La Voce del Popolo 2011 32

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“Lontaniâ€? è espressione abituale per dire: coloro che non sono dentro la Chiesa, o che si sono allontanati. Ma in realtĂ chi è lontano e chi è vicino? Siamo tutti lontani, poichĂŠ stiamo tutti cercando la via, o cercando di seguirla; e al tempo stesso siamo tutti abbracciati da un pastore fedele, benchĂŠ misterioso. L’amore è qui. Vicino. Mi piace camminare sulla strada di tutti, senza scalini in mezM zo; cercare e imparare con gli altri. La mia ricerca è iniziata zo da lluoghi remoti, dalle medesime lontananze: non ho la pretesa di sapere nĂŠ di essere esente da fratture. Il cammino cristiano sembra una discesa verso l’humus, piĂš che un’ascesa verso il cielo. Paradossalmente – perchĂŠ paradossale è il Vangelo – mi sono accorParadossa scendiamo in basso, piĂš Lui è oltre, sta sempre piĂš in basso di ta che piĂš sc potrebbe fare diversamente poichĂŠ ha scelto il luogo piĂš adatto noi, e non potr a raccogliere ttutti. Siamo attesi lĂŹ, insieme.

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Libia. I cristiani di Tripoli e la sorte del Rais

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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Manovra ed enti locali. Comuni con contratto a tempo determinato

ÍšÍ Â…Â…ÂŽÂ‡Â•Â‹Âƒ 1° settembre. Custodire il creato accogliere l’uomo

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‹Î –ƒ••‡ ’‡” Â?‘Ž–‹ Paradossale la parabola politicoeconomica di Silvio Berlusconi: vinte le elezioni del 2001 con lo slogan “Meno tasse per tuttiâ€?, sta concludendo la sua esperienza governativa con la realtĂ di piĂš tasse per molti. La serie di manovre economiche messe in atto (tardivamente e in tutta fretta) per rispondere alla speculazione finanziaria che ha preso di mira i nostri conti pubblici, è il risultato di un mix tra tagli di spesa (alcuni strutturali, altri temporanei) e incremento della pressione fiscale. La fretta, e questa è un’aggravante poichĂŠ il problema dell’insostenibilitĂ dei nostri conti pubblici è stato negato fino all’altro ieri, ha portato a salassare tre categorie sociali facili da colpire: i dipendenti pubblici, i pensionati e coloro che

dichiarano redditi medio-alti. Se i dipendenti pubblici devono ancora una volta stringere la cinghia (sono previsti tagli alle Province e agli enti minori, progressiva riduzione degli organici, differimento di due anni del pagamento del tfr, nuove norme sulla trasferibilitĂ del personale dentro la pubblica amministrazione e altro ancora), risulta assai sgradevole l’aggravio di tassazione previsto per coloro che dichiarano piĂš di 90mila euro (+5%) e 150mila (+10%), giĂ oberati da una maxi tassazione del 43%. Se risponde a criterio di equitĂ l’aver chiesto a chi piĂš ha, è altrettanto vero che si chiede a chi generosamente dĂ tutti gli anni proprio perchĂŠ costretto a denunciare fino all’ultimo euro guadagnato. Mentre sfuggono proprio gli evasori fiscali. Ma l’esigenza di fare cassa subito non ha guardato per il sottile questo distinguo pur rilevantissimo in sede di equitĂ . Rimane che mezzo milione di italiani saranno costretti a versare all’Erario un’altra fetta

del proprio reddito, quando ormai è accertato che l’evasione fiscale sottrae al Fisco italiano qualcosa come 120 miliardi di euro l’anno: un’enormitĂ , una cifra tale che ci permetterebbe di dimezzare il nostro debito pubblico in soli otto anni. Insomma è una bella fetta di ceto medio a pagare il conto che l’Unione europea ci ha presentato per sostenere il corso dei nostri titoli di Stato, i cui valori erano in caduta libera. In attesa poi delle norme che rivoluzioneranno l’assistenza sociale, le agevolazioni fiscali a famiglie e imprese e al non profit: saranno lacrime e sangue pure in quell’occasione. Che sia stata una manovra d’urgenza lo testimoniano non solo i tempi, ma pure la mancanza di misure che parallelamente all’inasprimento fiscale prevedessero politiche di sviluppo economico. Oppure si può definire tale la norma, passata sotto traccia ma ben piĂš “rivoluzionariaâ€? rispetto al taglio di qualche Provincia o dei voli di Stato per i parlamentari,

che prevede la possibilitĂ data alla contrattazione collettiva di superare i limiti ai licenziamenti stabiliti dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Insomma dalla finestra sta entrando il concetto che un licenziamento, seppur senza “giusta causa o giustificato motivoâ€?, non comporta piĂš il reintegro nel posto di lavoro ma solo un risarcimento di tot mensilitĂ . Disciplina che ci viene richiesta dall’Unione europea per sbloccare un mercato del lavoro ritenuto “rigidoâ€? e diseguale: regole diverse in aziende con piĂš o meno di 15 dipendenti; tra lavoratori contrattualizzati e quelli “precariâ€?. Però i sindacati se ne sono ovviamente accorti, e l’iter della norma non sarĂ certo in discesa, come pure qualsiasi altro aggravio delle condizioni di pensionamento, soggette a continue restrizioni. Nel mirino ci sono ora le pensioni di anzianitĂ , quelle che combinano anni di contributi (35) ed etĂ (61-62 anni). Ǥ ͙͜

͛͛ —Ž–—”ƒ ‡ …‘�—�‹…ƒœ‹‘�‡ Obiettivo: invecchiare felicemente

͙͜ …‘�‘�‹ƒ Vendemmia. Caporalato nelle vigne bresciane?

Í›Í ÂƒÂ”Âƒ ‘…‡ Gite. Valtrompia, tra paesaggi, musei e chiese


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