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NAUTICA

MARINO ALFANI: UNA PASSIONE DIVENTATA PROFESSIONE

Prima di tutto, come è avvenuto il suo approccio al mondo della nautica?

Mi permetto di ‘rubare’ una battuta fatta dal giornalista Pietro Barachetti alla mia prima intervista che, quando mi presentai, disse: “Marino, in nome homen, e quale altro lavoro potevi fare!”; non posso negare che ci sia del vero… Io invece direi: “da bambino e in maniera estremamente naturale”. Cercando nei vari cassetti della memoria, mare e barche sono ricordi trasversali e presenti da sempre: le estati trascorse in famiglia in barca nel golfo di Napoli, le ‘gite’ a Genova per il Salone Nautico, i sabati mattina in cui mio padre mi portava a salutare i suoi amici che costruivano yacht (ammetto che il ‘profumo’ delle resine mi ha sempre dato quella strana e piacevole sensazione che molti provano con l’odore della benzina) e i numerosi modelli in scala di barche che arredavano la mia cameretta… Mi ricordo che mi sembrava così strano pensare che il disegnare barche potesse essere un vero e proprio lavoro, non perché ‘semplice’, ma perché era troppo bello per essere vero…allora decisi che quel lavoro sarebbe stato il ‘mio’ lavoro.

FIRST OF ALL, HOW DID YOUR APPROACH TO THE BOATING WORLD COME ABOUT?

I ALLOW MYSELF TO 'STEAL' A JOKE MADE BY THE JOURNALIST PIETRO BARACHETTI AT MY FIRST INTERVIEW WHO, WHEN I INTRODUCED MYSELF, SAID: "MARINO, IN NAME HOMEN, AND WHAT OTHER WORK COULD YOU DO!"; I CANNOT DENY THAT THERE IS SOME TRUTH IN IT… INSTEAD, I WOULD SAY: "AS A CHILD AND EXTREMELY NATURALLY". SEARCHING THROUGH THE VARIOUS DRAWERS OF MY MEMORY, SEA AND BOATS ARE CROSS-CUTTING MEMORIES THAT HAVE ALWAYS BEEN PRESENT: THE SUMMERS SPENT WITH MY FAMILY ON A BOAT IN THE GULF OF NAPLES, THE 'TRIPS' TO GENOA FOR THE BOAT SHOW, THE SATURDAY MORNINGS WHEN MY FATHER TOOK ME TO GREET HIS FRIENDS WHO BUILT YACHTS (I ADMIT THAT THE 'SCENT' OF RESINS HAS ALWAYS GIVEN ME THAT STRANGE AND PLEASANT FEELING THAT MANY FEEL WITH THE SMELL OF GASOLINE) AND THE MANY SCALE MODELS OF BOATS THAT DECORATED MY BEDROOM… I REMEMBER THAT IT SEEMED SO STRANGE TO ME TO THINK THAT DESIGNING BOATS COULD BE A REAL JOB, NOT BECAUSE IT WAS 'SIMPLE', BUT BECAUSE IT WAS TOO GOOD TO BE TRUE...THEN I DECIDED THAT THAT JOB WOULD BE 'MY' JOB.

Ho letto, in una sua biografia: “...Il mestiere più bello del mondo, quello che ti permette di creare oggetti in armonia con la natura e con il mare: progettare le barche…”: l’armonia con la natura si traduce anche nella progettazione, a livello di sostenibilità (parola sempre più ricorrente nel nostro dizionario). Se sì, in che modo?

La mia riflessione nasceva da un aspetto metaprogettuale, dove l’armonia con la natura è il fine a cui il mezzo conduce; la sostenibilità ne è comunque una interpretazione. Avendo tre figli, sono particolarmente sensibile al tema; l’ecologia deve manifestarsi in tutte le azioni quotidiane e non solo ‘utilizzando un‘auto ibrida’: oggi come oggi, purtroppo, è un termine utilizzato più per aiutare il marketing che l’ambiente. Ho la sensazione che ci sia poca informazione su cosa sia veramente green: molte persone pensano che un oggetto è green se, al momento del suo utilizzo, trasmette quella sensazione, dimenticando che il ciclo di vita di qualsiasi cosa è di tre fasi ben distinte: produzione, utilizzo e smaltimento. L’utilizzo è una fase, ma non sempre la più incisiva, ed è per questo che, quando progetto una barca, ragiono a 360° con un

I READ IN ONE OF YOUR BIOGRAPHIES: "...THE MOST BEAUTIFUL JOB IN THE WORLD, THE ONE THAT ALLOWS YOU TO CREATE OBJECTS IN HARMONY WITH NATURE AND THE SEA: DESIGNING BOATS...": HARMONY WITH NATURE ALSO TRANSLATES INTO DESIGN, IN TERMS OF SUSTAINABILITY (A WORD THAT IS BECOMING INCREASINGLY COMMON IN OUR DICTIONARY). IF SO, IN WHAT WAY?

MY REFLECTION STEMMED FROM A METADESIGN ASPECT, WHERE HARMONY WITH NATURE IS THE END TO WHICH THE VEHICLE LEADS; SUSTAINABILITY IS HOWEVER AN INTERPRETATION OF IT. HAVING THREE CHILDREN, I AM PARTICULARLY SENSITIVE TO THE THEME; ECOLOGY MUST BE MANIFESTED IN ALL DAILY ACTIONS AND NOT ONLY 'USING A HYBRID CAR': TODAY, UNFORTUNATELY, IT IS A TERM USED MORE TO HELP MARKETING THAN THE ENVIRONMENT. I HAVE THE FEELING THAT THERE IS LITTLE INFORMATION ABOUT WHAT IS REALLY GREEN: MANY PEOPLE THINK THAT AN OBJECT IS GREEN IF, AT THE TIME OF ITS USE, IT CONVEYS THAT FEELING, na FORGETTING THAT THE LIFE CYCLE OF ANYTHING IS THREE DISTINCT PHASES: PRODUCTION, USE AND DISPOSAL. UTILIZATION IS A PHASE, BUT NOT ALWAYS THE MOST INCISIVE ONE, AND THAT'S WHY, WHEN I DESIGN A BOAT, I THINK AT 360° WITH AN

MARINO ALFANI: A PASSION BECAME A PROFESSION

approccio (eco)sostenibile, non solo adottando propulsioni ibride o elettriche, ma utilizzando tecniche produttive meno impattanti in fase di produzione e materiali più ecologici in fase di allestimento; è un tema però non facile da proporre perché, da una parte, la ricerca nel settore nautico è lenta e dispendiosa rispetto ad altri settori e quindi gli strumenti in nostro possesso non sono molti e, dall’altra, tanti clienti non sono ancora ‘pronti’ e rassicurati da questa ‘novità’. Fortunatamente, grazie a Ecoline Marine, un cantiere con cui collaboro da diversi anni, ho avuto la possibilità di progettare diverse imbarcazioni sia elettriche, sia ibride e la motovedetta della Guardia di Finanza, prima nel suo genere, consegnata a settembre e in uso a Venezia, è un esempio di come la tendenza stia cambiando. (ECO)SUSTAINABLE APPROACH, NOT ONLY ADOPTING HYBRID OR ELECTRIC PROPULSION, BUT USING LESS IMPACTING PRODUCTION TECHNIQUES AND MORE ECOLOGICAL MATERIALS IN THE OUTFITTING PHASE; HOWEVER, IT'S NOT AN EASY THEME TO PROPOSE BECAUSE, ON THE ONE HAND, RESEARCH IN THE NAUTICAL SECTOR IS SLOW AND EXPENSIVE COMPARED TO OTHER SECTORS, SO WE DON'T HAVE MANY TOOLS AND, ON THE OTHER HAND, MANY CLIENTS ARE NOT YET 'READY' AND REASSURED BY THIS 'NOVELTY'. FORTUNATELY, THANKS TO ECOLINE MARINE, A SHIPYARD I'VE BEEN WORKING WITH FOR SEVERAL YEARS, I'VE HAD THE OPPORTUNITY TO DESIGN SEVERAL BOATS, BOTH ELECTRIC AND HYBRID, AND THE GUARDIA DI FINANZA PATROL BOAT, THE FIRST OF ITS KIND, DELIVERED IN SEPTEMBER AND IN USE IN VENICE, IS AN EXAMPLE OF HOW THE TREND IS CHANGING.

L’interior yacht design, tra la fine degli anni novanta e gli inizi del duemila, ha subito una rivoluzione, cercando ‘spunti’ nel settore casa. Quali sono, secondo lei, le motivazioni che hanno portato a questo mutamento e, a livello di progettazione, quali differenze vi sono tra la progettazione, appunto di interni di navi e quella di un interno contract con 'piedi per terra’?

Questa ricerca sia stilistica, sia funzionale, che ha portato gli yacht a essere sempre più case e meno barche, è il frutto di un dialogo tra domanda-offerta, dove l’obiettivo comune era, oltre alla trasposizione puramente estetica e ‘modaiola’ dello spazio abitativo, anche quella funzionale: clonare le ‘abitudini’ quotidiane, creare una vera e propria seconda casa indipendentemente dal contesto. Questa denaturalizzazione però, non sempre ha dato risultati positivi perché ogni progetto, per quanto bello e studiato in ogni dettaglio, rischia di diventare anonimo e soprattutto perderne il fascino intrinseco, se non contestualizzato; come una baita deve profumare di montagna, così una barca deve profumare di mare… Da un punto di vista progettuale, ci sono tante differenze tra case e barche (soprattutto di dimensione ridotte), e dalle quali non si può prescindere quando si prende in mano la matita; prima tra tutte, che uno yacht è una ‘scatola’ chiusa, che si muove sull’acqua e che tra esterno e interno c’è una comunicazione molto stretta; se ci concentriamo sul contenuto, il contenitore ne risentirà, e viceversa; un aumento di volumi per creare spazi tipici di una villa al mare sbilanceranno le proporzioni sia estetiche, sia di navigabili-

YACHT INTERIOR DESIGN, BETWEEN THE END OF THE 1990S AND THE BEGINNING OF THE 2000S, UNDERWENT A REVOLUTION, LOOKING FOR 'CUES' IN THE HOME SECTOR. IN YOUR OPINION, WHAT ARE THE REASONS THAT LED TO THIS CHANGE AND, AT THE DESIGN LEVEL, WHAT DIFFERENCES ARE THERE BETWEEN THE DESIGN OF SHIP INTERIORS AND THAT OF A CONTRACT INTERIOR WITH 'FEET ON THE GROUND'?

THIS RESEARCH, BOTH STYLISTIC AND FUNCTIONAL, WHICH HAS LED YACHTS TO BE MORE AND MORE HOUSES AND LESS AND LESS BOATS, IS THE RESULT OF A DIALOGUE BETWEEN SUPPLY AND DEMAND, WHERE THE COMMON GOAL WAS, IN ADDITION TO THE PURELY AESTHETIC AND 'FASHIONABLE' TRANSPOSITION OF THE LIVING SPACE, ALSO THE FUNCTIONAL ONE: TO CLONE THE DAILY 'HABITS', TO CREATE A REAL SECOND HOME REGARDLESS OF THE CONTEXT. THIS DENATURALIZATION, HOWEVER, HAS NOT ALWAYS GIVEN POSITIVE RESULTS BECAUSE EVERY PROJECT, NO MATTER HOW BEAUTIFUL AND STUDIED IN EVERY DETAIL, IS LIKELY TO BECOME ANONYMOUS AND ABOVE ALL TO LOSE ITS INTRINSIC CHARM, IF NOT CONTEXTUALIZED; AS A CABIN MUST SMELL OF MOUNTAINS, SO A BOAT MUST SMELL OF THE SEA ... FROM A DESIGN POINT OF

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◼ Benetti.

tà, come linee troppo affusolate daranno scarsa abitabilità interna; sono comunque scelte personali e, fortunatamente, il mercato offre soluzioni che accontentano tutti. In generale, se vogliamo essere accademici, ci sono elementi prettamente nautici: ad esempio, ‘sarebbe’ buona norma non utilizzare spigoli vivi, o inserire antirollii per evitare che gli oggetti appoggiati sui piani possano cadere. Come detto sono ‘regole’ teoriche e non scritte, quindi si possono ignorare, ma non sempre è la scelta migliore. Quindi, ben venga la contaminazione tra diversi settori, ma la ragione sta nel mezzo e la barca è sempre una barca e il mare inteso come forza imprevedibile della natura, non guarda certo alle mode.

In che modo può essere definita l’operatività del designer nel settore della nautica oggi?

Quando un cliente si avvicina a un brand, lo fa spinto da molti fattori come l’affidabilità del cantiere, la qualità costruttiva, la funzionalità, la possibilità di personalizzarne interni ed esterni; c’è anche un altro aspetto che a volte fa da ago della bilancia ed è l’emozione. Il designer, insieme a tutte le figure che realizzano uno yacht, fa sì che l’emozione sia il legante di tutte queste fasi. Un progettista ha infatti diversi ruoli: può essere colui che dà forma a un’idea, può svilupparla e ingegnerizzarla, può (e deve) seguire la produzione e accompagna il cliente durante tutte le scelte. Fortunatamente, la barca è ancora vista come una cosa diversa, particolare, in cui l’esperienza del progettista ha un ruolo importanVIEW, THERE ARE MANY DIFFERENCES BETWEEN HOUSES AND YACHTS (ESPECIALLY SMALL ONES), WHICH CANNOT BE IGNORED WHEN YOU TAKE THE PENCIL IN HAND; FIRST OF ALL, THAT A YACHT IS A CLOSED 'BOX', WHICH MOVES ON THE WATER AND THAT BETWEEN THE OUTSIDE AND THE INSIDE THERE IS A VERY CLOSE COMMUNICATION; IF WE FOCUS ON THE CONTENT, THE CONTAINER WILL BE AFFECTED, AND VICE VERSA; AN INCREASE IN VOLUME TO CREATE SPACES TYPICAL OF A SEASIDE VILLA WILL UNBALANCE THE PROPORTIONS BOTH AESTHETICALLY AND IN TERMS OF NAVIGABILITY, AS TOO TAPERED LINES WILL GIVE POOR INTERNAL HABITABILITY; HOWEVER, THESE ARE PERSONAL CHOICES AND, FORTUNATELY, THE MARKET OFFERS SOLUTIONS THAT SATISFY EVERYONE. IN GENERAL, IF WE WANT TO BE ACADEMIC, THERE ARE ELEMENTS THAT ARE PURELY NAUTICAL: FOR EXAMPLE, 'IT WOULD BE' A GOOD RULE NOT TO USE SHARP EDGES, OR TO INSERT ANTIROLLII TO PREVENT OBJECTS RESTING ON THE PLANES FROM FALLING. AS SAID, THESE ARE THEORETICAL AND UNWRITTEN 'RULES', SO THEY CAN BE IGNORED, BUT IT IS NOT ALWAYS THE BEST CHOICE. SO, CONTAMINATION BETWEEN DIFFERENT SECTORS IS WELCOME, BUT THE REASON LIES IN THE MIDDLE AND THE BOAT IS ALWAYS A BOAT AND THE SEA, INTENDED AS AN UNPREDICTABLE FORCE OF NATURE, CERTAINLY DOES NOT LOOK AT FASHION.

HOW CAN THE DESIGNER'S OPERATION IN THE BOATING INDUSTRY TODAY BE DEFINED?

WHEN A CLIENT APPROACHES A BRAND, IT IS DRIVEN BY MANY FACTORS SUCH AS THE RELIABILITY OF THE SHIPYARD, THE CONSTRUCTION QUALITY, THE FUNCTIONALITY, THE POSSIBILITY TO CUSTOMIZE THE INTERIOR AND

te; in studio seguiamo anche progetti di appartamenti e negozi, ma quando ci interfacciamo con questa tipologia di clienti abbiamo spesso la sensazione che si sentano tutti un po' architetti, mentre se si parla di yacht c’è molta fiducia in chi progetta; diciamo che è molto raro trovarsi il committente in studio con 10 riviste comprate il giorno prima e che, aprendo le pagine dove ha messo i post -it, indica un attico a Miami o un loft newyorkese accompagnato dalla frase: “questo mi piace, lo vorrei così!”. È un settore molto artigianale e il dialogo con le maestranze è fondamentale per cercare soluzioni pratiche, oltre che belle; non è solo un lavoro di ufficio davanti a un tecnigrafo o a un computer, ma anche di supervisione e dialogo continuo. Uno yacht designer deve essere sia esteta, sia tecnico e fare da tramite tra cantiere, artigiano e committente.

Gli spazi ridotti, come influenzano l’interior design?

Sono uno stimolo: ho sempre preferito progettare barche piccole a quelle grandi; si crea inevitabilmente un’attenzione al dettaglio e un’ottimizzazione degli spazi che, sicuramente, è un valore aggiunto; molti clienti ci contattano per realizzare appartamenti di dimensioni contenute proprio alla ricerca di un approccio ‘nautico’, e non solo perché sfruttiamo ogni singolo angolo, ma anche perché diamo carattere a ogni ambiente, curando ogni particolare. Nella barche, le cabine non hanno i muri, bianchi o colorati che siano, ma paratie e scafi rivestiti con pannelli laccati, imbottiti, tessuti, inserti di acciaio e così via, e ogni elemento ha un senso estetico e funzionale; in un cabina di 4x3metri, troviamo spazio per inserire oltre al letto matrimoniale, scrivanie con beauty table, angoli relax, cabina armadio e bagno e il tutto con continuità e ordine…uno spazio piccolo, ma ben studiato e curato crea quell’effetto ‘wow’, che manca a uno grande, non studiato….la qualità vince sempre sulla quantità.

Come possono essere riassunte le caratteristiche principali della sua filosofia progettuale?

Quando mi approccio a un nuovo progetto, lo faccio sempre nel rispetto del committente o del brand che si affida a me, per ◼ Dariel Dlimo.

EXTERIOR; THERE IS ALSO ANOTHER ASPECT THAT SOMETIMES TIPS THE SCALES AND THAT IS EMOTION. THE DESIGNER, TOGETHER WITH ALL THE FIGURES WHO MAKE A YACHT, MAKES EMOTION THE BINDER OF ALL THESE PHASES. IN FACT, A DESIGNER HAS DIFFERENT ROLES: HE CAN BE THE ONE WHO GIVES SHAPE TO AN IDEA, HE CAN DEVELOP AND ENGINEER IT, HE CAN (AND MUST) FOLLOW THE PRODUCTION AND ACCOMPANY THE CUSTOMER DURING ALL THE CHOICES. FORTUNATELY, THE BOAT IS STILL SEEN AS SOMETHING DIFFERENT, SPECIAL, IN WHICH THE EXPERIENCE OF THE DESIGNER PLAYS AN IMPORTANT ROLE; IN THE STUDIO WE ALSO FOLLOW PROJECTS FOR APARTMENTS AND STORES, BUT WHEN WE INTERFACE WITH THIS TYPE OF CLIENT WE OFTEN HAVE THE FEELING THAT THEY ALL FEEL A BIT LIKE ARCHITECTS, WHILE WHEN IT COMES TO YACHTS THERE IS A LOT OF TRUST IN THE DESIGNER; LET'S SAY IT'S VERY RARE TO FIND THE CLIENT IN THE STUDIO WITH 10 MAGAZINES BOUGHT THE DAY BEFORE AND WHO, OPENING THE PAGES WHERE HE HAS PUT THE POST -IT, POINTS TO A PENTHOUSE IN MIAMI OR A NEW YORK LOFT ACCOMPANIED BY THE PHRASE: "I LIKE THIS, I WOULD LIKE IT LIKE THIS!". IT'S A VERY ARTISANAL SECTOR AND THE DIALOGUE WITH THE WORKERS IS FUNDAMENTAL IN ORDER TO FIND PRACTICAL SOLUTIONS, AS WELL AS BEAUTIFUL ONES; IT'S NOT JUST A DESK JOB IN FRONT OF A DRAFTING MACHINE OR A COMPUTER, BUT ALSO OF SUPERVISION AND CONTINUOUS DIALOGUE. A YACHT DESIGNER HAS TO BE BOTH AN AESTHETE AND A TECHNICIAN

◼ Rio Daytona 34.

accompagnarlo in questo percorso; non impongo mai il mio pensiero, ma lo declino dialogando con tutte le figure che lavoreranno alla realizzazione della barca. Amo l’equilibrio, la pulizia formale e la semplicità (che non è banalità): affido a poche linee principali (mai più di 4) il compito di disegnare e dare forma alle mie idee, e ai dettagli ‘funzionali’ e mai estetici quello di impreziosire e dare personalità:”… i dettagli non sono dettagli sono l’essenza del progetto” (Charles e Ray Eames). Dettagli…non decori…riempire le superfici di ornamenti fini a stessi solo per una sorta di horror vacui, che danno bellezza al primo sguardo, al secondo lasciano indifferente e al terzo stancano, è l’antitesi della mia filosofia progettuale. Le barche hanno un ciclo di vita più lungo di un’automobile, quindi bisogna pensare che uno yacht varato oggi lo vedremo ancora ancora tra vent’anni, ed è AND ACT AS AN INTERMEDIARY BETWEEN THE SHIPYARD, THE CRAFTSMAN AND THE CLIENT.

SMALL SPACES, HOW DO THEY AFFECT INTERIOR DESIGN?

THEY ARE A STIMULUS: I'VE ALWAYS PREFERRED DESIGNING SMALL BOATS TO LARGE ONES; IT INEVITABLY CREATES AN ATTENTION TO DETAIL AND AN OPTIMIZATION OF SPACE THAT IS CERTAINLY AN ADDED VALUE; MANY CLIENTS CONTACT US TO BUILD SMALL APARTMENTS PRECISELY BECAUSE THEY ARE LOOKING FOR A 'NAUTICAL' APPROACH, AND NOT ONLY BECAUSE WE TAKE ADVANTAGE OF EVERY SINGLE CORNER, BUT ALSO BECAUSE WE GIVE CHARACTER TO EVERY ENVIRONMENT, TAKING CARE OF EVERY DETAIL. IN THE BOATS, THE CABINS DO NOT HAVE WALLS, WHITE OR COLORED, BUT BULKHEADS AND HULLS COVERED WITH LACQUERED PANELS, UPHOLSTERY, FABRICS, STEEL INSERTS AND SO ON, AND EACH ELEMENT HAS AN AESTHETIC AND FUNCTIONAL SENSE; IN A CABIN OF 4X3METERS, WE FIND SPACE TO INSERT IN ADDITION TO THE DOUBLE BED, DESKS WITH BEAUTY TABLE, RELAXATION CORNERS, WALK-IN CLOSET AND BATHROOM AND ALL WITH CONTINUITY AND ORDER ... A SMALL SPACE, BUT WELL STUDIED AND CARED FOR CREATES THAT EFFECT 'WOW', WHICH IS MISSING IN A LARGE, NOT STUDIED.... QUALITY ALWAYS WINS OVER QUANTITY.

HOW CAN THE MAIN FEATURES OF YOUR DESIGN PHILOSOPHY BE SUMMARIZED?

WHEN I APPROACH A NEW PROJECT, I ALWAYS DO SO WITH RESPECT FOR THE CLIENT OR THE BRAND THAT RELIES ON ME, TO ACCOMPANY HIM ALONG THIS PATH; I NEVER IMPOSE MY THOUGHT, BUT I DECLINE IT IN DIALOGUE WITH ALL THE FIGURES WHO WILL WORK ON THE REALIZATION OF THE BOAT. I LOVE BALANCE, FORMAL CLEANLINESS AND SIMPLICITY (WHICH IS NOT BANALITY): I ENTRUST TO A FEW MAIN LINES (NEVER MORE THAN 4) THE TASK OF DESIGNING AND GIVING SHAPE TO MY IDEAS, AND TO THE 'FUNCTIONAL' DETAILS, AND NEVER AESTHETIC, THAT OF EMBELLISHING AND GIVING PERSONALITY: "...DETAILS ARE NOT DETAILS, THEY ARE THE ESSENCE OF THE PROJECT" (CHARLES AND RAY EAMES). DETAILS...NOT ORNAMENTS...FILLING SURFACES WITH ORNAMENTS FOR THEIR OWN SAKE ONLY FOR A SORT OF HORROR VACUI, WHICH GIVE BEAUTY AT FIRST GLANCE, LEAVE YOU INDIFFERENT AT SECOND GLANCE AND TIRE YOU OUT AT THIRD, IS THE ANTITHESIS OF MY DESIGN PHILOSOPHY. BOATS HAVE A LONGER LIFE CYCLE THAN A CAR, SO YOU HAVE TO THINK THAT A YACHT LAUNCHED TODAY WILL STILL BE SEEN IN TWENTY YEARS, AND THAT'S WHY YOU NEED TO BE HUMBLE AND LEAVE ASIDE VIRTUOSITY, AVOIDING DESIGNING THINGS THAT ARE 'TOO MUCH'.

IN ORDER TO DESIGN SHIPS, OR RATHER SHIP INTERIORS, IS IT NECESSARY TO COMPLY WITH PARTICULAR REGULATIONS, AD HOC FOR THE SECTOR? IF YES, WHICH ONES?

◼ Rio Sport Coupé.

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◼ Rose Island Lobster 65.

questo il motivo per cui serve umiltà e lasciare da parte virtuosismi, evitando di progettare cose ‘troppo’.

Per progettare navi, o meglio interni di navi, bisogna sottostare a normative particolari, ad hoc per il settore? Se sì, quali?

Il mondo nautico include una serie di categorie molto differenti tra loro a seconda delle dimensioni e dell’utilizzo, ognuna con regole ben precise; nei motor yacht (sotto i 24 m.) questo influisce più sull’esterno, come ad esempio altezze dei tienitibene o le dimensioni delle vetrate a scafo; negli interni sono poche e spesso direttamente legate agli esterni. Nel nostro settore abbiamo la fortuna di avere più libertà espressiva rispetto ad altri.

Nella nautica da diporto tra i termini più ricorrenti figurano ‘lusso’ e ‘innovazione’. Quale significato assumono per il progettista negli scenari futuri?

Per quanto riguarda il lusso, purtroppo ho una sorta idiosincrasia per questo termine, cerco di evitarlo quando descrivo un progetto; trovo imbarazzante l’attribuire un valore aggiunto a un oggetto, perché costoso o elitario e forse proprio per questo, oggi non possiamo proprio affermare che il lusso sia sinonimo di classe o eleganza anzi, nella maggior parte dei casi, viene espresso con volgarità perché mera ostentazione: un’ ostentazione che ha portato anche all’associazione tra la parola Yacht e lusso (anche se plausibile); anche se anacronistico, mi piace pensare alla barca in maniera più romantica, come a uno dei tanti modi (anche se costoso) per declinare e vivere l’amore per il mare. Per me, il lusso non è la proprietà o il possesso di un oggetto, ma avere il tempo per poterlo utilizzare… il tempo insieme alla spazio, sono le uniche cose finite che appartengono alla nostra specie… che senso avrebbe comprare uno yacht da milioni di euro, ma non avere il tempo per usarlo o un mare dove farlo navigare? Dal lusso in futuro mi aspetto un passo indietro, vorrei un ritorno alle barche come spazio intimo per condividere esperienze ed emozioni con famiglia e amici e la fine dell’oggetto da mostrare nel porto. L’innovazione invece è un termine che negli yacht può dire tutto o niente: nella nautica la ricerca è lenta, perché i numeri sono pochi e quindi investire per innovare ha dei costi difficilmente sostenibili e ammortizzabili per i cantieri. Negli ultimi anni, comunque, nuove tecnologie produttive hanno permesso a noi designer di creare forme fino a pochi anni fa impensabili o costosissime, o di ridurre pesi, sprechi di materiale e consumi ai processi produttivi. Per chiudere con una provocazione, mi viene da dire che se ci aspettiamo dalle barche quello ci aspettiamo dalle macchine, ovvero che volino, spero che l’innovazione sia ancora più lenta e che questo non avvenga mai. THE NAUTICAL WORLD INCLUDES A SERIES OF VERY DIFFERENT CATEGORIES DEPENDING ON THE SIZE AND USE, EACH WITH VERY PRECISE RULES; IN MOTOR YACHTS (UNDER 24 M.) THIS AFFECTS THE EXTERIOR MORE, SUCH AS THE HEIGHT OF THE HANDRAILS OR THE SIZE OF THE HULL WINDOWS; IN THE INTERIOR THERE ARE FEW AND OFTEN DIRECTLY RELATED TO THE EXTERIOR. IN OUR SECTOR WE ARE LUCKY TO HAVE MORE FREEDOM OF EXPRESSION THAN OTHERS.

IN YACHTING, 'LUXURY' AND 'INNOVATION' ARE AMONG THE MOST COMMON TERMS. WHAT MEANING DO THEY HAVE FOR THE DESIGNER IN FUTURE SCENARIOS?

REGARDING LUXURY, UNFORTUNATELY I HAVE A SORT OF IDIOSYNCRASY FOR THIS TERM, I TRY TO AVOID IT WHEN I DESCRIBE A PROJECT; I FIND IT EMBARRASSING TO ATTRIBUTE AN ADDED VALUE TO AN OBJECT, BECAUSE IT IS EXPENSIVE OR ELITIST AND PERHAPS FOR THIS VERY REASON, TODAY WE CANNOT REALLY SAY THAT LUXURY IS SYNONYMOUS WITH CLASS OR ELEGANCE; ON THE CONTRARY, IN MOST CASES, IT IS EXPRESSED WITH VULGARITY BECAUSE IT IS MERE OSTENTATION: AN 'OSTENTATION THAT HAS ALSO LED TO THE ASSOCIATION BETWEEN THE WORD YACHT AND LUXURY (ALTHOUGH PLAUSIBLE); ALTHOUGH ANACHRONISTIC, I LIKE TO THINK OF THE BOAT IN A MORE ROMANTIC WAY, AS ONE OF THE MANY WAYS (ALTHOUGH EXPENSIVE) TO DECLINE AND LIVE THE LOVE FOR THE SEA. FOR ME, LUXURY IS NOT THE OWNERSHIP OR POSSESSION OF AN OBJECT, BUT HAVING THE TIME TO USE IT... TIME TOGETHER WITH SPACE ARE THE ONLY FINITE THINGS THAT BELONG TO OUR SPECIES... WHAT WOULD BE THE POINT OF BUYING A YACHT WORTH MILLIONS OF EUROS, BUT NOT HAVING THE TIME TO USE IT OR A SEA TO SAIL IT? FROM LUXURY IN THE FUTURE I EXPECT A STEP BACKWARDS, I WOULD LIKE A RETURN TO BOATS AS AN INTIMATE SPACE TO SHARE EXPERIENCES AND EMOTIONS WITH FAMILY AND FRIENDS AND THE END OF THE OBJECT TO SHOW IN THE HARBOR. INNOVATION, ON THE OTHER HAND, IS A TERM THAT CAN MEAN EVERYTHING OR NOTHING IN YACHTS: RESEARCH IN THE NAUTICAL SECTOR IS SLOW, BECAUSE NUMBERS ARE FEW AND THEREFORE INVESTING IN INNOVATION HAS COSTS THAT ARE DIFFICULT FOR SHIPYARDS TO SUSTAIN AND AMORTIZE. IN RECENT YEARS, HOWEVER, NEW PRODUCTION TECHNOLOGIES HAVE ALLOWED US DESIGNERS TO CREATE SHAPES THAT WERE UNTHINKABLE OR VERY EXPENSIVE JUST A FEW YEARS AGO, OR TO REDUCE WEIGHTS, MATERIAL WASTE AND CONSUMPTION IN PRODUCTION PROCESSES. TO CLOSE WITH A PROVOCATION, I WOULD SAY THAT IF WE EXPECT FROM BOATS WHAT WE EXPECT FROM MACHINES, THAT IS, THAT THEY FLY, I HOPE THAT INNOVATION WILL BE EVEN SLOWER AND THAT THIS WILL NEVER HAPPEN.

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