della comunitĂ .

Il 1° giugno, durante la festa dell’Oratorio, la serata è dedicata ai parroci, curati e alle suore che hanno svolto la missione al Villaggio; alle ore 18.30 la Messa. Il 16 giugno, in particolare, alle 20.45 presso la Sala Beschi (sotto la chiesa di S. Giulio), il prof. Mario Taccolini, l’avv. Francesco Onofri e il rag. Antonio Bertoni riettono su memoria gratitudine e futuro. Il 17 giugno, alle 21, presso l’Oratorio San Filippo Neri un momento dedicato al canto.

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ǯ‡”‡†‹–Â? †‹ Š‹ƒ”ƒ ƒ •‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â? ‘Ž–”‡ ‰Ž‹ ‘•–ƒ…‘Ž‹ La storia che racchiude le tappe della realizzazione della nuova chiesa è presto raccontata. Suor Marcellina aveva pensato a una chiesetta che potesse essere il centro di convergenza dell’intera popolazione, subito dopo essere arrivata a Morungaba. Allora sognava un “pezzo di terraâ€? sulla quale progettare la nuova cappella; negli anni successivi, quell’idea, prese forma e consistenza grazie alla generositĂ dei parenti e amici della famiglia.

Nel 2006 Chiara, la nipote giovanissima di suor Marcellina, scrisse alla zia esprimendole il desiderio di condividere un tempo di esperienza missionaria. Il desiderio di Chiara fu accettato dai genitori: promisero il viaggio in Brasile subito dopo la conclusione degli studi, cioè nello stesso anno. Purtroppo, il sogno di Chiara e il suo viaggio missionario si infransero tragicamente sulla strada tra Brescia e Travagliato. Tutto accadde nel pomeriggio

del 4 febbraio 2006. Quel giorno Chiara, papĂ Adriano, mamma Serenella, il fratello Francesco e la piccola Arianna, mentre in automobile tornavano a casa dopo qualche ora passata in cittĂ , furono coinvolti in un tragico incidente: un’auto tagliò improvvisamente la strada. Chiara morĂŹ nell’impatto violento, i suoi familiari riportarono leggere ferite. Seguirono ore e giorni di dolore, stordimento e di incredulitĂ . Suor Marcellina, da Morungaba, soffriva

in silenzio, offrendo il suo dolore come ricordo e suffragio. Dopo quei giorni di tragedia, la speranza cristiana riprese il sopravvento: la famiglia ritrovò conforto e sorrisi pensando a ciò che Chiara avrebbe voluto fare. CosÏ Morungaba e il Brasile, per i quali Chiara e la zia suor Marcellina avevano consumato sogni e speranze, tornò a essere il pensiero ricorrente dei suoi genitori e dei tanti amici che avevano condiviso il dolore della scomparsa.

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orungaba è un angolo del Brasile dove, da tanti anni, è facile sentire parlare di Brescia e, in particolare, delle suore Ancelle della CaritĂ . Qualche settimana fa giornali e media brasiliani hanno dato spazio alla festa organizzata per l’inaugurazione di una bella chiesa, intitolata a Santa Chiara, costruita grazie all’impegno congiunto delle Ancelle della CaritĂ e di tanti bresciani, soprattutto di Travagliato, che hanno voluto ricordare suor Marcellina Cadei e la sua giovane nipote Chiara. Uno dei tanti amici che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera ci ha detto: “Conoscevamo suor Marcellina e il suo entusiasmo era contagioso. Poi la tragedia che ha coinvolto Chiara‌ Era cosĂŹ giovane, eppure era giĂ pronta all’impegno missionario. Dovevamo fare qualcosa di importanteâ€?. CosĂŹ è stato. Dal 10 aprile 2011 una chiesa bella e accogliente ricorda per sempre una suora

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le sue speranze in un mondo migliore. Il 10 aprile a Morungaba c’erano i genitori e i parenti di Chiara, tanti amici di suor Marcellina, le Ancelle della CaritĂ e le autoritĂ della cittadina brasiliana. Suor Marcellina tornò in Italia nel 2007 per motivi di salute. Rimase a “Casa Madreâ€? il tempo necessario per le cure. Chiese e ottenne dalla Superiora generale delle Ancelle il permesso di tornare alla missione. PartĂŹ sapendo che i familiari di Chiara desideravano unire il ricordo della loro figlia alla terra di missione in cui la zia suora stava operando. Allora l’entusiasmo di costruire una nuova chiesa nel “Bairro Cachoeirinhaâ€?, si trasformò in un progetto sostenibile. La famiglia Capelli, le Suore Ancelle, i benefattori di Travagliato, gli amici, la gente anche povera della zona offrirono contributi di ogni tipo. Prima venne acquistato il terreno, poco dopo iniziarono i lavori per la costruzione della nuova chiesa. Nel 2008, quando i lavori avevano giĂ delineato la strut-

tura della nuova “Casa di Dioâ€?, suor Marcellina, bisognosa di cure urgenti, tornò in Italia per sottoporsi ad una nuova terapia. Purtroppo fu anche il suo ultimo viaggio. Suor Marcellina non avrĂ la grazia di vedere ultimata la chiesa intitolata a “Santa Chiaraâ€?. Nel silenzio di una camera della “Domus Salutisâ€? di Brescia, dopo 45 anni di “missioneâ€?, accompagnata da parenti e consorelle, accettò l’ultima chiamata di Dio. Era il 24 gennaio 2009. Alle suore che l’assistevano confidò:

“Aspetto l’incontro con GesĂš Crocifisso; spero di rivedere la mia carissima nipote Chiaraâ€?. Raccomandò anche di far sapere agli “amiciâ€? di Morungaba e del Brasile che li portava tutti nel cuore. “La chiesa costruita a Morungaba e dedicata a Santa Chiara – ha scritto un giornale brasiliano – è la testimonianza piĂš evidente dell’amore che lega Brescia al Brasile e che ha, nei cuori generosi di tanti, soprattutto in quello delle Ancelle della CaritĂ , la sua piĂš alta espressioneâ€?.

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Il 13 aprile 2011 sono state consegnate all’auditorium San Barnaba, alla presenza delle autoritĂ , le medaglie d’onore del Presidente della Repubblica a 146 cittadini internati e deportati nella Seconda guerra mondiale. Si tratta di un riconoscimento istituito con legge 296/2006, per coloro che patirono la terribile sofferenza nei campi di concentramento nazisti. Tra i premiati alla memoria c’era don Francesco Migliorati nato a San Gervasio Bresciano il 27 luglio 1923 e deceduto a Coccanile (Ferrara) il 13 marzo 1972 a soli 48 anni. Ăˆ stato fatto prigioniero dai tedeschi nel settembre 1943 a Sebenico (ex Jugoslavia) e internato nel lager di Geithau (Germania) fino a ottobre 1944. A decidere la sua vocazione fu, come scritto nel suo diario, du-

rante l’internamento nel lager: “Li vedevo morire pieni di rabbia e bestemmiando e io nell’impossibilitĂ di fare qualcosa per loroâ€?. La dura esperienza della fame, sete, freddo e delle frustate subĂŹte fece maturare in lui la decisione di dedicare la sua vita al prossimo. Nel 1949 entrò nel Seminario di Ravenna, poichĂŠ a Brescia non accettavano le vocazioni adulte e fu ordinato sacerdote nel 1955. Come primo incarico fu vicario cooperatore a Mezzane di Ravenna, dal 1957 al 1967 parroco a Serravalle di Ferrara, dove il 16 novembre 2008 gli è stato intitolato un parco pubblico, e gli ultimi cinque anni a Coccanile. Il diario della sua prigionia è stato consegnato dai parenti all’Associazione ex internati di Brescia.

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tanto affascinante quanto tutta da scoprire, è l’oggetto e il tema di una serata che dĂ il via alle feste patronali della parrocchia che dalla Santa prende il nome e protezione, Sant’Afra. VenerdĂŹ 6 maggio, presso il salone dell’Oratorio Sant’Afra, in vicolo dell’Ortaglia 6, alle ore 20.30 si terrĂ una conferenza che cercherĂ di ripercorrere i secoli e di capire chi davvero è Sant’Afra e perchĂŠ può diventare per Brescia un esempio di coraggio e fortezza. Aiuteranno a fare questo viaggio

mons. Ivo Panteghini e l’architetto Valentino Volta, entrambi esperti di storia dell’arte e di archeologia. Le feste poi proseguiranno domenica 8 maggio con la Messa delle ore 10.30, che vedrĂ la presenza di tutte quelle persone che hanno vissuto e collaborato in parrocchia e in oratorio negli anni passati ma che ne sono rimasti profondamente legati e affezionati. A seguire il pranzo in oratorio a base di grigliata o la possibilitĂ per chi non si è prenotato di mangiare un panino

con la salamina. Nel pomeriggio alle 15 i giochi e l’animazione per i bambini. Alle 18 si concluderĂ la giornata con una Messa nella quale si pregherĂ per le famiglie: sono invitate tutte le coppie di novelli sposi e tutte le famiglie che festeggiano gli anniversari matrimoniali. Riscoprire Sant’Afra vuol dire riscoprire le origini cristiane, fatte di coraggio, fede, testimonianza autentica. Forse è giunto il momento che Sant’Afra non sia piĂš una patrona dimenticata.

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ria di novitĂ per l’Ant. La delegazione bresciana della Fondazione, che dal 1998 svolge sul territorio un servizio di assistenza sanitaria domiciliare gratuita dedicato ai malati di tumore, si è trasferita in una nuova sede, in viale della Stazione 51. All’interno del locale, di proprietĂ di Brescia MobilitĂ , concesso con un affitto agevolato grazie alla mediazione del Comune di Brescia, l’Ant ha realizzato una struttura completa, che per la prima volta comprende un ambulatorio dotato di un videodermatoscopio e di un ecografo, strumenti che saranno utilizzati per la prevenzione e la diagnosi dei tumori della pelle e della tiroide. Per soddisfare le esigenze sia di chi vi presta servizio, sia di chi ne usufruisce, nell’area sono stati ricavati diversi ambienti: uno spazio di prima accoglienza, una sala riunioni, un ufficio psicologico, uno per la promozione e uno per la contabilitĂ . “Finalmente avremo la possibilitĂ di svolgere la nostra attivitĂ in un luogo adeguatoâ€? afferma il dott. Andrea Longo, segretario provinciale, sottolineando la necessitĂ di fornire a chi

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– spiega la dott.ssa Raffaella Pannuti, segretario generale Ant e figlia del prof. Franco Pannuti che nel 1978 a Bologna diede il via al progetto – cioè convinti che la vita debba essere vissuta con dignitĂ dal primo all’ultimo respiro. La delegazione bresciana è il fiore all’occhiello della nostra Fondazione – continua – perchĂŠ coniuga il lavoro dei volontari, impegnati nella raccolta fondi, con quello dei professionisti che operano a livello sanita-

rioâ€?. A Brescia prestano servizio otto medici, quattro infermieri e una psicologa, che coprono l’intero territorio cittadino e ventotto comuni della Provincia. Parlando di cifre, dall’inizio della sua attivitĂ l’Ant ha fornito assistenza a piĂš di 1700 famiglie bresciane; soltanto lo scorso anno ne sono state seguite oltre 400, con una spesa sostenuta superiore a 600mila euro, coperta tramite le raccolte fondi e le risorse della Fondazione; quest’anno i pazienti sono giĂ piĂš di 200. “Per noi che abbiamo avviato questo progetto a Brescia è un vero orgoglio vedere come si è evoluto, sintomo che le istituzioni e i cittadini hanno capito l’importanza di ciò che facciamoâ€?, spiegano le sorelle Ada e Marcella Gori. Le sorelle Gori con le dott.sse Federica Panizza e Laura Castelletti Brunelli nel 1998 hanno importato da Bologna il progetto Eubiosia, dando vita nel 2002 al primo ospedale domiciliare oncologico Ant in Lombardia. Non è mancata la benedizione di don Maurizio Funazzi, che ha elogiato il lavoro dei volontari che fanno proprio il messaggio di Cristo, che invita i discepoli a prendersi cura non solo del malato, ma di tutta la casa.

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MIELA FAGIOLO D’ATTILIA

RAGAZZI, GENITORI, INTERNET Navigare insieme 2654 – pp. 160, ₏ 9,00 Un libro che vuole tracciare una mappa delle potenzialità e allo stesso tempo dei rischi dello strumento internet nelle mani dei nostri ragazzi. Un’analisi semplice e sintetica che si pone come una piccola guida per aiutare i genitori a traghettare in sicurezza i loro figli nell’esperienza di navigazione nella rete.

E D I T

R I C E

LA SCUOLA MKT-2011 16

Via L. Cadorna 11 - BRESCIA Tel. 030.2993212 - Fax 030.2993317

www.lascuola.it

Domenica 8 maggio, scegliendo l’Azalea della ricerca, ognuno può contribuire a rendere il cancro sempre piĂš curabile: i 25mila volontari di Airc distribuiranno nelle piazze italiane le azalee a fronte di una donazione di 15 euro, un regalo per la Festa della Mamma e un gesto concreto a sostegno dei progetti di ricerca sui tumori femminili. In soli 30 anni, la guaribilitĂ media dei tumori è piĂš che raddoppiata e per alcune forme – soprattutto per il tumore al seno – i tassi di guarigione sono saliti all’80-90%. L’azalea della ricerca sarĂ presente in 58 piazze bresciane: in cittĂ si può acquistare in corso Zanardelli davanti al Teatro Grande o in piazzale Arnaldo sotto i portici del Granarolo. Il contributo richiesto è di 15 euro. Per trovare l’Azalea della ricerca si può chiamare il numero speciale 840001001.


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La Repubblica Italiana riconosce il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, quale “Giorno della memoriaâ€?, al ďŹ ne di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice. Casa della memoria, in collaborazione con Comune e Provincia di Brescia, presenta il programma della giornata che si svolge in contemporanea con la commemorazione al Quirinale dove parteciperĂ una delegazione da Brescia: sono previsti gli

“Le rondinelle di ieriâ€? è il tema dell’incontro del ciclo “Aperitivo con... Le X serate della Leonessaâ€?. La serata si inserisce nella mostra “Cent’anni di Brescia Calcioâ€? organizzata dagli assessorati allo Sport e alla Cultura della Provincia di Brescia. Partecipano, presentati da Luana Vollero, Dario Hubner, Daniele Zoratto, Tullio Gritti, Stefano Bonometti, Luciano De Paola e Alessandro Quaggiotto. Dove? A Palazzo Martinengo, Sala Stadio, alle ore 18 del 6

interventi ufďŹ ciali di Hussain Noman Ali’e Andrea Zanetti del Cfp di Rezzato. Alle 12 in piazza Loggia c’è la commemorazione ufďŹ ciale con la deposizione omaggio oreale e i saluti delle autoritĂ . In collaborazione con il Comitato Pari OpportunitĂ del Comune di Brescia presso l’Auditorium S. Barnaba va in scena (alle 10 per gli studenti e alle 21 per la cittadinanza) lo spettacolo teatrale “Ma/Ter Donne tra maďŹ a e terrorismoâ€?; il testo e la regia sono di Graziella Pizzorno di Teatroggi.

maggio. L’ingresso è gratuito. Al termine seguirĂ un aperitivo nel cortile di Palazzo Martinengo. Per informazioni: tel. 0303749371. Fra i prossimi incontri, con inizio sempre alle 18, si segnalano quello del 13 maggio sui cantori del Brescia, Gino Cavagnini Giorgio Sbaraini, e quello del 20 maggio dove si ricordano gli amici Vittorio Mero, Edoardo Bortolotti, Franco Pompili, Tonino Busceti, Nunzio Franchi (Stringa). La mostra sarĂ visitabile ďŹ no al 24 giugno.

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n piena campagna elettorale, “Voceâ€? promuove, in collaborazione con le parrocchie e con l’Ufficio di pastorale sociale della diocesi, cinque incontri sul territorio per mettere a confronto i candidati alla carica di sindaco di cinque dei 29 Comuni bresciani che vanno al voto nella tornata amministrativa del 15 e del 16 maggio. La formula “Gira la Voceâ€? giĂ sperimentata nelle elezioni del 2009 non prevede l’intervento del pubblico, ma la presentazione da parte dei candidati del loro programma attraverso le risposte alle domande preparate dalla nostra redazione. Le segnalazioni sono state raccolte sul territorio. In ordine cronologico, il primo appuntamento è al Teatro San Costanzo di Nave il 5 maggio alle 20.30: partecipano al dibattito i tre candidati Marco Bassolini (Lega Nord), Tiziano Bertoli (Progetto Nave Viva) e Cesare Frati (Tutti per Nave). Sul tavolo a Nave la coesione sociale e l’attenzione alle fasce piĂš deboli e alle prioritĂ della futura Amministrazione. Al termine della serata saranno poste anche le domande pervenute da parte dei cittadini. L’iniziativa porta la firma del Forum delle Associazioni di Nave, che si prefigge di “cogliere l’opportunitĂ dell’impegno elettorale per proporre ai cittadini una riflessione piĂš aperta sui temi dell’impegno

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Padre Pio 3 giorni, 2 notti 01/01-31/12 Fatima e Lisbona 5 giorni, 4 notti 01/01-31/12

nella consapevolezza e nella maturazione delle motivazioni personaliâ€?. Il 6 maggio la Sala della comunitĂ AgorĂ di Ospitaletto ospita il dibattito fra Giulio Incontro (Ospitaletto prima di tutto), Angiola Giudici (Centrodestra per Ospitaletto) e Giovanni Battista Sarnico (Insieme per Ospitaletto); non partecipa l’altro candidato Enrico Salvinelli di Forza Nuova. La regia è del gruppo interassociativo parrocchiale, che ha predisposto alcune domande, mentre altre sono state raccolte in un’urna. Il 9 maggio tutti e cinque i candidati di Flero si ritrovano all’oratorio: Fabio Toffa (Centrodestra Flero - Toffa Sindaco); Mauro Brunetti (Lega Nord), Nadia Pedersoli (Buongiorno Flero per un risveglio civico) e Pietro Cominelli (Vivere Flero). L’11 maggio Clemente Morandini (Progetto Bienno) e Massimo Maugeri (Bienno è anche tuo!!!) si confrontano nella Sala della comunitĂ di Bienno. Infine il 12 maggio “Gira la Voceâ€? termina a Pontoglio, sempre nella Sala della comunitĂ , dove al momento non è ancora confermata la partecipazione dei cinque candidati: Pierluigi Pasinelli (Insieme per la comunitĂ ); Augusto Picenni (Per Pontoglio), Antonio Raccagni (Lega Per Pontoglio), Alessandro Giuseppe Seghezzi (Pontoglio per le libertĂ ) e Per Luigi Piantoni (Lega Nord Pontoglio).

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Polonia: Terra di Papa Giovanni Paolo II 8 giorni, 7 notti â‚Ź 768.00

01/01-31/12

Turchia 8 giorni, 7 notti â‚Ź 649.00

â‚Ź 150.00

â‚Ź 388.00

Assisi 3 giorni, 2 notti 01/07-07/08 01/04-29/05 e 05/09-23/10 08/08-04/09 e 30/05-30/06

â‚Ź 90.00 â‚Ź 120.00 â‚Ź 108.00

Roma Cristiana 4 giorni, 3 notti 11/07-04/09 e 13/11-28/12 01/04-10/07 e 05/09-12/11

â‚Ź 270.00 â‚Ź 310.00

Lourdes e Provenza 5 giorni, 4 notti 15/10-30/10 01/05-10/08 10/08-14/10

â‚Ź 258.00 â‚Ź 278.00 â‚Ź 290.00

P. z z a C. Ba t t i s t i 2 (BS) Te l 0 3 0 . 3 9 6 1 6 1 www.amerigoviaggi.it

Lourdes e Barcellona 6 giorni, 5 notti 21/04-30/06 e 18/09-31/12 03/09-17/09

01/05-30/06 e 01/10-31/10 01/07-30/09

01/04 al 30/10

â‚Ź 297.00 â‚Ź 300.00 Malta: sulle orme di San Paolo 5 giorni, 4 notti â‚Ź 343.00 â‚Ź 380.00 Grecia Cristiana e Meteore 8 giorni, 7 notti â‚Ź 664.00


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Ž—Â?‡†¿ Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ …‘Â? Žƒ Â…Â… Il Centro studi “Cultura uomo territorioâ€? in collaborazione con la circoscrizione Nord del Comune di Brescia ha pensato e sviluppato quattro “lunedĂŹ dell’arteâ€? con la Bcc ďŹ no al 23 maggio. Sono degli incontri didattici illustrati da storici dell’arte per conoscere il patrimonio artistico tra Brescia e Valtrompia: la storia artistica della Valtrompia è strettamente collegata a quella della cittĂ ; la prima parte va dalle origini al Rinascimento. La prima serata

si è svolta il 2 maggio e ha visto al centro della riessione l’arte dalla romanitĂ all’Alto Medioevo. Il 9 maggio, alle 20.15, si affronta l’arte medievale dal romanico al gotico; il 16 maggio, alle 17.45, l’attenzione si concentra su “Paolo da Cailina il Vecchio e gli anonimi maestri tardogotici-rinascimentali di Nave, Gardone, Concesio; il 23 maggio, inďŹ ne alle 20.15, si parla del primo Cinquecento: “Tra gli esordi di Romanino e Paolo da Caylina il Giovaneâ€?. Le lezioni, con

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ƒÂ?‘••‹ƒÂ?‡ Çł ‹–”‘˜‹ƒÂ?‘…‹dz supporto di immagini e sintetiche dispense, si svolgono presso la sala mostre e conferenze della ďŹ liale Bcc di via Triumplina 237 a Brescia. La lezione del 16 maggio si svolge, invece, presso la pieve della Mitria a Nave. Ci si può prenotare mandando l’e-mail a alberto.zaina@libero.it. Il Centro studi “Cultura uomo territorioâ€? , opera dal 1994 per la divulgazione storico-artistica, la conoscenza del patrimonio artistico locale, promuovendo studi e mostre.

“Ritroviamociâ€? è un’occasione di incontro per ricordare e ritrovare compagni e insegnanti. Per vedere volti e facce magari dimenticate e per raccontare qualcosa di se stessi. L’Istituto Canossiano invita tutti gli ex alunni delle scuole superiori di via San Martino per un pomeriggio da vivere insieme. Quando? Sabato 21 maggio. Alle 15.30 c’è l’accoglienza, poi la Santa Messa e l’opportunitĂ per i gruppi di incontrarsi nelle classi. Tutto come quando erano sui banchi.

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ottoscritto tra i rappresentanti degli organi della giustizia e una lunga serie di istituzioni e di soggetti costituenti la societĂ civile, il protocollo d’intesa riguardante le finalitĂ e il funzionamento del Tavolo della Giustizia della provincia di Brescia, il cui scopo è il miglioramento dei servizi della giustizia per renderli piĂš rispondenti alle esigenze del cittadino e del territorio. Tale Tavolo è l’unico luogo permanente di confronto e cooperazione fra i soggetti istituzionali, economici e sociali del territorio ed è promosso dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Brescia, nell’ambito del piĂš ampio progetto “Innovazione Giustiziaâ€?, voluto dall’omonimo Ministero e dalla Regione Lombardia. Il Tavolo della Giustizia è il punto di arrivo, ma per certi aspetti di partenza, del Bilancio di responsabilitĂ sociale del Tribunale di Brescia che, in estrema sintesi, è costituito dalle linee guida per riorganizzare i processi lavorativi tesi al miglioramento della giustizia come servizio al cittadino. “Il settore della giustizia e in particolar modo la qualitĂ e l’efficienza dei servizi erogati dagli uffici giudiziari italiani – ha detto la Presidente della Corte d’Appello di Brescia Graziana Campanato – sono un fattore cruciale per lo sviluppo economico e sociale del paese e questo Tavolo, in quanto della cittĂ

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“vi sia lo strumento per incontrarsi periodicamente e per condividere le problematiche, talune croniche e dalle prospettive non confortanti, della giustizia, per riesaminare le modalitĂ di erogazione dei servizi, in funzione delle risorse umane ed economiche a disposizioneâ€?. Il presidente del Comitato scientifico del progetto Innovagiustizia Lombardia Stefano Zan ha espresso il principio ispiratore dello stesso, ovvero “l’assunzione del cittadino come referente dell’intera attivitĂ giudiziaria. Questo è uno degli elementi essenziali che ha dato il via a una serie di attivitĂ innovative, ad un nuovo modo di agire, poichĂŠ la giustizia è un bene pubblico e fa parte della vita del territorioâ€?. La Carta dei Servizi, l’Ufficio di relazioni con il pubblico, che inizierĂ la propria attivitĂ con il prossimo mese, lo sviluppo dell’attivitĂ telematica – Brescia è la seconda provincia italiana in questo settore – l’ampliamento dei servizi dedicati alle imprese, il costante miglioramento delle risorse umane impiegate, non sono che alcuni obiettivi, tra i tanti, che il Tavolo si pone, perchĂŠ, è stato detto, “con ogni interlocutore e a qualunque livello, si vuole arrivare, anche tramite l’integrazione in Rete dei vari Uffici dell’Amministrazione, a un rapporto continuativo affinchĂŠ la giustizia diventi piĂš conosciuta, rapida e trasparenteâ€?.

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ƒÂ?‡”„‹‘ Â?ƒ ‰‹‘”Â?ƒ–ƒ ’‡” ‹Ž –‡Â?Â?‹• ‹Â? …ƒ””‘œœ‹Â?ƒ Una giornata per il tennis giocato da disabili in carrozzella, in doppio con atleta in piedi, sui campi dl Tennis Club Manerbio di piazza Aldo Moro a Manerbio. Come dire un “Tennis Dayâ€? per dimostrare come lo sport aggrega, porta al confronto e alla riessione sulle problematiche sociali. Ăˆ quanto accaduto con l’iniziativa di Benocci, padre e ďŹ glio, che hanno coordinato la manifestazione sostenuta da Over Outlet, Punto Sma, CheckPoint, Bar Basilio, Mondo

Frutta e Pizzeria Giardino, e il contributo di Active sport Cultura, dell’ads T.C.Manerbio e del MyA Sporting club. Alla manifestazione, durata l’arco di un’intera giornata, è stato costantemente presente il vicesindaco Ferruccio Casaro interessato a conoscere le problematiche dei disabili e l’andamento degli incontri che non hanno avuto altro scopo che quello della sďŹ da amichevole e socialmente utile al confronto, interessanti sotto il proďŹ lo

agonistico e tecnico per l’impegno dei protagonisti. Non ci sono stati nĂŠ vinti e nemmeno vincitori. Tutti sullo stesso livello agli effetti di una ipotetica classiďŹ ca ďŹ nale. Alla conclusione la cena al Mia Sporting Club ed il brindisi per dirsi “arrivederciâ€? alla prossima occasione che i Benocci assicurano sarĂ riproposta. A margine della manifestazione scriviamo che le regole del tennis a sedia a rotelle sono le stesse del tennis tradizionale, tranne che

il giocatore può colpire la palla anche dopo il secondo rimbalzo. Esistono anche il singolo e il doppio. Ovviamente per essere un vero giocatore di tennis su sedia a rotelle bisogna avere un parziale, o totale, handicap relativo agli arti. Se l’handicap è tale da non permettere al giocatore di praticare il tennis agonistico, ha il diritto di praticare il tennis agonistico su sedia a rotelle. Il campo non ha nessuna variazione di lunghezza e di superďŹ cie. (pio)

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otte in Arabia. Vita e storia di Gianmarco Bellini, il ragazzo che voleva volareâ€? è il titolo del libro presentato nei giorni scorsi nella sala consiliare del Comune di Montichiari, per iniziativa del Club Frecce Tricolori ‘Le ali per la vita’ e patrocinata dal Comune stesso. Il libro narra cosa accadde prima, durante e dopo la notte tra il 17 e il 18 gennaio del 1991, quando il Tornado condotto dal maggiore Gianmarco Bellini e dal capitano Maurizio Cocciolone venne abbattuto dalla contraerea irachena durante la Guerra del Golfo, con particolare riferimento ai 47 giorni di prigionia di Gianmarco Bellini, raccontati, per la prima volta, da lui stesso con la penna di Francesco Di Domenico. Dopo il ricordo che il sindaco di Montichiari Elena Zanola ha richiamato di quei momenti, “che si conclusero con la liberazione dei nostri connaziona-

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e le sue debolezze nei 47 giorni di prigionia, in cui, piĂš di una volta, percepito come il proiettile che avrebbe posto fine alla vita fosse molto vicino, si trova a recitare, ad alta voce, “Pa‌ Pa‌ Padre nostro che sei ‌â€?, quale ultimo pensiero di chi è vicino alla fine. Dopo essere stato umiliato, ferito, picchiato, anche per piĂš giorni e notti consecutivamente, la fede è – e dal libro traspare come lo sia ancora – un punto fermo della sua esistenza, “perchĂŠ noi (militari), usiamo la forza per evitare la violenza, la violenza del sopruso, dell’occupazione, della privazione della libertĂ â€?, ha voluto sottolineare il colonnello Gianmarco Bellini. “Con la veritĂ storica, desidero che venga riconosciuto ciò che io sono stato per 47 giorni, ovvero un prigioniero di guerra. Sul mio libretto personale in quei 47 giorni io risulto essere stato ‘a disposizione del comandante del Corpo’, mentre nella mo-

tivazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare ricevuta (è l’unico militare italiano in servizio a potersene fregiare, ndr), si legge ‘..impegnato nella sua prima operazione bellica‌’. Abbiamo partecipato ad una guerra di liberazione di un popolo aggredito e il mio stato di prigioniero di guerra lo devo, non giĂ alla storia, ma a chi mi era vicino in quei giorni cosĂŹ come a tutti i colleghi dell’ aeronautica militare che vi presero parteâ€?.

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La manifestazione del patrono San Pancrazio si “spostaâ€? di epoca e passa dal Medioevo all’Ottocento per ricordare i 150 anni dalla nascita del conte Gaetano Bonoris, ideatore del maniero cittadino. Tra le iniziative piĂš importanti annotiamo lo spettacolo pirotecnico dell’incendio (simulato, s’intende) del Castello Bonoris, in programma giovedĂŹ 12 alle 21.30 che tanta folla richiama ogni anno; sempre il 12, in mattinata, gli studenti e i volontari delle associazioni saranno protagonisti con “La cittĂ ai ragazziâ€? con stand sui lavori realizzati durante l’anno. Sabato 14 dalle 20.30 e fino a notte inoltrata il maniero voluto dal conte Bonoris si animerĂ con una “Grande festa a palazzoâ€? con animazione di dame, cavalieri, cortigiani, il tutto accompa-

gnato in musica dalle arie della Traviata di Verdi. Sempre il castello sarĂ protagonista centrale degli eventi di domenica 15 a partire dalle 9.45 con danze, canti e spettacoli a tema tutti ambientati nell’Ottocento. Durante la 4 giorni nelle piazze e nelle vie del centro storico terranno banco i mercatini di prodotti tipici, dell’artigianato e dell’hobbystica oltre al ristoro in Piazza Treccani gestito dal gruppo parrocchiale di Vighizzolo. Chiudiamo ricordando le due conferenze, legate alla mostra della Bibbia di Borso d’Este, che avranno luogo a Palazzo Tabarino il 6 e il 13 maggio alle 20.30 rispettivamente su “Il linguaggio biblico e la sua attualitĂ â€? e “L’arte della miniatura e il Rinascimentoâ€?. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero. (f.m.)

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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ ƒ …‹––Â? •…‘’”‡ …‹Â?“—‡ ”‡’‡”–‹ …‡Ž–‹…‹ Si arricchisce di nuovi oggetti di valore il patrimonio archeologico della cittĂ di Montichiari. Nei giorni scorsi l’associazione cittadina presieduta da Paolo Chiarini ha presentato 5 ritrovamenti celtici, donati da alcuni cittadini diversi anni fa. Si tratta di pezzi ritrovati alcuni sul territorio monteclarense, altri su quello di Calvisano in tre occasioni separate e che i rispettivi possessori hanno voluto donare a condizione che venissero esposti nel Past, il Palazzo dell’Archeologia

e della Storia del Territorio che ospita giĂ la mostra sui Longobardi. “La particolaritĂ di tali reperti – ha affermato Chiarini – sta nel fatto che essi sono cronologicamente tutti riferibili al periodo dell’occupazione celtica e, nello speciďŹ co, cenomane, delle nostre zone, a partire cioè dalla seconda metĂ del V secolo a. C., quando erano intensi gli scambi commerciali con gli etruschi, e ďŹ no alla seconda metĂ del II secolo a. C. periodo in cui assistiamo

alla deďŹ nitiva romanizzazione delle popolazioni cispadaneâ€?. In particolare i cinque reperti donati al Gam sono costituiti da due brocche in bronzo (una a becco d’anatra priva del manico, l’altra con bocca trilobata), un’olletta (contenitore) in bronzo, una lama in ferro di coltellaccio con ribattini nella parte dell’immancatura e una ďŹ bula in bronzo con preziosa decorazione a globuli. Per Andrea Breda, funzionario della Soprintendenza per i Beni

archeologici della Lombardia, “il recupero di oggetti di alta qualitĂ come quelli donati al Gam è dovuto alla capacitĂ di questo sodalizio di acquisire la ďŹ ducia degli abitanti del territorio e all’ottimo lavoro svolto sin dalla sua nascitaâ€?. Ora non resta che attendere la conclusione dell’iter tra il Comune di Montichiari e la Soprintendenza per vedere in mostra i cinque oggetti nel Past: gli appassionati di archeologia sono in fermento. (f.m.)

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i chiude domenica 8 maggio la mostra trenzanese “Oscar Di Prata – L’addioâ€?, curata dal prof. Giovanni Quaresmini, dirigente scolastico di Trenzano, pure autore dell’omonimo libro di un centinaio di pagine, pubblicato dalla Compagnia della Stampa. Sede della mostra è l’auditorium “Padovaniâ€? di piazza Cesare Battisti dove sarĂ possibile visitare le tele esposte dalle 8 alle 12. L’iniziativa, promossa dal Comune di Trenzano, si colloca nell’ambito delle feste patronali di San Gottardo che la tradizione locale vede al centro di varie manifestazioni celebrative a diverso titolo. Quest’anno, allineata con la dedicazione dell’Istituto scolastico comprensivo di Trenzano e di Comezzano-Cizzago a Oscar Di Prata, sabato scorso ha preso avvio la mostra dedicata al noto pittore. L’allestimento delle opere si struttura in due blocchi sinergici: all’ingresso le opere del classico repertorio figura-

Oscar Di Prata

L’ADDIO Giovanni Quaresmini

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tivo, tipico del retaggio espressivo solitamente interpretato da Oscar Di Prata negli anni della raggiunta maturità pittorica eseguita attraverso forme stilistiche diverse, ma ormai uniformemente ricorrenti; nell’altro, situato invece al piano superiore dell’ambiente espositivo, le opere del

tramonto, ossia degli ultimi anni di vita, funzionali al titolo della mostra medesima poichĂŠ precorrenti appunto “quell’addioâ€?, contraddistinto da una metodica figurativa peculiare a tratti ad essa caratteristici e quindi distinta da quelle precedenti attuate nella lunga vita del maestro pittore.


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‘˜ƒ–‘ ‡”–‘Ž‹ǣ ‹Ž ’‹––‘”‡ …Š‡ Šƒ ”‡•‘ ‘Â?ƒ‰‰‹‘ ƒŽ ƒ’ƒ Si è chiusa, con la beatiďŹ cazione di Papa Giovanni Paolo II, l’esperienza romana del pittore e scultore franciacortino Luciano Bertoli. Bertoli ha avuto l’onore di poter esporre le 35 opere della sua mostra “La sofferenzaâ€? nella basilica romana di San Carlo, nel cuore di via del Corso, al civico 437. Le tele eseguite dal pittore bresciano hanno raggiunto Roma grazie alla tematica (si tratta di tele dedicate al PonteďŹ ce e alla sua lotta, ďŹ sica e spirituale, contro la malattia) e

all’interessamento del prevosto di Rovato, mons. Gian Mario Chiari, che ha messo in contatto l’artista bresciano con alcuni esponenti vaticani in visita nella capitale della Franciacorta circa un anno fa. La settimana di esposizione ha riservato grande emozione e soddisfazione a Bertoli e a tutta la sua famiglia, come dice lo stesso artista: “Impressionato dalla vicenda umana di papa Giovanni Paolo II e delle sofferenze che l’hanno accompagnato nell’ultimo periodo

della sua esistenza, ho voluto - e potuto - portare a Roma una serie di grandi tele. Qui ho cercato di mettere in evidenza la condizione con la quale, prima o poi, tutti gli umani si trovano inevitabilmente a fare i conti: la sofferenza, appunto. Giovanni Paolo II, sia negli episodi di sofferenza che hanno costellato la sua opera, come anche nella sofferenza continua dell’ultimo suo tratto di vita, ha messo in risalto per tutti noi i valori che la sofferenza, se accompagnata dalla

fede, può esprimere e mettere al servizio di tutta l’umanitĂ . Con le tele che ho portato nella Capitale ho voluto sottolineare questi aspetti della sofferenza che, pur comprendendoli, tutti noi fatichiamo ad accettareâ€?. Davanti all’abitazione franciacortina di Luciano Bertoli, lungo la passeggiata sottomonte che unisce Rovato a Erbusco, si staglia un grande CrociďŹ sso. L’opera in resina e legno, alta sei metri, è cinta da un tronco plurisecolare di castagno.

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ranciacorta da scoprire senza fretta, gustandone panorami, antichi borghi, prestigiose cantine: questa la proposta del 7-8 maggio della Strada del Franciacorta. “Franciacortandoâ€? invita gli enoturisti ad abbandonare per un week end le automobili e a esplorare a piedi questo angolo di Lombardia, vocato per tradizione alla viticoltura, con cui si identifica il suo prodotto piĂš pregiato, il Franciacorta. La manifestazione è stata presentata in Broletto dal presidente della Strada del Franciacorta, Gianluigi Vimercati Castellini, con l’assessore al Turismo della Provincia di Brescia Silvia Razzi e l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Brescia Gian Francesco Tomasoni. Sette gli itinerari tracciati dalla Strada in collaborazione con l’associazione MilleMonti: sei, ad anello e percorribili in mezza giornata, sono tracciati in altrettante differenti zone della Franciacorta. Il settimo, invece, piĂš lungo e percorribile in piĂš giorni, parte da Brescia ed arriva sul lago d’Iseo: rivolto agli appassionati di trekking, prevede lungo il percorso la possibilitĂ di dormire in agriturismo, albergo, bed & breakfast, villa antica o campeggio. Gli itinerari toccheranno le cantine, abbazie millenarie e santuari, dimore storiche e palazzi, vigneti dalle perfette geometrie, angoli di

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laboratori dove acquistare squisiti e genuini prodotti di nicchia realizzati da abili artigiani, distillerie. In occasione di Franciacortando saranno aperte per i visitatori 30 cantine e tutte le strutture ricettive associate alla Strada del Franciacorta. A vivacizzare il percorso musica, mostre, happening, degustazione di Franciacorta e prodotti del territorio nelle cantine. Per partecipare va fatta la prenotazione direttamente alle cantine. Per chi arriva in Franciacorta in treno un vantaggio in piÚ: potrà godere di sconti e agevolazioni nelle cantine convenzionate. Sia sabato che domenica saranno organizzate escursioni a piedi con partenza alle 9.30 e alle 14.30 per scoprire a piedi il territorio del Franciacorta, accompagnati da guide professioniste, che faranno conoscere l’ambiente a fondo e in totale sicurezza. Si esploreranno il Monte Alto, il balcone della Franciacorta, i santuari e le vigne di Montorfano, la campagna fra Ome e Monticelli Brusati, Borgonato con i suoi antichi borghi e filari, le ville e i cascinali di Erbusco e le cascate del torrente Gaina presso Monticelli Brusati. Le escursioni sono organizzate da MilleMonti (per prenotazioni tel. 333 7513547, www.millemonti. it). Per informazioni: Associazione Strada del Franciacorta - tel. 030 7760870, info@stradadelfranciacorta.it - www.stradadelfranciacorta.it.

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ricapitola la storia del gioco della palla. Il saggio di Welte viene presentato da Tolone, curatore del libro, e dal ďŹ losofo Alfredo Pasotti a Capriolo presso il Museo agricolo e del vino Ricci Curbastro in via Adro 37. L’appuntamento è per sabato 7 maggio alle 16; l’ingresso è libero. Nel ďŹ nale del libro vi è una valutazione positiva di tipo eticospirituale che fa comprendere come un campetto di calcio in oratorio abbia tolto piĂš di un ragazzo da vie sbagliate.

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Sabato 7 e domenica 8 maggio (dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19) presso l’azienda Vigna Dorata di via Sala 80 a Calino di Cazzago San Martino viene inaugurata l’esposizione d’arte “Profumi, colori, forme, saporiâ€?. Durante il weekend sarĂ possibile realizzare visite guidate alle cantine seguite dalle degustazioni. Per prenotazioni: 0307254275. L’azienda Vigna Dorata con la titolare Luciana Mingotti apre le nuove cantine. La Mingotti è coiadiuvata dal marito Virgilio e dai ďŹ gli fabio e Luisa.

Il Coro polifonico palazzolese “La Rocchettaâ€? ha messo a punto un programma di canti polifonici mariani da eseguire in concerto in onore della Beata Vergine Maria. L’“Elevazione Marianaâ€? viene proposta a Palosco sabato 7 maggio alle ore 20,30 nella parrocchiale di S. Lorenzo per la festa della maternitĂ . Il concerto verrĂ replicato al Santuario di Caravaggio, sabato 21 maggio, ore 15,45; giovedĂŹ 26, con inizio alle 21, nel Santuario delle Grazie di Brescia.

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i è respirata un’aria d’intensa emozione domenica mattina nell’assolata piazza Garibaldi di Cologne: il vescovo Monari ha benedetto la restaurata Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio col pensiero rivolto a piazza San Pietro di Roma dove avveniva la beatificazione di Giovanni Paolo II. Al suo richiamo si è aperta l’omelia del Vescovo in una chiesa traboccante di fedeli (con anziani e ammalati in prima fila) e di associazioni (culturali, sportive e di volontariato), ma anche di autoritĂ civili (tra cui il sindaco di Cologne Danilo Verzeletti, affiancato da quello di Palazzolo Alessandro Sala), dell’arma (con in prima linea il maresciallo Pasquale Pastore) e religiose: oltre ai sacerdoti colognesi ha concelebrato anche l’abate di Montichiari mons. Gaetano Fontana, giĂ parroco di Cologne e precursore della lunga e impegnativa ristrutturazione della chiesa (durata oltre 3 anni e costati piĂš di 2milioni di euro), verso il quale è stato rivolto uno scrosciante applauso di riconoscenza. “Per Cologne questo è un giorno di supplica, ma anche di ringraziamento – ha esordito il vescovo – nell’auspicio che ogni domenica che vi raccogliate, si realizzi l’esperienza letta oggi nel Vangelo e sperimentata dai discepoli al vedere GesĂš: è

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piĂš profonde, pur nella sofferenza, possono essere sanate da quella pace profonda che il Signore non augura, bensĂŹ donaâ€?. “Il mio auspicio – ha aggiunto il vescovo – è invece quello che la bellezza di questa chiesa stimoli anche voi a diventarlo e che, dopo esservi riuniti la domenica, usciate con la percezione della vostra missione, nella consapevolezza di essere comunicatori della gioia sperimentata per tutti i giorni della settimanaâ€?. Augurio questo pienamente condiviso anche dal parroco di Cologne don Agostino Plebani che, dopo aver rivolto il suo grazie “a tutti coloro che hanno contribuito all’ottima riuscita dell’evento d’onore al paeseâ€? ha augurato ai fedeli di “lasciarsi avvolgere dalla suggestione di luci e colori della chiesa riportata ai suoi antichi splendori, durante il silenzio, la preghiera e il canto nell’incontro con Dioâ€?. Ai momenti religiosi della solenne benedizione alle porte delle chiesa, che ha preceduto la partecipata Santa Messa allietata da Corale e Coretto, è poi seguita la grande festa con l’aperitivo in piazza, tra le 12 gigantografie degli affreschi restaurati e coreografiche bolle colorate e spruzzi d’acqua diretti al cielo blu, verso il quale sono state suggestivamente liberate anche alcune colombe bianche.

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‘„‡Ž ‹Â? „‹„Ž‹‘–‡…ƒ Il vento della primavera porta buone nuove dentro la Biblioteca comunale del Bailo di Sarezzo: ecco l’iniziativa “Un Nobel al mese – I premi Nobel per la letteraturaâ€?, con lo scopo di approfondire ogni volta la ďŹ gura di uno scrittore che s’è aggiudicato il prestigioso premio svedese. In occasione di ogni appuntamento verranno esposte in biblioteca le opere dell’autore selezionato presenti nel catalogo della stessa biblioteca, unite a una piccola bibliograďŹ a cartacea.

La prima autrice sarĂ la scrittrice statunitense afroamericana Toni Morrison. E a partire da martedĂŹ 3 maggio (ore 20.30) ha preso il via anche il “Circolo dei lettoriâ€?, realizzato grazie alla collaborazione delle due giovani che stanno svolgendo il servizio civile nazionale presso il Comune di Sarezzo. Si tratta di un gruppo di lettura aperto gratuitamente a tutti coloro che amano leggere e vogliono discuterne con altre persone. Ogni mese verrĂ

proposta la lettura di un libro, scelto di comune accordo, poi commentato nell’appuntamento serale. Per il primo incontro ogni partecipante è invitato a portare il proprio libro preferito, un libro che lo rappresenti o del quale consiglierebbe la lettura. Per informazioni visitare la pagina web www.facebook.it/ biblioteca.sarezzo e contattare Cristina o Mareva tramite e-mail: circololettorisarezzo@gmail.com. (a.a.)

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lavori sono in corso: per l’autunno l’Alta Valle, da Marcheno fino a Collio compreso Lodrino, avrĂ il collegamento internet veloce via cavo. La piccola scavatrice batte col becco l’asfalto a lato della provinciale tra Bovegno e Collio. Apre scendendo (200 metri circa al giorno) una fessura di 7/8 centimetri di larghezza e profonda una spanna. Vi si posa il triplice tubo nero lĂŹ arrotolato, “venaâ€? per la fibra ottica nella quale passeranno a ritmo elevato gli innumerevoli dati che circolano su internet. Si collegherĂ nella centrale telefonica di Marcheno con quella che

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DI CRISTO Nelle icone di Cristo appaiono sempre ai lati delle immagini le scritte che Lo identiďŹ cano: IC XC (GesĂš Cristo). Secondo le regole un’altra iscrizione è espressa con tre lettere greche nell’aureola crocifera: Colui che è, il Nome con il quale Dio si presenta a Mosè sul monte Sinai. Le vesti del Salvatore presentano colori di signiďŹ cato simbolico profondo che esprimono il dogma fondamentale che a causa dell’incarnazione, la Natura Divina, rappresentata dal colore rosso, si è “rivestitaâ€? della natura umana, il blu. L’oro del nimbo è il simbolo della Luce Divina, in cui è immerso il “Cristo-Uomoâ€?. Mandillon - Il volto Sacro o Salvatore Acheropita (non dipinto da mano umana). Il Mandillon è considerato dalla tradizione ortodossa

globale si gioca sulla velocitĂ dell’informazione. Infatti, le ultime cifre disponibili, datate circa quattro anni fa ma comunque utili per farsi un’idea realistica, censivano nella zona (compreso Lodrino) 1320 “unitĂ localiâ€?: depurate quelle agricole, risultavano 1058 nei diversi settori con 3250 addetti. Tra esse 750 erano artigiane per lo piĂš concentrate tra Marcheno e Lodrino. Rare quelle sopra i 50 addetti, numerose quelle tra i 10 e 25 anche in Alta valle (come Omcb e F.lli Ronchini a Collio). Fino a non molto fa per spedire una e-mail occorrevano decine di minuti. Calcolando la perdita

minima di un’ora al giorno, valutata solo 10 euro, nelle oltre 1000 aziende, si trattava di costi occulti per milioni di euro. Senza calcolare i mancati “affariâ€? che necessitano di immediata esecuzione. Rimediarono operatori con ripetitori privati, comunque con costi notevoli e riduttivi del margine su prezzi giĂ all’osso per aziende alle prese anche con i collegamenti stradali in montagna. Questo presto sarĂ un ricordo. A giugno dovrebbero essere finiti gli scavi (circa 21 km) e la posa della fibra ottica. Poi ci vorranno circa tre mesi per i lavori necessari all’allacciamento delle singole utenze.

A CURA DI come il vero ritratto storico ed autentico di Cristo,un’immagine di cui si hanno cenni ďŹ n dal IV secolo. è considerata quindi in assoluto la prima icona “forgiataâ€? da Cristo stesso. Cristo Pantocrator, Signore dell’Universo. Il Pantocrator “Colui che sostiene in sĂŠ l’essereâ€? esprime l’epifania del Dio Trascendente che ha assunto fattezze umane. Cristo appare come “Colui che dĂ vita all’essereâ€?, il Signore della vita, l’Onnipotente, il Rex Mundi, raďŹƒgurato per lo piĂš a mezzo busto, con la mano destra benedicente, mentre alla sinistra regge un libro aperto simbolo della Sua Legge.

L’intervento fa parte di un progetto di collegamento di 25 centrali telefoniche sulla Provincia ormai all’80% di esecuzione: in Valtrompia, alla fine, è ipotizzato anche un tratto aggiuntivo dalla ex statale verso Bovegno alta. Ăˆ cofinanziato dal Ministero della Comunicazione (progetto Infratel Italia), Regione e Provincia con sua quota di 5.3 milioni: l’assessorato all’Innovazione (Corrado Ghirardelli) cura il coordinamento dell’intervento sul territorio. La milanese Sielte ha vinto l’appalto dei lavori: partiti da Collio sono nelle vicinanze di Bovegno, rispettando i tempi previsti.

Cristo il Salvatore. Le rappresentazioni iconograďŹ che piĂš vicine al Mandillon sono le icone in cui appare dominante solo il Volto .del Salvatore. Lo sguardo maestoso e profondo di questo Cristo ricorda altri “Pantocratorâ€? sia dell’iconograďŹ a bizantina, sia di altre scuole periferiche dell’impero d’oriente Deesis. SigniďŹ ca preghiera, supplica. Rappresentazione iconograďŹ ca che vede Crito in Trono circondato dalla Vergine e da San Giovanni Battista, da Angeli e da Santi. è la composizione centrale dell’iconostasi nel tempio bizantino.


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Tornare bambini nella terra d’un tempo. Ecco l’atmosfera che si respira all’interno di “ClinclinĂŹâ€?, spettacolo-installazione sul bosco realizzato dall’associazione culturale Treatro nello spazio di via Dante 159 a Sarezzo e riproposto venerdĂŹ 6 maggio (ore 21). Immersi negli spazi di un bosco e pronti all’ascolto di storie che riemergono dai ricordi dell’infanzia, storie che ricreano mondi fantastici a partire da ďŹ abe classiche e ďŹ abe della tradizione locale. Le note di

Si mette al passo coi tempi il comune di Gardone Val Trompia, attivando un nuovo sito web. La municipalitĂ gardonese si presenta ai propri cittadini con rinnovata lucentezza e sezioni molto piĂš chiare e dinamiche. “Il nuovo sito web del Comune – dice l’assessore a Personale e innovazione, Piergiuseppe Grazioli – è ormai uno strumento indispensabile per le amministrazioni comunali: sia per dare visibilitĂ e far conoscere al mondo dei media e agli operatori

una ďŹ sarmonica introducono il racconto sulle “streghe dalla gambe di capraâ€? grazie alla voce di Fabrizia Guerini; poi, è Stefania Ghisla a incantare i presenti con la storia di un moderno Pollicino in cerca della via di casa; inďŹ ne, quell’albero speciale al centro dell’azione: all’estremitĂ d’ogni ramo un paio di cufďŹ e e dentro alle orecchie di chi vi presta ascolto la linfa di ďŹ lastrocche antiche. Prenotazione obbligatoria al 335.5946090 o kontakthof@ treatro.it.

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del settore le iniziative messe in campo, sia per facilitare quello scambio d’informazioni rapido e preciso oggi piĂš che mai necessario fra amministrazione e cittadinanza. Uno strumento che vuole essere preziosa risorsa di servizio alla luce della massima trasparenzaâ€?. Il nuovo sito è consultabile all’indirizzo www.comune. gardonevaltrompia.bs.it e fa il paio anche con il rinnovato online della biblioteca “C. Filippiniâ€? (www. bibliotecagardonevaltrompia.it).

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i questi tempi in cui migliaia di persone sbarcano chiedendo asilo e assistenza vogliamo raccontarvi di una modalitĂ controcorrente di aiutare le popolazioni del terzo mondo. Diego Franchini, giovane medico anestesista che risiedeva fino alla laurea a San Vigilio e la fidanzata Valeria De Santis, ginecologa e originaria di Capo di Ponte, vengono a conoscenza del progetto “ospedali in Burkinaâ€?. “A metĂ marzo, dopo aver chiesto le ferie ai nostri primari degli Spedali civili di Brescia, abbiamo acquistato il ticket di volo e fatte le dovute vaccinazioni, ci siamo ritrovati a Koupela, distante 150 km da Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. Li c’è un centro medico delle Figlie di San Camillo, normalmente adibito alle nascite e come dispensario, dove, da 4 anni il dottor Gualtiero Danieli – chirurgo generale ora in pensione e promotore del progetto – trascorre 6-7 mesi all’anno. Nell’abitazione, che ha costruito nelle adiacenze, accoglie le varie ĂŠquipe mediche che si impegnano per 15 giorni a curare i diversi gruppi di malati, suddivisi a seconda delle patologie. La nostra

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di villaggi, un centro di denutrizione, una comunitĂ di suore e l’ospedale pubblico: qui ci ha particolarmente impressionato costatarne lo stato di degrado, con i rifiuti accatastati dentro e fuori gli ambulatori e le pecore libere di pascolare. E dovunque polvere, sporco, brandelli di sacchetti di plastica, minuscole capanne di fango, assenza di strade e servizi.â€? Avete in programma di ritornare nei prossimi anni? “Anche se l’atterraggio in quella realtà è stato drammatico rifaremo certamente questa esperienza che ci ha insegnato ad apprezzare quello che abbiamo a casa; anche se sono stati solo 28 i malati da noi operati, che insieme agli altri 100 curati quest’anno sono solo una goccia nel mare dei bisogni di quelle popolazioni, riteniamo doveroso dare una mano per il miglioramento della loro assistenza sanitariaâ€?.

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*OL RPEUHOOL GL $QLWD *DULEDOGL Le tracce garibaldine in Val Trompia sono rare: i volontari che parteciparono alla spedizione dei Mille furono solamente due. Il piĂš giovane è Cesare Scaluggia, nato nel 1837 a Villa Carcina. Di famiglia benestante dopo aver frequentato un collegio a Brescia e essersi diplomato al liceo, s’iscrisse alla facoltĂ di Matematica e Ingegneria di Padova. Fu uno dei 63 bresciani partiti dallo scoglio di Quarto con Giuseppe Garibaldi il 5 maggio 1860. CombattĂŠ da eroe, scampando piĂš volte alla morte e ritornò a casa dopo essersi laureato a Napoli, ma non condusse un’esistenza tranquilla e una sera, a 29 anni, si gettò nelle acque del Mella. A lui è intitolata una pubblica via che dalla chiesa di Cailina conduce a San Vigilio; nel 1910, poi, in occasione del 50° della spedizione dei Mille gli venne dedicata una lapide scritta dal commilitone Giuseppe Cesare Abba. Il secondo fu Crescenzio Baiguera, nato nel 1822 a Gardone dove faceva l’operaio: morĂŹ a Milazzo il 20 luglio 1860 per le ferite riportate nella battaglia di Calatafimi. Le sue spoglie, avvolte nella camicia rossa, furono tumulate nel camposanto di Alcamo dove gli vennero tributati dei solenni funerali. Sempre a Gardone presso il Museo delle armi si può vedere una carabina colt che fa parte del lotto di armi (circa 60) fatte arrivare dall’America da Garibaldi: il generale aveva chiesto di far montare l’originale innesto per la baionetta. Ma all’inizio della Valle vi sono due ombrelli da passeggio, in seta, uno bianco e uno nero, appartenuti ad Anita Garibaldi.

Vennero donati da una sua nipote ad una suora dell’ordine delle “Piccole suore della Sacra Famigliaâ€?; questa li diede alla sua superiora, suor Norma Pasolini, che ne fece dono ad una sua nipote per le nozze: è dal 1949 che dimorano a San Vigilio. Sono fra i pochi cimeli di pace legati alla figura di Anita e Giuseppe Garibaldi e se chiudiamo gli occhi potremmo rivederli mentre passeggiano. (g.b.)

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Il Gruppo sportivo di animazione di Angone con il patrocinio del Comune di Darfo Boario Terme organizza domenica 8 maggio “La Scampagnataâ€?, la corsa podistica non competitiva di 1-2-4-7,4 km. La prova è valida per il campionato Csi Valle Camonica. Il programma prevede alle 9 la partenza della gara per bambini; alle 9.15 la partenza della gara per adulti; alle 11 la Santa Messa dello Sportivo in piazza. L’iscrizione costa 2 euro per i ragazzi ďŹ no alle scuole elementari (10 anni),

La cittĂ di Darfo Boario con l’assessorato alla cultura presenta il libro di Lino Zani “Era santo, era uomo - Il volto privato di papa Wojtylaâ€?. Zani, consulente ministeriale in materia di montagna, dal 1984 era amico conďŹ dente di Karol Wojtyla. Alla serata partecipa MarilĂš Simoneschi, inviata Rai. Il Papa polacco amava la natura come esplicitò in tanti discorsi come il 12 luglio del 1987 in Val Visende: “Davanti a questo panorama di

4 euro per gli altri partecipanti. Sono previsti premi singoli e di gruppo e un simpatico omaggio a tutti. Lungo il percorso funzionerĂ un servizio di ristoro e sarĂ presente un servizio ambulanza del 118. Il Gruppo sportivo di animazione declina ogni responsabilitĂ per incidenti che si veriďŹ chino prima, durante e dopo la manifestazione. Saranno premiate le categorie esposte al banco iscrizioni. La gara si svolgerĂ con qualsiasi condizione meteorologica.

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prati, di boschi, di torrenti, di cime svettanti noi ritroviamo il desiderio di ringraziare Dio per le meraviglie delle sue opere. Queste montagne, infatti, suscitano nel cuore il senso dell’inďŹ nito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime. Queste meraviglie le ha create lo stesso autore della bellezzaâ€?. La presentazione è in programma giovedĂŹ 12 maggio alle 20.30 presso la chiesetta ex Convento in via Quarteroni 10. L’ingresso è libero.

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iportare i Cori di montagna lĂ nel luogo dove il loro canto ha avuto inizio: ecco il significato di “Cantarifugiâ€?, nato quasi per caso davanti ad un fuoco di legna di larice una sera di settembre al rifugio Premassone in Val Malga di Sonico, da Gabriella Fioletti, entusiasta per il canto del Coro Vallecamonica che lĂŹ aveva trascorso una serata di canti e allegria. Entusiasmo raccolto da Gino Baccanelli, Presidente di Assorifugi Lombardia e gestore del rifugio “Tita Secchiâ€? al lago della Vacca che giĂ nell’estate 2010 ha dato inizio alla manifestazione. In riferimento all’ottimo “Girarifugi e Malgheâ€?, ecco dunque spuntare anche un “Cantarifugiâ€? che, dopo la fase sperimentale della scorsa estate, diventa un’iniziativa piĂš duttile a adulta giĂ alla sua seconda edizione. I rifugisti hanno contattato i Cori di montagna che hanno dato la loro disponibilitĂ a trasferirsi “in quotaâ€? e con loro hanno steso un calendario di presenze che assicuri un avvenimento a settimana. Partendo da domenica 12 giugno al rifugio Alpini di Campovecchio, il Coro Vallecamo-

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nica darĂ inizio all’edizione 2011; e sarĂ ancora il Coro Vallecamonica il 24 giugno al rifugio Premassone ad inaugurare il canto delle “quote alteâ€?. Le altre date sono: domenica 3 luglio al rifugio Baita Iseo, il 10 luglio all’Aviolo, il 17 luglio al De Marie a Malga Volano, il 22 luglio al rifugio Valtrompia; il 23 luglio al rifugio alla Cascata di Vezza d’Oglio, il 24 luglio di nuovo all’Aviolo e sempre il 24 luglio al ColombĂŠ (nella foto). VenerdĂŹ 29 luglio tocca al rifugio Stella Alpi-

na di Fabrezza, mentre il Garibaldi organizza ben due giorni consecutivi: venerdĂŹ 12 e sabato 13 agosto. All’Aviolo salirĂ la Banda di Vezza d’Oglio il 28 agosto, mentre ci sarĂ un Coro anche alla Baita AdamĂŠ. Ma il 29 agosto al Tonolini ci sarĂ un avvenimento eccezionale: nascerĂ un Coro appositamente per quella occasione, pescando tra i coristi piĂš “camminatoriâ€? tra i Cori attuali. Infine, il 9 settembre al Crocedomini e l’11 settembre al Tita Secchi.

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,O SHU OD ´6DQWD &U VÂľ Manca un anno e giĂ Cerveno, la Oberammergau della Valle Camonica, si occupa e preoccupa della “Santa CrĂšsâ€?, che secondo la tradizione decennale dovrebbe aver luogo nel prossimo maggio 2012. Si tratta di una suggestiva manifestazione religiosa a sfondo devozionale giocata sul crinale tra processione e sacra rappresentazione, legata alla “Via Crucisâ€? di Beniamino Simoni (1712-1787) e dei Fantoni, opera celeberrima conservata nella chiesa parrocchiale. In occasione del sacro corteo sembra che le statue lignee delle 14 stazioni escano dalle loro “cappelleâ€? prendendo vita e sciamando silenziosamente e ordinatamente per le viuzze del borgo. Ancora una volta Noemi BelďŹ ore Mondoni è stata scelta a furor di popolo come organizzatrice della commissione che si farĂ carico di dar vita alla piĂš celebre cerimonia-spettacolo della

Valle Camonica. Ovviamente non è stata dimenticata Anna Bonfadini, per piĂš tornate sindaco del paese che in passato ha operato bene e parecchio per le “Capèle de CervĂŠâ€?. Membri di diritto del comitato il parroco mons. Angelo Bassi e l’attuale primo cittadino Gian Carlo Maculotti. Dalla deputazione è partito verso tutti i cittadini un questionario, ove si chiede di segnalare l’eventuale messa a disposizione personale e non solo per rivestire il ruolo dei vari personaggi (dal Cristo al bambino che porta la cassetta dei chiodi della croce, dalla Veronica a Longino con tanto di lancia e di cavallo), ma anche per dedicarsi a manifestazioni piĂš umili e nascoste (come quella di cucire i costumi, o di addobbare a festa le vie). Circa 130 i ďŹ guranti coinvolti che daranno vita alla sďŹ lata itinerante per le vie tutte in salita della cittadina alpestre. L’onere

anche ďŹ nanziario per far funzionare l’enorme “macchinaâ€? dell’organizzazione è notevole e Noemi ha chiesto aiuto a tutte le famiglie e all’intera vallata dell’Oglio, oltre che a enti e associazioni. Si sta pensando anche alla regia: indiscrezioni sono circolate intorno al nome del famoso regista Ermanno Olmi, che conosce Cerveno per averlo visitato e apprezza moltissimo il capolavoro del Simoni. Nel frattempo prosegue l’impegno dell’associazione onlus “Le Capèleâ€?, un sodalizio costituito nel 2008 che intende promuovere, organizzare e collaborare al restauro e alla valorizzazione del complesso del santuario della “Via Crucisâ€?, opera di valore internazionale che si inserisce nel ďŹ lone dei “Sacri Montiâ€?. Il sodalizio si propone il non semplice obiettivo di mobilitare risorse pubbliche e private per contribuire al restauro del capolavoro.


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chitarre e mandolini “Il plettroâ€?, diretta da Alberto Bugatti. Sabato 21 maggio il “Mascoulisse Quartetâ€?, un ensemble di giovani trombonisti, si esibirĂ nella pieve romanica di Santa Maria ad undas di Idro. Sabato 4 giugno, presso il teatro parrocchiale di Sabbio Chiese, sarĂ la volta della violinista Anca Vasile accompagnata da Davide Bonetti alla ďŹ sarmonica. L’ultimo appuntamento è sabato 2 luglio presso la chiesa parrocchiale di Anfo e vedrĂ l’esibizione del coro

“La Soldanellaâ€? diretto da Pasquino Zanotti. Il “Festivalsabbiaâ€? alternerĂ momenti di musica popolare alla lettura di testimonianze, lettere e diari dei garibaldini che proprio sulle montagne valsabbine combatterono la terza guerra d’indipendenza. Gli stessi caduti nella battaglia del Montesuello sono ricordati nell’omonimo monumento, sito tra i comuni di Anfo e Bagolino, che l’associazione Capitolium sta cercando di recuperare attraverso visite guidate ed eventi culturali.

La rassegna concertistica punta a far conoscere questo monumento, noto e apprezzato all’estero, ma quasi ignoto alla maggior parte dei bresciani. L’ediďŹ cio si presenta in buono stato conservativo ma la Capitolium, che lo gestisce per conto della Provincia, avanza l’ipotesi di restaurarlo per renderlo fruibile all’interno del percorso turistico giĂ avviato nella Rocca d’Anfo e sulle sponde del lago d’Idro. Tutti i concerti iniziano alle ore 21, ingresso libero. (e.b.)

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Comuni di Lombardia e Veneto che confinano con i territori del Trentino Alto Adige vivono spesso in una posizione di svantaggio a fronte del continuo fluire di risorse economiche oltre il confine. Dopo anni di lamentele, le richieste dei Comuni confinanti sono state in parte accolte. Da quest’anno saranno disponibili 160 milioni di euro, da ripartire tra i 48 Comuni interessati, che permetteranno agli enti locali di realizzare particolari progetti a sostegno delle proprie economie e dei servizi ai cittadini. Gli 80 milioni di euro che verranno stanziati annualmente (il fondo 2010 non è stato utilizzato e va ad aggiungersi a quello del 2011) sono finanziati per metĂ dalla provincia di Trento e per metĂ da quella di Bolzano, e costituiranno una boccata d’ossigeno per i Comuni che vedono nell’offerta turistica una delle poche fonti di reddito. Il fi-

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le, Tremosine, Treviso bresciano, Valvestino, Vezza d’Oglio, Vione) e costituiscono il 18% dei Comuni della provincia di Brescia. Lo scorso 2 maggio il presidente della Provincia Daniele Molgora ha convocato un summit con i rappresentanti di questi Comuni per definire i criteri di indirizzo dei finanziamenti. Come membro dell’Odi (Organismo di indirizzo) e del Cap (Commissione approvazione progetti), Molgora ha ricordato ai sindaci e ai delegati presenti in sala l’importanza della somma stanziata e la necessità di capire le esigenze del territorio. I progetti presentati dai Comuni andranno vagliati ed approvati dall’Odi, che li finanzierà al 100% se presentati dai Comuni e fino al 70% se realizzati in collaborazione tra comuni ed enti privati. I fondi, ripartiti su base geografica e disponibili per i prossimi 5 anni, verranno acquisiti con regolarità e per questo servono attente valu-

tazioni a lungo periodo sulle reali esigenze del territorio. Tra le proposte avanzate durante l’incontro, è emersa l’esigenza di differenziare l’offerta turistica dei comuni di montagna, che peraltro costituiscono la quasi totalitĂ dei Comuni confinanti. I fondi acquisiti potranno essere usati anche per ridurre i costi dei servizi ai cittadini che nei piccoli comuni montani, giĂ carenti di risorse, risultano essere particolar-

mente gravosi. Le amministrazioni locali si dovranno impegnare in un piano organizzato e sinergico per diminuire le differenze con i Comuni trentini che, forti dei benefit economici derivanti dallo statuto autonomo, costituiscono un ostacolo allo sviluppo dei paesi oltre il confine. La risposta a queste difficoltĂ sembra stare nella collaborazione tra Comuni che dovranno lavorare insieme guadando oltre il proprio campanile.

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Arco, in Trentino, ospiterĂ l’Ifsc Climbing world championship il prossimo luglio (15-24). Circa 60 nazioni si sono giĂ prenotate al Climbing Stadium, con un boom di iscrizioni immediato per il 1° Paraclimbing world championship. Ma il primo ‘bagno’ nel climbing la localitĂ dell’Alto Garda l’ha giĂ fatto durante le vacanze pasquali. Complice anche il tempo favorevole, tutta la zona a nord del lago di Garda ha registrato un vero e proprio pienone turistico e, per Arco in particolare, a popolare vie e negozi sono stati soprattutto gli appassionati di sport outdoor. Ad accogliere gli sportivi di tutta Europa, e in particolare i tanti climbers, ci ha pensato la cittadina gardesana degnamente agghindata come capitale dell’arram-

picata, con viale Segantini pieno di loghi del prossimo campionato e piazza III Novembre in versione countdown dell’evento, grazie al contatore dei giorni esposto in bella vista nel piazzale. Durante il fine settimana pasquale Arco ha fatto le prove generali come ombelico del climbing, e ha visto in particolare una presa d’assalto delle pareti naturali da parte di tanti appassionati, che hanno animato con un continuo via vai tutte le aree adibite all’arrampicata outdoor. Bilancio estremamente positivo, dunque, per il turismo pasquale, una vetrina internazionale non indifferente per Arco e per il suo nuovo Stadio, nel pieno dei lavori in questo periodo e con realizzazione definitiva prevista per fine giugno.

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In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, GesĂš in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?â€?. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?â€?. Domandò loro: “Che cosa?â€?. Gli risposero: “Ciò che riguarda GesĂš, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autoritĂ lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crociďŹ sso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno vistoâ€?. Disse loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?â€?. (...)

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esta con noi, perchĂŠ si fa sera e il giorno è ormai al tramontoâ€?. “Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparĂŹ dalla loro vistaâ€?. Non se lo possono spiegare nemmeno loro perchĂŠ a un certo punto, arrivati a casa, chiedono al pellegrino incontrato per strada di fermarsi con loro. Non è solo un atto di cortesia, non è la notte che avanza. Lo capiscono dopo, quando non è piĂš con loro, il motivo per il quale gli hanno chiesto di rimanere. Era la gioia senza motivo che gli bruciava dentro mentre, lungo la strada, cominciava a far capire loro che si erano sbagliati, che la speranza che si erano costruiti non era quella di cui aveva parlato GesĂš. A poco a poco quel pellegrino aveva smosso le braci che stavano sotto la cenere e il fuoco aveva ricominciato a bruciare.

Ma non se n’erano accorti subito. Solo un balbettio, un invito a restare. Senza motivo come quella gioia che continuavano a sentire. Una gioia che contraddiceva la tristezza della partenza e che scioglieva il muro di diffidenza verso le parole delle donne quella mattina. Allora era stato necessario partire col bagaglio della loro tristezza e delle speranze infrante. Basta illudersi! Ma la tristezza, la certezza di aver sbagliato qualcosa rimane lungo il viaggio e i due non parlano, fanno lentamente quegli undici chilometri che li separano da casa. Il piĂš lontano possibile da una nuova illusione. Ăˆ un lentissimo cammino verso il tramonto, con l’ombra lunga di un giorno che segna la fine di una speranza. Quel tramonto che li coglie non piĂš da soli. Lui entra per rimanere con loro. E non solo a cena. Si compie quel miracolo che è il Suo restare per sempre. Si aprono gli occhi nel gesto piĂš semplice, lo spezzare il pane che oltre alla mente apre il cuore. Non sono solo le Scritture

a parlare ma l’esperienza, il ricordo che finalmente diventa presente. Allora capiscono perchĂŠ hanno chiesto al pellegrino di restare con loro. Allora si accorgono che bruciavano dentro sentendolo parlare. Allora capiscono che era lo stesso bruciare di quando sentivano GesĂš quando era ancora vivo. Sono ancora in tempo. Tornano indietro ma non impiegano un giorno intero. Sono giĂ in cittĂ . Anche a loro tocca correre perchĂŠ non sia troppo tardi. Se si sono accorti troppo tardi di quella gioia, se l’hanno riconosciuto mentre Lui non c’era piĂš, non possono tardare ora: è rimasto definitivamente con loro, è entrato con loro e in loro. E ha fatto cambiare loro il modo di vederLo e di pensarLo. Adesso potrebbero riconoscerLo, perchĂŠ anche loro si riconoscono in Lui. Ricordano adesso le parole di GesĂš e le capiscono. Ed è cosĂŹ semplice capire che non si sbagliano: c’è quella gioia senza motivo che brucia loro nel petto e che non li può piĂš lasciare. Lui entra per restare con loro. E non è piĂš notte.

6L SXz VFKHU]DUH FRQ *HV " “Quando Francesco pregava nelle selve e in luoghi solitari, riempiva i boschi di gemiti, bagnava la terra di lacrime, si batteva con la mano il petto; e lĂŹ, quasi approfittando di un luogo piĂš intimo e riservato, dialogava spesso ad alta voce con il suo Signore: rendeva conto al Giudice, supplicava il Padre, parlava all’Amico, scherzava amabilmente con lo Sposoâ€?. Questo breve passo è tratto dalla prima biografia di San Francesco, scritta da fra Tommaso da Celano per la canonizzazione del Santo. Il frate parla della preghiera di Francesco ma soprattutto di un percorso di preghiera possibile: un itinerario spirituale. Innanzitutto ci soffermiamo sui termini con i quali viene indicato Dio: giudice. padre, amico, sposo. Notiamo

che c’è una progressione ‘affettiva’ e tra il primo termine e l’ultimo direi un abisso: una cosa è pregare un giudice, un’altra pregare con lo sposo. Importanti sono pure i verbi che accompagnano i sostantivi: ‘rendeva conto’, ‘supplicava’, ‘dialogava’, ‘scherzava amabilmente’. Anche queste parole ci indicano una progressione qualitativa. Nel testo del Celano sono indicate diverse modalitĂ di preghiera: l’esame di coscienza (rendere conto al giudice facendo il quadro sulla giornata e prendendo coscienza di sĂŠ e del proprio agire); la richiesta di perdono (supplicare il padre: secondo i Padri si tratta di una preghiera certamente esaudita perchĂŠ per natura conforme alla volontĂ di Dio); la preghiera dialogata (parlare all’amico, render-

lo partecipe dei propri desideri delle proprie paure, delle gioie e delle preoccupazioni); la preghiera di affetto (scherzare amabilmente con lo sposo: come gli sposi non hanno piĂš bisogno di parole per dirsi il loro amore, cosĂŹ la preghiera di contemplazione si limita a godere silenziosamente e gioiosamente della presenza dell’Altro). La preghiera può conoscere anche momenti di dolcezza e di allegria. Con GesĂš si può scherzare? Santa Teresa di Lisieux (nella foto) ha scritto che a volte pregava piena di gioia soffiando tra i riccioli biondi di GesĂš spettinandolo. Che audacia! Ma è l’audacia propria dei bambini: “Se non diventerete come questi bambini‌â€?: l’ha detto GesĂš indicandoci nei piccoli la via di una possibile preghiera


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‡•–‹Â?‘Â?‹ƒÂ?œƒ ƒ ’ƒ”–‡…‹’ƒœ‹‘Â?‡ „”‡•…‹ƒÂ?ƒ ƒŽŽƒ „‡ƒ–‹ˆ‹…ƒœ‹‘Â?‡ Mons. Claudio Paganini, assistente nazionale del Csi, è uno dei tanti bresciani che hanno partecipato alle celebrazioni per la beatiďŹ cazione di Giovanni Paolo II. A Roma abita in via Conciliazione, quindi ha potuto seguire da vicino tutto il movimento che ha coronato l’evento, che egli stesso ha vissuto dentro un’atmosfera di “grande grande tensione emotivaâ€?. Ha incontrato moltissimi bresciani che hanno atteso con pazienza il momento della solenne cerimonia,

pregando e ricordando il legami che univano Karol Wojtyla alla terra bresciana, a partire dalla visita compiuta da giovane prete ďŹ no a quelle da Papa. Mons. Claudio annota che da tempo il mondo giovanile, che ha avuto in Giovanni Paolo II un interlocutore privilegiato, si era messo in moto attraverso il tam tam di internet. Fra i bresciani ha notato la presenza di gruppi e gruppetti, non necessariamente organizzati dalle parrocchie. Ha incontrato

gente di Cologne, di Flero, del Villaggio Sereno, della CittĂ , di Sant’Apollonio di Lumezzane e di altri paesi. In tutti ha riconosciuto una scelta nata dal desiderio di rendere grazie a quanto Giovanni Paolo II ha fatto nel suo lungo pontiďŹ cato. Un grazie non ďŹ ne a se stesso, ma destinato a far rivivere la spinta di un Papa, messaggero e testimone dell’amore di Dio, che ci ha chiamato a superare le secche mediocri di un cristianesimo seduto.

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iovanni Paolo II è beato!â€?. L’esclamazione di Benedetto XVI, nell’omelia della Messa di beatificazione celebrata domenica 1° maggio in piazza San Pietro, è stata accolta da un fragoroso applauso che si è levato dalla piazza e da via della Conciliazione, gremite di pellegrini convenuti per l’occasione. Un milione, diranno i dati ufficiali, mentre 200mila sono stati coloro che hanno partecipato, la sera prima, alla veglia di preghiera al Circo Massimo. Da oggi in poi, ha stabilito il Papa recitando in latino la formula di beatificazione, il 22 ottobre sarĂ la festa liturgica dedicata al beato Wojtyla. Nell’omelia Benedetto XVI si è soffermato sull’impronta mariana del pontificato di Wojtyla, riassunta nello stemma “Totus tuusâ€?, secondo il quale la madre di GesĂš era “immagine e modello di santitĂ per ogni cristiano e per la Chiesa interaâ€?. Mentre la “causaâ€? alla quale dedicò tutta la sua vita è raccolta in quella frase pronunciata a inizio pontificato: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!â€?. “Quello che il neo-eletto Papa chiedeva a tutti – ha commentato il Pontefice Čƒ egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la societĂ , la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigante – forza che gli veniva da Dio – una tendenza che

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bano), il Santuario di Kawekamo a Dodoma (Tanzania), Sancta Maria de Guadalupe in Messico e il Santuario di Fatima (Portogallo) – dai quali sono stati recitati i cinque “misteri della luceâ€? del rosario, quelli voluti da papa Wojtyla. L’esempio e la spiritualitĂ del Papa beato hanno fatto da filo conduttore alla serata, prima con alcune testimonianze, poi con la preghiera del rosario, conclusa con la benedizione impartita, attraverso un videomessaggio, da Benedetto XVI. Joaquin Navarro-Valls, per ventun’anni direttore della Sala Stampa vaticana, ha sottolineato come il pontefice ricorresse settimanalmente al sacramento della riconciliazione. Suor Marie Simon-Pierre, miracolosamente guarita da papa Wojtyla, ha raccontato la sua vicenda vedendo in Giovanni Paolo II “un pastore secondo il cuore di Dioâ€?, “vicino a tutti, dal piĂš debole al malato, fino al piĂš piccolo della terraâ€?. “Tanta è la commozioneâ€?, ha aggiunto il card. Stanislaw Dziwisz, ora arcivescovo di Cracovia e per 40 anni a fianco di Karol Wojtyla come suo segretario particolare. Il card. Agostino Vallini, vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma, è infine sottolineato che della vita di Giovanni Paolo II “raccogliamo anzitutto la testimonianza di fede: una fede convinta e forte, libera da paure e compromessi, coerente fino all’ultimo respiroâ€?.

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“Non troviamo altre parole. Il dono è troppo grande per esprimere ciò che sente tutta la Chiesaâ€?. Sono parole dell’arcivescovo di Cracovia, card. StanisĹ‚aw Dziwisz, che per 40 anni ha seguito Giovanni Paolo II. Dopo aver ringraziato Benedetto XVI per aver beatiďŹ cato il suo Predecessore, l’Arcivescovo di Cracovia ha voluto esprimere una serie di saluti, aggiungendo una particolare menzione per l’Italia: “Come testimone della vita di ogni giorno di Giovanni Paolo II – ha detto – ringrazio l’Italia per la simpatia e cordialitĂ con la quale anni fa ha accolto il Papa venuto “da un Paese lontanoâ€? e ha accompagnato il suo lungo pontiďŹ cato. Il vostro bellissimo Paese è diventato per lui la seconda Patria. Grazie di cuore a nome del Beato Giovanni Paolo II!â€?.

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˜‹ ƒŽ—–‘ ƒ‹ ˜‘Ž‘Â?–ƒ”‹ ‹Â? ’ƒ”–‡Â?œƒ Sabato 7 maggio, ore 18, in occasione del corso di formazione Svi, è in programma la celebrazione della Santa Messa, con il saluto ai volontari in partenza Nicoletta Quartini, Susanna Saleri e Sandro Bordignon (Burundi); Giovanna Ferrari e Ruggero Giacomo Poli (Venezuela); Marco Mor (Uganda); saranno presenti anche Vincenzo e NazarĂŠ Ghirardi (Brasile). VenerdĂŹ 13 maggio, alle ore 20.30, è previsto invece l’ultimo incontro

della serie “Vicini e lontaniâ€?, con una riessione sui cambiamenti in atto alla luce dell’ispirazione cristiana. SarĂ ospite mons. Giacomo Canobbio (nella foto) teologo, delegato vescovile per la pastorale della cultura, che parlerĂ su come l’identitĂ cristiana si concilia con l’incontro fra diversitĂ culturali; titolo dell’incontro: “Essere cristiani in un mondo pluraleâ€?. Gli incontri si terranno presso la sede dello Svi in viale Venezia, 116 a Brescia.

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n primo maggio particolare, coinciso con l’ottavo giorno della Pasqua di Risurrezione di GesĂš Cristo, con la giornata che Giovanni Paolo II ha dedicato alla Divina misericordia, nel giorno in cui a Roma, il Papa polacco è stato beatificato. Sono ricorrenze e circostanze che il vescovo Luciano Monari ha voluto ricordare nel corso della celebrazione della Messa nello stabilimento Valdigrano di Rovato, per ricordare la festa del lavoro e dei lavotarori. Una Messa inusuale che si è svolta negli spazi lavorativi dell’azienda, attiva anche in questa importante festivitĂ , e che per l’occasione ha aperto le porte ai molti convenuti. Una celebrazione per riconoscere nel lavoro umano qualcosa di sacro come espressione della persona, della sua creativitĂ , dei suoi desideri. L’evoluzione tecnologica di cui è stato protagonista in questi anni il mondo del lavoro non deve far dimenticare che il lavoro è un’espressione di umanitĂ e solidarietĂ . Dio ha voluto cosĂŹ, l’uomo attinge da ciò che già è stato fatto e creando il nuovo ripercorre la sua storia mostrando la sua bellezza e intelligenza agli occhi del Signore. Il lavoro, inoltre, ci ricorda che non è possibile per l’uomo vivere da solo, auto producendo tutto ciò che serve in una vita, ha bisogno dell’impegno degli altri e di che ognuno partecipi

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nari ha sottolineato i valori di umanitĂ , solidarietĂ e fiducia nel prossimo che scaturiscono dal lavorare insieme e dal beneficiare dei beni prodotti dalle mani di altri. Nel corso della celebrazione il Vescovo ha benedetto la farina, la pasta e uno zaino con tutti gli strumenti necessari alla sicurezza nei luoghi di lavoro: un messaggio importante oggi piĂš che in altri tempi. L’intero evento, promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale, diretto da don mario Benedini, è stato accompagnato dal coro della chiesa di San Giovanni Bosco di Rovato che, diretto da Moira Pelizzari, ha eseguito brani del repertorio cattolico classico dal Cinquecento in avanti. Uno splendido esempio di come, nel nome di Dio, l’arte amatoriale significhi amore per il proprio lavoro anche senza che questo preveda un compenso economico. Dopo la Messa, Flavio Pagani, titolare della Valdigrano e la sua famiglia, hanno accompagnato il Vescovo in una visita nelle varie zone dello stabilimento e hanno scelto di sostituire il tradizionale ricevimento di fine Messa con una donazione considerevole di pasta, prodotto principale dell’azienda, alla Caritas diocesana. A ogni ospite, infine è stato fatto dono di un pacchetto di pasta, simbolo del prodotto delle nostre terre che per secoli ha contribuito al sostentamento delle comunitĂ locali e non.

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VenerdÏ 6 maggio Ore 18 – Ponte di Legno – S. Messa di ringraziamento per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Sabato 7 maggio Ore 9.30 – Brescia – Rito di ammissione dei candidati al diaconato e al presbiterato.

Ore 15.30 Čƒ Palosco Čƒ Incontro con i cresimandi della zona VII del ďŹ ume Oglio.

Cocchetti.in via Ferri. LunedĂŹ 9 maggio Ore 9.30 – Brescia Čƒ Incontro con il clero in Seminario.

Domenica 8 maggio Ore 9.30 – Orzinuovi Čƒ Cresime e prime comunioni. Ore 17.30 – Cemmo – S. Messa nel XX anniversario della beatiďŹ cazione di Annunciata

MartedĂŹ 10 maggio Ore 17 Čƒ Brescia Čƒ Partecipa alla presentazione del bilancio sociale della Congrega della CaritĂ apostolica in Duomo Vecchio.

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è tenuto nella giornata di sabato 30 aprile il convegno diocesano delle Caritas parrocchiali 2011. Una giornata che ha visto protagonista diretta la parrocchia di Santa Maria Immacolata di Nave, con il teatro dell’oratorio S. Filippo Neri ad accogliere responsabili e volontari provenienti da tutta la diocesi e pronti ad ascoltare il direttore Caritas Giorgio Cotelli. Nel solco del cammino intrapreso negli ultimi tre anni, “Farsi Convegno. Un luogo per narrare la speranzaâ€? (2008), “Animare‌la caritĂ in parrocchiaâ€? (2009), “Nella Carità ‌ riscoprirsi comunitĂ â€? (2010), la proposta tematica di quest’anno, “Chiesa, il profumo delle relazioniâ€?, pone nuovamente al centro i rapporti, i legami, il “con-testoâ€?, offrendo la prospettiva del “con-i-segnati perchĂŠ consegnatiâ€?. “Quest’anno – ha detto il direttore Caritas – abbiamo scelto come sede di questo dibattito una parrocchia, proprio per rimarcare come la Caritas diocesana sia a servizio delle rispettive Caritas parrocchiali. Il titolo scelto per il 2011 (“Chiesa, profumo di relazioniâ€?) intende sottolineare l’aspetto di stretta solidarietĂ che vincola ogni persona all’altra, riassumendo tutto nella parola ‘consegnati’. Nel capitolo 3 della Lettera agli Ebrei – ha proseguito Giorgio Cotelli – viene detto ‘Perseverate nell’accoglienza’, come a ricordarci la responsabilitĂ che abbiamo verso il prossimo. Siamo allo stesso tempo ‘consegnati’ e ‘con i segnati’, perchĂŠ ogni relazione contiene un invito a consegnarsi all’altro. Anche nella scelta del logo di questo convegno sta il senso del nostro impegno: un simbolo che riproduce un lavoro fatto all’uncinetto, nel quale ogni punto s’accosta all’altro seguendo uno schema ben preciso. Si tratta dello schema del Signore, il cui ordito è la caritĂ , forza che si prefigge di cambiare non solo gli altri ma anche noi stessiâ€?. Un intervento, quello del direttore Caritas, che ha fatto da cappello all’approfondimento di mons. Alfredo Scaratti sulla “Icona della

TrinitĂ â€? di Andrej RublĂŤv. “L’icona della Trinità – ha detto il Parroco della Cattedrale – ci spalanca all’amore di Dio e richiama alla mente il Salmo 26 con le parole ‘Il tuo volto Signore io cerco’, perchĂŠ proprio il volto è la prima cosa che cerchiamo nell’altro. Un’icona che ci ricorda la nostra realtĂ di ‘consegnati’ gli uni gli altri, alla comunitĂ , alla piena comunione nel dono, nel servizio, nel sacrificio. Quel sacrificio che l’etimologia latina ci riporta al ‘sacrum facere’, al fare sacra la nostra vita. Renderla sacra fissando un volto, stringendo mani, camminando con piedi da pellegrinoâ€?. Un’introduzione che ha rimarcato il senso cristiano della vita e l’impegno della Caritas diocesana nel mettersi in gioco come ha fatto Cri-

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sto. Soprattutto, un discorso che ha dato avvio ai successivi lavori svolti in gruppi per capire in che modo la dinamica trinitaria profumi le relazioni con le persone e come sia possibile creare, da consegnati, l’appartenenza alla comunitĂ . Nel pomeriggio è intervenuto il vescovo mons. Luciano Monari che ha indicato nell’amore “senza misuraâ€? il cammino di condivisione che deve contraddistinguere l’impegno di ogni cristiano. Il Vescovo ha poi dialogato con i partecipanti che gli hanno presentato alcuni interrogativi elaborati nei lavori di gruppo. Ha toccato vari temi come la gioia, la caritĂ , la testimonianza cristiana nella societĂ . Si è quindi soffermato sulla promozione delle unitĂ pastorali che sfocerĂ nel prossimo Sinodo diocesano. Si tratta di un percorso che coinvolgerĂ anche le Caritas parrocchiali chiamate a garantire una presenza continua e diffusa sul territorio. Collegandosi al tema della giornata, mons. Monari augurando alla Caritas di diffondere sempre di piĂš “il buon profumo di Cristoâ€?.

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Ore 20.30 Čƒ Costorio di Concesio Čƒ S. Messa e inaugurazione dell’oratorio. MercoledĂŹ11 e giovedĂŹ 12 maggio Visita ai sacerdoti della XXXI zona di Brescia sud.

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La cancelleria della Curia comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. Gian Pietro Forbice, già parroco di Padergnone, è stato nominato parroco di Roè Volciano. Il sac. Oliviero Faustinoni, parroco di Villa Carcina e Carcina, è stato nominato parroco anche di Cailina. Il sac. Lorenzo Albertini e il sac. Saverio Porcelli, vicari parrocchiali di Villa Carcina e Carcina, sono stati nominati vicari parrocchiali anche di Cailina.

MercoledĂŹ 11 maggio, dalle 14.30 alle 17, presso il Seminario diocesano (via Bollani, 20 a Brescia), l’Apostolato della preghiera organizza un incontro con i seminaristi. Si parlerĂ delle forme con le quali vivere e diffondere concretamente l’Adp. A seguire: condivisione e comunicazioni sul pellegrinaggio. In conclusione è prevista la celebrazione della S. Messa. Tutti sono invitati a questo signiďŹ cativo appuntamento.

I prossimi appuntamenti per i tempi dello spirito sono: giovedĂŹ 19 maggio, Meeting dei chierichetti in Seminario; venerdĂŹ 20 maggio alle ore 20.30 presso la Basilica delle Grazie: Veglia di preghiera con il Vescovo per la 48ÂŞ Gmv e per gli ordinandi presbiteri (sette diocesani e quattro religiosi); per le giornate di spiritualitĂ dei giovani a Bienno con il vescovo Luciano (27-29 maggio) sono ancora disponibili una ventina di posti (info: vocazioni@diocesi. brescia.it; tel. 030 3722245).

Il Movimento Pro Sanctitate propone presso il Centro Oreb di Calino (vicolo S.Antonio, 6, tel 030 7254523/4) alle ore 20.30 una scuola di preghiera. Guidano don Marco Busca e don Sergio Passeri. La scuola è stata avviata mercoledĂŹ 4 maggio; prosegue mercoledĂŹ 11 maggio con “Come puriďŹ care il cuore dai vizi?â€?; mercoledĂŹ 18 maggio con “Come discernere le ispirazioni e le tentazioni?â€?; mercoledĂŹ 25 maggio con “Pregare coi sensi spiritualiâ€?.

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l treno si ferma alla stazione di Brescia alle 11.30 di martedĂŹ 26 aprile, due giorni dopo la Pasqua. Ăˆ passata una settimana dalla sua partenza, tanto è durata l’esperienza, profonda e coinvolgente, del pellegrinaggio a Lourdes, che si ripete per il 38° anno. Organizzato dai Silenziosi operai della Croce in collaborazione con il Centro volontari della sofferenza, ha portato quest’anno circa 700 pellegrini nella cittadina ai piedi dei Pirenei, di fronte alla grotta dove la Vergine comparve a Bernardette nel 1858. Una settimana carica di emozioni, non solo per gli appuntamenti pasquali, vissuti insieme a mons. Bruno Foresti in parte nella chiesa dedicata a Santa Bernardette, in parte nell’immensa basilica sotterranea di San Pio X, ma anche e soprattutto per il quotidiano contatto con gli ammalati e i sofferenti, in tutto circa 360. Ognuno di essi con la propria storia e la propria personalitĂ , con cui condividere momenti importanti come il bagno nelle piscine, oppure semplici e domestici: una chiacchierata pomeridiana o una risata in compagnia. GiĂ , perchĂŠ a chi si

accosta per la prima volta, a questa realtĂ , non par vero di trovare tanta serenitĂ tra quanti si recano qui con i propri fardelli. â€œĂˆ perchĂŠ, staccata dalla quotidianità – rivela Paolo Marchiori, affetto da Sla e referente provinciale per chi soffre di questa malattia – la persona si ascolta, entra nella propria interioritĂ e scopre che la vera ricchezza sono gli altri intorno a sĂŠ. Qui si impara a condividere le proprie crociâ€?. Gli fa eco Giordano Federzoni, che fa questo viaggio dal ’76: “Quello che succede a Lourdes, davanti alla Madonna, succede solo qui. Sono momenti molto belli e io ho voluto essere ‘lievito’ per quanti mi erano accanto, con un sorriso‌â€?. Tante sono le persone che lavorano per la buona riuscita del pellegrinaggio, dagli organizzatori

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ai medici e a tutti i volontari, impiegati in diverse mansioni che vanno dal servizio in refettorio al trasporto e allo spostamento di tutto ciò che è necessario per il pellegrinaggio. Tra di essi, molti i giovani, circa una sessantina. Qualcuno è alla prima esperienza, come Camilla che afferma: â€œĂˆ una bella occasione per mettersi in gioco, perchè per aiutare gli altri bisogna partire da noi stessiâ€?. Altri invece sono ormai “veteraniâ€?, Betty per esempio mostra, attaccate al suo cartellino di riconoscimento, una quantitĂ di spille: “In ogni viaggio me ne viene regalata una: è il mio modo per portare con me chi mi ha trasmesso qualcosaâ€?. Ed è proprio la voglia di ritornare, il desiderio di ripetere quest’avventura il sentimento piĂš diffuso, insieme alla grande nostalgia per la settimana appena trascorsa, mentre il treno si arresta al primo binario della stazione di Brescia e le persone incominciano a scendere, cariche delle proprie valigie e di ciò che di bello portano nel cuore: è tutto un salutarsi e un darsi appuntamento, un sentirsi davvero fratelli e amici, nel segno di questa straordinaria esperienza

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all’evento. Percorsi differenti, spirituali e materiali: alcuni raggiungeranno la capitale spagnola in pullman, altri in treno, altri ancora in aereo; qualcuno coglierĂ l’occasione di intraprendere esperienze forti e signiďŹ cative come il Cammino di Santiago de Compostela e molti saranno coloro che aderiranno al gemellaggio con la diocesi di Oviedo. Soprattutto però i protagonisti saranno i giovani che, intervistati, dichiareranno

sulle nostre colonne le loro aspettative e le loro speranze per questo grande raduno in cui ritrovarsi con i coetanei di tutto il mondo nel segno della fede. Non solo, questa pagina darà conto anche di tutti gli appuntamenti, organizzati a livello parrocchiale, zonale e diocesano, attraverso i quali i gruppi compiranno il proprio cammino di preparazione e di avvicinamento all’avvenimento: Madrid, stiamo arrivando!

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a carica dei ventisette. Tanti sono infatti i ragazzi e le ragazze che partiranno dalle parrocchie di Rudiano e Urago d’Oglio per Madrid dal 16 al 21 agosto, destinazione Giornata mondiale della gioventĂš. Con la guida di don Sergio Merigo e Samuele Ricci i giovani, tra i 16 e i 20 anni, si sono dati da fare perchĂŠ vada tutto per il meglio. Hanno partecipato a Brescia alla Veglia delle Palme e hanno realizzato la rappresentazione del VenerdĂŹ Santo. Ora attendono di partecipare agli altri eventi di “avvicinamentoâ€? alla Gmg, a partire dagli incontri per adolescenti ogni venerdĂŹ sera all’oratorio di Rudiano e quelli pomeridiani a Urago d’Oglio. C’è viva attesa anche per la serata di preghiera che il 18 giugno vedrĂ riuniti a Milano con tutti i giovani della Lombardia che partiranno poi alla vota di Madrid. Con l’entusiasmo che li contraddistingue i “27â€? si sono dati da fare per raccogliere una parte dei soldi necessari alla trasferta spagnola. Si sono impegnati nella raccolta della carta e del ferro e nella vendita delle torte, iniziativa che replicheranno domenica prossima in oratorio.

GiĂ da qualche domenica, poi, promuovono la vendita de “La Voce del Popoloâ€? (che per i partecipanti alla Gmg madrilena ha pensato a particolari forme di abbonamento, ndr.) Diversa invece è l’esperienza della vicina parrocchia di Castelcovati: un gruppo ristretto di persone, 12 giovani dai 18 anni in su, insieme al curato don PierGiuseppe Sarnico raggiun-

geranno Madrid in aereo e lĂ avranno come base d’appoggio un appartamento. “L’idea nasce all’interno del gruppo di giovani che frequenta l’oratorio – afferma il curato – come tappa di un cammino di persone giĂ impegnate. Per prepararci al meglio alla Gmg abbiamo partecipato ai giovedĂŹ di Quaresima in cattedrale con il vescovo Luciano Monariâ€?.

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ƒ…ƒÂ?œ‡ ˆƒÂ?‹‰Ž‹ƒ ”‘’‘•–‡ ˜ƒ”‹‡ ’‡” •…‡Ž–‡ ‹Â?–‡ŽŽ‹‰‡Â?–‹ In autogestione o in hotel, in montagna o al mare‌ diverse proposte per una vacanza a basso costo e con tutta la famiglia. “Vacanze famigliaâ€? è un’iniziativa ďŹ rmata Acli, per permettere alle famiglie di “fare vacanzaâ€? in modo sostenibile e intelligente: creando occasioni di arricchimento culturale, di promozione e valorizzazione dei legami sociali. PerchĂŠ la vacanza è un periodo da trascorrere in libertĂ , un’esperienza da

vivere con gli amici come opportunità di crescita, incontro e socializzazione‌ il tutto in ambienti naturali di notevole bellezza. Le soluzioni proposte sono davvero tante e diverse, per rispondere a tutte le esigenze e soddisfare le attese dei gruppi e delle famiglie che intendono la vacanza soprattutto come occasione di comunità . Puglia, Marche, Sicilia, Abruzzo, Trentino, Valle d’Aosta: 6 regioni per 9

strutture da visitare, vivere e da cui partire verso nuove mete ed escursioni. Qualche nome? Casa Maris Stella a S. Maria di Leuca, miniappartamenti a Peschici, Villino Mancuso a S.Vito Lo Capo, La Rosa Blu a Pesaro e Alba Adriatica, Villa Bacchiani a Pozza di Fassa, Pensione Gudrun a Colle Inarco, Casa Camillo in Val di Non e Casa Serana in Valle d’Aosta. Info: Acli provinciali, via Corsica 165 (Bs). Tel 0302294012 – silvia. gilardoni@aclibresciane.it (a.f.)

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n una societĂ frenetica, che vive ormai perennemente in panico per la crisi economica, sembra impossibile fermarsi a pensare e riflettere (ovvio: non si guadagna!?), a guardare i fatti e a ricercare la veritĂ delle cose. Anche per quanto riguarda il mondo del lavoro. Ma, in onore al Primo Maggio, le Acli non possono non chiedersi se la Festa del lavoro e dei lavoratori sia oggi ancora possibile, significativa, sentita. Crisi, emergenza: eppure stiamo in attesa che la piena rientri, per riprendere tutto come prima. Invece ci sarebbe bisogno di fantasia Čƒ per trovare la soluzione ai fiumi (sociali) che esondano Čƒ ma non solo. Servirebbe anche, da parte del mondo adulto, un serio esame di coscienza sulla condizione dei giovani lavoratori. Lo chiedono il 30% di disoccupazione giovanile e il 60% degli oltre 2 milioni di disoccupati che ha meno di 34 anni. I messaggi dai giovani non mancano. Sabato 6 aprile sono scesi in piazza

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essere dei ‘lazzaroni’ e gli chiediamo di andare a fare i lavori manuali: proprio quei faticosi lavori che, studiando, avrebbero potuto evitare. CosĂŹ gli avevamo promesso. Oggi dobbiamo ammettere che degradare socialmente i lavori manuali è stato un errore. Abbiamo il torto di non aver mostrato la dignitĂ dei lavori artigianali, nĂŠ la possibilitĂ che offrono, rispetto a molte altre attivitĂ , di esprimersi liberamente e creativamente. Abbiamo sbagliato, sempre in buona fede, quando negli anni ’90 credevamo che un po’ di flessibilitĂ avrebbe favorito l’accesso al mondo del lavoro. Forse era vero, ma purtroppo siamo stati governati da questi processi, anzichĂŠ governarli, e oggi raccogliamo i frutti di questa forte precarietĂ . I giovani desiderosi di entrare nel mondo adulto si accorgono di non avere le condizioni sufficienti per entrarci. E cosĂŹ ne risentono anche i loro progetti e i (mancati) investimenti sulla famiglia, sulla casa e in generale sulla vita.

‘Bocciati’ all’esame di coscienza, dobbiamo anche ammettere che non è piĂš possibile tollerare un sentire comune disposto ad accettare livelli di disuguaglianza piĂš elevati di un tempo. Non è piĂš rinviabile una riforma dei diritti e delle tutele che riesca a eliminare le profonde disuguaglianze determinate dalle trasformazioni del mercato del lavoro. Ma, soprattutto, bisogna avviare un percorso capace di dare senso e valore al lavoro. Il lavoro è la chiave della nuova questione sociale. In un periodo come questo, in una societĂ a forte impianto individualista, dobbiamo ricordarci sempre che il lavoro non è una questione personale, ma sociale. Ognuno partecipa con i propri ruoli e con le proprie capacitĂ ad una grande comunitĂ di lavoro. La laboriositĂ , per essere autentica, deve accompagnarsi con l’impegno per la giustizia, affinchĂŠ siano garantite a tutti le stesse opportunitĂ . Oggi piĂš che mai lavorare è un lavorare con gli altri, e per gli altri.


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Cei ha scelto. Quindi ci sta a cuore l’educazione integrale anche attraverso la scuola e in qualunque sede, statale o non statale, l’importante è che ci sia questa istruzione ma anche questa formazione della persona che è scopo della scuola a tutti i livelliâ€?. “Ci sono tantissimi insegnanti e operatori che sappiamo che si dedicano al proprio lavoro con grande generositĂ , impegno e competenza, sia nella scuola

statale che non statale. Quindi il merito va a loroâ€?. “Tutti quanti - ha aggiunto - ci auguriamo che anche la libertĂ di scelta dei genitori nell’educazione dei ďŹ gli possa essere concretizzata sempre piĂš e meglio ma questo riguarda un altro aspetto della scuola non stataleâ€?. “In generale – ha concluso – sicuramente tutti auspichiamo che la scuola, a tutti i livelli e in tutte le sedi, possa veramente rispondere ai desideri dei genitori per i loro ďŹ gliâ€?.

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ome Adasm-Fism di Brescia esprimiamo gratitudine a mons. Francesco Beschi, vescovo in Bergamo, per quanto riportato qui sotto: si sente la vicinanza, la stima e l’affetto con cui mons. Beschi ha seguito qui in terra bresciana il nostro lavoro. In forme analoghe anche la nostra diocesi ha da 60 anni sempre sostenuto e condiviso il nostro lavoro. “Stare nella scuola oggi da cristiani è una scelta di campo doverosa e coraggiosa per testimoniare, in un contesto pluralistico, una chiara visione antropologica che diventa servizio di veritĂ e di caritĂ teso ad impedire al pluralismo di smarrirsi nella confusione... Il servizio si propone nelle forme di una dedizione attiva e creativa verso la scuola, di una stima sincera nei confronti dei docenti, di un genuino rispetto dei compiti istituzionali che ad essa la comunitĂ

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primo ambiente formale d’educazione della comunitĂ cristiana... Questi luoghi formativi possono assumere, rispettando il mandato istituzionale e formale che la comunitĂ sociale in modo sussidiario (e paritario, ndr) ad essi riconosce, il profilo di Centri di pastorale familiare, con una specifica attenzione all’educazione, come forma privilegiata della testimonianza della fede. Anche il 37° Sinodo diocesano ha dichiarato che “le scuole dell’infanzia parrocchiali e di ispirazione cristiana rappresentano, attraverso la loro azione scolastica e la loro funzione pastorale, il ruolo privilegiato in cui far crescere tutte quelle disposizione interiori e quegli itinerari educativi che strutturano la persona e la aprono alla possibilitĂ di credere; infatti, la fascia di etĂ tra 0 e 6 anni permette di percepire la vita come ‘promessa buona’ e acquisire gli atteggiamenti fonda-

mentali della futura personalitĂ . In questo ambito la parrocchia può svolgere un’insostituibile azione di evangelizzazioneâ€?. Nelle scuole dell’infanzia è un diritto-dovere dei genitori partecipare all’azione educativa, la quale diventa piĂš incisiva e efficace se vede i genitori riuniti in associazione. Ăˆ sempre il 37° Sinodo diocesano che invita le parrocchie a “sviluppare, sostenere e incentivare l’esperienza associativa dei genitori all’interno della scuola e sul territorio, creando relazioni favorevoli e positiveâ€?. I normali percorsi di formazione che vengono realizzati in questi ambienti per accompagnare i genitori, possono quindi, una volta sistematizzati e opportunamente organizzati, divenire l’occasione per favorire l’accompagnamento delle giovani coppie nella vita adulta, offrendo un significativo apporto alla progressiva crescita nella consapevolezza genitorialeâ€?.

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n ciclo di incontri dedicati all’educazione e sostenibilitĂ ambientale è al centro del progetto voluto dal Servizio di pastorale universitaria della diocesi di Brescia in collaborazione con l’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore e l’UniversitĂ degli studi di Brescia, eccezionalmente insieme. Un focus sulla condizione del rapporto tra uomo e ambiente per capire come il modello di vita attuale possa essere modificato al fine di tutelare il Creato e sviluppare la sensibilitĂ dei giovani a questo tema. “CittĂ e ambienteâ€?; “Progettazione pedagogicaâ€? ed “Educazione e sostenibilitĂ ambientaleâ€?: questi gli argomenti delle tre giornate che vedranno impegnati docenti e dottorandi delle universitĂ bresciane che hanno scelto di mettere la loro intelligenza al servizio della societĂ , senza la presenza della politica,

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menti logoranti per l’ambiente. A sostenere queste concrete teorie Roberta Pedrazzani, ricercatrice di fondamenti chimici delle tecnologie, che ha illustrato l’impatto dei prodotti di uso quotidiano, da quelli per l’igiene personale (una realtĂ spesso ignorata) ai mezzi di trasporto, sull’ambiente circostante e sulle persone. Dopo di lei anche Michela Tiboni, associato di tecnica e pianificazione urbanistica, ha spiegato come si possa pianificare con efficacia l’uso del territorio che, al contrario, troppo spesso non tiene conto del valore del lavoro della natura che da sola sa darsi un buon equilibrio nei cicli (quali a esempio quello del riassorbimento delle piogge, ciclo che l’uomo non considera quando interviene in favore dell’urbanistica). Un contributo particolare nel primo incontro, giovedĂŹ 28 aprile alla FacoltĂ di ingegneria, è arrivato da

don Gabriele Scalmana, responsabile della Pastorale diocesana del Creato. A conclusione della giornata, l’intervento di don Scalmana ha fatto riflettere sui fondamenti teologici e morali della religione cattolica sul rapporto uomo-ambiente. Un tema che accompagna l’impegno cattolico fin dal 1971 con l’Octogesima advensis di Paolo VI che per primo si occupò dei problemi dell’urbanesimo, dei cristiani nella cittĂ e, con questi, dell’ambiente naturale. Partendo dal valore del concetto di Creato che offre alla natura quella dignitĂ che l’uomo spesso le sottrae, ma alla quale Dio guarda con amore, don Scalmana ha affermato che l’essere creatura significa avere dei limiti, l’uomo non è come Dio, e quindi vive in un mondo limitato, finito; la consapevolezza di questi limiti deve tutelare dal consumismo estremo e insensato della nostra era.

Uno sguardo di amore verso il futuro deve, infine, essere una norma etica fondamentale dell’uomo che lo porta a chiedersi come una scelta di oggi andrà a incidere sul futuro dei propri figli. Il ciclo di incontri prosegue giovedÏ 5 maggio (dalle ore 15 alle 18) all’Università cattolica e si concluderà venerdÏ 13 maggio (dalle ore 17.30 alle 19.30) in San Cristo con un dialogo tra docenti dei due atenei moderato da don Roberto Lombardi e con l’intervento del vescovo Luciano Monari.

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Suite per orchestra n. 3 in Re maggiore e l’Oratorio di Pasqua di Johann Sebastian Bach. Il concerto verrĂ diretto da Federico Bardazzi e avrĂ come interpreti principali Alessandra RufďŹ ni, Giovanni Duci, Park Byeongjun, Filippo Filipov, Marco Scafati. L’appuntamento riconferma la sinergia tra Associazione Soldano e Conservatorio, partner ideale per iniziative musicali, fucina di giovani talenti e importante centro didattico grazie a un corpo

docente di alto livello. L’iniziativa ha coinvolto gli studenti che si sono avvicinati al lavoro di Bach e si sono confrontati con musicisti professionisti e insegnanti. Come sottolineato dal direttore artistico Daniele Alberti (nella foto), questa manifestazione vuole trattare il tema della speranza non solo dal punto di vista musicale, ma anche etico, come momento di crescita spirituale nel percorso già intrapreso lo scorso anno con i concerti della Passione. (e.b.)

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n silenzio totale, protrattosi per piĂš di un minuto, ha preceduto l’esplosione degli applausi al termine della Nona Sinfonia di Mahler diretta dal maestro Daniel Harding al teatro Grande per l’inaugurazione del 48° Festival pianistico. Sottolineiamo con piacere l’eccezionalitĂ di un silenzio cosĂŹ prolungato e perfino magico, logico sbocco di una sinfonia monumentale (per una durata complessiva di piĂš di un’ora e mezza), che termina con un vastissimo Adagio, che a sua volta si spegne nel nulla, in suoni degli archi sempre piĂš rarefatti e tenui e sottili. Un lungo silenzio non può che essere il logico sbocco della Nona di Mahler. Sarebbe stato inopportuno affrettare l’applauso, togliere alla musica quel silenzio che le appartiene di diritto. Ăˆ stato un concerto memorabile per piĂš di un aspetto. Anzitutto, la Nona di Mahler, ultima delle Sinfonie portate a termine dal grande compositore, non era mai stata eseguita prima d’ora nella nostra cittĂ . C’era poi il debutto, sul podio del Grande, del direttore d’orchestra inglese Daniel Harding, oggi trentacinquenne, ma da almeno un decennio conteso dai maggiori teatri del mondo. Ci sono oggi alcuni direttori d’orchestra che vengono proiettati nello star-system in giovanissima etĂ . Anche Harding,

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sitĂ a tratti quasi indecifrabile, sembra uno di quei testi musicali che si possono affrontare solo in etĂ piĂš che matura. Harding, a soli 35 anni, si è spinto molto piĂš in profonditĂ di tanti maestri con il doppio della sua esperienza. Forse la chiave di questa felicissima introspezione da parte del direttore inglese consiste in un atto di fiducia nella scrittura mahleriana. Considerando Mahler come un compositore avvenirista (e non decadente), come un autore dallo spirito giovane (dunque pieno di energie), Harding ci ha fatto scoprire l’organicitĂ e la coe-

renza interna di un’opera come la Nona Sinfonia che pensavamo fosse giocata soprattutto sui contrasti, su esaltazioni e depressioni, su momenti intellegibili e su lunghi interludi magmatici. E invece, con una concertazione finissima e con un’acuta lettura di quanto Mahler ha effettivamente scritto, il direttore inglese ha liberato la partitura dagli aloni tardo-romantici per consegnarla a quei classici che, piÚ che alla storia, appartengono al futuro. Esemplare e impeccabile, in questo affascinante processo, l’apporto dei musicisti dell’Orchestra sinfonica della Radio Svedese.

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parte della realtĂ fatica a recuperare lo spazio perduto. Mai come oggi, in un’epoca in cui il benessere materiale sembra diffuso, il mondo risulta spaccato in due. 1 miliardo e 400 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di povertĂ estrema, con meno di 1,25 dollari al giorno. In Italia, secondo l’Istat, sono quasi 8 milioni le persone in condizione di “povertĂ relativaâ€?. Nell’ultimo rapporto dell’Ocse il tasso di povertĂ infantile in Italia è al di sopra della media

dei paesi europei (paesi Ocse) attestandosi al 15%. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, in accordo con quanto dichiarato dal presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick, ha sottolineato che “nel giro di pochi mesi circa 44 milioni di persone saranno cadute nuovamente in povertĂ â€?. Appare evidente che l’impoverimento, soprattutto in un Paese come l’Italia, non è solo di natura materiale: se ne parlerĂ .

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utti lo ricordano al Festival di Sanremo, per il tango danzato, prima con Belen e poi con Daiana Guspero, sua prima ballerina. Miguel Angel Zotto, il massimo esponente nel mondo del tango argentino, sarĂ al PalaBrescia con il nuovo spettacolo “Puro tangoâ€?. Cosa vedrĂ chi verrĂ allo spettacolo? VedrĂ uno spettacolo ispirato a un grande ballerino degli anni ‘40 che fece una rivoluzione coreografica nel genere, una rivoluzione coreografica popolare e non del palcoscenico: PetrĂłleo. In quel momento il tango era una danza popolare, la gente ballava nei saloni. Lui è stato uno dei miei maestri.Ha rivoluzionato la danza; non è mai stato un professionista, lavorava in banca ma era appassionato al balletto. Lui era un filosofo della danza e della musica; assieme a una decina di amici ha deciso di cambiare il tango. Ci sarĂ nello show anche Cacho

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tango. Io devo raccontare queste persone. Devo raccontare PetrĂłleo per farlo conoscere. Le nuove generazioni devono capire da dove arriva la danza e capire qual è il cuore: come l’otto. Ăˆ un movimento importantissimo: la donna gira il bacino da sinistra a destra. Ăˆ molto sensuale; si mette all’inizio e alla fine di una combinazione. L’uomo propone il movimento, ma se non esistesse questo movimento non esisterebbe il tango. Cosa serve per ballare il tango? Conoscere la tecnica, poi i movimenti arrivano naturali. A questo si deve aggiungere il cuore. Quando il tango arriva al cuore è il massimo. Agli italiani il tango arriva al cuore, perchĂŠ è stato fatto da discendenti italiani. Ti sei avvicinato al tango grazie a tuo nonno e tuo papĂ . Senza questa passione avresti ballato? Penso di sĂŹ, perchĂŠ sono giĂ parte della storia del tango. Quando io iniziavo a ballare, ero l’unico giovane a Buenos Aires a danzare tango nel

1975 nella milonga, il salone popolare. Nella vita ognuno ha una missione. Io devo trasmettere alla gente attraverso l’arte la passione del tango. C’è un senso se ho conosciuto tutti questi personaggi. La televisione gioca un ruolo importante per la scoperta della danza. Questo favorisce la danza? Assolutamente. La televisione favorisce tutto, poi uno deve essere cosciente. “Ballando sotto le stelleâ€? è importantissimo. Non è un caso che

a San Remo la puntata piĂš vista è stata quella in cui ho ballato. I giovani devono ballare il tango. Il prossimo progetto è fare un film. Dal 1945 al 1955 tutto il mondo ballava il tango di Buenos Aires. Scegli il tuo brano preferito. Ăˆ difficile. Il tango è legato a quello che succede nella vita e che si sente nel cuore: l’amore, il dolore, la nostalgia. Ăˆ quello che sta succedendo a me per la morte di mio fratello. Un tango ti arriva al cuore piĂš di altro.

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In Italia sono 51 le Sale della comunitĂ selezionate per partecipare alla rassegna nazionale “Il tempo delle scelte - La sfida educativaâ€? promosso dall’Acec (Associazione esercenti cinema) con il Progetto Culturale della Cei e il Ministero per i Beni e le AttivitĂ Culturali. A Brescia sono due le Sale che sono state selezionate: la Sala della comunitĂ di Marone e Santa Giulia del Villaggio Prealpino. Obiettivo del progetto attraverso prodotti culturali è offrire lo spunto di riflessione sui grandi temi della vita. A Marone tre appuntamenti: i film “Il discorso del reâ€? (sabato 14 maggio ore 20.45; domenica 15 maggio ore 16, 20.45) e “Il piccolo Nicolasâ€? (sabato 21 maggio ore 20.45; domenica 22 maggio ore 20.45); tra una visione e l’altra la tavola rotonda “Nuovi adolescenti:

il timore di crescere un limite, una sfida, una risorsaâ€? il 19 maggio alle 20.45. Interverranno Anna Trivella (psicologa e psicoterapeuta “L’etĂ incerta e psicoterapeuta dell’etĂ evolutivaâ€?), Davide Guarneri (presidente nazionale dell’A.Ge “Le preoccupazioni dei genitori di fronte alla separazione dai figliâ€?), Mauro Toninelli (giornalista e responsabile di Voce Sas “Quando il lupo piace piĂš di cappuccetto: se il buio è una stanza chiusa e la chiave si trova nei film dell’orroreâ€?), Marco Zambelli (calciatore del Brescia calcio “Crescere affrontando le sfide: lo sport come risorsa per affrontare le paureâ€?), don Alfio Bordiga (sacerdote “Formare gli adolescenti negli ambienti esterni alla famigliaâ€?). Il programma al Vill. Prealpino è ancora in via di definizione.

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”‡•…‹ƒ Â?‰‡Žƒ ƒ•’”‘ ’”‘’‘Â?‡ Dz ƒ”‹ƒ ° ‹Ž •—‘ Â?‘Â?‡dz Angela Naspro, che vive e opera a Brescia, presenta il ciclo “Maria è il suo nomeâ€?, appena ultimato, composto da 12 grandi tavole che ripropongono altrettanti momenti della vita della Vergine. Attraverso queste, l’artista ripercorre con forme e colori l’incontro tra Dio e l’umanitĂ , scandagliando nel contempo il suo personale rapporto con Dio. L’equilibrio delle composizioni, la ďŹ nitezza formale, il ritmo della successione narrativa sono l’esito di un lungo e

difďŹ cile lavoro interiore, tradotto in composizioni di rafďŹ nata pulizia formale, che utilizzano i convenzionali schemi narrativi del linguaggio iconograďŹ co come strumento per innervare il linguaggio visivo. Dopo una prima personale a Brescia, nel 1982, Angela Naspro ha consolidato il suo naturale talento creativo seguendo dal 2001 i corsi di pittura di icone all’Abbazia di Maguzzano. Nel 2009 realizza la Madre di Dio, da cui prenderĂ il via

l’intero ciclo mariano oggi allestito in San Zenone, cimentandosi nel grande formato (180x75 cm) che sarĂ poi lo stesso per tutte le 12 tavole, ricche di riferimenti simbolici e temi desunti dalla tradizione iconica ma, al tempo stesso, concepite e lavorate con autonomia di scelte tecniche e libertĂ espressiva. Fino al 22 maggio in San Zenone all’Arco dalle 16 alle 19 (escluso lunedĂŹ). A cura dell’associazione per l’arte “Le Stelleâ€?. Ingresso gratuito. (b.l.)

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al 7 maggio, la mostra “Matisse. La seduzione di Michelangeloâ€?, allestita al Museo di Santa Giulia a Brescia, si arricchisce di una nuova sezione, “Matisse nella ‘Collezione Paolo VI’â€? – curata da Maurizio Bernardelli Curuz, direttore artistico di Brescia Musei, e da Paolo Bolpagni, direttore artistico della Collezione Paolo VI – che presenterĂ nove litografie del maestro francese realizzate tra il 1950 e il 1951 a partire dai disegni preparatori per la cappella del Rosario di Vence, in Provenza, e donate in seguito dal figlio dell’artista a papa Montini. Queste grafiche, concesse in prestito dalla Collezione Paolo VI di Concesio (Brescia), che conserva ed espone il vastissimo patrimonio di migliaia di opere d’arte del Novecento appartenute al Pontefice, sono coeve ai lavori preparatori e di realizzazione della cappella di Vence, e la loro tiratura precede probabilmente la consegna della cappella stessa. “Un capitolo nuovo che s’aggiunge a una mostra di livello internazionale – afferma Bernardelli Curuz –. I disegni realizzati dal pittore per la cappella di Vence mostrano un Matisse che fa decantare gli intrecci vitali del cosmo, l’inesausta e aggrovigliata pulsione della vita in funzione di un’arte sempre piĂš classica e sintetica, sempre piĂš indirizzata a cogliere il cuore delle rappresentazioni sacre. Se nel

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i soggetti presenti nelle decorazioni della cappella, quelli trattati nelle nove litografie della Collezione Paolo VI sono fra i piĂš suggestivi: cinque studi per la Vergine e il Bambino, tre teste della Vergine, un San Domenico, risolti in termini di pura linea. Dal punto di vista formale si può constatare un processo di sintesi rarefatta, che esprime un’idea di classicitĂ fuori dal tempo. Dai pochi semplici tratti che compongono queste figure emerge anche la spiritualitĂ personalissima di Matisse, il quale non si stanca mai di manifestare, pur vecchio e malato, ormai vicino alla fine (morirĂ nel 1954), la propria contentezza per il dono della vita e dell’arte, e ci insegna a osservare il mondo – e il Mistero che lo trascende – con gli occhi incantati di un bambinoâ€?. Pensata per rendere omaggio a suor Jacques-Marie che, qualche anno prima, aveva amorevolmente accudito il pittore durante il periodo di ricovero all’ospedale di Nizza, la cappella del Rosario di Vence costituisce altresĂŹ l’occasione per un confronto, di rara profonditĂ spirituale, nonchĂŠ di elevata intensitĂ progettuale, fra i protagonisti del rinnovamento dell’arte sacra nella Francia del dopoguerra, padre Couturier e frate Rayssiguier che, in piĂš occasioni, intervennero a fianco di Matisse nella discussione dei nodi architettonici e iconografici piĂš rilevanti.

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† ‡ †˜† Dz ƒŽ „ƒ••‘ †‡ŽŽƒ Â–Â‡Â”Â”ÂƒÇł ‘”ƒ ° ƒÂ?…Š‡ ˜‹†‡‘ Ăˆ uscita “Dal basso della terraâ€?, una grande opera musicale dedicata a Giovanni Paolo II e pubblicata in occasione della sua beatiďŹ cazione avvenuta il 1° maggio scorso. L’opera, giĂ uscita nel 2005 solo in cd, viene ora proposta anche in versione dvd contenente il concerto di presentazione dell’opera, diretto del maestro Salvatore Accardo, insieme a interviste, monologhi, testimonianze. L’incisione dell’album ha richiesto tre anni

di lavoro, oltre 200 interpreti e strumenti di molteplici tradizioni etniche e musicali, con sessioni di registrazione in Italia, Giordania e Brasile. Musiche e arrangiamenti rappresentano soprattutto quel mondo di “poveri della terra� ai quali sono rivolti la vita e l’impegno quotidiano del Sermig, movimento fondato a Torino nel 1964 da Ernesto Olivero, autore delle liriche dei brani, musicati e arrangiati del maestro Mauro Tabasso. (r.b.)

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orever young, questo il sottotitolo piĂš adatto per uno dei cantanti piĂš acclamati degli ultimi anni. PerchĂŠ, nonostante lo scorrere inevitabile del tempo, in Max Pezzali esistono uno slancio e una giovinezza che permeano come un segno indelebile le sue canzoni. C’è un mistero dietro al successo di questo cantante nativo di Pavia, tra i piĂš acclamati degli ultimi anni. Il mistero di un “cantante qualunqueâ€?, apparentemente senza doti particolari, con il valore aggiunto però di riuscire a colpire immediatamente l’ascoltatore. Le sue canzoni sono secche, frasi semplici e assolutamente comprensibili (e generalmente condivisibili) che si stampano come slogan nella mente e nel cuore. Chi non ricorda infatti canzoni come “Hanno ucciso l’uomo ragnoâ€?, “Sei un mitoâ€?, “Eccotiâ€?, “Io ci saròâ€?, “Lo strano percorsoâ€? fino alle ultime del recente “Terrafermaâ€?? Un sound moderno, pochi accordi e parole dirette, ecco il segreto di questo cantante i cui inizi risalgono ai primi anni Novanta. All’epoca Max Pezzali, spinto verso la musica da qualche difficoltĂ scolastica, stava nella band 883, in realtĂ un duo costituito da lui e Mauro Repetto, emigrato all’estero

dopo i primi successi. La band, nonostante la defezione di uno dei due fondatori, non si ferma e Max Pezzali continua da par suo, inanellando successi uno dopo l’altro. Il primo cd degli 883, la cui title track divenne un autentico tormentone, si intitolava “Hanno ucciso l’Uomo Ragnoâ€?. Era il 1992 e da quel momento in poi fu tutto un deflagrare di trionfi, grazie anche all’aiuto imprescindibile di Claudio Cecchetto, dj e padre putativo del gruppo. Nel 2001 Max Pezzali pubblicò il suo primo cd da solista, “1 In +â€?, che balza subito in testa alle classifiche di vendita. Ăˆ il disco successivo, però, a confermare Pezzali come uno dei mattatori della canzone italiana: “Il mondo insieme a teâ€? diviene infatti disco di platino grazie alle 250 mila copie vendute, e piazza in classifica brani importanti come “Eccotiâ€? e “Lo strano percorsoâ€?. Nel 2008 esce il suo primo romanzo, “Per prendersi una vitaâ€?, portato in giro come fosse un cd con un minitour nelle principali librerie italiane. L’ultimo album è stato pubblicato quest’anno, subito dopo Sanremo, e conferma lo stile forse un po’ populista ma straordinariamente efficace di Max Pezzali. Si intitola “Il mio secondo tempoâ€? e contiene alcune tracce interessanti

come la canzone che dĂ il titolo al cd o il nuovo singolo “Crediâ€?, un brano che ruota attorno al tema dell’autostima, supportato da un bel video attualmente in programmazione. Un disco, anche questo, apprezzato dal pubblico, che conferma non solo la bravura del cantautore pavese ma anche le sue buone intenzioni nell’indirizzare gli ascoltatori verso la speranza e la fiducia, merci rare di questi giorni. Un cantante ma anche un educatore quindi, che cerca di mantenere saldi alcuni principi educativi che oggi paiono tramontati. Per tutti i bresciani, giovani e brizzolati, l’appuntamento live con Max Pezzali è alla Fiera di Brescia (PalaEib) il 6 maggio, per un concerto che farĂ sicuramente assaporare, oltre a molte belle canzoni, anche le buone vibrazioni che la musica pop, almeno in questo caso, riesce a dare.

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,O SURJUDPPD WDURFFDWR GHL YLVWL H ULYLVWL Una delle caratteristiche più evidenti della televisione è la sua autoreferenzialità. Per poter vendere al meglio un prodotto scadente è sempre utile puntare su una martellante campagna pubblicitaria che ripeta in continuazione meriti e qualità, utilità e necessità. La tv ci convince ogni giorno che non possiamo fare a meno di lei, che il servizio che svolge per noi è efficace e indispensabile. E così molti programmi si prostrano falsamente davanti al pubblico per convincerlo che stare davanti allo schermo sia un privilegio, una fortuna. È quello che sta accadendo su Italia

1 ogni lunedì sera con “Uman Take Control”, un nuovo reality prodotto da Endemol Italia. Il programma può essere definito un “format al risparmio”: il pubblico dei reality ha sempre bisogno di nuove icone da adorare, si sa. Ma perché le produzioni televisive devono spendere tempo ed energie per creare nuovi personaggi, quando si possono riesumare centinaia di vecchie glorie? Il gioco è semplice, basta attingere ai cast di tutti i reality-show che da anni tartassano il pubblico italiano. Si raduna una dozzina di ex vip della tv e li si usa come saltimbanchi e giullari, tutti insieme. Non importa

se gli astanti siano nati in programmi diversi e concorrenti fra loro, la paternità di un idolo mediatico non è mai precisa, nessuno può reclamare il possesso di un vip: è un “patrimonio dell’umanità…” e l’umanità è patrimonio della pubblicità. “Uman Take Control” ha continue interruzioni pubblicitarie, in questo caso più piacevoli del programma stesso. La regia è confusa: microfoni erroneamente aperti, ritardi negli effetti speciali e nei replay, inquadrature fuori asse. I conduttori riescono a salvarsi per la loro esperienza: Rossella Brescia ha ormai quasi 40 anni e il Mago Forrest se la cava con

la sua ironia. Ma il canovaccio della trasmissione è obiettivamente ridicolo: una gara a punti fra ex concorrenti di reality, che dal dimenticatoio cercano gli ultimi attimi di notorietà. Un incomprensibile mix fra “Giochi senza frontiere” e il “Grande Fratello”. Ma in effetti cos’altro saprebbero fare gli ex personaggi di un reality? Non sono diventati famosi perché sanno fare qualcosa di speciale; non si battono a favore di una giusta causa; il loro passato non è degno di nota; e visto che in questo format non si punta sui litigi e sui tradimenti, vengono vestiti con delle tutine colorate e usati come fossero birilli.

L’idea del programma è spesso ribadita: l’obiettivo è riscattarsi dalla notorietà ottenuta dalla tv, scendere dal trono mediatico e tornare a essere “un po’ più umani”: un ovvio controsenso, considerando che la scelta di apparire ancora una volta in tv rivela e conferma la necessità dei partecipanti di essere ancora per una volta tele-ammirati dal pubblico affezionato che li credeva scomparsi per sempre. In 10 anni di reality-show, fra nani palestrati e ballerine isteriche, isole e fattorie, abbiamo ormai visto tutto. La tv ha esaurito le idee? Niente paura, le basta ricominciare da capo.


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uanti non hanno desiderato, almeno per un attimo, di tornare indietro e poter rivivere la propria vita? L’opportunità è concessa a Colter Stevens (Jake Gyllenhaal), il protagonista di “Source Codeâ€?, purtroppo con alcune limitazioni: la principale consiste nel fatto che l’esistenza in cui viene calato è quella di qualcun altro. E non gli è dato di ripercorrerla per intero, ma solamente per otto minuti replicabili (quasi) all’infinito. Il film di Duncan Jones – che si è fatto notare all’esordio con “Moonâ€?, un film di fantascienza originale e meditativo – propone allo spettatore un continuo viaggio di andata e ritorno fra due interni. Il primo è lo scompartimento del treno per Chicago sul quale il capitano Colter Stevens, pilota dell’esercito comandato in Afghanistan, si sveglia improvvisamente come dopo un brutto sogno. Che in realtĂ deve ancora cominciare: Colter non sa dove si trova, mentre l’affascinante sconosciuta di fronte a lui (Michelle Monaghan) insiste a chiamarlo Sean e sembra convinta di conoscerlo bene. Il secondo ambiente è la capsula di metallo claustrofobica e malfunzionante in cui Colter si materializza dopo che un’esplosione ha polverizzato

il treno. Da uno schermo una donna in divisa (Vera Farmiga) e il suo ambiguo superiore (Jeffrey Wright) lo mettono lentamente a conoscenza della sua condizione. Ăˆ diventato l’ingranaggio di un programma – il Source Code, appunto – che gli permette di incarnarsi negli ultimi otto minuti di un uomo morto in un attentato terroristico; per cercare, nel minuscolo segmento di sopravvivenza che ogni volta gli rimane, di scoprire chi sia stato l’attentatore. Il viaggio nel tempo, la possibilitĂ di modificare o meno il passato sono temi ampiamente sfruttati nel cinema di fantascienza. E diciamo subito che, come altri predecessori, anche “Source Codeâ€?, nei troppi finali che accumula, riesce a trasformare la normale inverosimiglianza di questo genere di situazioni in esibita assurditĂ . Prima di arrivare a quel punto, però,

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il regista orchestra un meccanismo coinvolgente, un thriller che corre a velocitĂ disperata per scovare gli indizi di un crimine negli interstizi che il passato ha lasciato aperti. Dapprima riluttante, il protagonista entra sempre piĂš in profonditĂ nella parte che gli è stata assegnata. Impara ad anticipare i minuti, arriva ad accarezzare l’idea di poter letteralmente ingannare il tempo. Nella speranza di salvare la donna di cui si sta innamorando: perchĂŠ il film innesta nell’avventura anche una singolare e romantica storia d’amore, capace di consolidarsi nello spazio di pochi minuti. Appesa all’angoscia della morte che incalza: “Cosa faresti se sapessi di avere solo un minuto da vivere?â€?. Il racconto propone cosĂŹ anche un invito a osservare con piĂš consapevolezza i mille dettagli che, in ogni istante, possono dare densitĂ all’esistenza. “Source Codeâ€? è anche una efficace prova di virtuosismo tecnico, per l’abilitĂ con cui il regista si muove negli spazi ristretti del vagone producendo continuamente nuovi punti di vista. Lo stesso avviene nel laboratorio militare da cui l’ufficiale Goodwin segue le sorti di Colter. Anche qui l’orizzonte si amplia a poco a poco, fino a svelare una veritĂ che spinge la mente oltre i confini della morte.

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Pro Brixia, in collaborazione con Aib, Ubi Banca e Banco di Brescia, ha organizzato dal 9 all’11 maggio prossimi una missione d’affari in Turchia. In vista dell’appuntamento presso il salone conferenze della Camera di commercio si tiene, a partire dalle 15 del 5 maggio, un seminario sul tema “Turchia: opportunitĂ di business per le imprese brescianeâ€? con la presenza di interlocutori delle realtĂ che hanno promosso la missione d’affari e del mondo economico turco.

Torna in scena la grande vetrina in rosa del panorama enoico nazionale: sarĂ Moniga del Garda, la cittĂ del chiaretto, ad ospitare, il 4 e 5 giugno 2011, la quarta edizione di “Italia in Rosaâ€?, la rassegna nazionale dei rosati d’Italia e per la prima volta anche dall’estero, che rappresenta un evento unico nel suo genere per una tipologia che sta tagliando sempre nuovi e interessanti traguardi. Obbiettivo prioritario della manifestazione è quello di mettere a confronto

le migliori tipologie italiane di rosè, sia fermi che spumanti, anche se a dominare la scena sarĂ naturalmente il “padrone di casaâ€?, ovvero il chiaretto Garda Classico: un vino che anche nel 2010 ha vissuto un anno di costante crescita e che punta ora a consolidare gli eccellenti risultati di questi ultimi anni grazie alla nuova doc Valtenesi. La manifestazione sarĂ estesa anche alla ristorazione e vedrĂ alcuni dei migliori ristoranti della zona proporre un menĂš speciale.

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ezzo pieno o mezzo vuoto? Come è il bicchiere dell’Italia. L’economista Marco Vitale, presidente del Fondo italiano d’investimento, opta per la prima soluzione e intervenendo nel corso dell’assemblea annuale del Comitato piccola industria di Aib delinea il quadro economico attuale. Una situazione certamente difficile, ma che non deve portare gli imprenditori a scoraggiarsi poichĂŠ “ci sono basi solide su cui costruire il futuroâ€?. L’analisi di Vitale muove dalle due bufere che si sono abbattute sull’Italia. Da un lato gli effetti della crisi economico-finanziaria mondiale, “che mentre segna dei recuperi congiunturali sul piano produttivo, è lungi dall’essere superata e che continua a lanciare tremende raffiche di tramontana sul fronte degli assetti finanziari, istituzionali, geopolitici, internazionaliâ€?, dall’altro vive “una grave crisi politica, istituzionale, morale, che rende

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vita organizzata, corruzione diffusa, giustizia e legalitĂ carenti, economia sommersa in crescita, mercato del lavoro ingessato, trend demografici e tasso di natalitĂ negativi, sistema fiscale opprimente, burocrazia pubblica parassitaria, economia duale, debito pubblico molto pesanteâ€?. La crisi mondiale ha mandato perciò un messaggio chiaro e inequivocabile: “Alcune di queste piaghe bibliche vanno realmente avviate a soluzione. Il tempo delle chiacchiere è scadutoâ€?. Vitale si dice però convinto che il bicchiere sia ancora mezzo pieno, poichĂŠ l’Italia può contare su alcuni punti di forza “che le permettono di uscire dalla bufera e ritrovare una collocazione accettabile nel nuovo mondo che si va delineandoâ€?. In particolare, l’economista si concentra su due punti: il valore dell’economia manifatturiera, e la buona situazione patrimoniale della maggioranza delle famiglie italiane. Innanzitutto, l’Italia ha infatti saputo difendere la

sua quota sull’export mondiale di manufatti intorno al 4,8% nella media 2004-2008, analoga a quella del periodo 2000-03, pur in presenza di una forte crescita dei Paesi emergenti. Il secondo fattore di tenuta è stato invece la buona situazione patrimoniale e finanziaria delle famiglie, “fattore che si ricollega al buon livello del risparmio e alla soliditĂ del sistema bancario. La crisi ha intaccato questa realtĂ ma essa resta come uno dei pilastri del sistemaâ€?. Come riconciliare quindi il bicchiere mezzo pieno con il sempre piĂš diffuso e profondo senso di disagio dominante? In primo luogo – secondo Vitale – l’industria manifatturiera “rappresenta solo il 25% dell’economia nazionale. Vi è tutta una grande area dei servizi e della Pubblica amministrazione che è dominata da inefficienze, prevaricazioni, posizioni monopolistiche, un’area che incide direttamente sulla qualitĂ della vita, sull’umore dei cittadini e sulla

produttivitĂ del sistema. Ăˆ soprattutto questa l’area che ci rende infeliciâ€?. L’infelicitĂ nasce pertanto dalla consapevolezza che con tutta una serie di disfunzioni “non andremo lontanoâ€?. Infatti, conclude Vitale: “La buona Italia produttiva, se lasciata sola, non potrĂ resistere a lungo. Ed anche la relativa ricchezza patrimoniale sulla quale ancora oggi possiamo contare è destinata a svanire. Il bicchiere è ancora mezzo pieno, ma è destinato a svuotarsi se non reagiremo con coraggio, luciditĂ e amore verso il nostro Paese, e se non investiremo per lo sviluppoâ€?.

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i è svolto a Brescia nelle giornate dal 14 al 16 aprile il terzo congresso mondiale di ossigeno-ozonoterapia. Nella splendida cornice del museo delle Mille Miglia, oltre 700 medici provenienti da tutto il mondo si sono confrontati sulla materia. Presidente del congresso Matteo Bonetti, responsabile del Servizio di neuroradiologia dell’Istituto clinico CittĂ di Brescia, considerato a livello mondiale uno dei pionieri nei trattamenti con ossigeno-ozono per il mal di schiena. Il congresso ha visto la partecipazione di medici giunti da 68 nazioni diverse con tut-

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Laserterapia Correnti Analgesiche Massoterapie Rieducazione e Riabilitazione Ozonoterapia Visite Specialistiche

¡ Tac ¡ Ecografie ¡ Ecodoppler ¡ Tecar ¡ Spine-Lab

di apertura ha visto la presenza del Marco Toma in rappresentanza del sindaco di Brescia Adriano Paroli, di Carmelo Scarcella direttore generale dell’Asl e di Raffaello Mancini presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia. Alla presentazione è intervento anche il questore di Brescia Enzo Montemagno. Durante la prima giornata di lavori sono state presentate le letture magistrali di Vijay Kumar, presidente della World Federation of Oxygen-Ozone Therapy e di Velio Bocci dell’UniversitĂ di Siena sullo stato dell’arte. A seguire sono stati consegnati i premi “France-

sco Riccardo Montiâ€? alla carriera a Marco Leonardi, ordinario di Neuroradiologia presso l’UniversitĂ di Bologna, fondatore insieme al prof. Bonetti dell’ “International Journal of Ozone Therapyâ€?, rivista scientifica indicizzata completamente dedicata all’ozonoterapia, al prof. He Xiaofung di Guangzhou, autore dei piĂš autorevoli lavori di ricerca sperimentale su animale, al professor Vjiay Kumar ed al prof. Velio Bocci. Il congresso è proseguito nella giornata di venerdĂŹ e sabato con la presentazione dei piĂš importanti lavori scientifici dedicati all’ossigeno-ozonoterapia a partire dai trattamen-

ti ormai consolidati per l’ernia del disco e la patologia infiammatoria acuta e cronica di piccole e grandi articolazioni e con una sessione completamente dedicata alla veterinaria. Dal 1857, anno 0 dell’ozonoterapia, sono passati circa 150 anni e la ricerca italiana nella materia è oggi considerata al primo posto a livello mondiale: gli studi scientifici e la tecnologia sono unanimemente riconosciuti come il meglio in assoluto, come è stato ampiamente ribadito durante questo terzo congresso mondiale di ossigeno-ozonoterapia ospitato dal museo della Mille Miglia.


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A meno di tre mesi dal via, l’undicesima edizione del Brixia Tour inizia a prendere forma. Pezzo forte della corsa a tappe bresciana (dal 20 al 24 luglio), la frazione con arrivo sull’impegnativa salita del Passo Maniva sulle cui pendici si giocheranno le sorti della gara. Una competizione che si preannuncia suggestiva oltre che di alto spessore tecnico, con la probabilità di un avvio spettacolare da Ponte di Legno e un finale che potrebbe essere

ospitato nella splendida cornice di Piazza Brà a Verona. Il patron dell’evento Giuseppe Bresciani non nasconde la volontà di accostare alla corsa il tricolore della bandiera nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dall’unità d’Italia. Lungo le strade della provincia bresciana si sfideranno alcuni tra i piÚ importanti campioni a livello italiano e internazionale. Già molte le formazioni del panorama mondiale che hanno inviato richiesta di partecipazione. (al.an.)

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a corsa piĂš bella del mondo: dal 1927 Brescia è una delle capitali mondiali dell’automobilismo. Una tradizione forte, fortissima, rispolverata a cavallo degli anni ‘80 da un gruppo di amatori che hanno riportato alla luce la leggendaria freccia rossa. Avvenimento di costume, che catalizza da 29 anni la curiositĂ di tanti, la Mille Miglia è una vera e propria corsa. Ma non di velocitĂ bensĂŹ di “regolaritĂ â€?. La BresciaRoma-Brescia in 3 giorni, con attraversamento di alcune delle piĂš belle zone del Belpaese, ha al suo interno diverse prove e prove speciali che si basano su peculiaritĂ quali il rispetto di determinati tempi e velocitĂ di crociera. In base dunque a questi criteri arrivano penalizzazioni e/o bonus che fino all’ultima tappa lasciano col fiato sospeso sia chi corre sia chi segue la carovana delle vetture storiche. 375 equipaggi iscritti e pronti a darsi battaglia per le italiche strade: tutti i continenti rappresentati con equipaggi provenienti dal Giappone, dall’Australia e dal Sud Africa. La partenza è come da tradizione da viale Venezia alle 19 del 12 maggio e poi via nel buio della notte verso Bologna attraversando Cento: nella cittĂ del Guercino l’arrivo di tappa prima della passerella verso la cittĂ felsinea dove la prima vettura dovrebbe giungere attorno a mezzanotte e mezza. Il 13 si ripartirĂ

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alla volta di Roma attraversando gli Appennini tagliati tra la Romagna e la Toscana, con sosta a San Sepolcro (Arezzo): l’arrivo previsto in serata a Roma. La sfilata avrà il suo punto di maggiore impatto all’arrivo a Castel Sant’Angelo. Il 14 il ritorno verso Brescia con partenza all’alba e sosta a Buonconvento (Siena), prima dell’arrivo a Bologna. L’omaggio a casa Ferrari e poi dritto verso Brescia dove

per le 22.30 in viale Venezia comparirĂ il primo equipaggio in quello che come al solito sarĂ un bagno di folla. Desenzano del Garda, Verona, Cento, Gambettola, Sansepolcro, Spoleto, Viterbo, Siena, Firenze, Bologna, Reggio Emilia, Parma e Cremona a fare sfondo a quella che sembrerebbe una follia, ma che al contrario è un’assoluta magia: una sinfonia unica di motori che affascina e come al solito vedrĂ

ai bordi delle strade migliaia e migliaia di persone pronte a emozionarsi al passaggio della freccia rossa. Nonni e nipoti, padri e madri che di notte cosĂŹ come di giorno faranno il tifo in favore dei concorrenti. Volti noti che vogliono provare l’ebbrezza di questa gara dal sapore unico: l’ex campione del mondo di Formula 1 Mika Hakkinen in coppia col nipote di Juan Manuel Fangio, al volante della vettura con cui il nonno arrivò sesto nel 1955. Tra gli iscritti anche il popolare “Mr. Beanâ€?, al secolo l’attore inglese Rowan Atkinson. Al via anche quest’anno l’equipaggio formato da Giuliano Canè e Lucia Galliani alla ricerca della loro 11° affermazione e vincitori anche dell’ultima edizione: la loro Bmw 328 millemiglia sembra essere decisamente ben tarata per la gara. Tutti comunque, da regolamento, al volante di vetture costruite tra il 1927 e il 1957, nel ricordo delle vetture che correvano la prima Mille Miglia, quella che ha creato la sua mitica leggenda.

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7UD EHQHGHWWD PDWHPDWLFD H LPSUHVD La serie A passa da qui, da casa, dal Rigamonti con una fermata intermedia a Cesena. Negli ultimi ďŹ ne settimana si sta con il cuore in gola, per la paura della Serie B, e invece il sorriso riafďŹ ora con una ebile speranza di riuscire nell’impresa. La matematica non condanna ancora. Benedetta matematica. Ogni settimana la sďŹ da compare sempre piĂš difďŹ cile, sempre piĂš da dentro o fuori. Impresa. Tutti gli scenari sono ancora possibili, con le piĂš disparate

combinazioni date da diverse situazioni. La migliore, quella piÚ auspicata e auspicabile, è quella dei nove punti su nove: Brescia a 40. Il calendario degli uomini di Iachini (nella foto), rispetto alle contendeti dirette è migliore: Catania in casa (attenzione al contropiede, perchÊ potrebbe bastare un punto), Cesena fuori (da scontro diretto) e Fiorentina nuovamente al Rigamonti (i viola dovrebbero essere in gita, visto che non hanno piÚ nulla

da chiedere al campionato). Non impossibile ma difďŹ cile. Impresa. Le concorrenti sulla carta dovrebbero fare piĂš fatica: il Lecce incontra in casa il Napoli (ancora alla caccia del secondo posto), va a Bari (è un derby) e ospita la Lazio (in lotta per il quarto posto); la Sampdoria parte con il Genoa (è derby), ospita il Palermo (che potrebbe ancora lottare per l’Europa) e chiude nella capitale con la Roma (ancora in lotta per un posto in Eu-

ropa). PiÚ facile per il Cesena che è ospitato dal Cagliari e, dopo Brescia, chiude col Genoa a Marassi. Ci sono poi altre situazioni complicate che dipendono dai risultati delle altre squadre. La matematica, benedetta, dice che potrebbero bastare anche cinque punti, ma, meglio puntare in alto. In piÚ servono i bresciani allo stadio. Promozioni per domenica: biglietti da 5 a 50 euro (in tribuna centrale). Stadio pieno? Impresa!


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delle categorie open maschile e femminile, cosĂŹ come i funamboli del calcio a 5. Sabato si giocherĂ per l’oro provinciale under 14 e juniores di pallavolo; open di pallacanestro; under 14, allievi ed Elite di calcio a 7. Allo stadio Menti di Montichiari, invece, la ďŹ nalissima del calcio a 11. Domenica riettori puntati su tennis tavolo, top junior e open misto del volley; juniores e top junior del calcio. Anche il polisportivo avrĂ la sua festa conclusiva, in serata chiuderĂ il calcio femminile.

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al regionale al provinciale. L’annata polisportiva continua senza soste per il settore giovanile del Csi. Lo scorso fine settimana il basso Garda ha vissuto il secondo atto del Meeting Polisportivo, al quale hanno preso parte formazioni di calcio, pallavolo e basket provenienti da tutta la Lombardia. Anche il presidente nazionale Massimo Achini ha preso parte all’evento: “Sono sempre contento di essere ad una manifestazione unica nel suo genere – ha affermato il massimo dirigente arancioblu – e trovo che sia la miglior risposta possibile agli eccessi di agonismo, anche giovanile, con cui purtroppo sempre piĂš spesso abbiamo a che fare ai giorni nostri. La parola chiave credo sia proprio “polisportivoâ€?. In questo termine c’è tutto il messaggio del Csi, la somma di gioco e di sport, ma anche l’incontro tra le persone. Mi piace poi sottolineare l’immenso sforzo che tutta l’organizzazione sta facendo per gestire questo evento. Non dobbiamo mai dimenticare che chi è qui a lavorare lo fa solo per la sua grande passione, e lo fa sempre ottimamenteâ€?. Il valore dell’esperienza polisportiva è tutto nello stupore del portavoce di una delle tante societĂ presenti al Meeting: il Gs Veduccio. â€œĂˆ la nostra prima partecipazione. Sono rimasto molto colpito da due cose: prima di tutto è straordinario vedere un intero villaggio turistico occupato solo da bambini che hanno cosĂŹ la possibili-

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L’oratorio S. Andrea di Concesio sarà il punto di ritrovo per la marcia di regolarità . La scelta di questa disciplina nasce dal desiderio di dare risalto a un’attività in cui tanto i giovani quanto gli adulti abbiano la possibilità di confrontarsi sui medesimi percorsi. Ogni minuto partirà una pattuglia di 3/5 atleti che terrà conto di un ordine di partenza prestabilito, pubblicato sul sito del comitato da domani sera. La gara si svolgerà su sentieri sterrati per un percorso fra i 4 e i 5 km. La classifica finale sarà determinata dal minor valore nella somma delle penalità conseguite sull’intero percorso. La graduatoria ufficiale sarà pubblicata su www.csi.brescia.it.

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La santitĂ di Paolo VI Egr. direttore, veniamo da un fine settimana intenso, in cui abbiamo avuto la gioia di assistere, attraverso i media, alla veglia di preghiera e poi alla cerimonia di beatificazione di papa Giovanni Paolo II. Nell’omelia, Benedetto XVI ha citato piĂš volte l’importanza avuta dal Concilio Vaticano II come bussola per la missione apostolica di Papa Wojtyla. Ripercorrendone l’insegnamento, papa Benedetto ha affermato: “Il suo messaggio è stato questo: l’uomo è la via della Chiesa, e Cristo è la via dell’uomo. Con questo messaggio, che è la grande ereditĂ del Concilio Vaticano II e del suo ‘timoniere’ il Servo di Dio Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II ha guidato il Popolo di Dio a varcare la soglia del Terzo Millennioâ€?. A conclusione della giornata, riflettendo su queste parole, ho sentito, insieme alla gioia per la grande testimonianza del papa polacco, anche un po’ di (egoistico?) rammarico per il nostro ‘papa bresciano’, Paolo VI, che lo stesso Giovanni Paolo II venerava come testimone coraggioso della fede in anni difficili e che ha contribuito in modo determinante ad annunciare il messaggio di salvezza del vangelo all’uomo del nostro tempo. Per completare la corona di gemme dei grandi papi che hanno guidato la Chiesa nel secondo Novecento e di cui è stata riconosciuta la santitĂ , sarebbe bello venisse proposto come esempio anche la gemma preziosa dell’umile, mite, coraggioso e instancabile papa bresciano. Certamente egli dal cielo, a fianco di Giovanni XXIII e Giovanni Pao-

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lo II (e di papa Luciani) sorriderĂ di queste “piccolezzeâ€?, ma il giorno del riconoscimento pubblico della santitĂ anche di questo grande testimone sarĂ un’altra bella pagina di vita oltre che di storia della Chiesa. Michele Busi

Habemus Papam Egr. direttore, dopo aver sentito l’eco di alcuni editorialisti cattolici che invitavano a boicottare l’ultimo film di Moretti, Habemus papam, ho deciso senza alcuna remora di andare al cinema per vedere la pellicola incriminata. Per meglio gustarmela e poter avere una personale opinione in merito (cosa che credo ancora sia lecita per un cattolico) ho evitato di informarmi sulla trama,nĂŠ ho letto preventivamente i diversi giudizi critici. Debbo dire che a mio giudizio Moretti è riuscito a dare ritmo alla storia, che pure mi è sembrata alla fine carente nel non aver saputo (o voluto) raccordare la crisi tutta umana del neo pontefice con la critica generale ad una Chiesa in difficoltĂ a leggere i segni dei tempi. Eccellenti poi gli attori e incredibile l’umanitĂ di ogni personaggio. Mai ho avvertito poi una messa in discussione della “fedeâ€?, che per altro non è il motivo per cui l’appena nominato pontefice entra in crisi. Per questo mi amareggia, anche se non mi stupisce, la critica di alcuni mondi cattolici, che si sono differenziati dal plauso che invece ha tributato al film la radio Vaticana. Penso al vaticanista Izzo ed ai Papa boys, che – a sprezzo del ridicolo – dimostrano di essere meno tolleranti delle diverse categorie

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potenzialmente danneggiate dal film (penso, nell’ordine, a giornalisti, psicanalisti, poliziotti, guardie svizzere, che pure non hanno fiatato). Ad Izzo, se mai leggerĂ questa lettera, vorrei dire che il Vicario di Cristo e la Roccia su cui GesĂš ha fondato la sua Chiesa (come si esprime con ridicola enfasi), può essere tranquillamente restituito alla sua umanitĂ senza che ciò comporti blasfemia: lo stesso san Pietro, su cui si dice che la Chiesa trovi origine e fondamento, rinnegò tre volte il Cristo, non per mancanza di fede ma per debolezza umana. Direi in conclusione che il film di Moretti ha un’impronta assolutamente evangelica, nel suo trasudare di umanitĂ ; certo questo non piace e non piacerĂ mai a quei tanti cattolici che(da buoni moderni farisei) hanno solo dimestichezza con il potere, le forme e i riti della religione. Lettera firmata

Acqua, dono di Dio Egr. direttore, “Laudato si’, mi Signore, per sor’Acqua,la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.â€? (Francesco d’Assisi - Cantico delle creature). Utile, da essa dipende la vita di tutti gli esseri sulla Terra; pretiosa, non si deve sprecare, non si deve inquinare, non ci si può in nessun modo appropriare dell’acqua; casta, l’acqua è pura, inviolata e inviolabile. Il 12 e 13 giugno si può scegliere se lasciare tranquillamente e silenziosamente che l’acqua venga violata, stuprata, ridotta a merce, gestita da privati (o pseudo-pubblici) oppure se riaffermare il sacrosanto prin-

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cipio che sorella acqua è dono di Dio per la vita e per tutti gli esseri viventi. Credo che mai come in questa occasione sia stato chiesto al popolo di fare una scelta “vitaleâ€? come questa. Si sono messi in moto cittadini, associazioni di piĂš varia estrazione e credo per impedire questo disastro. Ma la massa silente e inebetita non deve sapere. Ecco quindi il grande silenzio dei media, delle televisioni, dei politici. Ecco quindi il grande lavorio del governo per tentare di intercettare la gente diretta ai seggi. Ecco gli sforzi per rendere vana la consultazione. Si dice che il grande rischio sia che passi il referendum sul legittimo impedimento, ovviamente molto sgradito al premier, ma il vero grande rischio per i poteri forti, questo magma trasversale che ammorba e inghiotte tutto e tutti, è che la gente blocchi la privatizzazione della gestione dell’acqua e, quindi, uno degli ultimi e piĂš grandi business mai realizzati dal capitalismo moderno e post-moderno. Si sforzano, insistono nel negare che la legge Ronchi parla di privatizzazione, ma di liberalizzazione: sofismi che stanno a nascondere la sostanza ed occultare il gravissimo rischio che soggiace in questa norma, per l’Italia e per l’umanitĂ intera. Ecco perchè parlare di scelta “vitaleâ€? non è esagerare ma dare la giusta dimensione alle cose. Ecco perchè il silenzio dei media e soprattutto dei media cattolici diventa piĂš pesante ed oscuro ed intollerabile. Come settimanale diocesano vi chiedo di intervenire nel dibattito ed informare, rendere la gente cosciente dell’importanza della partecipazione ad un voto perchè non vada persa forse l’ultima occasione per

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bloccare coloro che vogliono speculare sulla vita. Ah, come sarebbe bello se la Chiesa si impegnasse in questa battaglia con la stessa forza e spiegamento di mezzi che impiegò per la legge 40, questa volta non per bloccare ma per sollecitare la gente a partecipare. “Beati quelli che la sosterranno in pace, che da Te, Altissimo, saranno incoronatiâ€?. Stefano Catena

La morte di Bin Laden Egr. direttore non vi è dubbio che in chi ha sofferto, su di sĂŠ o sui propri cari, le conseguenze degli attacchi terroristici del 2001, la notizia della morte di Bin Laden abbia suscitato un sentimento di “salute emotivaâ€?. Non è però ammissibile dal punto di vista cristiano gioire per la morte di una persona. Ha fatto bene la Santa Sede a ribadire questo concetto. Esprimo tutta la mia solidarietĂ . Luigi Pazzini

La morte di Bin Laden/2 Egr. direttore non penso, diversamente da quanto dicono molti osservatori, che la situazione dopo la morte di Bin Laden sarĂ significativamente diversa per Israele. Se da una parte è un bene per il Medio Oriente che Osama Bin Laden, un simbolo per gli elementi piĂš estremisti, sia stato levato di mezzo, d’altra parte il centro delle sue attivitĂ non era Israele, ma piuttosto gli Stati Uniti e l’intero Occidente. Lettera firmata

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La beatificazione del Papa Egr. direttore tutte quelle persone accampate per ore, i viaggi in pullman per centinaia di chilometri, l’attesa notturna e anche inquieta, il pauroso addensarsi di folla: per cosa? Nostalgia, culto della personalitĂ , emotivitĂ ? Quel che Giovanni Paolo II ha fatto nella sua vita si è rivissuto e ricompreso domenica 1° maggio con chiarezza e commozione. “Non abbiate paura, aprite le porte a Cristoâ€? aveva detto all’inizio del suo pontificato, nel 1978: la stessa frase era su un grande striscione della piazza di ieri ed è stata ripresa da Benedetto XVI nell’omelia come “causa stessa del Pontificatoâ€? Paola Banti

L’uomo non è prodotto del caso Egr. direttore l’uomo non è il prodotto casuale dell’evoluzione, ma dell’Amore creatore e redentore di Dio che dĂ senso alla vita, ha spiegato Papa Benedetto XVI nella Veglia pasquale. “La nostra professione di fede inizia con le parole: “Credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terraâ€? – ha affermato il Pontefice –Se omettiamo questo primo articolo del Credo, l’intera storia della salvezza diventa troppo ristretta e troppo piccola. La Chiesa non è una qualsiasi associazione che si occupa dei bisogni religiosi degli uomini, ma che ha, appunto, lo scopo limitato di tale associazione. No, essa porta l’uomo in contatto con Dio e quindi con il principio di ogni cosa. Per questo

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Dio ci riguarda come Creatore, e per questo abbiamo una responsabilitĂ per la creazione. La nostra responsabilitĂ si estende fino alla creazione, perchĂŠ essa proviene dal Creatore. Solo perchĂŠ Dio ha creato il tutto, può darci vita e guidare la nostra vita. La vita nella fede della Chiesa non abbraccia soltanto un ambito di sensazioni e di sentimenti e forse di obblighi morali. Essa abbraccia l’uomo nella sua interezza, dalle sue origini e in prospettiva dell’eternitĂ . Solo perchĂŠ la creazione appartiene a Dio, noi possiamo far affidamento su di Lui fino in fondo. E solo perchĂŠ Egli è Creatore, può darci la vita per l’eternitĂ . La gioia per la creazione, la gratitudine per la creazione e la responsabilitĂ per essa vanno una insieme all’altra. Benedetto XVI ha quindi ricordato le parole di San Giovanni che, all’inizio del suo Vangelo, riassume il significato essenziale del racconto della Creazione. “Il mondo – secondo san Giovanni – è un prodotto della Parola, del Logosâ€?. “Logos significa “ragioneâ€?, “sensoâ€?, “parolaâ€?. Non è soltanto ragione, ma Ragione creatrice che parla e che comunica se stessa. Ăˆ Ragione che è senso e che crea essa stessa senso. Il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertĂ , bensĂŹ il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’amore, è la libertĂ . Qui ci troviamo di fronte all’alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede ed incredulitĂ : sono l’irrazionalitĂ , l’assenza di libertĂ e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertĂ , amore il principio

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dell’essere? Il primato spetta all’irrazionalitĂ o alla ragione? Ăˆ questa la domanda di cui si tratta in ultima analisi. Come credenti rispondiamo con il racconto della creazione e con San Giovanni: all’origine sta la ragione. All’origine sta la libertĂ . Per questo è cosa buona essere una persona umana. Non è cosĂŹ che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo si formò per caso anche una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa. Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina. E siccome è Ragione, essa ha creato anche la libertĂ ; e siccome della libertĂ si può fare uso indebito, esiste anche ciò che è avverso alla creazione. Per questo si estende, per cosĂŹ dire, una spessa linea oscura attraverso la struttura dell’universo e attraverso la natura dell’uomo. Ma nonostante questa contraddizione, la creazione come tale rimane buona, la vita rimane buona, perchĂŠ all’origine sta la Ragione buona, l’amore creatore di Dioâ€?. Lettera firmata

Festa di Primavera Egr. direttore la fondazione educativa scuola materna G. Garibaldi di Orzinuovi organizza per il 20 maggio e il tema scelto è “Naturalmente‌ insiemeâ€?.Il tema della festa che si snocciola nell’arco

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dell’intera giornata, richiama l’ambiente ed i prodotti del nostro territorio, in particolar modo agli alimenti piĂš vicini a noi, quali il pane e i frutti del grano, il miele e i prodotti dell’alveare ed il latte con tutti i suoi derivati. Tematiche che durante l’anno scolastico hanno portato nelle classi della scuola esperti del settore, quali fornai, allevatori, apicultori, caseari... che, con specifici laboratori hanno fatto si che i bambini toccassero con mano prodotti e materiali utilizzati nelle varie lavorazioni, insieme alle visite guidate in allevamenti, fattorie, centri di produzione e di lavorazione delle materie prime, quali il mulino, il caseificio, la forneria..., si è potuto arricchire ancora di piĂš il bagaglio formativo e conoscitivo della ricca produzione propria del nostro territorio. Frutto di questo lavoro meticoloso da parte del personale insegnante della scuola, si è concretizza una collaborazione con realtĂ operanti nel settore agronomo, e la produzione di una mostra fotografica sull’ambiente che ci circonda realizzata dai bambini proprio per dare una prospettiva vista proprio dalla parte dei bambini. Sergio Tironi

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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