La Voce del Popolo 2012 26

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A volte, anche in momenti di dolore, la persona prova nel cuore una pace che non sa esprimere. A volte, sotto un’apparenza di serenitĂ , si nascondono desideri ed esperienze inconfessabili. Chi mai può conoscere cosa è presente veramente nel cuore umano? Soltanto Colui che l’ha plasmato e lo ha dotato di tanta capacitĂ di amore, bellezza, perdono, accoglienza, libertĂ ... Anzi, nel suo Figlio Dio stesso ha voluto svelarci il segreto del suo cuore. Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa, patrona d’Italia e d’Europa, un giorno chiese a GesĂš il motivo perchĂŠ gli fu trafitto il costato, essendo lui, “dolce ed immacolato Agnelloâ€?, ormai morto. La risposta ricevuta è sorprendente. Cristo le rispose che aveva molti motivi, ma il principale era il desiderio di mostrare il suo amore infinito. Le disse infatti: “Volsi che vedeste il secreto del cuore, mostrandovelo aperto, acciò che vedeste che piĂş amavo che mostrare non vi potevo per la pena finitaâ€?. Il mese di giugno volge al termine, ma il segreto del Cuore di Cristo è sempre a nostra disposizione: a noi accoglierlo e trasmetterlo, con gioia.

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Brescia. Loggia: una partita ancora da giocare

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ÍšÍ? ……Ž‡•‹ƒ Bulgaria. Immagini dal pellegrinaggio diocesano

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ÂƒÂ˜Â‘Â”Â‘ÇŁ ° —Â?ƒ „—‘Â?ƒ ”‹ˆ‘”Â?ÂƒÇŤ Il parlamento ha approvato in via deďŹ nitiva la riforma del mercato del lavoro. Il governo Monti l’aveva indicata come una delle questioni piĂš urgenti da affrontare. Il percorso è stato complicatissimo e sorprendente (indicativo anche della confusione che regna tra le forze politiche e sociali italiane) la radicalitĂ e la variegata composizione della schiera degli oppositori. Intendiamoci, non c’era da aspettarsi niente di diverso visto che attorno ai nodi storici del mercato del lavoro italiano ci sono sempre state contrapposizioni ideologiche, interessi corporativi e processi alle intenzioni. Ăˆ una buona riforma? Cerchiamo insieme la risposta. Quattro sono i capisaldi del provvedimento. Il primo

ribadisce che il contratto di lavoro a tempo indeterminato è la forma normale di un rapporto di lavoro e che l’apprendistato è il canale privilegiato per l’ingresso al lavoro dei giovani: da qui una serie di decisioni per riordinare la giungla dei contratti a termine e fare della essibilitĂ un canale che porti alla stabilitĂ . Il secondo ridistribuisce equamente le tutele per chi lavora a prescindere dalle forme contrattuali. Il terzo riguarda l’adeguamento della disciplina per i licenziamenti individuali. Il quarto ridisegna l’impianto degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive per il lavoro. Gli snodi della riforma hanno certamente dei limiti, ma è l’impianto complessivo che va valutato, l’equilibrio raggiunto tra i diversi punti della normativa, la tenuta e la compensazione tra di essi. Da questo sguardo d’insieme si coglie piĂš chiaramente la direzione della riforma che va verso lo smantellamento del muro che

separa i lavoratori garantiti da quelli non garantiti. Il testo approvato contiene alcuni aggiustamenti importanti rispetto a quello iniziale: introduce una maggiore tutela dei lavoratori a progetto, una migliore regolazione dell’utilizzo dei voucher in agricoltura, l’ampliamento degli ammortizzatori sociali al di sotto dei 15 dipendenti attraverso la bilateralitĂ e l’introduzione della partecipazione dei lavoratori nelle imprese. Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Pdl), relatori del provvedimento in Commissione lavoro del Senato, si sono adoperati non solo per ricomporre attorno alla riforma un accordo tra le forze politiche che sostengono il governo, ma anche ad ascoltare ďŹ no in fondo le parti sociali. Il parlamento ha marcato cosĂŹ una differenza di metodo assai rilevante rispetto alle scelte dell’esecutivo. Per quanto possa sembrare una contraddizione in termini, è stato proprio il lungo confronto tra le

parti sociali e il Ministro del lavoro a rendere evidente giorno dopo giorno la rinuncia del governo al contributo della concertazione. Che sia stato un errore lo dicono le tensioni a cui quotidianamente è esposta la coesione sociale. Tocca a Palazzo Chigi cogliere il segnale con cui il parlamento vara la riforma e le occasioni per farlo non mancano, a cominciare dall’impegno a dare soluzione al problema degli esodati, paradigma di un decisionismo tecnico che non si è voluto confrontare con la realtĂ . La riforma del mercato del lavoro passa adesso all’esame ben piĂš importante dell’applicazione concreta. Molto dipenderĂ dai provvedimenti che l’accompagneranno e dall’andamento della crisi economica che le fa da sfondo. Ma anche dalla volontĂ del sistema imprenditoriale di tornare a fare impresa e di quello sindacale di mettersi al servizio di quella grande parte di lavoratori ancora senza rappresentanza.

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