La Voce del Popolo 2012 27

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A prima vista si trattava di un fatto di cronaca nera, alla quale è fin troppo facile abituarsi. Una povera ragazza di dodici anni aggredita e uccisa da un giovane con parecchi problemi. In realtĂ si era invece davanti a un “segnoâ€?, offerto - come spesso accade - in modo misterioso dal Signore agli inizi di un nuovo secolo. Alcuni di voi l’avranno capito: stiamo parlando di Santa Maria Goretti, morta nell’ospedale di Nettuno il 6 luglio 1902, nel mese che la tradizione cristiana dedica al Preziosissimo Sangue di GesĂš. Alessandro Serenelli, il suo uccisore, convertito, affermò che “Mariettaâ€? “fu l’angelo buonoâ€? che la Provvidenza aveva messo davanti ai suoi passi. Ripensando alla sua tragica esperienza, invitò tutti a “trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene sempre, fin da fanciulliâ€? e a pensare “che la religione con i suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, l’unica via sicura in tutte le circostanze, anche le piĂš dolorose della vitaâ€?. Quello di Maria non è forse un “segnoâ€? anche per noi e un invito quanto mai attuale?

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Uganda. Parla il vescovo bresciano mons. Franzelli

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Remedello. Il bilancio di 14 anni al Bonsignori

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—ƒŽ‹ –ƒ‰Ž‹ …‹ ’‹ƒ……‹‘Â?‘Ǎ La domanda è retorica e la risposta forse ancora di piĂš. Quali tagli alla spesa ci piacciono e quali no? I tagli che ci piacciono sono quelli degli altri, ma se i tagli colpiscono noi o la nostra categoria alziamo gli scudi e resistiamo. Nei giorni della presentazione della “revisione di spesaâ€? (spending review) del consulente Enrico Bondi sui conti pubblici, il presidente del Consiglio Mario Monti di tagli ne ha annunciati per tutti soprattutto per sanitĂ , enti locali e pubblico impiego. Dice che non userĂ l’accetta, ma l’obiettivo è di “eliminare gli sprechi e non di diminuire i serviziâ€?. L’ira dei colpiti è stata comunque immediata, come altrettanto immediato è il consenso di chi, non toccato, plaude al coraggio d’intervenire ďŹ nalmente

anche sulla macchina della burocrazia e del pubblico impiego, “avida divoratriceâ€? di soldi. Ciò, però, su cui mi interessa riettere è la dinamica che si scatena davanti alla logica del “tagliareâ€? in vista di avviare un processo di trasformazione. Non è solo un discorso economico, vale in tutti i settori, in particolare le imprese, ma pure la vita sociale e anche quella ecclesiale. Evangelicamente potremmo parlare di una “potatura per crescereâ€?, di “un morire per rinascereâ€?. Ma è sempre vero? Il problema di misurare quando ne vale la pena resta. Non c’è dubbio – dicevo – i tagli che ci piacciono sono quelli degli altri. Che ne dite di tagliare un po’ di preti delle parrocchie troppo piccole? Oppure perchĂŠ non “tagliareâ€? qualche centinaia di Messe vista la sempre piĂš scarsa partecipazione dei fedeli? Il buon senso direbbe: calma, la riforma della Chiesa non passa solo da questo. Forse un manager

tagliatore di teste ottimizzerebbe al meglio le risorse e magari ci restituirebbe unitĂ pastorali efďŹ cienti, ma con quale costo? La spirale è stringente. Tagliare uguale riformare o tagliare uguale far morire. DifďŹ cile dirlo, almeno per tre ragioni. Anzitutto per il sospetto costante che chi fa i tagli (economici, di risorse, di persone) lo faccia solo per fare “cassaâ€? e far quadrare il bilancio temporaneo senza alcuna spinta progettuale e strutturale. Mi spiego. Tagliare per risparmiare oggi senza avere un progetto chiaro per il futuro porta alla morte lenta. Ăˆ un dato quindi che l’onere di spiegare le ragioni e di far comprendere meglio il senso dei sacriďŹ ci e la prospettiva di una luce in fondo al tunnel è di chi decide. La seconda difďŹ coltĂ sta nel gestire il processo e la scelta di cosa tagliare perchĂŠ si possa effettivamente evitare lo spreco, ma non perdere il beneďŹ cio. In questo il discernimento e la capacitĂ di ascolto di chi ha

autorità è decisiva. Se motivare è compito dell’autoritĂ , l’autoritĂ deve pure essere cosciente che cambiare signiďŹ ca esporsi inevitabilmente alla critica. In questo Monti è abbastanza maestro: è un buon incassatore e non perde di puntualizzare il suo progetto dove è necessario. Ma se l’autoritĂ dĂ l’idea di essere un muro di gomma, perde inevitabilmente la ďŹ ducia dei cittadini. Pertanto, piĂš un progetto riformatore è spiegato e motivato, piĂš responsabilmente se ne colgono vantaggi e svantaggi, piĂš c’è stato ascolto e si è percepito lo sforzo di dare delle ragioni piĂš si ha speranza che venga sostenuto e condiviso. Meno lo è piĂš il sospetto che abbiano spazio logiche particolari, lobbystiche o ideologiche. InďŹ ne, una riforma provoca sempre vittime. Quella dei conti italiani ne ha giĂ fatte. Ogni taglio è sofferenza e la logica del “è meglio che uno solo muoia per il popoloâ€? non può reggere a lungo. Chi taglia e riforma lo sappia.

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Anche se nata sul finire del 2011 (la presentazione ufficiale è infatti del 29 novembre dello scorso anno, ndr) Supercent, la campagna di microbeneficenza nata dalla collaborazione tra la Fondazione opera Caritas San Martino e la Congrega della caritĂ apostolica di Brescia, trova spazio sul bilancio sociale 2011 della Caritas diocesana. Una campagna che nasce come risposta piccola ma efficace all’attuale periodo di crisi che fa emergere un incremento del

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disagio, soprattutto nelle famiglie dove è a rischio o è venuta meno la fonte di reddito per la messa in cassa integrazione o la perdita del posto di lavoro. In questo contesto è stata progettata prima e lanciata poi la campagna Supercent, che consiste nella raccolta su vasta scala di piccole erogazioni di denaro, effettuate dagli utenti dei servizi bancari e di altri servizi di larga diffusione. Queste piccole erogazioni comportano per i singoli donanti un modestissimo sacrificio

ma possono dar luogo, se unite tra loro, ad un’importante risorsa per i casi di povertĂ piĂš urgenti. Costantemente in crescita il numero degli istituti di credito che hanno aderito alla campagna. Nei mesi scorsi, poi, poco tempo dopo il lancio bresciano, anche la diocesi di Bergamo ha adottato Supercent, evidenziando una volta di piĂš la portata e l’importanza di un gesto piccolo, ma che messo insieme a tanti altri può essere un prezioso aiuto a chi si trova nel bisogno.

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’immagine scelta è di grande efficacia: una foglia attraversata da una fitta rete di nervature, alcune piĂš evidenti da cui ne partono altre piĂš sottili, ma molto piĂš capillari. Un’immagine che sintetizza alla perfezione quello che è stato il 2011 della Caritas diocesana. Un anno, quello riassunto nel bilancio sociale, qualificato, prima ancora che dagli aiuti erogati e dalle risposte date a tante emergenze, dall’opzione preferenziale del “farsi progettoâ€?, del dare vita a forme di compartecipazione tra la Caritas diocesana e le numerose articolazioni zonali e parrocchiali capaci di rendere la fede operosa per mezzo della caritĂ . Una scelta che, se da un lato ha permesso di essere segno di vicinanza al progressivo impoverimento che colpisce anche tante comunitĂ bresciane, dall’altro ha prodotto, nel corso del 2011, una distribuzione capillare delle attivazioni curate dalla Caritas diocesana. Probabilmente è questo il dato piĂš significativo del rapporto presentato dal direttore, il diacono Giorgio Cotelli: nel corso del 2011 la Caritas diocesana ha intessuto rapporti con 120 delle 173 articolazioni locali censite in diocesi, interessando complessivamente 312 delle 473 parrocchie bresciane. “Interessante – afferma al proposito il direttore della Caritas – è notare come molti dei rapporti avviati lo scorso anno abbiano trovato nella dimensione formativa e di conoscenza dei bisogni la loro ragioneâ€?. Prima ancora di trovare le modalitĂ piĂš adatte per rispondere a bisogni specifici, Caritas diocesana ha cercato sul terreno della collaborazione, della comparteci-

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pazione, e anche della formazione, con le articolazioni territoriali, le ragioni, le motivazione a queste risposte. Caritas, sia livello diocesano, che a quello zonale o parrocchiale non è piĂš (o non solo) un approdo a cui guardare in caso di bisogno. Ăˆ piuttosto il momento in cui si esplica la scelta pastorale delle relazioni. Per questo l’immagine della foglia è estremamente efficace. Nel corso dell’anno la Caritas diocesana ha “passatoâ€? attenzione al tema del dono, della prossimitĂ di relazione, il valore del radicamento della caritĂ nella comunitĂ , formazione come accompagnamento, che muove dai bi-

sogni formativi per costruire specifici percorsi alle Caritas zonali e parrocchiali, proprio come le venature piĂš grandi trasferiscono linfa vitale, attraverso la fitta ramificazione di vasi, a tutta la foglia. Un percorso che, come si legge nella parte di rapporto dedicata proprio al tema della promozione pastorale della caritĂ , ha permesso una proficua integrazione tra l’attivitĂ di Caritas diocesana con quelle espresse a livello locale. Collaborazione che ha trovato traduzione nei laboratori di caritĂ (percorsi di accompagnamento educativo e formativo per gli operatori delle Caritas parrocchiali), nella formazione dei referenti locali dei progetti di microcredito e di quelli dei Centri di ascolto che hanno coinvolto oltre 300 persone (in rappresentanza di 171 parrocchie) dell’intero territorio bresciano. In “Un anno con Caritas 2011â€? ci sono anche tanti numeri, che certificano che anche Brescia e la sua gente si sentono sempre piĂš vulnerabili, dati che non chiedono semplici risposte (un pasto, un pacco alimentare, un piccolo sostegno economico) ma che, come è stato piĂš volte sottolineato nel corso della presentazione del bilancio sociale di Caritas diocesana, indicano la necessitĂ improrogabile di mettere in campo azioni efficaci di condivisione di storie di sofferenza per indicare a un numero sempre maggiore di persone una rilettura delle reali esigenze e un accompagnamento. Ne sanno qualcosa gli operatori del Centro di ascolto cittadino “Porta apertaâ€?, che lo scorso anno hanno ascoltato i bisogni di oltre 3000 persone. L’attivitĂ del centro cittadino insieme a quella degli altri attivati sul territorio della provincia ha fornito

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Il 12 gennaio 2010 un devastante terremoto colpiva l’isola di Haiti, causando morte e distruzione. Immediato era l’aiuto della Caritas diocesana che, in accordo con quella nazionale ha scelto di sostenere tre progetti con finalità educative: l’ampliamento di una scuola primaria a Saint Charles a Croix de Bouques, la costruzione di due case famiglia a Dajabon, e la ricostruzione di tre scuole rurali a Leogane: 1milione 300mila euro i fondi raccolti.

Nell’estate dello scorso anno, rispondendo a un grido d’aiuto che giungeva dal Corno d’Africa, alle prese con una siccitĂ che ancora oggi non è stata risolta, la Caritas diocesana ha scelto di sostenere tre progetti “brescianiâ€? pensati per i Paesi colpiti: quello del gruppo scout Brescia 11 (Un gregge per la vita), il “Progetto Amare onlus per la Somaliland regionâ€? e quello del Salesiani (nella foto a sinistra) a Matar. 205mila gli euro raccolti

all’Osservatorio delle povertĂ e della risorse il materiale per una accurata opera di documentazione dei bisogni esistenti, del disagio e della emarginazione esistenti in diocesi, al fine di migliorare le risposte e progettare interventi piĂš efficaci. Le cinque dita della Mano fraterna (Ottavo giorno, microcredito, mensa “Madre Menniâ€?, sostegno all’occupazione, fondo assistenza), pur nella difficoltĂ di tante storie che si nascondono dietro i loro


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ÂŽ ‰‡Â?‡ŽŽƒ‰‰‹‘ †‡ŽŽ‡ ƒ”‹–ƒ• †‹ ‘Â?„ƒ”†‹ƒ Dopo il tempo dell’emergenza e dell’aiuto spontaneo alle comunitĂ colpite dal sisma che dal 20 maggio scorso, a piĂš riprese, ha inferto profonde ferite all’Emilia e al basso Mantovano, per le Caritas di Lombardia è giunto anche il momento, come per altre emergenze, di un impegno piĂš strutturato. Al termine di un incontro tenutosi a Bologna nei giorni scorsi alla presenza dei tre Delegati regionali (Lombardia, Emilia Romagna e Triveneto) e i Direttori delle Caritas

diocesane coinvolte dal terremoto, è stato stabilito un gemellaggio tra la delegazione della Lombardia la diocesi di Mantova, con la città di Mirandola (nella foto il duomo distrutto) e di Novi Emilia che, pure se in provincia di Modena, sono parte della diocesi di Carpi. La sottoscrizione del gemellaggio consentirà di pensare a progetti mirati che le Caritas di Lombardia sosterranno per la ricostruzione delle comunità pesantemente toccate dal sisma. Facile

immaginare che anche questa diventerà una progettualità pluriennale della Caritas diocesana che, per altro, si era attivata sin dalle prime ore successive al terremoto per la raccolta di fondi e aveva coordinato l’azione di quattro realtà locali (Brescia, Darfo, Rodengo Saiano e Ghedi) come punti di riferimento sul territorio provincialie in cui far convergere generi di prima necessità utili alla vita nelle tendopoli di tante persone dell’Emilia e del Basso Mantovano.

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numeri, sono solo il segno, certamente quello migliore, di quella rete di prossimità che la Caritas ha saputo creare e che, con grande impegno, continua a coltivare. Tutto questo, poesia (i criteri ispiratori dell’azione) e prosa (i numeri) trovano spazio nel bilancio sociale 2011, che, per la prima volta nelle sue pagine, presenta anche quei progetti pluriennali con cui Caritas sta dando risposte a emergenze nazionali e internazionali.

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500mila gli euro che la Caritas diocesana ha raccolto e destinato ai progetti pensati in collaborazione con la delegazione regionale per l’Abruzzo colpito dal terremoto del 6 aprile 2009. Progetti che hanno una durata pluriennale, legati come sono alla ricostruzione delle strutture (una scuola primaria, centri comunitĂ e servizi socio-assistenziali) e alla relizzazioni di interventi formativi e di sostegno alle fragilitĂ

Non se ne parla quasi piĂš, ma la Caritas diocesana e quelle parrocchiali sono ancora impegnate nella gestione di quella che era stata definita nella primavera dello scorso anno “emergenza profughiâ€?. A seguito dell’arrivo sulle coste italiane di cittadini stranieri provenienti dal Nord Africa, la rete Caritas si è resa disponibile per organizzare la loro accoglienza su tutto il territorio nazionale. Anche Brescia ha risposto,

dando il via a quello che oggi può essere considerato un progetto pluriennale. Brescia, Nozza di Vestone, Darfo e laValle del Garza, hanno accolto piÚ di una trentina di profughi. Molti di loro sono ancora oggi ospiti delle strutture messe a disposizione della rete Caritas che svolge un importante servizio grazie alla presenza di tanti volontari che di fatto si prestano a gestire quella che da emergenza è diventata quotidianità .


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Ăˆ partito nei giorni scorsi dall’aeroporto di Orio al Serio il volo che ha trasportato l’ospedale da campo italiano che garantirĂ assistenza medica agli oltre 25mila fuoriusciti siriani rifugiatisi in Giordania. “Siamo vicini al popolo siriano. Lo siamo, sostenendo l’azione della comunitĂ internazionale per la ricerca di una soluzione alla crisi ma anche con i nostri aiuti e l’assistenza alle popolazioni colpite da questa tragedia umanitaria sempre

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piĂš insostenibileâ€?, commenta il ministro degli Esteri Giulio Terzi che ha sottolineato come l’iniziativa della Cooperazione italiana, in collaborazione con Protezione civile e Associazione nazionale alpini, faccia seguito ad un precedente invio di kit medici in Siria e Libano. Il poliambulatorio italiano è in grado di assistere sino a 100 persone al giorno garantendo servizi di tipo medico-cardiologico, traumatologico, ostetrico e pediatrico. Sono presenti anche

attrezzature per la diagnostica, una farmacia e spazi per la degenza. Una volta giunta in Giordania, la struttura sarà trasferita nell’area di Mafraq, in prossimità della frontiera siro-giordana, a circa 80 km da Amman e circa 10 dal confine, dove personale della Cooperazione italiana, del Dipartimento della Protezione civile e dell’Associazione nazionale alpini procederà all’allestimento ed alla gestione iniziale.

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no dei temi della cooperazione è il rapporto con le Chiese del mondo occidentale. Quali le giuste premesse di questa relazione? In passato si è parlato spesso di “gemellaggiâ€?, di cui dobbiamo essere riconoscenti perchĂŠ hanno aiutato in maniera decisiva molte situazioni. Ora però è tempo che il rapporto non sia vissuto in modo univoco, ma diventi uno scambio reciproco, in un dialogo di pari dignitĂ . Certo, a livello economico e di personale, la Chiesa di Lira non ha nulla da offrire a quella di Brescia. Abbiamo ancora bisogno di aiuto: prima di tutto di preghiera, ma anche di sostegno economico. Ma c’è la possibilitĂ dii uno scambio di doni e di esperienze. Io credo che la nostra giovane Chiesa, con piĂš di un milione di fedeli su un territorio di 12mila kmq e solo una quarantina di sacerdoti, che si regge grazie all’impegno di oltre mille catechisti laici, possa fornire utili spunti di riflessione all’antica Chiesa bresciana. Per quanto riguarda la situazione interna, qual è il contributo della Chiesa alla societĂ ugandese? Il Paese è indipendente da 50 anni. In questo periodo fondamentale è stato il contributo della Chiesa, in settori come sanitĂ , istruzione e formazione civica e sociale. Ancora oggi c’è spazio per un’azione di complementaritĂ

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progetti come la scuola per l’agricoltura di Alito, in cui gente locale e volontari italiani mettono insieme tecniche moderne e conoscenze tradizionali, cercando di lavorare e vivere insieme, come una famiglia. Alcuni Paesi africani vivono l’incubo del terrorismo islamico. Com’è la situazione ugandese? Da noi, grazie a Dio abbiamo avuto solo alcuni episodi isolati negli scorsi anni. Recentemente si è verificato qualche allarme per l’azione della componente somala di Al Qaeda, ma nulla a che vedere con l’emergenza in Nigeria o in Kenya. Noi cerchiamo di

favorire la convivenza tra le religioni anche grazie ad un “Consiglio interreligiosoâ€?, di cui fanno parte anche rappresentanti musulmani. Quale infine l’azione futura della Chiesa in Uganda? Noi non possiamo cercare di risolvere tutti i problemi della gente, ma nella nostra azione dobbiamo annunciare e testimoniare la Parola del Vangelo, che tocca e cambia la vita. La dimensione è quella della piccola comunitĂ cristiana, che in parrocchie molto vaste, si fa carico della vita buona e dignitosa non solo dei membri della comunitĂ , ma si pone a servizio di tutti.

/D FRQIHUHQ]D VXO WUDIILFR GHOOH DUPL Ogni minuto una persona muore a causa della violenza armata. Ăˆ uno dei dati sui quali rietteranno esperti di tutto il mondo ďŹ no al 27 luglio, a New York dove si apre la Conferenza Onu sul trafďŹ co di armi. Sul tavolo la messa a punto di un trattato vincolante per il commercio internazionale di armi e l’introduzione di regole stringenti per le esportazioni. Diversi gli scogli da superare, da un lato bisogna vincere le resistenze

degli Stati Uniti che non vogliono includere nel documento anche le munizioni; dall’altro Russia e Cina spingono perchĂŠ non ci siano indicazioni esplicite sul rispetto dei diritti umani. Grandi le attese di chi da anni lotta per una messa al bando del commercio delle armi come ha confermato Maurizio Simoncelli (nella foto) di Archivio Disarmo, in una intervista concessa a Radio Vaticana. “Le attese sono duplici – ha

affermato – da un lato ci si aspetta un risultato signiďŹ cativo perchĂŠ è la prima volta che a livello internazionale si parla – in ambito Onu – di accordo relativo al commercio delle armi. Però ci sono altre attese che probabilmente rischieranno di rimanere deluse: sembra che ci siano forti resistenze ad arrivare ad una normativa internazionale, precisa e vincolante, sul problema complesso degli armamentiâ€?.

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secondo il rapporto, almeno un anziano su tre vive da solo, ma la percentuale schizza al 37,5% per la componente femminile, contro il 14,5% di quella maschile. Il quadro che emerge dal rapporto è preoccupante: su un campione di circa 30mila utenti, il 92% delle persone assistite non è ancora inserita in un piano di assistenza pubblica nÊ da altri soggetti privati. Si spiega cosÏ la forte crescita della domanda sociale registrata lo scorso anno: povertà ,

non autosufďŹ cienza, bisogno di compagnia e di socialitĂ sono le principali criticitĂ . Per far fronte alla situazione aumentano i servizi offerti: +7,3% (da 2 milioni 200mila a 2 milioni 360mila), con punte piĂš elevate per l’accompagnamento (+10,5%) e la consegna pasti (+7%). Parallelamente cresce il numero di utenti: 448mila contro i 433 mila del 2010 (+3,5%). La Lombardia da sola ne conta 18.505. In complesso sono stati 528.013 i contatti: +73mila rispetto al 2010.

In Lombardia se ne sono contati 349.062, un numero ben superiore a quello della Toscana (46mila), del Piemonte (37mila) e del Veneto (31mila). Il rapporto dall’Auser racconta di un maggior bisogno da parte della componente femminile (69%), che si concentra soprattutto in Lombardia, Veneto e Piemonte (87%). Il Filo d’Argento Auser è il servizio di telefonia sociale (numero verde 800 995 988) dell’Auser impegnato a contrastare solitudine ed emarginazione degli anziani.

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na nuova difficile stagione per un Paese segnato giĂ da diversi problemi. Nella serata di venerdĂŹ 22 giugno in Paraguay ha preso il via il governo di Federico Franco, che succede alla carica di Presidente della Repubblica a Fernando Lugo. Franco, 50 anni a fine luglio, rappresenta il partito liberale di centrodestra che torna alla Presidenza della Repubblica dopo 72 anni. Il suo governo, però, non è ancora stato riconosciuto dalla comunitĂ internazionale che ha messo sotto accusa la procedura che ha portato, in 24 ore, alla destituzione di Fernando Lugo. L’ex vescovo Lugo era stato eletto nell’aprile 2008 da una larga coalizione che partiva da sinistra e arrivava proprio ai liberali per cancellare l’egemonia Colorado che durava dal 1954, ma di fatto – non avendo una rappresentanza diretta in Parlamento – era sempre stato ostaggio della sua maggioranza. La sua discesa nell’arena politica aveva fatto sognare il popolo paraguayano con l’uomo nuovo che era smarcato dai partiti. In questi quattro anni non è, però, riuscito a mettere mano all’attesa riforma agraria con la questione delle terre “malacquisiteâ€?: soprattutto durante il regime di Stroessner (1954-1988) grandi proprietari terrieri hanno tolto con

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tori. Accanto alla questione agraria c’è un urgente bisogno di mettere mano al crescente divario sociale tra ricchi e poveri che può portare a un crescendo di violenze con la presenza minacciosa del gruppo terroristico interno dell’Epp. Il “giudizio politicoâ€? firmato da Colorado e Liberali che ha portato alla condanna di Lugo era partito proprio dai tragici fatti di Curuguaty del 15 giugno che avevano portato alla morte di 17 persone tra carperos (i contadini che occupano le terre “malacquisiteâ€?) e polizia. Il processo parlamentare in diretta televisiva è stato fulmineo a

tal punto che le cancellerie dei Paesi vicini hanno parlato di colpo di Stato mascherato e, soprattutto, hanno decretato l’espulsione del Paese dal Mercosur, il mercato economico del Sud America. Il Paraguay è stato a un passo dalla guerra civile: per due giorni ha vissuto una situazione di emergenza nazionale con la polizia che temeva la manifestazione del 22 aprile davanti al Congresso a difesa di Lugo. Dal punto di vista costituzionale la destituzione del Presidente è prevista cosĂŹ come la nomina al suo posto del vicepresidente, certo è che i tempi dettati dal Senato erano stati fatti in modo tale da chiudere in fretta la partita: Lugo con tutte le sue ambiguitĂ (molto amico di Chavez) e con una questione morale da gestire (il riconoscimento tardivo dei figli) era la speranza di un Paese. Oggi il Paese si divide tra chi si sente tradito da quel presidente che non ha mantenuto le promesse e chi, invece, sostiene che bisognava farlo governare fino a fine mandato. I problemi, comunque, restano. Per Franco non sarĂ facile in questi mesi (le elezioni sono in programma nell’aprile 2013) guidare lo Stato soprattutto se non avrĂ l’appoggio della comunitĂ internazionale (anche l’Unione europea ha inviato gli osservatori per verificare la situazione).

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Il Museo nazionale cinese di piazza Tienanmen a Pechino ha realizzato Spazio Italia, un padiglione interamente dedicato all’arte italiana. I rappresentanti del governo cinese e i curatori degli spazi museali hanno chiesto alla cittĂ di Brescia e al museo di Santa Giulia il prestito dell’opera “L’Angeloâ€? di Raffaello, una delle piĂš prestigiose conservate nei Musei Civici cittadini. Il quadro è giĂ arrivato a Pechino ed è stato collocato accanto a una tela di

Dal 28 maggio scorso gira per le vie della cittĂ l’autobus di Brescia Trasporti che veicola la campagna di comunicazione istituzionale della Fondazione Ant Italia Onlus “Essere a casa è meglio che sentirsi a casaâ€?. Fino alla fine dell’anno, grazie al sostegno dell’azienda di trasporti pubblici della cittĂ la fondazione potrĂ promuovere su questo mezzo il Progetto Eubiosia, ovvero l’assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai sofferenti di

Leonardo da Vinci. Spazio Italia rappresenta la prima proposta museale italiana stabile all’estero. Si colloca all’interno del piÚ grande Museo al mondo appena ristrutturato, il National Museum of China di Beijing, in piazza Tiananmen. Il progetto mira a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale italiano proponendone un’immagine completa attraverso il racconto delle sue eccellenze artistiche e culturali.

tumore che da oltre 30 anni offre in nove regioni italiane, e da piĂš di dieci nel Bresciano. La Fondazione Ant è nata a Bologna nel 1978 e rappresenta la piĂš ampia esperienza al mondo di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai malati di tumore. Dal 1985 ad oggi Ant ha assistito, in modo completamente gratuito, circa 87mila in tutto il Paese, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, per un totale di oltre 14 milioni di giornate di assistenza erogate.

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Se sali sul treno sbagliato... Il Dalai Lama come segno di contraddizione. Lo hanno invitato a Milano per dargli la cittadinanza onoraria, ma quando è arrivato qui ha dovuto accontentarsi di altri “regaliâ€? di seconda o terza mano. La cittadinanza, no. Il sindaco di Milano Pisapia si è arrampicato sugli specchi per giustiďŹ carsi, ma la pergamena della cittadinanza onoraria è rimasta nel cassetto. Per non fare arrabbiare i signori della Cina che hanno minacciato di disertare l’Expo 2015 per la quale preparano uno stand faraonico e 100 milioni (?) di visitatori con il muso giallo e gli occhi a mandorla. In realtĂ ne abbiamo giĂ tanti fra di noi (senza rancore) che 100 milioni in piĂš o 100 milioni in meno non avrebbe fatto una grande differenza. Ma, come dicono tutti i saggi cinesi e no, gli affari sono affari. Era giĂ successo con la Moratti, ora è toccato a Pisapia. PerchĂŠ sia noto a tutti che destra e sinistra sono incompatibili, a patto che non ci siano appunto gli affari di mezzo. Roma e Venezia hanno snobbato le ire cinesi. Non avevano l’Expo alla porte. Bologna sta seguendo a ruota Milano perchĂŠ

ha in ballo altri affari. Fanno eccezione le patetiche e strumentali proteste di leghisti e pidiellini, andate in scena anche in Loggia: negano la cittadinanza reale ai bambini che nascono in Italia, ma vogliono quella onoraria per il Dalai Lama (per rivalsa potrebbero spostare in Tibet uno dei ministeri di Monza). Quindi? Ha fatto male Pisapia ad accettare il ricatto cinese. Anche perchÊ sono convinto che i cinesi bluffano. All’Expo gli affari li faranno tutti insieme,

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Milano, l’Italia e pure i cinesi. Tuttavia l’episodio è molto signiďŹ cativo per comprendere quali sono le leggi che governano la nostra vita. Sono le leggi dettate dalle principali banche d’affari americane che guidano il gioco, dalle multinazionali, dai fondi speculativi, dalle agenzie di rating, dai sostenitori del capitalismo selvaggio, che le anime belle cercano di nobilitare chiamandolo liberismo. In questo quadro non è possibile onorare nello stesso tempo il Dalai Lama (lo spirito)

e il regime del capitalismo comunista cinese (la carne). O stai da una parte o stai dall’altra. Ricordate il monito di GesĂš: “Non potete servire a Dio e a mammonaâ€? (Luca 16, 13). Infatti “I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di luiâ€? (id. 14). Tutto questo ci riporta alla crisi che stiamo vivendo e alla pervicacia con cui si cercano vie d’uscita senza mettere in discussione il sistema che l’ha generata. Non si possono

conciliare la dittatura del mercato e la giustizia. Le tasse che paghiamo per fare quadrare il bilancio dello Stato in realtĂ vanno a risanare le perdite degli speculatori, accumulando ingiustizia a ingiustizia. Il Dalai Lama è una vittima ideale del sistema, ma ci sono milioni di vittime reali che pagano a caro prezzo le ricchezze di pochi. Le vie d’uscita non sono a portata di mano. Dovremmo almeno pensarci e cercarle. Invece troppo spesso anche noi cristiani cerchiamo il compromesso oppure conviviamo con il sistema. Ăˆ un atteggiamento che mi richiama una metafora di Dietrich Bonhoeffer, il pastore protestante impiccato dai nazisti. Ha lottato non solo contro Hitler, ma anche contro tutti coloro che pur essendo antinazisti pensavano di cambiare il sistema dal di dentro. A tutti diceva: “Se sali sul treno sbagliato non serve a nulla correre lungo il corridoio in direzione oppostaâ€?. Anche se non siamo in regime nazista, è evidente che stiamo viaggiando sul treno sbagliato. O cambiamo treno o continueremo ad andare nella direzione sbagliata.


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Sabato 7 luglio si tiene la Giornata internazionale delle cooperative, che si celebra come da tradizione il primo sabato del mese, e in questa occasione le cooperative aderenti a Confcooperative Brescia aprono le porte della loro struttura ai cittadini, promuovendo nel contempo varie manifestazioni. L’iniziativa è stata promossa per raccogliere l’invito dell’Onu a mettere in evidenza che il 2012 è l’ anno internazionale dedicato al-

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le Cooperative. Il tema scelto per la manifestazione di quest’anno è: “Le imprese cooperative costruiscono un mondo miglioreâ€?. L’anno ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo delle cooperative, sul loro contributo allo sviluppo socio-economico del territorio dove operano, senza trascurare l’obiettivo di promuovere la formazione e la crescita delle cooperative in tutto il mondo. Molte le realtĂ che aderiscono alla giornata tra Brescia

e provincia, tra le quali si segnalano, per esempio, la cooperativa “SolidarietĂ â€? che nelle sue sedi di Brescia Gavardo, Rezzato, Rovato e Ghedi, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, porterĂ avanti una raccolta di ďŹ rme per sostenere il progetto di legge regionale di iniziativa popolare a favore del commercio equo e solidale; oppure la cooperativa “Il cautoâ€? che, dalle 9 alle 19, si attiverĂ per proporre uno scambio di libri presso il negozio “Spigolandiaâ€? a Brescia.

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arrivato a Remedello 14 anni fa, nel 1998, e ricordando il periodo trascorso da allora fa la storia di una comunitĂ e di una scuola cresciute nel tempo. Padre Igor Manzillo è in procinto di lasciare l’isituto piamartino di Remedello intitolato a padre Giovanni Bonsignori e di trasferirsi a Brescia, nella casa madre degli Artigianelli, cosĂŹ in quest’occasione parla dei suoi anni nella Bassa. “Mi sono trovato molto bene − racconta − nelle diverse situazioni che ho avvicinato, a partire dal convitto, la cui esperienza si sta per concludere per ragioni organizzative, fino al Centro di formazione professionale, nel quale insieme ai docenti abbiamo insegnato ai ragazzi un mestiere, ma soprattutto a crescere e stare nel mondo. Ho avuto la possibilitĂ di stringere molti legami di amicizia e di affetto che si sono rafforzati negli ultimi anni quando, con l’apertura della scuola secondaria di primo grado nel 2005 e del liceo scientifico nel 2007, ho avuto nel corpo insegnanti alcuni miei ex alunni, che negli anni ho visto crescere e affrontare il proprio percorso di studi. In un certo modo quindi lasciare tutto questo rappresenta per me un dispiacere, perchĂŠ lascio a Remedello tanti bei ricordi, anche se a questo

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di formazione professionale da 650 alunni. Padre Igor è inoltre il postulatore della causa di canonizzazione del fondatore dell’ordine padre Giovanni Battista Piamarta. “Ci stiamo preparando al 21 ottobre − afferma in proposito − organizzando pellegrinaggi di ex alunni e famiglie, con i quali abbiamo giĂ superato le 1000 unitĂ , con persone provenienti da tutto il mondo. A Brescia poi ci saranno due appuntamenti il 27 ottobre, con la Messa celebrata dal superiore generale della congregazione padre Enzo Turriceni, e il 3 novembre in Cattedrale quando a

celebrare saranno il vescovo Monari e il card. Reâ€?. A questi eventi si aggiunge un piĂš generale progetto di animazione spirituale basato sulla figura del futuro santo. “A Remedello − conclude padre Igor − avevamo avviato negli anni diverse iniziative come la GioventĂš piamartina o il Movimento secolare, oltre a promuovere, per esempio, corsi per futuri sposi. Partendo da queste premesse l’obiettivo è di creare anche a Brescia un po’ di ‘movimento spirituale’, anche se ovviamente devono esserne ancora studiate le forme concreteâ€?.

7RUQD ´,PPDJLQL VRWWR OH VWHOOHÂľ Il cortile di palazzo Bertazzoli (nella foto) ospita anche quest’anno il ciclo di esposizioni del Gruppo fotografico bagnolese intitolato “Immagini sotto le stelleâ€?. La manifestazione ospiterĂ anche gli scatti di gruppi con i quali il sodalizio bagnolese ha da anni instaurato rapporti di collaborazione, come quello veronese, che ha partecipato, a livello collettivo e personale a molti concorsi di carattere internazionale. Tra i sog-

getti il resoconto di un viaggio in Vietnam con immagini affascinanti di un paese che solletica l’immaginazione; alcune immagini catturate durante il palio di Siena, la corsa che ha reso famosa nel modo la cittĂ toscana, raccolte sotto il titolo “Siena il giorno della civettaâ€? e infine la festa di san Firmo di Pamplona, che ha il momento culminante con l’“Encierroâ€?, corsa di circa 800 metri davanti ai tori. Dopo l’inizio di gio-

vedĂŹ 5 luglio alle 21.30. altri appuntamenti si avranno gli altri giovedĂŹ del mese: il 12 toccherĂ agli scatti dal Madagascar di Ottavio Tomasini, mentre 19 il Gruppo fotografico bagnolese ritornerĂ a essere protagonista con immagini proprie. Il 26, infine, sarĂ la volta di un documentario dedicato alla Giordania di Luigi Cozzi. In caso di pioggia le proiezioni si terranno nel Salone Filanda, l’ingresso è gratuito.

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si incontreranno sui medesimi. “Il riconoscimento dell’Unesco alla nostra città – ha detto il presidente della Strada Luigi Bandera – ci ha spronato ad un maggiore impegno per la valorizzazione del territorio, da cui il progetto, destinato ad essere permanente ed espandibile, di studiare sei itinerari in cui campeggiano i richiami ai longobardiâ€?. Sono state acquistate oltre 200 biciclette, dislocate nei punti strategici degli itinerari, dove sarĂ possibile noleggiarle – in luglio

il primo noleggio è gratuito – per “assaporareâ€? il percorso in ogni suo dettaglio. Per i diversi itinerari e ogni informazione relativa al progetto, rimandiamo al sito www. stradadelvinocollideilongobardi. it. “L’Unesco ha concesso il riconoscimento grazie alla rete creatasi tra i sette Comuni in Italia dove i longobardi hanno lasciato un segno indelebile – ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai – e verificare come vi siano strutture

per un’ulteriore valorizzazione del territorio non può che essere un segno di come la cultura, con altri settori, sia un traino della societĂ â€?. “Tre i fili conduttori – ha specificato il vice presidente della Strada Andrea Peri – il cicloturismo, che all’estero vanta milioni di appassionati e che sta prendendo piede anche da noi, la tecnologia, in quanto gli itinerari sono scaricabili sugli smartphone, e la collaborazione tra amministrazioni e consorzi in campoâ€?. (f.a.)

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arlare di Canton Mombello in questo periodo richiama inevitabilmente le polemiche sulle condizioni della casa circondariale cittadina, per la quale è stata spesa anche la definizione di “lagerâ€?, a causa per esempio del preoccupante sovraffollamento (si parla di 526 detenuti a fronte di una capacitĂ massima di 208) e, di conseguenza, del ridotto spazio vitale a disposizione di ogni detenuto. Per fare il punto della situazione è arrivata martedĂŹ nel penitenziario bresciano la Commissione speciale carceri della Regione Lombardia, presieduta da Stefano Carugo, che si è sincerata delle condizioni della struttura diretta da Francesca Gioieni e ha promesso interventi sia sul piano economico che strutturale: oltre al potenziamento della dote lavoro, che dĂ ai detenuti la possibilitĂ di un inserimento e di una formazione professionale, verrĂ promosso un emendamento per la sessione di bilancio per far fronte all’emergenza caldo e una mozione che ponga l’attenzione sulla questione carceri. Al proposito ha affermato il Presidente della commissione − sul

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zioni igienico-sanitarie in cui vivono i reclusi, oltre a lamentare la difficoltĂ di comunicare con i familiari e la mancata messa in atto di pene sostitutive. Anche un comitato in rappresentanza dei detenuti ha prodotto un comunicato nel quale ha allargato il discorso al sistema giudiziario, del quale ha invocato una riforma per la quale verrĂ portato avanti anche uno sciopero della fame. Sullo sfondo, richiamato da piĂš parti nella mattinata di martedĂŹ, c’è il progetto di costruzione del nuovo carcere, in un’area individuata dal nuovo Pgt cittadino nei pressi di Verziano. Struttura piĂš moderna dell’ottocentesco Canton Mombello, con una capacitĂ grandemente aumentata. Ma, come è stato sottolineato, non è soluzione a tutti i problemi del sistema carcerario bresciano, soluzione che va cercata in una prospettiva piĂš ampia.

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'RFXPHQWL SHU WUDFFLDUH ´XQD VWRULD EUHVFLDQDÂľ Un volume che “nasce dalla consapevolezza che i documenti storici sono pochi, e che la memoria abbia bisogno di un supportoâ€?. Questa è stata la ragione che ha mosso Sandro Albini (nella foto), a suo tempo direttore dell’allora casa di cura Poliambulanza, a raccogliere le testimonianze e a raccontare la storia di tutti coloro che, negli anni, hanno fatto sĂŹ che il noto ospedale cittadino consolidasse la propria posizione di spicco all’interno dell’ampio panorama degli istituti di cura bresciani. Il libro si intitola, non a caso, “Poliambulanza, una storia brescianaâ€?, ed è molto ricco di spunti. Traccia la parabola ascendente della casa di cura partendo dalla presentazione di madre Eugenia Menni, ispiratrice del progetto, fino ad arrivare al 2004, anno di creazione dell’attuale Fondazione, compartecipata da diverse realtĂ . “Il libro − ha sottolineato durante la presentazione la madre generale della congregazione delle Ancelle della CaritĂ , Gabriella Tettamanzi − si fa portavoce del binomio tra medici, animati da spirito

cristiano, e le istituzioni locali, che hanno saputo lavorare in sinergia gli uni con gli altri nel nome della caritĂ e della generositĂ , per prendere parte ad un progetto per la costruzione di un bene comuneâ€?. All’interno del volume viene riepilogato il percorso di allestimento della struttura; sono presentate numerose testimonianze fotografiche relative al 1997, anno di apertura dell’attuale sede di via Bissolati, e di tutti i momenti piĂš significativi, partendo dall’inaugurazione, dalla visita dell’ex ministro della SanitĂ Rosy Bindi fino all’apertura del parco scientifico-didattico Menni. Il volume non è in commercio, chi volesse averne una copia può richiederla presso Poliambulanza Charitatis Opera lasciando un’offerta, da destinare alle iniziative di solidarietĂ . (a.g.)

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solo economico, ma anche morale. Questo sentimento è nato in me dal momento in cui ho iniziato a collaborare con la cooperativa Scalabrini-Bonomelli, spronata da padre Mario Toffari (nella foto), presidente del Centro migranti. Lo scopo del convegno era di porre in evidenza le difďŹ coltĂ burocratiche, che incontra un immigrato al suo ingresso in Italia e che lo rendono subito un “diversoâ€?, un “emarginatoâ€? e sicuramente una persona disinformata sul “modus vivendiâ€?

che sembra tutti conoscano, ma che a ben vedere è a conoscenza di pochi, visto che anche gli italiani si trovano spesso in difďŹ coltĂ perďŹ no nelle pratiche piĂš semplici per ottenere documentiâ€?. A conferma di questo anche la testimonianza di un’immigrata che dichiara: “Mi chiamo Fatou, in Senegal sono laureata, ma a Brescia sono venuta per fare la domestica. Appena arrivata ho capito che bisogna fare tantissimi documenti ma ho la testa piena di informazioni e non capisco

bene dove devo andare o chi mi può aiutare. Ho difďŹ coltĂ a farmi capire perchĂŠ parlo francese e comprendo l’italiano ma ho vergogna a parlarlo perchĂŠ so di sbagliareâ€?. Per far fronte a situazioni come questa l’impegno della presidente Parmeggiani: “Ho ritenuto opportuno accettare l’incarico di presentare il progetto ‘Idee contro la discriminazione’ e di illustrare il vademecum della mappatura sui servizi e associazioni esistenti sul territorio, come aiuto praticoâ€?.

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er il terzo anno consecutivo Brescia MobilitĂ , la struttura pubblica del Comune di Brescia cui afferiscono Brescia Trasporti, Sintesi ed Omb International, ha riferito dell’attivitĂ del gruppo, alla vigilia di cambiamenti che muteranno il volto della mobilitĂ cittadina, anche in ottiche piĂš ampie, quali quelle provinciali, regionali e non solo. Entrare nei dettagli tecnici richiederebbe spazi e considerazioni ben differenti, ma la sintesi presentata dal presidente di Bm Valerio Prignachi, affiancato dai presidenti delle aziende del gruppo Andrea Gervasi, Giovanna Prandini e Marco Medeghini, rispettando l’ordine di citazione, permette di “guardare al futuro con un concreto ottimismo – ha detto Prignachi – perchĂŠ gli obiettivi prefissi sono stati raggiunti, pur con la riduzione delle risorse e le lievi flessioni registrate, lĂ dove verificatesi e non certo imputabili alla nostra azione ma a situazioni economiche di re-

Â?–”‘ ÂŽÇŻÂƒÂ?Â?‘ ˜‡””Â? …‘Â?•‡‰Â?ƒ–ƒ ƒŽŽƒ …‹––Â? —Â?ǯ‹Â?ˆ”ƒ•–”—––—”ƒ †‡–‡”Â?‹Â?ƒÂ?–‡ ’‡” Žǯ‹Â?–‡”•…ƒÂ?„‹‘ †‡ŽŽƒ Â?‘„‹Ž‹–Â? „”‡•…‹ƒÂ?ƒ spiro nazionale ed internazionale. La definizione del termine certo di consegna del metrobus, cosĂŹ come l’andamento del piano delle opere complementari – ha continuato Valerio Prignachi – permetterĂ di consegnare alla cittĂ , entro l’anno, un prodotto di elevata funzionalitĂ , determinante nell’interscambio della mobilitĂ bresciana. Il suo ruolo guarda ben oltre, perchĂŠ quando nei prossimi anni, non molti invero – ha precisato Prignachi – altre opere troveranno realizzazione, quali l’alta velocitĂ e la Brebemi, il ‘sistema Brescia’ sarĂ esempio di alta efficienza cui molti guarderanno con

attenzione e rispettoâ€?. “Registriamo con soddisfazione il successo di sistemi alternativi di trasporto – ha detto Giovanna Prandini – quali Bicimia, il cui apprezzamento ha superato ogni aspettativaâ€?, mentre Andrea Gervasi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, richiamando i valori qualificanti di Brescia Trasporti, come “il ridotto tasso di inquinamento del parco automezzi, l’incremento dei titoli di viaggio ed un tasso di evasione piĂš che accettabile ed ampiamente in linea, se non inferiore, a cittĂ omologhe alla nostraâ€?. “Quanto Omb sia apprezzata lo dimostrano alcuni fatti – ha ricordato Marco Medeghini – quali il nuovo mezzo per la raccolta laterale dei rifiuti, la nuova versione dell’autobus ibrido elettrico di otto metri ed il biotrituratore. Non siamo lontani dalla realtĂ se affermiamo che nel prossimo triennio l’occupazione nelle aziende che fanno capo a noi – ha chiosato Medeghini – potrĂ passare dalle attuali 700 alle oltre 1000 unitĂ â€?.

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ƒ”‰Â?ƒÂ?‘ ƒ „‡ŽŽƒ •–ƒ‰‹‘Â?‡ •‹ ƒÂ?‹Â?ƒ …‘Â? Žƒ ‡•–ƒ †‡Ž ‰‹‘˜ƒÂ?‡ L’edizione 2012 della Festa del giovane di Bargnano sarĂ piĂš lunga delle precedenti e, in piĂš, saranno assegnati premi speciali. La 33Í” edizione di questa grande manifestazione, molto attesa dai bargnanesi, è in programma da giovedĂŹ 12 a lunedĂŹ 16 luglio e, come nel 2011, il comitato ha deciso di allestire una tensostruttura anche sulla pista da ballo, quindi la festa si svolgerĂ regolarmente anche in caso di maltempo. “Anche quest’anno – riferisce Attilio,

coordinatore e rappresentante del comitato organizzatore – dobbiamo ringraziare i fedelissimi e i nuovi sponsor, oltre ai numerosi volontari della parrocchia, che consentono di mettere in campo la tradizionale sagra del terzo week end di luglio, manifestazione organizzata per raccogliere fondi da destinare alla manutenzione e realizzazione di opere parrocchiali e oratoriali�. La Festa del giovane di Bargnano si svolgerà , come sempre, nell’oratorio parrocchiale: la piastra del tennis

ospiterĂ l’area spettacolo e la pista da ballo. Oltre al bar, birreria, piadineria e gelateria, ci sarĂ lo stand del ristorante, con circa 500 posti a sedere, che propone il tipico menĂš della manifestazione: casoncelli della Bassa, spiedo e altri piatti tipici. La festa del giovane inizia giovedĂŹ 12 con la Notte rock. Alle 22 è prevista l’esibizione della band bresciana ManarĂ Gang. Nella prima serata saranno aperti bar, piadineria e birreria. Il ristorante sarĂ aperto nelle serate di venerdĂŹ,

sabato, domenica e lunedĂŹ. Da venerdĂŹ a lunedĂŹ liscio e revival con quattro grandi orchestre: Claudio Bonelli, Gigi Corradi, Massimo Dellabianca e Daniele Cordani. Importante ricordare che con la sottoscrizione di beneďŹ cienza (che prevede un montepremi di oltre 10mila euro), si potranno vincere molti premi, fra questi una vacanza di sette giorni per due persone, a Kos (Grecia). Per l’ultima serata, dopo l’estrazione dei premi, gran ďŹ nale pirotecnico. (mtm)

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na serata per riflettere e interrogarsi sul futuro di un territorio a partire da un cambiamento legislativo. Il circolo di Legambiente di Montirone mette al centro la questione relativa alle molte cave presenti sul territorio in un dibattito il 5 giugno nella sala del Sicomoro dell’oratorio: in particolare il riferimento corre alle quattro proposte di legge attualmente in discussione in Regione Lombardia che dovrebbero introdurre delle novitĂ nell’ambito delle attivitĂ estrattive. All’assemblea partecipano il presidente regionale di Legambiente Damiano Di Simine (nella foto) e i consiglieri regionali Gianantonio Girelli e Gianbattista Ferrari, inoltre l’invito è stato esteso anche ai sindaci e amministratori dei Comuni vicini. Si parte da quella che è una situazione locale molto significativa da questo punto di vista, che vede sul territorio di Montirone, o nelle immediate vicinanze, la presenza di otto ambiti di cava che occupano un’estensione di terreno pari a circa 330 ettari. L’analisi di questo caso è utile a sviscerare alcuni aspetti su cui la legge dovrebbe soffermarsi, a partire dall’iter per arrivare alle scelte pianificatorie, fino all’individuazione degli enti competenti, dalla ge-

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dal vecchio paino cave, che ha una previsione di estrazione di ben 70 milioni di metri cubi nel Bresciano. Tra le novitĂ , invece, c’è il riconoscimento della necessitĂ di una Valutazione di impatto ambientale per ogni impianto estrattivo e inoltre dovrebbero essere definite le competenze della pianificazione estrattiva, che passerebbero alla Provincia. Un’altro tema importante, secondo noi, dev’essere quello del recupero: la nuova legge deve prevedere percorsi e tempi certi, con delle garanzie. Deve passare il concetto che la cava è una situazione momentanea, che dev’essere reinserita nel contesto ambientale su cui si è intervenuto. Da parte nostra c’è il desiderio di mettere un limite alle cave, che a Montirone coprono il 20% del territorio, e soprattutto dare la possibilitĂ ai cittadini di esprimersi in merito. A questo proposito indiremo una sorta di ‘referendum’ informale, con il quale i cittadini potranno far sentire la propria voceâ€?. Ora però è tempo di informazione e confronto: “Il nostro vuole essere un contributo − conclude Fasser − per invitare ad una legge che dia strumenti, anche alle amministrazioni locali per lavorare bene. Abbiamo un problema e vogliamo fare in modo che si risolva, con la partecipazione dei cittadini alla gestione del territorioâ€?.

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Brava e grintosissima Michela Bosio, cantautrice bresciana dalla voce ipnotica che ha dato ritmo alla serata con il rock dagli anni 70 ad oggi. Sono seguite le melodie jazz del Minerva Quintet ed il rap di Arteiu, con la canzone ‘dignità ’, dedicata alle popolazioni dell’Emilia perchĂŠ “loro – ha detto il rapper – la dignitĂ non l’hanno persa maiâ€?. Ha presentato la serata Ivana Lopiccolo, nota ballerina della tv. Il concerto, patrocinio dal Comune di Manerbio, è nato

dall’iniziativa di privati cittadini, capitanati da Michela Bosio ed Ettore Baronchelli, per dare un aiuto concreto, senza troppi formalismi, ad uno dei paesi piĂš colpiti dal terremoto di maggio: Sant’Agostino. Nel piccolo Comune ferrarese il sisma ha danneggiato ediďŹ ci e capannoni e provocato la morte di due operai, nel crollo di una fabbrica di ceramica. Il ricavato della serata è stato versato, la mattina seguente all’evento, direttamente al Comune di

Sant’Agostino perchĂŠ possa subito essere utilizzato per le emergenze. Si è commosso Fabrizio Toselli, sindaco del paese emiliano, nel ricevere notizia. Non era presente alla serata, per non abbandonare il suo Comune, ma ha espresso la sua gratitudine in una lettera che il vice sindaco di Manerbio, Ferruccio Casaro, ha reso alla cittadinanza. â€œĂˆ con queste iniziative – si legge nella missiva – che si capisce la vicinanza di Comuni come il vostro, sempre pronti alla solidarietĂ â€?. (l.o.)

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ra gli indicatori piĂš importanti e conosciuti per valutare la qualitĂ ambientale di un territorio figura certamente quello della pulizia dell’aria: siamo ormai abituati a sentir parlare di polveri sottili e di Pm10, spesso purtroppo quando i limiti di concentrazione nell’atmosfera superano la soglia consentita. Queste indicazioni sono ovviamente legate a doppio filo all’analisi dei flussi del traffico, principale responsabile di questi fenomeni di inquinamento. Se però finora l’attenzione era concentrata principalmente nelle cittĂ o nelle fasce dell’hinterland, ha preso recentemente avvio una campagna di monitoraggio che riguarda, invece, diversi Comuni della Bassa. A portarla avanti è la Fondazione Cogeme onlus, nell’ambito del progetto “Pianura sostenibileâ€?, che da qualche anno si occupa di valutare lo stato di salute del territorio della Bassa occidentale attraverso una serie di para-

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metri che vanno dal controllo delle acque e dei suoli fino appunto all’aria e al traffico. Il monitoraggio, incominciato il 29 giugno a Quinzano d’Oglio, gradualmente toccherĂ sette Comuni dell’area, selezionati dai ricercatori dell’UniversitĂ di Brescia che hanno elaborato il progetto, coordinati dal professor Maurizio Tira. Tra questi figurano Quinzano d’Oglio, Calcio, Maclodio, Comezzano-Cizzago, Barbariga, Berlingo e Castel Mella, mentre è iniziato, parallelamente all’analisi dell’aria, anche il monitoraggio del traffico a Maclodio e ComezzanoCizzago. Il tutto avviene grazie a una stazione multiparametrica per il monitoraggio in continuo della qualitĂ dell’aria oltre che una stazione meteo per la misura di temperatura, umiditĂ , direzione e velocitĂ del vento, pressione e precipitazioni. Per quanto riguarda invece il traffico, si stanno raccogliendo i dati relativi a numero, velocitĂ , tipologia di veicoli e traffico omogeneo medio, oltre a tenere sotto controllo tutti i 43 indicatori ambientali, di contesto e socio-economici in ogni Comune. In questa maniera, sarĂ

possibile avere dati sufficientemente esemplificativi della situazione ambientale nel 2012 in tutta la pianura. Per avere una mappatura abbastanza veritiera di quanto accade per poi mettere in campo misure correttive. Tale monitoraggio verrĂ poi ripetuto negli stessi luoghi in inverno, cosĂŹ come avvenuto in altri sette Comuni della pianura nel 2011. Gli indicatori raccolti saranno poi condivisi sul web tramite il sito www.pianurasostenibile.eu , che giĂ ospita decine di dati sensibili sulla qualitĂ della vita di oltre 100mila cittadini residenti in pianura negli ultimi anni. La novitĂ di quest’anno riguarda la strumentazione utilizzata: la Fondazione Cogeme si è dotata di un’apparecchiatura all’avanguardia montata su un automezzo. Tale “centralinaâ€? è stata fornita da Unitec Srl, societĂ specializzata nella progettazione e realizzazione di strumenti per il monitoraggio ambientale e il controllo dell’inquinamento. Il furgone è stato donato dalla societĂ Aob2 mentre per l’allestimento la Fondazione è stata supportata da Lgh.

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–‹Â?‡”ƒ”‹ –—”‹•–‹…‹ ŽŽƒ •…‘’‡”–ƒ †‹ –”‡ ‰‹‘‹‡ŽŽ‹ Â†ÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ ‡ ˆ‡†‡ In una sorta di ideale itinerario spirituale il Garda propone occasioni di riflessione e di meditazione. Tre le mete nel bresciano: l’Abbazia di Maguzzano a Lonato, il Santuario della Madonna del Carmine a San Felice del Benaco e il Santuario della Madonna di Montecastello a Tignale (nella foto). A Maguzzano sorge l’Abbazia gestita dalla Congregazione dei Poveri Servi e Serve della Divina Provvidenza. Una antica “abatiolaâ€? benedettina

sorgeva presso una strada romana alla fine del IX secolo. Nel 1490 fu riedificata quasi dalle fondamenta e ornata del chiostro e della bella chiesa rinascimentale, a una sola navata, con interessanti affreschi, tele - tra cui La Pala dell’Assunta, del Moretto - e un bel Crocifisso ligneo. Il santuario della Madonna del Carmine è situato nel cuore della Valtenesi: la chiesa risale al XV secolo, ad un’unica navata è tutta ricoperta di pregevoli affreschi che fanno pensare alle scuole pittoriche

del Mantegna e del Foppa. Una tradizione vuole che siano stati i pescatori ad esprimere la loro riconoscenza alla Vergine per averli salvati dalle tempeste. La storia del Santuario di Montecastello, arroccato su una rupe a strapiombo sul lago, è legata al ricordo di una stella. Durante una violenta battaglia tra Bresciani e Trentini, una luce abbagliante paralizzò i Trentini, permettendo ai Bresciani di sopraffarli. Gli abitanti di Tignale testimoniarono la presenza di Maria

in forma di stella luminosa, per cui il primo titolo sarĂ â€œMadonna della Stellaâ€?. La chiesa inferiore possiede affreschi rinascimentali, mentre quella superiore ha l’altare maggiore di legno dorato e una invetriata dietro alla quale si nota la miracolosa immagine della Madonna. Degno di nota l’ex-voto piĂš grande d’Italia: un dipinto del ‘600 che raffigura una battaglia. Tre mete, fuori dalle rotte vacanziere, in cui è possibile ritrovare dimensioni e ritmi umani. (v.b.)

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stato inaugurato a palazzo Cominelli di Cisano di San Felice, l’Alter Bar: punto di ristoro e insieme innovativo progetto sociale che offre l’opportunitĂ ad adolescenti e adulti con disabilitĂ di fare un’esperienza nel mondo del lavoro. L’Alter Bar, punto di riferimento il sabato, dalle 18 alle 21 e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 21, fino al 2 settembre, vede alla sua guida sei giovani con disabilitĂ . Il progetto è frutto della collaborazione tra Ama, associazione Auto Mutuo Aiuto di Brescia, Fondazione Cominelli e Comune di San Felice. “Soli siamo parole, insieme siamo poesiaâ€? è il motto dell’Ama. “La nostra associazione − spiega la presidente Barbara Zerneri − vuole fare comunitĂ , aggregare e integrareâ€?. L’iniziativa è stata pensata proprio per il periodo estivo che per i ragazzi con disabilità è spesso vuoto da impegni e con meno occasioni di socialitĂ . “La possibilitĂ di gestire a San Felice con l’aiuto di educatori e volontari un piccolo punto ristoro permetterĂ loro di avere uno spazio formativo e occupazionale e di sperimentare mansioni adeguate alle abilitĂ di ognunoâ€?. Un’esperienza che permetterĂ ai ragazzi di sentirsi protagonisti attivi di un processo all’interno della comunitĂ , di acquisire competenze e strumenti spendibili anche nella quotidianitĂ e di assumere un

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raneoâ€?. La Collezione si arricchirĂ di anno in anno grazie alla libera donazione di opere di autori selezionati, sia tra i partecipanti al Premio Fondazione Cominelli sia tra autori ritenuti meritevoli, per diventare un punto di riferimento nel campo della conoscenza e fruizione del gioiello contemporaneo. Di grande significato anche la raccolta museale di attrezzi “Raffaele Cominelliâ€?, dedicata alla tradizione agricola della Valtenesi. I pezzi, in un percorso tematico, rappresentano un doveroso omaggio al letterato ed alla sua volontĂ di ricreare all’interno degli spazi della Fondazione l’atmosfera di una “tipica casa di campagnaâ€?. Fino al 29 luglio, è allestita la mostra “Ionesco segretoâ€?, con esposizione di opere degli anni ‘80 e il libro d’artista ‘Titres et sous titres’, contenente stampe originali, accompagnate da un testo manoscritto e inedito. L’esposizione mette il luce l’opera pittorica di Eugène Ionesco, scrittore, drammaturgo, pittore, straordinario interprete dei drammi e della grandezze dell’uomo nel Novecento. E nella tarda mattinata di domenica, fino all’ultima di agosto, quando soffia una leggera brezza dal lago e il caldo non soffoca ancora il meraviglioso giardino della Fondazione, vengon serviti gli “Aperitivi con le Museâ€?, concerti di musica classica, folk e pop, incontri sulla storia locale, spettacoli di danza moderna e tutto ciò che le Muse possano proteggere.

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portando ad un rapido scioglimento della neve. I teli verranno rimossi, come sempre, prima dell’inizio della nuova stagione invernale. Il ghiacciaio dell’Adamello e la vedretta del Presena in particolare non sono solo meta di sciatori ed escursionisti ma anche di scienziati e ricercatori che in altre parti del mondo stanno cercando di trovare una soluzione al problema del riscaldamento globale. I risultati ci sono e sono stati entusiasmanti fin dall’inizio: ben due metri di spessore

di neve sono stati salvati nel primo anno e lo stesso anche nell’anno successivo (80mila sono i metri cubi di neve salvati ogni anno) con una superficie che ad ogni stagione viene estesa grazie ai finanziamenti stanziati dalla Provincia autonoma di Trento. Si tratta di un risultato importantissimo sul piano ambientale, ma anche su quello economico-turistico, permettendo di aprire la stagione sciistica dal 1 novembre. Il ritiro dei ghiacciai è iniziato circa 50 anni fa ed il

ghiacciaio del Presena ha visto scomparire la maggior parte della propria superficie tanto che è stato definito un ghiacciaio in via di estinzione, un po’ come è accaduto a Sella Nevea nel tarvisiano a fine anni settanta o al ghiacciaio del Sommellier a Bardonecchia in alta Valle di Susa. Per evitare la fine di questo patrimonio, il comprensorio Adamello Ski con l’universitĂ e la Provincia di Trento ha studiato questa soluzione che sta giĂ dando frutti. (f.g.)

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n filo sottile che unisce, correndo veloce sulle due ruote, la Valle Camonica alla Sicilia, nel nome della cultura dellealegalitĂ e dell’antimafia, percorso da protagonisti d’eccezione: una squadra di atleti diversamente abili che utilizzeranno le handbike. Si tratta della lunga corsa ciclistica che partirĂ venerdĂŹ 6 luglio da Breno e arriverĂ il 19 a Palermo, nel ventennale della strage di via d’Amelio in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Le tappe saranno 14, per un totale di circa 1.850 chilometri: tanto durerĂ la staffetta che si accingono a compiere i sei atleti della Polisportiva disabili Valcamonica con la “benedizioneâ€? di don Luigi Ciotti di Libera. L’ideatore dell’iniziativa è Mirco Bressanelli, ingegnere 41enne due volte campione italiano di handbike, la bicicletta a tre ruote in cui si pedala con le braccia. Insieme a lui Mauro Bernardi (35enne paraplegico e primo maestro italiano di

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zioni, cittadini, amici, e riprendere fiato. “Saremo 23 persone in tutto e ci sposteremo con sette-otto mezzi – racconta Raffetti – . Per la staffetta abbiamo deciso di sacrificare le ferie ed eravamo pronti anche ad autotassarci, ma sono arrivati alcuni sponsor che copriranno gran parte delle spese. Grazie al sostegno del popolo di Libera siamo riusciti a pianificare i pernottamenti lungo le 14 tappeâ€?. La lunga carovana, una volta arrivata a Palermo, onorerĂ anche altri martiri della guerra di mafia, da Giovani Falcone a Francesca Morvillo, oltre a Peppino Impastato e i poliziotti Emanuele Piazza e Antonino Agostino, ucciso insieme alla moglie Ida Castelluccio. PerchĂŠ, anche grazie a questa lunga corsa, la memoria e la testimonianza civica possano essere preservate.

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1RWH GL RJQL JHQHUH SHU JOL DXJXUL DOOD EDQGD Musica, concerti e divertimento: tre parole che caratterizzano tre serate di festa. Si svolgerĂ all’ex convento di Darfo, in via Quarteroni, venerdĂŹ 6, sabato 7 e domenica 8 luglio 2012 la 20Ć… festa della Banda musicale cittadina di Darfo. Dopo l’apertura dello stand gastronomico alle 19, che allestito per l’occasione sarĂ aperto tutte e tre le sere, il venerdĂŹ sarĂ animato dal duo bresciano “Colorado Ranchâ€?, che proporranno un repertorio di musica country ricco di interessanti brani delle piĂš grandi artiste del genere. Momenti frizzanti e per stare in compagnia, che continuano sabato sera in cui si potrĂ ballare sulla musica di dj Giuseppe e sarĂ presente un ospite d’eccezione la “Magicaboola Brass Bandâ€?: grande musica e spettacolo direttamente dalla Toscana. Gruppo di 13 musicisti che suonano trombe, sassofoni e percussioni, la “Magicaboola Brass Bandâ€? ha capacitĂ e talento per poter unire, nel proprio lavoro, l’effervescenza delle marchin’ band di New Orleans alla tradizione delle bande folkloristiche italiane, armonizzando questi diversi stili e dando vita ad uno spettacolo coreografico, unico e travolgente. Una serata che regalerĂ al pubblico momenti allegri e gioiosi. Infine, per coronare questa 20Ć… edizione, domenica 8, si svolgerĂ il tradizionale raduno bandistico, a cui parteciperanno oltre alla Banda musicale cittadina di Darfo Boario Terme anche il Corpo musicale parrocchiale di Casazza, il Corpo bandistico Avis

di Esine e la Banda musicale di Castelfranco di Rogno. Dopo la sfilata per le via della cittĂ , che avrĂ inizio alle 18.30 si riapre la festa serale, che sarĂ colorata, a partire dalle 19.30 dai concerti e dalle emozioni che sapranno trasmetterci le Bande musicali ospiti e tutti i loro componenti che con grande impegno portano avanti la loro passione, la loro musica. (n.p.)

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scuole, ma anche presenziando a manifestazioni-iniziative di carattere sociale. “Non siamo nĂŠ vigili, nĂŠ ausiliari – ha speciďŹ cato Uberti – , ma volontari che si preoccupano di aiutare, sostenere e tutelare soprattutto in campo viabilistico: un gruppo nei gruppi, in quanto quasi tutti giĂ collaboriamo anche in altre realtĂ del paese nell’auspicio di renderci utili e non per la divisaâ€?. Nonostante l’ormai rodato impegno, l’ufďŹ cializzazione del gruppo è ricorsa nella solennitĂ patronale dei

Santi Gervasio e Protasio (la sera del 19 giugno) con la benedizione del prezioso labaro verde con stemma giallo-rosso, ornato con ďŹ lo dorato da due ricamatrici volontarie e offerto dall’Associazione culturale Cristoforo Torri, reduce di un’altra impegnativa donazione: il restauro del gonfalone comunale del 1961, ora afďŹ sso in Municipio in attesa d’essere svelato. Mentre i volontari continuano l’attivitĂ nei pressi dell’oratorio in piena stagione grest, mercoledĂŹ all’Area feste si è

svolto l’annuale conviviale, dove sono stati evidenziati i successi di bilancio: dalla tutela dei ragazzi con l’apertura anticipata dei cancelli delle scuole (evitando resse e pericoli), al miglioramento della viabilitĂ su via Fermi, nell’auspicio di concretizzare anche lo slittamento di alcuni metri dell’attraversamento pedonale delle elementari su via don Antomelli, per garantire piĂš sicurezza e scorrevolezza al trafďŹ co, in vista della ripresa di settembreâ€?. (a.s.)

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a parrocchiale di Santa Maria Assunta è il simbolo religioso della comunitĂ di Erbusco. Progettata da Giovan Antonio Girelli nel 1689, la parrocchiale prese il posto dell’antica pieve adiacente, consacrata a Santa Maria Maggiore. La struttura, di epoca medievale, era infatti ormai troppo piccola per contenere la crescita della popolazione. Costruita tra il XVII ed il XVII secolo, la parrocchiale presenta un interno suddiviso in tre navate. Di rilievo, e meta di visita, sono i cinque altari marmorei, il tabernacolo ligneo di Andrea Fantoni, la pala ed il paliotto dell’altare maggiore. Da pochi giorni, la parrocchiale è piĂš sicura e piĂš bella. I lavori di restauro, iniziati sul finire del 2011, sono stati di fatto completati con la fine del mese di giugno. Tutto risolto? Purtroppo no. Le ingenti spese sostenute, per un totale di circa 220mila euro, stanno preoccupando don Luigi Goffi, dal settembre 2009 parroco del borgo franciacortino. “Al momento − dice don Luigi − mancano all’appello ancora piĂš di 100mila euro. Negli ultimi mesi abbiamo chiesto uno sforzo ulteriore di solidarietĂ a tutta la comunitĂ dei fedeli di Erbusco, che ha risposto con grande generositĂ . Siamo però, di fatto, ancora a metĂ del guado. Per questo chiediamo ancora uno slan-

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di essere definitivamente compromesso. Nel corso degli ultimi mesi la bonifica, principalmente all’esterno, è stata portata a termine. I ponteggi che hanno circondato su tre lati la chiesa sono stati il simbolo della laboriositĂ erbuschese: messo in sicurezza il tetto, si è poi proceduto a levare l’attuale intonaco, ceduto in piĂš punti. Infine, il terzo intervento ha riguardato il campanile, dov’era comparsa una fessura da chiudere al piĂš presto. “So che non sono tempi semplici – dice ancora il sacerdote –, ma posso trovare sostegno solo nei parrocchiani. A loro va quindi il mio accorato appello perchĂŠ diano una mano a loro stessi e alla loro comunitĂ . Finiti di fatto i lavori, rimane ancora un afflato solidale da mettere in campoâ€?. La mancanza di fondi sta rallentando anche l’altro intervento in cantiere, il posizionamento di una grande statua del pontefice Giovanni Paolo II nel piazzale della chiesa. L’opera, realizzata dall’artista erbuschese Luciano Bertoli, è stata esposta al pubblico durante le recenti celebrazioni per il santo patrono del borgo franciacortino, San Gottardo. “Al momento – conclude don Luigi Goffi – stiamo riflettendo sulla collocazione migliore. Per ora la statua è stata posta sotto il porticato dell’oratorio San Domenico Savio, a poche decine di passi dalla parrocchialeâ€?.

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Incominciata sabato scorso, proseguirĂ fino a domenica 8 luglio la 34Ć… edizione della Festa del quartiere, organizzata anche quest’anno nella valle di Sarezzo dal Centro territoriale valle di Sarezzo in collaborazione con il Comune. La location è l’area verde attrezzata in localitĂ Campei. Tra gli appuntamenti in programma per il prossimo fine settimana si segnalano venerdĂŹ alle 20.30 il classico gioco di

Non occorre essere enormi poli scolastici per stare al passo coi tempi: bastano buona volontà e qualche risorsa destinata con lungimiranza. CosÏ, anche la piccola scuola di Caino potrà avere dal prossimo anno scolastico una Lim, la lavagna interattiva multimediale sulla quale è possibile scrivere, disegnare, allegare immagini, visualizzate testi e riprodurre video. Lo scorso 29 giugno è stata installata a Caino una Lim, acquistata grazie al finanziamento

abilitĂ del palo della cuccagna, seguito alle 21.30 dal karaoke e alle 23 dalla “spaghettata dei tiratardiâ€?. Sabato, invece, spazio allo sport con tornei di bocce, calcio e pallavolo per i bambini lungo tutto il pomeriggio, mentre in serata evento danzante con l’orchestra “Del Pannoâ€?. Si conclude domenica 8 luglio con la Santa Messa all’aperto alle 10 e il pranzo a base di spiedo. Infine, giochi senza frontiere e “anguriataâ€? per tutti.

di un fondo regionale. Si tratta di un importante strumento didattico per i 99 bambini di Caino, con le insegnanti Annamaria Adamo e Piera Bezzi (coordinatrice dell’istituto) che hanno seguito un corso di formazione. Una scuola piccola, ma molto attiva sul fronte delle iniziative, grazie alla proficua collaborazione tra insegnanti, genitori e associazioni presenti sul territorio (Avis, Cacciatori, Protezione civile, Gruppo polisportiva). (a.a.)

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l Comune di Collio ha approvato a fine giugno il bilancio preventivo 2012: può cosĂŹ andare all’appalto un intervento importante al Maniva per il quale i soldi sono messi a disposizione dal pubblico (Gal GĂślem) e privato, cioè la famiglia Lucchini proprietaria della Maniva Ski. Continua cosĂŹ, con tenacia anche sorprendente visti i tempi, la valorizzazione a 360° della bellissima zona, sempre piĂš determinante per il turismo: i suoi impianti sciistici hanno salvato almeno in parte una stagione invernale dimezzata, che ha visto neve scarsa e gli impianti di Pezzeda chiusi. C’è un grande progetto comprensoriale Valtrompia-Valsabbia, appoggiato dalle ComunitĂ montane, approvato in Regione, ma per ora solo sulla carta con finanziamenti tutti da reperire. Ci sono le premesse perchĂŠ sia realizzato entro l’estate invece il progetto da 240mila euro del Comune di Collio proposto al finanziamento del Gal GĂślem Valtrompia Sebino, la societĂ consortile mista pubblico-privata nata nel 2009, che opera nel Piano di sviluppo locale (Pisl) con fondi regionali su misure di intervento europee. Il Gal l’ha approvato ed ha concesso un contributo di 216mila euro, che lo ha fatto decollare. Realizza un percorso naturalistico attorno a Cima Maniva (dove arriva la seggiovia Barard) su progetto redatto dall’architetto Ezio Fabbri, approvato senza lungaggini perchĂŠ la Lucchini Costruzioni Srl ha messo a disposizione i terreni di sua proprietĂ e si fa carico della differen-

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curezza, migliorie sull’esistente. Proprio la vecchia strada militare che dal Passo portava al Casermone di Pian delle Baste, è interessata da due itinerari ben segnalati e sicuri perchĂŠ non interferiscono con la provinciale verso Crocedomini. Il primo parte dal grande parcheggio al Passo e si dirige sul pendio a sinistra dello Chalet Maniva verso due piccole costruzioni in pietra, ex arrivo dei vecchi ski-lift, da dove in quattro passi si raggiunge la vecchia strada militare. I due manufatti verranno utilizzati da un apicultore. Si prosegue poi verso la Locanda Bonardi: in tutto 1045 metri di tragitto con 10 stazioni per l’esercizio fisico e un’area giochi per bambini. Giunti al Bonardi si potrĂ proseguire sul secondo percorso: sul vecchio sentie-

ro sotto l’attuale provinciale si salirà verso la cabina elettrica per imboccare la sterrata verso Cima Maniva e scendere verso il Passo o tornare al Bonardi. In questo caso 2.059 metri con 15 stazioni per l’esercizio fisico e ancora un’area dedicata ai bambini.

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, IXWXUL VHUYL]L D IDYRUH GHJOL VWXGHQWL Nonostante la scuola sia da poco terminata, per il Comune di Sarezzo è giĂ ora di pensare al prossimo anno scolastico. Infatti, l’assessorato alla Pubblica istruzione ha previsto una serie di servizi per sostenere gli studenti saretini e venire incontro alle esigenze delle famiglie. Un programma che spazia dal trasporto scolastico al servizio mensa, dall’entrata anticipata e doposcuola, alle agevolazioni sulle rette della materna sino al contribu-

to per l’acquisto di libri di testo delle medie. “Sul fronte dei trasporti – dice l’assessore Valentina Pedrali (nella foto) – il servizio viene assicurato ad asilo, elementari e medie, oltre a quello solo in andata per gli studenti dell’istituto superiore ‘Primo Levi’. Inoltre, proponiamo l’entrata anticipata alle elementari di Sarezzo e Zanano (dal lunedĂŹ al venerdĂŹ, 7.30/8.30) con un costo mensile di 15 euro e quello di doposcuola (lunedĂŹ, mercoledĂŹ, ve-

nerdĂŹ 16.05/17.45 e martedĂŹ, giovedĂŹ 14.05/17.45) con un costo mensile di 90 euroâ€?. A questi si aggiunge il contributo per l’acquisto di libri di testo di chi frequenta la scuola media “G. La Piraâ€? con facoltĂ da parte dell’amministrazione di erogare, sulla base della disponibilitĂ economica di bilancio e di una graduatoria Isee, 150 euro per gli iscritti alla classe prima e 80 euro per le classi seconde e terze. “Vorrei sottolineare – precisa Va-

lentina Pedrali – che in un momento come questo nel quale tutti tagliano e si trovano costretti ad aumentare le tariffe dei servizi, il nostro Comune, credendo nell’importanza dell’istruzione e dei servizi ad essa correlati, ha deciso di mantenerle inalterate offrendo comunque qualitĂ â€?. I moduli sono da consegnare all’UfďŹ cio servizi scolastici entro martedĂŹ 31 luglio (dal martedĂŹ al sabato ore 10/12) o all’Urp al 2° piano del municipio di Sarezzo.

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autorizzazione sempliďŹ cata), per le imprese che svolgano attivitĂ di lavorazioni meccaniche dei metalli con consumo complessivo di olio (come tale o come frazione oleosa delle emulsioni) uguale o superiore a 500 kg/anno; attivitĂ di pulizia meccanica/asportazione di materiale effettuate su metalli e/o leghe metalliche. Le imprese interessate dovranno presentare le domande di adesione al nuovo allegato

tecnico entro il 31 luglio 2012, mentre dovranno adeguarsi alle prescrizioni dell’allegato entro il 1° settembre 2013. In caso contrario, lo stabilimento si considera privo dell’autorizzazione alle emissioni e soggetto alle relative sanzioni. Per informazioni e assistenza contattare l’ufďŹ cio Ambiente & Sicurezza dell’Associazione Artigiani: 030/2209804 030/2209896, e-mail: ambiente@ assoartigiani.it

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l rischio che una Banca fiorentina del ‘500 metteva in campo per finanziare una spedizione nelle Americhe, era certamente maggiore rispetto a quello, oggi richiesto per mantenere una linea di credito ad una azienda artigiana, che da quando è nata, ha sempre onorato i propri impegni e che ora, a causa di una congiuntura tanto negativa quanto eccezionale, si trova in difficoltĂ . Ăˆ chiaro il ragionamento che Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione artigiani di Brescia riserva al sistema del credito e alle difficoltĂ sempre maggiorni che crea alle imprese artigiane. Mattinzoli non mette in dubbio che gli Istituti di credito (come ogni altra intrapresa commerciale) abbiano la necessitĂ di produrre utili; sa che aprire troppo la borsa dei quattrini per le banche corrisponde ad aumentare il rischio, “ma non farlo in questo momento – afferma ancora il Presidente di Associazione artigiani – significherebbe far chiudere migliaia di imprese, e di conseguenza, per il mondo bancario, iscrivere a bilancio perdite

ben superioriâ€?. Dal punto di vista puramente economico per le Banche, valutare quale sia il rischio minore. “Ma se per un momento – afferma ancora Mattinzoli – i grandi istituti di credito avessero il coraggio di rimettere in discussione, non solo le logiche di mercato, ma la possibilitĂ di recuperare un

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lui condivide successi ed insuccessi e dove i valori e il senso di comunitĂ sono ancora ben radicati. “E poi diciamolo una volta per tutte – continua ancora –, che le sofferenze delle banche non sono certo da imputare alla piccola impresa, che per realizzare il sogno di veder crescere un progetto, da in garanzia tutto quello che ha e sempre piĂš spesso anche quello che non ha, coinvolgendo nel rischio di impresa parenti ed amiciâ€?. Senza dimenticare che gli utili, le piccole imprese non li nascondono nei paradisi fiscali, ma al contrario, li hanno sempre reinvestiti in investimenti produttivi e non nella finanza creativa, quella che a Brescia ha bruciato ingenti risorse. Non può essere quindi il prodotto di un calcolo matematico il metro con il quale si definisce la bancabilitĂ di un’ impresa! “Ecco perchĂŠ – è la conclusione del Presidente – è necessario che le banche tornino ad avere fiducia nelle imprese artigiane perchĂŠ questo significa credere nel futuro e anche un po’ sognare, due ingredienti che hanno fatto grande il nostro Paeseâ€?.

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lavoro operanti nel Bresciano. Nel corso degli incontri è stata dedicata particolare attenzione all’illustrazione della “dote lavoroâ€?. Si tratta di un intervento economico che la Regione Lombardia ha messo a disposizione per i servizi di ricollocazione delle persone in mobilitĂ . Nel corso degli incontri sono state fornire anche precise indicazioni su alcune modalitĂ di ricerca del lavoro; è stato anche spiegato ai partecipanti come

avvalersi della possibilitĂ di inserire il proprio curriculum nelle banche dati delle agenzie per il lavoro. Il primo dei due appuntamenti si è tenuto il 29 giugno presso l’Auditorium della stessa sede Cisl di Brescia in via Altipiano d’Asiago 3. Un secondo appuntamento, che si svolgerĂ con modalitĂ analoghe, è giĂ stato programmato per venerdĂŹ 6 luglio alle ore 9.30 nella Sala civica di Rovato in piazza Garibaldi 1.

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n’universitĂ per geometri? SĂŹ, perchĂŠ no! La proposta lanciata dal Collegio geometri di Brescia per l’istituzione di un corso di laurea fatto di programmi e di piani di studi pensati per questa figura professionale sta incontrando consensi sempre maggiori. A darne notizia è lo stesso presidente del Collegio Giovanni Platto che racconta dell’accoglienza interessata che la proposta ha avuto dai collegi di tutto il Paese. Una condivisione che ha finito col fare dell’idea di un’universitĂ per geometri l’obiettivo primario della categoria. “I tempi – sottolinea ancora Platto – sembrano essere quelli giusti. Precise normative europee chiedono infatti la laurea a chi sceglie di esercitare la libera professione. Il dibattito che si è aperto sul futuro degli ordini professionali potrĂ dare importanti risposte anche sul futuro della nostra categoriaâ€?. Giovanni Platto, a nome dei geometri del collegio, non ha timori nell’affer-

mare che tutti i geometri bresciani sarebbero pronti alla novitĂ di una laurea, purchĂŠ sia progettata sulle specifiche esigenze della professione. Per i geometri, che come sottolinea il presidente Platto sono spesso guardati come intrusi quando si affacciano al mondo universitario,

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geometri consentirebbe di fare chiarezza su questa figura professionale oggi, in qualche modo, in costante competizione con altre. Non è che l’assenza di un percorso accademico abbia negli anni limitato la formazione costante e sempre piĂš approfondita dei geometri. “Alle costanti esigenze di formazione della nostra categoria – afferma il presidente Platto – abbiamo sempre risposto con le nostre forze. Nel solo 2011 il Collegio dei geometri di Brescia ha organizzato 57 corsi che hano visto oltre 5000 partecipanti e che si sono conclusi con il rilascio di oltre 37mila crediti formativiâ€?. Oltre che sul fronte della formazione permanente il collegio di Brescia è fortemtente impegnato nell’approfondimento della liberalizzazione delle professioni introdotte dal governo Monti. “Un processo – afferma al proposito Giovanni Platto – che per tanti aspetti il nostro Collegio ha anticipato, soprattutto in termini di assicurazione obbligatoria e di formazione professionale continuaâ€?.


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†‡Â?–‹–Â? ‡ ‘”‰ƒÂ?‹‰”ƒÂ?Â?ƒ ƒ …Š‹ƒ˜‡ †‹ ˜‘Ž–ƒ ° Žǯ‹Â?–‡‰”ƒœ‹‘Â?‡ †‡‹ •ƒ’‡”‹ L’Ordine degli architetti e la categoria mettono la propria professionalitĂ al servizio del Paese, offrendo la capillare rete degli Ordini sul territorio per farne dei presidi di legalitĂ contro piaghe quali l’abusivismo edilizio e l’evasione ďŹ scale. Attualmente l’Ordine è in prima linea, a seguito delle allarmanti vicende sismiche, per la formazione di presidi per la Protezione civile a tutela e protezione della popolazione terremotata. Il

ruolo dell’architetto consiste nel partecipare in maniera attiva e determinante al progetto di costruzione della cittĂ contemporanea. Egli è responsabile delle proprie abilitĂ tecniche, del suo operato e delle scelte progettuali messe in campo. Le competenze professionali dell’architetto sono molteplici: dalla progettazione alla direzione lavori, misura e contabilitĂ ; dal collaudo di costruzioni civili, artistiche e decorative, rurali,

industriali e di parchi e giardini alla pianiďŹ cazione e alla tecnica urbanistica, ďŹ no al restauro e alla conservazione. L’integrazione fra i saperi è la chiave di volta per affrontare i periodi di crisi: le nuove prospettive implicano temi quali risparmio energetico, energie rinnovabili, mobilitĂ sostenibile, bioedilizia e bioarchitettura, prevenzione di problematiche inerenti alla salute umana e alla salvaguardia dell’ambiente. Ecco il consiglio direttivo dell’Ordine

degli architetti Appc (Architetti, pianiďŹ catori, paesaggisti e conservatori)della Provincia di Brescia: Paolo Ventura (presidente, nella foto); Gianfranco Camadini, Paola Faroni e Roberto Saleri; Laura Dalè (segretario); Luigi Scanzi (tesoriere); Mauro Armellini, Umberto Baratto, Stefania Buila, Franco Maffeis, Maria Paola Montini, Roberto Nalli, Enzo Renon, Patrizia Scamoni, Lucio Serino.

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er l’Ordine degli architetti della Provincia di Brescia è prioritario avviare un percorso di analisi, riflessione e confronto su una realtĂ territoriale e un tessuto economico, sociale, urbano in continua trasformazione. Ciò perchĂŠ l’architetto di fatto partecipa in maniera attiva al complesso progetto di costruzione della societĂ contemporanea ed è responsabile non solo delle proprie competenze tecniche, ma soprattutto del suo operato e delle specifiche scelte progettuali messe in campo. L’Ordine degli architetti Appc della Provincia di Brescia, portavoce dei valori e attore negli strumenti correlati al fondamentale del ruolo dell’architettura, guarda con attenzione alle politiche di reinvenzione del prodotto edilizio, integrando componenti tecnologiche, tecniche di risparmio dei consumi energetici in un quadro di miglioramento integrale dell’ambiente costruito e di innovazione ar-

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chitettonica. Non si può pensare all’architetto come ad una figura settoriale. Le sue competenze professionali sono molteplici: si occupa della progettazione, direzione, misura e contabilitĂ , collaudo dei lavori, di costruzioni rurali, industriali civili, artistiche e decorative, e di parchi e giardini. Il grande Walter Gropius, giĂ nel 1937 scriveva che “l’architetto non costruisce parti della cittĂ unicamente per sĂŠâ€? e che “la buona architettura dovrebbe essere proiezione della vita stessa, e ciò implica una conoscenza intima dei problemi biologici, sociali, tecnici e artisticiâ€?.

L’Ordine degli architetti di Brescia svolge la propria attivitĂ attraverso tre dipartimenti: Istituzionale, Professione e Formazione cultura. Costituitosi nel 1955, conta attualmente 2.340 iscritti ed è presieduto da Paolo Ventura, che ricopre anche la carica di presidente della Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti della Lombardia. Il Consiglio pone in primo piano la necessitĂ di una formazione continua e di qualitĂ (come espressamente indicato dalle recenti normative), perciò vengono avviati regolarmente nuovi corsi di aggiornamento, fra cui i Corsi sulle procedure amministrative di tutela del paesaggio, sulla sicurezza nei cantieri, sull’acustica ambientale e sulla certificazione energetica. Con grande entusiasmo, al di lĂ di ogni aspettativa, è stata accolta la proposta del Corso per progettisti e restauratori dell’architettura storico-monumentale, realizzata con il patrocinio della Soprintendenza per i beni architettonici e pa-

esaggistici di Brescia, Cremona e Mantova, muovendo dall’assunto che il restauro di edifici monumentali è materia di esclusiva competenza dei professionisti architetti. Gli architetti bresciani, assieme al Consiglio nazionale, auspicano che possa ripartire al piĂš presto il percorso sulla Riforma delle professioni per strutturare una norma ragionata e capace di rilanciare il mercato professionale.

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ÇŻÂƒÂ?ƒŽ‹•‹ ƒ …”‹•‹ …‘Â?–‹Â?—ƒ ‡ǥ ÂˆÂ‘Â”Â•Â‡ÇĄ ƒ……‡Ž‡”ƒ “Nessuno di noi si aspettava scenari rassicuranti e cosĂŹ è stato. L’analisi che possiamo fare sui dati che quotidianamente i mass media ci propinano, suscita comuni e profonde preoccupazioni a fronte di una micidiale sequenza di riscontri negativi, frutto delle prevedibili, ma non per questo metabolizzabili, conseguenze dello stato di crisi che permane e non mostra ancora di attenuarsiâ€?. Questo il commento del presidente di Assopadana Mariano Mussio alla grave situazione

economico-ďŹ nanziara che il Paese sta attraversando. Commenti che Mussio ha espresso in occasione della presentazione dei risultati 2011 delle imprese associate ad Assopadana. Una lettura piĂš attenta ed estesa del raffronto tra i dati del 1° trimestre 2011- 2012 ha permesso all’associazione presieduta da Mussio di deďŹ nire meglio l’andamento storico di questa stagione di grande difďŹ coltĂ . Dopo un periodo pesantissimo coinciso con la seconda metĂ del 2009 e il

2010, allorchĂŠ anche le imprese di Assopadana hanno dato fondo a ogni risorsa possibile pur di non arrendersi, giĂ a partire dai primi mesi del 2011 ďŹ n verso settembre si è evidenziato qualche rincuorante timido segnale di ripresa con una pur minima crescita nel numero delle imprese, afďŹ ancata a una sensibile riduzione dell’utilizzo della Cassa integrazione, un certo aumento degli avviamenti al lavoro e perďŹ no qualche timida risposta positiva dal sistema credito.

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utunno 2011: è a questa data che Assopadana, come tante altre associazioni di categoria, fissa l’avvio del periodo “orribileâ€? che ha colpito l’economia, che piano piano stava riprendendosi, come una seconda micidiale lama che ha reciso il tentativo di ricrescita. Ad affermarlo è Mariano Mussio, presidente di Assopada che aggiunge : “La crisi dei mercati finanziari e le sue devastanti ripercussioni, pur sostanzialmente estranea al mondo delle imprese, non le ha certo preservateâ€?. La crisi, che ancora non accenna a risolversi, continua a pesare soprattutto sulle imprese artigiane piĂš piccole che pagano piĂš pesantemente le difficoltĂ di accesso al credito, ancora una volta anello debole del sistema impresa; e sono ancora loro a soffrire per i crediti non riscossi dalle pubbliche amministrazioni. Sul fronte occupazione, confermano anche da Assopadana, pesa la difficoltĂ ad avviare contratti di apprendistato e c’è attesa per gli effetti della nuova di-

sciplina migliorativa entrata in vigore da poco. Nel lungo elenco dei dolori delle imprese figura anche l’insostenibile carico di nuovi costi con l’aumento dell’Iva dello scorso inverno e il possibile ulteriore e pesante ritocco che si annuncia. “La nuova imposta sugli immobili, l’Imu – afferma Ma-

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giane, in misura ben piĂš sostanziosa di quella dell’industria, a conferma di un atteggiamento di massima prudenza del consumatore. “I dati raccolti in questo periodo – continua ancora il presidente di Assopadana – segnalano un moderatissimo sollievo a proposito degli ordinativi verso l’estero a dimostrazione che l’artigianato è preparato e disponibile ad aprirsi nuovi mercati. L’attualitĂ politica, poi, ci conferma come le legittime aspettative delle imprese artigiane continuino ad essere disatteseâ€?. Per Mussio la politica di sviluppo è sterile, inesistente, soffocata dalla necessitĂ di fronteggiare crisi finanziarie europee e mondiali. “Non ci si pone concretamente il problema di quella “crescitaâ€? che appare sempre piĂš un’irritante – è la sua conclusione – enunciato a cui non seguono fatti concreti e che deve obbligatoriamente passare per le imprese artigiane che, e non solo da oggi, hanno sempre rappresentato la vera risorsa, solida e tenace a fronte di un momento drammatico che non ha riscontri nella storia recenteâ€?.



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In quel tempo, GesĂš venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il ďŹ glio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?â€?. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma GesĂš disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaâ€?. E lĂŹ non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarĂŹ. E si meravigliava della loro incredulitĂ . GesĂš percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

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NovitĂ , scandalo

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candalo. Non riuscire a capire porta allo scandalo. E questo consiste nel non riuscire a trovare la misura, a trovare la casella nella quale inserire l’altro, quello che sta davanti, quello che parla e interroga. I gesti e le parole di GesĂš sono diversi da quelli che dovrebbero essere: loro, quelli di Nazareth, sanno bene chi è. Non sono come quelli di Cafarnao e di Cesarea: conoscono sua madre e suo padre e tutta la sua famiglia, sanno da dove viene, cosa ha fatto fino a poco tempo prima. Lo scandalo viene da qui: dal non trovare una misura che accomuni il loro GesĂš con quel GesĂš che hanno davanti. Questa diversitĂ , questo scarto enorme tra quello che dovrebbe – per loro – essere e quello che invece si presenta ai loro occhi fa saltare tutte le categorie. Il mondo di Nazareth è un microcosmo perfetto dove non esistono i profeti e i miracoli, è un microcosmo impastato di presente e di certezze che riguardano

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/D IRUPD]LRQH GHO FXRUH Un invito a “superare una visione puramente orizzontale e materialista della vitaâ€? è venuto da Benedetto XVI, in occasione della recita dell’Angelus dell’1 luglio scorso in piazza San Pietro. Commentando il racconto nel Vangelo di Marco di due guarigioni miracolose che GesĂš compie in favore di due donne, il Papa ha sottolineato che “sono due episodi in cui sono presenti due livelli di lettura; quello puramente fisico: GesĂš si china sulla sofferenza umana e guarisce il corpo; e quello spirituale: GesĂš è venuto a guarire il cuore dell’uomo, a donare la salvezza e chiede la fede in Luiâ€?. Due racconti di guarigione, ha chiarito Benedetto XVI, che rappresentano un invito a superare una visione puramente orizzontale e materialista della vita. “A Dio – ha con-

tinuato il Papa - noi chiediamo tante guarigioni da problemi, da necessitĂ concrete, ed è giusto, ma quello che dobbiamo chiedere con insistenza è una fede sempre piĂš salda, perchĂŠ il Signore rinnovi la nostra vita, e una ferma fiducia nel suo amore, nella sua provvidenza che non ci abbandonaâ€?. “GesĂš che si fa attento alla sofferenza umana – sono ancora le riflessioni di Benedetto XVI nell’Angelus – ci fa pensare anche a tutti coloro che aiutano gli ammalati a portare la loro croce, in particolare i medici, gli operatori sanitari e quanti assicurano l’assistenza religiosa nelle case di cura. Sono riserve di amore, che recano serenitĂ e speranza ai sofferentiâ€?. Nell’enciclica Deus caritas est – ha ricordato ancora il Papa – osservavo che, in questo

prezioso servizio, occorre innanzitutto la competenza professionale anche se questa da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri umani, che hanno bisogno di umanitĂ e dell‘attenzione del cuoreâ€?. Perciò, oltre alla preparazione professionale, “a tali operatori è necessaria anche, e soprattutto, la ‘formazione del cuore’: occorre condurli a quell‘incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l‘amore e apra il loro animo all‘altroâ€?. “Chiediamo alla Vergine Maria – ha concluso Benedetto XVI – di accompagnare il nostro cammino di fede e il nostro impegno di amore concreto specialmente verso chi è nel bisogno, mentre invochiamo la sua materna intercessione per i nostri fratelli che vivono una sofferenza nel corpo o nello spirito.

il sapere giĂ tutto, l’avere le misure della vita e delle cose. Ăˆ un microcosmo che non vuole scossoni e novitĂ , nemmeno se a portarle è un concittadino che hanno sentito dire essere diventato famoso. Lo scandalo è questo muro costruito per sicurezza, per non dover ascoltare il nuovo, per non dover vedere il prodigio. Ma è – lo scandalo – un meccanismo (e una tentazione) che si applica a ogni luogo e a ogni situazione quando la parola d’ordine è sicurezza o certezza. Lo scandalo è antirivoluzionario e soprattutto cieco: non vede il bisogno di dialogo della novitĂ e non si accorge che la sicurezza è solo l’immagine di un passato che non porta da nessuna parte. Non permette la fantasia, e con questo anche la fantasia di Dio e la Sua capacitĂ di cambiare le cose, di donare un futuro diverso, di chiedere che a questo futuro si partecipi. Ăˆ una tentazione che può essere scambiata per virtĂš e che fa sentire dalla parte giusta anche solo per il fatto che non ci si addentra

nel pericolo dell’errore e del giudizio sbagliato. Mi accorgo che, mentre sto descrivendo lo scandalo, sto anche disegnando l’immagine di chi non rischia, di chi non corre, non insegue, forse, nemmeno ama (perchĂŠ anche l’amore è rischio, anzi il rischio meno dominabile). E vedo che il Vangelo è pieno di questi ‘scandalizzati’ che mancano del coraggio di muoversi e si scontrano con l’andare di GesĂš, col muoversi dei discepoli, con l’alzarsi del cieco sul ciglio della strada, con l’arrampicarsi di Zaccheo sul sicomoro, con la folla che si accalca attorno a Lui ogni momento. E capisco che la tentazione dello scandalo è ancora piĂš subdola e colpisce anche oggi credenti e non credenti: sapere tutto di Lui, credere di conoscerlo, scrivere e riscrivere la Sua storia non è ancora nulla. Ăˆ fermarsi sulla porta della sicurezza e non decidere mai di partire, di andare con Lui. Ăˆ accontentarsi al punto da non sentire piĂš nemmeno il brivido ‘virtuoso’ dello scandalo.


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Â?‹–Â? ’ƒ•–‘”ƒŽ‹ •’”‡••‹‘Â?‡ †‹ ˆ‘”–‡ Â?‹••‹‘Â?ƒ”‹‡–Â? La sďŹ da delle unitĂ pastorali e delle forme di aggregazione tra parrocchie sta nel consentire a tutte le comunitĂ di mettere in atto il Concilio Vaticano II, prendendo come riferimento un territorio piĂš ampio, che va oltre i conďŹ ni amministrativi, e che abbraccia la relazionalitĂ . Nella consapevolezza che è nella missionarietĂ che il laicato trova la propria dignitĂ all’interno della comunitĂ cristianaâ€?. CosĂŹ mons. Domenico Sigalini (nella foto),

vescovo di Palestrina e presidente del Cop, indicando le sďŹ de che attendono le forme di aggregazione tra parrocchie, durante i lavori del seminario “UnitĂ pastorali a confrontoâ€?, organizzato dal Centro di orientamento pastorale e dal Centro studi e documentazione della diocesi di Torino a Villa Lascaris di Pianezza, nel Torinese. Quello delle unitĂ pastorali, dunque, non è un tema solo bresciano, ma un terreno di confronto e

di approfondimento per tante diocesi italiane, come conferma la provenienza dei partecipanti al seminario che hanno riettuto per due giorni sulle nuove forme di comunità fra parrocchie. A confronto le esperienze delle diocesi di Assisi, Bergamo, Brescia, Bolzano-Bressanone, Concordia-Pordenone, ForlÏBertinoro, Milano, Padova, Piacenza-Bobbio, Vicenza e Torino, esposte dai rispettivi vicari episcopali o dai responsabili

della pastorale diocesana. “Le unitĂ pastorali sono un nuovo soggetto pastorale che si riferisce a un’area territoriale con caratteri di omogeneitĂ socio-culturale – ha ricordato mons. Sigalini, tirando le somme del seminario – in cui sono presenti piĂš comunitĂ parrocchiali e ci si si impegna in maniera unitaria e organica in un’azione pastorale condivisa, ai ďŹ ni di un’efďŹ cace azione missionaria ed evangelizzatrice, e di risposta ai problemi del territorioâ€?.

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on Luca Passi, fondatore della Pia Opera di S. Dorotea e dell’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea di Venezia, sarĂ Beato. Il 28 giugno scorso, infatti, Benedetto XVI ha firmato il decreto con cui si riconosce che la guarigione da tumore maligno di suor Bruna Maria Ghidelli, avvenuta nel 1970, presenta caratteristiche scientificamente inspiegabili ed è da attribuire alla intercessione del sacerdote nato a Bergamo 22 gennaio 1789. Con la firma del decreto si conclude cosĂŹ un lungo itinerario avviato negli anni Settanta. Don Luca Passi, missionario apostolico, formatore di giovani, pioniere nell’attribuire un ruolo pastorale attivo alla donna nella comunitĂ cristiana, sarĂ ufficialmente iscritto nel numero dei nuovi beati. Bergamasco con ascendenze veneziane, Luca Passi, dopo aver lasciato gli agi della famiglia paterna, divenne sacerdote nel 1813 e, con il fratello don Marco, di un anno piĂš giovane, si dedicò alla predicazione delle missioni al popolo ed alla diffusione della Pia Opera di Santa Dorotea, quale metodo di educazione cristiana della gioventĂš che sperimentò a Calcinate, nel Bergamasco fin dal 1815 e che poi diffuse ovunque, con l’approvazione dei rispettivi Vescovi, nelle parrocchie presso le quali si portava per le missioni, i quaresimali, gli esercizi spirituali predicati anche al popolo. Figura di rilievo del cattolicesimo del l’800, don Luca Passi intrattenne relazioni significative e collaborò con molti fondatori e fondatrici del tem-

po, creando una rete di legami e una corrente di santitĂ che contribuirono in forma peculiare alla rinascita cristiana, al rinnovamento morale e all’educazione religiosa nel periodo in cui egli visse e operò. Nel 1838, fondò a Venezia, l’Istituto delle suore Maestre di Santa Dorotea a sostegno dell’Opera di S. Dorotea per diffondere la quale aveva creato un movimento di cooperatrici/ori laici, oggi costituiti in associazione dei cooperatori dell’opera stessa. La morte lo colse a Venezia nel 1866. L’Istituto e l’Associazione sono presenti, oggi, in Italia, in Albania, in Africa e Madagascar, in America Latina. La figura del prossimo beato, grazie all’opera delle Suore Maestre di S.Dorotea è

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colarmente apprezzato. Il nome di don Luca Passi, insieme a quello di Alvaro del Portillo, successore di San Josemaria EscrivĂ de Balaguer alla guida dell‘Opus Dei, e don Giuseppe Puglisi, sacerdote palermitano ucciso nel 1993, figurano accanto a quelli di altri 13 servi di Dio, inseriti nei decreti firmati da Benedetto XVI il 28 giugno scorso. I decreti riguardano, oltre al giĂ citato miracolo attribuito all’intercessione di don Luca Passi, quello attribuito all’intercessione di Francesca De Paula De JesĂşs; fra i martiri riconosciuti, oltre a quello di don Puglisi, quelli di mons. Emanuele BorrĂĄs FerrĂŠ, di padre Ermenegildo dell‘Assunzione, di suor Vittoria di GesĂš e di un laico indiano, Devasahayam (Lazaro) Pillai. Ăˆ stata inoltre attestata l‘eroicitĂ delle virtĂš cristiane del card. Riario Sforza, giĂ arcivescovo di Napoli; di mons. Fulton Sheen, giĂ arcivescovo di Newport; di don Ludovico Tijssen; di don Cristoforo di Santa Caterina; della laica Maria del Sacro Cuore, di suor Angelina Teresa; di suor Maria Margherita Bogner; di suor Fernanda Riva. Lo scorso 10 maggio Benedetto XVI, inoltre, aveva autorizzato la promulgazione del decreto riguardante il martirio del servo di Dio Giovanni Huguet y Cardona. Dei futuri beati sei sono spagnoli, tre italiani, due indiani. Vi sono inoltre un brasiliano, un canadese, un irlandese, un olandese, uno statunitense e un ungherese. La solenne liturgia di beatificazione avrĂ luogo a Venezia nella primavera dell’anno 2013 e sarĂ preceduta da un cammino di preparazione.

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, YHVFRYL VDQDUH OH IHULWH Celebrare la Giornata per la salvaguardia del creato signiďŹ ca rendere grazie al Creatoreâ€?, senza “dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terraâ€?. Si apre cosĂŹ il messaggio Cei per la 7ÂŞ Giornata per la salvaguardia del creato, che si celebra il 1° settembre sul tema “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terraâ€?. Il messaggio – diffuso nei giorni scorsi – è ďŹ rmato dalle Commissioni episcopali per i problemi sociali, la

giustizia e il lavoro e per l’ecumenismo e il dialogo. “La nostra celebrazione non può dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra, che possono essere guarite solo da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidaliâ€?, si legge nel messaggio, che invita ad una “riconciliazione con il creato, perchĂŠ il mondo in cui viviamo porta segni strazianti di peccato e di male causati anche dalle nostre mani, chiamate ora a ricostituire mediante gesti

efďŹ caci un’alleanza troppe volte infrantaâ€?. I vescovi italiani ricordano, in particolare, “le tante sofferenze sperimentate, in questo anno, da numerose comunitĂ , segnate da eventi luttuosiâ€?, come “le immense ferite initte dal terremoto nella Pianura padanaâ€?. In questo senso è “signiďŹ cativoâ€? che il 9 ottobre sia stato dichiarato dallo Stato italiano “Giornata in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomoâ€?.


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e sanitario. Quelli della nascita delle Mil erano anni di profonda sensibilitĂ missionaria e in breve tempo la loro “famigliaâ€? crebbe sino a superare il tetto delle 40 consacrate. Presenti da principio in varie localitĂ del Lago Maggiore e del Bresciano, col tempo si aprirono anche alle missioni lontane. Nel 1966 le Mil venivano erette, con decreto vescovile, in Pia Unione. A Brescia si stabilirono, con la sede centrale, il pensionato e gli ufďŹ ci, nella struttura di via Scuole che dallo scorso anno

ospita anche il nuovo Seminario diocesano. Le Mil aprirono altre case a Padova, creando un pensionato per studentesse nelle vicinanze della basilica di S.Antonio, a Pinarella di Cervia (colonia marina) e Malles, in provincia di Bolzano (colonia montana divenuta negli anni sede di una scuola provinciale). Africa e America latina furono i continenti scelti per il servizio apostolico in terra di missione. Le Mil crearono in Togo la casa di Aneho, una struttura pensata

per un servizio alla pastorale e all’educazione. In Brasile, invece, le Mil hanno aperto una casa parrocchiale a Pedra Azul nello Stato del Minas Gerais. Per le consacrate laiche fondate da don Saleri si apre con il tempo il problema della continuitĂ dell’opera missionaria. Di qui la scelta di donare alle chiese locali le strutture. Anche Brescia, seppure in forma diversa, ha conosciuto questa generositĂ . Ăˆ delle Mil, infatti, la casa che dallo scorso anno ospita il Seminario diocesano.

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il dono la dimensione piĂš alta della missionarietĂ . Persone che donano se stesse agli altri, persone che sacrificano la propria vita per l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. Una dimensione che può trovare un senso profondo anche quando le forze fisiche e materali vengono meno ma resta grande la tensione alla missionarietĂ . La riprova arriva da un grande gesto di generositĂ che nelle scorse settimane le Missionarie laiche di San Paolo hanno compiuto a favore della diocesi di Aneho in Togo. Le consacrate della SocietĂ delle missionarie laiche, a Brescia meglio conosciute come Mil, realtĂ fondata nel 1948 da don Giovanni Battista Saleri, allora vicario parrocchiale a San Vigilio di Concesio, per l’animazione missionaria e vocazionale a Brescia e piĂš generale in Italia, e il servizio apostolico in terra di missione (vedi box in alto) hanno donato il 24 giugno scorso alla diocesi del Paese la loro casa costruita ad Afagnan, in Togo. Una struttura, quella consegnata nelle mani di mons. Isaac Jogues Gaglo, vescovo di Aneho, composta da una casa sacerdotale, dalla scuola “Don Saleriâ€?, dalla Casa San Paolo, un edificio su due livelli in cui travono posto 12 camere piĂš una per il Vescovo, cappella, sala da pranzo, uffici (una sorta di

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continuitĂ ad un’opera missionaria che sopravviva alle stesse Mil. Dagli anni della fondazione la realtĂ delle Missionarie laiche è infatti profondamente cambiata. Con gli anni le vocazioni, come per altre realtĂ religiose, sono progressivamente diminuite e con queste il numero delle consacrate laiche. Oggi sono solo sette e, nonostante la grande vitalitĂ , tutte abbastanza avanti negli anni. Albina Cuman, di Marostica, che ha scelto di restare in Togo, Clementina Faroni e Serafina Poinelli di S. Vigilio di Concesio, Licia Scarpa di Venezia, Paola Baitelli di Brescia, Agnese Villa di Monza e Irma Pagliari di Bozzolo, che vivono nella casa di via Razziche, in una parte della struttura che le stesse missionarie hanno messo a disposizione della diocesi come nuova sede del Seminario. Quello della destinazione della loro case, dunque, col tempo è diventato un problema fortemente avvertito, come sottolinea don Giancarlo Scalvini che delle Missionarie laiche è presidente. La volontĂ , giĂ ricordata, di dare continuitĂ alla loro opera missionaria le ha portate alla scelta del gesto di grande generositĂ , convinte che, nel caso del Togo, quella Chiesa che per tanti anni hanno servito saprĂ dare rinnovare il loro impegno e l’entusiasmo profuso in tanti anni di presenza in Africa.

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Domenica 8 luglio Ore 10.30 - Mura - S.Messa.

La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti:

LunedĂŹ 9 luglio Ore 19.30 - Brescia - Incontro con il gruppo di ricerca su “Cultura politica e parrocchieâ€? presso il Centro pastorale Paolo VI. MercoledĂŹ 11 luglio Nel pomeriggio il Vescovo visita i terremotati di Modena.

Il sac. don Angelo Gelmini, già vicario parrocchiale a Salò, è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di San Carlo in Rezzato. Il sac. don Giovanni Rizzi, già vicario parrocchiale a Gambara, è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di Palosco.

La Cel (Conferenza episcopale lombarda) ha nominato il sac. don Daniele Saottini consulente ecclesiastico regionale della Fism Regione Lombardia.

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l contributo elargito figura nel decreto firmato dal vescovo Monari sulle destinazioni dell’8xmille relative al 2011. Tra le realtĂ a beneficiare, nel capitolo esercizio e cura delle anime, compare anche il Museo diocesano a cui lo scorso anno (a cui si riferisce il decreto vescovile) ha ottenuto 100mila euro. Non deve stupire questa destinazione, perchĂŠ è la stessa Conferenza episcopale italiana a stabilire che i fondi dell’8xmille debbano essere destinati a opere di caritĂ , di servizio sociale. Nell’elenco figurano anche opere di promozione culturale e pastorale con evidente finalitĂ pubblica. Da un punto di vista strettamente formale, dunque, i 100mila euro concessi al Museo diocesano trovano una giustificazione in quest’ultimo aspetto. A ben guardare, però, la parte di 8xmille che il Vescovo ha deciso di dare al Museo diocesano potrebbe tranquillamente trovare giustificazione in tanti altri aspetti. Non è un caso, infatti, che il contributo versato sia stato inserito da mons. Monari sotto la voce, giĂ ricordata, “esercizio e cura d’animeâ€?. Difficile, per come è stato concepito il Museo diocesano e per come sta svolgendo la sua funzione nel contesto bresciano, considerarlo una semplice istituzione culturale. La presenza e l’opera del museo, infatti, si inseriscono a pieno titolo in quel

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‹—•‡’’‡ —•ƒ”‹ percorso di crescita e di vicinanza alla persona a cui appartengono altre opere che, in diocesi, hanno potuto contare negli anni sugli aiuti dell’8xmille. Certo, quella del Museo è una vicinanza diversa, che non si preoccupa

di soddisfare bisogni materiale. Si fa comunque carico, con le sue proposte, di mettere mano a quel bisogno di cultura, di arte, di bello che c’è in ogni uomo. L’idea di costituire un Museo diocesano a Brescia, cosĂŹ concepito è relativamente recente. Dell’iniziativa si faceva originariamente carico monsignor Angelo Pietrobelli nella seconda metĂ degli anni Settanta del secolo scorso. Il complesso conventuale di San Giuseppe, un tempo sede dei Francescani Osservanti, venne individuata come la sede adeguata per accogliere il primo nucleo di opere provenienti per lo piĂš da chiese non

piĂš officiate e quindi difficilmente fruibili. Nel 1978, il vescovo di Brescia Luigi Morstabilini istituiva canonicamente la “Fondazione di religioneâ€? denominata “Museo diocesano di arte sacraâ€?. Il museo veniva inaugurato il 23 dicembre dello stesso anno e aveva sede nei primi due chiostri del complesso conventuale. Nel 1988, 10 anni piĂš tardi, il vescovo Bruno Foresti, con un nuovo statuto, stabiliva che, oltre al recupero e alla conservazione di opere d’arte e di materiali della diocesi minacciati di rovina e di dispersione, sono finalitĂ del museo anche il restauro, le iniziative culturali e le attivitĂ didattiche. Questa scelta comportava l’acquisizione del chiostro maggiore del complesso di San Giuseppe, di proprietĂ demaniale e il completo recupero di uno dei piĂš significativi complessi conventuali della cittĂ , operazione di grande rilievo sociale e culturale. Sin da subito il Museo è stato pensato in forma dinamica, non solo come semplice contenitore di un grande patrimonio artistico-culturale che pure ne fa un punto di riferimento nel patrimonio cittadino. L’attivitĂ didattica, quella laboratoriale, la puntuale apertura alla cittĂ e la collaborazioni con altre realtĂ culturali hanno fatto del Museo diocesano un’espressione di quella Chiesa attenta alla persona che si alimenta anche di cultura.

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collaborazione tra Acli, Aler e l’Amministrazione comunale del sindaco Marco Franzini. Il punto famiglia Acli è un luogo di accompagnamento per e con la famiglia, deve valorizzarne le capacitĂ di auto-tutela e promuovere il protagonismo familiare. Il tratto distintivo di un Punto famiglia è la capacitĂ di mettere in stretta relazione servizio, aggregazione, protagonismo: infatti, è allo stesso tempo un servizio (perchĂŠ

si trovano i servizi delle Acli), uno sportello (perchÊ è un punto di ascolto, informazione e orientamento in collaborazione con il territorio) e uno spazio per confrontarsi, condividere le risorse, creare gruppi di acquisto, organizzare corsi e percorsi formativi. Il Punto famiglia si trova in via Montale 17 e sarà aperto ogni lunedÏ dalle 9 alle 12, il giovedÏ dalle 17 alle 19 e il sabato dalle 15 alle 18.

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zione – si pensi, in particolare, al potenziamento dell’apprendistato – ma lascia ancora scoperti molti temi importanti, come la necessitĂ di un contratto d’ingresso unico, a tutele progressive, per chi non può usufruire dell’apprendistato o la necessitĂ di ammortizzatori sociali veramente universali, consistenti e per tutti. Su molti punti sarĂ quindi necessario un ritorno al confronto tra governo e parti sociali. Ăˆ auspicabile, inoltre, che il governo eserciti, effettivamente e nei tempi previsti, la delega sulla riforma dei servizi per il lavoro. Va definito, infatti, un ampio quadro d’interventi a favore della persona, dell’inserimento e reinserimento professionale, partendo dal ruolo strategico della formazione e da un maggiore e meno tardivo incontro tra scuola e lavoro. Ci deve essere un forte investimento in politiche attive per il lavoro, che colleghino sostegno al reddito e percorsi di

riqualificazione, ricollocamento e inclusione sociale. Da quanto produrranno le misure sull’apprendistato e dalla centralitĂ della formazione e delle politiche attive per il lavoro, si potrĂ costruire un piano per l’occupazione giovanile. Per rilanciare l’occupazione, infine, non basta rifarsi genericamente allo sviluppo; è necessario agire sulla spesa – renderla migliore e piĂš produttiva – e sulla capacitĂ complessiva del Paese di rinnovarsi e innovare, puntando su nuovi settori (per esempio quello delle energie rinnovabili e della green economy in generale) che generino qualitĂ della produzione ma, prima ancora, del lavoro e della vita. Non si tratta, infatti, di cambiare solo gli strumenti o le regole, ma gli obiettivi personali e collettivi da raggiungere, riformando mentalitĂ , stili di vita e modelli di consumo.

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l parlamento nei giorni scorsi ha definitivamente licenziato la riforma della legislazione in materia di lavoro. Le polemiche e le critiche non sono mancate. Parole forti sono giunte da Lega e Italia dei valori fortemente critiche contro la riforma. Ma anche tra le forze che sostengono il governo Monti le perplessitĂ non sono mancate. Molte le novitĂ introdotte: dalle nuove norme sui licenziamenti (che diventano un po’ piĂš facili), alle nuove forme di sostegno al reddito (la cosiddetta Aspi), dalle norme relative alle partite Iva a quelle sull’apprendistato. Tralasciando le singole misure, in una valutazione piĂš ampia del provvedimento si può constatare come l’aver procrastinato per anni un’organica riforma del mercato del lavoro abbia causato ricadute negative sui soggetti piĂš deboli e piĂš pesantemente colpiti dalla crisi. Questi sono stati i primi a esse-


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Il terremoto nell’Emilia non ha naturalmente risparmiato le strutture scolastiche dedicate alla prima infanzia, che in tanti casi risultano seriamente danneggiate. La Fism nazionale ha perciò lanciato un appello per un soccorso immediato alle scuole, che riportiamo:“Ci rivolgiamo a tutti gli amici della Fism, ai presidenti regionali, provinciali, ai gestori, ai docenti e non docenti. Il terremoto che sta sconvolgendo vaste zone dell’Emilia Romagna

sta procurando danni incalcolabili, diffondendo angoscia. Anche le scuole della nostra Federazione sono state duramente colpite e sono in apprensione per le conseguenze. C’è bisogno di uno sforzo di generositĂ . Non facciamo mancare il nostro contributo, considerando che le nostre difďŹ coltĂ locali non sono minimamente paragonabili a quelle che gli amici dell’Emilia stanno affrontando. Vi siamo grati per tutto quanto attiverete,

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contattando le famiglie, organizzando iniziative e manifestazioni all’interno delle scuole per sollecitare concreti gesti di solidarietĂ â€?. Gli aiuti vanno inviati direttamente alla Fism regionale dell’Emilia Romagna: codice iban: It 14 Q 02008 12834 000102109628 Unicredit spa. P.zza del Monte, 1 42100 Reggio Emilia. Intestazione: Fism via Prevostura, 4 - 42121, Reggio Emilia, causale: “pro terremoto Emilia Romagnaâ€?.

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ormai tempo di vacanza: la scuola dell’infanzia ha da poco chiuso i battenti ed ha salutato i suoi alunni per il periodo estivo. Durante il mese di giugno, però, si sono svolti i colloqui e le assemblee rivolte ai genitori di quei bambini che vedranno il loro primo ingresso nella scuola dell’infanzia il prossimo settembre. Ăˆ stata questa l’occasione, per i genitori, di “toccare con manoâ€? il mondo educativo in cui i loro figli, di lĂŹ a poco, entreranno a far parte. Il tema che maggiormente interessa genitori e insegnanti riguarda il pranzo. Pedagogicamente considerato come un momento ‘forte’ e ‘delicato’, in quanto riattiva quel viscerale collegamento con il seno materno (fonte di cibo e di amore), è degno di grande attenzione sia nella pianificazione dell’inserimento, sia nell’immaginario del genitore che è costretto a delegare (forse per la prima volta) la nutrizione del proprio figlio a qualcuno esterno alla famiglia. Inoltre, se consideriamo un secondo fattore (purtroppo sempre piĂš incidente nella societĂ attuale), ossia quello economico, osserviamo come molte famiglie preferiscano ovviare al problema sopra menzionato portando a casa il proprio figlio all’ora di pranzo e facendolo rientrare a scuola subito dopo. Apparentemente questa soluzione potrebbe sembrare ottima, in quanto concilierebbe, a prima vista, un eventuale risparmio economico con un maggiore controllo alimentare da parte del genitore. In realtĂ questa non è la soluzione migliore, anzi. Questo per vari motivi: la scuola dell’infanzia,

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quei suoi compagni ghiotti ed affamati che, dopo aver trascorso una mattinata intera attivamente, si avventano sul piatto senza reticenze. Inoltre agisce da collante; è un momento fortemente conviviale e, quindi, coinvolgente. Infatti le migliori amicizie, anche tra adulti, spesso nascono e si consolidano a tavola. Non bisogna dimenticare, poi, che una doppia entrata a scuola (una al mattino e una al pomeriggio) comporta un doppio stress emotivo al bambino, che si ritrova a dover gestire piĂš volte in una giornata il distacco dalla figura amata, senza trarre nessun beneficio dal punto di vista evolutivo o educativo. Infine è bene ricordarsi che nella scuola dell’infanzia non esiste la ‘mensa’, ma esiste il ‘pranzo’!

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illiam Shakespeare è uno di quegli autori di cui è difficile stancarsi, parola di Edoardo Rialti, intervenuto nell’ultimo appuntamento del mese letterario promosso dalla Fondazione San Benedetto. Docente all’Istituto teologico di Assisi, critico letterario e traduttore di letteratura, collabora con “Il Foglioâ€? e da anni dedica la sua attenzione alle opere del “Bardoâ€?, che definisce “una delle tre corone letterarie insieme a Dante e ad Omero, perchĂŠ si tratta di un autore non attuale ma perenne, non solo originale, ma veroâ€?. Le opere del celebre drammaturgo inglese forniscono una sorta di catalogo di tutte le esperienze possibili e permettono di indagare nelle pieghe problematiche dell’umano. “Accanto ai drammi storici – spiega − scrive tragedie e commedie nelle quali descrive la parabola degli

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Danimarca, si pone nel momento in cui scopre una realtĂ contraddittoria, nella quale alla misteriosa morte del padre segue il matrimonio della madre con lo zio, e si chiede a quel punto se valga la pena aderire ad una societĂ che nega l’essere in favore del sembraâ€?. “Io non conosco sembraâ€?, dice Amleto in un dialogo con la madre: “In questa dichiarazione – prosegue Rialti – risiede il senso dell’intera opera, perchĂŠ il Principe ricerca costantemente il vero e, per far ciò, si appella all’arte, alla recita, per rimettere in gioco la veritĂ â€?. CosĂŹ, dopo aver scampato la morte, i pirati e le ferite delle spade, Amleto accetterĂ la realtĂ e le sue piaghe, si fiderĂ di un disegno piĂš grande di lui andando incontro alla rovina, ma la stessa sua morte permetterĂ di dissipare la menzogna e svelare la veritĂ . “Il Principe di Danimarca diviene l’araldo dell’essere che combatte la fallacia del mondo del

sembra, ma soltanto quando smetterĂ di cercare di risolvere le realtĂ troverĂ il compimento del suo cammino. Quel to be or not to be – prosegue Rialti – si concluderĂ con let be, che letteralmente significa sia, in un’ottica di obbedienza al padre di stampo certamente cristianoâ€?. L’influenza della tradizione cattolica viene richiamata proprio nell’atteggiamento che Amleto mantiene nei confronti del padre, o meglio del suo fantasma: “Quando elenca le angherie possibili che un uomo può subire nella propria vita, egli si riferisce implicitamente a GesĂš: parla infatti di frustate, di scherni del tempo, di ritardo della legge, di insolenza delle cariche ufficiali. Come Cristo aderirĂ al proprio destino scritto dal Padre, il principe danese obbedirĂ , in un certo senso, al fantasma del genitore apparso nel mondo e alla sua volontĂ di inseguire il veroâ€?. Accettare la realtĂ , aderire al mondo con quel “let beâ€?

significa in realtĂ cambiarlo radicalmente. “Shakespeare rivela la propria cristianitĂ anche nell’individuazione di una parola definitiva che connota tutte le esperienze umane, ossia il perdono, la misericordia che viene concessa dalle persone che hanno subito torti gravissimi. Pur raccontando quella che Hannah Arendt definirebbe la banalitĂ del male – spiega Rialti – egli trova sempre una via di risoluzione del conflittoâ€?, come nel caso di Prospero, protagonista de “La Tempestaâ€?, che alla fine dell’opera si riconcilierĂ con il fratello e con la societĂ intera. “In Shakespeare c’è sempre un’intima dimensione sacramentale, uno sguardo cattolico sull’esperienza che conduce ad un cammino che si conclude con la scoperta di sĂŠ, perchĂŠ egli è consapevole che l’uomo ha bisogno di uno sguardo che sappia incontrare la veritĂ in ogni piccolo gestoâ€? conclude Edoardo Rialti.

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FONDAZIONE VATICANA JOSEPH RATZINGER

BENEDETTO XVI PER LA TEOLOGIA

• PROMOZIONE DEGLI STUDI TEOLOGICI • ORGANIZZAZIONE DI CONVEGNI • PREMIAZIONE DI STUDIOSI

«Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale» Benedetto XVI

PER SOSTENERE LA FONDAZIONE • ASSEGNO intestato a Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, con spedizione tramite posta assicurata al seguente indirizzo: “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI” Via della Conciliazione, 5 00120 Città del Vaticano • CARTA DI CREDITO: attraverso il sito www.fondazioneratzinger.va

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ISTITUTO GIUSEPPE T ONIOLO DI

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ENTE FONDATORE DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

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offrirĂ con la sua chitarra un “Omaggio ad Andrès Segoviaâ€?. Altra conferenza martedĂŹ 10 luglio alle 17, tenuta da Piero Bonaguri su “Il mio incontro con Andrès Segoviaâ€?. Dal 7 al 13 luglio si svolgerĂ anche un master di chitarra con seminari e laboratori Il corso è aperto a tutti i chitarristi e agli interessati e prevede sia lezioni individuali sia discussioni su temi di interesse comune. Gli allievi possono partecipare al corso come effettivi oppure come allievi

uditori. Informazioni e iscrizioni: 3470789481. MartedĂŹ 10 luglio alle 21 Fabrizio Furci omaggerĂ con la sua “La chitarra di Joaquin Turinaâ€?. Tutti gli appuntamenti, eccetto quelli indicati, si tengono nella sede della Fondazione civiltĂ bresciana in vicolo San Giuseppe 5 a Brescia. L’11 luglio alle 21 in piazza del Foro concerto “Nubes de Buenos Airesâ€? del duo chitarra e bandoneon Giampaolo Bandini e Cesare Chiacchierata. Altri appuntamenti e dettagli: accademiadellachitarra.it

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rancesco De Gregori inaugura la sezione musicale dei cantautori italiani della grande stagione estiva del Vittoriale (organizzata da Re:think.art), venerdĂŹ 6 luglio alle 21.15. E diviene il primo “tutto esauritoâ€? della stagione. Se ne prevedono altri. Il pubblico può sperare nei posti in piedi di un overbooking che, probabilmente, sarĂ disponibile il giorno stesso del concerto, permettendo l’acquisto dei biglietti al costo di 20 euro solo al botteghino del Teatro e solo a partire dalle 18. Ad accompagnare il cantautore romano una band composta da Stefano Parenti alla batteria, Alessandro Arianti al pianoforte, Alessandro Valle al pedal steel guitar e alla chitarra, Lucio Bardi e Paolo Giovenchi alle chitarre, Guido Guglielminetti, storico capobanda, al basso e Elena Cirillo, violinista e vocalist. Di Francesco De Gregori e della sua straordinaria carriera è giĂ stato detto e scritto molto, ma vale la pena ricordarne le tappe salienti. Nato nel 1951 a Roma inizia a farsi conoscere nel celebre ritrovo dei cantautori romani, il Folkstudio. Qui percorre i suoi primi passi musicali, che lo spingono nel 1972 a pubblicare l’album “Theorius Campusâ€?, scritto con Antonello Venditti. La prima canzone che gli regala un po’ di notorietà è “Aliceâ€?, ultima classificata alla manifestazione “Un disco per l’Estateâ€? del 1973. Collabora con Fabrizio De Andrè nella realizzazione di “Volume VIIIâ€?, contenente “Canzone per l’Estateâ€?, da lui ripresa poi nel 2001 e inserita nel disco “Amore nel

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disco “Bufalo Billâ€?. Passata la buriana Francesco si ripresenta nel 1978 con “De Gregoriâ€?, contenente il superclassico “Generaleâ€?. Nel 1979 ritorna in pista con la tournĂŠe di “Banana republicâ€?, con Lucio Dalla e il giovanissimo Ron. Dopo “Viva l’Italiaâ€? esce uno dei sui dischi capolavoro, “Titanicâ€?, contenente la deliziosa “Leva calcistica del ‘68â€?, poetica metafora della vita. Nel 1983 viene pubblicato un Qdisc contenente cinque canzoni, tra cui “La donna cannoneâ€?, forse il suo brano piĂš noto. La sua carriera procede inarrestabile, pur tra alti e bassi e parentesi da editorialista de “l’UnitĂ â€? di Walter Veltroni. Nel 2001 esce “Amore nel pomeriggioâ€?, che segna la sua rinascita artistica, con cui vince il Premio Tenco come disco italiano dell’anno, e contiene la splendida “Il cuoco di Salòâ€?, con Franco Battiato nelle vesti di arrangiatore e produttore. Nel 2002 pubblica “Il fischio del vaporeâ€?, con l’inossidabile e “resistenteâ€? Giovanna Marini. Continuano nel frattempo, senza tregua, i suoi concerti, che spesso danno origine a dischi live di ottimo livello, come ottimo è l’album “Pezziâ€? del 2005, contenente “Vai in Africa Celestinoâ€?, dal suono fresco e moderno. Il 22 gennaio 2010 Francesco De Gregori è sul palco del Vox Club di Nonantola insieme a Lucio Dalla, per il primo di una serie di concerti parte del “Duemiladieci Dalla De Gregori Work in progress tourâ€? che registrano un grandissimo successo di pubblico. Il 16 novembre 2011 pubblica “Work in progressâ€?, doppio cd live + dvd “back to backâ€?.

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’”‡’ƒ”ƒ–‹˜‹ Â?‡Ž Â?—•‡‘ Un tempo sede municipale, Palazzo Tabarino si appresta a ospitare la Collezione Lechi che sarĂ inaugurata nel prossimo settembre. Correva l’anno 2005 quando il conte notaio Luigi Lechi (per oltre 40 anni professionista stimato nella cittĂ dei sei colli con un’esperienza anche in consiglio comunale) decise, per stima e amicizia verso l’amministrazione comunale guidata dall’allora primo cittadino Gianantonio Rosa, di donare un’importante serie di

opere d’arte di valore: 185 tra olii su tela (tra i quali Romanino, Foppa, Ceruti), stampe e disegni. Un patrimonio ricchissimo che denotava la passione per l’arte e le belle cose del suo proprietario e del fratello, ingegner Piero, anch’egli benefattore di Montichiari grazie alla donazione di libri ed altre opere d’arte. E proprio nei giorni scorsi, grazie all’interessamento e al finanziamento del Collegio notarile di Brescia e alla collaborazione della Soprintendenza ai beni storici

ed artistici di Brescia, è stato possibile procedere al restauro di un’opera del Moretto (Ritratto di un conte Martinengo) da parte di Luisa Marchetti. Il dipinto, che entrerĂ a far parte del Museo Lechi, risale al 1545 circa e costituisce una tela inedita del grande pittore bresciano, tra i piĂš noti ed affermati del periodo. “Stiamo avviando contatti con Regione Lombardia – informa il sindaco Elena Zanola – affinchĂŠ il Museo Lechi diventi la struttura capofila della rete museale cittadina

essendo ubicata nel “cuoreâ€? della stessa, Palazzo Tabarino appunto. Montichiari è l’unico Comune della provincia, assieme a Brescia, a disporre di una rete museale riconosciuta dalla Regione. Un grazie doveroso a tutti coloro che stanno lavorando all’inaugurazione, a partire dal dottor Paolo Boifava, direttore di Montichiari Musei sino ai professori Francesco Frangi dell’UniversitĂ di Pavia e Alessandro Morandotti dell’UniversitĂ di Torinoâ€?. (f.m.)

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ama, talento, gioia, dolore, amore, amicizia. Sono alcune delle corde che Maria De Filippi fa vibrare per costruire il successo di trasmissioni come “C’è posta per teâ€?, “Amiciâ€?, “Uomini e Donneâ€?, “Italia’s got talentâ€?. Contro l’uso distorto di questi valori si erge a paladino Carmine Castoro, giornalista, filosofo e autore televisivo. Invita ad opporsi, con forza, nel suo ultimo libro “Maria De Filippi ti odioâ€?, edito da CaratteriMobili di Bari. “L’odio – spiega Castoro – non come elemento di violenza, ma come esternazione di sentimenti. Un odio critico, del disincanto. Un odio che invita alla luciditĂ , al risveglio, alla ripresa di quei principi cardine che la televisione di oggi ha abbandonatoâ€?. Un odio scevro da pregiudizio personale nei confronti di quella che il consenso di un esercito di devoti, che

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L’accusa rivolta alla De Filippi è di oscenitĂ . â€œĂˆ l’osceno inteso come assenza di scena, che non fornisce piĂš parametri di giudizio tra falsitĂ e realtĂ . L’osceno che nega qualsiasi affettivitĂ , che non informa, che ci priva dell’aspetto sociale, che si insinua e che non esce piĂš dalle nostre mentiâ€?. La tv non ci censura, non è imperativa, ma modula. “La tv non ha piĂš modelli, tanto nel bene come nel male, da impartire, ma produce delle modulazioni, ovatta conflitti, partorisce stili di vita, diluisce paure, crea mappe mentali, sveglia desideri, e il televisivo assorbe sempre piĂšâ€?. Lo spettatore perde i parametri etici ed estetici e si assiste ad un avvelenamento generale. Contro questa tv che intossica unica ancora di salvezza è il rifiuto. E nel sottotitolo “Per un’ecologia dell’immaginario collettivoâ€? Castoro propone il tentativo di scardinare, con il grimaldello della filosofia, la gram-

matica di certi programmi di grande audience, da sostituire con un nuovo modo “ecologicoâ€? di pensare l’uso e l’impatto dei media sulle nostre vite giĂ fin troppo spettacolarizzate. E conclude citando Antonio Gramsci che profeticamente, un secolo fa, asseriva come “bisogna essere intransigenti contro gli strateghi dei salotti e delle redazioni, gli imbottitori di craniâ€?. Come a dire risvegliamoci e alziamoci per creare una nostra tv veritĂ .

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Il Centro faunistico del Parco dell’Adamello e il Comune di Paspardo promuovono il primo appuntamento del Festival dell’Arco alpino dopo il successo dell’anno scorso. Il fascino delle Alpi e la suggestione degli strumenti ad arco realizzano un connubio naturale che unisce l’amore per la montagna alla passione per la musica. Protagonisti degli eventi di Arco alpino sono artisti di portata nazionale e internazionale, che si esibiranno in performance musicali acustiche, nel rispetto dell’ambiente. VenerdĂŹ 6 luglio alle 21 nel Centro storico di Paspardo, “The Morayclub – dalla Bretannia alla Galiziaâ€?, alla base di tutto la cosiddetta musica celtica., con tutto il suo retroterra culturale. Domenica 8 luglio alle 14.30 presso il Centro faunistico Parco Adamel-

lo, localitĂ Fles Paspardo, “Api, un meraviglioso dolce mondoâ€?: attivitĂ per famiglie l’occasione di imparare cose nuove ma sempre attraverso un approccio visivo e ludico. Sabato 21 luglio alle 8.30, con prenotazione obbligatoria, escursione naturalistica su antiche strade rurali tra storiche cascinette tra Grevo e Paspardo. Il contributo richiesto è di euro 10 per gli adulti e sette per i ragazzi, gratuita per bambini con eta inferiore a 14 anni. Equipaggiamento necessario: scarpe da trekking o scarponcini da montagna, zaino con pranzo al sacco, giacca a vento, borraccia. Sabato 28 luglio alle 20.30 presso il Centro Polivalente di Paspardo, in piazza Marcolini, “Funghi a Confrontoâ€?. Per info 3929276538 o info@centrofaunisticoadamello.info.

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‡•‡Â?œƒÂ?‘ ƒ•–‡” ‹Â?–‡”Â?ƒœ‹‘Â?ƒŽ‡ †‹ Â?—•‹…ƒ Desenzano ospita ďŹ no a domenica 8 il primo “Master Internazionale di alto perfezionamento musicaleâ€?. Ăˆ aperto a una cinquantina di giovani allievi che con la direzione di Luca Ranieri e sotto la guida di maestri di fama internazionale perfezioneranno la loro formazione e potenzieranno le loro capacitĂ artistiche. L’iniziativa è promossa dall’Associazione “In tempoâ€?, in collaborazione con la “Simphònia italiana orchestraâ€? e con il patrocinio dell’Assessorato alla

cultura e al turismo della Provincia di Brescia. â€œĂˆ importante rendere i giovani sempre piĂš protagonisti – afferma l’assessore Silvia Razzi – anche e soprattutto in ambito musicaleâ€?. Sabato 7 alle 21 il castello di Desenzano ospita il concerto di chiusura diretto dal maestro Umberto Benedetti Michelangeli. Un evento che rappresenta una preziosa opportunitĂ di arricchimento culturale e turistico per il territorio. I biglietti si possono prenotare allo 030.8365331. (v.b.)

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opo l’esperienza del “Cammino sul tetto del mondo 2009â€? tra Kathmandu e Lhasa che, per la prima volta in etĂ moderna, ha ripercorso gli antichi itinerari dei nomadi in transumanza tra Nepal e Tibet, sarĂ affrontato, tra luglio e agosto, l’antico e impegnativo tragitto verso la sacra montagna tibetana del Kailas. Saranno 1000 chilometri percorsi a piedi nel profondo del territorio tibetano denso di simboli e cultura asiatica. Maria Tiploiu e Pietro Zanotti, zaino in spalla, si ritoveranno a percorrere un lungo cammino portando speranza. I membri dell’associazione “SolidarietĂ in Camminoâ€? onlus di Brescia, aderente al Csv (Centro servizi volontariato di Brescia), anche in questa occasione vogliono testimoniare la profonda relazione tra esperienza di viaggio ed esperienza umana. Il “Cammino sul tetto del mondo 2012â€? diviene per loro occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica verso i temi della solidarietĂ e delle problematiche dell’infanzia in Nepal e Tibet. Saranno infatti attivati momenti di incontro e di relazione con le ong (organizzazioni non governative) con le quali da anni l’Associazione “Soli-

darietĂ in Camminoâ€? onlus sviluppa progetti di cooperazione internazionale focalizzati all’aiuto verso i soggetti piĂš deboli quali i bambini che in queste realtĂ sociali sono le categorie piĂš fragili e indifese. “Il progetto ‘Cammino sul tetto del mondo 2012’ – scrive il presidente dellaonlus Pietro Zanotti – ha lo scopo di promuovere i valori della pace, della solidarietĂ , del confronto culturale e di concretizzare gli interventi sostenuti dalla onlus e in atto giĂ da quattro anniâ€?. Durante il viaggio verranno attuati gli incontri con: l’Associazione Pa Nepal che si occupa del sostegno a bambini/ e figli di detenuti; con l’Associazione Hamwwa che si occupa del sostegno a bambini/e rimasti orfani e figli di guide Sherpa (con entrambe queste realta “SolidarietĂ in camminoâ€? onlus ha in corso adozioni a distanza); l’incontro con le scolaresche nepalesi che da anni hanno attivato uno scambio epistolare, “pen friendsâ€?, con scolaresche della provincia di Brescia all’interno del progetto “Scuola apre Scuolaâ€? attivato dal 2008. “Il problema piĂš grosso di questi bambini è la disgregazione del nucleo familiare – spiega Zanotti – quando uno dei genitori viene messo in carcere. Il vil-

laggio non se ne prende piĂš cura e il bambino vagabonda per le cittĂ , divenendo vittime. Per questo è importante tenere vive associazioni sul luogoâ€?. Inoltre “Con il supporto di operatori sanitari locali in Nepal, il viaggio diverrĂ l’occasione per offrire educazione sanitaria rivolta ai bambini finalizzati a prevenire e contrastare malattie causate da non corrette pratiche igieniche. L’Associazione “SolidarietĂ in camminoâ€? onlus che ha sede in Via B. Maggi, 9 a Brescia sostiene i propri progetti tramite il contributo di singoli cittadini, associazioni e pubbliche amministrazioni, attraverso piccole donazioni Iban IT59V0837954080000000008755 e l’azione di volontari. I costi per le adozioni annuali sono di 400 euro. Informazioni: iluoghidelsociale.it

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Anche nel periodo estivo, dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

Dal 2 luglio, fino all’1 settembre la mattinata di Radio Voce profuma di salsedine. Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12, in collegamento con Rimini, potrete seguire l’estate in Riviera, con musica, notizie, le voci dei turisti in spiaggia, oltre alla consueta informazione su Brescia e provincia coi vari gr del mattino. Un programma in collegamento col circuito InBlu e Radio Icaro. Voce mattina con Marco Vignoletti vi dà appuntamento a settembre con sorprese sempre nuove.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

In questi giorni l’attuale direttore generale dell’Irccs Centro San Giovanni di Dio festeggia i 50 anni di vita religiosa nell’ordine dei Fatebenefratelli, al quale si avvicinò a soli 17 anni. In Primo Piano (alle 11.20) fra Marco Fabello ripercorre le tappe del suo percorso umano e religioso, ďŹ n dall’inizio accanto ai malati psichiatrici. Da questa domenica il commento al Vangelo (sempre letto da Guido Uberti) è a cura di don Diego Facchetti, responsabile

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€?, e la web tv, manderanno in onda il documentario “La santitĂ familiare nell’esperienza del lavoroâ€? realizzato in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie.“La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv

dell’Apostolato della preghiera, in apertura della Buona Novella alle 11.05. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, in estate va in onda nella versione estiva di un’ora dalle 11 alle 12. In differita, va in onda, sempre la domenica, anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte Manerbio, Radio RaphaĂŤl. Primo Piano è disponibile in podcast sul sito www.radiovoce.it

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$QFKH GDOO¡XOWLPD LQGDJLQH L VROLWL ULVXOWDWL Computer, tablet, smartphone: la fine della televisione? Niente affatto. L’imbuto di suoni e immagini che da 60 anni governa il tempo libero degli italiani mantiene indisturbato il suo predominio. Lo rileva un’indagine di Gfk-Eurisko, istituto di ricerca che da decenni analizza la vita dei consumatori di tutto il mondo, studiando consumi e abitudini, delineando il profilo di una societĂ in continuo cambiamento. Per quanto riguarda la presenza della televisione nella nostra penisola, l’indagine pubblicata il 28 giugno 2012 è molto chiara: cresce il consumo del piccolo schermo. Ma non si tratta della tv genera-

lista, quella che negli ultimi 30 anni ha mantenuto il potere nel mondo della comunicazione. Stiamo parlando del neonato digitale terrestre: nell’arco di un anno di vita il consumo medio giornaliero dei nuovi canali è subito cresciuto da 30 minuti a 58. L’esodo dalle tv ammiraglie ha portato nel nuovo far west digitale numerosi proseliti, soprattutto nelle braccia dei canali tematici. Ecco l’inizio del cambiamento, spesso preannunciato su queste pagine. Il telespettatore medio ha cambiato le proprie abitudini alla luce di una maggior possibilitĂ di scelta. I gusti e le preferenze di milioni di italiani

hanno premiato quei canali specializzati su un’offerta monotematica. Canali dedicati al cinema, allo sport, alle news, ai bambini, ai teenager, alle donne, agli uomini, luoghi dove si è sicuri di trovare solo ciò che si cerca, a patto che si sia realmente consapevoli di ciò che si cerca. Infatti non è corretto misurare questo fenomeno con il metro della libertĂ di scelta. Di fatto l’offerta dei canali tematici è comunque la stessa delle reti generaliste, semplicemente i generi sono stati divisi e raggruppati, moltiplicati e replicati a non finire. CosĂŹ è piĂš semplice per un ragazzino definirsi tale grazie al beneplacito

del suo personale canale televisivo, che gli ripete ogni giorno: “Sei un ragazzino, ora vedrai ciò che deve vedere un ragazzino. Tutto il resto non ti interessaâ€?. E cosĂŹ via. Prima era la tv a dirci chi siamo, ora finalmente abbiamo imparato la lezione e possiamo dedicarci al nostro accrescimento personale sui canali fatti su misura per ognuno di noi. Anche la satellitare Sky, con il mese di luglio, inaugura il suo servizio “on demandâ€?: gli abbonati potranno scaricare su banda larga, salvare sul decoder e vedere migliaia di contenuti fra film, serie tv, sport, cartoni animati, concerti, reality. Ognuno

potrĂ costruirsi il proprio palinsesto giornaliero, in base ai propri gusti. Certo si tratta di un bel passo in avanti dal punto di vista tecnologico. Finisce l’era dello zapping, la spasmodica ricerca di un programma accettabile. Ma, guarda un po’, il rischio che corriamo oggi, nell’era della tv su misura, è sempre lo stesso rischio che correvamo nell’era della tv generalista: passare tutto il giorno davanti allo schermo. Forse la vera libertĂ di scelta nel mondo della televisione, soprattutto in questo periodo estivo, sta nel decidere di uscire di casa per farsi una bella passeggiata.


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ircolano sugli schermi due commedie francesi. Una, lieve fino all’inconsistenza, rimiscela gli ingredienti che negli ultimi tempi, quando azzeccati, hanno portato molta fortuna commerciale ai film transalpini. L’altra, assai preoccupata di mostrarsi “intelligenteâ€?, ricama in forma lambiccata sulle vicende dei suoi protagonisti. Entrambe finiscono col riaffermare la piĂš antica delle morali: l’amore – per una donna o per il proprio mestiere – quando è autentico vince su tutto. In “Chefâ€? di Daniel Cohen troviamo una variante della coppia maschile giĂ incontrata in “GiĂš al Nordâ€? e “Quasi amiciâ€?. Due uomini complementari tra loro, dapprima in apparente contrasto, poi alleati per far fronte alle avversitĂ . Jacky (MichaĂŤl Youn) è un grande cuoco incompreso, sempre cacciato dai ristoranti di quart’ordine in cui lavora e finito imbianchino in una casa di riposo per mantenere la moglie incinta. Alexandre Lagarde (Jean Reno, piuttosto appesantito) è un cuoco da tre stelle Michelin la cui carriera è minacciata dalla volgaritĂ e dai gusti ultramoderni del nuovo proprietario del ristorante in cui lo chef regna. Dall’incontro tra i due comincia il reciproco

riscatto, che darĂ a Jacky la meritata fama e a Lagarde una vita piĂš piena. Sul tema “avventure nella grande cucina franceseâ€? ha giĂ detto la parola definitiva “Ratatouilleâ€?, il capolavoro animato della Pixar. Cohen si limita a confezionare una sorta di cartoon con attori in carne e ossa. Una favola scritta senza troppe rifiniture, disinteressata alla verosimiglianza, non in cerca di sorprese, giocata sulla simpatia dei protagonisti e con alcuni episodi che fanno sorridere, dalle incursioni di Jacky tra le portate della casa di riposo al controverso – ma tirato troppo in lungo – incontro con le tecniche della cucina molecolare. Un piatto estivo senza pretese, insomma. Al contrario di “L’amore dura tre anniâ€?, il film di FrĂŠdĂŠric Beigbeder per il quale qualche critico generoso ha scomodato il fantasma di François Truffaut. C’è una vaga somiglianza tra l’attore Gaspard Proust e JeanPierre LĂŠaud, protagonista di tanti film del maestro francese; del quale mancano però qui la calda passione e l’umanesimo. Siamo in un mondo di trentenni narcisisti, adolescenti a oltranza il cui capofila è Marc Marronnier, giornalista divorziato che canalizza il suo livore in un bestseller nel quale dichiara che “L’amore dura

tre anniâ€?. L’incontro con Alice (Louise Bourgoin), l’avvenente moglie di un cugino, è destinato – manco a dirlo – a fargli cambiare idea. Tra conversazioni e trovate in similWoody Allen – con veri intellettuali come Alain Finkielkraut chiamati, a somiglianza di quanto avveniva in “Zeligâ€?, a commentare le idee del protagonista – dilaga l’autocompiacimento del personaggio. Alter ego del regista, che ha adattato allo schermo un suo romanzo (edito in Italia da Feltrinelli) e non manca di sottolineare l’originalitĂ delle proprie trovate, sfoggiando un manierismo cerebrale che diventa rapidamente irritante. Passati feste, stordimenti, trasgressioni, equivoci e dichiarazioni d’amore in diretta tv i personaggi, tutti antipatici, finalmente si accasano: ma non danno l’impressione di essere troppo cambiati.

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Banco di Brescia, come capofila, Banca di Valle Camonica e Banca Popolare di Bergamo, in collaborazione con l’Associazione industriale bresciana, sono i promotori del progetto “T2 territorio per il territorioâ€?: un’iniziativa innovativa, studiata e strutturata per il Bresciano, con l’obiettivo di far fronte ai bisogni del tessuto imprenditoriale locale, fortemente in difficoltĂ a causa del perdurare di questa difficile fase economica congiunturale.

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Il progetto, presentato nei giorni scorsi, si realizza attraverso l’emissione di prestiti obbligazionari e la successiva erogazione di finanziamenti da destinare prioritariamente alle aziende associate ad Aib. La sottoscrizione del prestito obbligazionario non attribuisce alcun diritto alla concessione del finanziamento o a ottenerlo a condizioni migliorative e, la concessione del finanziamento prescinde dalla preventiva sottoscrizione del

prestito obbligazionario. In una fase successiva verranno messi a disposizione specifici plafond (per un totale di 46 milioni di euro) per l’erogazione di finanziamenti, a condizioni competitive, da destinare alle imprese del Bresciano iscritte alla Camera di commercio e associate ad Aib. Per informazioni su un’iniziativa che è stata pensata per ridurre le distanze piĂš volte denunciate tra imprese e sistema del credito, www.bancodibrescia.it, www.bancavalle.it e www.bpb.it.

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dati dell’Istat, ancora una volta, sono impietosi. Mai, da quando esistono le sue rilevazioni periodiche (circa 20 anni) i livelli della disoccupazione giovanile erano stati cosĂŹ alti. Ha tenuto banco e continua a tenerla per le (ovvie) preoccupazioni che genera, la rilevazione del mese di maggio sulla disoccupazione giovanile, il cui tasso tra i 15-24enni (ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati), è stato pari al 36,2%. Una percentuale che, rispetto al mese precedente, è cresciuta di 0,9 punti percentuali. I dati diramati preoccupano e non poco. Tra i primi a commentare la rilevazione Istat Giorgio Squinzi, presidente nazionale di Confindustria. L’imprenditore bergamasco ha indicato in quel 36,2% “un dato gravissimoâ€?. “Con questi numeri – è stato il suo commento – rischiamo di perdere una o forse piĂš generazioni.â€? Per mettere un freno a questa situazione, ha sostenuto Squinzi, a margine di un convegno, “occorre ritrovare le condizioni pe lo sviluppo, perchĂŠ dalla crescita ritroveremo la capacitĂ di creare occupazioneâ€?. Commenti altrettanto preoccupati sono giunti dal mondo sindacale che vede nell’aumento della disoccupazione una riduzione strutturale della base occupazionale del Paese. Di qui l’invito al governo Monti perchĂŠ

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rimedio alla situazione è che il Paese non garantisce piĂš un lavoro. Sono troppi i cittadini a spasso. E sono troppi i cittadini che non hanno un lavoro dignitoso. “Non si tratta di discutere sui contratti che sono essenziali – è il commento dell’economista Andrea Casavecchia all’agenzia Sir –, ma sulle opportunitĂ che un sistema concedeâ€?. OpportunitĂ che, dati Istat alla mano, sembrano ridursi sempre di piĂš e finiscono col deprimere una generazione di giovani che è migliore di come molto spesso viene dipinta. Nei mesi scorsi, a commento di al-

tri dati sulla disoccupazione, si era a piĂš riprese parlato di scoraggiati, di inoccupati. In realtĂ gran parte di quel 36,2% è costituita da giovani che studiano di giorno e cercano di guadagnare qualcosa di notte, o viceversa, con lavoretti provvisori, rimediati, senza futuro e molto spesso senza contratto. Ăˆ a questi che la politica e piĂš in generale il sistema italiano deve delle risposte perchĂŠ con il lavoro, che da diritto garantito dalla Costituzione è diventato sempre piĂš spesso miraggio, è in gioco lo stesso futuro del Paese e la sua tenuta.

%LR SHU OD WHUUD H SHU O¡XRPR In occasione della 10ÂŞ edizione della Fiera di San Benedetto, appuntamento promosso dalla Fondazione Dominato Leonense nato per far conoscere e promuovere la cultura delle produzioni biologiche, “La Buona Terraâ€?, l’associazione lombarda degli agricoltori biologici ha promosso per venerdĂŹ 6 luglio, con inizio alle 21 il convegno “Agricoltura bio: sostenibilitĂ , qualitĂ , salute della terra e dell’uomoâ€?. L’agricoltura industriale,

cui va il grande merito di aver elevato le rese dei prodotti alimentari sta ora dimostrando i suoi limiti: alti consumi di energia non rinnovabile, perdita di fertilità dei suoli, inquinamento dell’aria e dell’acqua, scadente qualità degli alimenti. Si tratta di fattori che direttamente o indirettamente incidono sulla salute della terra e dell’uomo. La scadente qualità degli alimenti, gli eccessi alimentari, sono fra le cause dell’aumento di obesità e di patologie

degenerative che si sta registrando da alcuni decenni. L’agricoltura biologica può essere un’opportunitĂ per invertire questa tendenza perchĂŠ rispetta l’ambiente e produce cibo di qualitĂ . Una prospettiva che sarĂ affrontata nel corso del convegno, ospitato da Villa Badia, da Matteo Giannattasio (nella foto), docente del corso “Alimenti e salute del consumatoreâ€? presso il corso di laurea magistrale in Tecnologie alimentari dell’UniversitĂ di Padova.

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ƒ”†‘Â?‡ ƒŽ–”‘Â?’‹ƒ ‡” ÂŽÇŻ ”–‘’‡†‹ƒ ƒÂ?…Š‡ ‹Ž …‘ŽŽ‡‰ƒÂ?‡Â?–‘ ‡†‹ƒŽ‹„”ƒ”› Alla conferenza stampa di presentazione delle innovazioni tecnologiche del reparto di Ortopedia di Gardone Valtrompia era presente anche Marta Bricco, responsabile del Sistema bibliotecario di Valle Trompia con il quale l’ospedale si è interfacciato per l’accesso alla biblioteca digitale bresciana e al suo progetto Medialibraryonline. Un servizio che, grazie alla rete wireless installata, sarĂ accessibile ai ricoverati presso il reparto

di Ortopedia dell’ospedale gardonese. Si tratta di un progetto nazionale che la rete bibliotecaria bresciana ha sposato dallo scorso autunno, consentendo a ciascun utente iscritto la consultazione di ebook periodici, audiolibri, musica, ďŹ lmati, lezioni interattive. “In sostanza – ha spiegato Marta Bricco – è un sistema che distribuisce via internet, in modalitĂ remota, qualsiasi tipo di oggetto digitale: audio, video, testi, banche dati, testi storici in formato

immagine, archivi iconograďŹ ci, audiolibri, libri digitalizzati, e-learning, live-casting in tempo realeâ€?. Una piattaforma digitale che in Ortopedia sarĂ raggiungibile all’indirizzo brescia.medialibrary. it: una volta sul sito web basterĂ effettuare il login con le credenziali fornite dal Sistema bibliotecario all’ospedale di Gardone e cominciare a navigare leggendo periodici sia internazionali, che nazionali e locali. (a.a.)

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egli ultimi 40 anni l’alimentazione degli italiani è cambiata. La possibilitĂ di nutrirsi con varietĂ e ricchezza di cibi se da un lato ha portato benefici, con la scomparsa quasi totale delle carenze nutrizionali, dall’altro ha determinato una maggiore incidenza di obesitĂ , ipertensione, aterosclerosi, diabete; a tutto ciò si aggiungono i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, disturbi da alimentazione incontrollata...). Con queste patalogie la dieta è il primo intervento terapeutico che viene intrapreso e talvolta risulta tanto efficace nel correggere le alterazioni da evitare la terapia farma-

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cologica. Ăˆ necesario seguire delle linee guida per una sana alimentazione anche durante l’accrescimento, la gravidanza, l’allattamento e per gli anziani. Bisogna modificare le errate abitudini alimentari adottandone di nuove, senza raggiungere mai estremismi

pericolosi e, soprattutto, seguendo il filo di una sana e serena valutazione dei problemi. Statistiche internazionali dimostrano che le malattie mortali sono senza dubbio piĂš frequenti e precoci nelle persone obese. Se perdere chili per acquistare peso-forma rappresenta la prima regola per vivere in salute, cadere in diete assurde per eccesso o per difetto, o impasticcarsi con farmaci di vario colore è altrettanto pericoloso. Una dieta quantitativa corretta presuppone un adeguato apporto di calorie, cioè una quantitĂ di cibi perfettamente corrispondente al fabbisogno calorico, intendendo per tale la quantitĂ di calorie che l’organismo brucia durante l’arco delle 24 ore.

Razza, costituzione, temperamento endocrino, etĂ , sesso, peso, altezza e attivitĂ fisica fanno enormemente variare da individuo a individuo il fabbisogno calorico. L’alimentazione della giornata deve essere completa, deve cioè risultare da un’armonica fusione di proteine, carboidrati e grassi con la presenza ottimale di ormoni, vitamine, sali minerali, enzimi e via dicendo. Il nutrizionista organizza un programma dimagrante che deve sempre essere individuale. Importante è distribuire i pasti nell’arco di 24 ore, non solo nel senso quantitativo, ma anche nel senso qualitativo. La prima colazione deve essere abbondante e ricca di carboidrati: durante il giorno

si lavora e si esplica una certa attivitĂ fisica, per cui il relativo eccesso di carboidrati nella prima colazione del mattino ha tutto il tempo di essere convenientemente smaltito. Il pasto del mezzoggiorno deve essere piuttosto sobrio e di facile digestione con un giusto equilibrio di proteine, grassi e carboidrati. Il pasto serale deve essere leggero per concedere un sano riposo notturno. Bisogna dimagrire con metodo per sentirsi, ogni giorno che passa, meglio del giorno precedente. Ăˆ bene seguire i consigli dello specialista nutrizionista e non derogare dalle sue prescrizioni. La dieta perfetta, standard, buona per chiunque, non esiste.


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Presentato ufficialmente questo giovedĂŹ il nuovo allenatore del Lumezzane, Gianluca Festa. Il 43 enne ex giocatore di Cagliari, Inter, Roma e Middlesbrought subentra a Davide Nicola. Il mister, sulla panchina dei rossoblĂš per due stagioni, ha firmato per il Livorno in serie B. “Sono entusiasta di questa nuova avventura – ha sottolineato in conferenza stampa l’ex allenatore della Primavera del Cagliari – arrivo

in una piazza importante che in questi anni è stata da esempio per serietĂ e continuitĂ â€?. Sul mercato aggiunge: “Oltre ai giovani servirĂ qualche elemento di esperienza: 4-31-2 è il modulo che prediligo ma mi adatterò a seconda di chi avrò a disposizioneâ€?. La squadra, intanto, si radunerĂ lunedĂŹ 16 allo stadio Comunale di Lumezzane per poi spostarsi dal 23 al 30 luglio a Borno, sede del ritiro estivo. (m.r.)

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al calcio al basket, la musica non cambia. Dopo lo scontro fra il presidente del Brescia Calcio Gino Corioni e l’amministrazione comunale, ora tocca alla squadra cittadina di pallacanestro sbattere i pugni per attirare l’attenzione del sindaco Paroli e la sua giunta. Partiamo dalla tanto attesa notizia: il primo passo per la sopravvivenza è stato fatto con l’iscrizione al prossimo campionato di Lega 2. Per il secondo anno consecutivo, quindi, il Basket Brescia Leonessa disputerĂ il campionato nazionale cadetto. Nonostante gli sforzi profusi, però, la societĂ calca la mano sottolineando l’indifferenza delle amministrazioni locali e degli imprenditori bresciani. Senza di loro il club non potrĂ muoversi dignitosamente nell’imminente futuro. La cittĂ di Brescia e i bresciani rischiano di perdere un loro patrimonio, un patrimonio che in tre anni di vita ha mietuto successi e che ora sopravvive solo grazie alla strenua resistenza della famiglia Bonetti. L’estremo atto d’amore verso la cittĂ e i suoi tifosi la famiglia Bonetti e l’attuale societĂ l’hanno compiuto iscrivendo la squadra al campionato, ora lo sforzo deve essere compiuto da altre realtĂ quali le istituzioni e gli imprenditori bresciani e si potrĂ costruire il futuro della societĂ del Basket Brescia Leonessa in base alla forza e alla sostanza dell’intervento. “Tutti ci

rendiamo conto dell’attuale situazione economica – spiega il presidente Graziella Bragaglio – ma siamo sicuri che un bene della comunitĂ deve essere conservato e preservato, un bene che crea aggregazione che permette ai ragazzi di fare attivitĂ sportiva un bene che può essere d’esempio per le future generazioni. Abbiamo creato un settore giovanile di oltre 2000 ragazzi: che facciamo, se dovessimo

chiudere gli diciamo di andare dentro la metro? Non vogliamo che tutto questo patrimonio venga sparso come cenere nel Mella. Abbiamo dato il massimo, fatto tutto il possibile – prosegue – ora tocca anche alle istituzioni che hanno fatto tante promesse, agli imprenditori che dovrebbero condividere e restituire qualcosa alla comunità . Tocca a loro credere nel nostro progetto e in base alla portata

di questi sforzi costruiremo il futuro.â€? Arrabbiato e deluso anche il direttore generale Ario Costa che ci va giĂš pesante nei confronti dell’amministrazione comunale bresciana. “Conigli, sono dei conigli. Promettere e poi nascondersi. Vi sembra giusto che si siano fatti sentire solo per chiederci qualche abbonamento in regalo e biglietti omaggio per l’amichevole con l’Armani Milano di Scariolo? Questi politici sono stati eletti anche con i voti delle famiglie del Basket Brescia – aggiunge Costa – che hanno creduto nelle promesse fatte allo sport. Se li scorderanno nella prossima campagna elettorale. Non so se io e Sandro (coach Dell’Agnello, ndr) rimarremo – conclude amareggiato Costa – dipenderĂ da cosa la cittĂ farĂ per questa squadra. A malincuore valuterò eventuali opportunitĂ che mi si presenterannoâ€?. Insomma il sasso, o meglio un macigno, è stato lanciato. Ora alla Loggia la replica. “Brescia è da terzo mondo per quanto riguarda gli impianti sportivi – affonda il coltello Matteo Bonetti – non stiamo chiedendo la luna, ma di poter presentare alla cittĂ una squadra dignitosaâ€?.

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‹…Ž‹•Â?‘ ‘Â? Ž‡ †—‡ ”—‘–‡ –”ƒ Ž‡ œ‘Â?‡ „”‡•…‹ƒÂ?‡ Caronte non ha spaventato i 200 che si sono presentati a disputare l’8ÂŞ RampigĂślem a Zone. Nella prima griglia anche il Campione Italiano Mtb Csi 2011 Baldassarre Mangerini. Fin dalle prime pedalate Michael Faglia (Giangi’s Bike Erbusco) prendeva il comando conquistava la vittoria dopo 2h01’08â€?. Ottime le prestazioni dei tesserati Csi: 8° MT2 Filippo Zorzi (Pedale Orceano Sachesghinghem); M1: 6° Alberto Quaresmini (Team Piton); M2: 4°

Lorenzo Tellaroli (Csi Ciclobrescia); M3: 8° Alessandro Brevi (GS Velò Montirone); M4 10° Marco Bertulli (GS Velò Montirone); M5: 6° Baldassarre Mangerini (Team Piton). I prossimi appuntamenti: 7 luglio San Zeno Naviglio, promozione Junior Bike (da 5 a 12 anni). Ritrovo 1alle 5 presso Campo Sportivo Comunale; 8 luglio Trenzano 2ª Mountain Bike delle Risorgive Padanea. Ritrovo alle 8 presso Palazzetto dello Sport Via Marconi. Partenza ore 9.30.

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pesso ci chiediamo cosa faranno i nostri ragazzi nella vita. Se sono preparati, pronti. Talvolta facciamo in modo che lo sperimentino da soli, magari per poco tempo, magari per una settimana. Lasciamo che provino a camminare, a volare con le proprie ali, ad arrivare in fondo, con le proprie forze. Lo sport aiuta in questo, ma ci sono anche altre vie, esperienze in cui testare il motore che ci spinge. Il campo di gioco è diverso dai soliti: non ci sono squadre, schemi e allenatori. Ci riferiamo ad un percorso che ha piĂš di mille anni di storia: il Cammino di Santiago, uno dei tre pellegrinaggi del cristianesimo medioevale insieme a Roma e Gerusalemme. Un sentiero lungo 800 km che collega i Pirenei alla punta nord occidentale della Spagna. Ăˆ l’unico pellegrinaggio che si può percorrere interamente come i pellegrini di una volta, a piedi. SĂŹ a piedi, contando solamente su gambe, cuore e cervello. Le scorciatoie non pagano, e, soprattutto non danno alcuna soddisfazione. Il Cammino di Santiago attira pellegrini da tutto il mondo e quest’estate anche la bandiera arancioblĂš sventolerĂ nei cieli di Spagna. La Presidenza nazionale - insieme al Csi Rimini e alla so-

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grammi. Impensabile – per ragioni di tempo – percorrere l’intero cammino. I partecipanti raggiungeranno Santiago de Compostela a tappe e una cosa è certa: sarĂ una vacanza per l’anima. Ecco dunque quali sono le proposte di viaggio pensate. Dal 7 al 21 luglio: partenza in pullman da Rimini, Bologna o Genova, sosta a Lourdes. Otto tappe, 156 km. Quota di partecipazione 1.100 euro (mezza pensione). Dal 10 al 18 luglio: partenza da Roma o Bologna in aereo per Madrid e bus di linea per Ponferrada. Sei tappe, 130 km. Quota di partecipazione 550 euro (mezza pensione).

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I paradossi del calcio Egr. direttore, la gente comune si duole perchĂŠ i calciatori italiani vengono strapagati. Contemporaneamente però, appena la Nazionale segna un goal, la collera si dissolve e divampa l’eccitazione. Qualsiasi psicologo definirebbe tale comportamento: ridicolo, contradditorio ed irrazionale. Che sia perchĂŠ il calcio possiede la capacitĂ di alleviare frustrazioni, insoddisfazioni, rabbie, delusioni, scontentezze ed amarezze che, nonostante l’evidente immoralitĂ e intrallazzi del mondo del pallone, il popolino bue è disposto a chiudere un occhio ed a tributare onori ad una casta di viziati miliardari affamati di ricchezza e notorietĂ ? Gianni Toffali

Il grazie di Calino alle Suore di Cristo Egr. direttore, la famiglia parrocchiale di Calino, riunita nella celebrazione eucaristica tenutasi la sera di domenica 25 giugno presso il parco dell’oratorio, ha espresso il suo saluto riconoscente nei confronti delle Suore di Cristo che, dopo trentatrÊ anni di servizio, chiudono la comunità di Calino per ricongiungersi alla propria casa di Lariano, in Lazio. Durante la celebrazione, presieduta dal parroco don Paolo Salvadori assistito da altri sacerdoti che hanno prestato la loro opera a Calino (fra cui l’ex parroco don Luigi Bonardi, padre Igor Manzillo e don Claudio Boldini), sono stati ricordati questi lunghi anni durante i quali le Suore di Cristo si sono spese instancabil-

mente al servizio della comunitĂ , sempre fedeli al loro carisma: “testimoniare GesĂš Cristo, sorgente e fattore di unitĂ â€?. Le suore di Cristo erano giunte a Calino nel 1979 e fin da subito erano diventate un tutt’uno con la comunitĂ per la loro operositĂ concreta e gioiosa, e l’attenzione e la familiaritĂ verso tutti. Molte generazioni di calinesi e di altri residenti in paesi vicini sono state educate dalle Suore nella scuola materna. La casa delle suore, oltre ad essere aperta all’educazione dei piĂš piccoli, è sempre stata spalancata a tutti: dai ragazzi, alle famiglie, agli anziani. Per tutti le suore hanno avuto attenzione e affetto. Ma l’attivitĂ delle suore è andata ben oltre le mura della loro casa: è impossibile descrivere in poche righe la loro opera infaticabile nelle attivitĂ della parrocchia, dell’oratorio e nella vita sociale, fedeli collaboratrici dei sacerdoti che si sono via via succeduti nella parrocchia. Se, da un lato, alla comunitĂ di Calino verrĂ a mancare una presenza che ha cosĂŹ profondamente segnato questo lungo periodo, dall’altro rimane la consapevolezza che il bene seminato dalle Suore di Cristo porterĂ i suoi frutti abbondanti ancora per un lungo periodo. La famiglia parrocchiale, augurando alle suore anche un po’ di meritato riposo nelle loro nuova destinazione, ha espresso la sua volontĂ di non lasciar cadere, sia pure a distanza, i legami e l’amicizia fra i calinesi e le suore che in questi anni si sono instaurati e sempre piĂš consolidati. E da ultimo, ma primo per importanza, un ringraziamento al Signore: per aver benedetto cosĂŹ a lungo la

comunitĂ di Calino con la presenza delle suore. Mauro Breda

Tre giorni importanti Egr. direttore Brescia è stata, per tre giorni, fucina di nuove proposte e idee su welfare, lavoro, e sicurezza in ambiente di lavoro, sarebbe opportuno e doveroso ricordare e non sottovalutare i passi in avanti fatti, grazie anche all’impulso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La sua opera di sensibilitĂ ha contribuito non poco ad accrescere il rispetto per il valore del lavoro e quello della dignitĂ , e quindi della sicurezza, per i lavoratori. Se abbiamo il Testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro è merito suo. Leggendo accuratamente, dopo aver seguito i lavori, sentito alchimie di analisi, proposte che sembravano prospettare grandi soluzioni all’attuale tensione economica di lavoro, mi concretizzavo, dai miei voli pindarici, orgoglioso dell’iniziativa di grande gusto culturale, ascoltare, tecnici e politici alla disperata ricerca di una bussola che indichi la strada di una nuova intesa, cercando, quali punti di riferimento, nella mia solitudine riflessiva ho ricordato uno spunto, piĂš volte espresso dal magnifico rettore prof. Pecorelli, condivisa anche dal direttore generale dott. Periti, dell’UniversitĂ Statale di Brescia, sul tema di come rivalutare le risorse professionali acquisite nell’arco della vita lavorativa e formativa. Riqualificando e mantenendo l’attivitĂ lavorativa nella veste di “tutorâ€?. Infatti, il ruolo, la distribuzione e il significato del lavoro lungo l’arco della vita sta subendo profondi mutamenti e, in relazione alle etĂ

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mature, non è ancora chiaro come si combineranno processi complessi e interconnessi come la flessibilizzazione del mercato del lavoro, la destrutturazione e la desincronizzazione del corso di vita, e la rimodulazione dei sistemi di protezione sociale. Lo stesso significato sociale della vecchiaia è oggi particolarmente ambivalente e l’idea forte della vecchiaia come tempo del non lavoro, sembra essere sempre meno appropriata. La ricerca si colloca all’interno del dibattito sul rapporto tra invecchiamento e lavoro, focalizzando l’attenzione in modo particolare sul mercato del lavoro e sui meccanismi di regolazione della partecipazione dei lavoratori piĂš anziani. Si tratta di una tematica complessa che per sua natura si colloca all’incrocio tra diversi filoni di ricerca ed a cavallo tra piĂš ambiti disciplinari che in Italia, pur beneficiando di rilevanti studi e contributi di ricerca, non è ancora oggetto di una letteratura omogenea e consolidata. Spesso l’attenzione è stata concentrata soltanto sull’aspetto previdenziale, o sugli ammortizzatori sociali, o – in misura minore – sul mercato del lavoro, senza approfondire le reciproche interazioni tra i meccanismi di mercato, quelli previdenziali e quelli assistenziali. D’altra parte, una quota rilevante della ricerca su questa tematica è stata orientata da un approccio economico ed econometrico che ha sottovalutato la dimensione istituzionale della questione. Spesso, in particolare, l’individualismo metodologico di stampo economicistico si è limitato a stimare in termini di utilitĂ i costi/benefici della scelta tra lavoro e non lavoro (nell’ipotesi della disutilitĂ del lavoro), trascurando gli aspetti simbolici di tale scelta, il signi-

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ficato sociale del lavoro e le caratteristiche specifiche dei vari contesti di azione. Anche se sono convinto che per riavviare il nostro Paese serve: modificare lo Statuto dei lavoratori, e che i sindacati mettano a disposizione parte del loro patrimonio per la formazione, per la cassa integrazione e che possano loro diventare a diventare agenzie per il lavoro? Penso che per difendere e gestire il lavoratore siano piĂš che sufficiente i consulenti del lavoro o no! Questo contributo è dettato dall’orgoglio di sentirmi parte della mia cittĂ e mi ha addolorato constatare il vuoto lasciato nelle aule universitarie. Desidererei che l’offerta universitaria fosse ampiata con nuove opportunitĂ di studio e ricerca istituendo ad esempio il corso di laurea in veterinaria, criminologia e perchĂŠ no anche un nuovo profilo di corso di laurea in Protezione civile, corso di laurea in consulenti ispettori sicurezza lavoro con fondamentale conoscenza anche delle “problematiche di tutele di genere e pari opportunitĂ â€?. Ricordo che, le strutture affini private e pubbliche sono giĂ in essere nella nostra realtĂ ; Mancherebbe solo la volontĂ di attivarli. C’è bisogno di una politica sul lavoro che unisca e non divida le forze sociali. Sono sicuro che il Consiglio dei consulenti del lavoro bresciani voglia tenere a Brescia questo festival e farne un orgoglio per la nostra cittĂ e saprĂ trasmettere ai giovani l’importanza della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, del tempo libero e quanto sia importante entrare nel meccanismo culturale che la formazione deve diventare parte del patrimonio nell’arco di tutta la vita lavorativa. Il lavoro è sempre stato un potente fattore di libertĂ e dignitĂ della persona; per questo valore vale

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la pena di impegnarsi. Grazie, consulenti del lavoro per questa iniziativa. Celso Vassalini

Un’oasi di fede Egr. direttore anche quest’anno gli Esercizi spirituali a Re sono stati molto fruttuosi. LassĂš nella bella Val Vigezzo circondati da verdi montagne con l’aria salutare per il corpo anche l’anima ha il refrigerio che ci vuole per rendere piĂš giovane e grande la nostra fede e amore verso Dio e i fratelli piĂš sfortunati e la nostra preghiera si volgeva anche per gli amici che sono tristi perchĂŠ non hanno fede o cercano la salvezza sĂŹ, ma per vie sbagliate. Il tema dei S. Esercizi si basava sul Vangelo di Marco. Il padre predicatore, don Italo, un sacerdote milanese è stato molto chiaro sull’argomento e mi ha chiarito certi dubbi su alcune frasi che GesĂš dice nel Vangelo. Quella che mi faceva piĂš dubitare era questa: “Vi meravigliate per queste cose? Voi farete cose piĂš grandi...â€? Ed io pensavo come noi possiamo fare opere piĂš grandi del nostro Salvatore? Ma ecco cosa egli intendeva. Se voi conoscete un uomo disperato e sapete parlargli con dolcezza cosĂŹ da sollevargli l’animo e farlo sorridere avrete fatto quel qualche cosa di piĂš. Questo intendeva GesĂš. Altre cose piĂš facili a comprendere ci hanno ravvivato la fede. Ad esempio riguardo alla libertĂ di scegliere tra il bene da fare per salvare la nostra anima e il Maligno che per portarci all’inferno ci tenta e ci fa cadere spesso. Venendo al clima in cui ci trovavamo vedevo tanti malati con un sereno sorriso che ormai non mi meraviglia piĂš, essendo decenni che vado in questa

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dolce oasi di pace e qui ho imparato dai miei amici infermi a soffrire bene, per soffrire meglio le mie malattie che in confronto a chi è cieco o deve stare sempre in carrozzella sono cose da poco. Soprattutto imparo a saper offrire la mia sofferenza a GesĂš per la conversione dei peccatori e la santificazione dei sacerdoti, che sono i precetti principali dello nostro statuto di volontari della sofferenza. Inoltre io sono stato fatto oggetto di amore e bontĂ da parte dei fratelli sani. Soprattutto uno di questi mi è stato molto gradito. In camera con me c’era Riccardo che pure ha le sue grane. Viene sia a Lourdes che a Re sempre come fratello e non come malato. Riccardo ha un grande cuore e sa donare tutto con amore. Una notte ho bisogno di aiuto. Accendo la luce e questo caro amico balza fuori dal letto come una palla e con delicatezza mi aiuta. Io amo Riccardo e dico che si potrebbe dire di lui quella beatitudine: beati gli umili perchĂŠ conquisteranno la terra. CosĂŹ a Lourdes fu una cara signora che non conoscevo a farmi felice, a Re Riccardo ha completato questa felicitĂ . Domenico Marchesi

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FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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