028_StrutturaLegno_2020

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651

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028 marzo 2020 english text




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RIVISTA DELL’ARCHITETTURA IN LEGNO

EDITRICE WEBANDMAGAZINE s.r.l.

VIA VALLA, 16 - 20141 MILANO ITALIA TELEFONO +39/02 84173130 TELEFONO +39/02 84173121 (MARKETING) FAX +39/02 66661204 amministrazione@webandmagazine.com www.webandmagazine.media/legno-edilizia/ www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

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COLOPHON STRUTTURALEGNO 28 MARZO 2020

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COVER

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WOOD ADHESIVES D1, D2 • Homopolymer Vinavil KA/R Vinavil CA/R • Modified homopolymer Ravemul M18 Ravemul M11 • High setting time modified homopolymer Vinavil 2550 M Vinavil 2560 M

WOOD ADHESIVES D3 • Traditional D3 (pH 3, NMA) Vinavil 2252 M • High solids content traditional D3 Vinavil 2257 M • New D3 (formaldehyde free, pH 5) Vinavil 2259 L

WOOD ADHESIVES 2K D4 D2 (Vinavil 2258 M)

Traditional D3 (Vinavil 2252 M) New D3 (Vinavil 2259 L) Pot life: 2 days

+

+

isocyanate

Pot life: 20 days

inorganic salts (AICI3/AI(NO3)3

D4 Vinavil 2256 L Vinavil 2261 L odorless and freeze-thaw stable

1K D4

Vinavil s.p.a.

Via Valtellina, 63 20159 Milano Italia vinavil@vinavil.it www.vinavil.it


SOMMARIO 009

EDITORIALE

NUMERO 28 MARZO 2020

040

di Sonia Maritan

UN MODELLO CONDIVISIBILE

010

QUAESTIO

ERGODOMUS HSB

SECONDA PARTE

UN SUCCESSO DI SQUADRA

044

di Marianna Franchino e Luca Galeasso

CHRONICHAE

HOLZBAU FORUM 2019 di Sonia Maritan

FORUM FRA AUSTRIA E ITALIA 025 HOLZBAU FORUM LE INNOVAZIONI PIÙ RECENTI… 027 ERGODOMUS CONCEZIONE APOLIDE 029 VERAGOUTH FALEGNAMI DAL 1936, PREFABBRICATORI OGGI 034 HOLZBAU FORUM APPUNTI DAI CONVEGNI

SEMA

BIM & IFC PER PARLARE UNA SOLA LINGUA

047

LA FILIERA CORTA COME RISPOSTA ALLA SFIDA AMBIENTALE 016 IL PROGETTO ALPINE SPACE CASCO 020 PROGETTO INTERREG ALCOTRA ECO-BATI

024

COLLOQUIUM di Sonia Maritan

SPERIMENTANDO UN FLUSSO DI LAVORO BIM

UNIVERSITATIS

HUNDEGGER di Sonia Maritan

di Franco Piva

016

COLLOQUIUM

COLLOQUIUM WOLF HAUS

di Sonia Maritan

IL TREND TECNOLOGICO GUIDA IL CAMBIAMENTO

050

SIMPOSIUM

RESTRUCTURA GQL a cura della redazione

COSTRUIRE GLOBALE, COSTRUIRE LOCALE 050 di Davide Maria Giachino

IL LEGNO PER LA FABBRICA DI OGGI 053 di Felice Ragazzo

INDUSTRIA 4.0. L’IMMAGINARIO DEL PROGETTISTA


055 di Enrico Fongaro con la partecipazione di Giorgio Bignotti

UN ESEMPIO DI “FILIERA SOLIDALE” CON LEGNAME CERTIFICATO DA PEFC 059 di Roberto Giordano

LIFE CYCLE ASSESSMENT: VALUTAZIONE DEL CICLO DI VITA DELL’EDIFICIO 064 di Franco Piva

COSTRUZIONI IN LEGNO: DAL GLOBALE AL LOCALE

070

PROIECTUM

PUBBLIREDAZIONALE

EGGER UN NEGOZIO PER IL FAI DA TE UNICO

072

TECHNICA

GRUPPO BIESSE UNITEAM di Pietro Ferrari

UNITÀ E MOLTEPLICITÀ

074

ANTICIPATIO

SAIE BOLOGNA ITALIA di Beatrice Guidi

IL TREND TECNOLOGICO GUIDA IL CAMBIAMENTO

076

INDIRIZZI UTILI

RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO: Giulia Assenza, Cristiano Benacchio, Giorgio Bignotti, Giada Bordoni, Ugo Campeotto, Cesare Cappellazzo, Luca Dal Bianco, Dino De Paolis, Carmela Di Francesco, Stefano Dotta, Lisa Eberl, Nastassia Farina, Enrico Fongaro, Marianna Franchino, Luca Galeasso, Davide Maria Giachino, Roberto Giordano, Hugo Karre, Maximiliam Karre, Doris Klauser, Markus Link, Maria Milita, Andrea Pallaver, Silvia Pirani, Valeria Parolin, Fabiano Pergher, Franco Piva, Emanuele Prada, Felice Ragazzo, Monica Risso, Michele Segnana, Giacomo Veragouth, David Vicario, Claudia Zappia, e Samantha Zeni.



EDITORIALE

Un modello condivisibile

Da anni ormai Struttura Legno sembra essere la cartina al tornasole del settore e, in effetti, credo che questo risultato debba rappresentare l’obiettivo principale di una rivista specializzata, però non sono certa di essere in grado di fornire una prova decisiva e irrefutabile relativamente all’argomento richiamato dal titolo. Eppure porsi in ascolto e raccogliere dal fermento del quotidiano quali siano le esigenze, le problematiche e le evoluzioni di questo settore mi porta a raccogliere nel mio paniere suggestioni e tendenze che ritengo attendibili perché rappresentano la voce di questo mondo, che sento ogni giorno più mio se osservo di quel paniere tutti gli strati degli impasti precedenti che si sono sedimentati, se penso che dal passato si raccolgono le risposte del presente per proiettarle con coerenza nel futuro, quello di un comparto che sta attraversando la sua parabola del tempo. All’inizio del millennio parlavamo di tetti e piccoli ampliamenti ma oggi stanno crescendo edifici di legno ovunque, questo, però avviene mentre il mondo “sta cadendo a pezzi”, anche questo purtroppo è cambiato e il peggioramento ormai è davanti agli occhi di tutti, e forse non c’è nessun altro settore che come questo possa giocare un ruolo da protagonista intorno al tavolo del cambiamento climatico. Credo però serva un decalogo condiviso e congiunto fra più realtà che possa raccogliere i principi per costruire il “modello” di edificio in legno e che questo debba essere il frutto dell’esperienza fatta fin qui, un’esperienza che immagino possa essere raccolta da un organismo che disponga di tecnici esperti nello specifico ambito del legno strutturale. Non si tratta naturalmente di creare un modello da copiare tale e quale, ma di un compendio che raccolga i principi tecnologici ormai acquisiti che mixati siano fautori del risultato più prestante per la “machine à habiter”. Una proposta che può essere elaborata da professionisti neutrali rispetto i diversi sistemi costruttivi e di giunzione, precisando che ogni azienda produttrice di uno o l’altro sistema è “portatore sano” di tecnologia perché ognuna ha delle qualità da aggiungere al progetto pilota. Per qualche tempo, quando gli edifici di legno cominciavano a crescere, in volume e in quantità, sembrava molto importante difendere la visione purista della scelta di costruire con il legno, adesso invece siamo arrivati alla disputa su quale sia il miglior sistema costruttivo  a volte anche di quale legno secondo l’impiego e certo la disponibilità  e, assodato che si tratta di dibattiti veramente interessanti e costruttivi perché raccontano la crescita del settore, credo stiano maturando i tempi per ragiona-

re intorno a un tavolo tecnico di quali contributi vitali il nostro settore si senta portatore mirando a un’architettura  che peraltro sta ancora serpeggiando per identificarsi con un lessico caratteristico per il materiale legno  risolutiva nella risposta al cambiamento climatico e dal punto di vista tecnologico “univoca” nelle risposte, perché nella contemporaneità, a differenza del Movimento Moderno, la funzione di riduzione delle emissioni climalteranti dovrà davvero e inevitabilmente essere subordinata all’estetica fine a se stessa. Un post modernismo ligneo capace di regalare comfort, efficienza e mantenimento del valore nel tempo dovrà adottare il meglio di ogni sistema costruttivo e di ogni connessione disponibile per il comfort abitativo e lavorativo degli utenti, sia per le nuove costruzioni e sia per riqualificazioni, ricostruzioni e ampliamenti. Sotto l’unico cappello dell’architettura a zero emissioni, di un nuovo Movimento universale, si gioca il nostro futuro!

Sonia Maritan all’ingresso del Centro Congressi di Innsbruck dove si è svolto l’IHF 2019.

di Sonia Maritan www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

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QUAESTIO ERGODOMUS HSB www.ergodomus.it www.dlubal.com www.hsbcad.it di Franco Piva

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Sperimentando un flusso di lavoro BIM

SECONDA PARTE

L’adozione di un metodo di lavoro, improntato in ottica BIM, si concretizza nel trovare e utilizzare in modo fluido un modello che faccia da “minimo comune multiplo” tra i diversi attori e le diverse discipline della progettazione, permettendo a ciascuna di queste il proprio contributo. Imprescindibile l’apporto del team di sviluppo e supporto del software – in questo caso di HSB cad e di Dlubal – al lavoro dell’ingegnere strutturista. Nella prima parte sono stati introdotti i concetti principali e il linguaggio IFC del BIM, mentre in questa seconda parte viene illustrato ogni singolo passaggio concernente l’acquisizione di un flusso BIM dal punto di vista pratico. UN PASSO AVANTI…

Da qualche mese in Ergodomus stiamo sperimentando un nostro flusso, mettendo in campo le più innovative estensioni BIM dei programmi che utilizziamo quotidianamente. Per fare questo ci avvaliamo in particolare del software Autodesk Revit come “piattaforma base” di import-export dei modelli e quindi come “piattaforma di scambio” tra le varie discipline che trattiamo. Schematicamente il flusso è il seguente: Progetto architettonico inviato dal cliente [INPUT]. Tale progetto, se elaborato in ottica BIM, sarà un modello 3D modellato con un qualsiasi software che permetta esportazione IFC o altri formati apribili su Autodesk Revit.

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QUAESTIO_ERGODOMUS_HSB

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Dal progetto architettonico, viene ricavato su Revit il modello analitico, ovvero la rappresentazione semplificata del modello fisico strutturale costituita da aste, nodi e superfici. Il modello analitico viene utilizzato per eseguire l'analisi e la progettazione strutturale e per questo motivo deve dunque essere esportato in un software di progettazione e analisi. Nel nostro caso, utilizzando il plug-in di Dlubal Rfem su Revit, procediamo esportando il modello analitico, eventualmente completo di carichi e vincoli, per poterlo aprire con Dlubal e lavorare alla definizione della struttura (elementi portanti principali e secondari, condizioni di carico, vincoli, verifiche, etc‌).

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Fig.1: Schematizzazione flusso BIM Ergodomus. Lo scopo è di poter lavorare con un file Revit, IFC (o qualsiasi altro formato che supporti BIM) inviato da un cliente senza ri-disegnare e soprattutto mantenendo le informazioni che il cliente stesso aveva associato al modello [Ergodomus]. Fig.2: Esempio di modello architettonico 3D recepito [Ergodomus]. Fig.3: Esempio di modello analitico ricavato dal modello architettonico [Ergodomus]. Fig.4: Esempio di modello analitico dello stesso edificio esportato su Dlubal Rfem [Ergodomus].

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QUAESTIO ERGODOMUS HSB www.ergodomus.it www.dlubal.com www.hsbcad.it

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5A Con la certezza del modello strutturale definitivo, verificato e approvato, si può procedere alla modellazione costruttiva e poi esecutiva, sempre in ottica BIM! Si esporta dunque il modello strutturale definitivo da Dlubal Rfem e lo si importa in Revit con pochi, semplici passaggi. Grazie al plug-in di HsbCad on Revit, siamo in grado di effettuare, su Revit stesso, la maggior parte delle lavorazioni sulle travi e sui pannelli X-Lam, possiamo definire le geometrie, le quote, i sistemi di travi strutturali in copertura e nei solai interpiano, le aperture nei pannelli, etc. Da HsbCad on Revit sarebbe già possibile effettuare il trasferimento agli impianti a controllo numerico, ma per una più accurata modellazione costruttiva ed esecutiva, viene utilizzato il più collaudato e attualmente più completo e affidabile HsbCad on Architecture, avvalendoci del formato ModelX. Il risultato dell’esportazione è un modello che riconosce gli elementi (aste, pannelli, colonne, fogli, etc.)

come elementi HSB e consente dunque di apportare a questi tutte le modifiche e le lavorazioni del caso, di creare viste, sezioni, shopdrawing, tavole di dettaglio, etc.

6A

6B


5B

Figg. 5 a e 5 b: Viste del modello costruttivo dello stesso edificio importato e modellato su Revit [Ergodomus].

7A

Fig. 7 a: Shopdrawing realizzato con HsbCad on Revit [Ergodomus]. Fig.7 b: Shopdrawing realizzato con HsbCad [Ergodomus].

7B

Stesso discorso per le distinte dei materiali, che possono essere create su HsbCad o su Revit stesso.

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Figg. 6 a e 6 b: Viste del modello costruttivo dello stesso edificio importato su HsbCad [Ergodomus]. Fig.8: Esempio di distinta delle travi strutturali generata con Revit [Ergodomus].


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NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA

I passaggi di import-export tra modelli per le varie discipline (architettonico, strutturale, costruttivo) non comportano perdite di dati, come possiamo vedere nelle seguenti immagini in cui sono state evidenziate le caratteristiche geometriche e non di un oggetto (un’asta in questo caso): - identità di asta - dimensioni - lunghezza - vincoli - numero di posizione È interessante notare come queste rimangono a esso associate in tutti e tre i software utilizzati (Revit, Dlubal Rfem, HsbCad).

CONCLUSIONI

A conclusione di questo primo approccio a un flusso BIM “cucito su misura”, possiamo affermare di aver riscontrato molte potenzialità e qualche criticità.

Le potenzialità sono quelle finora illustrate, quelle che ci hanno entusiasmato da subito convincendoci a intraprendere questa strada e a convertire il nostro lavoro tradizionale in ottica BIM. Il nostro mantra What you draw is what you get (wydiwyg) trova in questo approccio la sua più appagante applicazione. Il controllo sull’opera è talmente costante attraverso tutte le fasi del processo edilizio che: - l’idea progettuale iniziale dell’architetto rimane leggibile persino in cantiere; - il lavoro dello strutturista e quello del disegnatore sono in dialogo costante tra loro, senza perdita di dati ma piuttosto in aggiornamento reciproco continuo, in ottica di un’ottimizzazione senza errori; - le informazioni riguardanti qualsiasi elemento dell’opera sono condivise e a disposizione di tutti i tecnici; - la produzione non incontra ostacoli


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grazie ai file di interscambio CNC con le macchine a controllo numerico; - il trasporto è messo in conto dagli stessi tecnici del legno già in fase di disegno; - il montaggio a cura del carpentiere è studiato ad hoc e segue il disegno con precisione millimetrica; - qualsiasi tipo di modifica, anche in fase avanzata, è facilmente gestibile da ogni postazione, interessando a cascata tutti gli ambiti del lavoro. I pochi ostacoli riscontrati lungo il percorso riguardano principalmente l’approccio iniziale e la dimestichezza con interfacce e plug-in ancora poco conosciuti e usati, con impostazioni di esportazione e file di conversione da settare con precisione onde evitare perdite di dati. In questo, il supporto costante di HSB Italia è stato indispensabile e di grande aiuto e ci ha permesso di muovere i primi passi nel futuro prossimo del settore delle costruzioni (in legno). La ricerca in questo settore è in conti-

nuo fermento, le novità sono all’ordine del giorno e lo studio Ergodomus è entusiasta di sperimentare sempre nuovi approcci alla progettazione integrata. Il nostro lavoro di ricerca infatti non finisce qui, guardiamo con occhio critico tutti i processi per suggerire ambiti di sviluppo migliorativo e per poterci a nostra volta migliorare continuamente.

EXPERIENCING A BIM WORKFLOW The adoption of a working method, based on BIM, takes the form of finding and using in a fluid way a model that acts as a "minimum common multiple" between the different actors and the different design disciplines, allowing each of these to own contribution. The contribution of the software development and support team - in this case of HSB cad and Dlubal - to the work of the structural engineer is essential. In the first part the main concepts and the IFC language of BIM were introduced, while in the second part every single step concerning the acquisition of a BIM flow from a practical point of view is illustrated.


UNIVERSITATIS di Marianna Franchino e Luca Galeasso

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La filiera corta come risposta alla sfida ambientale

Vengono riportati due importanti progetti che condividono la stessa finalità: valorizzare la filiera locale. Il progetto CASCO, che coinvolge Italia, Francia, Austria, Germania e Slovenia ha l’obiettivo di aumentare l’impiego di legno da filiera corta, tramite una piattaforma online con cui gli operatori del settore del legno possono tracciare e certificare le proprie forniture: si tratta del marchio LCT, ottenuto con legno che rispetta l’ambiente e contribuisce alla riduzione delle emissioni climalteranti. Il secondo contributo riguarda il progetto ECOBATI, che ha l’intento di valorizzare e rafforzare le filiere locali del territorio transfrontaliero (Province di Cuneo, Imperia e Dipartimento Alpi Marittime PACA 06) nell’ambito dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, e si concretizza con il percorso progettuale dei bandi pilota della Camera di Commercio di Cuneo e del Comune di Boves con il 90% dei prodotti che provengono da filiere locali entro i 150 km.

Il Progetto Alpine Space CaSCo

Promozione del valore ambientale dell’uso di legno da filiera corta, per ridurre le emissioni di CO2. INTRODUZIONE E OBIETTIVI DEL PROGETTO

Numerosi studi scientifici hanno messo in evidenza la stretta correlazione che esiste tra l’uso di combustibili fossili e l’incremento dei gas a effetto serra. La produzione di tali gas, co-responsabili nel cambiamento climatico che sta avvenendo sotto gli occhi di tutti, è spesso insita in molte scelte di vita dell’era moderna e in molti processi produttivi industriali. Tuttavia, un’attenta analisi ha rivelato che una parte preponderante delle emissioni che si registrano non dipende dalle catene di

lavorazione, bensì dal trasporto  sia esso per via stradale, ferroviaria, navale o aerea  del materiale primario verso l’azienda e poi del prodotto finito al consumatore. La distanza media percorsa da un assortimento legnoso (dati Eurostat) può arrivare a essere di diverse migliaia di chilometri, in particolare per quegli assortimenti che tradizionalmente presentano un mercato globale, una concentrazione della produzione in pochi stabilimenti o sono prodotti a partire da specie legnose di provenienza extra UE (segati, polpa di cellulosa, diverse tipologie di pannelli e i pavimenti). CaSCo (Carbon Smart Communities) è un progetto europeo (https://www.alpinespace.eu/projects/casco/en/home) finanziato dal programma Interreg Spazio Alpino focalizzato sulla promozione dell'utilizzo di Low Carbon Timber, ossia legname dalle ridotte emissioni di carbonio. L’obiettivo del progetto è incentivare l'accorciamento delle filiere foresta-legno e delle distanze di approvvigionamento del materiale legnoso, massimizzando la sostenibilità del legno impiegato e riducendo gli impatti climalteranti associati ai trasporti. Tale approccio sottintende inoltre il passaggio dalla tradizionale idea geografica


UNIVERSITATIS di regionalità del prodotto legnoso, che spesso non trova una giustificazione da un punto di vista tecnologico o delle tecniche di lavorazione, a un’idea di regionalità basata sul valore ambientale del legno da filiera di prossimità. Il progetto si propone pertanto di promuovere, tramite un approccio integrato che coinvolga tutti gli operatori della filiera foresta-legno, l’utilizzo di prodotti legnosi sostenibili in tutti i loro aspetti: provenienza del legno (foreste gestite secondo criteri di sostenibilità), filiera di trasformazione (ridotte distanze di approvvigionamento), qualità ambientale del materiale (valenza ambientale del legno rispetto ad altri materiali) e corretto utilizzo nell’ambito del progetto costruttivo (innovazione e sostenibilità dell’impiego di legno da filiera corta per costruzioni e manufatti in legno durevoli e funzionali). La valorizzazione degli aspetti di sostenibilità ambientale delle filiere di prossimità può inoltre diventare la condizione per promuovere sostenibilità sociale, in termini di ricadute sullo sviluppo del territorio, ed economica, per quanto attiene la generazione di valore per gli operatori in grado di soddisfare una domanda attenta agli aspetti ambientali e di innovazione dei prodotti.

PARTNERSHIP

Il progetto CaSCO, avviato l’1/11/2016, è un progetto che ha coinvolto 5 nazioni (Italia, Francia, Austria, Germania e Slovenia) e 11 project partners1: i partner italiani sono ARPA Piemonte – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, Environment Park – Parco Scientifico Tecnologico per l’Ambiente e Unione Montana dei Comuni della Valsesia.

ATTIVITÀ, METODOLOGIA E RISULTATI

La metodologia del progetto CaSCo si propone di intervenire, con una serie di azioni tra loro complementari, sia sul fronte della domanda di prodotti legnosi che su quello dell’offerta. Sono pertanto state sviluppate sia azioni rivolte alla pubblica amministrazione e al mercato privato che azioni destinate principalmente alle imprese di trasformazione e al mondo dei professionisti coinvolti nel processo di progettazione delle costruzioni e del settore dell’arredo (architetti e ingegneri). I principali risultati finali del progetto sono disponibili alla pagina https://www.alpine-space.eu/projects/casco/en/project-results

STRUMENTI DI VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE AMBIENTALE

Nell’ambito di questa attività sono stati sviluppati una serie di strumenti e materiali a supporto degli attori della filiera.

In particolare, il tool “Low Carbon Timber”2, costruito sull’esperienza dello schema tedesco Holz Von Hier®, consente di mappare il percorso compiuto dal legname dalla foresta al consumatore finale, accreditando i soggetti virtuosi che scelgono di operare in un sistema di filiera corta. Tramite accesso al portale online (https://buchungssystem.holz-vonhier.de/hvhbs/), mediante registrazione, è infatti possibile per un operatore della filiera certificare la distanza percorsa dal materiale fornito all’operatore successivo della filiera. Il tool, con modalità interamente on line, provvede a verificare per ogni transazione il rispetto di specifici benchmark di distanza per assortimento e l’effettiva disponibilità di materiale certificato; se entrambe le condizioni sono soddisfatte, provvede all’emissione di un certificato che può essere allegato al materiale fornito. Fondamentale è la verifica, all’atto dell’acquisto del materiale da parte degli operatori di prima trasformazione, dell’ubicazione del lotto di provenienza del legname tondo e della sostenibilità all’origine (certificazione PEFC, FSC o analoghi criteri in funzione dello specifico contesto). Tutti i dettagli circa le distanze di riferimento e i criteri di sostenibilità previsti sono descritti all’interno del manuale per l’utilizzo del protocollo, fornito agli operatori che accedono al network Low Carbon Timber registrandosi al sistema3. Nell’ambito del progetto sono stati prodotti i primi quattro certificati di forniture a livello italiano, di cui riportiamo l’impiego finale e la lunghezza totale della filiera certificata: - Arredi in tiglio (ARPA Piemonte), 69 km; - Serramenti in lamellare di castagno (Monviso Institute, Ostana): 120 km; - Prototipo di capriata in legno massiccio di castagno (falegnameria Valtorta), 80 km; - Serramenti in lamellare di castagno (locanda Mistral, Acceglio), 135 km.

CaSCo Regional Timber Award. Consegna degli attestati.

1. https://www.alpine-space.eu/projects/casco/en/about-casco/project-partners 2. Un tutorial in italiano è disponibile all’indirizzo https://zoom.us/recording/share/kuC2xawlnH-vhmFSUSK0_ahqbyzqZCgIvqJd4Fja8FCwIumekTziMw?startTime=1571409718000 3. Per maggiori informazioni: Environment Park (contact point per l’Italia), https://smart-places.net/index.php/Partner


UNIVERSITATIS

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STRUMENTI E POLITICHE PER IL GREEN PUBLIC PROCUREMENT

Gli acquisti delle autorità e degli enti pubblici rappresentano un fattore importante per la diffusione sul mercato di prodotti dal ridotto impatto ambientale. In Italia, in attuazione delle politiche europee per il Green Public Procurement (acquisti “verdi”), sono stati introdotti i cosiddetti CAM (Criteri Ambientali di Minima), la cui applicazione è obbligatoria per una quota minima del 50% degli acquisti nell’ambito dei lavori di edilizia e dei prodotti per l’arredo urbano. I CAM, oltre a prevedere l’impiego di legno riciclato e/o proveniente da gestione forestale sostenibile, introducono per la prima volta come criterio premiante di aggiudicazione la distanza di approvvigionamento del materiale, indicando come distanza di riferimento per l’attribuzione di punteggi aggiuntivi alle offerte il valore di 150 km dall’origine al luogo di utilizzo finale. Oltre al protocollo Low Carbon Timber, utilizzabile come strumento di prova e verifica di tali requisiti per i prodotti in legno, nell’ambito del progetto sono stati sviluppati alcuni documenti e linee guida per agevolare attivamente l’utilizzo, nelle gare di appalto e nei bandi di finanziamento, di prodotti in legno ottenuti nel rispetto dell’ambiente. Tali documenti4 suggeriscono alle pubbliche amministrazioni quali criteri adottare e richiedere per favorire e incentivare l’utilizzo di legno a basse emissioni di carbonio associate al trasporto, in linea

con quanto previsto dalla normativa di riferimento. Da segnalare in particolare le azioni pilota condotte sul territorio della Valsesia, dove sono stati messi a punto: - un modello di politica per l’introduzione di requisiti e criteri ambientali per gli approvvigionamenti che comportino l’impiego di assortimenti e prodotti legnosi, approvata dall’Unione dei Comuni Montani della Valsesia; - un “prontuario tecnico per la valorizzazione delle materie prime di derivazione forestale locale”, per l’attribuzione di un premio, nell’ambito delle misure di finanziamento, alle proposte di progetto capaci di tracciare l’intero ciclo produttivo su distanze ridotte, per i progetti finanziati nel perimetro del GAL Terre del Sesia.

PROMUOVERE IL VALORE AMBIENTALE DEL LEGNO DI PROSSIMITÀ

La comunicazione, l’informazione e la promozione delle buone pratiche rappresentano aspetti fondamentali per la crescita della domanda di legno sostenibile e da filiera corta, nonché per lo sviluppo di filiere in grado di soddisfarla. A tal fine sono stati sviluppate specifiche iniziative e materiali di supporto, quali in particolare: - La piattaforma Smart Places Network, dedicata al tema del legno di prossimità (https://smart-places.net/index.php/TIMBER_WIKI/it). Sulla piattaforma5 sono consultabili materiali e documenti suddivisi per tematica: • strumenti di valutazione e certificazione ambientale per prodotti e progetti

4. https://www.alpine-space.eu/projects/casco/project-results/green-public-procurement-of-timber-from-short-supply-chains.pdf https://www.alpine-space.eu/projects/casco/project-results/contracts-incorporating-low-carbon-timber_aura-ee_maquettev3_basse_def.pdf 5. All’indirizzo internet indicato è disponibile una versione Beta in lingua italiana, in via di completamento e integrazione con contenuti ulteriori


UNIVERSITATIS nel settore delle costruzioni (https://smartplaces.net/index.php/Label_Steckbriefe/it); • esempi di realizzazioni in Low Carbon Timber (https://smart-places.net/index.php/ Standort_Objekte_Award/it; • schede di valutazione e confronto delle emissioni di CO2 per differenti tipologie di componente legnoso (https://smart-places.net/ index.php/CO2_Vergleiche/it); • profili ambientali delle principali tipologie di componente legnoso per l’edilizia, per un confronto delle prestazioni tecniche e ambientali tra soluzioni in legno e in materiali alternativi (https://smart-places.net/index.php/ Produktgruppen_Steckbriefe/it); • Una mappa e un catalogo delle aziende partecipanti al network Low Carbon Timber (https://smart-places.net /index.php/Produktgruppen_Steckbriefe/it); • Documenti a supporto degli acquisti per le Pubbliche Amministrazioni (https://smart-places.net/index.php/ Rechtsgutachten,_Urteile,_Regelwerke/it). - Materiali a supporto di attività di formazione/informazione sul tema del Low Carbon Timber (CaSCo training concept, https://www.alpine-space.eu/projects/ casco/en/project-results). Il materiale sviluppato, oltre che per la realizzazione di brevi interventi seminariali, può essere impiegato a supporto di attività di formazione nel settore del legno e delle costruzioni, trasferendo tramite specifici moduli formativi le

conoscenze di cui ogni operatore necessita per impiegare, promuovere e valorizzare nella propria attività il legno a basso impatto ambientale. Tramite il coinvolgimento diretto degli operatori a livello locale in specifici workshop, sono stati identificati 4 moduli formativi – ognuno dei quali articolato in 2 sottomoduli – utilizzabili come materiale di riferimento per l’organizzazione di seminari di formazione in collaborazione con ordini, associazioni di categoria o corsi di formazione professionale. I moduli formativi riguardano: la misurazione e la certificazione degli aspetti ambientali dei prodotti legnosi, la sostenibilità dei prodotti legnosi nel settore delle costruzioni, le procedure di acquisto pubblico e l’importanza dell’innovazione e dell’organizzazione delle filiere per la promozione dell’impiego di legno regionale a basso impatto ambientale. - Iniziative e premi per la divulgazione del tema all’opinione pubblica, quali il Regional Timber Award e il CaSCo Video Award.

Nella pagina di sinistra: CaSCo Regional Timber Award. Il centro per la promozione del legno locale del Canavese (Segheria Valle Sacra). Sopra: serramento in legno lamellare di castagno certificato Low Carbon Timber. A sinistra: capriata in legno di castagno locale certificata Low Carbon Timber, presentata in occasione del Convegno GQL a Restructura 2019 di Torino (rimandiamo alla rubrica Simposium GQL (pagina 50) per gli approfondimenti).


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CaSCo Regional Timber Award. riqualificazione di un edificio in stile Walser in Valsesia (Segheria Giordano).

• Alpine Space Regional Timber Award: l’iniziativa (https://www.alpine-space.eu/projects/casco/en/about-casco/alpine-spaceregional-timber-award), finalizzata a individuare i migliori progetti in legno per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 associate alla filiera di approvvigionamento, il grado di innovazione e la trasferibilità, ha selezionato 15 progetti realizzati nelle 5 regioni partecipanti al progetto CaSCo. Per il Piemonte sono risultati vincitori dell’Award (consegnato nell’ambito del Forum annuale EUSALP 2018) il progetto del centro per la promozione del legno locale del Canavese6 (Segheria Valle Sacra) e la riqualificazione di un edificio in stile Walser in Valsesia7 (Segheria Giordano); • CaSco Video Award: il video-premio, dal titolo “Il legno locale secondo me”8, ha voluto promuovere l’idea del legno locale tramite modalità di story telling,

attraverso la realizzazione di semplici video in cui raccontare la propria “esperienza” di legno locale. I video realizzati sono disponibili sul canale Youtube del progetto CaSCo: https://www.youtube.com/channel/UC6txZpZAS _MbI-yoFZQS4cw Infine, in collegamento con la realizzazione della piattaforma Smart Places Network, è stata individuata sul territorio regionale una rete di luoghi e manufatti, rappresentativi dell’impiego del legno da filiera corta, capaci di trasferire il messaggio della sostenibilità del legno al vasto pubblico. Presso ogni luogo è stato installato un piccolo pannello, dotato di QRcode, tramite il quale è possibile approfondire il tema del legno di prossimità accedendo direttamente alle risorse web o avere maggiori informazioni sugli aspetti ambientali del manufatto che si sta osservando.

6. https://www.alpine-space.eu/projects/casco/en/about-casco/alpine-space-regional-timber-award/award-winners/ -wood-products-promotion-center-of-the-canavese-district7. https://www.alpine-space.eu/projects/casco/en/about-casco/alpine-space-regional-timber-award/award-winners/ -refurbishment-of-a-private-house8. https://www.envipark.com/2019/11/11/video-award-il-legno-locale-secondo-me/

Hanno contribuito al testo: Dott. Forestale Luca Galeasso, Senior Specialist Area Clean Tech Dott. Forestale Silvia Pirani. Link al progetto: https://www.alpine-space.eu/ projects/casco/en/home Catasta di legno da foresta gestita secondo i criteri di sostenibilità dello schema PEFC.

Progetto Interreg Alcotra ECO-BATI

Modelli innovativi di edilizia sostenibile negli edifici pubblici. IL PROGETTO

Il progetto ECO-BATI, finanziato dal Programma Interreg Italia - Francia ALCOTRA 2014 - 2020, ha l’obiettivo di valorizzare e rafforzare le filiere locali del territorio transfrontaliero (Province di Cuneo, Imperia e Dipartimento Alpi Marittime PACA 06) nell’ambito dell’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico.

I partner del progetto sono: la Camera di Commercio di Cuneo, la Camera di Commercio Riviere di Liguria - sede Imperia, la Camera di Commercio italiana di Nizza, la Camera dei Mestieri del Dipartimento delle Alpi Marittime, il Comune di Boves, LAMORO Agenzia di sviluppo del territorio, GIP FIPAN Gruppo di Interesse Pubblico per la Formazione e l’Inserimento Professionale


dell’Accademia di Nizza ed Environment Park. Environment Park, in qualità di partner tecnico del progetto, ha offerto il proprio supporto attraverso specifiche attività rivolte a imprese e a pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di rafforzare le filiere locali del settore edile e promuovere l’applicazione del Green Public Procurement da parte delle pubbliche amministrazioni. L’attività di assistenza tecnica è stata finalizzata da un lato alla preparazione dell’offerta di mercato di prodotti edili sostenibili, di filiera corta e dotati di certificazione ambientale, e dall’altro alla diffusione dei GPP nella pubblica amministrazione. L’obiettivo di questo lavoro congiunto è stato la valorizzazione di prodotti ad alto valore prestazionale e ambientale, nell’esecuzione di opere e lavori di efficientamento energetico in ambito pubblico.

IL SERVIZIO DI ASSISTENZA TECNICA: PREPARARE IL MERCATO E DIFFONDERE L’APPLICAZIONE DI ACQUISTI PUBBLICI VERDI

Nello specifico, l’attività si è concentrata sui prodotti da costruzione, facendo riferimento ai requisiti indicati all’interno dei Criteri Ambientali Minimi, detti CAM Edilizia (D.M. 11 Ottobre 2017)9. Tali criteri riguardano oltre alle specifiche tecniche dei componenti edili anche specifiche tecniche dell’edificio nel suo complesso, di cantiere e clausole contrattuali. La scelta delle materie prime e delle relative tecnologie produttive sono infatti aspetti assolutamente rilevanti, da tenere in considerazione, se s’intende ridurre l’impatto ambientale dell’intero processo di costruzione di un edificio. A questo proposito, Environment Park ha svolto la propria attività di assistenza tecnica rivolta alle imprese, svolgendo analisi per la valutazione dell’impatto ambientale dei processi produttivi (LCA - Life Cycle Assessment) e promuovendo l’adozione di certificazioni ambientali di prodotto finalizzate alla valorizzazione dei prodotti di filiera locale. Per le pubbliche amministrazioni, Environment Park ha fornito un servizio di assistenza tecnica finalizzato alla corretta applicazione dei CAM Edilizia sia in fase progettuale che durante l’elaborazione delle gare d’appalto pubbliche. A beneficio sia del settore produttivo privato che delle Pubbliche Amministrazioni che dei progettisti, Environment Park ha redatto con il supporto della Regione Piemonte: il “Catalogo dei prodotti edilizi dotati di certificazione ambientale”, vera e pro-

pria vetrina dei prodotti dotati di certificazione ambientale presenti sul mercato italiano, e la sezione 30 sui prodotti CAM del “Prezzario Opere e Lavori Opere Pubblici” della Regione Piemonte alla cui redazione ha collaborato il Comitato Tecnico della CCIAA di Cuneo.

Le immagini sono relative al cantiere CCIAA di Cuneo e di Boves.

9. “Criteri Ambientali Minimi per l’Affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici” – Decreto Ministeriale 11 Ottobre 2017.


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Le immagini sono relative al cantiere CCIAA di Cuneo e di Boves.

I CANTIERI PILOTA: CRITERI DI PREMIALITÀ E GREEN PUBLIC PROCUREMENT

A seguito di questa fase preparatoria rivolta sia alle imprese produttive del territorio (principalmente PMI) che alle PA, il progetto ECO-BATI ha previsto la realizzazione di 4 cantieri pilota. Di questi cantieri, due bandi di gara si sono conclusi e sono attualmente in corso i lavori e le procedure di verifica. I bandi pilota hanno rappresentato un momento di sperimentazione fondamentale per l’applicazione dei criteri ambientali di premialità sviluppati durante il progetto: oltre ai requisiti minimi richiesti dalla normativa, quali percentuali minime di materia prima recuperata/riciclata e caratteristiche di disassemblabilità e durabilità dei componenti, sono stati elaborati ulteriori criteri ambientali specifici al progetto (ECO-BATI) e volti a favorire l’utilizzo di prodotti naturali rinnovabili e di filiera locale. Tali criteri, sviluppati a partire dai CAM, sono stati adattati in funzione delle caratteristiche specifiche di ogni singolo cantiere pilota valorizzando nello specifico:

• Prodotti con contenuto di materia prima recuperata/riciclata superiore ai requisiti minimi obbligatori; • Prodotti da filiera corta con distanze di approvvigionamento, trasformazione e installazione in cantiere inferiori a 150 km; • Prodotti da filiera transfrontaliera con distanze di approvvigionamento lungo il ciclo produttivo ridotte (inferiori ai 200 km); • Prodotti con materia prima rinnovabile e materiali a base di legno a basso impatto ambientale (ridotte emissioni di CO2 durante le fasi di approvvigionamento); • Caratteristiche prestazionali migliorative per l’efficientamento energetico dell’involucro (in termini di isolamento termico). A supporto delle stazioni appaltanti e conseguentemente delle imprese interessate a candidarsi ai bandi pubblici di affidamento dei lavori è stato sviluppato un tool (excell file) sperimentale, volto da un lato a facilitare la compilazione dell’offerta tecnica richiesta dal disciplinare di gara e dall’altro nel valutare la qualità dell’offer-


ta in fase di commissione di gara. Grazie al tool ciascuna impresa concorrente ha potuto sviluppare la propria offerta tecnica indicando i materiali che intendeva utilizzare in cantiere, le relative caratteristiche prestazionali e le distanze di approvvigionamento. In fase di valutazione dell’offerta o di aggiudicazione la stazione appaltante può verificare la veridicità di quanto dichiarato dall’impresa attraverso l’inserimento dei dati richiedendo copia delle certificazioni ambientali di prodotto o di altri documenti.

I RISULTATI: I BANDI PILOTA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI CUNEO E DEL COMUNE DI BOVES

Dai risultati dei primi due GPP pilota conclusi, l’edificio “Tetto sottile” appartenente alla CCIAA di Cuneo e un fabbricato del Comune di Boves dedicato ad attività formative dell’Ente Scuola Edile di Cuneo, l’applicazione del modello e degli strumenti sviluppati nell’ambito del progetto ECO-BATI hanno consentito di ottenere ottimi risultati nell’utilizzo di materiali provenienti da filiere locali, rinnovabili e a basso impatto ambientale, migliorando significativamente quanto già previsto a livello progettuale. In entrambi i cantieri infatti, il 90% dei prodotti provengono da filiere locali entro i 150 km dimostrando come queste procedure abbiano il doppio vantaggio di ridurre gli impatti ambientali generati nella fase di costruzione e di favorire e rafforzare il comparto produttivo legato al settore delle costruzioni in una logica di economia circolare. Gli interventi verteranno sull’efficientamento energetico dei singoli edifici e insisteranno sull’involucro edilizio attraverso l’utilizzo di prodotti rinnovabili di filiera locale, quali ad esempio miscela di calce-canapa per l’isolamento del tetto, sistema a cappotto legno-calce-canapa e serramenti in legno di larice locale. «Minori saranno i trasporti e minori saranno i consumi di carburante, le emissioni di gas clima alterante e in generale gli impatti ambientali, questo semplice concetto legato alla sostenibilità ambientale è stato alla base di ogni scelta progettuale e delle offerte migliorative presentate dalle imprese che hanno partecipato all’appalto pubblico dei lavori» dichiara Stefano Dotta di Environment Park – Partner del progetto ECO-BATI che ha supportato la Camera di Commercio di Cuneo nella definizione dei contenuti e degli obiettivi del GPP.

Hanno contribuito al testo: Arch. Stefano Dotta, Area Manager Green Building (esperto EGE) Ing. Marianna Franchino - Area Green Building Dott.ssa Monica Risso - Area Clean Tech. Link al progetto: http://www.interreg-alcotra.eu/it/decouvrir-alcotra/ les-projets-finances/eco-bati https://www.facebook.com/ecobatiproject/


CHRONICHAE HOLZBAU FORUM 2019 www.forum-legno.com www.forumholzbau.com www.ergodomus.it www.xilema.ch di Sonia Maritan

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FORUM FRA AUSTRIA E ITALIA

Apriamo il reportage dedicato al 25° Forum internazionale sulla costruzione in legno a Innsbruck ricordando il 9° Forum internazionale dell’Edilizia in Legno che si terrà a Lazise il 27 febbraio 2020, una manifestazione ormai imminente che vuole promuovere l'edilizia in legno e offrire una piattaforma per creare una tendenza positiva verso questo materiale. Riportiamo il programma convegnistico, ricordando che questa rete “globale” di forum rappresenta una delle iniziative più autorevoli del settore grazie alla formula che la caratterizza: il cuore è dato infatti dall’intensa attività formativa e da una corona di aziende del settore che gli ruotano intorno completando e valorizzando la presenza dei relatori, esperti del settore che attirano platee numerose e attente. Tutto è infatti orchestrato dai momenti convegnistici che scandiscono il tempo di una giornata dedicata alla conoscenza, alla qualità e alla selettività. In questo stesso contesto, all’IHF 2019 di Innsbruck abbiamo incontrato l’organizzatore di questi eventi: Hugo Karre, il rappresentante di uno studio di ingegneria: Franco Piva e il titolare di un’azienda che produce sistemi a telaio: Giacomo Veragouth. È stato interessante sentir parlare dello stesso tema da tre angolazioni differenti e vogliamo condividere questi scambi con i lettori e gli appassionati di questo mondo. Programma convegnistico del 9° Forum internazionale dell’Edilizia in Legno a Lazise CAMBIAMENTI CLIMATICI CHE RICHIEDONO PARTICOLARI ATTENZIONI Moderatore: Hugo Karre, FORUM HOLZBAU, Möllbrücke (AT). 09.00 - I cambiamenti climatici in Italia: quadro attuale, scenari, azioni di risposta Ing. Domenico Gaudioso, esperto di cambiamenti climatici e già dirigente ISPRA, Roma (IT) 09.30 - Architecture’s role in Climate Change: la Costruzione in legno come modello di sviluppo sostenibile per la progettazione di architetture resilienti Prof. Guido Callegari, Politecnico di Torino - Dipartimento di Architettura e Design, Torino (IT) 10.00 - Bosco verticale: tecnologie e prospettive Arch. Paolo Russo, Stefano Boeri Architetti, Milano (IT) PROTEGGERE L’EDIFICIO: COMPITO FONDAMENTALE DEL PROGETTISTA Moderatore: Prof. Maurizio Piazza, Università di Trento, Trento (IT) 11.00 - In forma per il futuro: pianificare correttamente la protezione dell'edificio per confrontarsi sempre di più con i fenomeni naturali Ing. Günther Gantioler, Studio TBZ, Bolzano (IT) 11.30 - Come progettare il comfort estivo ed evitare il surriscaldamento negli edifici in legno Arch. Samuel Buraschi, ProgettazioneBioclimatica.it, Bolzano (IT)

12.00 - Il nuovo Municipio di Nago Torbole, un edificio pubblico di oggi per rispondere ai cambiamenti climatici di domani Ing. Stefano Moravi, EW – Engineering Works, Bolzano (IT) 12.30 - Dibattito RIQUALIFICAZIONE, SOPRAELEVAZIONE O RECUPERO DEI SOTTOTETTI: L’USO EFFICIENTE DI SUOLO È ALL’ORDINE DEL GIORNO Moderatore: Prof. Andrea Bernasconi, École d’ingénieurs Yverdon | holztragwerke.ch, Zurigo (CH) 13.50 - Riqualificazione dei sottotetti e sopraelevazioni: sfide, soluzioni e bonus fiscali Ing. Andrea Canducci, Canducci Group, Pesaro (IT) 14.20 - Aumento del valore e qualità attraverso le sopraelevazioni Ing. Francesco Piccoli e Arch. Paolo Canzian, Bernardi D’Asolo, Asolo (IT) 14.50 - La trasformazione dei magazzini d’un ex cotonificio in Studentato Santa Marta per l’Università Cà Foscari di Venezia Ing. Pierpaolo Casini, Sistem Costruzioni, Solignano (IT) 15.20 - Dibattito NEL CENTRO DELLA CITTÀ, LA COSTRUZIONE IN LEGNO PRESENTA ULTERIORI VANTAGGI Moderatore: Giuseppe Mosconi, CQ – Quality Building, Verona (IT) 16.00 - Edilizia urbana in legno massiccio: Londra come primo esempio Ing. Roberto Mirabella, EURBAN, Londra (UK)


CHRONICHAE_HOLZBAU FORUM 2019 16.30 - Il nuovo mercato San Michele a Mestre – in centro città si costruisce con elementi prefabbricati Ing. Stefano Canal, Studio di Ingegneria I3 +, Belluno (IT) 17.00 - Un ambiente naturale per le aziende e la città: l’esempio di «Progetto Manifattura – Green Innovation Factory» a Rovereto

Arch. Matteo Donini, Colombo Costruzioni, Lecco (IT) Ing. Roberto Modena, Rubner Holzbau, Bressanone (IT) 17.30 - Dibattito 17.40 - Conclusioni e chiusura dei lavori della giornata convegnistica del 27 febbraio 2020 www.forum-legno.com/pdf/FLI20_programm_IT.pdf

Le innovazioni più recenti… Hugo Karre racconta con entusiasmo, sin dall’apertura, del fermento che ruota intorno al 25° Forum internazionale sulla costruzione in legno a Innsbruck, la nuova location che ha sostituito quella di Garmisch. E mentre parliamo dell’IHF 2019 guardiamo verso il nostro stivale, dove il 27 febbraio si terrà il 9° Forum internazionale dell’Edilizia in Legno al Centro Congressi dell’Hotel Parchi del Garda, a Lazise in provincia di Verona. LA PRIMA ESPERIENZA DEL FORUM HOLZBAU A INNSBRUCK, IL 25° FORUM INTERNAZIONALE SULLA COSTRUZIONE IN LEGNO (IHF 2019), CHE TRADIZIONALMENTE SI TENEVA A GARMISCH, SI APRE IL 4 DICEMBRE SOTTO I MIGLIORI AUSPICI! «Possiamo ben dirlo: il primo giorno (4 dicembre 2019 ndr) non è ancora terminato e sono già 2400 gli iscritti partecipanti, abbiamo 160 aziende nella parte espositiva che rappresentano tutta la filiera del legno, e sono presenti i nomi più importanti fra i brand del settore».

UN EVENTO COSMOPOLITA PER IL SETTORE DEL LEGNO STRUTTURALE? «Questo è un evento internazionale che porta operatori da ogni parte del mondo: qui sono rappresentati più di 40 paesi, dall’India fino alla Cina». IL SISTEMA IHF CONTINUA A CRESCERE, QUESTA ESPANSIONE CONTINUERÀ? «Il team dell’Holzbau forum continua a organizzare questi convegni con l’idea di ampliare questo format, noi abbiamo già le date per il prossimo anno (2020) e posso anticipare che in Italia ci incontreremo il 27 di Febbraio a Lazise, quest’anno abbiamo già ricevuto anche moltissime di risposte positive per l’adesione ma soprattutto per l’argomento che abbiamo messo al centro del convegno che riguarda l’influs-

Alcune immagini raccolte durante lo svolgimento dell’IHF 2019 e una fotografia di gruppo nella prima giornata del 25° Forum internazionale sulla costruzione in legno a Innsbruck: da sinistra Hugo Karre, Maximiliam Karre e Sonia Maritan.


CHRONICHAE HOLZBAU FORUM 2019 TI RIFERISCI ALL’IBRIDAZIONE FRA MATERIALI PER AUMENTARE LE CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI? «Senz’altro non c’è più bisogno di essere puristi, il purismo non ci può portare così avanti, e invece dobbiamo guardare lontano se al 9° Forum internazionale dell’Edilizia in Legno abbiamo messo al centro un argomento così attuale come “Il cambiamento climatico”, che è sempre più percepito come un problema in tutti i settori della società e solleva anche questioni in architettura e nelle future soluzioni tecniche. Il forum italiano affronterà alcune interessanti domande dal punto di vista dell’architettura e della costruzione in legno».

so della costruzione sul cambiamento climatico, chiaramente dobbiamo pensare oggi come costruire per avere un certo comfort domani». IN QUALE OTTICA SARÀ AFFRONTATO IL TEMA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO? «L’impatto ambientale sul parco immobiliare è legato alla crescente frequenza di fenomeni naturali, di fronte a questi fenomeni estremi c’è bisogno di una risposta dell’architettura, di iniziare a pensare alle costruzioni di oggi per avere una risposta su questi fenomeni nel domani. E il legno è un buonissimo materiale che poi in alcuni casi può anche unirsi con altri per rispondere meglio».

AL FIGLIO DI HUGO KARRE, MAXIMILIAM, CHIEDIAMO SE AFFIANCARE IL PADRE NEL SUO LAVORO, SEPPUR SPORADICAMENTE, GLI SIA DI STIMOLO? «Io sono ingegnere, e da qualche anno in alcune occasioni aiuto la squadra del Forum Holzbau con tanto interesse e perché per me rappresenta un’occasione preziosa per fare un po’ di pratica, anche perché giustamente mio padre ritiene che prima debba fare le mie esperienze in vari settori, poi eventualmente qui troverò sempre una porta aperta». FRA I TANTI PAESI IN CUI QUESTO FORUM SI SVOLGE, QUELLO ITALIANO È ORMAI ALLE PORTE, IL 9° FORUM INTERNAZIONALE DELL’EDILIZIA IN LEGNO SI TERRÀ AL CENTRO CONGRESSI DELL’HOTEL PARCHI DEL GARDA, A LAZISE IN PROVINCIA DI VERONA, IL PROSSIMO 27 FEBBRAIO 2020 E COME SEMPRE SARÀ CARATTERIZZATO DA UN RICCO PROGRAMMA CONVEGNISTICO. IL TITOLO DI FONDO RIMANE: “COSTRUZIONI IN LEGNO: DALLA PRATICA ALLA PRATICA!” MA IL SOTTOTITOLO È DECLINATO IN QUATTRO CONCETTI CHIAVE: INNOVAZIONI, DURABILITÀ, ECOLOGIA E SVILUPPI. «A grandi passi si avvicina il 9° Forum internazionale dell’Edilizia in Legno, un convegno, nato nove anni fa con l’obiettivo di diffondere la cultura e la conoscenza delle costruzioni in legno, offrendo una piattaforma d’informazioni e di confronto, che dia un contributo alla sempre più grande attenzione verso il legno nel mondo dell’edilizia, e noi siamo pronti a portare il nostro contributo caratterizzato da una rosa di relatori di primo piano e le aziende del settore che sponsorizzano questa giornata perché sono in prima linea nel mettere in pratica le informazioni che qui raccolgono».


CHRONICHAE_HOLZBAU FORUM_ERGODOMUS

Concezione apolide Al 25° Forum internazionale sulla costruzione in legno di Innsbruck 2019 incontriamo l’ingegner Franco Piva, titolare di Ergodomus, uno studio che ha aperto le porte a un mercato internazionale ed è forse stato questo sguardo cosmopolita, concretizzato con un importante progetto in Canada, a fargli vincere un bando Europeo! INIZIAMO DALLA SUA ESPERIENZA IN CANADA, UN CONTATTO CHE TI HA PORTATO A PASSARE MOLTISSIMO TEMPO “FUORI CASA”! «È nato quasi per gioco nel corso del 2018 perché avevo conosciuto delle persone tramite internet interessate al legno, da una visita di qualche giorno sono diventate due settimane e fra tante persone incontrate con alcune abbiamo iniziato una collaborazione e in particolare è iniziata questa esperienza per assistere un’azienda nella costruzione del suo sito produttivo. Attualmente collaboriamo appunto con questa azienda locale che sta realizzando uno stabilimento per produrre l'X-Lam anche se in realtà solo in Italia viene definito così, ma sarebbe più corretto CLT (Cross Laminated Timber, come viene definito comunemente), che sarà il primo in Ontario. È stato fatto da zero e produrranno X-Lam, lamellare e uno spazio per la prefabbricazione, ma avranno anche una zona per assemblare il sistema a telaio quindi faranno costruzioni ibride». IL BILANCIO DI QUESTA ESPERIENZA È POSITIVO, MA SEI RIMASTO STUPITO DI INCONTRARE UNA MENTALITÀ DIVERSA DA QUELLA CHE IMMAGINAVI? «Sì, molto diversa, molto più approssimativa perché non hanno ancora una conoscenza ingegneristica nel settore del legno: noi europei abbiamo un approccio più specifico che ci permette di proporre soluzioni innovative e all’avanguardia. I canadesi hanno però un patrimonio boschivo immenso che dovrebbero valorizzare, altrimenti è come se l’Arabia Saudita non usasse il petrolio che ha. Il dato impressionante, che mai avrei immaginato, è che il materiale grezzo prodotto in Canada costa di più di quello prodotto in Europa e trasportato in Canada». L’X-LAM IN CANADA COSTA DI PIÙ? «Sì, un metro cubo di CLT in Canada costa molto di più di un metro cubo prodotto in Europa e trasportato in Canada, perché la materia prima

base, il tavolame, le tavole essiccate sono una cosa che non fa parte della produzione in Canada, anzi a onor del vero questo vale per tutto il nord America. Manca la segheria, manca tutta la filiera prima dell’incollaggio delle tavole, manca il semilavorato». QUINDI IN CANADA C’È UN “MONDO” DA COSTRUIRE CHE INIZIA COME IN ITALIA CON L’UTILIZZO DELL’X-LAM, PERCHÉ È PIÙ IMMEDIATO E ASSIMILABILE AL CONCETTO DELLA MURATURA? «Qui manca rispetto a certi paesi del Nord Europa la cultura del costruire con il legno e certamente anche in Italia l’X-Lam ha reso molto più facile l’ingresso del legno sul mercato. Infatti, anche in America l’uso del CLT sta crescendo molto velocemente, e per la stessa ragione: perché il cantiere è molto più facile da gestire e poi dà anche una forte sensazione di solidità». GLI INCONTRI CON FRANCO PIVA ALL’IHF SONO DIVENTATI UNA PIACEVOLE CONSUETUDINE, MA A QUESTO 25° FORUM INTERNAZIONALE SULLA COSTRUZIONE IN LEGNO, NELLA NUOVA LOCATION DI INNSBRUCK, LUI HA UN

Un ritratto del titolare di Ergodomus con i due principali collaboratori dello studio, che abbiamo incontrato all’IHF 2019 di Innsbruck: da sinistra a destra, Cristiano Benacchio, David Vicario e Franco Piva. Le altre immagini restituiscono alcuni disegni in tre sequenze di un progetto Ergodomus.


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Le foto si riferiscono al progetto di un edificio multipiano in legno a Modena. Visualizzazione parametri definiti in un software BIM.

APPUNTAMENTO IMPORTANTE A CUI DOBBIAMO LASCIARLO… «Abbiamo vinto un bando Europeo come Consorzio, creato e capeggiato dall’Istituto danese della tecnologia (DTI), il bando fa parte della serie Horizon 2020 rappresentativa di alcuni fra i bandi a livello europeo perché con il 2020 ne partiranno altri e l’intento è quello di fare dei cerchi su gli edifici multipiano in legno a 360°, quindi si parla di BIM, di fisica, di statica, di tecnica, di materiale, etc. Si fanno poi dei test in opera, si crea un mock up da testare e la comunità europea ha messo a disposizione quasi 10 milioni di euro per questo progetto che credo sia quello che ha ricevuto i maggiori finanziamenti di sempre nell’ambito del legno a livello Europeo». IL CONSORZIO È STATO CREATO DALL’ISTITUTO DANESE DELLA TECNOLOGIA? «Sì, siamo un Consorzio di 21 aziende da 12 Nazioni diverse, io rappresento tutta la parte statica del progetto: lo sviluppo dei sistemi costruttivi e delle facciate è in carico a Ergodomus assieme al famoso studio Londinese WTA (Waugh Thisleton Architects). C’è già stato un kick off meeting due mesi fa a Copenaghen, dove ci siamo trovati tutti, una settantina di persone: il DTI Danese è il coordinatore di questo progetto, ed è un progetto che avrà una durata di 4 anni». IN GENERALE, QUESTA OPPORTUNITÀ È NATA PERCHÉ HAI APERTO LE PORTE DI ERGODOMUS A UNA RETE INTERNAZIONALE E L’ESPERIENZA CANADESE HA ANCORA DI PIÙ IMPLEMENTATO QUESTA TUA VOCAZIONE? «Sicuramente ha dato un contributo, sono stato io poi a contattare l’azienda canadese, quindi questo slancio verso il mercato globale è insito nel DNA di Ergodomus. Al WTA di Londra servivano le nostre competenze e dopo anni di collaborazioni avevamo l’aggancio diretto, si fidavano di noi: sono i lavori precedenti che mi hanno creato questi contatti».


CHRONICHAE_HOLZBAU FORUM_ERGODOMUS Terminiamo questo scambio, anticipando ai lettori, che nel corso di gennaio abbiamo creato una sinergia fra Ergodomus, nella persona dell’ingegner Franco Piva, Legislazione Tecnica, nella persona del suo direttore generale dott. Dino de Paolis (www.legislazionetecnica.it) e Struttura Legno, nella persona della sottoscritta, al fine di dare massima visibilità al “Manuale delle costruzioni di legno” che verrà raccontato in più parti suddivise nei corrispondenti capitoli raccolti nel libro, a cui richiameranno brevi presentazioni curate dalle tre figure coinvolte, in modo da evidenziare la ricchezza di contenuti che questo manuale restituisce in termini di Sistemi costruttivi a base di legno; Fisica tecnica e tenuta all’aria; Statica, progetto strutturale, materiali, collaudo; Durabilità, ingegnerizzazione e BIM; Ampliamenti e sopraelevazioni in legno; Dettagli costruttivi ed esempi di realizzazioni.

Falegnami dal 1936, prefabbricatori oggi Al 25° Forum internazionale sulla costruzione in legno di Innsbruck 2019 i flussi di professionisti che si riversano nelle sale convegno sono davvero intensi e stimolano diversi scambi, come quello con Giacomo Veragouth che ci racconta l’antica tradizione della sua famiglia, la conoscenza della materia che ne deriva e la scelta di costruire con il legno che oggi costituisce il focus dell’azienda. OLTRE 80 ANNI FA, CI RACCONTA GIACOMO VERAGOUTH, È NATA UNA FALEGNAMERIA CHE PORTA IL NOME DELLA SUA FAMIGLIA. «Sì, da mio nonno che aveva iniziato con una semplice falegnameria, poi le vicissitudini ci hanno portato a evolvere il nostro campo, prima in settori molto affini all’edilizia e poi alla fine abbiamo preferito concentrarci sul legno e quindi entrare nel mondo della prefabbricazione. Infatti, io non mi definisco un carpentiere ma un prefabbricatore che è una cosa ben diversa». GIACOMO VERAGOUTH È ALL’HOLZBAU FORUM DI INNSBRUCK IN VESTE DI VISITATORE, MA LA SUA COMPETENZA DI COSTRUTTORE TRASPARE SUBITO: GLI CHIEDIAMO QUALE SIA IL VALORE DEL COSTRUIRE CON IL LEGNO, SECONDO LUI. «La forza delle costruzioni di legno è legata alla cooperazione con l’architetto, con l’ingegnere, con il costruttore e con tutte le figure coinvolte affinché la programmazione permetta di andare in cantiere avendo pianificato tutto: è l’ingegnerizzazione che fa la differenza, per questo mi definisco prefabbricatore. La velocità di esecuzione del cantiere cambia in funzione di quanto pianifichi, quindi il progetto e la produzione dei pezzi sono fondamentali per il risultato finale e niente può essere approssimativo».

IL SISTEMA COSTRUTTIVO È LEGATO AL TIPO DI PROGETTO, ALLA DESTINAZIONE D’USO O NE PREDILIGETE UNO IN PARTICOLARE? «Oggi con il legno, lo riscontriamo anche qui in questo congresso, si può fare di tutto e in tutti i modi, ma indubbiamente ci sono determinate direzioni secondo la cultura del Paese. C’è chi identifica nell’X-Lam la soluzione a tutti i problemi perché demanda a terzi la pianificazione, la progettazione e l’esecuzione, chi invece preferisce tenersi “in casa” il know-how, l’esperienza e la materia e predilige la tipologia di

Tre immagini di realizzazioni firmate Veragouth e una fotografia di Giacomo Veragouth, i direttore generale dell’azienda con Pietro Ferrari, l’editore di Web and Magazine, al 25° Forum internazionale sulla costruzione in legno a Innsbruck durante l’intervista di Sonia Maritan.


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7 piani viene realizzata in tempi più brevi, accorciando il tempo previsto “tradizionalmente” di un trimestre, di un semestre o addirittura di anni, l’impresario, il progettista o il privato diventano consapevoli del loro business».

di Sonia Maritan

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costruzione a telaio proprio perché in ogni dettaglio si può fare la differenza. Io sono decisamente un fautore del telaio. Si tratta comunque di due politiche aziendali diverse, in Italia ha fatto enorme breccia l’X-Lam perché il tutto viene risolto prima, anche se oggi in Italia ci sono finalmente studi di ingegneria che iniziano a prediligere la pianificazione e quindi optano maggiormente per il sistema a telaio che da un punto di vista energetico e di efficienza del prodotto è più intelligente». L’AZIENDA VERAGOUTH OPERA A LIVELLO TERRITORIALE E ANCHE PER DESTINAZIONI D’USO PUBBLICHE? «Io sono ticinese dunque lavoro in Svizzera laddove c’è l’attività, perché si tratta di un business del territorio e quindi di un ambito circoscritto. Riguardo la tipologia edilizia, nel campo del legno strutturale, tutti noi costruttori siamo partiti dalla carpenteria e dalle piccole sopraelevazioni, per poi arrivare a palazzi, asili, scuole, fabbriche: abbiamo ormai realizzato di tutto, sia grandi sia piccoli complessi». L’UTENTE FINALE E IL PROGETTISTA RAPPRESENTANO IL VOSTRO TARGET? «Oggi il nostro target è rappresentato da colui che vuole costruire in modo innovativo, la persona che nel progetto investe e che capisce che sta investendo e non sta solo realizzando metri cubi rappresenta il nostro target, perché allora investe intelligentemente e comprende che il tempo è reddito e di conseguenza quando la palazzina di 5, 6 o

QUINDI NON È PIÙ UNA QUESTIONE DI GREEN ECONOMY, MA DI BUSINESS? «Per noi era così 5 o 6 anni fa, adesso siamo andati oltre: in Svizzera esiste  come Casaclima in Italia  la certificazione Minergie che ha compiuto 20 anni e oltre per cui non basta più dire facciamo la casa in legno perché è bella. Io ero a fare questo tipo di conferenze in Italia vent’anni fa, con il Professor Andrea Bernasconi, e ho capito che l’impegno di promuovere una cultura del costruire è un processo molto lungo che distoglie dall’attività quotidiana, e mi sono reso conto che dovevo scegliere: fare il promoter o fare il costruttore. Noi di famiglia siamo falegnami con uno spiccato senso pratico e di conseguenza a me piace “fare”». IN SVIZZERA SI È CREATA UNA CULTURA TALE PER CUI L’UTENTE FINALE DESIDERA AVERE UNA CASA IN LEGNO E LA RICHIEDE DI SUA INIZIATIVA! «Sì, questa è l’altra grande differenza, allora puoi anche iniziare a dire “a te la faccio così”, non solo personalizzandola ma anche scegliendo il tipo di prodotto: perché noi abbiamo un particolare modo di costruire e guardiamo certi dettagli che possono non interessare a tutti, sul mercato ci sono molte proposte diverse. Il percorso di vita di un’azienda, di una struttura che evolve, è comunque figlio del mercato che crea e che trova, per cui a un certo punto stiamo facendo le nostre scelte per andare verso una tipologia di mercato che ci corrisponda maggiormente. Infatti, il colloquio con l’architetto per noi è basilare per avere una visione di quello che si vuole realizzare perché significa andare verso quel tailor made insieme al progettista che l’ha creato, immaginato e disegnato, che apprezza quello che poi rispecchia fedelmente il suo progetto: la realizzazione». LA PRESENZA SUL TERRITORIO, IL KNOWHOW AZIENDALE E L’ATTIVITÀ DI VERAGOUTH COME VIENE COMUNICATA? «Organizziamo delle serate particolari e diverse iniziative con le persone locali creando nel modo giusto il passaparola e coinvolgiamo opinion leader


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colti che si sorprendono della capacità che abbiamo di creare il nostro prodotto e trasmettono a colui che vuole costruire in legno la passione e la competenza della nostra azienda offerta a un giusto prezzo». PIETRO FERRARI CHIEDE SE PERCEPISCANO DAI LORO CLIENTI LA RICHIESTA DI ESSERE EDOTTI IN MERITO ALLA DURATA E LA MANUTENZIONE DELL’EDIFICIO E RIGUARDO LA VITA SUCCESSIVA DELL’IMMOBILE. «No, per noi non è più un problema perché la durevolezza è acquisita, non è più messa in discussione perché è chiaro che una casa di legno è eterna. Oggi quello che chiede l’interlocutore, che ha sempre voluto bypassare l’architetto considerando il suo onere come un costo aggiuntivo  perché per tantissimi committenti l’architetto è un costo in più di cui non sempre comprendono il valore  è di includere il progetto di un professionista. In realtà, lo trasmettiamo noi stessi per primi, perché fa parte della nostra filosofia aziendale e al cliente che si presenta senza architetto spieghiamo che non siamo in grado di fare quello che chiede perché per noi l’architetto è un partner e un accompagnatore indispensabile per la riuscita del progetto: non è colui che si appropria indebitamente dell’8% della costruzione, ma è la figura competente (naturalmente se lo è) che ti fa fruttare il 92% dell’investimento». COME LO VEDE IL MERCATO FUTURO DEL LEGNO NELL’EDILIZIA? «Lo vedo in crescita a livello mondiale, si percepisce qui all’IHF 2019 di Innsbruck. La vera problematica è che in questo settore chi lo fa senza passione e competenza che per me rappresentano una il sinonimo dell’altra, mette in cattiva luce tutto il settore! La costruzione di legno è complessa: se la fai senza coscienza, ti ammazza. Non

voglio spaventare nessuno, però per assurdo è il problema che nasconde tante volte questo fantastico prodotto che è l’X-Lam  che ha indubbie qualità usato in modo adeguato  che io compro e gestisco perché è molto facile attingerci così come lo è metterlo in opera male, cioè il volume si costruisce velocemente e appena consegnato è bellissimo, ma purtroppo lì dietro è necessario avere un’expertise importantissima, pena le problematiche che si manifestano in tempi brevi». E QUAL È LA VIA DELLA QUALITÀ, LA VIA CHE LA GARANTISCE? «Senza dubbio, il passaparola è quello che funziona sempre, cioè chiedi al tuo fornitore se qualcuno parla di te, come hai operato e senza fermarti al primo che ti fa i complimenti, vai a fondo. Inoltre, non bisogna parlare male ma è necessario affrontare le problematiche, ci sono conferenze qui che chiariscono problemi angoscianti e oggettivi, e i professionisti si mettono a disposizione per risolverli. Il fisico della costruzione in Svizzera è diventato uno spartiacque tra il costruire bene e male, mentre in Italia è una realtà che non ha ancora chiarezza e purtroppo non ha ancora il giusto riconoscimento nemmeno l’architetto, e il problema è proprio questo: c’è tutta una categoria di professionisti necessari per costruire che vengono esclusi». LA SUA PREFERENZA PER IL SISTEMA COSTRUTTIVO A TELAIO LA RENDE UN PURISTA? «No, ci sono mille soluzioni che possono anche portare a ibridazioni fra più sistemi e prodotti, proprio perché il bello del costruire è poter scegliere una volta un modo e quella dopo un altro. La nostra filosofia sposa il costruire in un “modo diverso”, cioè costruire con il legno perché il sistema tradizionale è quello legato al cemento armato, al mattone etc., anche se in realtà quando si


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pensa al sistema che riconosciamo come tradizionale oggi dovremmo ricordarci che si tratta di un “tradizionale” post bellico, e che quel periodo identifica anche situazioni in cui si utilizzava impropriamente il materiale, ad esempio il tetto in cemento armato è un controsenso strutturalmente. In altre aree geografiche nessuno si è mai sognato di mettere il cemento armato sul tetto perché lo hanno sempre fatto in legno  in effetti in quei luoghi il sistema tradizionale prevede il tetto di legno. Per il territorio italiano il legno non è più il sistema tradizionale dopo l’era della cementificazione, pur avendo delle aree geografiche dove con il legno hanno fatto tutto e che anche oggi continuano a utilizzare. Tutto nasce dalla scolarizzazione e l’insegnamento di come costruire e quali siano i materiali adatti per realizzare un prodotto contemporaneo». IN DEFINITIVA, RISPETTO AL RESTO D’EUROPA, SECONDO LEI L’ITALIA RAPPRESENTA UN’ANOMALIA PERCHÉ COSTRUISCE PREVALENTEMENTE IN XLAM? «Oggettivamente è un Paese che predilige l’X-Lam, secondo me perché non ha la cultura del prodotto. In Europa ci sono carpenterie che costruiscono case, stalle, tetti da centinaia di anni, mentre in Italia il carpentiere si pensa sia il ferraiolo che mette insieme la struttura metallica di un pilastro in cemento armato. È cultura del costruire, che non dico che sia sbagliata o giusta, ma arri-

va da un'altra strada. Ed è legittimo che chi arriva dopo possa sentirsi lontano dall’approccio che comporta il sistema a telaio, cioè di doverlo studiare e imparare perché rappresenta un modo diverso di costruire rispetto quello che appartiene alla sua tradizione. Invece, in alternativa, possono ordinare il pannello e avere a disposizione dei moduli da assemblare in modo molto semplice e se sbagliano a mettere le viti e il collegamento a terra marcisce, la prossima volta capiranno l’errore! Insomma, prevale la sperimentazione che è più facile, però chi vuole percorrere questa strada si deve prendere le sue responsabilità. Nel libricino che danno all’entrata, con i nominativi di chi si è presentato qui all’IHF 2019, di nomi italiani ne trovi qualcuno ma parlano tedesco, mentre di veri italiani che sono venuti a questo forum, ce ne sono pochi. E non possiamo affermare che ci sia solo un modo di costruire con il legno, perché si fa davvero in tanti modi diversi». TANTI MODI IN CHE SENSO? I SISTEMI COSTRUTTIVI SONO SOLO ALCUNI… «Alludo all’ibridazione, anche senza aggiungere altri materiali, semplicemente, ad esempio, mixando i sistemi costruttivi: si fa spessissimo utilizzando il telaio per le pareti e i solai per l’X-Lam. Di possibilità ce ne sono davvero moltissime, per questo è così affascinante, ma a un certo punto capisci che non puoi imparare questo mondo in un semestre, perché è un percorso in continua evoluzione che non si smette mai di studiare. All’IHF 2019 ci sono i nomi di tutte le facoltà universitarie e a parer mio in Italia purtroppo l’apparato accademico è debole e bisogna farlo capire, perché la potenzialità italiana è enorme». IN ITALIA, CI SAREBBE MOLTO DA RICOSTRUIRE E RIQUALIFICARE SUL FRONTE ENERGETICO, SISMICO, E SEMPLICEMENTE PERCHÉ IL PAESE È VECCHIO E LA CULTURA DELLA MANUTENZIONE SCARSA. «Sì, certo c’è un parco edilizio da riqualificare, ma il problema è che “vengono giù” le costruzioni nuove, per cui bisognerebbe avere il coraggio di fare tabula rasa ed eliminare le cose sbagliate perché dove c’è un errore bisogna correggerlo. Una volta che in Italia si inizierà a capire che cosa significhi fisica da costruzione – ad esempio vuol dire isolare – alla fine comprenderà, come tutta l’Europa sta capendo, che la direzione più logica è il legno». ALLO STESSO MODO  INTERVIENE PIETRO FERRARI  BISOGNA SOTTOLINEARE IL FATTO CHE QUANDO I POLITICI VANNO NEI PAESINI TERREMOTATI PRO-


CHRONICHAE_HOLZBAU FORUM_VERAGOUTH METTENDO CHE RICOSTRUIRANNO QUEL LUOGO COME PRIMA, STANNO DICENDO LA COSA SBAGLIATA. E POI È NECESSARIO RICOSTRUIRE CON UN CONCETTO ARCHITETTONICO E URBANISTICO NUOVO CON IL LEGNO. «Lei ha appena sottolineato tre cose che non fanno, primo non si ha il concetto urbanistico, secondo non ricostruiscono e terzo non usano il legno: a me non interessa che non usino il legno, ma solo che facciano la cosa giusta, e senza l’architetto la cosa giusta non si fa, ed è verissimo e per questo identifico nel mio cliente l’architetto». CERTO, PERÒ QUESTO CI FA TORNARE ALLA SCOLARIZZAZIONE SULLA MATERIA LEGNO E SUL COSTRUIRE CON IL LEGNO, E IN EFFETTI SE PENSIAMO ALLA SVIZZERA, DALLE UNIVERSITÀ ESCONO ARCHITETTI PIÙ PREPARATI PERCHÉ LÀ CI SONO DEI CORSI SPECIFICI, TRA L’ITALIA E LA SVIZZERA FORSE LA DIFFERENZA PARTE PROPRIO DA QUI! «Io mi sento di dire che l’architetto Italiano a volte non è preparato, ma soprattutto è più frustrato perché è una figura professionale non considerata. Io ho costruito in Italia, a Milano, a

Pavia, siamo arrivati fino a Rimini e poi abbiamo costruito anche l’ambasciata svizzera a Tirana 15 anni fa, nel frattempo è tremata e mi hanno detto che non è successo nulla. La scelta è ricaduta sulla Svizzera perché volevano costruire un prefabbricato di legno certificato Minergie. Nel mio Paese è stato deciso che tutti gli edifici pubblici devono essere certificati Minergie1 che è sinonimo di costruire bene. Purtroppo, secondo una certa mentalità i certificati vengono ritenuti inutili perché costano. E poi i ponti crollano perché sono tutti da ristrutturare, e sono probabilmente tutti fatti “un po’ così”, ma quando costruisci tu come cliente devi essere molto attento e capire chi hai veramente davanti: chi costruisce ci metti la faccia oppure ci metti il portafogli, qual è la sua motivazione? A Milano abbiamo visto un grande cambiamento negli ultimi 10 anni, abbiamo visto che cos’era l’Expo: tutto in legno e anche di qualità». 1. Minergie è dal 1998 lo standard svizzero per comfort, efficienza e mantenimento del valore nel tempo. Al centro viene posto il comfort abitativo e lavorativo per gli utenti, sia per nuove costruzioni che per ammodernamenti.


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Appunti dai convegni

Sistemi di giunzione e fissaggio, adesivi, tecnologie e frontiere digitali nelle costruzioni in legno. Nelle aree urbane europee spesso mancano spazi abitativi che siano rapidamente disponibili, di alta qualità e convenienti anche per le persone con minor disponibilità economica. In questa situazione, la costruzione di legno può rispondere bene grazie alla prefabbricazione su scala industriale e alla competenza BIM avanzata, perché riduce significativamente i tempi di costruzione e crea nuovi edifici tecnicamente maturi che sono efficienti dal punto di vista energetico e rispettosi del clima. Inoltre, la costruzione in legno è particolarmente adatta per ulteriori ampliamenti di edifici esistenti Condizioni quadro, approcci e potenziale per alloggi a prezzi accessibili in legno. Moderazione/Organizzazione: Melanie Brunner, LIGNUM - Industria del legno Svizzera, Zurigo (CH). Questi i temi che hanno aperto la prima giornata di lavori a Innsbruck il 4 dicembre 2019.

La prima parte del prologo I ha affrontato il tema della "costruzione semplice" in vista della meccanizzazione degli edifici: un argomento che sta prendendo piede e sono stati presentati due progetti, le case di ricerca di Bad Aibling e il Centro agricolo Salez in Svizzera. La seconda parte del prologo I era dedicata al tema dell'architettura in legno e ha fornito una panoramica dell'affascinante lavoro dell'architetto di fama mondiale Bijoy Jain, Studio Mumbai Architects in India, e delle sue strategie che sono caratterizzate da un artigianato di forte impronta tradizionale “Semplice, appropriato al materiale e innovativo”. Moderazione/Organizzazione: Prof. Hermann Kaufmann, Università tecnica di Monaco (DE) in collaborazione con «aut. architettura e Tirolo» Innsbruck (AT). Il prologo II era legato alle esigenze di aziende, dipendenti e catena del valo-

Quartier Deux-Rives a Strasburgo.


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Le immagini si riferiscono alle grandi costruzioni di cui si è parlato in occasione di IHF 2018 e 2019 e di cui riportiamo i riferimenti vicino alle rispettive fotografie.

Whisky Distillery Macallan - Wiehag.

re che stanno diventando più complesse a causa della digitalizzazione. Sono necessarie informazioni completamente utilizzabili sulla base di strutture di dati uniformi, che a loro volta consentano un confronto ottimale delle informazioni tra attività e discipline. Inoltre, devono essere prese in considerazione anche le possibilità e i limiti legali al BIM e le esigenze del personale nel nuovo settore professionale legato al coordinamento in ambito BIM. La digitalizzazione crea anche opportunità attraverso la combinazione di diversi sistemi di prefabbricazione “Digitalizzazione Produzione, BIM e Industria 4.0”. Moderazione/Organizzazione: Georg Lange, Associazione federale degli edifici prefabbricati tedeschi (BDF), Bad Honnef (DE) e Christian Murhammer, Associazione austriaca delle case prefabbricate (ÖFV), Vienna (AT). Quali opportunità e sfide derivano dalla digitalizzazione dell’azienda? Che influenza ha la digitalizzazione sulla cultura aziendale e gestionale? Come conquistare e fidelizzare nuovi clienti, aprire mercati interessanti, semplificare i processi aziendali, mantenere le reti? Il prologo III di Timber Construction Europe rispondeva a queste e ad altre domande attraverso un viaggio nel tempo del futuro digitale, la gestione del marchio in un mondo digitale, l'economia della condivisione delle reti imprenditoriali per un mercato in crescita con un grande potenziale, e ancora si poneva la domanda sulla digitalizzazione nell'industria artigianale per capire se la trasformazione digitale possa costituire un fattore di successo oppure no. “Dare forma alla trasformazione digitale in azienda: riconoscere le sfide, cogliere le opportunità”. Moderazione/Organizzazione: Hans Rupli, HANS RUPLI GmbH, Zurigo (CH) Peter Aicher, Presidente Timber Contruction Europe, Berlino (DE). La costruzione in legno si è sviluppata rapidamente negli ultimi decenni. I

padiglioni e le strutture a ponte di grandi dimensioni, nonché gli edifici residenziali e per uffici a più piani in legno sono ora ampiamente utilizzati. Collegamenti di alta qualità e affidabili sono i requisiti di base per questi sviluppi. L'uso di prodotti in legno duro ma anche di aree di applicazione nuove e allo stesso tempo più impegnative del materiale da costruzione in legno richiedono uno sviluppo continuo nel campo della tecnologia di connessione, nonché soluzioni nuove. In questo IV prologo si è parlato di dispositivi di fissaggio meccanici piatti, raccordi per tasselli e aste filettate incollate in faggio lamellare, Eurocodice 5: 2022 -, introduzione alla nuova sezione sui rinforzi con particolare attenzione ai rinforzi di pressione trasversale per la trasmissione del carico, comportamento portante delle viti in legno di faggio, problemi e soluzioni per l'avvitamento di prodotti in legno, viti per legno autoperforanti: coppia di avvitamento o resistenza di estrazione e imperfezioni

Mjøstårnet - Grattacielo in legno a 18 piani - Moelveen.


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Aeroporto internazionale Mactan Cebu - Rubner Holzbau.

di posizione “Forum Tecnica di collegamento”. Moderazione/Organizzazione: Prof. Dr.Gerhard Fink, Università di Aalto, Helsinki (FI) - Aalto University of Helsinki, Helsinki (FI)]. Il 5 dicembre 2019, durante la seconda giornata, il tema principale era incentrato sul legno in rapporto all’ambiente. L'industria del legname, come altri settori, dipende dall'ambiente politico ed economico. È quindi importante considerare le tendenze politiche a livello nazionale e internazionale nonché gli sviluppi economici nel contesto di una conferenza internazionale. Senza storia non c'è futuro nel presente. La costruzione in legno era un metodo di costruzione dominante, determinato dalla regione e dalle risorse  persone e foreste. Molto è stato perso o ignorato nel secolo scorso. La scarsità di risorse, i cambiamenti climatici e la digitalizzazione hanno aperto gli occhi a tutti e hanno fatto crescere la costruzione in legno negli ultimi due decenni. Il «Forum internazionale sulla costruzione in legno» ha scritto questa storia a breve termine e contribuirà a dare forma al presente per la costruzione in legno del futuro. “Costruisci sul collaudato e modella il futuro”. Moderazione: Prof. Dr. hc Heinrich Köster, Technical University Rosenheim, Rosenheim (DE). Sia in campagna sia in città, la costruzione in legno a più piani e di grandi volumi ha riscontrato successo, a causa delle condizioni sociali ed ecologiche ha avuto in tutto il mondo un’accettazione progressiva data dalla consapevolezza. Oltre ai noti "grattacieli di legno", ci sono anche eccezionali esempi di edifici residenziali e complessi interi realizzati. Gli sviluppi nel settore tecnologico e la crescente digitalizzazione e robotizzazione nel controllo del processo produttivo fino alla realizzazione dell'immobile hanno aumentato la quota di mercato della costruzione di legno negli ultimi anni, in particolare nella

costruzione a più piani. Una mancanza di standardizzazione e un’accurata pianificazione e budget sono le condizioni essenziali che richiedono nuovi approcci dalla pianificazione alla realizzazione dell’opera. Le tecnologie di produzione parzialmente e completamente automatizzate, controllate da programmi sempre più evoluti, sono mediamente disponibili nelle società di costruzioni in legno. I sofisticati strumenti software di progettazione e visualizzazione sono utilizzati negli uffici tecnici e negli studi di architettura e i programmi di simulazione numerica ad alte prestazioni sono ora standard nell'ingegneria strutturale. Il collegamento e il feedback di progettazione, pianificazione strutturale, piani di produzione dettagliati e quindi produzione e costruzione di edifici in processi cyber-fisici (parzialmente) robotici sono solo all'inizio. Due progetti pionieristici a questo proposito illustrano il potenziale, in particolare per le nuove tecnologie di giunzione, il BUGA Wood Pavillion: superficie a forma libera realizzata con segmenti a tolleranza zero fabbricati roboticamente e il nuovo edificio Swatch Group Biel  una pietra miliare nella storia della costruzione in legno. La versatilità del legno come materiale da costruzione si riflette nella scena internazionale dell'architettura. Nuove tecniche di giunzione e combinazioni di materiali creano i modelli per nuove aree di applicazione. Con una selezione di progetti attuati di importanza internazionale, viene fornita una panoramica dei vari possibili usi del legno e dei materiali a base di legno in combinazione con altri materiali nelle costruzioni moderne. Nella seconda giornata si è parlato poi anche dello sviluppo dell’Holzbau. L'International Timber Construction Forum è un punto d'incontro per molte aziende innovative, sviluppatori di prodotti e ricercatori nel settore delle costruzioni in legno. Con il blocco "Ricerca e Sviluppo" gli organizzatori dell'IHF vogliono offrire una piattafor-


CHRONICHAE_HOLZBAU FORUM 2019 ma internazionale sempre attiva  per la presentazione dei risultati della ricerca, per lo scambio con le aziende e per l'avvio di nuovi progetti di ricerca. Infatti, sono stati ripresi alcuni temi, come quello legato alle giunzioni. I componenti monolitici soggetti a sollecitazioni di flessione con accumulo di materiale nel mezzo delle altezze della sezione trasversale non sono efficienti sotto il profilo delle risorse. Al contrario, le piastre scanalate e le travi scatolari consentono di ottimizzare combinazioni di materiale e geometria per prestazioni e quantità. Le tecnologie di giunzione/incollaggio di nastri e doghe sono cruciali per l'efficienza economica. La norma DIN 1052-10: 2012 per la prima volta ha definito le condizioni al contorno e i dettagli di progettazione degli adesivi per pressa per viti, che in combinazione con viti autoperforanti e adesivi adatti consentono serie molto efficienti e produzione individuale di connessioni a costole. Con la nuova versione delle norme DIN 1052, le dimensioni, la fabbricazione e l'uso di elementi a nastro incollato si espanderanno in modo significativo “Pannelli a coste e travi scatolari: elevate prestazioni ed efficienza dei materiali”. Moderazione: Dr. Simon Aicher, MPA University of Stuttgart, Stuttgart (DE)]. La densificazione urbana, la conversione delle terre commerciali e industriali esistenti, inattive e desolate, e la rivitalizzazione associata di quartieri con valori di vita significativamente più alti rappresentano un compito centrale per tutte le città del mondo. La costruzione di legno gioca un ruolo chiave in questo contesto. Ciò deriva dalla combinabilità quasi illimitata del legno con altri materiali e strutture esistenti grazie ai suoi vantaggi in termini di peso, ai

Gare Maritime Bruxelles - Achim Birnbaum.

Gare Maritime Bruxelles - Extensa.

rapidi tempi di costruzione, all'implementazione ideale dei concetti di sostenibilità obbligatori e alla fattibilità di linguaggi di progettazione visionari. Eventuali dubbi al riguardo sono irrevocabilmente cancellati dai progetti presentati come quello intitolato “Rinascita nel legno: da un vecchio impianto di produzione abbandonato a un moderno centro tecnologico”. Albino Angeli, X-LAM Dolomiti  Castel Ivano (IT), oppure il “Bernapark - una fabbrica in disuso diventa un quartiere visionario”. Nik Stuber e Markus Steiner, Stuber & Cie, Schüpfen (CH), o ancora “L'aventure Nature & Découvertes vecchi archi in acciaio come struttura portante per una nuova sede aziendale”. Jean-Claude Baudin, Charpente Cénomane, Requeil (FR) e infine il


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Cambridge Mosque - Marks Barfield Architects.

“Gare Maritim - La moderna costruzione in legno fa rivivere quello che una volta era il più grande cantiere merci d'Europa”. Heinz Thurik, ZÜBLIN Timber, Aichach (DE) Rivitalizzazione e conversione di strutture esistenti. Moderazione: Dr. Simon Aicher, MPA University of Stuttgart, Stuttgart (DE). Il 6 dicembre 2019 l’accento è stato posto sul valore di biocompatibilità del materiale. Le costruzioni di legno sono caratterizzate da peculiarità ecologiche che nessun altro materiale da costruzione possiede. Consegnato dalla natura e rinnovabile, il legno soddisfa le proprietà fondamentali per il nostro futuro. Tutti coloro che sono coinvolti nei processi di costruzione sono tenuti a considerare il legno come materiale da costruzione di valore assoluto, ancor più che in passato perché oggi si è vestito di un “abito” ingegnerizzato. Il Blocco A di questa giornata è stato dedicato anche a opere particolari come la costruzione di una palla di legno alta 40 metri oppure come l'architettura del legno fra le cime degli alberi (approfondimenti di decenni di costruzione di torri di avvistamento in legno qui ingegnerizzate), o ancora con l’esperienza nella costruzione e nel funzionamento della prima turbina eolica con una torre di legno: la Timber Tower. Il legno strutturale non consente solo di realizzare edifici alti e industriali.

Le imponenti strutture ingegneristiche possono anche essere implementate usando il legno come materiale da costruzione principale. Ponti e torri hanno sempre avuto un fascino speciale per progettisti e appaltatori. Utilizzando in particolare la conoscenza della protezione costruttiva del legno vengono create strutture speciali con una pianificazione dettagliata e specifica per i materiali. Il legno in combinazione con altri materiali da costruzione implementa le sue performance nelle costruzioni moderne “Strutture ingegneristiche: ponti, torri, piattaforme”. Moderazione: Prof. Volker. Il Blocco B moderato dal Professor Michael Flach, Università di Innsbruck, Innsbruck (AT) è stato dedicato alla reinterpretazione della costruzione della sala. Le sale in legno ad ampia campata sono realizzate con una varietà di tipi di strutture che sono caratterizzate da un risparmio di materiale e approcci efficienti. Dalle capriate spaziali, dalle strutture pieghevoli alle costruzioni a conchiglia, sono caratterizzate da sistemi di supporto multiasse di grande eleganza e snellezza. Sono stati presentati diversi tipi di strutture: dal meccanismo pieghevole piramidale alle strutture pieghevoli in legno lamellare incrociato, alle strutture a conchiglia reticolare per il giardino botanico di Taiyuan (Cina). I Concetti a prova di futuro per le costruzioni in legno a più piani hanno invece riguardato il Blocco C moderato dal Professor Andreas Müller, Università di scienze applicate di Berna, Biel/Bienne (CH). Il costruire con il legno si è affermato anche ben oltre il limite dei grattacieli negli edifici a più piani. Un numero molto elevato di edifici alti con strutture di supporto in legno è stato costruito in tutto il mondo negli ultimi anni. Le esperienze fatte sono costantemente positive, ecco perché sempre più investitori stanno optando per la costruzione in legno in questa tipologia di edifici. La pianificazione lungimirante nella costruzione in legno evita sorprese nel processo di costruzione e porta a una sicurezza dei costi elevata. Gli edifici realizzati hanno approcci concettuali molto diversi, mentre inizialmente erano prototipi, ormai si stanno creando alcuni trend emergenti. Esempi di edifici in legno a più piani hanno riguardato grattacieli modulari in legno, edifici in legno a più piani con celle, moduli-ambiente con struttura in legno leggero, dal prototipo allo smart tuttofare e molto altro. Il blocco D, Adventure Research, moderato dal Professor Stefan Winter TUM.wood, Monaco (DE), presenta gli ultimi sviluppi e i dibattiti, e ha fornito


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Cambridge Mosque - Blumer-Lehmann AG.

approfondimenti sul dinamico mondo della ricerca del legno e ha creato un forum di discussione che nella I parte rispondeva alla domanda: Di quanta tecnologia edilizia necessita una casa? Il settore dell'edilizia consuma circa il 50% dei combustibili fossili e ciò può essere ridotto in modo significativo, ad esempio attraverso un involucro edilizio a risparmio energetico. Si riscontrano due trend opposti: una tendenza alla semplificazione radicale che rende le cose molto più semplici per le persone, e all'altro estremo sempre più tecnologia con concetti di controllo sempre più complessi. Semplicemente intelligenti. Il compromesso? Portare anche il contributo tecnologico a un livello pratico e per citare Albert Einstein: «Le cose dovrebbero essere fatte nel modo più semplice possibile. Ma non è così facile». La II Parte ha guardato al futuro proponendo un ripensamento della modificazione del legno. Le materie prime rinnovabili sono essenziali per lo sviluppo sostenibile. Qui, il legno svolge un ruolo speciale come materiale e futuro materiale ad alte prestazioni grazie alla biocompatibilità del ciclo di vita della costruzione. Le proprietà avverse del legno come la stabilità dimensionale limitata o l'infiammabilità possono essere trasformate in modo decisivo dalla sua modificazione. La modificazione mirata del materiale genera anche proprietà completamente nuove. In questo modo, è possibile definire anche effetti ottici speciali o proprietà di attuazione al fine di sviluppare nuovi materiali per future applicazioni ad alte prestazioni. L’epilogo ha riguardato “la costruzione in legno: stoccaggio delle materie prime e sua riciclabilità”, moderato dal Professor Wolfgang Winter, Università di Tecnologia di Vienna, Vienna (AT). Nel corso dell'industrializzazione e della relativa produzione e lavorazione mec-

canica di massa nel secolo scorso, il riutilizzo è diventato sempre più complesso e poco interessante rispetto al "nuovo". Con l'attuale crescente enfasi sull'equilibrio ecologico e l’"energia grigia" nella costruzione di un edificio, i componenti e i materiali riutilizzabili stanno invece diventando sempre più interessanti. Tuttavia, agire e pensare per cicli è complesso e richiede nuovi approcci e processi da parte dei pianificatori. Ad esempio, le idee costruttive e la disponibilità del materiale richiesto sono reciprocamente dipendenti e devono essere pensate fin dall'inizio. I componenti devono essere registrati e catalogati con precisione, il che potrebbe supportare la crescente digitalizzazione nel settore delle costruzioni. Le relazioni di questa parte conclusiva enfatizzano il legno come materiale da costruzione circolare, i principi naturali per l'edificio, la certificazione Cradle to cradle.

A FORUM BETWEEN AUSTRIA AND ITALY We open the report dedicated to the 25th International Forum on Timber Construction in Innsbruck recalling the 9th International Forum of Timber Construction which will be held in Lazise on 27 February 2020, an event now imminent that wants to promote timber construction and offer a platform to create a positive trend towards this material. We report the conference program, remembering that this "global" forum network represents one of the most authoritative initiatives in the sector thanks to the formula that characterizes it: the heart is in fact given by the intense training activity and by a crown of companies from the sector around that complete and enhance the presence of speakers, industry experts who attract numerous and attentive audiences. Everything is in fact orchestrated by the conference moments that mark the time of a day dedicated to knowledge. In this same context, at the IHF 2019 in Innsbruck we met the organizer of these events: Hugo Karre, the representative of an engineering firm: Franco Piva and the owner of a company that produces frame systems: Giacomo Veragouth. It was interesting to hear about the same topic from three different angles and we want to share these exchanges with readers and fans of this world.


COLLOQUIUM HUNDEGGER www.hundegger.de di Sonia Maritan

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Un successo di squadra

A Klimahouse, Hundegger Italia “gioca in casa” per la vicinanza della sede alla struttura fieristica e questo ha portato due novità degne di nota: la partecipazione all’edizione 2020, dove abbiamo incontrato allo stand di Hundegger Italia, Doris Klauser (Ufficio commerciale/marketing) e Ugo Campeotto (Responsabile commerciale). E, proprio in occasione di Klimahouse la visita della nuova sede di Hundegger Italia, con il suo Amministratore delegato Luca Dal Bianco, che sei mesi fa si è ulteriormente avvicinata alla struttura fieristica per disporre di uno spazio più grande e più visibile del precedente: lo abbiamo inaugurato con un’intervista!

In apertura, i nuovi uffici di Hundegger Italia: ampie vetrine riempiono di luce gli spazi interni raffigurati nelle fotografie successive. Sotto nell'ufficio direzionale: Luca Dal Bianco con Sonia Maritan durante l'intervista.

INNANZITUTTO PARLIAMO DELLA NOVITÀ CHE RIGUARDA LA PRESENZA DI HUNDEGGER A KLIMAHOUSE. «Siamo espositori per la prima volta a KlimaHouse 2020, quest’anno considerata anche la vicinanza con la fiera abbiamo deciso di provare ad aderire con un piccolo spazio espositivo perché abbiamo constatato negli anni che molti dei nostri clienti fanno visita a questa fiera e abbiamo quindi ritenuto che lo stand potesse figurare come una “presenza di cortesia” per creare un punto d’incontro o anche semplicemente per fare un saluto a un “ospite” di passaggio: cerchiamo sempre di tenere il contatto con il cliente». USCENDO DALLA FIERA DI BOLZANO VERSO SINISTRA E SVOLTANDO SULLA

PRIMA STRADA A SINISTRA, DOPO POCHI PASSI UN’AMPIA VETRINA A LIVELLO DELLA STRADA ANNUNCIA CON I COLORI PRIMARI DEL NOTO MARCHIO HUNDEGGER LA PRESENZA DEGLI UFFICI DELLA SEDE ITALIANA. NON SERVONO DOMANDE PER CAPIRE CHE GLI UFFICI E IL MAGAZZINO HANNO ACQUISTATO IMPORTANZA SIA IN TERMINI DIMENSIONALI SIA DI PRESTIGIO GRAZIE ALLA POSIZIONE CHE ASSICURA UNA VISIBILITÀ MAGGIORE, MA ANCHE UN’OSPITALITÀ PIÙ MARCATA TRASMESSA DALLE GRANDI VETRATE CHE ANTICIPANO GLI UFFICI INTERNI E LA LUCE CHE RENDE GLI SPAZI PIÙ GRADEVOLI. «In effetti, le novità sono due perché l’anno scorso a luglio c’è stato anche il trasferimento della nostra sede, per la verità a poche centinaia di metri dalla


COLLOQUIUM_HUNDEGGER

precedente, in uno spazio più grande. Con il 2020 sono passati sei anni dalla nuova gestione Hundegger Italia. Quando siamo partiti, avevamo davanti un momento difficile in cui il mercato era sottotono, ma forse quel periodo si è tradotto anche nel momento più giusto per il rinnovo che la casa madre di Hundegger Germania aveva pensato per il mercato italiano. Quindi siamo partiti con un ufficio piccolo e fortunatamente con il tempo il mercato si è rinvigorito, il fatturato ha continuato a crescere, naturalmente anche grazie all’evoluzione continua che è stata fatta sulle macchine e le nuove soluzioni proposte in questi anni. Questa evoluzione ha portato negli anni a un aumento costante dell’organico e la necessità di una riorganizzazione del magazzino ricambi». LA CRESCITA DELLA HANS HUNDEGGER AG È DIMOSTRATA DAL FATTO CHE CI SONO LUNGHE LISTE DI ATTESA PER AVERE LE MACCHINE, UN DATO CONCRETO E OGGETTIVAMENTE POSITIVO, MA COME FARÀ HUNDEGGER A RISPONDERE A QUESTE RICHIESTE IN CONTINUA CRESCITA? «Come ogni aspetto aziendale, cerchiamo di prendere la situazione di petto per trovare una soluzione possibile, anche se non è facile, proprio per le dinamiche legate al processo produttivo, nonostante l’azienda abbia sempre cercato di crescere rispondendo alle richieste del mercato. Sappiamo di avere delle potenzialità di fatturato maggiori, che però non possiamo soddisfare anche per la complessità dei nostri impianti, stiamo comunque studiando delle nuove soluzioni che dovrebbero già da quest’anno portare dei benefici al ciclo di produzione dei nostri macchinari. Considerato che le nostre macchine non si possono standardizzare, perché ognuna viene creata e personalizzata

secondo le diverse esigenze, abbiamo bisogno di spazi sempre più ampi per rispondere a questa grande richiesta di macchinari che ormai non riguarda un anno eccezionale o un periodo limitato, ma che dura già da diversi anni». COME RIASSUMERESTI INVECE L’ANDAMENTO DELLA HUNDEGGER ITALIA? «Hundegger Italia è parte di questa “grande ruota”, e quindi porta il suo contributo, da sei anni a questa parte sono aumentati i tecnici come il personale in ufficio per cercare di rispondere alle esigenze dei nostri clienti, e appunto questa evoluzione importante di Hundegger ci ha portato a valutare e poi prendere atto della necessità di questa nuova sede per essere anche noi, nel nostro piccolo, più preparati: stiamo crescendo insieme a tutta l’azienda». LA CRESCITA DI HUNDEGGER ITALIA QUINDI SI LEGA ANCHE A UN MERCATO GLOBALE MOLTO VIGOROSO? «Sì, oltre alla crescita del mercato italiano c’è quella piuttosto importante dell’Europa, e siamo in continua crescita a livello globale! Di conseguenza anche le filiali devono seguire la crescita dell’azienda.


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Cambium, che da qualche anno è diventato l’unico software che Hundegger utilizza per tutto il parco macchine. Mentre prima avevamo adibito delle vere e proprie aule con le postazioni in una sezione dell’azienda, con il nuovo stabilimento uno spazio ad hoc è stato preposto per questi corsi di formazione, insieme allo showroom che metterà in mostra tutte le tecnologie Hundegger».

Nella nuova struttura a ogni ufficio corrisponde un ambito preciso: contabilità, commerciale, marketing, magazzino e vendita. Intenti nel proprio lavoro, ci sono, Carmela Di Francesco sopra e Samantha Zeni sotto, mentre nella pagina accanto il magazzino è presieduto da Fabiano Pergher. Sotto, infine, lo stand di Hundegger a Klimahouse 2020, nella foto, da sinistra, rappresentato da Ugo Campeotto, Doris Klauser e Luca Dal Bianco.

La casa madre è in continuo fermento, quest’anno è prevista l’inaugurazione del nuovo showroom, un nuovo stabilimento molto grande e importante, che probabilmente sarà inaugurato nel prossimo autunno con: “I giorni dell’innovazione”, evento che da parecchi anni viene organizzato all’interno della Hans Hundegger AG. Questo nuovo showroom con scuola annessa rappresenta però un’ulteriore evoluzione, uno spazio preposto dove viene svolta la formazione ai nostri clienti prima che venga installato il macchinario nuovo. Il corso, in madrelingua, ha una durata di tre giorni e agevola l’occasione di studio, di approfondimento e di preparazione all’utilizzo del nuovo macchinario, ma rappresenta anche un’occasione piacevole di rapporto e contatto con i clienti che vengono in Germania a visitare la casa madre».

UNA RISPOSTA INTANTO È ARRIVATA CON LA NUOVA SEDE ITALIANA. VISITIAMO IL MAGAZZINO MOLTO ORDINATO DI CUI È RESPONSABILE FABIANO PERGHER: SUGLI SCAFFALI PER LO PIÙ SONO COLLOCATI PICCOLI PEZZI DI RICAMBIO E UTENSILI? «Sì, abbiamo organizzato il magazzino in modo da avere tutto il materiale di prima necessità, praticamente sempre pronto in casa per poter cosí far fronte in tempi rapidi al maggior numero di problematiche che si possono verificare sui Centri di lavoro. Abbiamo anche riscontrato che sono molti i clienti che per piacere o esigenza vengono direttamente a ritirare il materiale presso la nostra sede e quindi per dare un servizio in più alla nostra clientela abbiamo voluto creare un magazzino più grande e disporre di un numero maggiore di articoli. In previsione dell’avvento di nuovi macchinari e quindi della necessità di più pezzi di ricambio abbiamo pensato appunto di fare questo investimento nella struttura dei nuovi uffici. Fabiano gestisce i ricambi e c’è tanto lavoro essendo molti i macchinari, le manutenzioni e la ricambistica, senza trascurare gli utensili di qualitá studiati e realizzati per rendere al meglio sui nostri centri di lavoro: cerchiamo di essere sempre più efficienti».

I TRE GIORNI DI FORMAZIONE ERANO NATI PER DARE ISTRUZIONI SUL SOFTWARE CAMBIUM, ORMAI LEGATO A TUTTE LE TECNOLOGIE HUNDEGGER? «Sì, la formazione è stata inserita con l’avvento del nuovo software

È POSSIBILE FARE UNA PREVISIONE DEI PEZZI CHE SERVONO AI VOSTRI CLIENTI? «In linea di massima sì e a tale scopo cerchiamo di programmare con loro le manutenzioni. I nostri tecnici esterni eseguono dei sopraluoghi presso i


COLLOQUIUM_HUNDEGGER rizza la fiducia reciproca, molti clienti davanti all’investimento che devono affrontare si affidano molto ai nostri consigli, consigli dettati e maturati su una prospettiva ben più ampia che riscontriamo nei mercati più importanti, sulle dinamiche, le decisioni e le soluzioni che proponiamo sui nostri macchinari. Penso che una delle basi fondamentali del successo Hundegger, sia anche dato dal rapporto che riusciamo a instaurare con i nostri clienti».

clienti e quindi abbiamo il tempo di organizzarci in modo da avere le giuste quantità di materiali a magazzino, soprattutto nei mesi in cui i nostri clienti hanno periodi di calo di lavoro e impegnano il tempo nelle manutenzioni dei macchinari. In quei momenti chiaramente la mole di lavoro anche a livello di magazzino aumenta. In caso di emergenza, se non abbiamo “in casa” i ricambi, facciamo partire la spedizione direttamente dalla sede di Hawangen che però è più costosa. Per questo ci siamo organizzati in modo da ricevere una consegna settimanale dalla nostra casa madre, che ci permette di reintegrare in magazzino il materiale utilizzato o di ordinare ricambi particolari, che vengono poi smistati ai clienti con costi di spedizione notevolmente inferiori rispetto alla spedizione diretta dalla Germania». HUNDEGGER GARANTISCE QUINDI UN SERVIZIO A 360°, OLTRE CHE CON LA RICAMBISTICA PER LA MANUTENZIONE E IL NUOVO ANCHE CON L’USATO? «Certamente, l’usato è sempre un valore aggiunto per i macchinari Hundegger, le nostre macchine hanno valutazioni che durano nel tempo; molte piccole aziende cercano il primo approccio con un centro di lavoro Hundegger usato, per questo ci mettiamo a disposizione per organizzare ed effettuare il montaggio, la formazione e l’assistenza. Cerchiamo di curare ogni aspetto basandoci sulla considerazione secondo la quale se si riesce a dare un buon servizio e ottenere la fiducia del cliente, il rapporto si fidelizza e certamente nel tempo sarà reciprocamente vincente». LAVORARE IN ARMONIA VALORIZZA I RAPPORTI UMANI E RENDE ANCHE LE GIORNATE PIÙ APPAGANTI, D’ALTRA PARTE ANCHE QUANDO COMPRI UNA MACCHINA, INSTAURI UN RAPPORTO CON LA CONCESSIONARIA ED È QUESTA A STABILIRE CON QUALE MODALITÀ APPROCCIARE IL CLIENTE! «Sicuramente il rapporto umano valo-

COME IL MAGAZZINO ANCHE LA ZONA UFFICI È PIÙ AMPIA: OGNUNO ADESSO HA IL SUO UFFICIO? «Sì in questo modo si ha più autonomia, perché ognuno ha il proprio ruolo all’interno della struttura e risponde di un comparto preciso: contabilità, commerciale, marketing, magazzino e vendita. Ognuno ha il suo spazio in cui può svolgere al meglio il proprio lavoro». POSSIAMO AFFERMARE CHE PER HUNDEGGER ITALIA, DA SEI ANNI A QUESTA PARTE SOTTO LA TUA DIREZIONE, IL TREND SIA SEMPRE STATO DI CRESCITA? «Ogni anno miglioriamo, questo è molto positivo, la casa madre è molto soddisfatta della nostra struttura soprattutto per l’autonomia che ci contraddistingue, seppur grazie al loro supporto formativo e la costante collaborazione. In questi anni stiamo vivendo un radicale cambiamento e sviluppo del concetto di carpenteria e di costruzioni in legno, il nostro successo più che personale è di tutta la squadra, del prodotto in continua evoluzione su ogni fronte e che segue le dinamiche ed esigenze dei nostri clienti».

THE SUCCESS OF A TEAM At Klimahouse, Hundegger Italia "plays at home" due to the proximity of the headquarters to the fair structure and this has brought two noteworthy innovations: participation in the 2020 edition, where we met at the Hundegger Italia stand, Doris Klauser (Commercial Office/marketing) and Ugo Campeotto (Commercial Manager). And, on the occasion of Klimahouse, the visit of the new Hundegger Italia headquarters, with its CEO Luca Dal Bianco, who six months ago further approached the fair structure to have a larger and more visible space than the previous one: this space we inaugurated with an interview!


COLLOQUIUM SEMA

www.Sema-soft.com di Sonia Maritan

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BIM & IFC per parlare una sola lingua

All’International Holzbau Forum di Innsbruck, incontriamo Markus Link – Direttore Vendite di Sema – che rappresenta l’azienda produttrice di software per le costruzioni in legno, scale e lattonerie anche sul mercato austriaco, oltre ad altri 54 Paesi nel mondo che utilizzano il software Sema apprezzandone le continue innovazioni concretizzate con due aggiornamenti all’anno e lo scambio di informazioni tra tutti i sistemi coinvolti nel progetto attraverso BIM & IFC. solo programma per le costruzioni in legno, ma anche per le scale e le facciate e coperture in metallo. Infatti, al fine di soddisfare in modo efficace e rapido tutte le esigenze, è necessario che lavorino di pari passo progettazione, calcolo commerciale, preparazione del lavoro e produzione. Sema offre delle soluzioni adatte per tutti i campi d'impiego». LE SOLUZIONI E LE APPLICAZIONI SI RIFLETTONO NEI PROGETTI DEI CLIENTI …ORMAI NUMEROSI? «Sul nostro sito è possibile vedere alcuni progetti realizzati con il programma Sema dai nostri clienti. Dalla costruzione di tetti, le costruzioni in legno, la copertura di tetti e la copertura in lamiera fino ad arrivare alla costruzione di scale, è disponibile una piccola selezione di progetti previsti o già realizzati». INNANZITUTTO CHIEDIAMO, A MARKUS LINK, COME SI COLLOCHI L’AZIENDA RISPETTO IL SETTORE IN CUI OPERA. «Sema è specializzata a livello mondiale nel mercato dei software e delle prestazioni di servizi supplementari per i settori delle costruzioni in legno, la costruzione di scale e l'industria di coperture in lamiera. I programmi Sema sono disponibili in 11 lingue e usati con grande successo da oltre 9800 clienti in 55 Paesi del mondo da oltre 35 anni. Al fine di offrire ai clienti Sema delle soluzioni sempre innovative, il 15% del fatturato viene reinvestito nello sviluppo del programma». QUAL È IL PUNTO DI FORZA DI SEMA? «Di fornire supporto, dalla progettazione alla produzione, tutto incluso in un


COLLOQUIUM_SEMA NATURALMENTE SI TRATTA DI UN PRODOTTO IN CONTINUA EVOLUZIONE! «È proprio la sua caratteristica principale. Il programma Sema è in continuo sviluppo. Pubblichiamo regolarmente due aggiornamenti all’anno. Tutte le versioni nuove comprendono numerosi perfezionamenti e innovazioni. Sul sito www.Sema-soft.com è disponibile qualche filmato per mostrare al cliente le funzioni più importanti». PER POTER COGLIERE TUTTE LE POTENZIALITÀ DEL SOFTWARE LA FORMAZIONE È IMPRESCINDIBILE! «Offriamo infatti un ampio programma di formazione, dal principiante all'utente specializzato, ognuno può aderire al corso adatto alle proprie esigenze, proprio per poter lavorare con il programma Sema in modo più rapido ed efficace». MARKUS LINK COMMENTA CON NOI LA NUOVA LOCATION DI INNSBRUCK CHE APRE A UN HOLZBAU FORUM PIÙ AMPIO RISPETTO QUELLO TRADIZIONALMENTE ORGANIZZATO A GARMISH. «A Garmish lo spazio più raccolto rendeva questo appuntamento di fine anno più intimo, ma la condizione perché questo evento abbia successo è legato molto ai convegni, e soprattutto penso che sia molto importante che questo forum sia più internazionale e più raggiungibile; anche per noi è importante perché non siamo solo in Europa, ma ci muoviamo su un mercato globale  attualmente su 55 Paesi che sono davvero tanti  e quindi sicuramente la nuova location crea un grande vantaggio in questo senso». CHIEDIAMO A MARKUS LINK COME VEDE IL FUTURO DEL SETTORE LEGNO NEI PROSSIMI ANNI. «La situazione nell’edilizia, specialmen-

te quella del settore legno è molto positiva, infatti, essendo protagonista il cambiamento climatico a livello planetario il settore legno risulta vincente e possiamo ottenere grandi vantaggi rispondendo al problema con un materiale sostenibile. In Germania, nell’ultimo periodo alcuni parlano di crisi ma riferendosi particolarmente all’industria dell’automobile, invece, da oltre 10 anni l’edilizia va sempre meglio, quindi vedo un futuro positivo e sempre più importante per il legno. Un altro vantaggio, oltre alla sostenibilità intrinseca al materiale, è dato dalla prefabbricazione e quindi dal fatto che tutto viene realizzato all’interno delle aziende; questo implica non avere persone che lavorano all’esterno ed esposti agli agenti atmosferici, avere un cantiere a secco e, non ultimo, che una casa venga chiusa dopo uno o due giorni».

In questa doppia pagina gli stand di Sema a due importanti eventi: in apertura alla fiera klimahouse di Bolzano che a gennaio 2020 ha aperto alle fiere di settore: nella foto Emanuele Prada e Michele Segnana sono colti mentre parlano con alcuni clienti. Nella fotografia sotto all’Holzbau Forum di Innsbruck, che si è tenuto dal 4 al 6 dicembre 2019, dove era presente Markus Link nella foto con Sonia Maritan, e nella pagina di destra un altro scatto dello stand Sema all'IHF 2019.

Vista 2D e 3D del progetto in Sema. Il gruppo Sema è membro dell'organizzazione ufficiale BIM buildingSMART Germania.


COLLOQUIUM SEMA

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BIM & IFC TO SPEAK THE SAME LANGUAGE

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At the International Holzbau Forum in Innsbruck, we meet Markus Link - Sema Sales Director - who represents the software manufacturer for wooden constructions, stairs and tinsmiths also on the Austrian market, as well as 54 other countries in the world that use software Sema appreciating the continuous innovations made concrete with two updates per year and the exchange of information between all the systems involved in the project through BIM & IFC. progettazione, soprattutto per la prefabbricazione. Siamo in grado di integrare tutto in un software, mentre, altri competitor, gestiscono separatamente l’impiantistica, richiedendo di interagire con altri software». QUINDI LA STESSA SEMA SI EVOLVE NEGLI ANNI PERCHÉ SI INTERFACCIA CON PIÙ SISTEMI E PIÙ SOFTWARE? «Esatto, cerchiamo di integrare il più possibile, così operiamo nell’ambito delle case in legno, delle scale, etc. Nel nostro sistema è già integrato anche il calcolo del capitolato, e possiamo continuare ad aggiungere applicazioni, ma non possiamo fare tutto da soli, alcune volte è più intelligente interfacciarsi con altri specialisti».

Nell'immagine sopra, il risultato dell'export IFC da Sema visto con un Viewer, in quella sotto, il rrisultato dell'importazione in Sema di una "nuvola di punti" rilevata con laser scanner 3D, pronta per essere elaborata.

IL VOSTRO SOFTWARE AGEVOLA LA PROGETTAZIONE BIM ASSICURANDO UNA GESTIONE MOLTO PIÙ EFFICACE DI TUTTO IL CICLO PROGETTUALE E COSTRUTTIVO? «Decisamente sì: il software Sema offre già da anni diverse possibilità per lo scambio di informazioni tra tutti i sistemi coinvolti nel progetto, si tratta di BIM & IFC. D’altra parte è indispensabile che più informazioni debbano essere integrate nel sistema per tutto il ciclo di

IL 27 FEBBRAIO DEL 2020 IN ITALIA ALL’HOLZBAU FORUM DI LAZISE PARLERANNO PROPRIO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO, IN GENERALE, QUESTO FORMAT È IMPORTANTE NELLA VOSTRA AGENDA? «Un contatto personale è sempre importante, oggi è un po’ diverso da 20 anni fa: c’è internet e tutti hanno altri canali, ma in alcune occasioni bisogna avere un contatto diretto per trovare fornitori, clienti e questi Holzbau Forum agevolano questi incontri perché raccolgono gli specialisti di più alto livello del settore».


COLLOQUIUM

Il trend tecnologico guida il cambiamento

WOLFHAUS www.wolfhaus.it

di Sonia Maritan

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Wolf Haus Italia fa parte del Gruppo internazionale Wolf System Srl, realtà industriale specializzata in Europa nella costruzione di edifici e strutture in legno, ed è produttore del sistema a telaio a Vipiteno integrato all’occorrenza con elementi in X-Lam. Nella sua visione olistica realizza anche strutture ibride attingendo dal suo know-how nel settore dell’acciaio. Il marchio Wolf Haus è molto presente anche nella convegnistica legata al legno strutturale e nel 2019 ha partecipato ad Architect@Work, dove abbiamo incontrato l’architetto Valeria Parolin, Business Developer dell’azienda. Wolf Haus Italia ha scelto di risiedere nella terra dei costruttori in legno per eccellenza, a contatto con un ricco panorama naturale: l’Alto Adige. In questo contesto e in questa cultura l’azienda progetta costruzioni intorno al benessere dei suoi abitanti. Con Valeria Parolin, Business Developer di Wolf Haus Italia parliamo di questa realtà, l’unica del settore presente ad Architect@Work 2019. IL VOSTRO AMBITO DI LAVORO È FORTEMENTE SPECIALIZZATO SIN DALLA NASCITA DELL’AZIENDA? «Sì, ci siamo sempre occupati di costruzioni in legno, realizziamo edifici di legno da cinquanta anni e in particolare ci siamo poi focalizzati sull’Haus, quindi quello che rappresentiamo ad Architect@Work 2019 è lo stand di Wolf Haus, marchio attraverso il quale ci occupiamo di condomini, case, in pratica del settore specificatamente residenziale, anche se abbiamo la divisione che si occupa di grandi strutture fra i progetti che il gruppo internazionale Wolf System Srl realizza». IL SETTORE RESIDENZIALE OLTRE AL PARCO EDILIZIO NUOVO COMPRENDE ANCHE L’ESISTENTE? «Il legno si presta moltissimo per la realizzazione delle sopraelevazioni grazie alla sua duttilità, leggerezza e anche per il comportamento statico, quindi gli ampliamenti fanno parte della nostra offerta, mentre della riqualificazione ancora non ci occupiamo, quindi facciamo ex-novo, ricostruzioni e ampliamenti a destinazione d’uso residenziale».

Un momento durante l’intervista di Sonia Maritan a Valeria Parolin allo stand di Architect@Work 2019 a Milano e alcune realizzazioni di Wolf Haus.

QUALE TIPOLOGIA COSTRUTTIVA ADOTTATE PER LE VOSTRE REALIZZAZIONI? «Nella nostra struttura di Vipiteno in Italia produciamo il sistema a telaio, quello adottato in modo preponderante, ma siccome questo sistema costruttivo non risolve tutti i problemi, a volte è necessario fare delle integrazioni con l’X-Lam e in questo caso inseriamo all’interno dei nostri pacchetti anche i pannelli in X-Lam. Siamo però anche produttori di acciaio quindi qualora servisse integrare elementi strutturali in acciaio, travi, pilastri o elementi di connessione da aggiungere, realizziamo strutture ibride».


COLLOQUIUM WOLFHAUS www.wolfhaus.it

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LA POSSIBILITÀ DI ATTINGERE DAL KNOW-HOW DI DUE DISTINTI SISTEMI COSTRUTTIVI, ACCIAIO E LEGNO, PER IBRIDARLI PORTA CERTAMENTE DEI VANTAGGI! «Certamente, perché ci consente di coprire tutta la casistica possibile: davanti a qualunque complessità siamo in grado di risolvere i progetti nel modo migliore». COME RACCONTATE IL LEGNO STRUTTURALE AL VOSTRO CLIENTE? «Attraverso il nostro showroom! Uno spazio che mette in mostra innanzitutto i nostri pacchetti, che inseriti in carrelli estraibili, permettono di dimostrare le innumerevoli possibilità di combinazione-materiali, legno e isolanti, combinazioni ottenibili grazie al processo di realizzazione off-site nelle nostre linee di produzione. Entrando nel nostro showroom si ha modo di visionare ogni componente che fa parte del nostro sistema casa: cerchiamo di trasmettere il valore tecnologico dei nostri sistemi, per esempio con il pannello della

domotica, dove è possibile accedere alle nostre realizzazioni monitorate e verificare gli altissimi livelli di performance in diretta. Anche gli infissi si trovano esposti per far scegliere al cliente la sua soluzione. Mostriamo la nostra tecnologia e i risultati unici ottenuti nel campo dell’antisismica, attraverso una piattaforma che simula una scossa di accelerazione di 1,48 g, superiore alla scossa di Kobe, dimostrando ai nostri clienti, che provano l’esperienza della piattaforma mobile, fino a quali sismicità le nostre case sono in grado di resistere senza alcun tipo di danneggiamento. In buona sostanza cerchiamo di superare la sfera più emotiva o emozionale per cui a volte si può scegliere di usare il legno nelle strutture, per dimostrare invece come il legno sia principalmente una scelta ideale dal punto di vista tecnologico, abbracciando tutte le questioni tecniche legate all’abitare». QUAL È IL VOSTRO TARGET? «L’utente finale ci rincorre e vuole delle


risposte da noi, ma noi cerchiamo principalmente di collaborare con il professionista che diventa l’intermediario migliore, diversamente diventa difficile confrontarci su un livello tecnico. Visto che il nostro è un prodotto tecnico, quando dialoghiamo direttamente con l’utente finale, che porta il confronto solo sul piano economico, spesso fatichiamo a trasferire i plus del sistema. Ecco perché per Wolf l’architetto è il miglior ambasciatore del prodotto, senza dimenticare che in ogni progetto esistono tre attori fondamentali che dobbiamo coinvolgere: l’utente finale, l’architetto e il costruttore, quando queste tre figure riescono a dialogare c’è il risultato migliore».

Questa residenza nell'immagine sopra mostra una fase del cantiere.

INFINE, PARLIAMO DELLA PROPOSTA DI WOLF HAUS ITALIA. «Wolf Haus Italia offre la casa di legno in stile classico, contemporaneo o minimal, in tre gradi di finitura: chiavi in mano, grezzo avanzato plus oppure grezzo avanzato, in base agli obiettivi del cliente o del suo professionista».

THE TECHNOLOGICAL TREND DRIVES CHANGE Wolf Haus Italia is part of the international Wolf System Srl Group, an industrial company specializing in Europe in the construction of wooden buildings and structures, and is a manufacturer of the Vipiteno frame system integrated with X-Lam elements if necessary. In his holistic vision he also creates hybrid structures drawing on his know-how in the steel sector. The Wolf Haus brand is also very present in conferences related to structural wood and in 2019 participated in Architect@Work, where we met the architect Valeria Parolin, the company's Business Developer.

Residenza a San Marino.

Residenza a Reggio Emilia.


SIMPOSIUM RESTRUCTURA GQL www.gruppoqualitalegno.org a cura della redazione

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Costruire globale, costruire locale

Il simposio di Gruppo Qualità Legno tenutosi a Torino in occasione della scorsa edizione di Restructura ha accolto il favore di una platea di professionisti attenta e interessata. Svoltosi in due diversi tempi, quello della formazione e quello della dimostrazione, si può annoverare fra quelle formule convegnistiche particolarmente indovinate per il valore didattico e insieme laboratoriale che proponeva, oltre a un inedito valore aggiunto dato dall’innovazione di una capriata caratterizzata da giunzioni continue. Il parterre di relatori, formato da esperti del settore, era rappresentato dal Professor architetto Davide Maria Giachino che ha curato l’introduzione e la moderazione del convegno, dal Professor Felice Ragazzo dell’Università di Roma “La Sapienza” Presidente GQL che ha illustrato l’immaginario del progettista nell’Industria 4.0, da Enrico Fongaro e l’ingegner Giorgio Bignotti che hanno presentato una villa FBE a Padova costruita con la “Filiera solidale” proveniente dagli schianti del ciclone “Vaia”, dal Professor Roberto Giordano del Politecnico di Torino che ha approfondito l’utilità della metodologia del LCA (Life Cycle Assessment) e dall’ingegner Franco Piva di Ergodomus Timber Engineering che ha parlato di progettazione e ingegnerizzazione oltre i confini nazionali: Svezia, Singapore e Canada. La seconda parte del convegno, che verrà riportata nel prossimo numero (per questioni di spazio, anche se una parte dei temi inerente questa parte vengono trattati in una rubrica a parte anche in questo numero), ha visto la partecipazione del Dott. For. Luca Galeasso di Environment Park con il tema“Costruire con il legno a basso impatto ambientale: il progetto CasCo”, dell’ingegnere Luana Scaccianoce di ARPA Piemonte riguardo la normativa ambientale sugli appalti pubblici: i CAM (Criteri Ambientali Minimi) del Ministero dell’Ambiente e la loro applicazione ai manufatti in legno e il Dott. For. Giovanni Maiandi e Silvia Pirani, Unione Montana Alta Valsesia, che hanno approfondito gli utilizzi per il legno della filiera corta con alcuni esempi dal territorio della Valsesia. Terminiamo questa trattazione con la parte finale del talk show moderata dall’architetto Sonia Maritan che ha riguardato la presentazione di due prototipi di capriate messe a confronto, l’una con le giunzioni tradizionali e l’altra con quelle lisce realizzate grazie all’apporto della Falegnameria Valtorta e della Segheria Vallesacra. Un ringraziamento particolare va infine a Environment park, lo sponsor principale dell'evento ed "Eco evoluzione del costruire", nella persona dell'architetto Gianbattista Pomatto per la grafica e i trasporti di alcuni materiali.

Davide Maria Giachino www.studioelement.it

Il legno per la fabbrica di oggi

Tra le grandi sfide che percorrono oggi il pianeta quella della sostenibilità è sicuramente una delle più impegnative e allo stesso tempo controverse. Sostenibilità è una parola vuota se non la si colloca in un contesto specifico e se non si è in grado di comprenderne a fondo i molteplici significati. Gli istituti della conoscenza, tra i quali il Politecnico di Torino al quale apparten-

go, si stanno preparando ad affrontare con nuovi strumenti questi epocali mutamenti, anche all’interno della riforma della laurea magistrale appena avviata dall’Ateneo. L’opinione pubblica, il mondo della progettazione e quello dell’imprenditoria sono disorientati nelle proprie scelte guidate per lo più dall’intuizione che agisce a livello istintivo, dai sentimenti


SIMPOSIUM_RESTRUCTURA_GQL legati alle convinzioni personali e infine dalla ragione che riporta il tutto su di un piano critico analitico. La società contemporanea (globale) ha difficoltà nel trovare un equilibrio tra questi tre piani. Tra il 2003 e il 2006 lo studio di ingegneria Arup organizzò una serie di workshop sui “fattori di cambiamento” i cosiddetti ”Drivers of Change1”, che videro la partecipazione di oltre 9000 persone provenienti da ogni parte del mondo; dal lavoro emersero 3 principali temi: mutamenti climatici, energia e cambiamenti geografici. Un aspetto di grande rilevanza in merito ai risultati delle ricerche fu come la diversa provenienza dei soggetti partecipanti, portasse a dei risultati molto differenti nell’immaginare un modello globale di futuro. Molte discordanze vennero rilevate tra i partecipanti anche nei confronti delle cause dei cambiamenti globali. Questo studio comprova quanto affermato in precedenza, ovvero la difficoltà nel trovare un comune denominatore tra livelli di percezione differente anche in funzione della collocazione locale o globale. Come si può evincere si tratta di temi estremamente complessi, collocati in un momento storico, attraversato da nuove forme di comunicazione rappresentate dai social network, fatte di commenti, di Like e di Tweet, dove le ”condivisioni” hanno soppiantato i vecchi sistemi di comunicazione, rendendo anche il telefono uno strumento quasi del passato. In un quadro così vasto e articolato anche il Gruppo Qualità Legno ha provato a inserirsi dal momento che come noto il settore delle costruzioni incide pesantemente da un punto di vista ambientale nel quadro complessivo delle emissioni, del consumo di energia e nella produzione di rifiuti, tutti valori che superano mediamente il 40% rispetto ai totali. Il GQL ha dato dimostrazione di essere sensibile a queste tematiche organizzando un convegno al Lingotto di Torino in occasione della trentaduesima edizione di Restructura dal titolo: “Costruire globale –

1. http://www.driversofchange.com/

Il professor architetto Davide Maria Giachino durante il suo intervento di apertura al Convegno di GQL a Restructura 2019: “Costruire globale, costruire locale”, che ha moderato per tutta la durata della parte convegnistica. Nelle pagine successive il centro di lavoro di SCM mentre crea le due capriate oggetto del talk show finale, moderato invece dall'architetto Sonia Maritan.

Costruire locale” declinandolo poi in due sottosezioni: IL LEGNO PER LA FABBRICA DI OGGI e COSTRUIRE CON IL LEGNO A BASSO IMPATTO AMBIENTALE. All’interno di questo evento è stata presentata anche un’esperienza nata da una collaborazione locale, tra la falegnameria Valtorta di Canale, che ha realizzato un prototipo di una capriata disegnata dal professor Felice Ragazzo di Roma, e assemblata mediante giunzioni apoliedriche e la segheria Valle Sacra del dott. Gianni Tarello che ha fornito il legno di castagno del canavese (TO). Un’esperienza veramente locale, ma frutto di una progettazione raffinata che ha fatto uso di software avanzati che consentono un interscambio a scala globale. È stata una grande esperienza per tutti, prima di tutto umana, dove al suono della macchina a 5 assi che sottraeva materia “danzando” sulle travi, si sovrapponevano i dialetti locali dei fratelli Valtorta. Come membro del direttivo GQL e referente per il Piemonte, insieme agli architetti Claudia Zappia e Giulia Assenza e la collaborazione dell’architetto Nastassia Farina, abbiamo assistito passo passo alla nascita delle giunzioni “lisce” con apprensione perché era la prima volta che venivano realizzate secondo queste modalità e senza la possibilità di commettere errori; come si dice in questi casi: buona la prima, i travi a disposizione erano quelli strettamente necessari alla realizzazione. Il risultato finale è stato esposto all’interno dello stand del GQL a Restructura con grande interesse di tutti gli operatori del settore e grande emozione per il nostro Presidente Felice Ragazzo. La capriata è ospitata attualmente presso il Centro per la promozione del legno del canavese a Castellamonte (CN) progettato dall’architetto Gianbattista Pomatto, che ha contribuito anche alla realizzazione dello stand GQL. L’intervento del professor Roberto Giordano del Politecnico di Torino ha aggiunto un tassello fondamentale al dibattito generale sui sistemi per valutare la sostenibilità, soffermandosi in particolare sul Life Cycle Assessment; strumento analitico e molto articolato che consente di ana-

Nella fotografia a sinistra il team che ha organizzato il convegno GQL a Restructura 2019, da sinistra a destra: l’architetto Claudia Zappia, l’architetto Nastassia Farina, l'architetto Giulia Assenza e il professor architetto Davide Maria Giachino.


lizzare il ciclo di vita dei prodotti. Definire il livello di sostenibilità di un singolo prodotto è complesso, ma di un edificio lo è altrettanto, forse la sfida sarà quella di fornire tool di calcolo di più semplice applicazione ai progettisti per rendere queste analisi più precise e di più larga scala, abbattendo anche i costi di elaborazione. Altre esperienze locali sono state portate da Enrico Fongaro di F.B.E. snc insieme all’ingegner Giorgio Bignotti membro del direttivo GQL nonché progettista di strutture di legno, che hanno raccontato l’esperienza di un edificio a Padova costruito con la filiera del legno Veneto proveniente dagli schianti del ciclone “Vaia”, altra testimonianza quest’ultima che riapre una ferita inferta al territorio italiano, alla scala locale, ma che ha visto una destinazione del legname in parte su scala globale (Cina). La riuscita di questo convegno è stata possibile anche grazie al coinvolgimento di un partner di alto prestigio rappresentato dall’Environment Park di Torino (Parco scientifico e tecnologico per l’ambiente). L’Environment Park rappresenta ormai una realtà all’avanguardia e consolidata nel settore della sostenibilità a 360°, sono diversi i settori nel quale opera: Green Building, Green Chemistry, Plasma Nano-Tech, Advanced Energy e Clean Tech. L’Environment Park è responsabile dell’attività di trasferimento, insieme ad altri partner internazionali della Comunità delle Energie Rinnovabili del programma Interreg MED, verso una transizione energetica dei diversi paesi del Mediterraneo e che vede il settore forestale ampiamente coinvolto. L’esperienza riportata dal dottor Luca Galeasso del progetto CASCO2, soste-

2. www.alpine-space.eu/projects/casco


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nuto dal Programma Spazio Alpino INTERREG e finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), rappresenta un ulteriore passo per affrontare i temi della sostenibilità, puntando all’impiego del legno locale per ridurre le emissione di CO2 nel settore dei trasporti, in particolare negli appalti pubblici. Come è noto l’Italia secondo l’ultima indagine di FederlegnoArredo (Fla) e Conlegno si colloca al terzo posto nella classifica generale europea, con circa 3 miliardi di euro di importazioni, alle spalle di Regno Unito e Germania. Il tema emerso dal convegno ovvero di implementare le filiere locali riveste una rilevanza fondamentale, ma stenta ancora a decollare, questi progetti servono proprio a incentivare e a diffondere questa necessità e il GQL sente di dover spingere anche in questa direzione. Le esperienze riportate dall’ingegner Luana Scaccianoce dell’Arpa Piemonte relativamente ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) del Ministero dell’Ambiente e la loro applicazione ai manufatti di legno e del dottore forestale Giovanni Maiandi e Silvia Pirani dell’Unione Montana Alta

Valsesia non fanno altro che completare un quadro che dimostra la necessità impellente di aggredire le tematiche ambientali in modo differenziato: tutti gli attori della filiera se si fa riferimento specifico al legno devono svolgere la propria parte. Fra gli interventi della mattinata anche quello dell’ingegner Franco Piva, del noto studio Ergodomus Timber Engineering, che attraverso un collegamento via skype ha dimostrato l’attualità del titolo della giornata convegnistica: la possibilità oggi offerta anche ai progettisti di operare dal locale al globale e viceversa. I progetti raccontati dall’ingegner Piva sono sintomatici di un nuovo modus operandi che travalica i confini nazionali e che ha permesso allo studio la gestione di progetti in Svezia, a Singapore e in Canada, altrimenti impossibili qualche decennio fa. Insomma, siamo di fronte a un mondo in forte divenire, pregno di problematiche ma anche denso di risorse da scoprire e al quale il Gruppo Qualità Legno vuole contribuire perché lo ritiene un dovere prima di tutto etico, in alternativa al pensiero negazionista che purtroppo investe ancora una buona parte del pianeta.

Industria 4.0. L’immaginario del Progettista Nello scenario di Restructura - Torino, 2019, in occasione del quale ha avuto luogo il Convegno “Costruire Globale - Costruire Locale a cura del Gruppo Qualità Legno, il tema insito nel titolo: “Industria 4.0. L’immaginario del Progettista”, mira ad accendere un fascio di luce su che cosa può illuminare la mente di un progettista qualora si ponga nella veste di “chierico cosciente” rispetto a questo nuovo passo in avanti circa la Fabbrica per il legno oggi. Si pongono sul tappeto numerose questioni che necessariamente portano lontano e che meritano con tempi e spazi adeguati di essere sviscerati, ma al tempo stesso si

impongono essenziali chiarimenti preliminari. Vediamo subito alcuni di questi. Il Convegno – Costruire Globale, Costruire Locale – a partire dal legno, si è prefisso lo

Felice Ragazzo www.feliceragazzo.it


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Il professor Felice Ragazzo durante il suo intervento al Convegno di GQL a Restructura 2019: “Costruire globale, costruire locale”, insieme al professor Giachino in veste di moderatore.

scopo di mettere a confronto due scenari costruttivi: quello che non vede confini tra Paesi e Continenti e quello che cerchia, invece, poco più che lo spazio fisicamente praticato tutti i giorni in un immediato rapporto di domanda e offerta, ovvero di cliente e fornitore senza intermediazioni. L’intenzione è stata di sviscerare l’impatto che in entrambi i casi si determina con la fusione tra meccanica e digitale. Si tratta del passo avanti che oramai caratterizza l’intero complesso tecnologico di supporto relativo alle lavorazioni del legno: a partire da alcune specializzate “mini-tools”, per finire ai più sofisticati complessi robotizzati, grandi CNC compresi. Con lo scenario “Globale” si sono toccate con mano le relazioni che intercorrono tra progetti di vaste proporzioni; realizzazioni di mole estrema; complessi industriali di carattere strategico; mercati a vastissimo raggio; logistica senza confini territoriali. Con lo scenario “Locale” si sono invece toccate con mano le relazioni che intercorrono tra progetti largamente e direttamente condivisi tra autore e fruitore; realizzazioni opportunamente circostanziate e finalizzate; complessi industriali di pochi addetti (che una doxa erratile e imprecisa definisce “artigianali”); mercati a portata di mano o, per meglio dire, a dimensione di spazio urbano o vicinale; logistica territorialmente circoscritta (Km zero). È stato interessante notare come il salto di scala tra i due scenari, seppure ha indotto a evidenziare notevoli differenze, non ha messo tuttavia in discussione ciò che di più significativo si potesse valutare in termini di qualità a riguardo dei rispettivi prodotti. Ciò in quanto le utopie progettuali hanno vita indipendente ed è stolto imprigionarle con regole eterogenee; le tecnologie per lo più si identificano, in quanto si basano soprattutto su stesse dotazioni tecniche; le normative costituiscono un vincolo comune. Insomma, si è cercato di capire il significato di Industria 4.0, tanto in un caso, quanto nell’altro. Si è cercato di capire se il nesso tra Industria a

raggio continentale o planetario e industria a raggio cittadino o, per lo più non oltre a quello regionale/nazionale (Artigianato) sia soltanto questione di scala e volume di fatturato. Tanto in un caso, quanto nell’altro, va prima di tutto osservato che, dal punto di vista del progettista, elaborare idee nuove non è affatto facile, anzi è assai difficile, tanto più se le risorse a disposizione non sono quelle ideali. Tuttavia, in considerazione di quanto appena osservato più sopra, non è per nessuna ragione perdonabile rimanere legati a stereotipi consumati disponendo, appunto, di mezzi evoluti, come sono le svariate dotazioni tecniche per le lavorazioni del legno oggi, peraltro per lo più conformate a stereotipi di Industria 4.0. È bene sempre tenere presente che oggi la stereotomia a base digitale per il legno è una punta di diamante per l’intero complesso delle tecnologie. Essa mobilita ingenti risorse per mantenere vivo un continuo rinnovamento, per offrire sempre più evolute e specializzate opportunità. Ma, al tempo stesso, è anche vero che da decenni persiste la constatazione che non sia sfruttata al pieno delle sue potenzialità. La materica flessibilità lavorativa del legno sembra, quasi per principio o per ineluttabile destino, non porre limiti a sempre più aggiornate innovazioni, ma tra le innumerevoli che ricorrentemente si possono apprendere, di Fiera in Fiera, di Open day in Open day, se ne sta ora affacciando una particolarmente illuminante, benché sia oggetto di studi da parte di chi scrive da molti anni: quella che postula l’arrotondamento degli spigoli nelle giunzioni. Si tratta di una nuova via che fin dall’inizio ha messo in evidenza proprietà impensabili; proprietà che altrimenti il legno avrebbe continuato a tenere segretamente in serbo. Per esempio, si è visto da subito, e ora i primi calcoli iniziano a dimostrarlo, che i giunti, a parità di massa impiegata, diventano palesemente più robusti. Ciò produce immediate conseguenze di tipo progettuale, costruttivo, formale, estetico.


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Si possono azzardare forme più eleganti, snelle e ardite che prima erano inibite. Pertanto, grazie a ciò, verosimilmente più belle. Ma, potendo ottenere uguale robustezza con minore massa lignea impiegata, l’ovvia prospettiva è di consumare meno legno a parità di utilizzo. Tutti spunti, questi, assolutamente preclusi dalle comuni discipline dei classici Trattati. Un pensiero ancora più sublime è quello che porta a considerare il fatto che, il lisciare le geometrie là dove i pezzi si scambiano gli sforzi per collegarsi è pari al sogno, tutto Prometeico, di ricondurre il legno a quando era vivente. È da questo iato, tra animato e inanimato, che si è incubata l’utopia digitale delle macchine che, si fa per dire, «ragionano», beninteso con i loro insormontabili paraocchi algoritmici. Ma per quale scopo? Per alleviare vieppiù, non senza problemi, le nostre fatiche. Il 4.0 è in realtà gestione – agile – di grandi numeri e di algoritmi complessi, per lo più, per comunicare, per condividere, per rappresentare, per amministrare, ma soprattutto per fare business (creando a sua volta da questo ultimo punto di vista, come si sa e si studia, nuovi giganteschi problemi). Il 4.0 non è ancora il vero e completo strumento, al tempo stesso umano e digitale, per officinare. Soprattutto, dal punto di vista del fare, il 4.0 è ancora lontano dal suscitare avvincenti emozioni, solide passioni, gustosi piaceri, costruttivi tormenti.

C’è tuttavia un punto in merito al quale per il legno il 4.0 pare svolgere (quanto meno potenzialmente) un ruolo virtuoso: il porsi come argine a dissoluzioni inconsulte, perdenti utilizzi, impieghi scorretti. È dunque nel contemperare la poiesis e la praxis che il progettista può elevare a radioso il suo immaginario. Che con il legno significa: non rinunciare alla bellezza possibile; rallentare il suo degrado; utilizzare per intero la sua efficienza. E poi ancora: non astenersi dallo sperimentare sul campo. Tutto bello, sì, in una sfera teorica, ma è altrettanto così nelle lavorazioni del quotidiano? Dove, in effetti: Il 4.0 è inafferrabile fumus; Il digitale è pratica a orecchio; Il software è risicata abitudine; Il cognitivo è oscuro retaggio… Tutti argomenti che abbandonati a sé stessi sono fautori di pena, frustrazione e disincanto, ma nella mente del progettista illuminato possono assurgere a linfa vitale per un fare poietico; in una perfetta unione tra la qualità del “sensitivo” e la speculare qualità dell’”intellettivo”.

Un esempio di “filiera solidale” con legname certificato da PEFC Enrico Fongaro, titolare con la sorella Giovanna di FBE, espone il modus operandi di un’azienda che ha scelto la strada della biocompatibilità, esemplificata dalla Villa a Padova in costruzione con la Filiera del legno Veneto – proveniente dagli schianti del ciclone “Vaia”. L’ingegner Giorgio Bignotti ne illustra anche le caratteristiche strutturali.

FBE www.fbe.it

Enrico Fongaro con la partecipazione di Giorgio Bignotti


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La relazione successiva porta un'esperienza veneta esposta dal Sig. Enrico Fongaro (a sinistra) titolare di FBE e dall'ingegner Giorgio Bignotti (a destra), un esempio "locale" e un esempio di filiera corta confezionata per il Convegno di GQL a Restructura 2019: “Costruire globale, Costruire locale”. Sotto e nelle pagine successive alcune delle slide che hanno corredato le due relazioni incentrate sulla tipologia costruttiva del Blockhaus.

ENRICO FONGARO

Per portare un’esperienza veneta che valorizzi la filiera locale, è necessario partire dal materiale costruttivo che è stato adottato, il legno certo, ma quale? E concepito con quale sistema costruttivo? Il legno va valorizzato come materiale sostenibile e quindi compatibile con l’ambiente, per questo abbiamo in passato costruito soprattutto con il sistema Blockhaus. Oggi costruiamo prevalentemente con il sistema MHM che consideriamo la naturale evoluzione del sistema Blockhaus. Il sistema MHM (Massive Holtz Mauer, in italiano: muro di legno massiccio) non prevede l’uso di colle, ma una connessione meccanica tra le tavole realizzata con chiodi di alluminio. FBE è l’unica azienda produttrice di questo sistema in Italia  messo a punto in Germania. Oltre alle pareti in legno MHM, FBE produce pannelli solaio in legno massiccio a vista, senza colle, in cui le tavole sono solidarizzate da pioli di faggio (sistema PHE). Le costruzioni prodotte da FBE possono essere quindi realizzate senza colla, in legno massiccio PEFC, completamente traspiranti,

con prodotti marcati CE in conformità agli ETA rilasciati. Storicamente il Blockhaus è il sistema costruttivo per eccellenza nella costruzione delle case di legno: fino a trenta anni fa chi voleva la casa di legno si rivolgeva a chi produceva questa tipologia costruttiva. Come l’MHM e il PHE, è un sistema completamente a secco che sfrutta le capacità e le prestazioni proprie del legno senza intaccarne la naturalità; questo permette di realizzare costruzioni prestanti privilegiando l’uso di materiali naturali, più sani ed ecologici. Il Blockhaus è composto da tavole di legno massiccio ma può essere a doppio strato con inframmezzata della fibra di legno per aumentarne il potere isolante. Il sistema MHM privilegia i grandi spessori e per questo viene anche definito sistema massivo. Grazie alle pareti di 30 cm e alle “canaline d’aria” incise sulle tavole può raggiungere uno sfasamento termico di oltre venti ore. Le tavole che possono venire utilizzate nella costruzione delle pareti sono di varie larghezze e permettono di ottimizzare l’utilizzo del tronco (praticamente


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la pianta è usata interamente nei tre sistemi costruttivi di FBE). Il sistema PHE di FBE per i solai a secco si associa molto bene alle pareti MHM e consente una massività estesa a tutto l’involucro edilizio oltre a beneficiare di un buon comportamento acustico grazie alle molte lamelle di cui sono costituiti i pannelli. La filosofia aziendale di FBE è anche quella di utilizzare materiale di provenienza locale quando possibile. In realtà persistono notevoli difficoltà che ancora rendono l’estrazione dei tronchi dai nostri boschi piuttosto costosa. A ciò si aggiunge che le nostre segherie sono in genere obsolete e non sufficientemente integrate con le aziende di seconda lavorazione. Tuttavia è proprio nelle filiere corte che si può utilizzare la maggior parte del tronco: gli scarti possono diventare pellet, particelle e fibra di

legno destinate alla produzione di pannelli e isolanti. FBE sostiene la filiera corta solidale acquistando il legname proveniente da Vaia a prezzo pieno. Dalla foresta al taglio, alla costruzione il processo si chiude in una filiera virtuosa che privilegia il lavoro locale.

GIORGIO BIGNOTTI VILLA A PADOVA

Io proseguo restituendo alcuni dettagli riguardo il progetto della Villa di Padova che stiamo costruendo con i tronchi del Vaia utilizzando le pareti MHM di FBE. I pannelli parete MHM e i solai PHE vengono assemblati nello stabilimento FBE di Castelgomberto, in provincia di Vicenza, in dimensioni utili per il trasporto: sono pareti larghe 2,5 metri e pannelli solaio larghi 60 cm. Le lunghezze arrivano fino a 6 metri e oltre.


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Le pareti MHM vengono rese solidali tra loro attraverso delle cuciture con apposite viti, ma soprattutto vengono collegate alle fondazioni per trasmettere i carichi dalla struttura in elevazione alla fondazione in calcestruzzo. I dettagli costruttivi sono quelli che distinguono una struttura di qualità: ancoraggi tipo hold down alle platee e piastre piane per il collegamento ai cordoli in c.a. Molta attenzione viene prestata all’attacco a terra: in particolare si evita di inserire la parete al di sotto del piano di campagna rialzando con un cordolo in calcestruzzo armato le pareti rispetto al piano della platea.

Il progetto prevede solai PHE fino a una luce massima di sei metri e pareti di vario spessore, dai 16 fino ai 30 cm. La massività della costruzione garantisce prestazioni molto elevate. Tutti gli elementi strutturali verticali e orizzontali sono realizzati con legno proveniente dall’arco alpino veneto assemblato con unioni meccaniche senza incollaggi chimici. La casa massiva senza colle di questa esperienza progettuale veneta è un ottimo esempio di filiera locale del legno e aggiunge il valore della biocompatibilità al ciclo di vita della costruzione.


Politecnico di Torino

Life Cycle Assessment: valutazione del ciclo di vita dell’edificio

Adottando come riferimento una serie di dati la relazione analizza attraverso quali parametri poter misurare la progettazione sostenibile e la riciclabilità sia di un prodotto e sia di un edificio. L’architettura sostenibile si misura con il consumo di risorse e in questo il ciclo di vita diventa un criterio di giudizio importante per valorizzare i progetti sostenibili e misurare il ridotto impatto ambientale del legno. Valutare l’impronta ecologica dell’edificio significa cambiare metodo progettuale, rispetto a un approccio tradizionalmente legato alla fase operativa: Embodied energy ed Embodied carbon sono indicatori dell’efficacia del progetto. Prendo come riferimento una serie di numeri e cifre, perché abbiamo già sentito parlare di sostenibilità, di progettazione sostenibile e riciclabilità, e se noi riportiamo questi obiettivi in un approccio sostenibile ci rendiamo conto che è inevitabile confrontarsi con i numeri: la sostenibilità ci chiede di lavorare con la parte sinistra del cervello e di fornire delle soluzioni a scala di progetto di costruzioni e della gestione dell’edificio che passa attraverso dei parametri come il comfort. Parametri con i quali è necessario confrontarsi perché l’architettura richiede innumerevoli materie prime, il 50% delle risorse non energetiche (dei materiali estratti) viene utilizzato per il settore delle costruzioni (dati Eurostat 2016). Quindi quando parliamo di architettura sostenibile, sappiamo che quella sostenibilità si misura con un consumo di risorse che è quotidiano e significativo, anche per il tema del cambiamento climatico, ci sono delle anomalie che testimoniano che ci saranno delle sfide molto importanti da affrontare e il settore delle costruzioni anche in questo caso gioca un ruolo primario; come dimostrano i dati gestiti da IEA (International Energy Agency 2017) che mostrano i consumi del settore delle costruzioni per quello che riguarda gli usi energetici, quelli che usiamo per riscaldare, climatizzare ed elettrificare le nostre case richiede un totale di emissioni che sono il 28% circa del totale delle emissioni che a livello europeo rilasciamo, e un 11% per il settore della produzione edilizia. In questo quadro, però l’acciaio spesso viene abbinato al legno, il cemento è ancora un materiale fondamentale per alcune attività e quindi di nuovo come progettisti, architetti e ingegneri giochiamo un ruolo importante nelle nostre scelte.

Roberto Giordano www.polito.it

Il professor Roberto Giordano durante il suo intervento al Convegno di GQL a Restructura 2019: “Costruire globale, costruire locale” e nelle pagine successive alcune delle slide che hanno corredato la sua relazione incentrate sull'LCA.

Riguardo il ciclo di vita, ci sono delle relazioni che con le debite cautele possiamo riferire, in un caso rispetto il ciclo di vita dell’edificio e nell’altro al ciclo di vita del prodotto. Vi è infatti un denominatore comune che caratterizza uno studio tradizionale Life Cycle Assessment – LCA tendenzialmente applicato a un prodotto o a un processo industriale e uno studio del ciclo di vita dell’edificio. La questione interessante è che come progettisti, architetti e ingegneri ci troviamo a doverci muovere tra queste due metodologie, qui capisco il punto di vista di molti progettisti che vedono questi strumenti come degli enormi fardelli legati alla burocrazia: è l’approccio Europeo che ci siamo dati, dovremmo cercare di trovare degli elementi che possano facilitare la comprensione della tematica, sia quella legata all’attività di progettazione, sia di


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realizzazione come di gestione degli edifici. Quello che possiamo fare è immaginare che l’edificio sia fatto per fasi, ciascuna fase sta all’interno di un sistema che ci fornisce tutti quegli input e nello stesso tempo è ricettore di tutti quelli che sono gli output che ovviamente il processo edilizio comporta. Lo schema (vedi immagine sopra) riporta appunto l’identificazione per ciascuno dei processi (fasi del ciclo di vita) indagati i flussi di input e di output. Riporto l’esempio di un edificio a Dornbirnin in Austria che è stato costruito fra il 2012/13, è la Life cycle tower ed è un esempio di come dei progettisti si sono responsabilizzati sia nella direzione del progettare il ciclo di vita, sia di valutarlo; quindi da un lato c’è l’idea che il

progetto sia parte responsabile di quello che sarà l’impatto, dall’altro fronte c’è stato un lavoro dei progettisti che era proprio quello di valutarne gli impatti del ciclo di vita. La fonte inquinante ha degli effetti diretti nello spazio che ci circonda, il problema delle polveri sottili si misura con numeri e cifre con le quali dovremmo confrontarci. Embodied energy ed Embodied carbon sono normalmente qualificati perché si pongono anche in più facile correlazione con Operational energy (fabbisogni di energia primaria per la climatizzazione), quindi questo ci consente di riportarci a degli indicatori che hanno unità di misura comuni: Kilowatt/ora Metro quadro/anno, la Embodied energy può essere misurata in questo modo.


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L’utilità della metodologia LCA (EN 15978: 2011) è da ricercare quindi nella possibilità di avvalersi di una procedura di valutazione univoca e condivisa, in grado di classificare e caratterizzare un impatto ed esprimerlo in un effetto ambientale equivalente: Embodied energy (sfruttamento di fonti non rinnovabili) ed Embodied carbon (potenziale di riscaldamento globale). In questo modo si prospetta di nuovo la possibilità di costruire un bilancio energetico e ambientale nel ciclo di vita di un edificio. Questo ci fa capire che il nostro approccio era tradizionalmente molto legato alla fase operati-


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va, adesso si apre a delle valutazioni diverse, cioè noi non avevamo considerato che il nostro edificio parlando di impronta ecologica può raddoppiarla se teniamo conto di tutte queste cose. È impensabile che un progettista da solo possa raccogliere dati che sono così complessi, per questo noi abbiamo provato come “Tecnologia ambiente”  un gruppo di ricerca di cui io sono il portavoce  a collaborare con ingegneri chimici, e stiamo lavorando insieme ad altri gruppi di ricerca. C’è un’attività, che compete il nostro e altri gruppi in giro per il mondo, dedita a costruire dei modelli che possono essere utilizzati in diversi momenti della fase progettuale  in un mio libro che scrissi (seppur un po’ datato) una sezione era interamente dedicata a questo argomento. Abbiamo poi lavorato a una serie di strumenti, un software che si chiama “Eureca” (Eco Utility for Redaction Energy and Carbon) che consente nella fase del progetto di cominciare a misurare quelli che sono

gli impatti energetici e ambientali delle nostre scelte, quindi nasce come strumento per supportare le decisioni, così da capire la direzione che stiamo prendendo in termini di impatti; permettendo di calcolare Embodied Energy ed Embodied Carbon di (quasi) tutte le fasi del ciclo di vita dell’edificio. Per chi è chiamato a progettare e valutare l’edificio si rendono infatti necessari due strumenti fondamentali: le banche dati che contengano informazioni sulle caratteristiche energetico ambientali dei prodotti e i modelli di calcolo in grado di stimare quale sarà l’impatto dell’edificio nel suo ciclo di vita, in modo complementare a modelli già esistenti. In conclusione, dobbiamo in qualche modo tenere conto di questi numeri, parlo anche da progettista e da porta voce come conoscitore di questi strumenti, se queste sfide globali vogliamo almeno provare ad affrontarle.


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SIMPOSIUM RESTRUCTURA GQL ERGODOMUS FRANCO PIVA www.ergodomus.it

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Per portare esempi concreti sul tema del progetto “dal locale al globale”, l’ingegner Franco Piva ha descritto tre esperienze: Progetto Svezia e Singapore: progettazione, ingegnerizzazione e aspetti logistici; Progetti futuri in Canada; Stato di mercato in Canada.

Costruzioni in legno: dal globale al locale Franco Piva www.ergodomus.it

L’ingegner Franco Piva durante un suo intervento, mentre nell’occasione del Convegno di GQL a Restructura 2019: “Costruire globale, costruire locale”, ha tenuto la sua relazione in diretta Skype e presenziando attraverso un grande video posto di fronte alla platea: un modo concreto di raccontare la sua professione “globale”. Nelle pagine successive alcune delle slide che hanno corredato la sua relazione: in particolare si tratta della Vik Haouse (Svezia) e del Funoia Junior College (Singapore)  a cui fa riferimento concludendo il suo intervento  che portano la firma di Ergodomus.

Oggi vi parlo di quella che è stata la mia esperienza del legno, inizio illustrando un pannello in X-Lam, che abbiamo ormai tutti visto e rivisto perché nel 2020 ormai è comune vederlo utilizzare nei cantieri, ma non è sempre stato così. Questa consuetudine nasce da un’evoluzione avvenuta negli ultimi 25 anni, infatti nel 1995 la produzione era approssimativamente di 25 mila metri cubi all’anno, nel 2000 abbiamo raddoppiato a circa 50 mila, per arrivare a 140 mila 5 anni dopo, e nel 2018 si parla di circa un milione di metri cubi. È una quantità enorme soprattutto paragonata al 1995: quello che si produceva in un anno nel 1995, oggi un singolo produttore lo fa in circa un mese. Davvero una crescita esponenziale, che non posso affermare sia avvenuta anche dal punto di vista della conoscenza di questo materiale.

Quante volte vi è capitato di avere un disegno, portarlo in cantiere e poi riscontrare che non corrispondeva se non alla lontana con quello che era stato rappresentato sulla carta e quindi con quanto immaginato? Le motivazioni sono le più disparate: perché era complicato, non avevano le competenze, etc. E questo non va bene, anzi se si utilizza il legno, questo non è più possibile perché questo materiale richiede che venga fatta una progettazione attenta e impeccabile fin dalle prime fasi, e di avere l’assoluta garanzia che quello che si disegni si ritrovi in cantiere tale e quale. Un esempio eloquente riguarda la stampante 3D: per arrivare a un oggetto stampato in 3D è indispensabile avere un disegno perfetto perché la stampante esegue riproducendo il disegno corrispondente così come è stato impostato. Da molto tempo ormai tutti parlano di BIM, ma quanti realmente lo stanno utilizzando? Fondamentalmente come industria del legno lo stiamo utilizzando da anni, che si tratti di X-Lam o di una trave non si tratta infatti solo di un elemento geometrico, ma vanno associate tutte una serie di proprietà. Il legno dunque è un materiale che si presta bene all’ingegnerizzazione e per le sue attitudini di prefabbricazione e precisione, anche a una elevata interoperabilità tra tecnici nelle diverse fasi della progettazione di edifici. L’ingegnerizzazione e l’interoperabilità sono concetti che si inseriscono bene nel “mondo BIM”  rimandiamo per questo all’approfondimento nella rubrica “Quaestio”, sviluppata in due parti su questo numero e il precedente, proprio a firma di Franco Piva , per questo il legno è compatibile con un flusso di lavoro BIM! Immaginatevi se tutte le difficoltà che normalmente si riscontrano su un can-


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tiere in cemento armato, si verificassero in un cantiere a 10 ore di aereo o a 8/10 ore di fuso orario; diventerebbe impossibile gestirlo! Non sarebbe possibile fare un controllo in cantiere, con il legno invece spo-

standoci “dal locale al globale” è possibile. Il legno consente di disegnare, progettare, far realizzare e montare secondo progetto, quindi l’edificio in opera non potrà che essere come il progettista lo aveva previsto.


SIMPOSIUM RESTRUCTURA GQL ERGODOMUS FRANCO PIVA

www.ergodomus.it

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Queste sono esperienze fatte in Ergodomus, ad esempio con il Progetto Svezia della Vik House e a Singapore. Qui il progettista era in Svezia e noi in Italia a occuparci della progettazione, un processo gestito attraverso uno scambio dei file completamente in digitale, coadiuvato da video conferenze. Loro ci mandavano le osservazioni sul file 3D, noi le recepivamo e inserivamo nel nostro modello e poi lo inviavamo nuovamente, tutto questo ha fatto sì che la progettazione seguisse un flusso piuttosto lineare, e nonostante qualche intoppo qua e là il tutto ha fatto sì che la messa in opera sia stata assolutamente rapida e senza nessun problema. L’edificio multipiano di circa 4500 metri quadrati su 8 piani a Trondheim in Norvegia, viene montato completamente in legno in 15 giorni lavorativi, 8 piani vengono assemblati in meno di 15 giorni lavorativi, tutti i moduli hanno

struttura lignea e sono completamente finiti di piastrelle e intonaci interni, la cucina e il bagno arrivano già assemblati. Infine, l’ultimo progetto è l’Eunoia Junior College di Singapore. Il governo ha deciso di puntare maggiormente sugli edifici green, quindi partendo da una base di cemento, già realizzata abbiamo studiato un sistema in grado di assorbire queste tolleranze extra, studiando una facciata completa e piuttosto complessa da fissare in poco tempo, per cui abbiamo diviso tutti i pannelli in modo tale da renderli trasportabili facilmente e grazie a un’operazione di iper-ottimizzazione siamo riusciti a risparmiare anche sui costi di trasporto. L’ultima slide che vi mostro è un pannello che è stato assemblato a terra, è stato completato con alcuni pannelli di rivestimento anti incendio, poi è stato ruotato di 90° gradi sollevato da una gru e messo in opera.


GQL Dopo la parte convegnistica la platea di architetti, ingegneri e geometri ci segue allo stand del GQL dove due capriate montate, una con criteri tradizionali e l’altra secondo il metodo del Prof. Felice Ragazzo, vengono mostrate e, per rendere più esplicito il confronto tra i due criteri lavorativi, oltre a esporre le due capriate montate è risultato efficace disporre accanto a esse omologhi pezzi smontati. Segue la sintesi della discussione tecnica nata in quell’occasione tra esperti, molto addentro alle cose del legno anche in senso innovativo. Il secondo momento di un incontro che ha valorizzato e dato concretezza al primo, il Talk Show finale moderato da Sonia Maritan.

Visualizzazione del confronto tra la capriata con giunzioni a spigoli vivi (quella inferiore) e la capriata con giunzioni a-poliedriche (quella sopra).

Esibizione estemporanea di multiformi visioni tra legno e digitale, moderata da Sonia Maritan, con la partecipazione di Francesco Valtorta, Felice Ragazzo e Gianni Tarello. Il talk show finale ha mirato a esplicitare le implicazioni architettoniche, gli spunti progettuali e le problematiche realizzative di due capriate approntate tramite modellazione virtuale 3D e macchine CNC. Il cuore della discussione ha ruotato intorno al confronto tra giunzioni tradizionali e giunzioni a-poliedriche. Nel concreto l’iniziativa si è retta sul confronto tra due capriate concepite secondo due differenti criteri costruttivi. Il merito ha essenzialmente riguardato i sistemi di giunzioni: in un primo caso si è trattato di una versione “poliedrica”, ovvero a spigoli vivi e per meglio dire “a raggio zero”; in un secondo, invece, si è trattato di una versione “a-poliedrica”, ovvero a superfici “lisce” e per meglio dire “a raggio costante definito” (nel caso specifico di 10 mm). Nel primo caso, tecnicamente parlando, per i particolari diedri e cuspidi concavi si è

fatto vedere che è stata adottata una fresa conica avente generatrice inclinata di 30° rispetto all’asse, e 30 mm di lunghezza. Ai fini di orientare di volta in volta l’inclinazione della fresa, si è messa al riguardo in evidenza l’utilità di una superficie circolare ortogonale all’asse della fresa stessa. Nel caso di diedri aperti, è stato immediato evidenziare come potesse essere utilizzata qualsiasi fresa cilindrica, purché di diametro non esorbitante lo specifico vacuo canalizzato. Nel secondo caso, invece, sempre tecnicamente parlando, per un verso si è fatto vedere come fosse ancora presupposta una fresa cilindrica di raggio 10 mm con prevalente funzione di sgrosso, ma anche di finitura nel caso di diedri concavi aperti; per altro verso, nel caso di superfici da raccordare, l’attenzione è stata spostata sulla fresa cilindrica a testa semi-sferica, parimenti di raggio 10 mm. In caso di superficie concava, si è mostrato come la sua definizione possa avvenire in virtù di una singola traslazione lineare lungo un percorso opportunamente definito. Nel caso, invece, in cui si tratti di superficie convessa, la

Felice Ragazzo www.feliceragazzo.it


SIMPOSIUM RESTRUCTURA GQL www.gruppoqualitalegno.it

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Visualizzazione del confronto tra un attacco catena-puntone a spigoli vivi e uno a superfici smussate.

Visualizzazione del confronto tra i pezzi in scena esplosa circa i due tipi di capriate e in cui sono visibili le rispettive geometrie interne di connessione.

sua definizione si è mostrato come possa avvenire in virtù di una successione di passaggi equidistanti (in genere spaziati da uno a due mm), modulati secondo vari criteri digitali. Nei modelli per la circostanza elaborati dette superfici convesse si distinguono cromaticamente per il fatto di appartenere allo stesso layer del percorso-fresa unitario. Nella stragrande maggioranza dei casi questo secondo tipo di frese è orientato in senso verticale (normale al piano xy); talvolta è orientato in senso orizzontale (normale al piano xz); ma laddove necessario l’inclinazione è quella detta-

ta dalla particolare geometria del pezzo da realizzare. Un aspetto finale di carattere generale e di rilevante importanza tra progetto e realizzazione attiene alle tolleranze. È stato messo in evidenza come nei modelli digitali elaborati le parti in connessione fossero a tolleranza zero; mentre in fase di lavorazione necessitassero opportuni micro-scostamenti dimensionali al fine di fare un po’ più spaziose le geometrie cave e un po’ più smilze quelle convesse, ciò al fine di agevolare gli innesti tra i pezzi in connessione, mirando così ad armonizzare il “positivo” e il “negativo”.


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IL LEGNO

Rivista bime di progettazi strale e trasformazi one, commercio one del legn o.

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ISSN 2284-34

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Abb. Post. D.L. 353/2003 Poste Italiane spa - Sped. n. 46), (Convertito in legge 27/02/2004 - euro 10,00 art. 1, comma 1 - LO/MI/ rinviare In caso di mancato recapito per la restituzione all’ufficio CMP Roserio (MI) a pagare la relativa tariffa al mittente che si impegnas.r.l. editrice WebandMagazine Via Valla, 16 - I-20141 Milanoia www.webandmagazine.med

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  STRUTTURA LEGNO Rivista trimestrale di componenti e prodotti in legno per l’edilizia. ISSN 2283-8651

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SISTEMA SERRAMENTO

le Rivista tecnica trimestra teriali: ma i de e del serramento osito, acciaio, alluminio, comptro. legno, ottone, PVC e ve

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L’INDUSTRIA DEL MOBILE 

IDM-L’INDUSTRIA DEL MOBILE Rivista mensile di documentazione e di informazione per il settore del mobile.

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Negrini secondo Adello chiama il legno, ! Il design nza termica della trasmitta terminazione ! L’autode le dell’utensile? l’obiettivo principa ! Quale sarà riciclo volume del suo ile: cresce il ! PVC sostenib Miramare rinasce l’Hotel fiori dei ! Nella città nella storia della finestra e dimensioni ! Foggia n Mango, interviste a Christia ! Le nostre e Gianluca Toppi Enrico Scarpa

2019 TT EM B R E

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

english text

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TEXTURES Rivista tecnica per il settore tessile, dal filato al tessuto per l’arredamento e la moda.

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PROIECTUM PUBBLIREDAZIONALE

EGGER

www.egger.com

strutturalegno pagina 070 071

Il negozio per il “fai da te”, composto da un vivaio e una superficie di vendita.

Un negozio per il fai da te unico

Cardine del nuovo negozio per il “fai da te” Landring è la struttura del tetto a vista, realizzata con elementi Kielsteg, che crea un’esperienza di shopping unica.

Alcune immagini relative alla fase costruttiva del grande edificio.

La costruzione cubica del negozio per il fai da te regionale a Pirching bei Gleisdorf copre 3.530 m. Durante la progettazione dell'edificio, l'architetto Martin Gußmagg ha dovuto prendere in considerazione il tempo di costruzione ridotto e l'uso flessibile dell'area di vendita. Insieme al costruttore "Almland eGen" ha optato per un’ampia struttura portante in cemento armato, composta da elementi Kielsteg prodotti da Kulmer. Per la struttura del tetto, composta da

Egger Italia Trading Europe s.a.s. di F. Scottà & C. Via Fonderia, 8 31100 Treviso Service Center 800 78 2554 10881 sc.italia@egger.com Egger Fritz GmbH & Co. Weiberndorf, 20 6380 St. Johann in Tirol Austria Tel. +43/50 6000 www.egger.com

Sono stati prodotti circa 25.000 m di pannelli EGGER OSB 3 da 8 mm.

elementi di 1,2 m di larghezza e 18 m di lunghezza, sono stati utilizzati circa 25.000 m di pannelli EGGER OSB 3 per le travi. L'eccellente rapporto tra il peso morto e la capacità portante di questo materiale ha consentito di usare lunghezze fino a 27 m non supportate. Nell'area di vendita, l’atmosfera unica di questo negozio per il fai da te viene creata dal legno, dal cemento, dal vetro e dalla struttura con elementi Kielsteg a vista, nonché dalle grandi luci a soffitto.


PROIECTUM_EGGER A UNIQUE DIY STORE

At the cornerstone of the new Landring DIY store, the visible roof structure made of Kielsteg elements, creates a unique shopping experience. The cubic construction of the regional DIY store in Pirching bei Gleisdorf covers 3,530 m. When designing the building, architect Martin Gußmagg had to consider the short construction time and the flexible use of the sales area. Along with builder “Almland eGen”, a large load-bearing reinforced concrete structure, made of Kielsteg elements manufactured by Kulmer, was selected. The roof structure, consisting of elements 1.2 m in width and a length of 18 m, required approx. 25,000 m of EGGER OSB 3 boards for the beams. The excellent ratio of deadweight to load-bearing capacity of this material allowed for lengths of up to 27 m to be unsupported. In the sales area, the wood, concrete, glass and the visible Kielsteg structure creates a unique DIY store atmosphere in conjunction with the large overhead lights.

Gli elementi sono larghi 1,2 m e hanno una larghezza di campata di 18 m.

Posizionamento dei singoli elementi Kielsteg.

IDENTIKIT PROJECT Prodotti utilizzati: EGGER OSB 3, 8 mm (tagliati a listelli); Costruttore/cliente: Almland eGen, Weiz (AT), www.landring.at; Architetto: Martin Gußmagg, Pischelsdorf am Kulm (AT), www.gussmagg-plan.at; Esecutore: Kulmer Bau, Pischelsdorf am Kulm (AT), www.kulmerbau.at; Tempi di costruzione: da luglio 2017 a marzo 2018. Le luci a soffitto offrono una piacevole luce naturale nell'area di vendita.

foto: © Kielsteg GmbH


TECHNICA GRUPPO BIESSE UNITEAM www.biesse.com di Pietro Ferrari

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In basso, una veduta d’insieme di Uniteam RC. A destra, la straordinaria agilità delle teste operatrici.

Un obiettivo preciso: esaltare i punti di forza della materia prima legno nelle costruzioni con un approccio tecnologico d’avanguardia che permetta di realizzare un cambiamento nei processi produttivi personalizzando i manufatti con tempi di consegna rapidi e certi e rispondendo alle richieste più esigenti di architetti e industrie.

Unità e molteplicità Biesse, sposando il binomio legno ed edilizia, si fa promotrice, grazie a innovative tecnologie di lavorazione, di un mondo in cui il valore aggiunto e i benefici tangibili per i clienti, sono alla portata di ogni azienda, dall’impresa di piccole dimensioni alla medio-grande industria, a seconda dell’esigenza produttiva. Il Gruppo italiano negli ultimi anni ha ampliato la propria gamma con modelli specifici per la lavorazione di travi di legno massiccio e lamellare e per tutti gli elementi di legno utilizzati nella costruzione di case a telaio, case a pannello, nelle costruzioni prefabbricate, nelle strutture di ingegneria pubblica di grandi dimensioni, nella costruzione di parchi gioco e altro ancora. In particolare, tra i modelli dedicati all’edilizia emerge la gamma Uniteam, l’innovativa serie di centri di lavoro dedicati alla lavorazione di travi in legno massiccio e lamellare che possono eseguire rapidamente tutti i piu comuni intagli del settore quali perni e mortase, puntoni, giunti a sovrapposi-

zione, profili, giunti a coda di rondine e via dicendo. In un settore in costante crescita come l’housing, in cui si richiede un cambiamento nei processi produttivi, spinto soprattutto dall’esigenza di accettare il maggior numero di commesse possibili, pur mantenendo un alto livello di qualita, Biesse risponde lanciando sul mercato l’ultima novita in gamma: Uniteam RC. Uniteam RC e il nuovo centro di lavoro compatto e prestazionale, dedicato alla lavorazione di travi e tramezzi per la realizzazione di pannelli prefabbricati, strutture a telaio, ideale per le piccole e medie imprese che vogliono poter rispondere alle piu complesse esigenze del design moderno. La nuova macchina e il centro di lavoro adatto per lavorare ad alta velocita, garantendo grandi volumi di produzione, con la massima precisione. I principali vantaggi offerti dal nuovo centro di lavoro sono: estrema affidabilita e robustezza, massima precisione di lavorazione, efficienza in tutte le lavo-


TECHNICA_BIESSE_UNITEAM razioni e perfezione nel bloccaggio di pezzi e travi di diverse dimensioni. La robusta struttura a portale fisso, in cui vengono alloggiati i gruppi operatori, e composta da un basamento portante con trave in acciaio elettro saldato. La trave superiore di ampia sezione e realizzata con geometrie a sezioni combinate che garantiscono altissima rigidita. Sul basamento inferiore scorrono le pinze per il supporto e la movimentazione della trave in lavorazione. Questa composizione strutturale e in grado di garantire robustezza e affidabilita e permette di adattare il flusso di produzione alle necessita del cliente. La modulabilita della macchina, risponde a ogni esigenza di carico. Infine, la struttura chiusa garantisce una maggiore pulizia, contenendo le polveri piu sottili e limitando il rumore durante la lavorazione. La massima precisione di lavorazione e data dall’utilizzo di componentistica di alto livello, sinonimo della qualita “MadeInBiesse”, riconosciuta a livello internazionale. Tutte le macchine della gamma infatti sono equipaggiate con componentistiche realizzate per Biesse da HSD, azienda di rinomanza internazionale nel settore. All’interno del centro di lavoro RC e possibile posizionare due gruppi operatori: il gruppo lama, con diametro di 650 millimetri a cinque assi controllati, il quale assicura tagli precisi e veloci e il gruppo a tre unita a fresare con utensili posizionati a 120 gradi per una maggiore liberta di lavorazione. La perfezione di bloccaggio e la massima tenuta sono garantiti da un sistema a pinza che preleva la trave da lavorare sull’area di carico e la trasporta nella zona centrale per essere lavorata su

ogni faccia, assicurando pertanto la massima precisione. La tecnologia sviluppata da Biesse e frutto di un’esperienza di cinquant’anni sul mercato e permette di realizzare un cambiamento nei processi produttivi che consente di accettare il maggior numero di commesse possibili mantenendo alti standard di qualita, personalizzazione dei manufatti con tempi di consegna rapidi e certi e soddisfacendo le richieste degli architetti piu esigenti e delle industrie piu automatizzate. L’azienda dispone di un dipartimento Ricerca & Sviluppo dedicato che studia costantemente il prodotto per anticipare le esigenze richieste dal mercato e produrre soluzioni affidabili e di grande qualita per piccoli e grandi clienti.

UNITY AND MULTIPLICITY Durability, eco-sustainability, design flexibility and freedom, high seismic safety and energy saving in the building industry: these are all advantages that come from using wood in the housing industry as well as the many opportunities offered by digital transformation as part of the fourth industrial revolution. By combining wood and the building industry and using innovative machining technologies, Biesse is promoting something in which added value and tangible benefits for customers are within easy reach of all firms whether they are small- or medium/large-sized ones, depending on their production needs. Biesse, a pioneer in the wood building industry, has already been producing specific technology for doors and windows for a long time and, in recent years, has expanded its product range with specific models for the machining of solid wood beams and panels for any wooden structure used in the construction of wooden frame houses, wooden panel houses, prefabricated buildings, large-scale civil engineering structures, play grounds and much more besides. More specifically, the latest models devoted to building includes the Uniteam range, an innovative series of machining centres dedicated to machining beams of solid or laminated wood which offers the best performance available on the market. They can rapidly carry out all the most common cuts in the sector including mortice and tenon, strut, half lap joint, profile, dovetail joint, etc. In a constantly expanding industry like housing in which a change in production processes is required, fuelled by the need to accept as many job orders as possible while still maintaining a high standard of quality, Biesse responds by launching the latest innovative range: Uniteam RC. Uniteam RC is the new, compact, top-performance machining centre for beams and partitions for creating prefabricated panels and frame structures. Ideal for small- and medium-sized firms that want to respond to the most complex demands of modern design. The new machine is ideal for high-speed work, processing large production volumes with the utmost precision.


ANTICIPATIO SAIE

www.saiebologna.it di Beatrice Guidi

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Il trend tecnologico guida il cambiamento

Torna la fiera delle costruzioni per dare impulso alla ripresa e mostrare le innovazioni della filiera, partendo dai capisaldi del settore: progettazione, edilizia, impianti. Una fiera che si rinnova e riparte da Bologna: la nuova edizione di SAIE Bologna si terrà dal 21 al 24 ottobre 2020 presso BolognaFiere. Da sempre di vitale importanza per l’economia del Paese, il comparto edile, con le sue quasi 736.700 imprese attive, dopo anni di difficoltà, si trova al centro di un radicale cambiamento a livello tecnologico, normativo e dei trend di mercato. Proprio per questo la vera anima della manifestazione sarà l’innovazione, con il preciso obiettivo di rispondere alle esigenze dei professionisti del settore e sostenere il loro percorso di ripresa economica. SAIE 2020 darà, quindi, visibilità a tutti quei prodotti, servizi e tecnologie che contribuiscono al rinnovamento del comparto e a tutte quelle soluzioni che da sempre

rappresentano l’eccellenza del nostro “saper costruire”. Dopo l’ultima efficace edizione che ha visto la partecipazione di oltre 40.000 professionisti e 450 espositori, SAIE si conferma un appuntamento referenziato di business e networking per l’intera filiera. La nuova edizione di SAIE, dal 21 al 24 ottobre 2020 presso BolognaFiere, si rinnova, dunque e riparte dai capisaldi del costruire per confermare il proprio ruolo di riferimento, formativo e informativo, per tutti gli operatori della filiera, ponendo al centro progettazione, edilizia e impianti per dare impulso alla ripresa e mostrare le innovazioni della filiera. Una fiera che sa evolversi con un attento sguardo al futuro: protagoniste di SAIE 2020 saranno, infatti, le tante trasformazioni che stanno cambiando il volto del settore. Quattro le macro aree della manifestazione: Progettazione e Digitalizzazione; Edilizia; Impianti; Servizi. Ognuna di queste risponderà in modo concreto alle esigenze degli operatori, fornendo un’accurata parte espositiva e attività formative caratterizzate da coinvolgenti dimostrazioni e da un articolato programma di workshop e convegni. In particolare, il settore espositivo Progettazione e Digitalizzazione mostrerà i grandi cambiamenti apportati dal BIM e dalle altre innovazioni tecnologiche, come software di progettazione, sistemi di rilievo evoluti, droni, realtà aumentata, stampanti 3D e piattaforme digitali. La macro area Edilizia porrà, poi, l’accento sui nuovi materiali, sulle nuove tecniche costruttive sia per interni (finiture, pavimentazioni, serramenti, rivestimenti) sia per esterni (isolanti, finiture, attrezzature per il cantiere, facciate continue). Grande attenzione verrà dedicata anche al mondo dell’impian-


ANTICIPATIO_SAIE tistica, dalla climatizzazione all’idrosanitaria, passando per l’elettrotecnica e la building automation. L’integrazione edificio/impianto è, infatti, un aspetto fondamentale per creare un processo fluido e senza interruzioni, con notevole impatto sull’ottimizzazione dei costi di realizzazione, gestione e manutenzione di tutti gli edifici. Protagonisti dell’area Servizi saranno, infine, la consulenza professionale, tecnica, finanziaria, gli studi di progettazione, le associazioni e le società di ingegneria e architettura. Ampio spazio sarà poi dedicato ai più recenti approfondimenti normativi,

come le nuove disposizioni legislative del Codice degli appalti e del decreto sulla messa in sicurezza degli edifici a rischio sismico, e agli incentivi finanziari come l’Eco-bonus, il Sisma-Bonus e il Bonus Facciate. Tante poi le iniziative speciali previste, come SAIE Eccellenze, volte a mostrare le eccellenze della filiera e valorizzare prodotti e soluzioni applicative attraverso il racconto di professionisti autori di progetti reali o casi studio particolarmente significativi; un’occasione straordinaria per valutare da vicino come le nuove tecnologie in edilizia si stanno integrando all’esistente per segnare in modo sinergico il futuro delle costruzioni.

THE TECHNOLOGICAL TREND DRIVES CHANGE The new edition of SAIE, from 21 to 24 October 2020 at BolognaFiere, is renewed, therefore, and restarts from the cornerstones of building to confirm its role of reference, training and information, for all operators in the supply chain, placing design at the center and systems to boost the recovery and show the innovations of the supply chain. A fair that knows how to evolve with a careful look to the future: in fact, the protagonists of SAIE 2020 will be the many transformations that are changing the face of the sector. Four macro areas of the event: Design and Digitization; Building; Installations; Services.

In questa pagina un'immagine dell'ultima edizione di SAIE.


marzo 2020

INDEX STRUTTURALEGNO

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marzo 2020

INDEX

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