La Voce del Popolo 2012 05

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Anche se è ancora inverno, si può giĂ pensare alla primavera. Si può soprattutto gioire di quella “primaveraâ€? che rappresenta ogni nascita. Nel nostro mondo purtroppo la vita umana non è sempre sostenuta: talora viene desiderata ardentemente, talora rifiutata e disprezzata, specie se debole o “importunaâ€? (perchĂŠ non “arrivataâ€? al momento giusto che, naturalmente, è quello che si è pre-fissato). NĂŠ sono da dimenticare le mamme che si trovano in seria difficoltĂ nei confronti di una vita da accogliere. Come cristiani siamo chiamati a ricevere e testimoniare con gioia il “Vangelo della vitaâ€?, offertoci in Cristo Signore, “via, veritĂ e vitaâ€?. Insieme alla preghiera – sempre necessaria – vogliamo anche impegnarci nella promozione concreta della vita in tutti i suoi momenti. Tra le molte valide iniziative, suggerirei il “Progetto Gemmaâ€?: assicurare – personalmente o come gruppo (famiglia, classe‌) – a una gestante in difficoltĂ la necessaria serenitĂ con un aiuto per alcuni mesi prima e dopo la nascita del/la bimbo/a. Anche se è ancora inverno, si può giĂ â€œcreareâ€? un po’ di primavera!

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Unione europea. A 20 anni dalla firma di Maastricht

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͛͘ ……Ž‡•‹ƒ L’attenzione quotidiana alle persone ammalate

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ƒ…‡„‘‘Â?ÇŁ †‘’‘ Ž‘ •‰‘Â?‡Â?–‘ ChissĂ che sgomento devono provare papĂ e mamme leggendo la notizia di una ragazzina tredicenne che si è “innamorataâ€? su Facebook ed è ďŹ nita sul marciapiede, a prostituirsi. Sgomento, perchĂŠ chi è genitore di un adolescente sa bene che il proprio ďŹ glio e la propria ďŹ glia sono immersi in un mondo dove non mancano i pericoli e le sďŹ de e percepisce ancora di piĂš l’incertezza, l’impotenza a volte, l’impreparazione di fronte a pericoli che si nascondono dietro l’angolo vicino, addirittura nella cameretta di casa, dove il pc, o il telefonino, possono diventare improvvisamente un buco nero e uno spauracchio terribile. I fatti, in questo caso, riguardano una tredicenne del Varesotto che chattando su

Facebook si è innamorata di un presunto diciassettenne, in realtĂ un giovane di 24 anni. Lei è addirittura scappata di casa, inseguendo il grande amore e i carabinieri l’hanno ritrovata in un appartamento di Milano, dove sarebbe stata costretta a prostituirsi. Alcune cronache fanno immaginare che la ragazzina ritrovata non si fosse nemmeno resa conto dell’enormitĂ della cosa: avrebbe sostenuto di aver solo seguito il suo amore, che salutava baciando mentre veniva portato via in manette. Torna lo sgomento. E viene da immaginare questa ragazzina immersa in sentimenti e pensieri piĂš grandi di lei – come avviene quasi normalmente a quell’età – questa volta ampliďŹ cati dalla potenza di internet, di un mondo virtuale che sembra dare corpo a ogni desiderio. Travolta, scollegata – lei sĂŹ – dal mondo reale che ai grandi slanci fa seguire sempre, senza sconti, la fatica dei fatti “duri e cocciutiâ€?. Quanto

hanno bisogno, questa tredicenne e i tanti suoi coetanei, di non perdere il contatto con la realtĂ , di poter individuare la differenza tra virtuale e reale, di misurare il proprio invadente e straordinario mondo interiore con adulti in carne e ossa, tutti i giorni, impegnati nella fatica della cura. Ăˆ il compito educativo che coinvolge tutti, non solo i genitori nei confronti dei propri ďŹ gli, ma una comunitĂ intera, che è coinvolta insieme, perchĂŠ siamo tutti sulla stessa barca e perchĂŠ l’educazione – e la paternitĂ e maternità – è compito condiviso. Viene da pensare anche ai papĂ e alle mamme, che magari comprendono al volo questa responsabilitĂ e ancora di piĂš avvertono povertĂ di mezzi e inadeguatezza delle proprie risorse rispetto a un mondo che corre e ogni giorno presenta nuove sďŹ de e opportunitĂ che possono diventare trappole. Sembra di sentire la richiesta di aiuto: come

si fa, ad esempio, a “controllareâ€?, a “guidareâ€? ragazzini stimolati in mille modi a misurarsi con cose ben piĂš grandi di loro, a guidare la Ferrari appena dopo aver imparato a stare in bicicletta? Ecco, il caso del Varesotto grida una volta di piĂš la necessitĂ di alleanze educative, di attenzioni e collaborazioni tra le famiglie, la scuola, le associazioni, la Chiesa e quant’altro. I mass media. PerchĂŠ no? Informare, far conoscere, stimolare la riessione... anche cosĂŹ si aiuta la responsabilitĂ condivisa. Senza paura, perchĂŠ spesso è cattiva consigliera. Ma con coraggio e con ďŹ ducia negli stessi ragazzi e giovani, perchĂŠ hanno grandissime risorse, slanci, passioni. Unite e accostate a quelle di adulti che vogliono bene, che stanno vicini, che si aiutano a vicenda e si soccorrono anche negli insuccessi, pronti a ripartire, concentrati nella “curaâ€?, queste risorse piano piano trovano strada, lasciando da parte le scorciatoie illusorie.

͛͞ —Ž–—”ƒ ‡ …‘�—�‹…ƒœ‹‘�‡ Incontri. Don Giacomo Panizza

͚͜ …‘�‘�‹ƒ Famiglie e crisi: ecco come sbarcare il lunario

ÍœÍ? ’‘”– Brescia calcio. I nuovi volti per il rush finale


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Sono giĂ aperte le iscrizioni per il “Treno Speciale BresciaCormanoâ€? che Ufficio diocesano per la famiglia e Brevivet hanno prediposto per facilitare la presenza dei bresciani alla celebrazione che chiuderĂ il 7° Incontro mondiale delle famiglie, in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. “La scelta del treno – ha affermato don Giorgio Comini, direttore dell’Ufficio famiglia – è stata dettata dalla considerazione

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che la presenza di Benedetto XVI darà vita a un’ampia partecipazione popolare�. Grazie al treno speciale i bresciani (parrocchie, gruppi e singoli) avranno modo di arrivare proprio a ridosso dell’area dell’aeroporto di Bresso (zona nord di Milano) scelta per la veglia del sabato sera e per la celebrazione conclusiva, evitando i disagi del viaggio in auto o con altri mezzi. Il treno predisposto per 600 persone partità dalla stazione

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’appuntamento con Milano l’aveva giĂ lanciato Benedetto XVI a conclusione del 6° Incontro mondiale della famiglia celebrato a CittĂ del Messico nel gennaio del 2009. “Sono lieto di annunciare – erano state le parole dall’incontro messicano – che il 7° Incontro, Dio volendo, si terrĂ in Italiaâ€?, a Milano appunto. L’appuntamento con le famiglie del mondo, fortemente voluto da Giovanni Paolo II che lo lanciò nel 1997 con la prima edizione di Rio de Janeiro, è ormai dietro l’angolo. Mancano, infatti, poco meno di cinque mesi alla data del 30 maggio che segnerĂ l’avvio dell’incontro. La macchina organizzativa, al lavoro giĂ dal giorno successivo alla chiusura dell’incontro di CittĂ del Messico, sta girando a pieno regime. non solo per gli aspetti pratici. Le Chiese locali stanno lavorando perchĂŠ, come sottolineato anche dal Papa nella lettera del 23 agosto 2010 con cui rinnovava ufficialmente l’appuntamento di Milano, “le famiglie cristiane e le comunitĂ ecclesiali di tutto il mondo

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abitano lo spazio sociale e vivono il tempo umano. Bisogna ritornare a evangelizzare questi luoghi e questi spazi per difendere e promuovere la persona umana e la famigliaâ€?. Anche la Chiesa bresciana ha da tempo attivato occasioni straordinarie di preparazione all’incontro di Milano per favorire la riflessione e la condivisione sulle tematiche proposte e per incentivare la partecipazione agli appuntamenti milanesi. “Due – continua don Comini – sono i momenti salienti dell’incontro: il convegno internazionale, dal 30 maggio all’1 giugno presso la zona Fiera, e il momento di festa e di preghiera con Benedetto XVI il 2 e 3 giugno presso l’ex aeroporto di Bressoâ€?. Lasciando piena libertĂ a ogni comunitĂ parrocchiale, istituto religioso o associazione di progettare la propria partecipazione (registrazione obbligatoria sul sito www.family2012.com), l’Ufficio di pastorale familiare della diocesi è al lavoro per la definizione di una delegazione bresciana, 50 persone che giĂ si occupano di pastorale familiare e sociale, che prenda parte ai giorni

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Nelle foto pubblicate a destra viene ripercorsa la storia degli Incontri mondiali della famiglia. Si tratta di un cammino avvio nel 1997 da Giovanni Paolo II che convocò le famiglie di tutto il mondo a Rio de Janeiro. Nel 2000 l’appuntamento si tenne a Roma, nell’ambito del grande Giubileo. SeguĂŹ l’incontro di Manila del 2003. Benedetto XVI ha raccolto il testimone del suo predecessore con gli incontri di Valencia (2006) e di CittĂ del Messico (2009).

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di Brescia alle 5.30 di domenica 3 giugno per arrivare, senza fermate intermedie, alla stazione di Cormano in tempo utile per accedere con calma agli spazi della celebrazione. Per accedere alla celebrazione del Papa sarà necessario il pass rilasciato previa iscrizione online al sito www.family2012.com attivato dalla Fondazione Milano, la realtà creata dalla diocesi ambrosiana per l’Incontro. Il treno ripartirà per Brescia alle

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del convegno. In collaborazione con Brevivet, don Comini e i suoi collaboratori hanno messo a punto anche un treno speciale per i bresciani che il 3 giugno intendono partecipare alla celebrazione conclusiva presieduta da Benedetto XVI. A guidare il gruppo sarĂ lo stesso vescovo Luciano Monari. Brescia, però, sta lavorando anche sul (piĂš impegnativo) versante dell’accoglienza. Il pomeriggio del 31 maggio, infatti, dovrĂ ospitare 1300 convegnisti per uno dei 12 appuntamenti di approfondimento dell’Incontro previsti in cinque diocesi della Lombardia. Il tema indicato per la giornata bresciana sarĂ â€œLa santitĂ nella vita familiare via originale di santificazione nel lavoroâ€?. Il lavoro in corso è febbrile e tiene sotto pressione don Comini e l’intero ufficio famiglia. Ma l’appuntamento di Milano sta rappresentando uno stimolo importante alle iniziative in tema di pastorale familiare che singole parrocchie o zone della diocesi stanno realizzando. Leno, Palazzolo sull’Oglio e la parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa di Brescia sono solo tre esempi del grande sforzo che la Chiesa bresciana sta profondendo sul fronte dell’attenzione alla famiglia in prospettiva, ma non solo, dell’Incontro di Milano.

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Sono cominciati nel piĂš stretto riserbo a Doha, in Qatar, gli incontri tra responsabili statunitensi e esponenti del movimento dei talebani, per preparare il terreno al processo di pace per l’Afghanistan. Lo hanno riferito fonti vicine al movimento precisando che “non è il caso di parlare di negoziato di pace, poichĂŠ si è ancora in una fase molto iniziale di un lungo processoâ€?. Entrambe le parti, come riferito dalla stampa pakistana nei giorni scorsi, avrebbero posto diverse

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condizioni solo per sedersi allo stesso tavolo: i talebani avrebbero chiesto la scarcerazione dei prigionieri afghani ancora detenuti nella prigione di Guantanamo, a Cuba, mentre Whashington avrebbe sottoposto alla rinuncia della violenza ogni possibilitĂ di avviare una trattativa. Fonti del quotidano americano ‘New York Times’ hanno confermato che il primo incontro preliminare si sarebbe focalizzato su “misure per la costruzione di un clima di

fiducia reciprocaâ€?. La delegazione dei talebani sarebbe stata composta da un gruppo ristretto di sei/otto persone, tra cui un segretario personale del mullah Mohammed Omar, guida suprema del movimento, e alcuni ex esponenti di governo. Sugli incontri pesa l’ostilitĂ del governo afghano, e il distacco di quello pakistano, entrambi esclusi dalle trattative. Per rientrare in partita, Kabul starebbe cercando di organizzare una ‘propria’ sessione di colloqui in Arabia Saudita.

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l 7 febbraio 1992 fu firmato a Maastricht il trattato piÚ importante nella storia della costruzione europea dopo quello di Roma del 1957. Il trattato che sanciva l’unione economica, monetaria e politica, veniva soltanto pochi anni dopo la caduta del Muro di Berlino, la riunificazione della Germania, il crollo dell’Unione Sovietica. Ne era una conseguenza indiretta. Apriva nuovi ed ampi campi di azione per un’Europa nuova, che non sarebbe piÚ divisa. Sorpassava l’obiettivo economico della Comunità economica europea fondata 35 anni prima, di creare un mercato comune. Il trattato testimoniava una nuova volontà di andare verso un’unione politica piÚ forte con la definizione di una cittadinanza europea, di un allargamento delle competenze comuni (educazione, cultura, salute, trasporti, politica industriale, politica sociale ... ), cooperazione rafforzata nella politica estera e nel campo della giustizia e della sicurezza. Il punto forse piÚ importante fu l’unione economica e monetaria che avrebbe portato alla moneta comune con una Banca centrale europea. Il Trattato di Maastricht aveva la saggezza di equilibrare l’insieme della costruzione con l’introduzione del principio di sussidiarietà preso in prestito dalla dottrina sociale della Chiesa. Quello di Maastricht resta, rileggendolo 20 anni dopo, un

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Mitterrand. Aveva la volontĂ di dare a tutti gli europei un sentire comune, con lo stesso passaporto per tutti, la libera circolazione dei cittadini e la definizione di uno spazio comune, ma anche il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo e una semplificazione delle decisioni con il voto maggioritario in seno al Consiglio europeo. L’anniversario del Trattato è oscurato dalla crisi dell’euro e delle finanze pubbliche e viene celebrato in un’atmosfera di paura e di morositĂ . Ma non si deve cedere al pessimismo. Maastricht ha avuto il coraggio di mettere in comune il cuore stesso

della sovranità degli Stati: la moneta, la difesa, la diplomazia, la polizia, la giustizia, e di dare agli europei una coscienza comune, nel rispetto, con il principio di sussidiarietà , dei caratteri propri di ogni nazione. Per la creazione della moneta unica, che sarebbe l’euro, il Trattato prevedeva diversi meccanismi di prevenzione e di sanzioni per evitare debiti e deficit di bilancio troppo alti. Ma non sono stati rispettati. La crisi viene non da un testo che secondo alcuni sarebbe stato malpensato, ma dall’irresponsabilità dei politici europei e dei diversi livelli nazionali.

8Q WUDWWDWR SHU OD QXRYD (XURSD Il trattato di Maastricht istitutivo dell’Unione europea, è stato ďŹ rmato il 7 febbraio 1992. La sua entrata in vigore, invece, risale all’1 novembre 1993 con validitĂ per gli Stati ďŹ rmatari (12 in prima battuta, cresciuti poi a 15). Il trattato ďŹ ssava, 20 anni fa, alcuni importanti obiettivi per la nascente Unione europea, veri e propri pilastri di questo cammino. Il Trattato metteva in chiaro la dimen-

sione comunitaria (le ComunitĂ e i vari Trattati); quella della politica estera e di sicurezza comune (Pesc); della cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (Gai). Il documento sottoscritto il 7 febbraio del 1992 modiďŹ cava anche a denominazione, da ComunitĂ economica europea a Unione europea, un passaggio importante da una dimensione economica dello stare insieme a una piĂš profonda,

culturale. Venica anche istituita la “cittadinanza europeaâ€?, si procedeva anche al rafforzamento della coesione economica e monetaria e futura creazione dell’Unione economica e monetaria (Uem) che avrebbe dovuto realizzarsi entro l’1 gennaio 1999; ampliamento o potenziamento delle politiche comunitarie (industria, sanitĂ , educazione, cultura, tutela dei consumatori...).

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confronto congiunturale e in diminuzione in termini tendenziali di 0,1 punti percentualiâ€?. Il numero dei disoccupati, pari a 22.430.000, aumenta dello 0,9% rispetto a novembre (20mila unitĂ ). L’incremento è dovuto esclusivamente alla componente maschile. Su base annua si registra una crescita del 10,9% (221 mila unita’)â€?. Quindi “il tasso di disoccupazione si attesta all’8,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,8

punti rispetto all’anno precedenteâ€?. Per quanto riguarda i giovani “il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 31%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto a novembre. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-34 mila unitĂ ) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattivitĂ si posiziona al 37,5%, con una essione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti su base annuaâ€?. Tra il 2005 e il 2010, è un altro dato che emerge dal

rapporto Istat, si riducono i ussi occupazionali nelle grandi imprese (con almeno 500 dipendenti). Il tasso di turnover annuo (deďŹ nito come somma dei tassi annui di entrata e uscita) passa da 270,0 movimenti per mille dipendenti nel 2005 a 236,2 nel 2010. Per quanto riguarda, poi, la scomposizione dei ussi in uscita per causa, il rapporto dell’Istat rileva che “il principale motivo di cessazione del rapporto di lavoro è la scadenza dei termini del contratto.

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giornali d’opinione e i maggiori esponenti dei partiti (a eccezione di Bossi e Berlusconi) hanno reso il dovuto onore alla memoria del presidente Oscar Luigi Scalfaro, mettendo il luce, insieme con l’irreprensibilitĂ della sua vita privata, le principali virtĂš dell’uomo pubblico: la coerenza dei comportamenti, la strenua difesa dell’obiettivitĂ (e perciò dell’imparzialitĂ ) della legge, il rigoroso rispetto delle prerogative dello Stato, compresa la sua laicitĂ , il riferimento costante alla volontĂ dei cittadini (e perciò dell’organo principale che li rappresenta, il Parlamento). Non va trascurato tuttavia un aspetto preminente della sua personalitĂ politica: egli fu, come i suoi predecessori Gronchi e Cossiga, un segno di contraddizione: la sua azione gli procurò di volta in volta estimatori e denigratori, ciò che accade per lo piĂš agli uomini non mediocri. Uomo della destra democristiana che faceva riferimento a Mario Scelba, non esitò, quando mutarono le condizioni politiche, a guardare a sinistra dove le sue istanze gli parvero meglio assicurate. Ma sempre conservando, nei riguardi dei partiti politici, un vigile senso critico. La sua candidatura alla Presidenza della Repubblica, nel ’92, non uscĂŹ dalle file della Democrazia cristiana dove premevano concorrenti politicamente piĂš autorevoli di lui. Con sorpresa di molti fu il radicale Marco Pannella a fare per primo il suo nome al quale molti attribuivano l’epiteto ironicamente spregiativo di clericale. Di fronte alle tendenze autoritarie che si profilavano nei governi di quegli anni, Scalfaro – che era stato in precedenza presidente

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le Cesare Previti. Egli non esitò a respingere l’ignominiosa proposta, sapendo, come ormai tutti sapevano e come poi i processi fino al terzo grado confermarono, che in veste di avvocato personale di Berlusconi, Previti aveva favorito illecite sentenze giudiziarie. Nacque da questo episodio l’inimicizia che separò per sempre i due presidenti. Il mandato presidenziale di Scalfaro si svolse nei torbidi anni che vedevano da un lato gli ultimi rigurgiti della sovversione brigatista e dall’altro il progressivo corrompimento di un sistema di potere che preludeva all’ineluttabile suo declino. Scalfaro assistette impotente, ma non inerte. Lo soccorreva la sua coerenza democristiana che gli permise di non identificarsi mai con gli uomini asserragliati nei palazzi del potere. Difensore intransigente dei valori cristiani, difendeva lo stesso con vigore i valori civili, mai venendo meno al principio che i diritti non possono essere separati dai doveri. Io, che ebbi frequenti occasioni di incontro con lui, fui testimone della sua umiltĂ e della sua affabilitĂ . Fu la sua autenticitĂ (cioè il rovescio dell’abituale costume politico incline alla simulazione) ad attirargli la stima dei giovani ai quali, pur essendo di una generazione cosĂŹ lontana, poteva parlare a fronte alta. La figlia che, scomparsa prestissimo la moglie, gli fu compagna solerte e silenziosa ha rivelato che sul suo capezzale erano sempre presenti tre libri: la Bibbia, le Fonti francescane (cioè tutte le testimonianze della vita di Francesco d’Assisi) e la Carta costituzionale. Quasi una sintesi di ciò ch’egli predilesse nell’intera sua vita.

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progetto per far conoscere in modo sempre piĂš adeguato uno strumento di comunicazione che vanta quasi 120 anni di storia. Da quel lontano 8 luglio 1893 quando vide la luce il primo numero di “Voceâ€?, con un editoriale in cui si dichiaravano gli intenti di questa nuova iniziativa editoriale (pensata in prima battuta da Giorgio Montini, padre di Paolo VI, e realizzata poi dal Beato Giuseppe Tovini), “Voceâ€? non ha mai mancato l’appuntamento settimanale

con i suoi lettori. Per qualche anno è stata costretta, a causa dell’aderenza a quel “fede, lealtĂ , coraggioâ€? (che da anni campeggia sotto la testata) evidentememte indigesto al regime fascista, a interrompere la sua presenza. Chiusa questa triste parentesi “Voceâ€? ha ripreso il suo cammino che oggi ne fa una delle testate piĂš longeve del panorama bresciano. Una longevitĂ che è andata di pari passo con la volontĂ di leggere con occhi cristiani i tempi in costante

evoluzione. Migliaia di lettori hanno apprezzato e premiato questi sforzi ďŹ delizzando il loro rapporto con “Voceâ€? rinnovando di anno in anno l’abbonamento. La presenza nelle edicole è un tentativo di far arrivare a un pubblico ancora piĂš ampio la proposta di una informazione corretta “cristianamente orientataâ€?; un punto di vista chiaro ma mai prevaricante nei confronti di chi la pensa diversamente. Nella pagina di “Cara Voceâ€? (47) l’elenco completo delle edicole.

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6LDPR FRPH L SHVFL FDGXWL QHOOD UHWH La vita umana, personale e collettiva, è piena di contraddizioni per cui non c’è da meravigliarsi quando vengono a galla. Ăˆ il caso di una delle ossessioni contemporanee: la privacy. In Italia si è fatta una legge complessa e severa e ora ci prova anche l’Europa, ma intanto il sistema comunicativo mette tutti e tutto in piazza senza remissione. Nelle reti, quella generale e quelle settoriali, sono inserite notizie personali in quantitĂ incalcolabile. Ogni tanto si leggono delle cifre che indicano il passaggio in rete di 100mila messaggi al minuto o di un milione di commenti inseriti in Facebook ogni due minuti. E tutto viene immagazzinato nel cervello “globaleâ€?. Dati che non spariranno mai. Il commissario europeo per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, la lussemburghese Viviane Reding, va dicendo da tempo che “Dio perdona e dimentica, la rete noâ€?. Per questo si sta battendo per far approvare dal Parlamento europeo un provvedimento deďŹ nito “monumentaleâ€?, per la protezione dei dati personali. La chiamano la “legge dell’oblioâ€?. Si vuole sancire

il diritto a far sparire dalla rete le cose che ci riguardano, quelle che abbiamo postato noi, magari tanto tempo fa; ma anche quelle postate da altri e che ci creano imbarazzo. Il garante italiano della privacy Francesco Pizzetti, che ha svolto un ruolo centrale nel gruppo di lavoro europeo ha sottolineato: “Siamo in presenza di una costruzione giuridica notevole, una normazione minuta di quasi 100 articoli, ma come cittadino del mondo mi chiedo se questa renderĂ piĂš facile o no la tutela

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della privacy su scala globale di fronte alle altre innovazioni che arriveranno sulla scenaâ€?. PiĂš che giusto il dubbio, se si presta attenzione a quello che succede. Basta pensare agli archivi dei giornali dove ci sono un numero incalcolabile di notizie, anche sgradevoli, di un numero incalcolabile di persone. L’idea di cancellare gli archivi dei giornali è paragonabile all’idea di cancellare la storia. Resterebbero comunque gli archivi cartacei. Certo non è trascurabile il fatto che

navigando in rete, trasmettendo messaggi, comunicando (con le mille possibilitĂ che la rete offre) con gli altri, postando dei commenti nei blog o nei social network lasciamo con facilitĂ tracce indelebili su noi stessi. Tanto è vero che, per fare un esempio, l’Union Square Ventures, un fondo che ha importanti partecipazioni in Twitter, Foursquare e Zynga, per cercare un analista ha lanciato un annuncio online: “Nessun curriculum, grazie. Mandateci

qualche link, valuteremo la vostra presenza su internetâ€?. PerchĂŠ si sta diffondendo la tecnica della ricerca del candidato perfetto leggendo i post su Facebook, i messaggini su Twitter, a caccia di intuizioni, scambi di idee, di gaffe pericolose. “Da un candidato ci aspettiamo di sapere le cose che ama, il modo in cui vede la vita, i suoi pensieriâ€?, ha detto Christina Cacioppo della stessa Union Square Ventures. Ăˆ una scelta che si sta diffondendo anche in Italia: l’attivitĂ di reclutamento si sta spostando nell’online e anche le grandi aziende e le multinazionali, prima di convocare un possibile candidato, monitorano il suo posizionamento sul web. Nei giorni in cui stavo scrivendo questa nota, la rivista “Lettera internazionaleâ€? ha pubblicato un inedito del 1973 di Marshall McLuhan in cui si legge: “La comunicazione non avviene attraverso il semplice trasporto di dati da un punto all’altro. In realtĂ , è il mittente a essere inviato, ossia, in un certo senso, chi invia il messaggio diventa il messaggioâ€?. Non era una sua ďŹ ssazione, ma la visione profetica del mondo in cui viviamo.


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Pregare per tutti i sofferenti, nel nome di Maria: la festa della Madonna di Lourdes è soprattutto questo. Da anni, l’ospedale di Manerbio vive la ricorrenza con celebrazioni che non si limitano all’11 febbraio, ma abbracciano un’intera settimana. CosĂŹ sarĂ anche quest’anno: sabato 4 febbraio, la statua della Vergine verrĂ posta nel reparto di Nefrologia per stare piĂš vicina agli ammalati, poi domenica 5 verrĂ intronizzata nella cappella.

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Da lunedÏ 6, la Messa quotidiana delle ore 17 verrà la presenza di un predicatore accanto al cappellano di Manerbio, don Omar Borghetti. LunedÏ guiderà la riflessione don Angelo Calorini, cappellano alla Poliambulanza. MartedÏ 7 sarà presente l’assistente spirituale della Rsa di Mompiano. Mons. Cesare Polvara terrà l’omelia mercoledÏ 8; giovedÏ 9 sarà fra Marco Fabello, direttore generale del S. Giovanni di Dio e venerdÏ

10 il dott. Giuseppe Colosini, diacono permanente nonchÊ dirigente del reparto di Oncologia dell’ospedale di Manerbio. Sabato 11, festa della Madonna di Lourdes, Manerbio accoglierà il Vescovo; alle ore 15 il direttore generale dell’azienda sanitaria, dott. Fabio Russo, incontrerà mons. Luciano Monari; seguirà la visita ai reparti di Cardiologia, Medicina e Chirurgia. Alle 17 la celebrazione della Messa nella cappella. (e.u.)

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Ghedi il 2011 si era concluso con una polemica sull’ex Cava Inferno: una voragine da 1 milione e 700mila metri cubi, che la precedente amministrazione intendeva “ritombareâ€? con materiali inerti, quindi riqualificare realizzando un Centro di guida sicura. Di questo progetto però non se ne fece nulla. Poi è arrivata la nuova maggioranza guidata da Lorenzo Borzi, che ha ripreso, modificandolo, il progetto, che ha mantenuto sĂŹ l’impegno della ritombatura, ma con un minor introito nelle casse comunali. “Abbiamo stabilito la cifra di un euro per ogni tonnellata di materiale conferito invece di 1.58 euro – ha spiegato il sindaco Borzi – perchĂŠ nel frattempo il mercato è cambiato. Inoltre, per quanto riguarda la realizzazione del Centro guida sicura, non siamo ancora in grado di dire quando partiranno i lavori, perchĂŠ, mentre prima era necessario il solo parere dei vertici del Sesto Stormo (confina con la cava), ora serve anche il parere del Comando della Prima Regione Aerea di Milano, che ancora non c’èâ€?. Queste varianti hanno scatenato la protesta delle minoranze. Il 2011, dunque, s’era chiuso con questa polemica, che è riaffiorata in questi giorni in seguito alla pubblicazione di un manifesto, scritto da Rifondazione comunista, dal titolo “No alla discarica con lo scontoâ€?. “Il 27 dicembre 2011 – si legge nel ma-

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posto le basi per aprire una discaricaâ€?. Tanti quesiti sorgono spontanei, dice Rifondazione: “Cosa confluirĂ all’interno? PerchĂŠ si rinuncia all’investimento iniziale, che portava nelle casse comunali 5 milioni di euro, mentre ora si lasciano 1,5 milioni di euro nelle tasche di un operatore privato, creando un notevole danno economico al bilancio comunale?â€?. In pratica il Prc chiede al Sindaco di “sospendere la delibera e di indire un’assemblea pubblica per ascoltare il parere della cittadinanzaâ€?. “Non è vero che non sappiamo cosa finirĂ nella discarica – ribatte Lorenzo Borzi rispondendo

a Rifondazione e (indirettamente) anche alle minoranze –. Non abbiamo modificato i codici decisi dalla ex maggioranza, che ora, insieme a Rifondazione, ci critica. Non possiamo aver cambiato idea in quanto la proposta l’avevano fatta loro e non noi, che a quei tempi eravamo all’opposizione. Per la cava abbiamo promosso uno studio di fattibilitĂ , che ha dato parere favorevoleâ€?. Il primo cittadino sottolinea anche che “i proventi che arriveranno nelle casse comunali da questo ritombamento verranno destinati all’edilizia scolastica, partendo dalle scuole elementariâ€?.

´$LXWDUH D LPSDUDUHÂľ LunedĂŹ 6 febbraio, alle 16, a Villa Badia di Leno è in programma il seminario “Aiutare a imparareâ€?. La proposta, organizzata dal Circolo didattico di Manerbio in collaborazione con il Centro territoriale per le risorse per l’handicap, l’Istituto d’istruzione superiore “V. Capirolaâ€? Leno, l’Uonpia Leno, l’Azienda ospedaliera Desenzano del Garda, l’UniversitĂ degli studi di Firenze, il Dipartimento di psicologia, la Cassa Padana e la Banca di credito

cooperativo di Leno, rientra nell’ambito del progetto Pass. Partecipa Jack A. Naglieri, professore emerito di psicologia presso la George Mason University in Fairfax, Virginia. Il seminario è introdotto dalla prof. Ermelina Ravelli, dirigente scolastico dell’Istituto superiore “Vincenzo Capirolaâ€? di Leno. Naglieri parlerĂ di “Helping children learn: a neuropsychological approachâ€? (“Un approccio neuropsicologico all’apprendimento dei bam-

biniâ€?; con traduzione in simultanea). Alle 18 è prevista una tavola rotonda a cui prenderanno parte Carlo Benvenuti, con un intervento su “Valutazione e intervento in psicopatologiaâ€?, Luciana Ferraboschi che parlerĂ di “Scuola e processi psicologici di baseâ€? e Stefano Taddei che tratterĂ il tema “Tra clinica e insegnamento: verso una integrazioneâ€?. L’iniziativa è patrocinata dai Comuni di Leno e Manerbio.

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L’amministrazione comunale ha ricordato, a un anno e mezzo dalla scomparsa, il tenore bresciano Giacinto Prandelli (1914-2010) con un Grosso d’argento alla memoria. Prandelli, tenore di fama internazionale, era dotato di grande intelligenza interpretativa e s’impose in Italia e all’estero con successi straordinari e con il suo “recitar cantandoâ€?. Prandelli studiò con Fornarini a Roma e Grandini a Brescia,

Proseguono gli incontri di catechesi per adulti presso l’Oratorio della Pace (in via Pace, 10 ). Domenica 5 febbraio 2012 dalle ore 8.45 alle ore 12 si terrĂ una conversazione dal titolo “Beati i misericordiosi: perdonare per ricominciareâ€?. La riessione è guidata da don Flavio Dalla Vecchia, docente di Sacra Scrittura del Seminario diocesano di Brescia. AccompagnerĂ l’incontro il

debuttando nel Mito di Caino di Franco Margola nel 1940 al Teatro Donizetti di Bergamo. SeguĂŹ l’esordio la partecipazione al Teatro dell’Opera di Roma alla Traviata nel 1943. Nel 1946 cantò nella Nona sinfonia di Beethoven alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini. Dagli anni Cinquanta iniziò la carriera internazionale. Calcò le scene per l’ultima volta nel 1970 nella Francesca da Rimini al Teatro Grande di Brescia.

dott. Silvano Corli, direttore del Consultorio diocesano. Alle ore 11 la celebrazione eucaristica e a seguire la possibilitĂ di pranzare in oratorio (prenotandosi per tempo telefonando allo 0303757002; offerta libera). Alle ore 14 è prevista una visita di piazza Loggia e dell’orologio (per informazioni e prenotazioni: 3358002080 – pagimat@libero.it).

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e Acli provinciali bresciane, per l’organizzazione di Ipsia, un’associazione interna alle stesse dedicata ai temi dello sviluppo del terzo mondo, promuovono la seconda edizione del percorso di geopolitica “Fabula mundiâ€?, per favorire la conoscenza e l’integrazione delle comunitĂ di migranti presenti nel territorio. “La societĂ multietnica richiede una sempre maggiore conoscenza e comprensione della storia e della cultura dei Paesi di provenienza dei migranti – ha detto il presidente Acli Roberto Rossini – al fine di superare piĂš agevolmente i pregiudizi e gli stereotipi che li accompagnanoâ€?. Questo secondo ciclo – il corso si svolge il sabato dalle 9.30 alle 12.30 presso la sede Acli in via Corsica 165 – si suddivide in quattro aree geografiche: il Marocco, che vuol identificare il Nord Africa, l’Albania per i Balcani, la Romania per l’Europa dell’Est e il Punjab, area dell’India-Pakistan, per l’Asia. “Gli incontri avranno un andamento piĂš narrativo rispetto a quelli del primo ciclo, di cui sono comunque la naturale prosecuzione – ha detto la presidente Ipsia Licia Lombardo – e ciascuno sarĂ suddiviso in due momenti: il primo piĂš mirato a una conoscenza storica e geopolitica del territorio e il secondo, in date diverse, sarĂ organizzato come laboratorio di

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il Punjab è prevista per il 26 maggio e il 9 giugno. Le lezioni di geopolitica saranno tenute da Michele Brunelli, economista e docente presso l’UniversitĂ di Bergamo, esperto in storia dell’Africa e dell’Asia, affiancato Claudio Gandolfo, giornalista di politica estera al “Giornale di Bresciaâ€?, mentre i laboratori con il Gruppo Cronos saranno condotti da Maria Grazia Soldati, dell’UniversitĂ di Verona. “Desideriamo fare della geopolitica una cosa concreta – ha sottolineato Gandolfo – perchĂŠ ci sembra la maniera piĂš efficace per aprirci verso popolazioni con cui, sotto ogni aspetto, siamo chiamati ogni giorno a convivere in forma sempre piĂš direttaâ€?.

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&RQFRUGLD DO WHPSR GHOOD FULVL “L’urgenza della concordiaâ€? è il titolo della relazione che il vescovo Monari tiene venerdĂŹ 3 febbraio alle 17 davanti al Consiglio comunale della cittĂ . Inutile dire che la tematica, che fa da sfondo alle celebrazioni per San Faustino, è quanto mai attuale. Abbiamo chiesto a Federico Manzoni, uno dei piĂš giovani consiglieri comunali (ma giĂ con una discreta esperienza nel campo po-

litico e amministrativo) di raccontarci quali possono essere le attese per l’intervento del Vescovo. “Penso che sia un tema di grande importanza in un’epoca in cui viene meno il terreno comune del confronto. Se si antepone l’interesse del gruppo o del partito al bene comune, difďŹ cilmente si possono trovare le soluzioni alle situazioni critiche. E mi riferisco a ogni ambito: da quello so-

ciale a quello economico, da quello ambientale a quello politico. La concordia è uno strumento utile per tornare alle radici della convivenza civile, che non può essere una somma di individualitĂ â€?. Il tema della concordia è cruciale anche nella nostra cittĂ dove si confrontano categorie di persone: lavoratori e disoccupati, cittadini e non cittadini, solo per fare due esempi.

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Contingente militare italiano. Le manifestazioni organizzate dall’Ana bresciana, a carattere nazionale, si sono snodate attraverso un primo incontro degli alpini con gli studenti delle medie “Tridentinaâ€? e “Pascoliâ€?, poi l’appuntamento alle 14 alla scuola Nikolajewka dove alla presenza delle piĂš alte autoritĂ cittadine e del vicecomandante delle truppe alpine generale Fausto Macor si è tenuta la commemorazione ufficiale

incentrata su un breve discorso del reduce Ugo Barzari che ha anche ricordato con commozione la figura di don Gnocchi. Sono seguiti alle 15.45 gli onori ai Caduti in piazza della Loggia seguiti da un corteo preceduto dalla fanfara alpina “Tridentinaâ€? e da un plotone del 5° reggimento alpini, sino a piazza Paolo VI. Alle 16.30 in un Duomo verdeggiante di labari e vessilli (davanti all’altare il labaro

nazionale) è stata celebrata una Messa a ricordo dei Caduti di tutte le guerre, officiata da mons. Gianfranco Mascher, Messa resa ancor piĂš commovente e suggestiva dalle note del coro alpino “Alte Cimeâ€?. E dopo un incontro culturale sulla campagna di Russia nell’auditorium San Barnaba si sono concluse le manifestazioni seguite con calore e affetto dai bresciani che da sempre amano i loro alpini. (Franco Panzerini)

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6

e pensiamo all’ospedale, diamo per scontato che si tratti di una struttura suddivisa in reparti, in cui a ogni malato è stato assegnato un letto. Tuttavia, fu San Giovanni di Dio attorno al 1540 a rivoluzionare il concetto di ricovero introducendo quelle che oggi ci sembrano banalitĂ , ma che al tempo furono innovazioni che diedero il via al processo verso l’umanizzazione in sanitĂ . Nell’anno giubilare del proprio fondatore, l’Ircss Centro San Giovanni di Dio, in collaborazione con l’Asl di Brescia, ha promosso un dibattito circa questa tematica. Ad accompagnare la giornata, il saluto del Vescovo che ha ricordato l’importanza dell’accoglienza, “mezzo che permette a Dio di esprimersi nei gesti umaniâ€?. Negli anni ‘70 umanizzare significava adeguare le strutture, offrendo stanze confortevoli nel quale il paziente potesse trovarsi a suo agio. “Oggi Č‚ ha spiegato fra Fabello Č‚ l’umanizzazione si traduce invece in capacitĂ di relazione, qualitĂ della cura, sicurezza, assistenza olistica e formazione permanente. In altre parole: ospitalitĂ â€?. Sono le persone che lavorano nella struttura ospedaliera a fare la differenza. “Pertanto Č‚ ha proseguito Č‚ bisogna trasformare l’ospedale nella casa del malato, nella quale egli abbia il diritto di condividere la propria sofferenza con la famigliaâ€?. Of ÇŻ

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re il senso dell’uomo, pertanto le due realtĂ devono compenetrarsi per conoscere i veri bisogni degli assistitiâ€?. Carmelo Scarcella ha sottolineato la difficoltĂ nella gestione di malati cronici (330mila nell’area di Brescia) e di nuove problematiche legate ai detenuti, ai migranti, ai senza fissa dimora, per i quali è necessario mettere in atto nuovi modelli di assistenza che coinvolgano rispettivamente le famiglie e i servizi sul territorio, chiamati sempre piĂš spesso a fare fronte ai bisogni del malato. “Le strutture Č‚ ha precisato Č‚ in fase di dimissione dovrebbero promuovere un momento informativo nel quale fare da tramite tra le famiglie e i servizi a disposizione, mentre di fronte a nuovi bisogni è necessario cercare percorsi alternativi attraverso i quali intervenire per dare risposte appropriate, indirizzando i pazienti verso il servizio di medicina del disagio o i centri territoriali per le malattie rareâ€?. “L’umanizzazione non può prescindere da un livello di cure alto e qualificato Č‚ ha concluso Enrico Zampedri Č‚ sul quale poi è necessario innestare elementi di accoglienza che devono essere orientati verso la pianificazione di un percorso personale del malato sia all’interno della struttura che una volta uscito, stimolando il dialogo con il paziente e con le famiglie per raccogliere i loro bisogni, ma anche i loro suggerimenti e criticheâ€?.


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ƒ„ƒ–‘ Í™Í&#x; Â?ƒ”œ‘ ƒ ‹‘˜‡Â?–Î ƒ”† ƒÂ?’Ž‹ƒ Žƒ ’”‘’”‹ƒ ‘ˆˆ‡”–ƒ Si arricchisce l’offerta della GioventĂš Card. La tessera, ideata dall’assessorato Giovani e politiche giovanili della Provincia di Brescia guidato da Fabio Mandelli (nella foto), è riservata ai ragazzi tra i 18 e i 35 anni e si propone di favorire, con iniziative e convenzioni, l’accesso alla cultura e allo sport. Conta attualmente 11.400 iscritti, un centinaio di punti tesseramento e oltre 500 punti convenzionati. “I

lusinghieri risultati raggiunti – commenta Mandelli – ci spronano a proporre nuove concrete iniziative. Per questo promuoviamo “Sport e grafďŹ tiâ€? un concorso che vuole valorizzare il talento creativo di giovani writers, che dovranno cimentarsi nella realizzazione di un’opera avente per tema lo sportâ€?. La crescita del progetto si fonda anche sull’acquisizione di due nuovi partner: il Centro sportivo San Filippo e la Bcc

Agrobresciano. “Il nostro centro – precisa il presidente Simone Massenza – applicherĂ tariffe scontate ďŹ no al 20% per l’utilizzo degli impianti, open e indoorâ€?. “Nelle nostre ďŹ liali – spiega il responsabile delle relazioni esterne della Bcc Eugenio Travanini – sarĂ possibile sottoscrivere un conto corrente dedicato a tariffe molto vantaggioseâ€?. Rientra nelle ďŹ nalitĂ del progetto GioventĂš Card anche “Sport Showâ€? la ďŹ era

dello sport che avrĂ luogo a Brixia Expo dal 23 al 25 marzo. “Si tratta di un evento importante – osserva uno degli organizzatori Luca Mastrostefano – che coinvolgerĂ tutte le discipline sportive, con un occhio di riguardo per quelle cosiddette ‘minori’, con la possibilitĂ per i giovani di mettersi alla prova e con momenti di intrattenimento e di spettacoloâ€?. Informazioni e novitĂ si possono trovare sul sito www.gioventucard.it. (v.b.)

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n tempi di crisi e tagli al bilancio parlare di welfare è una sfida. Brescia non si è tirata indietro e a Palazzo San Paolo ha invitato al confronto, guidato da Roberto Rossini presidente delle Acli, alcuni tra gli attori principali della macchina del welfare: l’assessore ai Servizi sociali, Giorgio Maione, Margherita Rocco, portavoce del Forum del terzo settore, e Fabio Capra, presidente della Commissione bilancio del Comune. Una riflessione a piĂš voci su un tema che riguarda la cittĂ e tutta la societĂ in generale. Il welfare a Brescia si è sempre contraddistinto attraverso tre principi: risorse, efficienza ed efficacia. Il buon livello di tutti e tre, che negli anni è sempre appartenuto alla cittĂ , deve però fare i conti con il cambiamento dei tempi e con la crisi. Non manca l’efficienza, sottolinea Rossini, ma sul piano dell’efficacia il quadro è piĂš complesso a causa delle minori risorse e delle maggiori difficoltĂ . Al centro del dibattito il il nuovo piano

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delle politiche per la famiglia e il welfare. Dopo 11 anni la cittĂ si è dotata di una nuova carta che ha giĂ avuto apporti significativi dal terzo settore, conferma Maione, ma che aspetta ancora riscontro dal mondo politico. Nello stilare il documento si è voluto delineare in maniera netta un metodo di lavoro che potesse diventare il filo rosso di un piano strutturalmente sussidiario e comunitario. La sussidiarietĂ emerge in vari aspetti dall’appalto all’accreditamento passando per co-

gestione e coprogettazione del lavoro. Una parte importante è stata dedicata alla sperimentazione di nuove modalitĂ di approccio che non devono diventare spreco di risorse, ma migliorare l’esistente. Soddisfatta dei contenuti anche Margherita Rocco che ritiene positivo l’aspetto di integrazione delle varie politiche di intervento, ma forte dell’esperienza maturata nel forum sottolinea la mancanza di identificazione di un metodo di integrazione dei servizi che viene lasciato ai singo-

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‹‘”‰‹‘ ƒ‹‘Â?‡ li. Dunque integrazione sĂŹ, ma come? Quesito fondamentale se si vuole che l’attuazione del progetto sia davvero piena, anche perchĂŠ il terzo settore avrĂ un ruolo di sempre maggiore importanza in questa crisi e la coesione sarĂ lo strumento fondamentale che consentirĂ alla macchina del welfare di funzionare. Sul versante amministrativo si fa, invece, sentire la voce di Capra che, consapevole del valore del lavoro di squadra, senza attaccare ingiustamente, sottolinea alcune note stonate dell’operato della giunta relativamente al taglio al welfare di 4,5 milioni, come la spesa di 65mila euro per l’acquisto di una camionetta dei Carabinieri, onere extracomunale, soldi che potevano andare alle famiglie, che dovranno invece aspettare l’aiuto del volontariato. Aperta dunque la riflessione sul nuovo documento e i suoi diversi risvolti che danno maggiore valore alla collaborazione con il terzo settore, ma che, è importante sottolinearlo, non dovrĂ mai sostituirsi al settore pubblico che dovrĂ invece mantenere la regia di ogni intervento.


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ÂŽ …ƒ”‹•Â?ƒ ‡†—…ƒ–‹˜‘ †‡ŽŽ‡ ”•‘Ž‹Â?‡ Nel cuore di Brescia l’Istituto Santa Maria degli Angeli è forte di una tradizione educativa radicata fin dal 1827. La comunitĂ scolastica (dalla scuola materna al liceo) è formata da circa 700 persone con insegnanti ed educatori che rispondono al comune progetto educativo. L’azione formativa e pedagogica si ispira al Vangelo e alla figura storica di S. Angela Merici (1474-1540). Il 3 e 4 febbraio 2012 l’Istituto apre le porte a genitori e studenti per presentare la propria struttura e i

relativi Piani dell’offerta formativa. Ad arricchire l’offerta formativa sono previste diverse attivitĂ . Oltre alla possibilitĂ del doposcuola e della mensa, nelle ore pomeridiane si tengono corsi di pallavolo per bambini e ragazzi, lezioni di musica e di ginnastica formativa e artistica... Un ventaglio di opportunitĂ che risponde alla concezione di scuola intesa come “agenzia di serviziâ€?. In questa pagina la visita del Vescovo che ha incontrato i diversi ordini scolastici. In particolare Monari,

introdotto da don Tino Decca, ha presentato agli studenti del liceo scientifico e classico un’esegesi sul passo del Vangelo “Venite e vedeteâ€? per vivere la fede come esperienza e, prendendo spunto dal suo motto episcopale Evangelium non erubesco, li ha esortati a non vergognarsi del Vangelo. E alle domande dei giovani sulle contraddizioni della Chiesa, ha risposto che “la Chiesa è fatta della stessa pasta del mondo, ma dentro c’è la guida dello Spirito Santoâ€?.

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Â? ˆ‡•–ƒ ’‡” ‹Ž ’ƒ–”‘Â?‘ ƒÂ? ‹ƒ‰‹‘ La comunitĂ di Acquafredda è pronta a vivere al meglio la festa del suo patrono, San Biagio, in programma dal 3 al 5 febbraio prossimi. Nel piccolo paese della Bassa orientale giungeranno visitatori attirati dai numerosi momenti ricreativi e religiosi programmati dal Comune. Lo scorso 29 gennaio sono stati inaugurati i locali del Centro diurno Rodella-Penna, un polo di attrazione per anziani (e non solo); nella stessa giornata si è tenuto il

mercatino “Percorso del gustoâ€?: dalle marmellate agli insaccati, dai vini ai formaggi passando per pasta e dolciumi, ha richiamato un folto pubblico che ha potuto degustare le numerose bontĂ esposte negli stand. Ma veniamo al clou della Fiera di San Biagio: venerdĂŹ 3, giornata a lui dedicata, sarĂ concelebrata, alle 20, una Messa nella parrocchiale durante la quale avrĂ luogo il rito della benedizione della gola. Al termine, Palazzo Bonzi ospiterĂ una cerimonia di consegna di alcuni

riconoscimenti voluti dal Comune in collaborazione con la biblioteca: saranno premiati la maestra Franca Santi, le famiglie immigrate giunte nel 2011 ad Acquafredda, le quali riceveranno un attestato di benvenuto e, per le neodiciottenni del paese, è stato predisposto un tricolore che sarĂ loro donato. Sempre a Palazzo Bonzi, nella stessa serata, si terrĂ un incontro con la poesia curato da Dario Bellini. Nella serata di sabato 4 febbraio c’è il ricordo della poetessa milanese

Alda Merini, lucida e feconda creatrice di versi memorabili: per l’occasione, nella Sala civica, Joseph Caiola e Laura Ferri presenteranno il “Diario di una diversaâ€?, che narra i lunghi anni vissuti dalla Merini nei manicomi della Penisola. La festa patronale si chiude domenica 5 febbraio con la Messa e la celebrazione delle comunioni e delle cresime alla presenza di mons. Mario Vigilio Olmi. Per informazioni sulla Fiera, si può chiamare il Comune allo 030/9967912. (f.m.)

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al 10 al 14 febbraio Calvisano vivrĂ la Fiera e Sagra della Beata Cristina, tradizionale appuntamento annuale: l’edizione 2012, voluta come sempre dal Comune, prevede un ricco menu di appuntamenti sia sacri che profani per dar modo a tutta la popolazione di sentirsi comunitĂ feconda e serena. Si parte il 10 alle 17 nella Sala delle Tele Serafini con l’inaugurazione della mostra personale dello scultore Ilario Mutti, organizzata dall’associazione culturale Arte Amici di Calvisano; alle 20.30 è previsto un convegno sul mondo agricolo. L’11 si apriranno l’area espositiva, lo stand dei cacciatori e, nel chiostro domenicano, la mostra di pannelli e immagini sacre della Beata Cristina. L’inaugurazione ufficiale della Fiera è in programma alle ore 10.30 e, a seguire, avrĂ luogo la donazione di materiale tecnologico e didattico all’Istituto comprensivo e alla scuola dell’infanzia Bonaldi di Calvisano. La serata si aprirĂ , alle 20.30, con momenti ricreativi e film dedicati ai bambini, nella palestra della scuola media. Il clou della sagra è previsto per domenica 12 febbraio con il merca-

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stribuzione di gadget a tutti i piccoli presenti. Alle 16, nella chiesa parrocchiale, si terrĂ la 18ÂŞ Rassegna corale con la partecipazione del Coro Santa Cecilia di Calvisano, del Coro San Lorenzo di Verolanuova e del Coro San Rocco di Isorella; a chiudere la giornata di festa, alle 20, lo spettacolo musicale “School of rockâ€? a cura dell’associazione Ideando, nella palestra della scuola media. Gli ultimi appuntamenti della festa patronale si terranno il 14 con la processione religiosa (alle 19) a cui farĂ seguito, a partire dalle ore 20, un rinfresco in piazza offerto dall’Associazione artiglieri.

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Š‹ƒ”‹ Dz Â? Ž‹„”‘ ’‡” Â’Â‹ÂƒÂ…Â‡Â”Â‡Çł “Del nostro mondo e d’altriâ€? è il ďŹ lo conduttore della 9ÂŞ rassegna de “Un libro per piacereâ€?, organizzata dal sistema bibliotecario del sud ovest bresciano. Due le novitĂ sostanziali che accompagneranno la serie di “letture spettacolari e incontri con l’autoreâ€?. “La prima Č‚ ha spiegato Ebe Radici, presidente del sistema bibliotecario Č‚ è la realizzazione di alcune serate in collaborazione con Cogeme, e dedicate alla natura ,alla cultura ecologica e alla sostenibilitĂ ambientaleâ€?. E

a parlare dell’amore per il fragile eco-sistema, c’è Mauro Corona (nella foto), alpinista, scultore ligneo, che incontrerĂ il pubblico il 25 febbraio alle 21 al Salone Marchettiano a Chiari. La seconda novità è la collaborazione con la Rassegna della microeditoria e l’Associazione culturale l’Impronta, presieduta da Paolo Festa, e che vedrĂ protagonisti i vincitori del Concorso microeditoria di qualitĂ 2011â€?. Obiettivo della rassegna, il cui percorso si svilupperĂ nei

24 Comuni aderenti al sistema e che prenderĂ avvio il 3 febbraio proprio a Chiari per terminare l’11 maggio a Castrezzato, è quello di sempre: trasmettere la straordinaria capacitĂ di comunicare emozioni che hanno un libro e la lettura ad alta voce, e questa 9ÂŞ edizione, come ha illustrato la curatrice artistica Barbara Mino spiegando il signiďŹ cato “del nostro mondo ed altriâ€?, cercherĂ di abbracciare realtĂ e immaginazione, fantastico e fantascienza, posando lo

sguardo sul mondo con lucido realismo e su “altri mondi “ con lucida immaginazioneâ€?. E la musica farĂ parte di queste letture fantastiche, perchĂŠ, ha concluso la Mino, “qualsiasi forma d’arte può accompagnare la letturaâ€?. Ringraziamenti dall’assessore Zotti, a quanti hanno dedicato tempo all’iniziativa, e del presidente della biblioteca Fabio Bazzoli, che ha avuto parole di encomio per chi ha investito risorse per ottenere un grande risultato. (c.m.)

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n evento accuratamente preparato nel corso di tre anni, perchÊ nella comunità si possa risvegliare il senso di appartenenza a Cristo e alla Chiesa grazie a un annuncio del Vangelo adatto alle nuove generazioni. CosÏ si configurano le missioni popolari che la parrocchia di Castrezzato vivrà tra martedÏ 7 e domenica 12 febbraio. Protagonista dell’animazione la Comunità missionaria di Villaregia, che ha una delle sue case a Lonato e che ha ricevuto il mandato di animare la zona pastorale VIII, intitolata a San Filastrio. Molte le attività , che coinvolgeranno la realtà parrocchiale nelle sue diverse sfaccettature: si va infatti dagli incontri con i ragazzi delle scuole del territorio, dedicati al tema delle situazioni di vita e della cultura dei Paesi nel Sud del mondo, ai momenti riservati agli anziani come le Messe nella Casa di riposo e il momento di preghiera nella cappella dell’oratorio giovedÏ 9 febbraio alle 15. Vi saranno inoltre catechesi al femminile per donne, mamme e spose e appuntamenti pensati nello specifico per coppie e famiglie, senza dimenticare le visite agli ammalati e ai sofferenti. Da sottolineare, infine, l’incontro con le associazioni di volontariato e di impegno civile operanti sul territorio, mercoledÏ 8

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molto tempo ha intrapreso la strada della responsabilizzazione del laicato. Abbiamo infatti una serie di collaboratori parrocchiali impegnati nel consiglio pastorale e nel catechismo, nel ministero straordinario dell’eucaristia e nell’animazione liturgica. Inoltre la catechesi degli adulti ci consente di avvicinare un gran numero di genitoriâ€?. In questo solco si muoverĂ quindi l’attivitĂ dei missionari di Villaregia, che al suo interno conta anche dei consacrati e laici sposati, inserendosi in un cammino che guarda al futuro. “Le ultime missioni qui a Castrezzato Č‚ prosegue il parroco Č‚ sono state fatte nel 1984. Da allora molte cose sono cambiate e, accanto al nostro impegno, dobbiamo fare i conti anche noi con le difficoltĂ che ogni parrocchia si trova normalmente ad affrontare. Queste missioni ci aiuteranno a programmare un lavoro sul lungo periodo che punta proprio sul coinvolgimento dei fedeli nella vita della parrocchiaâ€?. Spunti questi che quest’anno avranno modo di essere letti anche alla luce del percorso sinodale. “Ora – conclude infatti don Stoppani – si tratta di verificare la compatibilitĂ di questo progetto con le indicazioni che ci verranno dal Sinodo sulle unitĂ pastorali indetto quest’anno dalla diocesiâ€?. Per poter guardare con fiducia al futuro della comunitĂ .

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Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

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IL DUOMO DI MONTICHIARI Anno 2009

LO *HQQDLR Parrocchia Conversione di S. Paolo in Flero

CHIESA PARROCCHIALE DI FLERO

Anno 2010

LO *HQQDLR Parrocchia di San Lorenzo martire - Verolanuova (BS)

LA BASILICA DI SAN LORENZO A VEROLANUOVA

Anno 2010

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Parrocchia di S. Stefano protomartire - Bedizzole (BS)

SANTO STEFANO MARTIRE DI BEDIZZOLE

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Anno 2011

LO 0DU]R Parrocchia di San Marco - Gardone Valtrompia (BS)

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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MARCO GARDONE VALTROMPIA

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Anno 2011

LO 0DU]R Parrocchia di S. Maria Assunta in Ghedi (Bs)

Cognome ........................................

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LA CHIESA PARROCCHIALE DI GHEDI Anno 2011

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gli utenti alla tematica del riciclo, utilizzando soprattutto materiali metallici e creando un’analogia con ciò che avveniva nella fucina, ossia “tutto veniva riutilizzatoâ€? e, come dicono gli ex lavoranti, “non si buttava via nienteâ€?. “In occasione degli incontri – spiega la responsabile dell’area Cultura in ComunitĂ montana, Graziella Pedretti – il museo viene presentato sia come luogo di valorizzazione e recupero delle testimonianze del territorio, della sua storia e del

lavoro, ma anche come spazio di aggregazione, di socializzazione, di crescita e di divertimento. Le attivitĂ vengono arricchite dalla fruizione degli spazi museali dedicati ai bambini: la ‘Fucina ludoteca del ferro’, rinnovata nel 2010 grazie a un co-ďŹ nanziamento della Regione, e la ‘Biblioteca scientiďŹ ca’, che nel 2012 vedrĂ un intervento di aggiornamento, inventariazione e catalogazione del patrimonio documentarioâ€?. CosĂŹ, dopo l’incontro di giovedĂŹ 2

febbraio, ďŹ no a maggio saranno sei gli appuntamenti. Il 5 febbraio ci sarĂ â€œCaccia al‌ maglio. Prove di abilitĂ â€? con un gioco a squadre e prove sulla conoscenza del museo. Una serie di fantasiose attivitĂ che terrĂ compagnia ai bimbi dalle 15 alle 16.30 (l’attivitĂ del 5 febbraio si concluderĂ alle 17) con un costo per bambino di 3 euro. Prenotazione entro le 12 del venerdĂŹ precedente l’attivitĂ , contattando il Sistema museale allo 030.8337499/494 o al 334.2758285. (a.a.)

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no speciale calendario e un fotoromanzo sono stati la sorpresa nei giorni scorsi per chi riceve “Urloliberoâ€? un periodico speciale (“quasi quadrimestraleâ€? sta scritto sulla sua copertina colorata), il giornale “coraleâ€? autogestito dal Centro diurno e ComunitĂ riabilitativa ad alta assistenza di Rovedolo. Ăˆ questa la struttura nel verde tra Marcheno e Inzino di Gardone, attiva dal 1995 come unitĂ operativa di psichiatria della Valtrompia degli Spedali Civili di Brescia. Qui vengono attuati (spiega “Urloliberoâ€? nell’ultima pagina dando le indicazioni per partecipare) interventi di sostegno e sviluppo per persone con disabilitĂ di tipo psichiatrico. Offre l’opportunitĂ di partecipare a esperienze in ambito lavorativo attraverso l’attivazione di tirocini esterni: un “trampolino di lancioâ€?, in sintesi, verso l’ampliamento degli spazi di vita relazionale, sociale, lavorativa. Opera in regime di resi-

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denzialitĂ (con copertura tutti i giorni 24 ore su 24 ) o semiresidenzialtĂ con orario di accesso dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 8.30 alle 16. Il giornale è il frutto di un lavoro di gruppo: frequentatori del centro, educatori, familiari e amici. A parte la stampa viene fatto tutto in casa. Il primo numero risale al luglio 2002. Poi, col decimo del 2007 c’è stata una pausa di ripensamento di due anni. Ăˆ ripreso con nuova grafica accattivante nel 2009. Il coordinamento editoriale è affidato da sempre a Franco Ghigini; quello redazionale ai due operatori interni Elena Mino e Michele Tinti, che fanno da filtro

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raccogliendo gli esiti dei laboratori (artistico, teatrale ecc.). Il calendario 2012, in formato da tavolo, è firmato dal laboratorio “Arte Terapiaâ€?: un percorso introdotto nel maggio 2010 a titolo sperimentale. Allora venne articolato su 10 incontri con tema il “viaggioâ€?: il momento sempre delicato dell’andata al Centro e ritorno al sicuro della propria abitazione. In pratica una esplorazione di luoghi e situazioni con le loro quotidiane problematiche e incognite condotti coi materiali artistici volta (si spiega) al recupero del nucleo creativo dell’individuo. Visti i risultati da settembre 2010 è diventata attivitĂ costante di un gruppo che si riunisce settimanalmente in uno spazio pensato e attrezzato. â€œĂˆ bello stare insieme e disegnareâ€? commenta sul giornale uno degli “artistiâ€?. GiĂ lo scorso anno ebbe successo il primo calendario. Quest’anno i 12 mesi sono accompagnati da una selezione (struggente per i sentimenti che racconta) di illustrazioni, opere di fre-

quentatori della struttura. Il fotoromanzo invece porta il titolo “tre/7â€? come gli autori che spiegano, presentandolo, come è nato un pomeriggio attorno al tavolo della biblioteca per raccontare la giornata: è il frutto dell’impegno nel laboratorio di illustrazione per un utilizzo creativo del linguaggio fotografico. La pubblicazione vede la collaborazione della comunitĂ riabilitativa Olimpia di Lumezzane. “Urloliberoâ€? è diffuso gratuitamente a chi ne fa richiesta al Centro.

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ƒ˜ƒ”†‘ Dz ‹ˆŽ‡••‹‘Â?‹ •—ŽŽƒ ÂˆÂ‡Â†Â‡Çł ‹Â? ‘”ƒ–‘”‹‘ Sono iniziate lunedĂŹ 31 gennaio e terminano domenica 5 febbraio, all’oratorio San Filippo Neri, le “Riessioni sulla fedeâ€?, una serie di appuntamenti, con incontri di approfondimento e momenti di preghiera per festeggiare San Giovanni Bosco. Don Sergio Passeri, docente di Teologia morale presso il Seminario diocesano, nell’incontro di formazione per i catechisti, gli educatori Acr, i capi scout e gli educatori dell’oratorio, ha parlato di “Fede, risposta dell’uomo a Dio che

si rivelaâ€? e Silvia Baronio, psicologa, ha affrontato con i genitori il tema “La fede, un dono in donoâ€?. GiovedĂŹ 2 alle 20 i collaboratori dell’oratorio sono attesi nella chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, per la Messa della Candelora, la festa liturgica della presentazione di GesĂš al tempio. VenerdĂŹ 3, nel giorno in cui si fa memoria di San Biagio, si tiene una messa in parrocchia alle 16.30 con la benedizione della gola, mentre alle 20.30 in oratorio sono

invitati gli adolescenti e i giovani per un incontro con Giovanni Ghidinelli, docente di religione, che approfondirĂ il tema “La mia fede giovaneâ€?. Sabato 4 in oratorio una serata di giochi e divertimento. La giornata di domenica inizia con la Messa delle 10.30, al termine si svolge il “Cammino della paceâ€? ďŹ no all’oratorio, dove saranno lanciati dei palloncini con messaggi di pace e sarĂ recitata la preghiera dell’Angelus. Alle 12.30 pranzo in oratorio, a seguire giochi, merenda

e tornei. “Il senso di questa serie di appuntamenti – spiega il curato don Fabrizio Gobbi (nella foto) – va interpretato come un invito rivolto alle famiglie a recuperare il senso della domenica, come giorno del riposo, come giorno della famiglia, come giorno dello svago, dello sport e delle gite fuori porta, ma soprattutto come giorno di Dio, perchĂŠ possa essere veramente anche giorno dell’uomoâ€?. Per tutta la settimana in oratorio è aperta la bancarella del libro.

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Allarme povertĂ sul territorio. Gli ultimi dati forniti dalla Caritas zonale indicano come, anche sul Garda, i poveri sono in aumento. Una situazione che colpisce tante persone, non solo straniere. Molte di queste finiscono improvvisamente nella rete della povertĂ . Per venire incontro a una situazione di grave disagio, che preoccupa, è stato firmato un protocollo di intesa tra la Caritas zonale, il Comune di Salò e l’Associazione Santa Lucia per la distribuzione di aiuti a famiglie in difficoltĂ . “Gli ultimi dati – spiega il presidente della Caritas Sergio Scioli – dimostrano che molti faticano ad arrivare alla fine del mese. Le richieste di pacchi viveri e di contributi continuano ad aumentare. Nell’area che noi copriamo, compresa tra Roè Volciano e Toscolano Maderno, c’è un disagio sommerso difficile da immaginare in una zona che vanta un’elevata qualitĂ di vita. Le famiglie che nel corso del 2011 hanno chiesto il nostro aiuto, a causa soprattutto della perdita di lavoro, sono state 270, una settantina delle quali

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alle garanzie fornite dalla Caritas e a una convenzione stipulata con la Bcc di Bedizzole-Turano-Valvestino, sono attualmente sovvenzionate 13 famiglie, per un importo pari a 35mila euro. Questo tipo di finanziamento, per un massimo di 3000 euro, da restituire in 36 rate mensili, deve essere supportato da un salario o una pensione. Prosegue, sul fronte della solidarietà , anche l’impegno dell’Associazione Santa Lucia, presieduta da Brunetto Lusenti. Nata nel 2009, conta 150 soci e si propone di aiutare le famiglie in difficoltà . Anche quest’anno, per la raccolta fondi da destinare alla Caritas salodiana e ad altre iniziative, in occasione della festa dedicata alla Santa dei bambini ha organizzato al Golf Colombaro di Cunettone la Coppa Santa Lucia.

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/¡RVSHGDOH VL DPSOLD HQWUR OD ILQH GL PDJJLR Un “amplificatore di brillanzaâ€? per il nosocomio “La Memoriaâ€? di Gavardo. Un’altra scommessa vinta: quella di dotare il reparto di cardiologia diretto da Gianfranco Pasini, di una importante apparecchiatura radiologica in grado di visualizzare al meglio i cateteri durante gli interventi al cuore. Grazie a una gara di solidarietĂ coordinata dalla ComunitĂ montana e che ha visto la partecipazione della Fondazione della ComunitĂ bresciana, della Confartigianato e di numerose donazioni di privati e di enti pubblici. Fabio Russo, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, da cui dipende l’ospedale gavardese, soddisfatto per il traguardo raggiunto, ha fatto il punto sui lavori di ampliamento e adeguamento che stanno interessando la struttura da marzo 2010 e che dovrebbero veder la conclusione a maggio di quest’anno con un investimento pari a 31 milioni di euro. “L’ampliamento di 11mila mq di superficie lorda ospiterĂ il nuovo Pronto soccorso di 1.200 mq fruibile direttamente dalla strada e collegato funzionalmente alla Radiologia giĂ esistente, un centinaio di posti letto distribuiti su quattro piani, un nuovo ingresso per i visitatori che servirĂ anche da collegamento tra i Poliambulatori e i Servizi-Reparti di diagnosi e cura e nuove camere mortuarie accessibili dalla strada. VerrĂ predisposta un’area per l’installazione del Servizio di emodinamica e si ipotizza anche l’installazione della Risonanza magnetica. L’ospedale permetterĂ di offrire ai cittadini della Valle Sabbia e

dell’Alto Garda una struttura moderna che adotterà soluzioni organizzative innovative offrendo reparti flessibili e intercambiabili grazie a un’organizzazione degli spazi elastica favorita dalla modularità delle soluzioni edilizie e impiantistiche adottate. In questa prospettiva sarà possibile variarne i contenuti di funzione e attività per seguire l’evolversi del progresso medico e della tecnologia�.

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capacitĂ professionali può rivelarsi un autentico vantaggio competitivo. Per questo motivo l’Unione dei Comuni della Valtenesi ha colto subito l’opportunitĂ offerta dalla Regione Lombardia attraverso i Percorsi di formazione di “Lombardia Eccellenteâ€?. S i tratta di una risposta concreta, qualiďŹ cata e gratuita alle esigenze degli operatori che compongono la ďŹ liera dell’ospitalitĂ . Il supporto organizzativo è fornito da Laser, una cooperativa bresciana

specializzata nell’ambito della formazione. A fronte della gratuità dei corsi, cosa non da poco di questi tempi, sono richiesti ai partecipanti frequenza costante, impegno, voglia di apprendere e disponibilità a mettersi in gioco, elementi indispensabili per raggiungere risultati di eccellenza. Ne sono destinatari imprenditori e personale operante in ambito commerciale e marketing, tecnicicommerciali, operatori turistici, piccoli esercenti, interessati a

migliorare la capacitĂ di lettura verso i bisogni del mercato. Tutti i corsi si terranno presso la biblioteca di Padenghe dalle 19.30 alle 22.30. Dal 22 febbraio al 12 marzo si affronta il tema del web marketing. Dal 21 febbraio al 27 marzo si parla, invece, di identiďŹ cazione dei canali pubblicitari piĂš efďŹ caci. Per informazioni è possibile consultare il sito dell’Unione comuni della Valtenesi all’indirizzo internet www. unionecomunivaltenesi.it.

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rriva a San Valentino il primo vino dell’anno nuovo. SarĂ la prima novitĂ della vendemmia 2011 a giungere sul mercato nell’anno appena iniziato: un vino che da oltre un secolo anticipa la primavera sulle tavole dei bresciani e che si prepara a inaugurare un nuovo capitolo della sua storia in concomitanza con la tradizionale “festa degli innamoratiâ€?. A San Valentino scoccherĂ infatti l’ora del Valtènesi Chiaretto, nuova e piĂš rigorosa interpretazione di una vera e propria esclusiva enologica della riviera bresciana del lago di Garda. Un autentico vino di territorio, che nasce da una vocazione antica codificata piĂš di 100 anni fa, in quel di Moniga, dal senatore veneziano Pompeo Molmenti e che dal 2012 si proporrĂ ai consumatori in una nuova veste, codificata dal disciplinare della nuova Doc Valtènesi, entrata ufficialmente in vigore la scorsa estate. Per il dĂŠblocage ufficiale e la presentazione di questa autentica primizia della nuova annata enoica è stato scelto il 14 febbraio, alle cui romantiche atmosfere si legano idealmente le tonalitĂ cromatiche delicate e inconfondibili del Chiaretto: il lancio sarĂ accompagnato da numerose iniziative ed eventi promozionali, che contribuiranno

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oggi fortemente impegnato, come conferma Sante Bonomo presidente del Consorzio Garda Classico, nella definitiva consacrazione della sua vocazione vitivinicola. “Il 2011 si è chiuso per il Garda Classico su una nota positiva. Per il debutto della nuova Doc non avrebbe potuto esserci miglior annata: ai cali quantitativi della vendemmia, pari al 15% circa, ha fatto riscontro una qualitĂ elevatissima delle uve grazie alle ottimali condizioni di maturazione. Stimiamo che nelle cantine del comprensorio Valtènesi - Garda Classico siano arrivati circa 55mila quintali di uva per un imbottigliato potenziale 2012 compreso tra 6,5 e 7 milioni di pezzi. Il tutto mentre anche in quest’anno cosĂŹ complesso le nostre produzioni, in particolar modo il Chiaretto, hanno confermato un trend di crescita ormai quinquennale: il miglior augurio possibile per un 2012 nel quale la vitivinicoltura del nostro territorio sarĂ chiamata a tagliare il traguardo epocale della nuova Docâ€?. Il lavoro svolto in questi anni sta dando frutti e oggi la sponda bresciana del Garda, oltre che per le sue bellezze ambientali e le preziose testimonianze storiche, artistiche e architettoniche, che ne fanno meta turistica di primo piano, viene conosciuta e apprezzata anche per i suoi vini.


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internazionale di composizione di musica sacra che ha come centro nevralgico il Convento dell’Annunciata di Rovato. Il concerto ďŹ nale, con premiazione, è ďŹ ssato sabato 16 giugno, alle ore 21, sul Monte Orfano di Rovato. Le valutazioni delle opere, che possono puntare a un montepremi complessivo di oltre 20mila euro, sono giĂ iniziate. Fra le persone impegnate nell’organizzare e nel giudicare le opere pervenute da tutto il mondo ci sono nomi di

spicco: la poetessa Franca Grisoni; padre Ermes Ronchi, presidente del Concorso, e Domenico Clapasson, direttore artistico. Ampio il fronte delle realtĂ impegnate nel ricordare il 20° anniversario della scomparsa di padre David: fra questi, l’Associazione culturale “David Maria Turoldoâ€?, in collaborazione con la Provincia di Lombardia e Veneto dei Servi di Maria, le Regioni Lombardia e Friuli Venezia Giulia. L’obiettivo è rendere omaggio alla ďŹ gura e all’opera poetica e spirituale

di padre David Maria Turoldo e nell’intento di promuovere la creazione e la diffusione di un nuovo repertorio musicale per uso liturgico. Da qui a metĂ giugno, numerosi gli appunti ďŹ ssati: si parte sabato 5 febbraio con il “Quintetto per Davidâ€?, lectio poetica con musiche di Pierangelo Sequeri. A seguire “Inaccessibile luceâ€?, una cantata con testi di padre Turoldo e musiche a cura di Luca Tessadrelli. Ingresso libero. Per informazioni: www.servidimaria.191.it. (d.p.)

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scolto, incontro, aiuto, opportunitĂ , formazione, divertimento, educazione, sperimentazione e riflessione: sono solo alcuni dei tanti elementi messi in circolo, dall’assessorato alle Politiche giovanili rappresentato da Monica Lupatini, in sinergia con molte altre realtĂ territoriali, nell’intento di dar corpo a un “movimento socialeâ€?. “Il lavoro avviato dall’Age con altri gruppi per la creazione della Carta educativa – spiegano dal Comune –ha fatto maturare un forte sentimento di protagonismo territoriale, mettendo nero su bianco la loro intenzione di prendersi cura della popolazione in etĂ evolutivaâ€?. Ăˆ dalla consapevolezza di questo corale impegno e in un’ottica di continuitĂ che l’Amministrazione ha cosĂŹ ben pensato – mantenendo come referente organizzativo l’Age – di sostenere il prosieguo del progetto, facendosi carico totalmente dei costi per concretizzare tutte quelle azioni che erano giĂ state oggetto di richiesta di finanziamento nell’ambito della Legge regionale 23, ma che, causa riduzione delle risorse ed elevato numero di domande, non ottennero riscontro. “L’impegno richiesto è considerevole sia in termini economici, che di risorse umane – hanno aggiunto dal Comune –, ma la consapevolezza di stimolare nel territorio nuove iniziative, ci ha portato al reperimento dei fondi

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progetto interesserĂ una decina di interventi, indirizzati a una vasta fascia di popolazione e, alcuni dei quali, giĂ decollati. Ăˆ il caso dello spazio ascolto “Punto Fermoâ€? attivato, in risposta al bisogno di ascolto e confronto tra famiglie ed esperti, da settembre nell’Istituto comprensivo e nella scuola dell’infanzia o del “Progetto Sospesiâ€?, in partenza in questi giorni nell’intenzione di svolgere interventi educativi in collaborazione con le associazioni per i minori sospesi dal contesto scolastico. Tra le azioni piĂš curiose s’inseriscono invece i laboratorio espressivi: “Stanza Sensazioniâ€? per offrire ai minori disabili opportunitĂ di esperienze motorie, emozionali e relazionali che li conducano a sperimentare e sperimentarsi, facendo emergere e rafforzando la loro personalitĂ (il mercoledĂŹ 16.15-18.15 nella scuola secondaria) e “Making the Movieâ€?, proiettato a fornire ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado utili strumenti per decodificare il linguaggio filmico e comprendere a pieno il significato. Nell’abito formativo: spazio all’ampliamento della Carta educativa, al Consiglio comunale dei ragazzi, al gruppo Sostegno Dislessia (al via in febbraio per gli alunni della scuola primaria e secondaria), ma anche al ciclo di serate di riflessione atte a esaminare i bisogni reali, in agenda orientativamente a marzo. Per informazioni, 030/7725713.

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‘†‡Â?‰‘ ƒ‹ƒÂ?‘ ‘Â?…‘”•‘ Â?ƒœ‹‘Â?ƒŽ‡ Dz ‘„‡”–‘ ÂƒÂ˜Â‹Â‘ÂŽÂ‹Çł Il concorso è promosso dal Museo dell’industria e del lavoro “Eugenio Battistiâ€?, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, la Fondazione Luigi Micheletti, il Comune di Rodengo Saiano e l’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore, con il contributo di Banca Santa Giulia. Il concorso, intitolato al regista e produttore Roberto Gavioli, intende far conoscere e valorizzare le forme del documentario cinematograďŹ co e televisivo italiano dedicato

all’industria e al lavoro, in tutte le loro articolazioni, manifestazioni e trasformazioni. Il tema del Concorso sono l’industria e il lavoro. Ogni concorrente potrĂ partecipare con un solo documentario prodotto dopo il 1° gennaio 2007. Le opere dovranno essere inviate in formato dvd-video con allegata una scheda di iscrizione in cui dovranno essere chiaramente indicati: cognome e nome del regista, titolo del documentario,

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ƒ•–‡‰Â?ƒ–‘ ‡Â?‘”‹ƒ Â?‡‰ƒ–ƒ durata, anno di realizzazione. DovrĂ essere allegato un testo, cartaceo o su cd, contenente una breve sinossi e il curriculum del regista. L’iscrizione è gratuita. La data di scadenza per la consegna dei lavori è il 31 maggio 2012. La dotazione del premio è di 2.500 euro. A partire dalla presente edizione viene istituito un premio speciale dedicato a “Salute e sicurezza sul lavoroâ€?. Per informazioni scrivere a: fondazione@musil.bs.it.

Per non dimenticare. Per il “Giorno del ricordoâ€? venerdĂŹ 10 febbraio, il Comune di Castegnato, assessorato e consulta cultura, ha programmato la proiezione del documentario “Esodo: la memoria negataâ€? del regista Nicolò Buongiorno. La proiezione, che ripercorre l’esodo giuliano, dalmata, istriano del 10 febbraio 1947, è programmata alle 20.30 nella sala conferenze del Centro civico di Castegnato.

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innovabili al servizio dell’ambiente e del benessere di cittadine e cittadini: a Rodengo Saiano, l’energia elettrica e il calore arriveranno dalla valorizzazione del legname vergine e del verde di risulta. La novità è stata annunciata venerdĂŹ 27 gennaio. Dietro il nuovo utilizzo degli scarti di alberi, attraverso un impianto a biomasse legnose, c’è la sinergia fra Linea Energia – societĂ del gruppo Lgh, di cui fa parte anche Cogeme – e Paradello Ambiente, ramo dell’omonimo gruppo di Rodengo da anni impegnato nel settore dell’ambiente, del verde e dell’agricoltura biologica. In un ciclo completo di recupero l’impianto a biomasse legnose riceverĂ il verde proveniente dalle attivitĂ di manutenzione dei parchi e giardini (erba, fogliame, sfalci di potatura, tronchi) e dalla raccolta del verde di isole ecologiche del territorio della Franciacorta, generando cosĂŹ un sistema “chiusoâ€? ecocompatibile. Per garantire un impatto ambientale ridotto, non sarĂ utilizzato legno trattato, verniciato, o di natura non vergine, cosĂŹ come non si reperirĂ materiale lontano dal territorio di riferimento. L’impianto avrĂ una potenzialitĂ di produzione di energia di un megawatt elettrico ed è predisposto per la produzione di energia termica in cogenerazione. L’energia elettrica

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sino a 13mila tonnellate all’anno, per un potenziale termico (ossia di acqua calda) di 8.000 megawatt, evitando l’emissione di tonnellate di anidride carbonica equivalente che sarebbero necessarie per la produzione di altrettanta energia. Energie rinnovabili al servizio dell’ambiente: questo quindi l’impegno di Paradello e Linea Energia: “con questa soluzione – ha affermato l’amministratore di Paradello Ambiente, Ezio Piva – chiudiamo il ciclo del verde che quotidianamente raccogliamo o che ci viene conferito. Invece di impiegare energia e risorse per smaltirlo, traiamo proprio dal legno elettricitĂ e calore. Il tutto in modalitĂ tecniche e ambientali coerenti con quegli irrinunciabili principi che ispirano il nostro impegno nei settori del verde, del vivaismo, del compostaggio e dell’agricoltura biologicaâ€?. Sulla stessa linea anche il direttore di Linea Energia, Davide Alberti: “La produzione di energia da parte della nostra società è esclusivamente proveniente da fonti rinnovabili. Idroelettrico, fotovoltaico, biogas e – come per l’impianto di Paradello – biomasse sono tutti capitoli dell’orientamento, strategico e altamente impegnativo, di utilizzare esclusivamente fonti rinnovabili e innovative per la produzione di energia elettrica, in linea con le politiche internazionali dello sviluppo sostenibile e in conformitĂ con le normative piĂš rigoroseâ€?.

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di presentazione prendiamo qualche spunto che ci sembra stimolante. Quale elemento accomuna i bambini e i giovani di oggi? La mancanza di passione. Ăˆ infatti proprio l’assenza del desiderio, del “motoreâ€? per eccellenza nella vita, la causa dell’aumento delle dipendenze negli ultimi anni. Come prevenirle? Rosanna Schiralli, nella sua conversazione “Le regole fanno bene al cervelloâ€?, ha ampiamente illustrato come ai bambini, tramite l’educazione, bisogna fornire una

“valigiaâ€? di sicurezza che servirĂ loro nelle difďŹ coltĂ della vita. Grazie alle regole e ai limiti, l’istinto del bambino – che vorrebbe solo l’appagamento immediato – si trasforma in emozione, piĂš facile quindi da governare, da tenere sotto controllo e da gestire. Il risultato, testimoniato anche dalle piĂš moderne tecniche di diagnostica per immagini, è che i bambini che ricevono “rispecchiamentoâ€? e regole hanno il cervello piĂš attivo nei lobi parietali che bloccano il “cortisoloâ€?

e producono le sostanze della calma e della serenitĂ , come l’ossitocina, la dopamina e la serotonina. Dai bambini, che imparano il senso etico della vita di famiglia, bisogna inoltre pretendere rispetto. Paola Scalari, nel suo intervento “I conitti all’interno della famiglia tra comunicazioni e preteseâ€? sottolinea l’importanza della diversitĂ e della capacitĂ di amare l’“altroâ€? per le sue caratteristiche, peculiaritĂ , originalitĂ , ma anche per le sue imperfezioni. (e.g.)

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esta difficile la situazione dei profughi africani giunti in Alta Valle a giugno: ad alcuni nelle prossime settimane verrĂ concesso lo status di rifugiati politici. Si tratta di 121 giovani di colore, per lo piĂš fra i 20 e i 30 anni, originari dei Paesi dell’Africa sub-sahariana (dal Sudan alla Guinea Bissau, dalla Nigeria al Mali). A suo tempo erano sbarcati a Lampedusa, dopo essere fuggiti dalla Libia. Con una scelta rivelatasi improvvida le autoritĂ governative italiane disponevano la “de-localizzazioneâ€? di 218 di essi in strutture alberghiere le piĂš isolate e periferiche (Corteno Golgi, Montecampione, Val Palot). Subito era apparso chiaro che a giovani cresciuti troppo in fretta, sopravvissuti alla traversata del deserto, alla guerra e all’imbarco verso l’Italia, non poteva bastare vitto, alloggio e 2,50 euro al dĂŹ. Tenuti isolati, “al confinoâ€?, ben presto hanno saputo far sentire la loro voce con proteste, fughe di gruppo e scioperi della fame cosĂŹ da ricordare la loro dignitĂ di esseri umani, non “merce da nascondereâ€?. Un progetto di accoglienza diffusa è stato promosso dalla ComunitĂ montana e coordinato dal Centro Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo rifugiati) con sede a Breno. Esso vede in prima fila la Cooperativa K-Pax Onlus di Cividate Camuno, 11 Comuni fra cui in Alta Valle Edolo e Sellero, Asl, co-

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tita una sistemazione piĂš adeguata a Brescia e dintorni. A Edolo presso la struttura ex-Bim vivono una ventina di giovani africani, mentre negli altri paesi i numeri sono piĂš esigui (dai due ai cinque collocati in appartamenti). L’attivitĂ di accoglienza diffusa punta sull’integrazione sociale. “La gente ha risposto alla grandeâ€? osserva Isacco Moles, referente edolese del progetto, “si è accorta che sono brave persone. Da loro si riceve moltissimo. Da loro possiamo imparare l’importanza dei valori della pace e della gratitudine. Certo, sono ancora spaesati, ma anche saggi quando ti confidano che nella vita se si hanno belle persone intorno, non ti manca nullaâ€?. Purtroppo rimane tesa la situazione presso la struttura alberghiera a Corteno Golgi che inizialmente ospitava 82 profughi: dopo le proteste di dicembre 23 sono stati accolti in cittĂ , ma per chi è rimasto, le cose sono cambiate poco. Anche il supporto della Croce Rossa non sembra efficace. I referenti politici locali non si espongono. CosĂŹ tocca al volontariato e alle parrocchie. “Ecco le raccolte di abiti per l’invernoâ€? ricorda il curato di Edolo, don Simone Paganin, “Ecco chi si prodiga per l’attivitĂ di alfabetizzazione o per rendere disponibili dei localiâ€?. Lui non lo dice, ma è memorabile l’apertura degli ambienti dell’oratorio di Edolo per sistemare i 36 giovani scesi da Corteno per protesta.

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ƒ”…‘ †‡ŽŽǯ †ƒÂ?‡ŽŽ‘ Â? ’”‘‰‡––‘ †‹ ‡†—…ƒœ‹‘Â?‡ ƒÂ?„‹‡Â?–ƒŽ‡ ’‡” Ž‡ •…—‘Ž‡ Il Parco dell’Adamello propone un progetto di educazione ambientale alle scuole della Valle. Bambini e ragazzi rappresentano pertanto il punto di forza, la categoria di persone su cui investire nelle tematiche ambientali: attraverso i giovani – forse – si riuscirĂ a sensibilizzare una sempre piĂš ampia fascia di persone al rispetto della natura. Il tema del progetto per il 2012 è la fauna selvatica: quali animali ci sono nel territorio? In che tipologia d’ambiente

vivono? Quali adattamenti hanno sviluppato per affrontare situazioni climatiche a volte sfavorevoli? Pur sapendo vagamente quali animali si possono incontrare sulle montagne, spesso bambini e ragazzi li conoscono soltanto per nome, senza riuscire ad associare l’aspetto ďŹ sico della bestia e il suo habitat di vita. “Per parlare di fauna selvatica – scrive il sito del Parco – sarĂ necessario realizzare un inquadramento territoriale e ambientale utile per

contestualizzare in una seconda fase gli aspetti faunistici. Tema interessante sarĂ l’arrivo di alcune specie nuove. Nuove per modo di dire, perchĂŠ orso, lupo e lince erano presenti da noi ďŹ no a poco tempo fa e ora stanno tornando, grazie a progetti, e a vari disegni di reintroduzione realizzati da aree protette vicine alla Vallata dell’Oglioâ€?. Gli obiettivi: avvicinare bambini e ragazzi alla fauna selvatica, aumentando conoscenze e stimolando interesse; imparare

a conoscere gli adattamenti di alcuni animali al loro ambiente di vita, le loro abitudini, la relazione che instaurano con altri animali e con l’ambiente stesso; stimolare nei bambini e nei ragazzi curiosità e interesse per i temi ambientali. Il progetto prevede tre incontri in classe della durata di due ore ciascuno. Contattare: Casa del Parco dell’Adamello di Vezza d’Oglio, via Nazionale, 132, telefono 0364/76165, oppure www. alternativaambiente.com. (e.g.)

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a sabato 4 a mercoledĂŹ 15 febbraio la comunitĂ parrocchiale di Darfo festeggia i Santi patroni Faustino e Giovita con un’edizione particolarmente solenne e ricca di storia. Infatti, i sacerdoti , il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici hanno deciso di presentare la macchina del triduo restaurata e di utilizzarla, cosĂŹ come avvenuto fin dalla fine del Settecento, per il triduo dei morti che precede la festa dei Santi Patroni. Si tratta di una costruzione lignea imponente usata per l’ultima volta nel 1972 e risposta in vari magazzini dove rimase a macerarsi e a subire un declino artistico e storico. Recuperati i fondi indispensabili, il parroco don Giuseppe Maffi, sulla spinta dei parrocchiani piĂš attenti alle cose della loro chiesa, ha dato il via a un percorso di restauro, approvato dalla Soprintendenza di Brescia, affidato alle mani esperte della ditta Bernini e Martinelli di Pianico (Bg). Il lavoro è stato particolarmente difficile: non esistevano documenti storici, carte d’archivio, schizzi, cartoni preparatori, ma solo una memoria storica piuttosto labile e qualche fotografia ormai sbiadita dal tempo. Eppure è stato fatto il miracolo: con una scomposizione del “puzzleâ€? ligneo, l’imponente struttura è stata curata in tutti i minimi par-

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nascosto lo splendido colore oro e porpora. Questa “macchinaâ€? era stata venduta alla parrocchia di Darfo da quella di Gorzone che a sua volta l’aveva acquistata dalla chiesa di S. Giorgio a Lovere. Ma non andava bene in S. Giorgio cosĂŹ come non si adattava in S. Ambrogio: e nel 1936 trovò collocazione in S. Faustino e Giovita. Ma, come scrive don Celerino Testini nella sua opera “Note storiche sulla chiesa parrocchiale di Darfoâ€? (Pavoniana, Brescia, 1939) “...il grandioso apparato venne ridotto in numerose parti accessorie...â€?. L’apparato è monco di alcune parti che nei due traslochi e nell’abbandono dal 1972 a oggi possono essere andati perduti. In ogni caso è una bella “macchinaâ€?, descritta con cura nella preziosa opera coordinata da Ivana Passamani Bonomi per conto di Banca di Valle Camonica nella quale figura una ricostruzione della “Macchina di Darfoâ€? fatta dallo storico Oliviero Franzoni. Prima di questa ve n’era una risalente al 1902 e prima ancora quella perduta dei fratelli Gherardo e Zaccaria Inversini di Borno che inaugurò il triduo il 7 aprile 1861. La Settimana della comunitĂ inizia con la presentazione di questa opera nella serata di sabato 4 febbraio e continuerĂ con il Triduo per i fedeli defunti, lunedĂŹ 6, martedĂŹ 7 e mercoledĂŹ 8 e continuerĂ con solennitĂ fino al 5 febbraio.

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“Vesperanzaâ€? ha impegnato gli attori Luciano Bertoli, Valentina Fariello, Francesca FranzĂŠ, Margherita Maniscalco, Andrea Manni, Michael Masin, Alessandro Mor, Valentina Pescara, Massimo Politi, Emanuela Sabatelli, Maria Rita Simone, Libero Stelluti e Sarah Taradach. Assistente alla regia è Federica Cremaschi, addetto alle luci Alessandro Verazzi, responsabile del suono Benjamin Furbacco, responsabile video Wladimir Zaleski, alle

scenograďŹ e Alice Damiani, ai costumi Francesca Guerra, per gli oggetti di scena Federica Parolini. La direzione di scena è afďŹ data a Giuliana Rienzi, maestro di canto è Piercarlo Gatti, mentre la voce fuori campo è di Emanuele Simonini. Alle luci Veronica Varesi, l’assistente elettricista Daniel Vangelisti, l’assistente fonico Fabio Squaratti, l’assistente video Aiman Barikhan e l’assistente macchinista Claudio Mirabelli.

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abato 11 e domenica 12 febbraio torna in scena a Breno lo spettacolo “Vesperanzaâ€?. Ecco come racconta lo spettacolo l’autore del testo e regista, il francese Cyrille Doublet. PerchĂŠ il titolo “Vesperanzaâ€?? PerchĂŠ questo strano neologismo mi parlava di padre Yermo, e perchĂŠ mi parlava di noi. Di oggi. In Vesperanza si sentono due parole quasi paradossali: “vesperaleâ€?, vespro, il mondo della sera, della notte, del buio; e poi, ovviamente, “speranzaâ€?. Un sinonimo di Vesperanza potrebbe essere “stellaâ€?: quella che condusse padre Yermo lungo questa sua strada tormentata, esigente, luminosa, cristiana; quella infine che sostiene ciascuno di noi, nell’intimo, quando si affacciano le difficoltĂ innumerevoli della vita dell’uomo in generale, e dell’uomo contemporaneo in particolare. Quali sono le difficoltĂ che fu costretto ad affrontare padre Yermo? Ho preferito riassumere questa folla confusa e vociferante in quattro personaggi essenziali. L’ambiguo vescovo BarĂłn y Morales, che pensando di ostacolare la carriera di padre Yermo rinforzò invece la sua vocazione; l’Infanta, che cristallizza tutte le diffidenze di una societĂ civile che vede i suoi equilibri minacciati dalla troppa luce che emana quest’uomo; il dottor Gu ÇĄ

tierrez, amico dei primi giorni e avversario degli ultimi anni; il cameriere, infine, e cioè l’uomo comune, spesso freddo, indifferente e servile. Qual è stata la stella guida di padre Yermo? Il suo spettacolo sembra rispondere: la caritĂ Assolutamente sĂŹ. Fuori dalla vecchia

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l’adolescente e l’uomo maturo. Questa scelta mi consentiva di seguire la luce attraverso il passare degli anni; la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno di una vita d’uomo. Mi consentiva anche di far tornare l’infanzia. Di non vederla solo come l’inizio di una vita, ma come una forza vigile, che rincuora, che rassicura e che, nonostante gli anni, mormora la sua canzone; la sua preghiera. Com’è stato lavorare con 13 attori? Non riesco piĂš a vederli come 13 individui. Durante il lavoro, ho visto nascere una famiglia attorno a un testo, attorno al desiderio comune di servire la figura di un uomo. E non solo di attori: una famiglia di una ventina di persone, nella quale i tecnici hanno avuto un’importanza fondamentale. Senza la professionalitĂ e l’allegria di Alessandro Verazzi (il lucista) e di Benjamin Furbacco (il fonico) e senza Wladimir Zaleski, co-autore del testo e creatore video, un’avventura del genere, dal punto di vista pratico, narrativo ed estetico, sarebbe semplicemente stata impossibile. Per concludere‌ Padre Yermo mi ha lasciato l’immagine di una lanterna indomabile. Spero che questo spettacolo – i suoi silenzi, le sue grida, i suoi contrasti fortissimi – lasci intravedere fedelmente il bagliore di questa lanterna.

Il sacerdote JosĂŠ MarĂ­a de Yermo y Parres nacque nella tenuta di Jalmolonga, municipio di Malinalco, nello Stato del Messico il 10 novembre 1851, ďŹ glio dell’avvocato Manuel de Yermo y SoviĂąas e di MarĂ­a Josefa Parres. ScoprĂŹ ben presto la sua vocazione al sacerdozio. All’etĂ di 16 anni lasciò la casa paterna per fare ingresso nella Congregazione della Missione a CittĂ del Messico. Dopo una sofferta crisi vocazionale abbandonò quella famiglia religiosa e continuò la strada verso il sacerdozio nella diocesi di LeĂłn, e ivi fu ordinato sacerdote il 24 agosto 1879. Fu oratore eloquente, promosse la catechesi giovanile e disimpegnò con accuratezza cariche di rilievo, alle quali, per motivi di malattia dovette rinunciare. Il nuovo Vescovo gli afďŹ dò due piccole chiesette alla periferia della cittĂ : El Calvario e il Santo NiĂąo. La nomina fu un duro colpo nella vita del sacerdote, ma anche se si sentĂŹ ferito nell’orgoglio decise di seguire Cristo nell’obbedienza soffrendo questa umiliazione silenziosamente. Un giorno, mentre si dirigeva alla chiesetta del Calvario, si trovò di fronte a una terribile scena: alcuni maiali stavano divorando due bambini neonati. Scosso dalla visione si sentĂŹ interpellato da Dio e decise di adoperarsi per la fondazione di una casa di accoglienza per gli abbandonati e bisognosi. Il 13 dicembre 1885,

seguito da quattro giovani coraggiose, diede inizio all’Asilo del Sagrado CorazĂłn sulla collina del Calvario. Quel giorno è l’inizio della nuova famiglia religiosa delle Serve del Sacro Cuore di GesĂš e dei Poveri, oggi presente nel mondo e anche a Breno. Fu beatiďŹ cato da Giovanni Paolo II nella Basilica della Madonna di Guadalupe a CittĂ del Messico il giorno 6 maggio 1990.

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2OWUH DOXQQL LPSHJQDWL QHL FRUVL L’Accademia “Arte e Vitaâ€?, inaugurata il 15 giugno 2008 nel Comune di Breno in Valle Camonica, è sbocciata come una nuova primavera nel mondo delle iniziative suggerite dalla generositĂ e dall’attenta osservazione del sorgere di nuove necessitĂ sociali. L’Accademia ha conosciuto ďŹ n dal suo esordio un grande e crescente successo: essa vede oggi la partecipazione di oltre 400 alunni di tutte le etĂ ai corsi di teatro, danza, musica, canto, pittura, scultura, decorazione, mosaico veneziano, lingue straniere e informatica. La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie alla sensibilitĂ e alla generositĂ dei coniugi Romain Zaleski ed HĂŠlène de Prittwitz Zaleski, i quali hanno messo a disposizione le risorse umane ed economiche per realizzare un sogno coltivato da lun-

go tempo. Gli spazi dell’Accademia sono un mondo insieme incanto e funzionale, ďŹ abesco e confortevole, realizzati dal designer Roberto Damiani e dal progettista Claudio Reboldi. L’Accademia “Arte e Vitaâ€?, gestita con passione e dedizione dall’Istituto religioso femminile delle “Serve del Sacro Cuore di GesĂš e dei Poveriâ€? venute dal lontano Messico e fondato dal sacerdote e San JosĂŠ Maria de Yermo y Parres, si propone come un centro artistico e culturale al servizio dei camuni per dare la possibilitĂ a bambini, giovani e adulti di gestire il loro tempo libero in modo costruttivo e piacevole. Per informazioni sulle attivitĂ dell’Accademia è possibile rivolgersi allo 0364321891 o scrivere a info@accademiabreno.com.


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del legame con il territorio e della promozione della cultura e dell’arte nelle sue diverse forme, anche e soprattutto presso i giovani. L’Associazione si avvale della competenza e della pluriennale esperienza nel campo della musica, del teatro e dell’arte di Fabio Larovere, direttore artistico, che coordina professionalitĂ diverse e altamente qualiďŹ cate per realizzare progetti culturali capaci di coniugare la valorizzazione delle potenzialitĂ

ed energie del territorio con una vocazione europea e internazionale attenta alle piĂš recenti evoluzioni dei linguaggi artistici. Nel 2012, oltre ai numerosi appuntamenti di prestigio in programma a Breno, l’associazione si farĂ promotrice di festival e iniziative sul territorio della provincia di Brescia, a cominciare da “I volti di Romanino. Rabbia e fedeâ€?, rassegna di concerti, spettacoli e progetti originali realizzata nelle tre chiese di Pisogne, Bienno e

Breno affrescate dal grande artista bresciano, in programma dal 10 al 24 marzo prossimo. Nel cast della rassegna, alla cui realizzazione ha contribuito la ComunitĂ montana di Valle Camonica, ďŹ gura anche la soprano Daniela DessĂŹ (nella foto), stella della lirica internazionale. In estate, Cieli Vibranti promuoverĂ altri due importanti festival estivi, nei Comuni di Pisogne e Gavardo, coniugando musica, arte e cultura con proposte innovative e coinvolgenti.

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n un’epoca miope in cui i teatri chiudono i battenti, inaugurare un nuovo teatro è stata giĂ una bella notizia. Il Teatro delle Ali, però, non è nato come occasionale eccezione alla regola, ma intende proporsi nel tempo come un nuovo modello di produzione culturale, capace di valorizzare il patrimonio storico del territorio in un dialogo virtuoso con i piĂš recenti esiti della creativitĂ artistica internazionaleâ€?. CosĂŹ Fabio Larovere, direttore artistico dell’associazione Cieli Vibranti, illustra il progetto culturale del nuovo palcoscenico di Breno. “Il Teatro dovrĂ sempre avere i piedi ben piantati nel suo territorio, ma essere capace di guardare lontano. Ăˆ un Teatro che nasce con solide radici, profondamente piantate nell’esperienza formativa e didattica dell’Accademia “Arte e Vitaâ€?, nella forza spirituale delle Serve del Sacro Cuore di GesĂš e dei Poveri, nel tessuto vitale della Valle Camonica. Ed è un Teatro che nasce grazie all’illuminata generositĂ della famiglia Zaleski, capace di catalizzare queste energie

e di costruire una casa accogliente in grado di valorizzarle. Immagino il nostro palcoscenico come un ponte tra le energie e la creativitĂ del tessuto camuno e la scena culturale nazionale e internazionale, uno spazio capace di alimentare il territorio con proposte artistiche di alto livello e avviare un circuito virtuoso tra tutela del patrimonio locale e vocazione europeaâ€?. Il programma del 2012 sembra rispondere appieno a questa vocazione. Dopo “Vesperanzaâ€? – inserito in un ciclo di eventi dedicati a S. Valentino, patrono di Breno – nel mese di marzo è in programma un weekend dedicato alla donna, con uno speciale incontro con Dori Ghezzi, moglie del compianto Fabrizio De Andrè; seguiranno appuntamenti con protagonisti della cultura italiana per il ciclo “Incontri di Arte e Vitaâ€?. In aprile spazio al jazz, con un concerto del sassofonista prodigio Francesco Cafiso, mentre in maggio il cartellone ospita l’appuntamento piĂš importante, il festival di musica sacra che ospiterĂ il vescovo-compositore Hilarion, il

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coro di voci bianche piĂš importante del mondo, i Wiener Sängerknaben e il compositore premio Oscar Ennio Morricone. In estate il Teatro ospiterĂ cicli di masterclass con artisti come il pianista Pietro De Maria, il ballerino AndrĂŠ de la Roche e l’attrice Pamela Villoresi. In settembre, infine, in collaborazione con l’Accademia “Arte e Vitaâ€?, il Teatro darĂ spazio a un festival di arte e creativitĂ popolare.

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8QR VSD]LR GL DUWH H GL LGHH Il “Teatro delle Aliâ€? è un nuovo spazio di arte, idee, creativitĂ , inaugurato lo scorso 8 ottobre. Il progetto culturale intende coniugare l’attivitĂ dell’Accademia “Arte e Vitaâ€? con proposte di alto livello, nazionali e internazionali, in grado di soddisfare un pubblico estremamente variegato. Un teatro nel quale possono trovare espressione anche giovani artisti, un luogo dove la comunitĂ può fruire di spettacoli ed eventi di grande risonanza, un laboratorio in cui vengono sperimentati nuovi linguaggi artistici. Un innovativo progetto culturale che coinvolge le diverse arti a beneďŹ cio di tutto il tessuto culturale e sociale. Prima ancora che un palcoscenico capace al tempo stesso di dialogare con il territorio e di aprirsi a una dimensione internazionale, il nuovo Teatro delle Ali è però giĂ

un ediďŹ cio innovativo, spazio in cui gli elementi architettonici trovano signiďŹ cato in un disegno e una visione estetica complessiva, come spiega Roberto Damiani, designer che ha curato il progetto sin dai suoi primi passi: “L’idea progettuale è nata dalla volontĂ di creare un palcoscenico aperto sia alla ComunitĂ montana che a proposte di piĂš alto proďŹ lo, quindi uno spazio dove promuovere l’eccellenza artistica in tutte le sue dimensioniâ€?. Particolare cura è stata riservata alla scelta dei materiali, per trovare un equilibrio tra funzionalitĂ e bellezza: “Si sono utilizzati svariati materiali, da quelli canonici per fondazioni e parti portanti a strutture in carpenteria leggera e vetro, da materiali abitualmente impiegati come il ferro e il legno al rivestimento delle pareti con pannelli

microforati, per ottenere elevate prestazioni fonoassorbentiâ€?. I segreti del nuovo teatro, però, non sono tutti visibili: la dotazione tecnologica d’avanguardia costituisce il “sistema nervosoâ€? dell’ediďŹ cio ed un’indispensabile risorsa per spettacoli e rappresentazioni. FunzionalitĂ sempre garantita, dunque, in uno spazio che non dimentica nĂŠ la storia che ha alle spalle – il percorso ormai consolidato dell’Accademia “Arte e Vitaâ€? – nĂŠ il futuro che intende disegnare. Conclude Damiani: “Questo teatro di modeste dimensioni, ma di alto proďŹ lo tecnico-artistico, sorge a completamento di quella bellissima realtĂ che è ormai l’Accademia ‘Arte e Vita’, un luogo in continua evoluzione dove l’arte e l’educazione si incontrano per allargare orizzonti conoscitivi e relazionaliâ€?.


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Regia e drammaturgia Cyrille Doublet Con Luciano Bertoli, Valentina Fariello, Francesca Franzé, Margherita Maniscalco, Andrea Manni, Michael Masin, Alessandro Mor, Valentina Pescara, Massimo Politi, Emanuela Sabatelli, Maria Rita Simone, Libero Stelluti, Sarah Taradach Assistente alla regia Federica Cremaschi Disegno luci Alessandro Verazzi Suono Benjamin Furbacco Video Wladimir Zaleski Scenografia Alice Damiani Costumi Francesca Guerra Oggetti di scena Federica Parolini Direzione di scena Giuliana Rienzi Maestro di canto Piercarlo Gatti

Voce off Emanuele Simonini Datore luci Veronica Varesi Assistente elettricista Daniel Vangelisti Assistente fonico Fabio Squaratti Assistente video Aiman Barikhan Assistente macchinista Claudio Mirabelli

Vesperanza vite e opere di Padre Yermo Y Parres Regia di Cyrille Doublet con la partecipazione di Alessandro Mor e Luciano Bertoli

Sabato 11 febbraio 2012 ore 20.30 Domenica 12 febbraio 2012 ore 16.00

TEATRO TEATRO DELLE DELLE ALI ALI - Via Maria Santissima di Guadalupe, 7 - Breno (BS)

Venerdì

9 marzo 2012 ore 20.30

TEATRO TEATRO POLITEAMA POLITEAMA - Piazza Bianchi - Manerbio (BS)


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E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la cittĂ era riunita davanti alla porta. GuarĂŹ molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perchĂŠ lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e lĂ pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!â€?. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perchĂŠ io predichi anche lĂ ; per questo infatti sono venuto!â€?. E andò per tutta la Galilea (...).

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rioritĂ . Ci sono due bisogni diversi in questo brano di Vangelo: uno è quello degli uomini e delle donne che, dopo la guarigione della suocera di Pietro, vanno a cercare GesĂš per farsi guarire; l’altro è quello di GesĂš, la sua missione, che gli impone di andare e predicare. Non sono inconciliabili ma, spesso, segnano la differenza tra l’altezza della Parola e la normalitĂ della necessitĂ umana. Paradossalmente all’uomo serve molto meno di quanto Dio gli propone, non ha bisogno dell’amore ma della soluzione alle necessitĂ . Ăˆ il divario e la tentazione di GesĂš a Cafarnao: è la prima volta che si sente accettato, cercato, forse anche acclamato. Per tutta la sera, dopo il tramonto del sole, incontra malati e guarisce. CosĂŹ continueranno a cercarlo, ad avere bisogno di lui. Ma è un istante, un tempo breve che va dal cuore della notte a prima dell’alba: per riconquistarsi alla missione deve tornare a essere solo, deve pregare, fare chia-

/H XOWLPH SDUROH Il 13 di ottobre del 2010, con mia mamma partecipo al funerale di Giovanna, madre di padre Alberto. All’uscita della chiesa mia madre è entusiasta “quanti frati!â€?. Le dico, ridendo che ha appena assistito alle prove generali dei suoi. Non pensavo che nove giorni dopo sarebbe morta davvero. Ci rimane un po’ male, ma poi comincia a salutare tutti quelli che conosce, soprattutto i frati. Una cosa che ho sempre molto apprezzato è che quando muore qualche parente i frati partecipano in massa alle esequie. LĂŹ, in quell’occasione fai veramente esperienza di famiglia. Il funerale diviene una “concelebrazioneâ€? che ti aiuta e spesso si trasforma in festa, sommessa, ma festa. Il dolore di uno diventa dolor di tutti. Dopo il

funerale con un postulante accompagno mia madre a casa. Siamo in auto. Il discorso va a cadere, come solito, su mia sorella, sulla sua situazione economica, sul suo carattere. Con mia madre litigavano spesso, ma poi si cercavano al telefono con una scusa, perchĂŠ non riuscivano a dormire se non si erano parlate dopo il litigio. C’erano sofferenze e rabbie non raccontate, non elaborate. Mentre ci avviciniamo a casa mia madre si fa seria, tace (cosa che le riusciva poco), pensa e poi dice: “Se tu e tua sorella siete cosĂŹ vuol dire che non sono stata una brava madreâ€?. Dice queste parole con voce calma e tono serio. Le dice dopo averci pensato. Quindi sente vere quelle parole. La tranquillizzo, ma lei non cerca risposte o consolazioni.

Sente di essere arrivata a una veritĂ , a una consapevolezza. Penso che il pensiero le sia tornato nei suoi ultimi giorni e che avrĂ chiesto perdono a Dio nelle preghiere. Ăˆ vero, a volte è stata assente (avevamo un ristorante e quindi non una vita familiare intima), a volte la nostra educazione è avvenuta piĂš per caso che in modo sistematico. Riconosco che alcuni difetti che ho li ho ereditati dai miei genitori, ma tutto questo non ci ha impedito di vivere una bella esperienza di famiglia. Ci siamo e ci vogliamo bene ancora: lo dimostrano i sogni. Quelle nell’auto sono state le ultime parole che ho sentito dire da mia madre: parole sofferte e vere. Anche per questo le voglio ancora piĂš bene, per questa capacitĂ di arrivare in fondo alle cose.

rezza nella profonditĂ di se stesso. CosĂŹ potrĂ rispondere a Pietro che gli riporta le cifre del suo successo che è necessario andare da un’altra parte. Non si ritorna a Cafarnao: non può bastare il legittimo operare per la salute dell’uomo. Non lo dice a caso: “Devo predicareâ€?. Non dice: “Devo guarireâ€?. E se guarisce è per liberare, per allontanare il maligno che ha il potere sul mondo. Questa è la differenza tra salute e salvezza; la differenza tra bisogno degli uomini e bisogno di Dio, tra presente immediato e futuro di Dio, tra necessitĂ e amore. Tutti lo cercano perchĂŠ c’è un presente probabilmente piĂš facile, non perchĂŠ c’è un futuro diverso, inondato di Dio. Non hanno ascoltato; hanno dimenticato le parole di autoritĂ e il demonio cacciato. Negli occhi hanno la febbre della suocera di Pietro e quelli che sono tornati a casa guariti. Che bisogno c’è di Dio? Basta chi guarisce. E con questo bisogno l’uomo può mettere ai margini Dio quanto piĂš riesce a guarirsi da solo. PerchĂŠ l’uomo ce la

farĂ a guarire tutte le malattie, ce la farĂ a dare risposta alle crepe che la natura continua ad avere. Ma il suo cuore, quello non lo potrĂ guarire perchĂŠ non ha bisogno di salute ma di salvezza. GesĂš prega nel buio della notte, prima dell’alba, per fuggire la tentazione di rispondere al bisogno di salute dell’uomo. La mattina è tutto chiaro e non importa se tutti lo cercano perchĂŠ non è quello che cerca lui. Forse l’uomo non capirĂ mai completamente cos’è l’amore di Dio e cercherĂ scorciatoie: è la forza della necessitĂ , del bisogno. Ăˆ la stessa fragilitĂ che Cristo ha abbracciato. Ma questa fragilitĂ non è stata per lui l’ultima necessitĂ : ha predicato e vissuto il bisogno di salvezza e fino alla fine ha indicato in essa la vera, ultima necessitĂ . Sembra un bisogno impalpabile, incerto, ma la salvezza che da soli non possiamo darci è il vero spazio che è di Dio. Da lĂŹ nessuno potrĂ cacciarlo finchĂŠ ci sarĂ bisogno non di soluzioni al presente ma di aperture al futuro. Per questo anche lui ha dovuto pregare.


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di sÊ con gesti concreti di aiuto per sollevare, liberare chi fa fatica; umiltà : che riconosce che nulla viene da sÊ ma tutto è donato e ogni bene da noi fatto è ancora un dono dello Spirito che opera in noi... malgrado noi stessi e il nostro egoismo; amore: che concepisce la propria vita non come un bene da cui ottenere il massimo dei godimenti ma come uno sprecarsi, un lasciarsi spremere perchÊ tanti soffrono, tanti hanno bisogno di una vicinanza gratuita. Indubbiamente

non è la logica che innerva la nostra societĂ , è una postura che affonda altrove le sue ragioni e le sue opzioni ed esige un passo deciso ed energico per “entrare nella logica di GesĂš che si china a lavare i piedi dei discepoli (cfr. Gv 13,5), che cerca il vero bene dell’uomo, che guarisce le ferite, che è capace di un amore cosĂŹ grande da dare la vita, perchĂŠ è l’Amoreâ€?. Liberare le colombe, allora, con il gesto ampio di NoĂŠ negli splendidi mosaici veneziani, quale segno di pace

ritrovata, di vita che nuovamente, per la bontĂ del Creatore, riprende il suo respiro, dimenticando l’incubo fragoroso delle onde e ďŹ ssando lo sguardo su quell’arcobaleno che assicura l’umanitĂ del Dio sempre Padre, non è un gesto spettacolare o folkloristico, ma il simbolo, da parte dei ragazzi di Azione Cattolica, di affermare che la veritĂ su loro stessi, sul mondo, sul loro futuro, si trova solo in questa logica dell’amore: dono di GesĂš. (Cristiana Dobner)

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’ateismo come fenomeno di massa ha cominciato a evidenziarsi nel Novecento; la Chiesa ne ha preso particolare consapevolezza al Vaticano II. Nella costituzione Gaudium et Spes offre un quadro completo delle cause che conducono a negare Dio. E oggi come stanno le cose? Sicuramente il fenomeno non è venuto meno, anche se per certi versi è cambiato. A metĂ degli anni ’50 del secolo scorso l’ateismo era quasi una professione di fede: era una lotta attiva contro tutto ciò che richiamava Dio e uno sforzo disperato di rifare, di riscostruire l’universo del pensiero e tutta la scala umana di valori contro Dio. L’ateismo era la forte ed esplicita negazione di quel Dio in cui credevano i credenti, di quel Dio che è Creatore, Padre e Salvatore. Era una consapevole scelta di vita, un atto morale, una libera e cruciale determinazione. L’uomo percepiva di dover diventare adulto nel rifiuto di ogni trascendenza, ritenuta limitante la sua autonomia. J. Maritain terminava l’analisi dell’ateismo di quel tempo interrogandosi: “Ma tutto ciò che ho descritto non è forse una specie di atto di fede, un atto di fede a rovescio, il cui contenuto non è un’adesione al Dio trascendente, ma una presa, appunto, di posizione contro questo Dio trascendente?â€? (“Il significato dell’ateismo contemporaneoâ€?, 1954). Negli ultimi anni le cose sono cambiate. Ăˆ un’intuizione che scaturisce ascoltando Benedetto XVI, il quale ha parlato dell’ateismo come di un venir meno della fede. L’ha ricorda-

to: “Come sappiamo, in vaste zone della terra la fede corre il pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova piĂš alimento. Siamo davanti a una profonda crisi di fede, a una perdita del senso religioso che costituisce la piĂš grande sfida per la Chiesa di oggiâ€? (Udienza ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per la dottrina della fede, 27 gennaio 2012). Il nostro tempo si caratterizza per un affievolirsi della fede, piĂš che non per una esplicita negazione di essa. Si dirĂ che il risultato è lo stesso. Ăˆ vero, ma il fenomeno è, forse, piĂš grave. In passato chi si trovava nella posizione di negare l’esistenza di Dio, si stava interrogando e portava motivi per giustificare la propria scelta. Al punto

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te. Non si pone il problema, in quanto non sembra sentire alcuna inquietudine religiosa, nĂŠ riesce a capire perchĂŠ dovrebbe interessarsi di religione. PiĂš che la morte di Dio – teorizzata in passato – è la morte dell’uomo. Un uomo che ha perso ogni aspirazione a qualcosa di piĂš grande, rispetto ai beni terreni. Che cosa è successo? Ăˆ difficile rispondere perchĂŠ piĂš che una causa, vi è un intreccio di motivi, i quali messi insieme sono diventati quel vento gelido che spegne la fiamma della fede. Si pensi, per un momento, a quell’idea per cui l’uomo dovrebbe produrre e basta: lo studio e la formazione avrebbero valore, non se aiutano a pensare, ma se aiutano a fare. L’importante è diventare presto un ingranaggio di quella macchina spersonalizzata che usa tutti. Ora, il sapere finalizzato alla pratica è uno dei saperi, ma accanto a esso ne sta un altro, piĂš importante, che è quello del sapere per la vita. Quello che aiuta a comprendere il senso dell’esistenza, a trovare la modalitĂ di realizzarsi attraverso il dono di sĂŠ, ad accettare l’insuccesso, etc. Se le domande di senso, quelle che conducono a riflettere sul senso della vita, sono emarginate, l’uomo diviene solo ciò che produce. Oggi allora la questione non è tanto quella di difendere l’esistenza di Dio, ma quella di difendere l’esistenza dell’uomo, condannato a vivere come un ingranaggio. C’è bisogno di tornare a pensare in grande, a mettere al centro quei temi per i quali vale la pena vivere. Anche in questo contesto si alimenta la fede, che deve essere considerata come la cosa piĂš importante.

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/D PLVVLRQH DG JHQWHV “La celebrazione della Giornata missionaria mondiale si carica quest’anno di un signiďŹ cato tutto particolare. La ricorrenza del 50° anniversario del decreto conciliare Ad gentes, l’apertura dell’Anno della fede e il Sinodo dei vescovi sul tema della nuova evangelizzazione concorrono a riaffermare la volontĂ della Chiesa di impegnarsi con maggiore coraggio e ardore nella missio ad gentes perchĂŠ il Vangelo giunga ďŹ no

agli estremi conďŹ ni della terraâ€?. Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio diffuso oggi per la Giornata missionaria mondiale 2012, “Chiamati a far risplendere la Parola di veritĂ â€?. “Anche oggi la missione ad gentes – sottolinea il Santo Padre – deve essere il costante orizzonte e il paradigma di ogni attivitĂ ecclesiale, perchĂŠ l’identitĂ stessa della Chiesa è costituita dalla fede nel Mistero di Dio, che si è rivelato in Cristo

per portarci la salvezza, e dalla missione di testimoniarlo e annunciarlo al mondo, ďŹ no al suo ritorno. Come San Paolo, dobbiamo essere attenti verso i lontani, quelli che non conoscono ancora Cristo e non hanno sperimentato la paternitĂ di Dioâ€?. La celebrazione dell’Anno della fede e del Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione saranno, perciò, “occasioni propizie per un rilancio della cooperazione missionariaâ€?.


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Caro direttore, sono una lettrice del settimanale e apprezzo i numerosi articoli interessanti soprattutto perchĂŠ, come lei afferma, è il “giornale della comunitĂ diocesanaâ€? e pertanto ci mette “in comunioneâ€? con quanto accade nel nostro territorio. Il tema delle unitĂ pastorali presentato dal Vescovo e proposto al nostro consiglio pastorale, è stato portato come forma di dialogo e di consultazione nei centri di ascolto

in Avvento e verrà riproposto anche in Quaresima. Le schede predisposte hanno offerto un buono spunto di riflessione per i partecipanti. Un limite è però la scarsa partecipazione a questi incontri. Ci rendiamo conto che come laici, se credenti e testimoni, ci dobbiamo impegnare maggiormente. Ma è necessario che tutti, qualsiasi sia il nostro servizio in parrocchia, abbiamo lo spirito di comunità che si deve rinnovare, stare al passo

con i tempi. Ciò implica lavorare insieme, cercando ciò che ci può unire nelle diverse esperienze del territorio. Avremmo bisogno di dialogare di piĂš anche se spesso non si trova il tempo perchĂŠ presi da tanti impegni. Essere un po’ tutti piĂš consapevoli di far parte di una “comunitĂ â€? cristiana, in una parola aver piĂš fede. Con l’aiuto anche dei vostri mezzi di comunicazione, ci auguriamo di lavorare in questa direzione. (Gabriella Bondavalli)

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ulla “cartaâ€? penso che non ci sia nulla da eccepire circa l’identitĂ delle unitĂ pastorali, sui loro elementi essenziali e sui criteri di costituzione. La questione problematica, infatti, riguarda non la teoria, bensĂŹ la pratica: quello che ci serve in questo momento sono esempi virtuosi di unitĂ pastorali che “funzionanoâ€?, che realisticamente realizzano quello che sulla carta c’è scritto. Da qui mi permetto di annotare alcuni possibili rischi. Il rischio di “assorbimentoâ€?. Non so se è possibile parlare di unitĂ pastorale, laddove una parrocchia piĂš grande (per numero di abitanti, attivitĂ , storia pastorale, ecc.) fagociti alcune altre piĂš piccole. Forse bisognerebbe dire che piĂš che unitĂ pastorale, qui, una parrocchia “madreâ€? si prende anche cura di altre parrocchie satelliti. Per questo farei l’unitĂ pastorale tra parrocchie omogenee anche per numero di abitanti e di storia e di attivitĂ pastorali. Il rischio del restyling di facciata. Non so se è possibile parlare di unitĂ pastorale, laddove rimangano gli stessi preti che fino al giorno prima hanno fatto i parroci di una singola parrocchia e che dal giorno dopo devono entrare nella mentalitĂ da unitĂ pastorale. Ăˆ difficile, cioè, che si formi davvero un’unitĂ pastorale di diverse parrocchie se permangono gli stessi preti che hanno vissuto lĂŹ il ministero da parroci... perchĂŠ inevi-

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schio del “frullatoreâ€? o dell’ “omogeneizzatoâ€?. Mi pare di intravvedere due rischi opposti nell’unitĂ pastorale. Da una parte il prete che è “frullatoâ€? dalle corse tra le diverse parrocchie, perchĂŠ vuole mantenere tutto quanto si è sempre fatto per rispetto della tradizione e del lavoro precedente; dall’altra parte il prete che fa l’“omogeneizzatoâ€?, allineando tutto e appiattendo le realtĂ facendo da tutte le parti la stessa cosa. E non è facile discernere quanto è bene che concretamente rimanga per salvaguardare la specificitĂ della vita di quella comunitĂ . Perciò vedo, in questo momento, il bisogno di un po’ di fantasia e di impegno, di disponibilitĂ e di sacrificio soprattutto da parte di noi pre-

sbiteri; con la voglia di rimetterci in discussione: è molto piÚ comodo per tutti andare avanti come si è sempre fatto o sperare di riuscire ad arrivare alla pensione e poi ci penseranno altri a tutti questi nuovi cambiamenti. Dobbiamo provarci. Insieme.

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/D UHDOWj HFFOHVLDOH QRQ SXz UHVWDUH IHUPD La ďŹ sionomia dell’unitĂ pastorale di Botticino è chiara con un gruppo ministeriale stabile (un parroco, due sacerdoti, un diacono, un presbitero collaboratore e le suore operaie). Sono tre parrocchie (Botticino Mattina, Botticino Sera e San Gallo) che camminano insieme, guidate da un unico parroco: don Raffaele Licini (nella foto). Don Licini la prima cosa che ha cercato di fare è stata quella di “identiďŹ care bene gli operatori pastoraliâ€?,

formando cosĂŹ anche un unico consiglio dell’unitĂ pastorale: non ci sono piĂš, infatti, i consigli delle singole parrocchie, ma c’è un consiglio rappresentativo di tutte e tre le realtĂ . A questo si aggiunge il fatto che settimanalmente (nei periodi forti sono, invece, attivi i Centri di ascolto) tutti gli operatori pastorali partecipano a un incontro di formazione comunitario come “momento di crescitaâ€?. La scelta di avere un unico parroco si è dimo-

strata vincente, perchĂŠ è “un qualcosa di comune per tuttiâ€?. Uno dei possibili criteri di costituzione dell’unità è l’appartenenza allo stesso Comune; in questo caso pur essendoci un unico Comune (Botticino), le differenze geografiche e storico-culturali permangono. A chi pensa che il piccolo abbia paura di farsi inglobare dal contesto piĂš grande, don Raffaele spiega che anche il piccolo “può mantenere la sua identitĂ e incontrandosi con

gli altri si arricchisce. In un contesto dove tutto si muove, la piccola realtĂ non può rimanere ferma dal punto di vista ecclesiale, altrimenti corre davvero il rischio di morireâ€?. Le parrocchie continuano, comunque, a vivere dei momenti speciďŹ ci, perchĂŠ non si eliminano le peculiaritĂ . Il 15 febbraio, ad esempio, la chiesa di Botticino Mattina è in festa per San Faustino e tutta l’unitĂ pastorale si unisce alle celebrazioni.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 2 febbraio Ore 17 - Brescia S. Messa con i consacrati in Cattedrale. VenerdĂŹ 3 febbraio Ore 17 - Brescia Lectio magistralis sul tema della concordia per il Consiglio comunale di Brescia a Palazzo Loggia.

Sabato 4 febbraio Ore 9.30 - Brescia Visita della Poliambulanza in occasione della Giornata per la vita. Ore 17.30 - Brescia Concelebrazione in ricordo di mons. Gennaro Franceschetti al Centro pastorale Paolo VI.

Ore 20.15 Gardone Val Trompia Veglia di preghiera per la Giornata per la vita.

LunedĂŹ 6 febbraio Ore 7 - Brescia - Visita e Santa Messa presso la Casa degli angeli dalle dorotee di Cemmo.

Domenica 5 febbraio Ore 10.30 - Zone S. Messa.

MartedĂŹ 7 febbraio Il Vescovo partecipa alla Cel presso la Villa di Gazzada.

Ore 16 - Brescia S. Messa per la Giornata per la vita presso la Basilica delle Grazie.

Da mercoledÏ 8 a venerdÏ 10 febbraio partecipa alla Settimana teologico-pastorale presso l’Eremo di Bienno.

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re giorni (due notti) in pullman con il vescovo Monari. Questo è il programma per i sacerdoti in visita, dal 5 al 7 marzo, all’Abbazia di Lerins a Saint Honorat. La prima giornata prevede una sosta ad Arenzano per la visita del santuario del Bambin GesĂš con la celebrazione della Santa Messa. Al termine proseguimento per Ventimiglia. Nel pomeriggio continuazione sino a Nizza, “Perla della Costa Azzurraâ€?, con passeggiata lungo la famosa Promenade des Anglais, Place Gautier e Place Massena con i suoi storici palazzi. Il secondo giorno si parte per il porto di Cannes dove con circa 20 minuti di battello si raggiunge l’isola di Saint Honorat dell’arcipelago di Lerins. L’isola, lunga 1500 e larga 400 metri, è un gioiello della natura, coperta di eucalipti, cipressi e pini e coltivata a vite dai monaci cistercensi che ancora vivono qui

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si fa ritorno nella Riviera ligure e proseguimento per Genova con la salita al santuario della Madonna della Guardia. In programma anche una visita e un incontro con il Rettore per una breve presentazione del santuario. L’arrivo a Brescia è previsto per la sera. La quota di partecipazione è di 360 euro. Sabato 25 febbraio è stato, invece, pensato un pellegrinaggio diocesano in pullman di un solo giorno a Fontanellato (Parma). All’arrivo, partecipazione alla celebrazione penitenziale e all’eucarestia presieduta dal vescovo Luciano Monari. Ci sarĂ tempo a disposizione per la visita del santuario dedicato alla Beata Vergine del Santo Rosario, luogo domenicano di preghiera e di pellegrinaggio giĂ dal XVI secolo. La storia racconta che per la salvezza delle anime, dei suoi sudditi, la contessa di Fontanellato, Veronica da Correggio vedova di Giacomo Antonio Sanvitale, nel 1512

faceva venire a Fontanellato i frati domenicani. Provenivano questi dal convento osservante di S. Maria delle Grazie di Zibello, fondato nel 1496 dal marchese Pallavicino presso la riva del Po, e appartenevano all’area riformata dell’Ordine. Sotto l’ispirazione di S. Caterina da Siena (1347-1380) i figli di San Domenico nel secolo XV si erano impegnati a osservare integralmente la regola primitiva, formando comunitĂ di santi religiosi e di insigni predicatori, che cittĂ e castelli cercavano a gara di avere dentro o vicino alle loro mura. Il primo miracolo si verificò nell’ottobre del 1628 quando un certo Gian Pietro Ugolotti di Borgo San Donnino (oggi Fidenza), di anni 65, colpito da febbre continua maligna, raccomandatosi alla Santissima Vergine di Fontanellato ottenne immediata guarigione. Il prodigio Č‚ rappresentato anche in un quadro votivo Č‚ venne approvato dalla Curia di

Parma e poi dato alle stampe, insieme con altre grazie che i padri cominciarono a scrivere in appositi libri su testimonianza del devoti “graziatiâ€?. La notizia del prodigi si diffuse in tutta l’Emilia e nelle diocesi limitrofe Dopo il pranzo, c’è la possibilitĂ di una visita guidata della Rocca di San Vitale con la saletta dipinta dal Parmigianino, capolavoro del manierismo. L’arrivo previsto è in serata, la quota di partecipazione è di 60 euro. La quota comprende il viaggio in pullman e il pranzo.

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0RQV 3DROR =DQHWWL H GRQ *LXVHSSH %XFFLR Il 25 gennaio è scomparso mons. Paolo Zanetti. Nato a Cellatica il 13 aprile 1917; ordinato a Brescia il 2 giugno 1940; vicario parrocchiale a Berlingo 1940-1942; vicario parrocchiale a S. Alessandro in Brescia 1942-1958; parroco a Castenedolo 1958-1972; parroco a Salò 1972-1992; deceduto a Salò il 25 gennaio 2012; è stato funerato e sepolto a Salò il 27 gennaio 2012.

Il 31 gennaio il Signore ha chiamato a sÊ don Amilcare Giuseppe Buccio. La salma è stata portata a Bagolino. I funerali, presieduti da mons. Olmi, si celebrano giovedÏ 2 febbraio alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Bagolino. Don Buccio sarà sepolto nel cimitero di Bagolino. Ricordiamo i due sacerdoti e i loro familiari nella preghiera.


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nel progetto che gode del patrocinio della sottocommissione Catechesi attraverso l’Arte e che intende allargarsi a tutte le parrocchie bresciane interessate. Il progetto consiste nella realizzazione di un video documentario in linguaggio giornalistico che presenti gli ediďŹ ci sacri dal punto di vista storico-artistico, puntando anche sull’aspetto religioso ed evangelizzante dell’ediďŹ cio e sul signiďŹ cato che la chiesa riveste nell’ambito di una comunitĂ . Il dvd,

della durata di 54 minuti, è curato da Fabio Larovere; la regia è afďŹ data a Claudio Uberti. I testi vengono rivisti da don Giuseppe Fusari, storico dell’arte e direttore del Museo diocesano di Brescia, mentre l’aspetto commerciale è curato da Federico Natali, direttore amministrativo della Fondazione Opera Diocesana S. Francesco di Sales. Nel caso del dvd sulle chiese di Botticino, oltre a una presentazione storico-artistica dei pregevoli ediďŹ ci, due dei quali re-

centemente restaurati, vi è un intervento del parroco don Raffaele Licini e pure il signiďŹ cativo contributo di tre storici locali, Giampietro Biemmi, don Sandro Gorni e Michele Busi. Nel dvd alcune immagini della consacrazione della parrocchiale di Botticino Sera e della visita di Benedetto XVI nel 2009, nonchĂŠ informazioni su Sant’Arcangelo Tadini, che è qui sepolto. Chi fosse interessato al progetto, tel. 030.44250; www.vocemedia.it.

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l card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, sabato 4 febbraio alle 17.30 presiede al Centro pastorale Paolo VI la Messa per ricordare il settimo anniversario della scomparsa di mons. Gennaro Franceschetti. Riconoscenti al Signore per il dono grande che ha fatto alla Chiesa bresciana e alla diocesi di Fermo, familiari e amici fanno memoria di questa figura perchĂŠ il suo esempio rafforzi la testimonianza di amore alla Chiesa, alle istituzioni e a ogni persona. Per chi non l’ha conosciuto è opportuno ricordare alcuni passaggi della sua vita cosĂŹ come sono stati riportati dalla rivista della diocesi nei mesi successivi alla morte. Mons. Gennaro Franceschetti nasce a Provaglio d’Iseo il 14 giugno del 1935 in una famiglia numerosa (10 fratelli). Il 3 ottobre del 1947 entra in Seminario, scelta maturata grazie all’educazione cristiana profonda ricevuta in casa e in parrocchia. Fa il curriculum richiesto per accedere al sacerdozio, ma giunto all’ultimo anno di teologia, nel 1959, date le sue qualitĂ intellettuali e umane, viene inviato a Roma per perfezio-

nare gli studi che si concluderanno nel 1964 dopo aver raggiunto la licenza in Teologia, nel 1961, e tre anni dopo in sociologia all’UniversitĂ gregoriana. Per questo motivo don Gennaro riceve l’ordinazione sacerdotale nella sua chiesa di Provaglio d’Iseo il 17 aprile del 1960. Rientrato in diocesi dopo gli studi, la sua prima destinazione è la parrocchia di S. Antonio in cittĂ : il giovane curato ha come parroco l’oratoriano padre Giulio Bevilacqua. L’anno passato al suo fianco lo segna profondamente: piĂš volte don Gennaro ricorderĂ gli insegnamenti e gli esempi del cardinale parroco. In questa esperienza conosce anche il parroco confinante don Giacomo Vender. Dal 1965 incomincia il suo servizio alla diocesi prima di tutto come insegnante in Seminario, incarico che ricoprirĂ fino alla sua nomina a parroco di Manerbio. A fianco dell’insegnamento ha svolto tanti altri servizi che lo hanno via via arricchito: vice assistente provinciale delle Acli dal 1965 al 1967; segretario del Consiglio pastorale e presbiterale dal 1967 al 1971; cappellano del monastero della visitazione in cittĂ dal 1965 al 1972;

cappellano della clinica CittĂ di Brescia dal 1972 al 1973; direttore dell’Ufficio statistica e sociologia religiosa dal 1965 al 1974; direttore dell’Ufficio di pastorale sociale dal 1974 al 1981. Nel 1975 è stato nominato primo direttore del Centro pastorale Paolo VI negli ambienti dell’ex Seminario Santangelo. Nel 1980 viene nominato vicario episcopale per gli organismi di comunione ecclesiale: conosce da vicino i vescovi Morstabilini e Foresti. Il suo capolavoro rimane il Sinodo diocesano voluto proprio da Morstabilini. Il 1° novembre del 1988 mons. Bruno Foresti lo nomina parroco di Manerbio, mentre il 18 giugno del 1997 giunge la nomina ad arcivescovo di Fermo. Viene consacrato vescovo nella cattedrale di Brescia il 31 agosto del 1997. Il 21 settembre del 1997 è accolto festosamente nella diocesi marchigiana di Fermo che guiderĂ per sette anni e mezzo, distinguendosi per il rapporto profondo, vero, affettivo instaurato con il popolo a lui affidato. Muore il 4 febbraio del 2005, il suo corpo riposa nella cripta della cattedrale di Fermo.


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disabilitĂ , il microfono passerĂ a don Armando Aufiero, responsabile dell’apostolato per il Centro volontari della sofferenza, con un intervento dal titolo “Alzati e va’, la tua fede ti ha salvatoâ€?. L’ambito medico sarĂ affrontato dal dottor Felice Giulio Bonomi della clinica Humanitas Gavazzeni di Bergamo, che parlerĂ del “Curare ovvero prendersi cura dell’altro: esperienze di un operatore sanitarioâ€?; Mauro Anselmo, invece, giornalista e caporedattore cultura del

settimanale “Panoramaâ€?, presenterĂ la figura di mons. Luigi Novarese, di cui papa Benedetto XVI ha promulgato il 19 dicembre il decreto di beatificazione. Egli fu il fondatore del Centro volontari della sofferenza e dell’ordine dei Silenziosi operai della croce e nel corso della vita si dedicò a valorizzare e recuperare integralmente la persona ammalata. La testimonianza di Paolo Marchiori, membro del Centro volontari della sofferenza, concluderĂ la serata. (f.u.)

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nche la parrocchia di Pontoglio si prepara a vivere la 20ÂŞ Giornata mondiale del malato. La preparazione non si limita alla ricorrenza: l’attenzione verso ammalati, anziani, disabili e persone agli arresti domiciliari è sempre attiva e continua per essere costantemente vicini e presenti. Vicini come lo è il parroco don Angelo Mosca che, nei tre anni alla guida delle 7000 anime pontogliesi, si è costruito un elenco (162 censiti) di “monitoraggioâ€? per focalizzare le sue visite: fisse e per tutti almeno tre volte l’anno (Natale, Pasqua e Assunta), ma anche saltuarie (giornaliere, settimanali o mensili) per alcuni casi. Assidue sono le tappe nella Fondazione Villa Serena dove le preghiere delle 8.45 aprono la giornata, nel pomeriggio proseguono gli incontri ai circa 80 ospiti di Rsa e Cdi e tutte le sere alle 17.30 la Messa. Il tutto grazie alla forte collaborazione di Rosaria Zanotti che segue cura e liturgia in cappella, ma anche ai volontari Sant’Obizio, che gravitano con generositĂ e impegno attorno alla struttura sia per il trasporto che per l’animazione, come testimonia la Festa aperta a tutti di sabato 11 febbraio alle 15 con celebrazione eucaristica e conferimento dell’unzione a chi lo desiderasse. Ampia e fitta è la rete di realtĂ che si prodigano verso i malati e che include: il ministro straordina-

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Volontari Santa Maria, giornalmente disponibili per il trasporto sociale di invalidi e handicappati e Ancora, nato nel 2007 per fornire assistenza ai familiari di coloro che sono affetti da patologie cronico-progressive-degenerative. “Agli ammalati è importante approcciarsi con una relazione vera, calda, delicata e leggera – ha confidato don Angelo –, nel rispetto dei tempi e modi d’essere di ognuno e, soprattutto, con massima disponibilitĂ d’ascolto, favorendo incontri piĂš assidui e brevi (che lunghi e pesanti) e nella certezza che loro, pur nel disagio, ci aspettano con grande gioia,

stima, desiderio di confidare ciò che solitamente (anche ai familiari) è celato e tanta riconoscenza. E quando avviliti mi domandano: ‘A che serviamo ormai, che possiamo fare? Io, che da sempre considero gli ammalati come l’ombrello protettivo della comunitĂ , rispondo senza indugio che una cosa la possono far tutti ed è... pregare! Ho incontrato persone deboli fisicamente, ma con una spiritualitĂ fortissima: delle vere “perleâ€? che, nella sofferenza, hanno saputo davvero farmi relativizzare tutto, ribadendomi l’idea che, con loro, è sempre piĂš ciò che si riceve, che ciò che si dĂ â€?.

$SSXQWDPHQWL GL IHEEUDLR Nel primo venerdĂŹ del mese (3 febbraio) c’è l’adorazione eucaristica presso la Cappella del Santissimo all’interno della chiesa delle Sante Capitanio e Gerosa (zona Questura, S. Polo) dalle 20.30, con la celebrazione eucaristica, alle 8.30 di sabato con la celebrazione eucaristica che chiude la notte di adorazione. Continua domenica 12 febbraio, dalle 9 alle 17, il percorso “SĂŹ, per tutta la Vitaâ€?, proposto al gruppo vocazionale “Sicharâ€?. L’incontro si

svolge sempre presso il Seminario in via Razziche 4. Tema della giornata: “AffettivitĂ tradita: non peccare piĂšâ€?. Si svolgerĂ in questo mese l’ultima tappa zonale dell’itinerario di spiritualitĂ per giovani, sul tema “La via che conduce alla vitaâ€? (Mt 7,7-14). L’appuntamento è previsto nella seconda settimana del mese. Per i giovani della cittĂ , la meditazione sarĂ offerta dal Vescovo presso le Grazie venerdĂŹ 10 febbraio alle 21. Nella settimana con-

cordata, la proposta dell’anno “Signore, da chi andremo?â€? (Gv 6,68), sarĂ vissuta a livello parrocchiale, attraverso l’adorazione eucaristica e a livello zonale, con la possibilitĂ di incontri e testimonianze vocazionali. In questo mese: dal 30 gennaio al 5 febbraio: zona Sebino; dal 6 al 12 febbraio: zona Brescia Sud e zona Brescia Nord; dal 13 al 19 febbraio: zona Suburbana 2 – Gussago e zona Brescia Ovest; dal 20 al 26 febbraio: zona Brescia Est.

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•–ƒ– ÇŻ –ƒŽ‹ƒ •–ƒ ’‡”†‡Â?†‘ Ž‡ Â?ƒÂ?Â?‡ CosĂŹ titola un quotidiano nazionale, a commento dei dati di natalitĂ in calo pubblicati dall’Istat. Nello stesso giorno il card. Angelo Bagnasco dice ai Vescovi e al Paese: “Il risultato paziente di una antropologia della nostra cultura ci dice che noi viviamo in una societĂ di famiglie. Questa è la campata sotto la quale vive l’Italia avendo, sotto il proďŹ lo sociologico, una connotazione sua propria, la quale ha ripercussioni decisive a livello educativo, nel contenimento

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dei disagi giovanili, nella resa scolastica, nelle strategie di prevenzione sociale‌ Va da sĂŠ che questo deve portare il Paese a darsi una politica famigliare preveggente, che mantenga la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna‌ â€?I dati Istat rilevano che i ďŹ gli si fanno dove i servizi sociali sono piĂš efďŹ cienti, dove le donne si sentono piĂš sostenute e dove si aprono maggiori possibilitĂ di lavoro. La Lombardia si trova in buona posizione; anche se a brillare di luce

particolare è il Trentino, che detiene il primato di una crescita naturale di segno positivo, grazie a un progetto politico che ha cercato di creare nelle famiglie aspettative positive e improntate al valore del “benessere famigliareâ€?. Non a caso proprio in Trentino le scuole dell’infanzia sono una presenza capillare e qualiďŹ cata. Ci resta il dovere di restare fedeli a quanto abbiamo ricevuto dalla nostra storia e di implementare sul territorio servizi per l’infanzia di qualitĂ .

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o-stare nella relazione è il leit motiv dell’anno scolastico 2011/12 della Lesic. La relazione tra il bambino e i genitori è un tema molto discusso sia in ambito scolastico che in societĂ . Certamente fare i genitori non è mai stato un “mestiereâ€? facile, educare è un’arte che richiede attenzione, sensibilitĂ e capacitĂ creativa; significa trovare un giusto, anche se difficile, equilibrio che possa mettere in atto una “sanaâ€? autorevolezza affinchĂŠ il bambino, fin da piccolo, possa acquisire norme, regole e valori del gruppo sociale nel quale vive, attraverso un lungo processo di socializzazione. Ciò nonostante oggi notiamo una grande fragilitĂ da parte di tanti genitori nell’educazione dei figli. Spesso c’è il timore di contrariarli, magari per paura di brutte figure o, addirittura con il dubbio che, cosĂŹ facendo non ci vorrĂ piĂš beneâ€?. Spesso i rimproveri si accompagnano a sorrisi com-

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ne, favorendo l’assunzione di certe norme morali condivise dal gruppo. Dall’altro lato, la presenza di una coscienza morale e il rispetto delle norme consentono di regolare il comportamento in situazioni sociali. Ecco perchĂŠ far capire ai bambini, giĂ da piccoli, il senso del limite è importante anche se questo può costare fatica e tanta pazienza. Senza i no la personalitĂ non cresce e non si struttura; stranamente, rifiuti e divieti fanno sentire la presenza sicura dell’adulto, se questi assume un atteggiamento amorevole ma fermo, ragionevole ma deciso! Definire le regole e come farle rispettare sono due problemi diversi tra loro. Aiutare il bambino a distinguere ciò che è bene e ciò che è male è molto importante, trattandolo da persona che sta costruendo la propria vita con grande fatica. Insegnare ad un bambino a lavarsi, a mangiare, a vestirsi è un lavoro ben piĂš lungo, faticoso e paziente che non imboccarlo,

lavarlo, vestirlo. Il primo è il lavoro dell’educatore, il secondo è quello del servo! (M. Montessori) I genitori hanno il compito, non facile, di aiutare il proprio bambino a costruire non solo se stesso, ma anche la sua “coscienzaâ€?: essere educati, saper aiutare, essere pazienti, essere umili “essere buoniâ€?! I genitori passano ai figli la vita con i suoi problemi, le sue sfide, ma anche con le sue soddisfazioni e la sua bellezza. Il bambino ha bisogno di dialogo, di affetto e di attenzione attraverso la partecipazione attiva della famiglia e la disponibilitĂ dei genitori a stare insieme con lui, a scoprire il mondo insieme. I figli assumeranno cosĂŹ la consapevolezza che non saranno mai soli, che mamma e papĂ gli saranno sempre accanto in ogni momento, anche se non sempre fisicamente, che nella loro famiglia troveranno sempre sostegno e amore anche nei momenti piĂš difficili.

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dell’attuale crisi. Ogni quattro anni tutta l’associazione cerca di rideďŹ nire gli obiettivi per riuscire a essere protagonista nella societĂ , nel mondo del lavoro e nella Chiesa. Inoltre vengono rinnovati gli organi dirigenti, e questo a tutti i livelli dell’associazione. Da alcune settimane, infatti, i 70 circoli Acli presenti in provincia di Brescia hanno convocato le proprie assemblee dei soci per eleggere i delegati al Congresso

provinciale e per discutere delle tesi congressuali che sono state elaborate dalle Acli nazionali. Per molti circoli inoltre, questa è anche l’occasione per rinnovare la propria presidenza. I delegati dei circoli parteciperanno poi al Congresso provinciale, che si terrĂ il 3 e 4 marzo presso l’istituto Artigianelli di Brescia. Seguiranno poi gli appuntamenti dei livelli regionali (30 e 31 marzo a Milano) e nazionale (dal 3 al 6 maggio a Roma).

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enti bilaterali). Estensione anche del diritto alla formazione permanente. Siccome una delle questioni centrali è l’occupazione giovanile, allora – oltre a quanto finora illustrato – si propone di dar vita a un vero e proprio Piano nazionale per il lavoro dei giovani, con l’apprendistato come contratto d’accesso, incentivi al tirocinio, potenziamento della formazione professionale e una fiscalitĂ di vantaggio per l’imprenditoria giovanile. Tutte queste proposte non basteranno. Per ora ci basta che il governo abbia assunto questo tema come prioritĂ . Da tempo aspettavamo. E, finalmente, lavorano...

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e Acli hanno da pochi giorni illustrato al ministro Fornero la loro proposta per la riforma del contratto di lavoro: speriamo l’abbia apprezzata. Nell’attesa, la illustriamo anche a voi lettori. La proposta si fonda su un principio oggi molto citato dal governo (ma, curiosamente, non nella Costituzione, se non in termini aggettivali): stiamo parlando dell’equitĂ . Obiettivo è superare il dualismo tra lavoratori protetti e lavoratori senza tutele, in parte dovuto al tipo di contratto e in parte dovuto al comparto economico di riferimento, dato che alcuni settori sono piĂš protetti di altri. Ma non di sola equitĂ : il mercato del lavoro chiama anche maggiore efficienza, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, superando il disallineamento tra saperi e competenze che ogni anno rende irreperibili oltre 100mila opportunitĂ occupazionali. Dati i principi e gli obiettivi, ecco la proposta: un contratto prevalente a tempo indeterminato per tutti i dipendenti neoassunti. Il contratto può risolversi nei primi tre anni (l’azienda paga una penale) oppure può stabilizzarsi (l’azienda gode di benefici fiscali). Resterebbero in vigore poche altre forme contrattuali: l’apprendistato, le assunzioni a termine per sostituzione, il lavoro stagionale e la somministrazione di lavoro, il telelavoro e lo stage; i – diffusisissimi – contratti

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ncontrare Dostoevskij, come un compagno, sulla stessa strada che mi mostra un cielo aperto e mi mostra Cristo da quel cieloâ€?. La lettura dei romanzi dell’autore russo ha permesso, ieri, a una bimba, Tat’jana, di riscoprire l’altro in un incontro finalizzato alla conoscenza di un terzo, quel terzo è Dio. In una serata presentata nell’aula Magna dell’UniversitĂ cattolica dalla Fondazione S. Benedetto è stato posto al centro il concetto di incontro con l’uomo e con Dio. Tat’jana Aleksandrova Kasatkina, oggi non piĂš bambina ma professoressa, presidente della commissione per gli studi sull’opera di Fedor Michajlovic Dostoevskij presso l’accademia russa delle scienze, docente di letteratura all’UniversitĂ pedagogica di Mosca e autrice di molteplici pubblicazioni scientifiche, ha presentato una raccolta di scritti basati su conferenze tenute in Italia dal 2009 a oggi sulle opere principali dell’autore russo dal

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San Tichon e di teoria e pratica della traduzione all’UniversitĂ statale umanistica di Mosca nonchĂŠ interprete e curatrice del libro. E proprio intorno a questo particolare legame di amicizia che si è svolta la serata. Come in un romanzo le due donne si sono incontrate grazie a un autore, alle sue storie, alla sua fede. Se ne sono sentite accomunate e insieme hanno guardato verso un terzo nella relazione, verso Dio. Da ciò è nata una collaborazione che ha portato alla stesura del libro. Per capire il valore di questa apertura verso Dio è necessario immaginare come la dittatura avesse ridotto in chiusura mentale la Russia degli anni ‘70, basti pensare che non esistevano copie del Vangelo. Dostoevskij narra le vicissitudini interiori dei suoi personaggi, disvelando i turbamenti delle relazioni tra gli uomini e degli uomini con Dio. Tat’jana, che si avvicina all’autore all’etĂ di 11 anni ne rimane colpita e da allora

ne farĂ , per sĂŠ, una guida. Dai testi e dai personaggi emerge nel corso della serata una riflessione sulla moderna societĂ e su come oggi, secondo Tat’jana, sia lecito pensare che per stare insieme ogni uomo debba rinunciare a qualcosa di sĂŠ per averne in cambio molti vantaggi sociali per poter stare insieme ad altri uomini in un luogo comune. La professoressa russa ricorda le parole di Dostoevskij “la bellezza salverĂ il mondoâ€?. La bellezza non è qui relativa all’estetica, ma alla meraviglia di quando una cosa è cosĂŹ come deve essere, nella sua naturalitĂ . Accettando le cose e le persone come dono di Dio, si accetta la loro insindacabile perfezione e si entra in armonia con esse. La manifestazione della bellezza davanti a noi dovrebbe far scoprire il desiderio di cercare la bellezza in noi, ma spesso di fronte a qualcosa di meraviglioso l’uomo sceglie di possederlo, di farlo suo e questo, ricorda Tat’jana, nei secoli ha portato sempre

alla guerra e con essa alla distruzione della bellezza. Dostoevskij racchiude in una sola frase una riflessione profonda sulla natura umana e sul valore del rispetto per l’operato di Dio. Un invito, quello di Tat’jana Kasatkina, a guardare e apprezzare ciò che si ha, per prima quella libertĂ di credere che a lei era stata negata e che un autore straordinario, con i suoi romanzi le ha donato. La serata è stata chiusa dal rettore dell’UniversitĂ , Luigi Morgano che ha ringraziato i convenuti e la Fondazione S. Benedetto che ha permesso alla cittĂ di incontrare Tat’jana Kasatkina. L’incontro è stata l’anticipazione degli incontri del “Mese letterario 2012â€? organizzato dalla Fondazione S. Benedetto: giovedĂŹ 12 aprile Tolkien con Edoardo Rialti; giovedĂŹ 19 aprile Ungaretti con Paolo Campoccia; giovedĂŹ 26 aprile con Pietro Baroni e giovedĂŹ 3 maggio Shakespeare con Edoardo Rialti. Iscrizione obligatoria: 0303366919.

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La Fondazione Cocchetti organizza un corso di storia camuna per conoscere e analizzare la variegata realtĂ della Valle Camonica nell’arco di quattro secoli, dal tardo Medioevo alla caduta dell’antico regime. Verranno presentate le vicende quotidiane della popolazione e la vita di numerosi protagonisti che hanno animato la storia delle comunitĂ locali. Si comincia il 10 febbraio “Gli apparati istituzionali. La giornata del capitano di Valleâ€?; venerdĂŹ 17 febbraio “L’organizzazione ecclesia-

Il 4 febbraio alle 18 nel Ridotto del Grande si terrĂ il terzo appuntamento con “Non sperate di liberarvi del libroâ€?, conferenze dedicate al tema del libro e legate alle aperture letterarie del Caffè del Teatro Grande – Berlucchi. “Per una biblioteca indispensabile. Un viaggio tra i grandi libri degli italianiâ€?: dialogheranno Alberto Albertini, giornalista, e Nicola Gardini (nella foto), scrittore, traduttore e docente di Letteratura italiana all’UniversitĂ di Oxford.

stica. Vocazioni e itinerari di vita religiosaâ€?; venerdĂŹ 24 febbraio “Il territorio fra ambiente e economia, Il buon governo della campagnaâ€?; venerdĂŹ 2 marzo “L’arte del fare. Il lavoro, mestiere e professioniâ€?; venerdĂŹ 9 marzo “La vita sociale. La famiglia e la condizione della donnaâ€?; venerdĂŹ 26 ottobre “La vita quotidiana nei secoli venetiâ€? con presentazione del volume. Docente del corso Oliviero Franzoni. Iscrizione 50 euro. Inizio alle 20.30 nella sede della Fondazione. Info: fondazionecocchetti.it

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a differenza tra Elettra di Sofocle, di Hofmannsthal e quella di Elisabetta Pozzi? Elettra è un personaggio scritto da tanti autori: Sofocle, prima ancora Eschilo, Euripide... Io ne ho interpretate molte. La storia non cambia. Lei è la figlia di Agamennone, ucciso dalla moglie; lo vuole vendicare. Nei classici ci sono conflitti ideologici e personaggi tragici; in quella di Hofmannsthal, scritta nel 1903 sotto l’influsso degli studi di Freud, il personaggio è visto con la psicanalisi. Ăˆ un personaggio estremo. L’idea della vendetta, della giustizia che si deve compiere uccidendo chi ha ucciso il grande eroe c’è, ma è vista in maniera patologica. Elettra sta chiusa in sĂŠ, nelle sue manie e nelle sue ossessioni, la vendetta è l’unico pensiero che ha in testa. Da 15 anni vive con la determinazione di uccidere la madre e l’amante di lei. La mia Elettra è in questa direzione. Il regista Rifici ha spin-

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Cosa dice all’uomo di oggi questa Elettra? Tutto quello che è teatro classico parla all’uomo, questa è stata scritta piĂš vicino a noi. La storia è universale e attualissima. Questa versione parla all’uomo che si appresta a compiere un atto di giustizia. Parla a chi non dimentica, è rivolto a quelli che non possono dimenticare le ingiustizie e vogliono portare fino in fondo la loro azione. Alla fine c’è una frase: â€œĂˆ beato chi può fareâ€?, cioè si devono prendere in mano le proprie decisioni e agire; la cosa importante è compiere azioni che ricordino dov’è la giustizia. Ăˆ una storia di sangue con una vendetta, però nel finale c’è una sorta di non catarsi perchĂŠ anche dopo aver compiuto la vendetta, le azioni di sangue incatenano l’uomo e non lo fanno piĂš vivere. Una giustizia-vendetta che non dĂ pace. In una parola, definisca coloro con cui ha lavorato: Albertazzi Maestro.

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Roberto Benigni Acutezza spiritosa. Troisi Gli ho voluto molto bene e ho sofferto molto per come si è spento. Direi tenerezza per una vita che non ha compiuto il suo ciclo. Verdone Grande artista. Almodovar Grande ispiratore. Ozpetek Uno dei piÚ intelligenti registi italiani.

Cinema o teatro? Faccio cinema per caso con amici, perchĂŠ mi chiamano e chiedono. Questi ma anche altri. Non ho mai avuto un contratto per il cinema. Faccio teatro 12 mesi all’anno e mi diverto. Ăˆ una sfida portare a teatro tanta gente, come riusciamo noi. Portiamo lo stesso numero di spettatori. Se non avesse fatto l’attrice... Avrei studiato archeologia o biologia. Con una parola: Elisabetta Pozzi Testarda sognatrice.

6ROLGDULHWj q PXVLFD DO &LYLOH L’Associazione amici istituto del radio “Olindo Albertiâ€?, con il patrocinio di Comune e Provincia di Brescia, promuove e organizza, per continuare l’opera del suo indimenticabile presidente Adriano Marenda, la 27ÂŞ edizione del concerto di San Valentino, che si terrĂ domenica 19 febbraio alle 17 presso il Teatro Grande di Brescia. In programma l’esecuzione della “Toscaâ€? di Giacomo Puccini in forma di concerto, con la partecipazione di artisti di fama internazionale, del coro Associazione di Verona e dell’Orchestra ďŹ larmonica italiana diretta dal maestro Giovanni Andreoli. “Il legame che unisce gli Spedali Civili all’Associazione degli amici dell’istituto del radio è storico e indissolubile – ha detto il direttore generale dell’Ao Spedali Civili Cornelio Coppini – cosĂŹ come il suo radica-

mento nella cittĂ , testimoniato oggi dalla presenza del nostro sindacoâ€?. “Affermare che il nome del Civile sia conosciuto ben oltre i conďŹ ni regionali e nazionali è cosa nota - ha sottolineato Adriano Paroli – cosĂŹ come lo è il fatto che Brescia sia costituita da una serie di disponibilitĂ che le fanno onore. Se il grazie della cittĂ va reso al pubblico, maggiormente lo deve essere al privato e questo evento, voluto dagli Amici dell’Ir O. Alberti, che si ripete da 27 anni – ha aggiunto Paroli – vede un momento culturale inserirsi a pieno titolo nella nostra sanitĂ e nel nostro ospedaleâ€?. â€œĂˆ solo grazie ai numerosi sponsor, al nostro ďŹ anco anche in momenti di difďŹ coltĂ economica come quello che stiamo attraversando e agli artisti, all’orchestra e al coro, che si esibiscono gratuitamente – ha detto la presidente dell’associazione Claudia Marenda –

che siamo riusciti ad allestire anche questa edizione del concerto di San Valentino, un evento atteso con ansia da tutti gli appassionati e da chi ci è vicino. Con il loro aiuto, lo scorso anno, siamo riusciti a donare all’Istituto del radio 250mila euroâ€?. “Grazie a quanto donatoci dagli Amici Ir siamo intervenuti sia sulle attrezzature sia sulle persone – ha completato il direttore dell’Istituto del radio del Civile Stefano Magrini – inserendo a ruolo un giovane italiano che lavorava all’estero, integrando l’acquisto di una speciale apparecchiatura per la nostra universitĂ e intensiďŹ cando i rapporti con i piĂš qualiďŹ cati istituti europei di settoreâ€?. I biglietti (l’intero ricavato sarĂ devoluto agli Spedali Civili di Brescia) sono in vendita presso Adrian Pam, in via S. Polo 42 a Brescia (tel 030.2306100-2306044) e il costo varia dai 20 ai 50 euro.


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Sabato 4 febbraio alle 20.30 all’Odeon di Lumezzane sarĂ proposto uno spettacolo musicale e di intrattenimento anni 80 con ďŹ nalitĂ beneďŹ che a favore della Caritas zonale di Lumezzane. Ospiti a sorpresa dal mondo dello spettacolo e dello sport, videoclip, coreograďŹ e, cover band “Fantazampaâ€?. Ingresso libero. Dopo lo spettacolo, buffet per tutti e vendita di biscotti artigianali offerti dalle fornerie di Lumezzane.

Arrivano da “Coloradoâ€? i racconti di sfortune sportive ma non solo di Angelo Pintus venerdĂŹ 10 febbraio alle 21 al teatro Ctm di Rezzato proposto da Cipiesse con lo spettacolo “Ti boccio a prescindereâ€?. Il giovane comico triestino conosciuto per le sue irresistibili imitazioni dell’allenatore Cesare Maldini, del commentatore sportivo Bruno Pizzul ma soprattutto di un irresistibile JosĂŠ Murinho con il suo classico: “No è problema mioâ€?. Le sue

imitazioni, unite alle descrizioni delle scaramanzie che ogni tifoso mette in atto quando si trova ad assistere a un importante evento sportivo, sono diventate un classico della trasmissione “Coloradoâ€?. Oltre a questo non mancano tutte le vicende legate al mondo della scuola, a cui il titolo fa chiaramente riferimento: “La scuola in fondo è sempre uguale. I ragazzi forse – dice il comico – hanno solo cambiato il modo di parlare, ma la scuola è sempre la stessa e forse sarĂ

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cosĂŹ anche tra 20 anniâ€?. Pintus descrive cosĂŹ il suo spettacolo: “Tra imitazioni e musica, un viaggio attraverso quella che è la triste realtĂ di oggi. Lo dicono tutti, siamo in crisi. Ma quale crisi... per avere una macchina devo aspettare mesi, in business class non c’è mai posto e i ristoranti sono sempre pieni... L’unico che è in crisi qui, sono io! Che ancora non ho capito chi sonoâ€?. Ingresso 18 euro in prevendita, 20 euro la sera dello spettacolo. Info: cipiesse-bs.it o 0302791881.

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ra il 1981 quando in Valtrompia muoveva i primi passi quel piccolo teatro saretino oggi conosciuto in tutta la provincia come associazione culturale “Treatro terrediconfineâ€?. Parte da questi giorni la 29ÂŞ stagione teatrale che da qui a maggio porterĂ sui palcoscenici della Valle attori famosi e volti nuovi. Una rassegna che l’associazione di Ponte Zanano ha prodotto con l’assessorato alla Cultura della ComunitĂ montana sotto la direzione artistica di Fabrizio Foccoli. L’esordio avverrĂ sulle assi del San Costanzo di Nave venerdĂŹ 10 febbraio, quando un pool di attori tra cui Franca Ferrari e Stefania Ghisla metterĂ in scena “Tra polvere e Sali d’argentoâ€?, spettacolo nato dall’idea di dare voce a quanto documentato in alcune lastre fotografiche d’inizio ‘900 scattate ad Aleno, frazione di Marcheno. “Si tratta di uno spettacolo – spiega il direttore artistico Fabrizio Foccoli – giĂ messo in scena lo scorso autunno proprio nel piccolo borgo marchenese e ora riproposto in teatro, con gli attori che cercheranno di far uscire dalla polvere della soffitta, dove sono state ritrovate le vecchie fotografie, la vita della gente di allora, in un viaggio a ritroso nel tempo nel quale si intrecciano elementi storici e suggestioni poeticheâ€?. Uno spettacolo che verrĂ poi replicato domenica 12 febbraio (teatro di Lodrino), il 26 febbraio (auditorium parrocchiale di Bovezzo) e il 16 marzo (scuola media “Bertussiâ€? di Marcheno). Sabato 11 febbraio, invece, sarĂ la “casaâ€? del

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Â?ˆ‘”Â?ƒœ‹‘Â?‹ •— ™™™Ǥ–”‡ƒ–”‘Ǥ‹– Treatro nello spazio praticabile di via Dante 159 ad accogliere Marta e Diego Dalla Via, che in “Piccolo mondo alpinoâ€? raccontano con acre divertimento le contraddizioni di una montagna da cartolina e una montagna reale vissuta da chi la abita nei silenzi di tutti i giorni. Febbraio sarĂ anche il mese di “Piccole donne‌ piccoli uominiâ€? (mercoledĂŹ 15 nello spazio praticabile di Ponte Zanano), esito del laboratorio condotto da Fabrizio Foccoli e Fa-

brizia Guerini del Treatro con il Cra di Rovedolo (Centro di riabilitazione ad alta assistenza); venerdĂŹ 17 a Sant’Andrea “Risorgimento ed emigrazioneâ€? sulla storia della nostra Italia con la voce narrante di Gian Antonio Stella, giornalista del “Corriere della Seraâ€?; mentre il weekend successivo saranno Villa Carcina e ancora Ponte Zanano a ospitare rispettivamente “Ciarlatown. Acrobazie nel mercato globaleâ€? con Claudio Cremonesi e Giorgio Donati (venerdĂŹ 24) e “Lo spazio biancoâ€? a cura di Michele D’Aquila, ossia una serata dedicata al binomio cinema/ cibo, con due chef che illustreranno le ricette dei piĂš famosi film di “cucinaâ€? e degustazioni a seguire (sabato 25). Anticipo di primavera il 2 marzo a Inzino con “Sente usâ€? tratto dall’omonimo libro di Claudio Bedussi, mentre il 9 marzo a Bovezzo correrĂ indietro nel tempo il treno di “Aut. Un viaggio con Peppino Impastatoâ€? e il 23 a Villa “Odisseaâ€? con Mario Perrotta. Una rassegna che nel mese di aprile vedrĂ in scena altri cinque spettacoli, con la chiusura riservata a “Li Romani in Russiaâ€? di Simone Cristicchi (venerdĂŹ 20 al S. Faustino di Sarezzo); infine, un quartetto di spettacoli realizzati per i piĂš piccoli nei siti museali della Valle, con l’ultimo appuntamento previsto domenica 6 maggio al maglio saretino, dove Fabrizia Guerini e Stefania Ghisla animeranno “ClinclinĂŹâ€?, spettacolo-installazione sulle tematiche del bosco. Per informazioni dettagliate sul calendario di appuntamenti è possibile visitare il sito web www.treatro.it.

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dipinti a mano di grande formato. “L’India corre velocemente con tutte le sue vistose contraddizioni e in questa mostra voglio mostrarne alcune, viste da tre diversi fotografi indiani per fama e stile. Primo fra tutti il grande Raghu Raj – ha illustato Ken – che ho avuto l’onore di esporre in un’antologica 12 anni fa a palazzo Bonoris a Brescia: il cantore poetico e appassionato del suo Paese, con una stringata selezione di immagini a colori di grande

formato. Raghu è considerato il piĂš importante fotografo indiano e gode di una fama immensa anche in patria, membro della Magnum, l’agenzia fondata da Bob Capa e Cartier Bresson. Il secondo, il piĂš giovane Prabuddha Das Gupta, è un fotografo moderno che, nel rispetto della cultura indiana, si trova in una posizione trasgressiva. Famosi i suoi nudi, male accettati in patria, al pari degli splendidi paesaggi del Ladakh, il piccolo Tibet. Il

terzo autore, Ned Ymak, è il meno conosciuto e mi ha aiutato molto a Benares ad avvicinarmi ai siti delle cremazioni vietati agli stranieri. Ned, guarda alla tradizione delle “cose indianeâ€?, ma con occhio moderno. La sua India è quella vera, quella contadina, quella dei villaggi – ha chiosato Ken Damy – cosĂŹ come lo sono Calcutta e il Gange, ripreso con ammirato rispetto sacrale, come gran parte della cultura di questo continenteâ€?. (fr.a.)

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del mitra per fare paura agli altri, dico che la vita semplice è quella piĂš grande; la vita è piĂš grande del mostrare i muscoli agli altri, la vita vera è di mostrare fraternitĂ , tenerezza, amicizia e dialogo. Alle spalle c’è quello che ho imparato dal cristianesimo, c’è di mezzo Cristo che non è una teoria.

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a mafia si infila tra le pieghe della societĂ . Dovremmo essere ormai consapevoli che le ramificazioni della criminalitĂ organizzata si espandono anche nel ricco nord del Paese, terreno propizio per fare affari e per riciclare denaro. C’è ma forse non si vede. C’è anche chi come don Giacomo Panizza dal 1976 affronta quotidianamente la mafia. Nelle scorse settimane don Giacomo Panizza è passato da Brescia, prima a Pontoglio a trovare la madre anziana, poi a Nave per l’inaugurazione della nuova sede locale delle Acli e, all’interno, un negozio equosolidale. “Ci è sembrato un messaggio molto chiaro, ma noi continuiamo nel nostro lavoro e proseguiremo nelle attivitĂ di accoglienzaâ€?. CosĂŹ don Giacomo Panizza dopo l’attentato contro la Progetto Sud da lui gestita e che, dal 31 luglio scorso, ospita il centro “Luna Ros-

saâ€? per minori disagiati. Ăˆ questa la risposta migliore da dare alla mafia. Don Giacomo ha ricevuto parole di conforto o ha sentito il gelo attorno? Questa volta a differenza di altre volte ho sentito la vicinanza di molte persone, vuoi perchĂŠ la bomba è stata messa il giorno di Natale, vuoi che la gente si sta stufando di questi episodi. C’è stata proprio una ribellione da parte della gente, la curia stessa ha espresso solidarietĂ a me e al mio gruppo, invitandoci a osare e a non farci intimidire da questi. Noi, comunque, ci intimidiamo perchĂŠ la paura c’è, ma non ci fermiamo: un conto è aver paura e fermarsi, un conto è aver paura e andare avanti lo stesso. C’è stata tanta solidarietĂ al punto che dal giorno di Natale sto facendo molti incontri con oratori, parrocchie, associazioni (Azione cattolica, Scout‌) e sindacati per preparare una grande iniziativa in un giorno che “non c’èâ€? (il 29 feb-

braio): vorremmo poter dire che c’è un giorno senza mafia, il 29 febbraio appunto che non ha ricorrenze. Facciamo vedere che tutta la città è vicina a chi porta avanti la solidarietĂ ; paradossalmente anche la mafia porta avanti “la solidarietĂ â€? perchĂŠ Cosa Nostra è una forma di solidarietĂ tra clan. La solidarietĂ vera è quella che è piĂš grande di una famiglia e che è aperta a tutto il mondo. Nel film “Il villaggio di cartoneâ€? di Olmi il prete protagonista dice “Quando la carità è un rischio, quello è il momento della caritĂ !â€?. Lei rischia ogni giorno. Come si affronta da sacerdote la paura della morte? La gente che ha paura, ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto. Chi paga il pizzo, ha bisogno di capire che sta sbagliando: non deve pensare che stanno sbagliando solo i mafiosi. Ai giovani che vedono il mito della moto di grossa cilindrata, della pistola o

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La Calabria è terra della ‘Ndrangheta, ma anche di tante altre persone che si rimboccano le maniche per il bene comune‌ Se ne parla poco. C’è chi dice no al racket attraverso la costituzione di cooperative trasparenti dove si possono vedere i conti delle entrate e delle uscite e non c’è posto per il pizzo o per le entrate da imbroglio. In Calabria c’è chi lo fa, ma hanno bisogno di piĂš voce perchĂŠ finiscono poco sui giornali. In questi anni di impegno ha visto cambiare il tessuto sociale o la mafia è penetrata a tal punto, anche per ragioni storico-politiche, che è difficile da arginare? La mafia è difficile da scardinare perchĂŠ è radicata, ma non perchĂŠ la gente ci crede, ma perchĂŠ ha paura. Chi sta zitto sa che ha ragione chi sceglie di non pagare il pizzo. Però non stanno ancora imparando perchĂŠ preferiscono pagare il pizzo. Chi entra in un gruppo antiracket è tutelato perchĂŠ la Polizia controlla; bisogna aumentare il numero di persone che fa il proprio dovere. Dobbiamo essere in tanti a fare quel poco di giusto da fare, non occorre fare cose eroiche, ma basta poco, per esempio non pagare il pizzo. La legge 109 del 1996 sul riutilizzo dei beni confiscati alle mafie ha cambiato anche l’approccio dello Stato. Può raccontarci una storia positiva su questo versante? La diocesi vicina di Oppido Palmi ha preso, per esempio, in affido una casa confiscata e ha messo all’interno la Caritas. Ci sono tante cose positive come creare cooperative di giovani che gestiscono terreni confiscati. Con i nostri disabili siamo in una casa confiscata alla cosca piĂš cattiva: per loro è uno smacco nei confronti delle altre bande e per il fatto che è abitata da disabili; erano riusciti a bloccare l’utilizzo della loro casa da parte dei vigili o di altre realtĂ , ma non sono ri-

usciti a bloccare noi, gente disarmata in carrozzina. E la Chiesa locale? Sono in Calabria dal 1976, ma come Chiesa (preti e vescovo) non abbiamo mai parlato – fino al 2001 – di Ndrangheta. Quando parlavo, mi rispondevano che ero del Nord e non avevo la percezione giusta o che leggevo troppi romanzi di Sciascia. E intanto io ricevevo pallottole. Nel 2001 a Lamezia Terme ci sono stati tanti morti, per questo si sono detti: ‘Parliamo anche di ‘Ndrangheta’. Chi abitava al Nord ha sempre pensato che la mafia fosse solo un problema del Sud‌ Ăˆ cosĂŹ anche adesso? Qualcuno al Nord si sta rendendo conto che la nascita di certi palazzi o supermercati, di certi appalti, di botteghe compro e vendo oro‌ forse è dettata dalla necessitĂ di riciclare soldi. Forse si arriva a dire che la mafia è arrivata anche qui, ma non è ancora linguaggio comune. Nella quotidianitĂ affronta momenti difficili, ma avrĂ anche vissuto delle belle emozioni‌ Mi gaso, divento felice, quando vedo i piccoli (i matti, i disabili fisici ma anche i minorenni, pagati per incendiare, che escono dai giri loschi) diventare protagonisti perchĂŠ capiscono di regalare qualcosa alla loro Calabria. Don Giacomo, c’è un progetto che le sta particolarmente a cuore? Ăˆ un progetto che abbiamo incominciato da pochi mesi e abbiamo in mente di portare a termine in due anni. Lamezia Terme è una cittĂ di 72mila abitanti, di cui 1000 sono rom residenti da tanti anni, ma che abitano in un ghetto. Vogliamo fare in modo che possano abitare in case normali, che possano trovare lavoro e che mandino i figli a scuola. Sarebbe bello se riuscissimo a far convivere i rom e i gagĂŠ (come i rom chiamano i non zingari).

edito da “Lampi di stampaâ€?? “In realtĂ tutto ha preso il via – confida l’autore – dĂ alcune immagini nitide, frutto della mia fantasia. Mi sono accorto che avevano un filo conduttore e cosĂŹ ho deciso di costruire una cornice nella quale inserirle. Man mano che scrivevo, la trama si ampliava ed emergeva l’importanza che la natura assume nella storiaâ€?. Nel romanzo si mischiano elementi di cabala, alchimia, numerologia,

enneagramma, tradizioni sufi e sciamaniche e nascono cosĂŹ creature fantastiche della mitologia mondiale. A “condurreâ€? il gioco è Sidney, il personaggio piĂš importante del libro “anche se – ricorda Fossati – chi decide, in ultima analisi, è sempre la naturaâ€?. La trama scorre veloce spostando l’attenzione da un luogo all’altro, da un protagonista all’altro, come un vortice. Nomi di luoghi e personaggi non sono casuali:

l’obiettivo è far riflettere il lettore sulla necessitĂ di un risveglio, per abbattere le barriere create dalle paure. Quanto alle prossime opere, Fossati è giĂ al lavoro su un romanzo “in tre volumi: la prima parte di ciascuno sarĂ una ricostruzione storica di alcuni eventi, mentre la seconda intendo ambientarla ai giorni nostriâ€?. “Il Momento del Risveglioâ€? sarĂ presentato anche in Cattolica a Brescia il 29 febbraio. (f.m.)

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/D ´WY GHL UDJD]]LÂľ UDFFRQWD OD YHUD ,WDOLD Il sabato del villaggio in tv: Rai Uno con “Ballando con le stelleâ€?, Canale 5 con “Italia’s got talentâ€?. I vip da favola da una parte, i fenomeni da circo dall’altra. E milioni di spettatori. La frivolezza ha sempre trovato ampio spazio in tutte le ere della tv italiana, è chiaro che anche in tempi difficili il piccolo schermo deve offrire spettacoli d’intrattenimento, un momento di evasione dai problemi quotidiani. Ma la tv per sua natura tende irrimediabilmente a moltiplicarsi laddove il pubblico le dĂ ragione e, di conseguenza, le trasmissioni sopracitate sono solo una piccola parte della moltitudine

di proposte televisive che si basano sulla fuga dei cervelli‌ dei telespettatori. La tv non è solo intrattenimento, è anche informazione e approfondimento sulla realtĂ che ci circonda. Fortunatamente c’è ancora chi ha il coraggio di raccontare la veritĂ , e con largo consenso di critica e pubblico. Ovviamente non si tratta di rincorrere ascolti milionari, ma di investire su idee che possono fare la differenza. Mtv Italia, che da tempo ha rinunciato al ruolo di canale prettamente musicale, ha accettato questa sfida realizzando una serie di reportage sulla vita quotidiana dei giovani ita-

liani. Da due anni gli speciali di “Mtv Newsâ€? ci raccontano, attraverso le storie di giovani italiani, la realtĂ del nostro Paese. Si tratta di brevi documentari realizzati “on the roadâ€?, a fianco dei protagonisti delle storie. Non c’è voce narrante, nĂŠ quella del giornalista che pone le domande. Le uniche voci sono quelle dei ragazzi, “pedinatiâ€? nelle loro attivitĂ quotidiane. Ogni settimana una tematica viene proposta attraverso la testimonianza diretta di alcuni fra i telespettatori che hanno contattato Mtv per raccontare la loro storia, per parlare della vita della loro cittĂ , dei propri

sogni, delle proprie delusioni. Una finestra aperta sulle strade d’Italia, senza filtri o censure. Il montaggio e la fotografia delle immagini rendono le interviste squisitamente reali, nonostante si tratti pur sempre di un programma televisivo, ideato e prodotto. I temi affrontati sono i piÚ disparati: la realtà del volontariato, l’esperienza dell’Erasmus, il problema dell’anoressia, la passione per lo sport, il lavoro precario, le storie di immigrati, la quotidianità nella scuola superiore, il tunnel della droga, la vita mondana, il servizio militare, il fenomeno del bullismo, i turni in fabbrica‌ Il tutto raccontato da

chi vive sulla pelle queste esperienze. Sul sito internet www.mtvnews. it si trova l’archivio di tutti i reportage realizzati in questi due anni. Un nitido ritratto della nostra nazione, senza commenti e prese di posizione. Sta allo spettatore riflettere su ciò che vede e magari mettersi in discussione, riconsiderare idee e opinioni date per scontate. Unica pecca: gli speciali di “Mtv Newsâ€? sono relegati, dal lunedĂŹ al venerdĂŹ, a dopo le ore 23 e il sabato alle 13. Considerando l’assenza di altre proposte culturali nel resto della programmazione di Mtv, questa risorsa andrebbe maggiormente sfruttata.


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‘Â?…‡”–‘ •‘”†‹‘ †‹ ‡––‹Â?‹ “Suonare piano terzoâ€?, esordio di Andrea Bettini, sarĂ presentato sabato 4 febbraio alle ore 21 al Teatro San Carlino di Brescia in corso Matteotti, con ingresso libero. SarĂ un incontro tra suoni e parole; Elena Bettinetti leggerĂ testi, poetici e in prosa. Tra i brani del cd segnaliamo “La gruâ€?, ispirata ai fatti della gru cittadina di poco piĂš di un anno fa, tutti composti da Bettini, diplomato in pianoforte e straordinario ďŹ sarmonicista.

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Si chiama “sabermetricaâ€? la curiosa scienza inventata dall’esperto di baseball Bill James. Un metodo fondato sull’utilizzo della statistica, che non guarda alla bravura del singolo giocatore, ma cerca di misurare in cifre l’apporto che ognuno potrĂ dare nel quadro complessivo della stagione. A sentirne parlare, sembra un’idea astrusa e irrealizzabile: ma “L’arte di vincereâ€? racconta come nel 2002 Billy Bean, general manager degli Oakland Athletics,

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enerdĂŹ 3 febbraio alle 21, al Teatro Grande di Brescia, è atteso il geniale Nicola Conte, uno dei piĂš raffinati musicisti italiani, noto in tutto il mondo per le sue peregrinazioni nel jazz contemporaneo. Qualcuno lo chiama acid jazz, altri nu-jazz, ma le definizioni contano poco, quel che è certo è che siamo al cospetto di un artista che dalla natia Bari è decollato verso il mondo intero, con le sue elaborazioni attorno al jazz. Nicola Conte è musicista, dj, produttore capace di sviluppare temi tanto eleganti quanto visionari. Attinge istintivamente dal jazz ma anche dal soul, dall’elettronica e dalla musica ambient, per sviluppare canzoni che ruotano attorno a tappeti musicali ma che danno, soprattutto nell’ultimo cd “Love & Revolutionâ€?, grande spazio anche alla vocalitĂ . A questi ingredienti aggiungiamo anche una inconsueta attitudine spirituale, che Nicola riesce a infondere nei suoi brani rifacendosi senza troppi misteri, almeno idealmente, al maestro John Coltrane, quello di “A love supremeâ€? per intenderci. Il Grande apre con questo concerto al jazz, un concerto che prelude a una innovativa stagione musicale. La presenza di questo artista sdogana in un certo senso il Massimo cittadino

ma soprattutto la nostra piccola grande Brescia, che pare finalmente voler togliersi di dosso quella patina di provincialismo che purtroppo le rimane ancora appiccicata. Nicola Conte sarà accompagnato dal suo combo, per un concerto di altissimo livello e tutto sommato anomalo e trasversale. Sarà l’occasione per ascoltare dal vivo anche i brani dell’ultimo suo lavoro, l’interessante e molto apprezzato dal-

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battagliare a favore di concetti universali come amore, spiritualitĂ , fratellanza e rivoluzione culturale. “Love & Revolutionâ€? è quasi un messaggio ai ragazzi di oggi, che spesso faticano ad approfondire le riflessioni e a uscire allo scoperto. Dal punto di vista sonoro l’album è denso di richiami alla musica nera, dal soul al jazz fino al rock, non disdegnando sonoritĂ world. Nicola Conte conferma con questo lavoro il consueto slancio internazionale (il suo maggior successo, “Other directionsâ€?, uscĂŹ nel 2004 per la storica etichetta Blue Note), ma manifesta anche un profondo attaccamento alle radici della natia Puglia. Il disco è stato registrato a Bari, sua cittĂ natale e attualmente di residenza, con un ensemble di 10 musicisti internazionali, tra cui l’unico italiano risulta essere il grande trombettista Fabrizio Bosso, mentre gli arrangiamenti sono stati curati dallo scandinavo Magnus Lindgren. Un disco prezioso – con il rifacimento di un grande classico di Simon &Garfunkel, “Scaborough fairâ€? – che lo stesso Nicola Conte considera di protesta: “Love & Revolutionâ€? è un disco di protesta, magari romantica, sentimentale, ma lo è‌ chissĂ , magari oggi è nuovamente il tempo di una musica e di artisti che cantino gli ideali, la speranzaâ€?.

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applicando le teorie di James portò una squadra minore del campionato di baseball al record di 20 vittorie consecutive. Il film di Bennett Miller, ben scritto da due esperti come Steven Zaillian e Aaron Sorkin, inscena una classica storia americana: il riscatto di un gruppo di “provincialiâ€? abbonati alla sconfitta, snobbati da avversari ed esperti ma destinati, grazie alla forza del collettivo, a rivelare qualitĂ inaspettate. L’originalitĂ del rac-

conto sta nello stile scelto, tutt’altro che retorico, mantenuto piuttosto su un registro intimista. Il regista ha voluto mostrare il “trionfo silenziosoâ€? di un personaggio dalla psicologia complessa: quel Billy Bean al quale Brad Pitt infonde una ricca gamma di sfumature psicologiche. Quand’era ragazzino, a Billy è stata pronosticata una luminosa carriera da giocatore professionista. Il sogno non si è realizzato e, dopo una decina d’anni trascorsi per lo piĂš in

panchina, Billy è passato dal campo alla scrivania. Divorato però da un desiderio feroce di riscatto che gli fa abbracciare le teorie del giovane Peter Brand (Jonah Hill), un economista che teorizza la possibilità di assemblare una squadra vincente spendendo una cifra irrisoria rispetto a quelle profuse dai grandi club. Billy segue questa strada fino in fondo, inimicandosi i reclutatori e il ruvido allenatore Art Howe (Philip Seymour Hoffman). Il film segue la

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sua parabola puntando uno sguardo originale sul mondo del professionismo sportivo e sulle sue regole, anche spietate. Che Bean/Pitt applica senza esitazione, ossessionato dall’obiettivo e deciso ad andare oltre la fragilità emotiva che gli impedisce di entrare nello stadio a guardare le partite. Fino all’incontro decisivo, narrato con un taglio originale che potrà piacere anche ai molti tra noi che non capiscono nulla di baseball.

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Il tema della riforma del mercato del lavoro è in cima all’agenda del governo Monti. Sullo stesso tema, nei giorni scorsi, è intervenuto anche Maurizio Casasco, presidente di Apindustria Brescia, che ha preso carta e penna per indirizzare una lettera aperta agli organi di stampa bresciani. Dinanzi a una realtĂ provinciale che registra quotidianamente le difficoltĂ in cui versano le imprese per una situazione economica difficile e pesante “credo che tutti coloro che

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un periodo iniziale di carattere formativo e di apprendimento della durata triennale, al termine del quale procedere nella eventuale stabilizzazione del rapporto di lavoro�. Sul fronte dell’uscita dal mercato del lavoro va rivista la sequela di ammortizzatori. Per quanto riguarda l’accompagnamento verso l’uscita del mercato del lavoro bisogna puntare l’attenzione su tre pilastri fondamentali: sostegno al reddito, formazione e orientamento.

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uello in corso, ormai lo sanno tutti, è un periodo duro. Alle famiglie tocca capire come sbarcare il lunario per affrontare una situazione difficile. Molto probabilmente potrebbe essere importante iniziare a compiere delle scelte per comprendere su quali iniziative puntare per aiutare i nuclei familiari in maggiori difficoltĂ . In Italia, dal rapporto di ricerca su “I bilanci delle famiglie italianeâ€? della Banca d’Italia, emergono alcune indicazioni per capire almeno la quota dei piĂš economicamente vulnerabili. Tre dati colpiscono particolarmente. Innanzitutto si dovrebbe prendere atto che aumenta la tendenza dei giudizi di difficoltĂ . Ăˆ ormai il 29,8% delle famiglie che considera le proprie entrate insufficienti a far fronte alle spese, mentre solo il 10,5% le reputa sufficienti e il rimanente 59,7% si pone in una situazione intermedia. Inoltre dall’indagine si evince che la percentuale di famiglie indebitate è pari al 27,7%. In questo gruppo si trovano soprattutto le famiglie piĂš giovani (il capo famiglia ha un’etĂ inferiore ai 55 anni), quelle che generalmente aprono un mutuo per l’acquisto di una casa. Ma soprattutto l’11,1% dei nuclei indebitati paga rate per i prestiti contratti superiori al 30% del reddito, quota convenzionale che indica la vulnerabilitĂ finanziaria. La rilevazione di Bankitalia

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da una parte sono le piĂš indebitate e dall’altra sono anche quelle che maggiormente tenderanno a indebitarsi perchĂŠ aspirano a crescere: acquisto di una casa, cura ed educazione dei possibili figli... Dare loro sostegno non è solamente un incentivo a una parte della popolazione in difficoltĂ , ma un investimento per il futuro delle generazioni del nostro Paese. La seconda riguarda i nuclei piĂš a rischio, quelli con “entrate modesteâ€?, che magari sono monoreddito, oppure con un solo genitore con figli a carico, se non addirittura colpite dalla disoccupazione o dalla preca-

rietĂ . Proprio il nuovo periodo storico richiede anche una diversa capacitĂ delle famiglie di valutare le loro risorse economiche. In un’economia che ha esteso la sua dimensione finanziaria in modo cosĂŹ ampio molto probabilmente a interventi di politiche sociali andranno sempre piĂš affiancati interventi di formazione capaci di mettere i nuclei familiari nelle possibilitĂ di gestire in modo consapevole i propri consumi, investimenti e risparmi, sapendo che quando si sceglie un prodotto piuttosto che un altro si può cambiare il destino di un processo di sviluppo.

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7LHQH LO WHVVHUDPHQWR GHOOD &LVO La Cisl bresciana vede confermata anche nel 2011 la ďŹ ducia dei lavoratori, sia tra gli attivi che tra i pensionati. Gli iscritti sono complessivamente 92.249, vale a dire 233 in meno rispetto al 2010. â€œĂˆ un dato che rispecchia l’andamento economico e occupazionale del nostro territorio – ha affermato il segretario generale della Cisl Enzo Torri (nella foto) – dove nel 2011 si sono persi 6.890 posti di lavoro, 24mila in totale dall’inizio della crisi.

E c’è da considerare che nel Bresciano abbiamo almeno 30mila lavoratori in cassa integrazione, condizione in cui talvolta anche pagare la quota sindacale diventa un problema. Altri fattori che determinano l’andamento degli iscritti sono il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego e il sostanziale raffreddamento degli ingressi alla pensione. Per cui non possiamo che registrare con soddisfazione la sostanziale conferma che viene dal

tesseramento e sottolineare il grande lavoro che viene svolto dalle categorieâ€?. Ma c’è anche un altro motivo che rende il tesseramento della Cisl bresciana signiďŹ cativo: la piena operativitĂ dell’anagrafe degli associati: “Ogni numero del nostro tesseramento – ha rimarcato Torri – ha un nome e un cognome, un codice ďŹ scale, un indirizzo: un processo di trasparenza che certiďŹ ca i dati e consente una valutazione oggettiva della rappresentanzaâ€?.

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Nozza di Vestone ha consegnato una donazione di 5000 euro al direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano Fabio Russo.“Questa donazione – ha sottolineato Massetti – viene incontro ai desideri dei nostri mandamenti di Sabbio Chiese e Gavardo che hanno dimostrato ancora una volta concretamente la loro vicinanza al territorio�. Con questa raccolta fondi il reparto di cardiologia del nosocomio di Gavardo, diretto dal

dottor Gianfranco Pasini, potrĂ cosĂŹ dotarsi di un ampliďŹ catore di brillanza, strumento in grado di visualizzare in maniera precisa i cateteri durante gli interventi al cuore. “L’impegno espresso da Confartigianato – ha quindi spiegato Russo – è il segno di una volontĂ d’aiuto per tutto quello che rappresenta l’ospedale per la valle. Il presidio ospedaliero, con professionalitĂ di tutto rispetto, sta crescendo nonostante la situazione generale della sanitĂ in

Lombardia non sia rosea. Il nostro obiettivo non è semplicemente quello di mantenere l’esistente ma ampliare sempre piĂš la struttura e migliorare il piĂš possibile i servizi che essa giĂ oggi fornisce ai cittadiniâ€?. Quest’iniziativa – ha concluso Massetti – ha conseguito ottimi risultati, tanto che in futuro potrebbe essere ripetuta a favore di altre realtĂ valsabbine o di altri progetti legati all’ampio territorio della valle brescianaâ€?.

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l futuro del nostro Paese tra vecchie e nuovi fonti di energia e le sfide di domani per una piĂš efficiente politica, italiana ed europea, di risparmio sono stati gli argomenti centrali del convegno svoltosi il 26 gennaio scorso nella sede di Confartigianato imprese unione di Brescia. Ad aprire il dibattito è stato il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti sottolineando l’importanza di concentrare gli sforzi verso le fonti rinnovabili e l’efficienza. “Soprattutto in Italia, – ha proseguito Massetti – dove le piccole e medie imprese come consumatrici di energia sono soggette a costi superiori in media del 30% rispetto alle concorrenti europee, fatto che porta giĂ in partenza a una penalizzazione dei nostri prodottiâ€?. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento dell’onorevole Patrizia Toia, vice presidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento Europeo, che nel prendere la parola ha rimarcato l’im-

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portanza di puntare sull’efficienza energetica, mantenendo i risultati produttivi attuali, ma consumando meno. “In questo momento di crisi – ha continuato – è necessario risparmiare il piĂš possibile, cercando nel contempo di creare nuovo lavoro attraverso la riconversione e l’innovazione delle industrieâ€?. “Il momento difficile che stiamo attraversando – ha sottolineato quindi il vice presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – può essere visto anche come un toccasana, perchĂŠ rimette al centro la persona, la famiglia, il territorio e le imprese, sulla linea da sempre portata avan-

ti da Confartigianatoâ€?. Subito dopo sono intervenuti Vincenzo Cioffo, dell’AutoritĂ per l’energia elettrica e il gas, con una riflessione sul dopo Fukushima e sulla necessitĂ di cercare nuove fonti energetiche e rinnovabili, e Chicco Testa, presidente di Energie Valsabbia, con una dichiarazione sulla necessitĂ , dato che oggi la maggior parte dell’energia elettrica mondiale è prodotta con combustibili fossili, di rendere il sistema delle rinnovabili in grado di sostenersi da solo senza il bisogno di quegli incentivi che finora hanno “bloccatoâ€? i settori della ricerca dedicati ad altre fonti energetiche. “Incentivare il fotovoltaico – ha ribadito infatti Tommaso Franci dell’Osservatorio energia Ref chiudendo il convegno – ha portato ad utilizzare ritrovati tecnologici di industrie prettamente straniere mentre gli stessi incentivi hanno impedito la diffusione di altri sistemi energetici rinnovabili studiati e realizzati da aziende italianeâ€?.

TESSERAMENTO

2012 w w w. w. c o n f a r t i g i a n a t o . b s . i t Confartigianato Imprese Unione di Brescia

Via Orzinuovi, 28 - Brescia - Tel. 030 3745.1 info@confartigianato.bs.it

FORZA IMPRENDITORIALE SPIRITO SOCIALE


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‹ƒÂ?‹…‘ ‹Î …”‡†‹–‘ ƒŽŽ‡ ‹Â?’”‡•‡ Le necessitĂ e le difďŹ coltĂ in cui si dibattono le aziende artigiane in questi momento di crisi economica mondiale e il loro difďŹ coltoso rapporto con le banche sono stati i temi principali del convegno, promosso da Confartigianato imprese unione di Brescia, da Ubi Banca di Valle Camonica e dall’amministrazione comunale di Gianico, tenutosi nella serata di lunedĂŹ 30 gennaio presso la Biblioteca comunale di Gianico. All’incontro, che ha visto la

partecipazione di numerose realtà imprenditoriali locali, hanno preso la parola Franco Guarino, della Cooperativa artigiana di garanzia di Confartigianato Brescia, Mario Pendoli, sindaco di Gianico, e Gianpaolo Bottanelli, della Banca di Valle Camonica. Obiettivo della serata è stato quello di far conoscere e comprendere in modo piÚ approfondito e articolato le esigenze delle ditte artigiane, mettendole poi a confronto con le realtà operative sia delle banche

che della Cooperativa artigiana di garanzia. Durante il dibattito è emersa quindi l’importanza dei ďŹ nanziamenti erogati dalle banche, che in molti casi risultano essere determinanti per la continuitĂ delle aziende, ed è stata illustrata l’importanza dell’azione di ConďŹ di. Infatti le banche richiedono maggiori fatturati e redditivitĂ , in un momento in cui questi sono in forte calo, per concedere aiuti economici, ma grazie all’operato di ConďŹ di, diviene meno difďŹ cile

ottenere un ďŹ nanziamento perchĂŠ, dietro copertura di una parte della richiesta, il rischio viene ripartito tra la banca, le aziende e la stessa ConďŹ di, fornendo cosĂŹ maggiori garanzie. L’incontro è poi proseguito illustrando ai convenuti le diverse attivitĂ svolte da ConďŹ di a favore degli artigiani, concludendosi con uno sguardo sul panorama dei contributi regionali che si possono ottenere, con diverse e signiďŹ cative agevolazioni, tramite l’intervento di ConďŹ di.

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e nuove tecnologie e il loro rapporto con il libro stampato sono stati al centro dell’incontro, promosso da Auser Insieme Camuna, svoltosi nella serata di lunedĂŹ presso la Sala Civica di Cividate Camuno. Ad aprire il dibattito è stato Alessio Domenighini sottolineando un dato preoccupante fornito dall’Istat, gli oltre 723mila lettori in meno nell’ultimo anno. “Le nuove tecnologie – ha quindi proseguito Domenighini – possono servire ad invertire questa tendenza? Il problema è infatti quello di costruire la voglia di leggere nei giovani, gli stessi che piĂš d’altri hanno facilitĂ ad avvicinarsi ai nuovi ritrovatiâ€?. Una prima risposta l’ha fornita Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato imprese unione di Brescia, sostenendo che i libri non sono in estinzione e il mercato del libro non è morto. “Il libro – ha continuato – si legge sopra la carta, mentre gli e-book, con le loro numerose applicazioni, possono risultare dispersivi

e non permettere di concentrarsi sul contenuto. D’altra parte bisogna riconoscere che l’offerta sul mercato di bravi scrittori in grado di attrarre l’attenzione del pubblico al momento è carenteâ€?. Sulla stessa linea Simone Quetti, del Museo tipografico di Artogne, che ha

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suale quella proposta da Achille Gasparotti, direttore della Cooperativa Zeroventi, impegnato nel settore delle biblioteche pubbliche. “I bibliotecari – ha infatti rimarcato – devono per primi essere sensibili alle nuove tecnologie, perchĂŠ sono strumenti necessari in grado di rendere piĂš facili e veloci alcuni metodi di studio e ricerca. Ora vi è un grande spazio per l’evoluzione, basti pensare che negli Stati Uniti, dove tutto accade cinque anni prima che da noi, i file per gli e-book sono piĂš venduti dei libri cartaceiâ€?. A chiudere la serata è stato infine Giancarlo Maculotti, sostenendo come ogni cambiamento nella storia dell’uomo abbia portato piĂš libertĂ , ma nello stesso tempo piĂš dipendenza. “Il computer – ha infatti spiegato – fornisce al suo utilizzatore moltissime libertĂ , con opportunitĂ di ricerca e conoscenza praticamente infinite, ma d’altra parte crea un’enorme dipendenza, dall’energia elettrica come dalla memoria disponibile, che ne limitano in qualche modo la fruibilitĂ .


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L’Italia Under 20 torna a fare tappa nella nostra provincia, per la precisione a Calvisano, in occasione del prestigioso Trofeo delle Sei Nazioni. L’incontro è in programma al San Michele venerdĂŹ 16 marzo 2012 con inizio alle ore 19. Tra i trenta convocati da Craig Green, responsabile tecnico della nazionale Under 20, anche i due gialloneri Giovanni Maistri (nella foto) e Michele Andreotti. Gli Azzurrini esordiranno nel torneo venerdĂŹ

3 febbraio a Bourgoin contro la Francia (ore 20.45) e una settimana piĂš tardi faranno il proprio esordio interno al “Battagliniâ€? di Rovigo (ore 19, diretta Rai Sport) affrontando l’Inghilterra, vincitrice dell’edizione 2011 e vicecampione del mondo. Intanto la finale di Coppa Italia (ora Trofeo Eccellenza) tra Cammi Calvisano e Mantovani Lazio si disputerĂ il 12 febbraio alle 15 sul campo neutro di Prato. (ma.ric.)

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anche questa sessione di mercato si è conclusa; che il rush finale abbia inizio. Chiusa la saracinesca dei “saldiâ€? e delle “occasioniâ€?, il Brescia può finalmente concentrarsi sul finale di stagione. Con un girone di ritorno che ha giĂ consumato cinque giornate e con la cura Calori che prosegue a dare i suoi frutti. Contro la Juve Stabia non è arrivata la sesta vittoria di fila, ma si è potuto brindare al record di imbattibilitĂ di Arcari e della squadra che non subisce reti da sei turni. Cosa non da poco vista la difesa colabrodo della prima parte di stagione. Nell’ultimo giorno è arrivata la punta che tanto serviva. E che punta, visto che risponde al nome di Federico Piovaccari. Fortemente voluto dall’allenatore, arriva in prestito dalla Sampdoria fino a giugno rifiutando offerte da Bari e Varese. Non trovando spazio tra i blu cerchiati, non dimentichiamo come la stagione precedente abbia fatto faville con la maglia del Cittadella (23 reti). “Ho seguito la squadra fin dall’arrivo di Calori – esordisce – il Brescia merita la classifica che ha e il fatto che continui a non subire gol è un ottima cosaâ€?. Sempre da Genova torna a titolo definitivo Pietro Accardi che rientra nell’operazione Berardi-Juan Antonio e Magrassi (giovane attaccante della Primavera) per un totale di 7 milioni di euro. Il primo a mettere piede

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al San Filippo, però, era stato l’Under 21 Luca Caldirola in prestito dall’Inter. Ha giĂ disputato tre partite in quella difesa a tre che sta diventando imperforabile. E figuriamoci quando tornerĂ Zoboli, in scadenza di contratto a giugno e rimasto con la V bianca. Non si sono mossi da Brescia nemmeno Salamon (il lungo infortunio ha fatto dileguare i possibili acquirenti portoghesi) e Cordova. A centrocampo,

invece, arriva dal Vicenza (via Juventus) un altro giovane di belle promesse. Quel Fausto Rossi che assieme a Caldirola indossa la maglia azzurra dell’Under 21. Blindato El Kaddouri che a giugno finirĂ sicuramente in serie A e gli interessati dovranno sborsare diversi milioni per accaparrarselo. Tornando al ruolo avanzato, ancora dalla Sampdoria è arrivato Foti che si è subito integrato con Jonathas ma

– adesso che c’è anche Piovaccari – uno tra lui e Feczesin potrebbe finire in tribuna. In uscita da registrare, dopo il passaggio di Magli al Frosinone, quello di Paghera sempre in Lega Pro ma al Lanciano. Sfumato all’ultimo il passaggio di Maccan all’Andria mentre sono partiti in prestito Ramos Martinez (Lucena, Spagna), Lasik (campionato slovacco) e Varga (ungherese). Soddisfatto della sessione di “riparazioneâ€? del mercato è Luca Saleri. “Abbiamo acquistato quello che avevamo promesso – confessa il vicepresidente – faccio i complimenti a Iaconi perchĂŠ è un ottimo direttore sportivoâ€?. Saleri è il piĂš accreditato a subentrare alla presidenza Corioni dopo 22 anni. A fare il suo nome è stato nei giorni scorsi il manager biancoazzurro Ugo Calzoni. “Lo ringrazio per la fiducia – aggiunge l’industriale lumezzanese – ma vedremo. Prima di prendere questa decisione ne dovrò parlare con lui, sentire le proposte e chi ci sarĂ dietro e a quel punto farò le mie valutazioniâ€?. Chi vivrĂ , vedrĂ .

6FRUFL GL XPDQLWj H LO SLFFROR /HR Come appassionati disillusi, abbiamo parlato male del calcio. Con gli anni scandali, combine, doping, violenza e una tendenza al business sfrenato ne hanno sicuramente minato la credibilitĂ , anche se esistono ancora momenti che raccontano un mondo con valori. Pochi giorni fa a Bologna, un piccolo-grande segnale, che il mondo del pallone non è proprio morto, ma respira ancora. Succede durante l’intervallo di Bologna-Parma: i dirigen-

ti parmensi vengono a sapere che la moglie del capitano Stefano Morrone (nella foto) ha problemi serissimi con il piccolo Leo, 4 mesi, improvvisamente diventato cianotico. Mentre in casa del giocatore si vivono istanti lunghissimi, nello spogliatoio dei ducali la notizia diventa di difďŹ cilissima gestione. Spesso infatti, in casi analoghi, ci si rifugiava dietro il motto consolidato “the show must go onâ€? (con partite che sono proseguite a dispetto di ve-

re e proprie tragedie che avvenivano a bordo campo). Stavolta lo spartito è diverso, merito di una dirigenza illuminata. Dal direttore generale Leonardi al tecnico Roberto Donadoni non c’è nessun dubbio: bisogna avvertire subito il capitano, perchĂŠ la salute di un bambino, del suo bambino, viene prima di tutto. Al diavolo le ipocrisie stile: “L’atleta deve restare sereno, si può sempre attendere 45 minuti per non turbarloâ€?. CosĂŹ prendono da par-

te il capitano e con delicatezza lo avvisano della situazione, spronandolo a correre a casa, perchĂŠ è piĂš importante che in quel preciso momento lui sia lĂŹ, accanto alla sua famiglia, al suo piccolo. Alla ďŹ ne la situazione del bambino è migliorata, ma era importante, al di lĂ del caso singolo, dare un segnale a un mondo che troppe volte si è mostrato indifferente a quanto accadeva al di fuori (e spesso anche al di dentro) del rettangolo di gioco.

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ai soci. Hanno diritto di voto le societĂ afďŹ liate al comitato prima della convocazione dell’assemblea. Ogni sodalizio può rappresentare quattro societĂ sportive per mezzo di deleghe scritte. In attesa della chiusura ufďŹ ciale del quadriennio bresciano nella capitale ci si prepara ad ospitare il Consiglio Nazionale, che è stato convocato per sabato 11 febbraio, al Summit Roma Hotel. Diversi i punti all’ordine del giorno da affrontare, con lavori previsti dalle 10 alle 17.

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n ponte verso il futuro. Si può sintetizzare cosĂŹ la tre giorni di Rimini del Csi dedicata agli Stati generali dell’attivitĂ sportiva e alla Convention nazionale della formazione, conclusasi domenica. Sono state tracciate le basi per il decennio dell’attivitĂ sportiva arancioblĂš, ma anche le linee strategiche della formazione. Anche Brescia ha dato il suo contributo, presenziando all’appuntamento con una delegazione composta dalla presidente Amelia Morgano, Roberto Pintossi, Emiliano Scalfi, Marco Baiguera, Claudio Liloni e Marino Prandi. Rimini è stata una delle piĂš grandi iniziative di “ascoltoâ€? della base associativa nella storia del Csi: 183 interventi nelle 10 sessioni di lavoro, 60 ore complessive di audizioni, 75 comitati che hanno portato idee per favorire il rinnovamento, raccolte negli 87 punti nel documento preparatorio. Grande la partecipazione, a cosĂŹ poco tempo dall’appuntamento ad Assisi, dove si radunarono circa 500 dirigenti da tutta Italia. PiĂš o meno altrettanti (460) hanno risposto sĂŹ a questa nuova chiamata. Questa ricchezza associativa sarĂ sintetizzata in un documento che verrĂ presentato al prossimo Consiglio nazionale l’11 febbraio a Roma. I numeri dagli Stati generali raccontano di un 2011 in cui gli sport di squadra hanno coinvolto 130 comitati di tutte le Regioni italiane, con 2174 manifestazioni e 16mila

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danti diverse figure associative. Tra le nuove proposte per il futuro – oltre all’obiettivo di avere dirigenti e allenatori sempre piĂš preparati – si è parlato delle opportunitĂ sportive per diversamente abili e terza etĂ . In arrivo anche nuove discipline e proposte come “Open Gamesâ€? e “Oratorio Cupâ€?. Immancabile la spinta innovativa verso l’attivitĂ giovanile e per l’infanzia. “L’impegno che ci assumiamo per il futuro dell’attivitĂ sportiva – ha affermato il direttore tecnico nazionale Renato Picciolo – è quello di generare, sulle radici giĂ consolidate dei campionati nazionali, nuovi circuiti che arricchiscano l’offerta attuale, capaci di coinvolgere ciascun tesseratoâ€?.

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Pensieri laici sul Sinodo Egr. direttore, volevo rubarle un po’ di spazio per una mia riflessione sul prossimo Sinodo per le unitĂ pastorali. Quando leggo che le unitĂ pastorali verranno imposte, cosĂŹ come lo è stato per la nuova Icfr, che le parrocchie sono il nemico da abbattere per sostituirle con “forme di fantapastoraleâ€? etc. mi viene da chiedere se siamo lucidi e consapevoli in merito allo stato di fatto delle cose. Dal Concilio di Trento abbiamo messo in piedi una macchina perfetta a quattro tempi: una forma di catechesi (il catechismo), dentro un modello di Ic (destinato ai bambini e finalizzato ai sacramenti), dentro una parrocchia dedita alla cura delle anime, dentro una societĂ cristiana. In quei secoli la fede veniva trasmessa “con il latte della mammaâ€?, la si respirava in famiglia, a scuola e nella societĂ . Alla macchina pastorale “bastavaâ€? curare quella fede, e lo ha fatto molto bene! Ma i tempi sono cambiati. Ora siamo nel “villaggio globaleâ€? e in una societĂ praticamente pagana che non può generare alla fede i nostri giovani. Il prof. Luca Diotallevi sulla Rivista del Clero del febbraio 2011 scrive senza mezzi termini che quella in corso è “la fine di un mondo religioso a matrice cristianaâ€?. Quella macchina a quattro tempi va allora riassettata, ma come? I nostri vescovi della Cei hanno messo in campo il progetto: una parrocchia missionaria che “innerva di primo annuncio tutte le sue iniziativeâ€? (vedi la lettera “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambiaâ€? del 2004), una Ic in stile catecumenale (vedi le tre note della Cei), una catechesi al servizio del primo annuncio che sappia dislocarsi negli

ambiti vitali della gente (vedi atti del convegno ecclesiale di Verona). Scrive il gesuita e catecheta Andrè Fossion: “Il vecchio albero che crolla fa piĂš rumore della foresta che cresce. Nella Chiesa molti si danno da fare per tenere in piedi il vecchio albero che cade (la pastorale tradizionale), ciò non è inutile se si tratta di attutirne la caduta per evitare che qualcuno rimanga schiacciato. Ma quello che conta è la foresta che cresce. Allora la pastorale dovrebbe organizzarsi in modo che con una mano sostenga la pianta che cade e lasci l’altra libera per metterla nella foresta che cresce per opera dello Spirito Santoâ€?. Mi pare che qui siamo ancora preoccupati di tenere in piedi la pianta che cade (il cristianesimo sociologico e la cura delle anime che giĂ credono) e meno attenti ai tanti cercatori di Dio che sono fuori dai recinti ecclesiastici. Si tratta di fare nostro quanto hanno fatto GesĂš sulla via di Emmaus e Filippo sulla strada verso Gaza: uscire dalle nostre chiese, andare in ricerca dei cercatori di Dio, ascoltarli, annunciargli la Parola che prima ha salvato la nostra esistenza, vivere insieme l’esperienza pasquale (se lo vogliono) e quindi lasciarli partire per annunciare le meraviglie che Dio ha operato in loro. Noi laici siamo pronti. Abbiamo voglia di alzarci dalla panchina della pastorale dove molti di noi sono ancora collocati e scendere in campo. Non contro i nostri sacerdoti, ma con loro. E capitanati dal nostro vescovo Luciano potremo insieme affrontare la sfida piĂš bella: quella di “annunciare il Vangelo in un mondo che cambiaâ€?. La Chiesa da duemila anni ha sempre vinto le sfide dell’inculturazione della fede. Ce la faremo ancora, per-

chĂŠ abbiamo un grande “sponsorâ€?: lo Spirito Santo! Roberto Marchina

Una legge iniqua, tante figure esemplari Egr. direttore, domenica prossima, la prima di febbraio sarĂ la Giornata della vita, voluta da Paolo VI dopo il varo della peggiore legge che il nostro parlamento abbia mai approvato, quella sull’aborto volontario. Una legge che qualche anno prima, nel 1967, era stata bocciata dal Parlamento. Eppure, nonostante espliciti divieti normativi, solo qualche mese piĂš tardi venne presentato un nuovo disegno che qualche anno piĂš tardi (nel 1978) divenne legge dello Stato. Ci furono, però, anche risposte positive a quell’oltraggio alla vita. Credo che tutti conoscano, per esempio, la figura di Santa Gianna Beretta Molla che diede la sua vita per salvare quella della sua creatura. Lo stesso “Avvenireâ€? ha dato spazio ad altre mamme che hanno seguito l’esempio di questa santa. Molte ci hanno rimesso la vita. Anche noi bresciani abbiamo la nostra eroina. Giacomina, durante la terza maternitĂ , sempre per lo stesso motivo rifiuta le cure per salvare due gemelli che oggi sono nella piena gioventĂš e in perfetta salute. Questa mamma non perse la vita, ma la salute. Ci siamo conosciuti e amati e ora riposa nella pace dei giusti nella Vita eterna. Un’altra cosa breve ma importante. I mariti di queste eroiche madri le incoraggiavano a salvare le loro creature. Dunque gloria a chi difende la vita e vergogna a chi è fautore di morte. Domenico Marchesi

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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