TEXTURES issue 002

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ISSN 2421-4779 Proposte: l'appuntamento di Villa Erba in un'atmosfera pi첫 serena

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editrice Web and Magazine s.r.l_Via Valla, 16 20141 Milano Italia_ www.webandmagazine.media_ www.webandmagazine.com_costo copia euro 10,00

Racconti tessuti nel filo della storia di Paola Govoni

A

La rivista dei tessuti per l'arredamento e dei sistemi di arredo tessile

i Selezione di tessuti da Proposte 2015

Art and Textile

Art and Textile

Nelle pieghe della materia

di Paolo Ferrari

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Art and Textile

Le icone e il tessuto

issue_002 settembre 2015



SENZA TRAMA NON C’È STORIA WITHOUT “TEXTURES” THERE IS NO STORY

WWW.TOLINO.IT


Summary

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02

issue_002

05 Editorial UN AUTUNNO RICCO DI APPUNTAMENTI

di Pietro Ferrari

06 Colophon 09 Occhiello IL LAVORO DI PENELOPE

di Mariadele Mancini

010_038 Rassegna Proposte

LA TERZA DIMENSIONE

di Pietro Ferrari

RIFLESSIONI SU PROPOSTE

di Mariadele Mancini

LA NOSTRA SQUADRA A PROPOSTE INTERVISTE

a cura di Sonia Maritan

040_041 Fairs Carpet Show UN APPUNTAMENTO PER IL TAPPETO

di Beatrice Guidi

056_057 Fairs Maison&Objet ASPETTATIVE POSITIVE PER MAISON&OBJET A FINE ESTATE

di Beatrice Guidi

058_063 Art & Textile

RACCONTI TESSUTI NEL FILO DELLA STORIA

di Paola Govoni

064_067 Art & Textile

050_052 Fairs MoOD

MoOD E INDIGO BRUSSELS HOME EDITION PARTONO ASSIEME

di Beatrice Guidi

054_055 Fairs Intertextile Shanghai Home Textiles SHANGHAI CAPITALE DEL TESSILE

di Antonio Vigliante

090_091 Art & Textile International Observatory 092_094 Fairs Lineapelle

LE ICONE E IL TESSUTO

di Roberta Bocca Danilo Petrucci

072_074 Fairs Filo

APPUNTAMENTO AUTUNNALE CON FILO

UN RECORD A FRANCOFORTE

di Sonia Maritan

088_089 Trevira

068_071 Art & Textile

di Paolo Ferrari

di Sonia Maritan

5000 ANNI DI STORIA

di Beatrice Guidi

UN'APERTURA INTERNAZIONALE

di Beatrice Guidi

047_049 Fuori Proposte Urru

UNA PIUMA LEGGERA CHE VOLA LONTANO

NELLE PIEGHE DELLA MATERIA

044_046 Fuori Proposte Amini SULLE ALI DEL MITO

086 Scheda Cinelli Piume e Piumini

076_077 Fairs Filo

di Antonio Vigliante

078 Scheda Torcitura Lei Tsu YARNS FOR IDEAS

080 Scheda TFS

LA TRADIZIONE E L’AVANGUARDIA TECNOLOGICA

082 Scheda Tintoria Sala PRODUZIONE DI MASSA E QUALITÀ

UNA LINEAPELLE IN BUONA FORMA

di Beatrice Guidi


New Perspectives Heimtextil riunisce tutte le più interessanti novità dell’interior design tessile. Solo qui trovate la qualità e la varietà di idee e prodotti di oltre 2.700 espositori provenienti da tutto il mondo. Eventi di alto profilo sui temi chiave del settore, come la sostenibilità, vi forniranno nuovi stimoli. Anteprime esclusive sui nuovi trend 2016/2017 vi attendono nel Theme Park “Well-Being 4.0”. Visitate la fiera leader internazionale del settore – da martedì a venerdì nel 2016. Per maggiori informazioni e biglietteria online: heimtextil.messefrankfurt.com visitatori@italy.messefrankfurt.com Tel. +39 02-880 77 81

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Editorial

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05

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Pietro Ferrari

Un autunno ricco di appuntamenti Le ultime settimane dell'estate e l'autunno vedono un susseguirsi di appuntamenti di grande interesse per il settore del tessile per l'arredo, appuntamenti che contribuiranno sicuramente ad orientare gli operatori e dare segnali sullo stato di salute del settore. L'appuntamento di Mood a Bruxelles continua a proporsi come un indicatore delle tendenze e non perde la sua centralità di appuntamento europeo, noi saremo là e raccoglieremo per i nostri lettori le dinamiche in corso. Saremo anche a Maison&Objet a Parigi a registrare le novità proposte dal dinamico palcoscenico parigino. A Milano presidieremo Lineapelle e l'iniziativa Unica di Ice che vede tra i protagonisti il tessile e la sua struttura associativa. Ottobre vedrà la nostra presenza a Filo la fiera semestrale della materia prima per il tessile. Guardiamo un poco avanti e un poco a monte nel settore della tecnologia per

registrare la nostra visita a Itma, la grande manifestazione delle tecnologie del tessile che ha scelto Milano per l'appuntamento 2015. Uno scenario in movimento che, in generale, sembra registrare un pieno di iniziative e di ricerca di qualità e soluzioni diverse per traghettare il nostro mondo in un futuro migliore e diverso.

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Plenty of dates in autumn Late summer weeks and the autumn season will feature a long string of interesting event for the home textile industry, giving useful directions to operators and clear signals on the industry health. Mood in Brussels will confirm its role of "trend meter” and key European event: we will be there to report the latest trends to our readers. We will also attend Maison&Objet in Paris to discover the latest news from the dynamic French scenario. In Milan we are taking part in Unica by Ice, an initiative focused on the textile industry and its association. In October we will be at Filo, the sixmonthly exhibition of raw materials for the textile business. Taking a look further ahead and a bit upstream in the technology chain, we will visit Itma, the big textile technology review that selected Milan for its 2015 show. The landscape keeps changing and, in general, seems to be full of initiatives and strong interest for quality and different solutions to guide our industry towards a better and different future.


settembre 2015

colophon

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Art and Textile

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di Paola Govoni

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Art and Textile

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di Paolo Ferrari

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Art and Textile

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Proposte: l'appuntamento di Villa Erba in un'atmosfera più serena

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Occhiello

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writer

Mariadele Mancini web

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Il lavoro di Penelope Seduta di fronte all'ordito verticale, Penelope tesseva i suoi giorni, legando tra loro i fili del ricordo a quelli della speranza, nel tempo dell'attesa: lavoro e viaggio della mente, il senso delle cose nel flusso della vita. Anche quest'anno, Villa Erba ha chiuso i suoi cancelli e Proposte 2015 si è conclusa in un elegante trionfo di tessuti e colori. Ancora una volta abbiamo avuto modo di ammirare l'espressione di un genere d'arte creativa, talvolta un po' negletta in quanto tale, eppure sempre così ricca e vitale. Strutture, semplici o complesse, intrecci tra materiali e colori, sono come le note di una composizione musicale, che diviene sinfonia, solo per opera di un virtuoso direttore d'orchestra. Accendiamo dunque i riflettori sul mestiere del tessitore, sulle sue abili mani che inseguono un pensiero, mentre il ritmo del telaio scandisce le battute. Il tessuto scende nobilitato da un'idea, si arrotola ordinatamente sui rulli ed è pronto a iniziare il suo viaggio per il mondo. Vivrà la sua vita, raccontandosi, di volta in volta, attraverso la suggestiva sensualità dei rilievi nelle armatura rego-

lari (vedi tappeto Labirinto-Giò Ponti di Amini), dei guizzi di luce sulle superfici morbide nei velluti, del mistero celato tra i fili flottanti (vedi tappeti di Urru), del ritmo vigoroso nelle forme disegnate dal colore (vedi tessuti bicolori di Rossini della Quercia). E' così che il tessuto si eleva al rango di arte anche se, sappiamo, il fine ultimo sarà il piacere effimero dell'utilizzo.


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Rassegna Proposte

La terza dimensione

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www.propostefair.it

Si è conclusa la XXIII edizione di Proposte, l’Anteprima Mondiale del Tessuto d’Arredamento e del Tendaggio di Cernobbio. Gli stand sono stati costantemente pieni di compratori, provenienti da ben 66 Paesi, intenti anche quest’anno a esaminare le ricche collezioni di interior decoration alla ricerca delle novità in tema di fibra, filato, design, tecnica di tessitura, finissaggio, colore. Gli organizzatori segnalano piena soddisfazione da parte dei 93 espositori (45 italiani, 45 di altri paesi europei e 3 turchi) che hanno affrontato la manifestazione con energia imprenditoriale e sereno ottimismo. Se analizziamo le affluenze dobbiamo comunque registrare una moderata flessione nel numero dei visitatori che sono stati 6231, di cui 2042 italiani pari al 32,78% e 4189 stranieri, pari al 67,23%. In altre parole, ogni tre visitatori a Villa Erba, due erano stranieri.

Significativa risulta anche l’analisi dei dati riferita al numero delle aziende straniere presenti, che sono state 3.414 segnando un incremento del 3,51% rispetto al 2014. Il numero inferiore di aziende italiane conferma purtroppo uno stabile calo generalizzato dei consumi interni: rispetto al 2014 le aziende tricolori in visita sono diminuite dell’11%. Le aziende cinesi giunte in visita sono state 71, il 34% in più rispetto alle 53 dell’anno scorso, pur rimanendo invariato il numero delle persone (195). I viaggiatori russi, a causa dei drammatici avvenimenti geopolitici in corso, sono calati del 25%. Scorrendo ulteriormente la tabella dei Paesi di provenienza, troviamo variazioni con segno positivo per quanto riguarda Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Svezia. Era nelle aspettative, in seguito all’ingresso dei tre espositori turchi, l’aumento dei visitatori dalla penisola anatolica che l’anno scorso erano 48 e invece quest’anno sono stati 143 segnando addirittura un +198%. I Paesi di maggiore affluenza sono


Momenti della manifestazione Proposte 2015 stati nell’ordine, dopo l’Italia: Germania (565), Gran Bretagna (559), USA (381), Francia (286) e Spagna (214). Nella conferenza stampa svoltasi nel corso della manifestazione sono stati segnalati alcuni fattori di dinamica di notevole interesse: Una delle dinamiche in corso: oggi è quella di una proposta di qualità che guarda a un altro settore, quello delle carte da parati, che si sta sviluppando in questi ultimi anni molto di più di quello che si potrebbe pensare, certamente con un arredamento di carte da parati, l’unica soluzione è quella della tinta unita e allora abbiamo cercato di lavorare sulle tinte unite, misti lino, misti seta, canapa, di articoli in tendenza naturale che però devono dare all’utilizzatore finale una capacità di utilizzarli al meglio, nel senso che non ci sono le mille difficoltà che ci sono per un tessuto cento per cento lino, abbiamo unito il poliestere con il lino, il poliestere con la canapa, il poliestere con la seta: tutte queste cose hanno portato a ottenere

degli effetti piuttosto belli e importanti. Per quanto riguarda l’andamento del mercato italiano, questo si sta risollevando piano piano: fino all’anno scorso o a due anni fa i nostri clienti erano molto titubanti, avevano un po’ di paura e investire, perché chiaramente quando uno fa una scelta deve investire e su questo ci deve mettere i capitali. Considerate che in Italia di grossisti ne sono rimasti molto pochi, forse un terzo rispetto a quello che ’erano diversi anni fa e questi cominciano a interessarsi constatando che qualcosa di sta muovendo, quindi devono prepararsi a presentare cose nuove. questo per quel che riguarda invece l’estero è sempre successo, abbiamo sempre lavorato bene con l’estero che ci ha quasi cercato per sviluppare nuovi articoli e nuovi prodotti.

! ! Rassegna Proposte !"#!$%"&'


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Rassegna Proposte

Riflessioni su Proposte writer

Mariadele Mancini

A Proposte 2015 è mancata, nell'insieme, la novità eclatante, strutturale o cromatica, destinata a caratterizzare una svolta. Nonostante quest'anno sul prestigioso palcoscenico di Proposte siano salite anche alcune Aziende extraeuropee, note per l'alta qualità della loro produzione. Già da qualche edizione, quasi scomparso l'imperante damasco per l'avvento deciso di tipologie più complesse e preziose, come broccati, lampassi e fil coupè, e detronizzate le fibre sintetiche dall'impiego prevalente di quelle naturali, cotone, lino, lana, seta, anche in mischia tra loro, il trend si riconferma. E' il tributo obbligatorio al mercato della ricchezza e del lusso, poiché la crisi ha colpito soprattutto la fascia media dei consumi. Ciascuna azienda punta con decisione a quella nicchia di utenza più facoltosa che predilige gusto e qualità e getta un occhio distratto al prezzo. Tutto ciò premesso, comunque, se dovessi connotare una tendenza con una sola parola, quest'anno direi sensualità, tattile e visiva. La mano scivola sulla superficie sfuggente del velluto, che torna prepotente insieme al morbido rilievo della ciniglia, per evocare una casa classica e sontuosa. La luce si insinua tra le pieghe di strutture tessili bidimensionali nei broccati o negli effetti profondi di armature create anche dall'accostamento di filati diversi, come nei tappeti di AMINI, lo sguardo indaga

nel mistero della trasparenza, nei fili flottanti dei tessuti da EUROP MARCHINI o nelle slegature dei tappeti da URRU. Il pensiero di chi osserva viaggia nel tempo a ritroso e fruga nel ricordo di archivi ritrovati o di antiche avanguardie. Viene in mente l'America negli anni Sessanta-Settanta, quando gli artigiani d'oltre oceano, vollero rompere con la soggezione culturale alle mode europee, sperimentando il non-convenzionale, non solo nel vetro, nella ceramica e nel bijou ma soprattutto nel tessile puntando sulla tridimensionalità. Fino alla esasperazione di vere e proprie sculture, fatte di 'intrecci tra filati di vari spessori o di nuovi modi di intendere il tessere.


La nostra squadra a Proposte Mobilitazione generale di collaboratori e amici per il lancio di Textures a Proposte 2015. Abbiamo distribuito un numero record di copie dal nostro stand e visitato numerose aziende per un giro d'orizzonte sulle tendenze del

settore. Abbiamo seguito gli eventi collaterali nelle aree circonvicine, dato un ampio resoconto della convegnistica e avuto la possibilitĂ di verificare la straordinaria vivacitĂ dell'evento.

i F lor ia n a G an d in nsueta ha gestito con la co stro stand professionalitĂ il no

Pietro Ferrari, editore, Antonio Vigliante, responsabile P.R. e Mariadele Mancini, opinionista della nostra testata

Antonio Vigliante con Silvia Maestri, marketing manager di Web and Magazine e Marco Basileo, direttore di Divisione Contract ,che hanno seguito gli aspetti relativi a questa pubblicazione

S on i a M ar it an , giornalista e architetto, che ha realizzato un importante giro d'interviste sulle novitĂ del se ttore

Pa ol a G ov on i ch e segue per noi gli aspetti storici de l mondo del tessile

co Mo nt n a r F n o ar ita n c S o n i a M he ha realizzato fo c il fotogra he accompagna ac la rassegn i Proposte ed i reportag

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!"#!$%"&'La nostra squadra


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Rassegna Proposte

La passione tessuta

www.marcosirtori.com

Giancarlo Grecchi ci racconta le novità di Proposte

Mario Sirtori ,

La sobrietà è il segno distintivo delle ultime collezioni Sirtori

fondata nel 1955, produce tessuti e velluti per arredamento, in una combinazione ottimale per tecnologia industriale e modalità produttiva artigianale. Ne parliamo con Giancarlo Grecchi, product manager dell'azienda, che ci illustra una serie di nuove collezioni. Giancarlo Grecchi - La prima sezione dei prodotti innovativi è costituita da Trevira CS: una selezioni di tessuti per il contract ignifuga con grande resistenza a test in termini fisici e meccanici, una parte di questa collezione è tinto in pezza e una parte è tinto in filo, il look è vicino a una ispirazione naturale dei prodotti. Abbiamo anche un velluto in Trevira CS dall’aspetto setoso e cangiante, oppure andiamo ad altri più vicini a un aspetto naturale che sono rappresentati da micro disegni e micro textures. Sonia Maritan - Un aspetto tra l’elegante e un disegno rustico con un tocco di modernità.

Giancarlo Grecchi - Il nostro tentativo di cercare di essere contemporanei però conferendo qualcosa che dia un accento diverso al tessuto unito. Noi siamo forti nel tessuto unito però ogni anno cerchiamo di rinnovare la gamma in piccoli particolari. Oltre alle collezioni in Trevira abbiamo due velluti di cotone, il velluto di cotone è il nostro cavallo di battaglia, abbiamo una versione unita che stiamo vendendo molto bene ed era presente in molti stand al Salone del Mobile e abbiamo anche una versione stampata e, poi, sovra tinta con uno spunto un pochino più vissuto. Come il nuovo velluto di viscosa in cui la trama fiammata che dà irregolarità fa percepire una superficie irregolare. Una delle tendenze che abbiamo visto quest’anno è quella degli aspetti irregolari, il bouclé sembra tornato abbastanza nel gradimento e quindi


abbiamo giocato sul colore oppure con un bouclé che ha delle irregolarità tali da farlo sembrare quasi di stampo laniero. Nelle due versioni cambia l’ordito, mentre la trama è identica. Un altro bouclé ancora più grosso, più rustico lascia venir fuori la campanellina del bouclé in versione disordinata ma molto distante tra un anellino e l’altro, nell’altra versione invece è più concentrato. Sonia Maritan - Oltre al rivestimento di imbottiti, questi tessuti potrebbero essere adatti anche a rivestimenti di pareti? Giancarlo Grecchi - Nell'ufficio stile di Marco Sirtori spa, arte e creatività si concentrano attraverso le più moderne tecnologie e qui a Proposte il risultato è nella profusione di modelli. Il contract costituisce una vera e propria divisione, perché non ci poniamo ostacoli nel soddisfare le specifiche

esigenze e i mutevoli aspetti di questo settore. Copriamo quindi diversi target e anche vari esempi di applicazioni possibili. Sonia Maritan - Potrebbero quindi essere anche rivestimenti di pareti. Giancarlo Grecchi - Già i nostri Trevira vengono utilizzati tranquillamente per la parete e adesso è molto frequente l’utilizzo negli allestimenti contract, negli uffici, nei divisori. Sonia Maritan - Comunque il fatto che ci sia questo coordinamento stilistico tra seduta, parete è una tendenza molto forte. Giancarlo Grecchi - Abbiamo una ciniglia con un intervento di Durex appena accennato che magari da lontano non si percepisce, però basta muoverlo sotto una luce che brilla. E' anche l’anno dei tessuti molto tridimensionali: si tratta di strutture che nascono da nostri cavalli di battaglia. L'evoluzione di questi nostri campioni che hanno avuto un buon successo, strutturati per l’industria. Presentiamo anche diverse textures sullo stesso ordito di viscosa lino sempre tridimensionali. Sonia Maritan - I vostri mercati principali quali sono? Giancarlo Grecchi - Tutto il mondo, siamo leggermente sbilanciati verso l’estero, siamo sessanta con il mercato estero e quaranta con il mercato nazionale. Anche con l’Italia lavoriamo tanto con clienti che esportano.

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Rassegna Proposte

Sonia Maritan - La materia prima è tutta italiana? Giancarlo Grecchi - La materia prima è tutta italiana tranne qualche filato che i produttori italiani lavorano all’estero, però è comunque italiana di origine o derivante dall'Unione Europea.

Sonia Maritan - Quali sono le altre tipologie di produzione? Giancarlo Grecchi - Rispetto all’outdoor abbiamo alcune collezioni realizzate con il polipropilene e novità che stiamo preparando. Noi non siamo in collezione solo per Proposte noi siamo sempre in collezione. Sonia Maritan - Cosa c’è, un team creativo che continua a gene-

rare idee, collezioni, tessuti? Giancarlo Grecchi - Io dirigo questo team creativo, siamo sei persone che scelgono filati, disegni e provano continuamente nuove combinazioni. Sonia Maritan - E le ispirazioni da dove si ricavano? Giancarlo Grecchi - Da qualsiasi cosa, dal ritaglio del giornale, dalla visita a una fiera, da un cliente che magari da degli input, da una richiesta specifica da cui nascono mille altre possibilità creative. Sonia Maritan - Quest’anno prevale la tridimensionalità dei tessuti? Giancarlo Grecchi - Sì, direi che quest’ anno le tendenze più forti sono state, a livello di colori, il bianco e nero, quindi un netto contrasto e, anche in altre textures che sono state un po’ un classico si è passati comunque al contrasto, quindi anche se non è bianco e nero, la trama si esprime con una certa nitidezza che ritroviamo in tutti i prodotti. Altra idea prevalente è l’aspetto che ovviamente non è quello ordinato ma l’idea del vissuto, del logorato. Altra tendenza un po’l’aspetto Chanel, rivisitato. Altra tendenza che abbiamo riportato sui tessuti è quella del tappeto, lei parlava prima di coordinato tra parete e seduta… Sonia Maritan - Lo spessore, la


forte strutturazione, la consistenza dei tappeti? Interessante... Giancarlo Grecchi - Io ho visto anche una grande ricerca sui tappeti e qui abbiamo un po’ copiato gli aspetti dei tappeti sia in versione elegante sia in versione un po’ più grezza. Abbiamo mutuato alcune idee dal tappeto. Abbiamo cercato di riprodurre il fondo del tappeto come se fosse rovinato… Sonia Maritan - Quanto c’è di manuale ancora in questo tipo di lavoro? Giancarlo Grecchi - La tessitura è ancora un passaggio manuale. Si parte dal progetto dell’intreccio che viene effettuata col computer che però non ha fatto altro che riportare su un video e una tavola grafica quello che una volta si faceva a mano. C’è comunque molta manualità, chi fa il disegno dev’essere un disegnatore, anche se l’immagine viene catturata attraverso uno scanner, però poi dev’essere lavorata e ci vuole manualità, un disegnatore, una persona capace. Poi anche in tessitura, i telai sono elettronici, vengono alimentati attraverso il computer, c’è anche una grande manualità nelle maestranze, i fili non si possono aggiustare col computer. C’è una grande componente manuale ancora nell’industria tessile. Sonia Maritan - E c’è una proposizione delle collezioni o dei singoli modelli, anche tailor made? Giancarlo Grecchi - Noi siamo in

grado di fare grosse commesse, perché abbiamo una sala telai importante, nello stesso tempo facciamo per i clienti importanti anche il su misura e abbiamo anche una divisione di tessuti che noi vendiamo al taglio di anche mezzo metro, ovviamente… Sonia Maritan - E anche delle collezioni esclusive, immagino. lavorando moltissimo con gli ultimi trend, possiamo proporgliele, stupendoli! Giancarlo Grecchi - Ormai tutti i clienti importanti vogliono l’esclusiva e noi.

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Rassegna Proposte

L'innovazione "naturale"

www.dinole.com

Luca Ferrari con Sonia Maritan Sonia Maritan - Assieme a Pietro Ferrari, direttore di Textures, siamo con Luca Ferrari CEO della Manifattura Tessile di Nole, che ci accoglie in uno stand molto elegante, di cui ci colpiscono inizialmente i puzzle alle pareti. Immaginiamo che richiamino i nuovi prodotti, quelli che nella Manifattura Tessile di Nolem che si estende su 30mila metri quadrati, nascono dalla tessitura, alla tintoria e al finissaggio, fino allo stoccaggio nel moderno magazzino. Luca Ferrari - Sono tutte novità, quasi tutti i campioni che vedete appesi ed esposti sono novità, perché la domanda è sempre: cosa avete fatto di nuovo? Sonia Maritan - Come fate a stabilire le tecnologie di tessuti? A che cosa vi ispirate per le nuove collezioni? Luca Ferrari - Noi siamo abba-

stanza fortunati perché forniamo unicamente editori tessili internazionali, solo questi clienti e i top di questo mercato. Lavoriamo con loro a fianco a fianco da generazioni, quindi c’è questo scambio e c’è un gusto internazionale abbastanza chiaro perché quello che va per l’editore francese in ogni caso va bene anche per l’editore americano e ancora più cinese. Sonia Maritan - Che a maggior ragione si adegua al gusto occidentale. Luca Ferrari - Che si “ispira” tra virgolette… Sonia Maritan - Questo è il problema del mercato globale per chi è creativo, ma qual’è l’escamotage per sfuggire a questa dinamica? Luca Ferrari - E’ essere sempre più avanti: dalla fase creativa attraverso il reparto creazione alla produzione dell'ordito, tutto nasce nel nostro stabilimento.


Sonia Maritan - Di Nole ha fatto il centenario due anni fa… Luca Ferrari - L’abbiamo passato con successo, adesso bisogna andare avanti. Però il panico era sui cento, adesso non si contano più come dopo i cinquanta. Sonia Maritan - Ci vuole dire qualcosa in particolare di questi tessuti? Luca Ferrari - Sono quasi tutti realizzati con fibre naturali pregiate dalla seta, al kashmir, al lino, al cotone. Siamo conosciuti per le fibre naturali. Poi c’è una grande varietà di prodotti, dai velluti uniti, ai tessuti: una concentrazione di clientela e una grande diversificazione di prodotto. Sonia Maritan - Sia a livello visivo sia tattile c'è una forte matericità ormai anche nei tessuti e ce un ritorno ai rivestimenti tessili di pareti, questo total look. Pietro Ferrari - Naturalmente la spinta alla creatività è sempre

forte quando si lavora con passione, poi bisogna fare i conti con gli aridi dati del mercato, succede anche a noi in editoria. Luca Ferrari - Dicono: se vendi bei tessuti incontri bella gente, noi siamo fortunati. Pietro Ferrari - Bella gente vuol dire anche una clientela di fascia alta, selezionata. Luca Ferrari - Vede scritto: Serving the best. Pietro Ferrari - Tornando ai mercati di riferimento, l’Italia è sempre così ferma, o state riscontrando qualche segnale positivo? Luca Ferrari - Sta ripartendo, l’inizio dell’anno è stato molto buono, poi questi anni ci hanno insegnato a diffidare degli entusiasmi. La tendenza però sembra in miglioramento e non in peggioramento.

Tre esempi delle più recenti collezioni della Manifattura Di Nole

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Rassegna Proposte

L'arte trama decori tessili web

www.para.it

Valeria Tagliabue Sonia Maritan - Siamo da Parà e siamo dalla creative manager Valeria Tagliabue, che ci illustra una gamma di prodotti e novità che potremmo definire molto "green"? Valeria Tagliabue - Questa fiera é improntata per Parà sul prodotto Indoor caratterizzato da tessuti di 100%lino, lino/ cotone, 100% cotone. Produciamo totalmente in Italia, lavoriamo con materie di prima qualità. Parà è un’azienda verticalizzata, si parte dalla lavorazione della fibra fino

In visita all'ampio e luminoso stand Parà

ad arrivare alla tessitura della fibra,alla tintura,alla stampa .. La nostra è un'azienda attenta, seria, sensibile al tema dell'ecologia. Direi che siamo molto green. Sonia Maritan - Le materie prime e i semilavorati utilizzati sono italiani? Valeria Tagliabue - Assolutamente si. I finissaggi sono una delle altre cose a cui teniamo particolarmente, siamo conosciuti e apprezzati in particolare per i tessuti smerigliati, abbiamo una vasta gamma di tinte unite che spesso vengono abbinate ai tessuti stampati. Quest’anno in particolare ci siamo dedicati allo studio degli artisti. Abbiamo perciò fatto una sorta di "viaggio " nell'arte partendo dai segni primitivi ritrovati nelle famose grotte di Lascaux passando dal tratto inquieto di Schiele, giungendo al rigore di Balla e all'estrosa creatività di Dorazio. Ogni disegno ha una vita propria, viene scelto il supporto su cui verrà stampato in base alla sua "natura". Da noi si trovano disegni adatti a tendaggi con un aspetto delicato e ca-


scante e tante altre fantasie che danno una resa meravigliosa su strutture più armaturate che ricordano le tele dei vecchi sacchi, fino ad arrivare a suggestioni di piccolo punto che sembrano finemente ricamate . Riusciamo a dare una forte tridimensione alle nostre creazioni,spesso i prodotti non sembrano stampati ma tessuti,intrecciati,ricamati a mano. L'ufficio stile Parà fa tantissima ricerca, la nostra collezione parte mesi e mesi prima: andiamo per mercatini, visitiamo fiere del settore e non solo, ci ispiriamo tantissimo alla moda, perché poi molti di noi da lì provengono, mentre altri fanno arredamento da molto tempo. In questo modo diventa semplice unire le forze e creare una sinergica complicità che credo si percepisca al primo sguardo. Sonia Maritan - La contaminazione fra più settori e probabilmente l'affiatamento del vostro team creativo ha portato a un messaggio chiaro i cui i prodotti ci parlano di arte e moda. Valeria Tagliabue - Esattamente,le nostre collezioni indoor e outdoor spesso sono bivalenti,nel senso che un disegno stampato su fibra naturale con un aspetto raffinato può essere stravolto e valorizzato in modo diverso su un supporto più tecnico nato per l'esposizione a bordo piscina. Spesso il tessuto outdoor oltre che essere usato all'esterno trova una collocazione perfetta anche nel patio o sulle terrazze e puo' essere abbinato a tessuti indoor senza che si capti la dif-

ferenza del cambio fibra. Sonia Maritan - Questo coordinamento stilistico total look che richiede il cuscino, il materassino e il tendaggio abbinati. Valeria Tagliabue - Esatto,noi siamo molto bravi a fare composizioni divertenti e pazze o raffinate ed eleganti. La nostra clientela è molto esigente e variegata. Sonia Maritan - Qual è il vostro mercato? Valeria Tagliabue - In realtà noi serviamo praticamente il pianeta! Abbiamo una rete di agenti molto importante , il nostro ufficio stile è dinamico e riesce a collaborare bene con la parte commerciale ,ascoltandone le esigenze e i suggerimenti. Sonia Maritan - Tra l’altro per i tessuti mi sembra che ci sia come dire una tendenza alla vestizione anche delle pareti, quindi la possibilità di andare un po’ oltre, accentuando la "febbre" del total look! Valeria Tagliabue - I nostri tessuti possono essere collocati ovunque connotando fortemente gli ambienti che arredano. Abbiamo forte personalità! Siamo la Parà!

Immagine coordinata per l'arredo e le tende

Le più recenti collezioni Parà

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Il classico senza pedanteria

www.texital.it

Fra i tessuti jacquard per l’arredamento, moderni in tinta unita e jacquard prodotti con filati di seta, lino, viscosa, lana, cotone e trevira CS, parliamo di design tessile con Giorgio Rovetta, assistente del direttore, il Signor Della Vite.

Allo steand di Texital con Giorgio Ravetta

Giorgio Rovetta - Anche quest’anno presentiamo un’ampia selezione di tessuti di varia composizione, principalmente lavoriamo con il cotone. Sonia Maritan - Sono molto corposi, materici e tridimensionali i vostri tessuti al tatto, ma anche alla vista. Giorgio Rovetta - Sì, è una delle caratteristiche che ci contraddistingue avere questa mano di tessuti partico-

larmente corposa, proprio perché lavoriamo con filati di diversa qualità, con bouclé, con ciniglie, con fettucce e cerchiamo di mixare un po’ tutti questi elementi con l’aggiunta di lavorazioni jacquard, qui si va proprio a creare quella tridimensionalità che lei ha colto. Sonia Maritan - E l’idea di giocare su questi colori neutri da cosa deriva quest’anno? Giorgio Rovetta - Principalmente ci siamo orientati su questi colori perché sono i più classici, quello che funziona maggiormente, anche per le vendite, per cui preferiamo presentare l’articolo in questi toni. Sonia Maritan - Infatti, sono splendidi e anche intramontabili nella loro declinazione neutra. Giorgio Rovetta - Anche se poi bisogna dire che uno dei servizi che offriamo ai nostri clienti è quello di personalizzare anche i colori. Siamo orgogliosi di realizzare collezioni per i gusti raffinati dei più importanti editori tessili e produttori di mobili imbottiti, con costruzioni innovative e colori all'avanguardia. Sonia Maritan - Quindi qualora vi chiedessero un disegno di un preciso colore, voi siete in grado di farlo, realizzando un prodotto su misura? Giorgio Rovetta - Sì, con dei minimi quantitativi, direi relativamente bassi a partire dalla singola pezza. Sonia Maritan - Il vostro target e i


mercati di riferimento quali sono? Giorgio Rovetta - I nostri clienti sono quelli di alta gamma, per cui lavoriamo con diverse molto prestigiose nel settore dell'aredamento e con importanti editori internazionali. Questa è la nostra clientela, quella che ricerca maggiormente la qualità. Sonia Maritan - Quindi lavorate molto anche per l’Italia? Giorgio Rovetta - Si, eravamo presenti anche quest’anno con alcune aziende al Salone del Mobile. Sonia Maritan - Qual è la percentuale di mercato italiano rispetto a quello estero? Giorgio Rovetta - Il trenta per cento della nostra produzione è dedicata al mercato italiano, ma la percentuale più grande delle nostre vendite è rivolta al mercato americano, giapponese e inglese. Sonia Maritan - I rivestimenti oltre che per gli imbottiti veri e propri, possono arredare anche le pareti? Giorgio Rovetta - Sì, ma lasciamo fare ai designer nel senso che noi abbiamo un’ampissima gamma di prodotti, per cui alcuni, fra i tanti, si adattano sicuramente alle scelte e alla fantasia dei designer. Sonia Maritan - Che può sbizzarrirsi, anche nel settore dell’outdoor? Giorgio Rovetta - Abbiamo delle fibre per outdoor, principalmente acrilico. Sonia Maritan - Nell’outdoor non è possibile utilizzare un materiale naturale? Giorgio Rovetta - No, anche se riguarda una piccola fetta della nostra

produzione, però è giusto che sia presente e siamo sempre disponibili, ove possibile, a ricreare un tessuto nato in cotone in un cento per cento acrilico, per cui abbiamo filati fantasia in acrilico e si cerca di imitare nel miglior modo possibile il modello che presentiamo anche in cotone. Sonia Maritan - C’è un particolare disegno che vuole segnalarmi, un modello o una collezione pensato/i per quest’anno? Giorgio Rovetta - Abbiamo realizzato un tessuto in viscosa che cerca di sfruttare le principali caratteristiche di questa fibra. Sonia Maritan - Sembra una ciniglia! Giorgio Rovetta - Infatti, è creato da un effetto di trama di ciniglia di viscosa e in ordito di fettucce di viscosa in modo da conferire al tessuto sia la brillantezza tipica della fettuccia di viscosa che la morbidezza della ciniglia. Sonia Maritan - Quali sono le ispirazioni per queste trame, per queste idee, c’è un team creativo? Giorgio Rovetta - Il creativo di Texital è principalmente il direttore, il Signor Della Vite che dà più di trent’anni ha portato avanti la linea stilistica dell’azienda e io lo affianco da un paio d’anni e assieme stiamo cercando di proseguire su questa strada, le ispirazioni sono basate sul sentore di quello che il cliente vuole. Cercare sempre modi diversi per accontentarlo proponendo un gusto raffinato.

Spessore e sobrietà nelle collezioni Texital


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Un appuntamento vincente

Pietro Ferrari con Pieter Van Den Acker

Presso lo stand di Acker incontriamo Pieter Van Den Acker. Pietro Ferrari - Come ha trovato questa edizione di Proposte? E’ stata una grande edizione, è passata molta gente secondo noi, io non posso giudicare il numero generale di visitatori ma nel nostro caso abbiamo avuto molti visitatori ieri anche oggi e speriamo anche domani. Anche se l’ultimo giorno è di solito un giorno più tranquillo. Siamo soddisfatti, c’è stato anche qualche nuovo cliente e vedo in generale maggior ottimismo. Pietro Ferrari - Anche in Italia c’è un clima di maggior ottimismo, abbiamo registrato anche qualche debole segnale di recupero. Speriamo. Pietro Ferrari - Cosa possiamo dire rispetto ai nuovi prodotti presentati in questa edizione di Proposte? Noi siamo specializzati in tessuti per il contract per gli alberghi, gli ospe-

dali, così abbiamo presentato per la seconda volta la collezione lana e ha ricevuto un’accoglienza molto positiva finora. Noi abbiamo la sensazione che la lana è un articolo di grande successo, c’è una grande domanda per la lana o per articoli tipo lana con una mano soffice, per questo come produttori presentiamo sempre qualcosa in questo campo. Qualche volta facciamo anche delle verifiche su prodotti che non sono ancora completamente pronti, pronti solo all’ottanta per cento e cerchiamo di ricevere suggerimenti dai clienti, in modo di tenerne conto nel successivo studi di realizzazione del prodotto. Pietro Ferrari - Perché avete scelto Proposte? Ci sono molte ragioni naturalmente: cercare nuovi clienti, rafforzare i rapporti con i clienti esistenti, testare la propria capacità di sviluppo e di innovazione. Pietro Ferrari - E’ importante perché qui trovate il Salone del Mobile a Milano e i suoi risultati. Questa manifestazioni poi diventa sempre più internazionale. Questo è importante, qui sono un po’ conservatori. E’ una buona cosa, ho visto una maggiore apertura, importante anche il fatto di esportare Proposte in Cina, anche se non c’è stato un grandissimo successo, perché non sembrava Proposte: gli stand erano miseri, la do-


manda nasceva: se la gente quando pensa a Proposte pensa in primo luogo al Lago di Como, al cibo italiano, al vino, ai dintorni. Questa è la ragione per cui vengono qui, la gente viene qui dalla Cina, parlo di operatori internazionali e sentono l’atmosfera e comprano e non hanno bisogno di avere Proposte nel loro cortile di casa, perché quello lo vedono tutti i giorni. Per me la presenza di operatori che si conoscono tra loro in un contesto così bello rende la manifestazione insostituibile. Pietro Ferrari - E’ importante anche l’alto livello degli espositori e della loro produzione. Esattamente, e dunque anche se sono conservatori hanno una politica di grande stimolo per l’innovazione, perché voi vedete anche manifestazioni come Decosit o Mood che hanno aperto ai Cinesi vedono un declino enorme in termini di espositori e visitatori. Penso che Proposte sia molto più stabile e questa è una buona cosa.

Pietro Ferrari - Nello scenario italiano come avete visto Proposte rispetto allo scorso anno? Stabile, stabile anche in termini di visitatori, e questo è positivo, Come azienda è importante avere una scadenza a cui rapportarsi per presentare le nuove collezioni, se non c’è una scadenza si rischia di muoversi senza direzione.

Aspetti dello stand Acker

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Un mondo in tre dimensioni

Carla Catttaneo (a destra) con Sonia Maritan

Sonia Maritan - Siamo alla Ratti con Carla Cattaneo, questo articolo che vediamo cos’è? Carla Cattaneo - Questo è lo chinè, un sistema di stampa dove viene stampato il filo di catena e viene tessuto tramando… Sonia Maritan - Voi siete già famosi per le stampe. Carla Cattaneo - e questa è una stampa su filo… Sonia Maritan -… è molto morbido da sentire. Carla Cattaneo - Si è morbido perché è un seta cotone e poi è opaco, perché pur essendo un seta, e la seta rimane lucida, ma in questo caso è opaca, poi proponiamo tessuti Trevira su cui abbiamo effettuato uno studio di tintura di filato, per ottenere degli effetti anche tridimensionali, soprattutto per tendaggio questo è per imbottito. Sonia Maritan - Si possono anche abbinare perché i tessuti si richiamano… Carla Cattaneo - Poi abbiamo studiato

delle strutture in cotone poliestere in unito dove abbiamo fatto una serie di colori. Sonia Maritan - Divertente, questo richiama un po’ gli anni Cinquanta forse? Carla Cattaneo - Esatto: abbiamo fatto sia su bianco sia su nero con dei colori molto vivaci. Sonia Maritan - Altro? Carla Cattaneo - Sempre per la struttura stampa su filo,un filo sempre stampato sia su filo sia su trama per ottenere degli effetti diversi. Sonia Maritan - Quindi se dovessimo definire questa collezione Rattidì? Carla Cattaneo - Prima di tutto colore, tridimensionalità.


Sonia Maritan - Per le tende? Carla Cattaneo - Abbiamo ottenuto degli effetti per le tende. Sonia Maritan - Divertente, ma anche l’idea mi sembra particolare. Carla Cattaneo - Sì, per le tende è nuova, poi filati Astrakhan, effetti tweed, piuttosto che Kashmir cento per cento. Sonia Maritan - Ma poi voi quando fate questa moltitudine di proposte, avete poi dei riscontri nel corso dell’anno di quelle che sono poi le tendenze, voi stessi le raccogliete, perché è difficile indovinarle in anticipo. Carla Cattaneo - Sì, anche se noi diamo sicuramente degli imput che

dopo si concretizzano durante l’anno, abche perché noi costruiamo molto col cliente a livello di colore. Sonia Maritan - Quindi c’è già un imput da loro? Carla Cattaneo - No, diciamo che poi l’imput parte da noi, poi loro scelgono e danno i loro colori. Sonia Maritan - E quindi nella mediazione, nella sinergia nascono le novità. Per cui in realtà sapete già cosa viene richiesto. Carla Cattaneo - All’inizio noi diamo i nostri imput che, poi, dopo si affinano… Sonia Maritan - Ma a livello di ispirazione per i colori, per i disegni, per… Carla Cattaneo - Siamo partiti perché noi credevamo nel colore, per questo siamo partiti pot-pourri di colori. Ci abbiamo creduto noi…

Le più recenti collezioni di Ratti a Proposte

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Sonia Maritan - …nell’idea di creare questa vasta gamma cromatica. Carla Cattaneo - Perché oltre a creare le tinte naturali delle tende che abbiamo sempre proposto. Sonia Maritan - … e che ovviamente sono un po’ la base immagino. Carla Cattaneo - Sì, abbiamo abbinato questa gamma di colori che secondo noi sono abbastanza vincenti, soprattutto sulle lane. Sonia Maritan - Questi sono proprio divertenti. Carla Cattaneo - Ho abbinato l’effetto jacquard al feltro di lana unità che è un po’ il nostro cavallo di battaglia e lo proponiamo in tutti i colori.

Sonia Maritan - Come si è evoluta la tecnologia in questo vostro settore particolare del tessile? E’ tutto ormai tecnologico come layout produttivo, c’è una componente iniziale creativa? Carla Cattaneo - C’ è una componente creativa. Sonia Maritan - Quindi vengono fatti idisegni? Carla Cattaneo - Certo. Sonia Maritan - Ma a video? Carla Cattaneo - Vengono creati a video, vengono corretti e poi vengono fatte le prime prove, vengono ancora corrette le prove… Sonia Maritan - Però la tecnologia aiuta anche a livello di video, di punto di partenza. Carla Cattaneo - Sicuramente sì. Sonia Maritan - Però c’è ovviamente la creatività di chi il disegno lo fa.


Carla Cattaneo - All’inizio sì. Anche a livello di scelta. C’è una scelta iniziale a livello di studio: diamo degli input ai nostri vari disegnatori e poi noi correggiamo via via le loro proposte. Noi scegliamo e cambiamo fino a quando loro arrivano al risultato esatto. Bisogna anche pensare che a seconda degli articoli devono essere cambiate i disegni. Sonia Maritan - Per quanto bisogna avere la percezione di vedere quello che viene poi realizzato che non è quello che appare a video. Carla Cattaneo - Sì, perché non tutti i disegni possono essere adattati nelle

varie qualità. Non tutti rendono. Sonia Maritan - Poi c’è una parte tecnologica nella realizzazione dei filati, o no? Carla Cattaneo - A parte la realizzazione a livello di torcitura dei filati… Sonia Maritan - Una volta che avete scelto proprio il disegno. Carla Cattaneo - C’è la ricerca a livello di filo per poter realizzare determinati prodotti, ci sono filati creati da noi già in torcitura. Abbiamo creato anche dei filati un po’ particolari a livello di tinture. Per esempio la tintura dei filati i quadricromia, quattro colori diversi che danno delle fiamme piuttosto che delle stampe sulla ciniglia, creando un effetto particolare con una struttura di sostegno dietro. La ciniglia stampata in filo. Sonia Maritan - La ciniglia sta un po’ tornando, vero? Carla Cattaneo - Noi ne abbiamo realizzata parecchio. Sonia Maritan - Fantasia allo stato puro.

Le più recenti collezioni di Ratti a Proposte

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Nel segno di jacquard

www.redaellivelluti.it

Siamo da Redaelli, dove vestono una casa calda, accogliente, una casa glamour. In un moderno loft o in uno studio, come in una casa di campagna, il velluto veste ogni ambiente, per ogni esigenza. Parliamone con Riccardo Redaelli Responsabile della Divisione. Riccardo Redaelli - Abbiamo jacquard con superfici unite e tridimensionali. Sonia Maritan - Molto tridimensionali! Riccardo Redaelli - Ci sono circa dodici disegni nuovi, una cartella colori dedicata con sei colori e la serie di nuances di fondo che si abbinano a questi colori. Sonia Maritan - Molto eleganti. Riccardo Redaelli - Si, sono piaciuti molto. Sono un misto tra micro disegni. Abbiamo anche una parte moderna con disegni geometrici, intrecci più grandi, ma anche righe, fiori, damaschi.

Riccardo Redaelli - C’è anche la collezione Trevira, in cui abbiamo messo in collezione nove articoli nuovi con pesi molto vari, dai leggeri, medio leggeri o pesanti, per diversi ambiti applicativi. Vogliamo capire cosa piace al cliente considerando che il mondo del contract si avvicina sempre di più al mercato dell’abbigliamento, quindi si incrociano l’una con l’altra le tendenze. Sonia Maritan - E tanta luce… Riccardo Redaelli - Tanta luce… Siamo passati dal classico velluto Trevira, dove si sente una mano ruvida, secca, a cose molto morbide, molto fluenti cascanti e luminose. Sonia Maritan - Mutuate dal mondo della moda? Riccardo Redaelli - Esatto, derivano molto dalla moda, anche se i pesi sono diversi. Altre novità sono un bel velluto da un chilo e duecento di cotone per arrivare al top di gamma in


assoluto, poi abbiamo inserito diverse fibre come la viscosa-seta o il cotonelana. Sonia Maritan - Il velluto sta ritornando prepotentemente al di là del fatto che voi lo proponiate da sempre? Riccardo Redaelli - Abbiamo tutta una Collezione nuova quest’anno: i velluti cord che abbiamo fatto, un po’ più rustici con della lana e con delle lavorazioni particolari. Stiamo parlando di una derivazione fashion, perché il cord nell’arredamento non c’era più dagli anni Settanta, quando si facevano i divani con le coste. Questi sono tessuti per l’arredamento, quindi con pesi calibrati per l’arredamento, resistenze, e tutto quello che serve per garantire un prodotto funzionale oltre che bello. Siamo i più grandi produttori di velluti d'ordito in Europa, realizziamo forniture just in time testimoni della nostra grande flessibilità, e soddisfiamo i clienti più esigenti con consegne di grandi dimensioni in tempi ristretti. Sonia Maritan - Revival e ispirazioni, come nascono in voi per creare i disegni, i colori, i trend? Riccardo Redaelli - C’è la moda, ma c’è anche tanta esperienza, quella di saper immaginare cosa viene fuori da un prodotto di questo genere. I nostri jacquard per esempio sono solo tecnica. Noi siamo gli unici al mondo a produrre questa tipologia di jacquard, abbiamo macchine che sono fatte solo ed esclusivamente per noi, con delle finezze, delle montature che possiamo

tessere solo noi, e che danno adito a questi risultati che sono unici. Disponiamo di un ampio archivio storico risalente al 1700 sempre a disposizione dei nostri clienti, affinché vi traggano ispirazione per le loro future collezioni. Infinite le interpretazioni di colori e mood che riflettono i personal trend del cliente. Sonia Maritan - E come è cambiata la tecnologia in questi ultimi anni? Riccardo Redaelli - Se noi usiamo le macchine che usiamo oggi, siamo nel terzo millennio, normalmente chi produce macchine jacquard, visto che sono comunque macchine costosissime, usa ancora le macchine degli anni Sessanta-Settanta che hanno delle grosse limitazioni. I nostri tessuti vengono realizzati in una struttura produttiva completamente verticalizzata, capace di coniugare competenze specialistiche e tecnologie avanzate con la tradizione artigianale di cui siamo depositari. Aggiungo che i nostri velluti sono sempre disponibili in magazzino, in diversi colori e in diverse varianti, per poter mantenere

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Rassegna Proposte

tempi di risposta rapidi in qualsiasi momento. Sonia Maritan - Il progetto parte da un disegno a video? Riccardo Redaelli - Un disegno a video che comunque poi va tradotto in tessuto, va tessuto… Nei nostri laboratori possediamo macchine pilota che riproducono fedelmente impianti industriali per un'elevata attendibilità del risultato finale in brevissimo tempo. Questo per fornire ai nostri clienti un prodotto dall'elevato valore qualitativo, unico, dalle proprietà eccezionali perché testate, in modo tale da poter garantire la qualità autentica. I nostri tessuti sono speciali, ricercati e dall'aspetto mai banale. Questo grazie all'instancabile attività di ricerca sul tessuto per realizzare effetti tridimensionali. Utilizziamo le più moderne tecnologie, quali tecnologie di spazzolatura a motivo, goffratura a caldo a disegno, tessitura jacquard, tintura in stella (star dye). Il nostro macchinario a stella, di cui ne sono rimasti tre al mondo, è un gio-

iello di cui noi ci avvaliamo per tingere i nostri tessuti. Sonia Maritan - Il velluto è una specializzazione affascinate, forse più di altre, parliamone ancora. Riccardo Redaelli - Il velluto è soprattutto personalizzazione. Il nostro ufficio stile è sempre alla ricerca di progetti originali, anche in collaborazione con i nostri clienti. Decliniamo il nostro prodotto a seconda delle nuove tendenze presenti sul mercato, attraverso le tecnologie più innovative. E puntiamo al nostro colore, la nostra tecnologia, la nostra passione. Perché l'esclusività del nostro velluto non si ferma al suo aspetto esteriore, ma riguarda soprattutto il modo in cui lo produciamo. Siamo proiettati verso tecnologie di ultima generazione che permettono di ridurre l'impatto ambientale. I nostri laboratori lavorano costantemente per sperimentare nuove modalità produttive che garantiscano dalla riduzione alla completa eliminazione dell'uso di prodotti chimici nelle varie fasi di lavorazione. Sonia Maritan - Qual è il vostro target? Riccardo Redaelli - Certo, non vado in giro a tappezzare il mondo, non mi interessa. Sonia Maritan - Si tratta di una clientela di nicchia? Riccardo Redaelli - Molto di nicchia. Sonia Maritan - E in quali mercati? Riccardo Redaelli - Stati Uniti e Medio Oriente dove questi tessuti sono molto apprezzati.



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Un outdoor elegante, un contract sicuro Sonia Maritan - Siamo alla Pozzi Arturo con Silvio Pozzi, general manager, al quale chiediamo quali sono le novità che presentate? Silvio Pozzi - Quest’anno ne abbiamo presentate parecchie di novità: abbiamo presentato due belle collezioni in Trevira per il contract in grado di dare una resistenza eccezionale, quindi si prestano molto per alberghi non solo perché sono ignifughe.

Silvio Pozzi racconta a Sonia Maritan le novità presentate a Proposte

Sonia Maritan - Ma anche per l’utilizzo di tante persone. Silvio Pozzi - Poi abbiamo presentato tre collezioni nuove outdoor perché è un settore che in questo momento sta andando, nonostante i costi perché si tratta di articoli di un certo peso: non sono le solite tele. Poi abbiamo presentato dei velluti: noi facciamo fare dei velluti speciali che non sono i soliti velluti, hanno, infatti, doppia tintura con delle mani particolari.

Sonia Maritan - La tendenza dei tessuti qual è? Quella di avere dei materiali più tridimensionali… Silvio Pozzi - Esatto, la tendenza si sta un po’ alzando e noi ci stiamo a nostra volta alzando qualitativamente e stiamo dando dei prodotti… Sonia Maritan - L’Italia dà la qualità. Silvio Pozzi - Cerchiamo anche di dare un servizio che è fondamentale, facciamo anche i cento metri… Sonia Maritan - Anche a livello di piccola quantità? Silvio Pozzi - Perché anche i grandi nomi devono essere soddisfatti. Sonia Maritan - Questa è un’azienda che nasce con questa specializzazione da quando ha origine o si è evoluta? Silvio Pozzi - E’ nata con gli Stati Uniti e l’inghilterra. Sonia Maritan - Voi avete quindi cominciato con l’estero? Silvio Pozzi - Noi siamo esportatori al novanta per cento. Al di là della crisi di questi anni, abbiamo sempre lavorato con l’estero. Sonia Maritan - Bisogna ancora difendersi dall’emergenza cinese? Silvio Pozzi - Noi dando prodotti sempre nuovi, sempre all’avanguardia non siamo facili da raggiungere, una collezione finisce ce n’è un’altra… Sonia Maritan - Come avviene l’ideazione di un nuovo prodotto?


liano e da qui vengono i nostri fili, tranne poco dall’estero: materia prima e lavorazione in Italia. Un outdoor di classe e una gamma di motivi sobri per il contract nello stand di Pozzi Arturo

Silvio Pozzi - Noi abbiamo un team creativo interno nostro, composto da sette-otto persone, i creativi e i tecnici che fanno le prove a telaio, poi ci siamo noi della famiglia che curiamo tutti gli aspetti. Sonia Maritan - Arturo era il nonno? Silvio Pozzi - No, era mia padre, nato artigianalmente e poi si è evoluto fino ad avere la nostra azienda anche un finissaggio proprio. Noi siamo autonomi: noi riceviamo il filo, lo trasformiamo e, poi, alla fine i tessuti vengono terminati internamente. Sonia Maritan - Il prodotto filo da dove viene? Silvio Pozzi - Il mercato dell’outdoor è italiano, quindi il prodotto è tutto ita-

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www.texao.com

Michela Gori (a sinistra) ci illustra le collezioni Texao

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Rassegna Proposte

Concerto di colori Allo stand di Texao: tessuto fabbricato in Italia, Michela Gori, Sales Director, ci racconta una realtà produttiva di antica origine italiana toscana che produce tessuti con telai jacquard e piani oggi tecnologicamente all’avanguardia e versatili al punto di adempiere e soddisfare molteplici esigenze. Fra le collezioni classiche e quelle moderne di tendenza, di quali preferisce parlarci? Michela Gori - Le cose che a me piacciono di più sono le cose abbastanza classiche perché hanno una freschezza e una modernità che parte proprio dai filati e dai tipi di ordito, come ad esempio un ordito con tre filati diversi: un filato lucido, un misto lino stampato che non vengono individuati singolarmente ma alla fine la risultante è questo mix di lucido, poi con il fondo misto lino con un finissaggio finto rustico abbastanza pesante. Nella lavorazione classica quindi “parlano” i filati e gli orditi! Per alcuni orditi prendiamo un po’ ispirazione dai tappeti, e poi partiamo dalle cose più tradizionali a livello di disegnatore che mixiamo ad altre particolari, come su certi orditi dove creiamo delle geometrie. Tutto nel tempo si somma, formando un prezioso archivio, sicuro punto di riferimento per gli addetti ai lavori.

Sonia Maritan - Una delle tendenze, assieme all’effetto vissuto …e prevalgono colori abbastanza neutri? Michela Gori - Si tornano questi trend, che vanno un po’ a cicli, fino ai tessuti uniti con un effetto di melange nato da questo mix di filati. Queste soluzioni mi piacciono molto anche da un punto di vista tecnico. Ma apprezzo anche cose più eleganti con un filato fantasia, lucido… Sonia Maritan - Su due colori? Michela Gori - Abbiamo giocato molto di mix, cercando un po’ dei giochi di luce. Sonia Maritan – E la tridimensionalità con la luce viene accentuata molto. I vostri mercati di riferimento quali sono?


Michela Gori - Texao produce e distribuisce in Italia e all’estero numerose collezioni di tessuti naturali, tinti in filo e in pezza, su basi diverse e con filati diversi ogni anno, per l’estero principalmente operando con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Sonia Maritan – Altre collezioni? Michela Gori - Vorrei parlarvi di una in particolare, che mi piace molto, è una collezione in via di sviluppo: abbiamo voluto comunque portare un piccolo esempio, anche in questa collezione, però, il gioco è quello di mixare filati diversi, per ottenere un poco questi movimenti che derivano a volte proprio dalla diversità della fibre, mentre altre volte sono legati a un concetto di tessitura. Sonia Maritan – Risaltano dei piccoli punti di luce. Da dove arrivano le ispirazioni per creare questi prodotti? Michela Gori - Le ispirazioni arrivano dal nostro team creativo, un po’ come per tutti, abbiamo cinque persone interne, andiamo un po’ in giro e

guardiamo fra i diversi settori cosa emerge: arte e moda, soprattutto sono indicatori importanti. Una parte dei nuovi creativi si ispira molto alla moda con i necessari aggiornamenti e, poi, la collaborazione con i clienti più importanti aiuta di per sé molto a mettere insieme le informazioni. Sonia Maritan - Da una richiesta, poi magari nasce da voi un’ispirazione? Michela Gori - Certo, tante volte la cose hanno preso forma proprio da una collaborazione stretta con clienti importanti che hanno modo di percepire meglio di noi le sfumature di questo mondo. Raffinati esempi delle più recenti collezioni Texao

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Rassegna Proposte

La qualità tra Asia ed Europa

Il nostro staff con Senai Kilic: Pietro Ferrari, Sonia Maritna e Antonio Vigliante

Sonia Maritan - Siamo alla Vanelli con Senai Kilic, la Luna Felice è il nome? Senai Kilic - Sì. Sonia Maritan - Cosa ispira un nome così nei tessuti? Senai Kilic - Tessuti per tendaggi, per mobili e per imbottiti. Sonia Maritan - Questa azienda quanti anni ha? Senai Kilic - La ditta ha ottant’anni. Pietro Ferrari - Dove siete? Senai Kilic - A Bursa, vicino a Istanbul dove c’è il traghetto. Vanelli ha stabilità i suoi standard nel settore del mobile per la casa da oltre ottant’anni, nasce nel 1929 e il tessile è stato sempre parte delle attività della famiglia Turkun. Siamo alla terza generazione. Vanelli è un’azienda innovativa che propone soluzioni per le tende e gli imbottiti, offre un’ampia gamma di prodotti emozionali e funzionali con soluzioni a prezzi competitivi. Usa tecnologie innovative per

raggiungere il più alto livello di qualità. Sonia Maritan - E’ la prima volta che esponete qui a Proposte? Senai Kilic - Sì, siamo anche a Villa Pallavicini, dove c’è l’altra collezione. Pietro Ferrari - Quindi avete due presenze, qui cosa presentate, prodotti più classici? Senai Kilic - Classico e anche moderno. Sonia Maritan - Quali sono le vostre collezioni più innovative che presentate per proposte? Senai Kilic - E’ tutto nuovo. Sonia Maritan - Cosa lavorate? Senai Kilic - Lana, viscose, poliestere… Sonia Maritan - Anche per outdoor? Senai Kilic - Non c’è outdoor, ma ci sono collezioni di Trevira fire-retardant, ingifughe e igniritardanti. In classe 1 ideale per il contract. Sonia Maritan - Come vi ispirate per le vostre collezioni? Senai Kilic - Ci sono quattro tipologie: tradizionale, classico, moderno e romantico, oltre al patinato.

Una collezione di pregio per l'esordio a Proposte di Vannelli.


Collezioni: Prisma - Luxury - Corona

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Fiere

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Ha esordito un formato collaterale a Proposte

writer

Beatrice Guidi

Un appuntamento per il tappeto Durante Proposte, negli stessi giorni e con gli stessi orari, ha avuto luogo Carpet Show 2015 a Villa Bernasconi in Via Regina 7 a Cernobbio. Gli espositori erano due importanti produttori di tappeti: Amini - a division of ABC Italia e Mariantonia Urru. Gli operatori hanno potuto accedere direttamente con la tessera di Proposte oppure accreditandosi alla reception e fruire di un servizio navette. La Villa Bernasconi di Cernobbio fu costruita tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX alla periferia del nucleo più antico di Cernobbio, su iniziativa di Davide Bernasconi, fondatore dell'omonimo fiorente stabilimento di tessitura. La villa, progettata da Alfredo Campanini (1873-1926), era posta ai limiti dell'area industriale del Bernasconi e la sua costruzione risulta ormai conclusa nel 1906. L'articolazione dell'edificio e il suo ricco corredo decorativo appaiono quanto mai vivaci. La pianta si sviluppa con grande libertà, come avviene abitualmente nelle ville di inizio secolo, e si completa con una torretta che contribuisce a dare slancio all'edificio. La decorazione delle facciate, eseguite in cemento modellato e accompagnate da fregi in ceramica e da fasce in cotto, ma anche la ricchezza e la felicità compositiva delle ringhiere in ferro battuto dei balconi e dello scalone interno, rendono vibrante l'edificio, che già nella disposizione dei suoi volumi risulta stimolante e ricco di suggestioni. Si tratta indubbiamente di una tra le più notevoli esuberanti realizzazioni dello stile floreale in Lombardia. Diventata da alcuni anni di proprietà

del Comune di Cernobbio è stata oggetto di un parziale intervento al piano seminterrato e rialzato ed è stata finora utilizzata, prima come sede provvisoria di alcuni uffici comunali, ed ultimamente per ospitare eventi culturali come sede di mostre temporanee prestigiose (ricordiamo i cicli "Parole e colori" e "Maestri del Novecento"). La villa quindi, già restaurata nel manto di copertura, nelle facciate e nei due livelli più bassi, attualmente richiede un intervento di restauro e della messa a norma del piano primo, del sottotetto e della torretta belvedere, oltre alla valorizzazione del parco, attraverso la riqualificazione del giardino paesaggistico esistente.


The carpet show add a new section to Proposte During Proposte, same opening days and hours, Carpet Show 2015 took place at Villa Bernasconi in Cernobbio, Via Regina 7.Two were the exhibitors, both outstanding manufacturers of carpets: Amini - a division of ABC Italia and Mariantonia Urru. Operators visited the show with their personal Proposte entry card or by registering at the reception. Shuttle buses to and from Villa Erba Villa Bernasconi is one of the most treasured examples of the Art Nouveau style in italy. It was built in Cernobbio some time before 1905/1906.

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carpet collection

AMINI presents Gio Ponti, Relations Villa Bernasconi, Cernobbio (CO) dates and timings: 27 – 28 April, 9am – 6pm. 29 April 9am – 4pm


GIO PONTI, RELATIONS

AMINI is a division of ABC Italia – strada statale 234, 26867 Somaglia (LO) Milano, Italy


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Fuori Proposte

Sulle ali del mito • Il tappeto è protagonista nell’ambito della manifestazione Proposte con una superstar come Amini e con un'azienda come Mariantonia Urru che espongono nella bellissima Villa Bernasconi a Cernobbio, a pochi passi da Villa Erba, i frutti di uno straordinario impegno che nasce, nel caso di Amini, in un’audace rivisitazione di Gio'Ponti e, nel caso di Urru, nella interpretazione del Genius Loci della Sardegna

• writer

Sonia Maritan web

www.amini.it

Il desgin incontra il mondo del tappeto, l’arte si mescola con l’architettura, le superfici fanno emergere i volumi, il segno e il colore dialogano con la luce e con i tratti specifici dello spazio. “Gio Ponti, Relations” è il titolo dell’allestimento concepito da Amini, di cui discorro volentieri con Valentina Uggeri, nelle stanze nobili di una meravigliosa Villa Liberty. A testa in su ammiriamo i tappeti, presentati come arazzi appesi alle pareti, che dialogano con gli arredi dei grandi Maestri come Le Corbusier, Luigi Caccia Dominioni, Carlo Scarpa e opere di artisti come Carlo Badiali, Aldo Galli e Manlio Rho. Parliamo di seta per rimanere a un livello alto? Valentina Uggeri - In questo caso la

Valentina Uggeri di Amini ha illustrato le meravigliose fantasie sui temi di Gio' Ponti

seta la vediamo molto legata al mondo del tappeto, lavorata nei tappeti di Gio Ponti, tutti realizzati a mano, in particolare annodati a mano con lana e seta. La seta la possiamo riconoscere sia visivamente sia al tatto. Sonia Maritan - Trovo molto audace la scelta di un materiale diverso per il disegno e questa ambientazione che stimola libere associazioni e rimandi continui, stimolando a una riflessione del valore senza tempo del progetto d’autore. Valentina Uggeri - Per esempio questa sfera metà di seta e metà di lana permette di mettere in rilievo queste false simmetrie che si ripetono, perché il bello dell’opera di Ponti è di non riuscire a trovarle, così, allo stesso modo, non è possibile rintracciare lo schema preciso di questo tappeto. Sonia Maritan - Non c’è una ripetitività scontata: non c’è una’alternanza del grigio pieno e del grigio bicolore, con questo grigio perla chiarissimo. Valentina Uggeri - E se anche ci fosse, non si coglie, in realtà ci sarebbe anche nella direttrice verticale ma lo schema non è leggibile. Sonia Maritan - In effetti, non è intuitivo e nemmeno immediato. Così come di questa ambientazione, non era scontato affiancare autori contemporanei a Ponti a protagonisti del design industriale italiano degli anni 60 e 70. Ma dopo uno sguardo agli arredi di design torniamo ai


tappeti, che rubano la scena. Valentina Uggeri - Si tratta di tappeti realizzati in Nepal, siamo su una densità di nodo molto importante per cui rappresenta l’eccellenza dell’annodatura, siamo sui centomila nodi al metro quadrato e l’avere questo accordo con la famiglia Ponti ci dà la possibilità di avere accesso all’archivio Ponti, un tesoro immenso, e prenderne tutto ciò che può diventare un bel tappeto. Sonia Maritan - Facendolo rivivere… Valentina Uggeri - Facendo rivivere, come per le ceramiche, per esempio. Sonia Maritan - In nessun caso, erano disegni nati per realizzare tappeti? Valentina Uggeri - Abbiamo fatto rivivere delle ceramiche, abbiamo fatto

rivivere dei tessuti, addirittura, qui abbiamo delle piastrellature, del periodo Richard Ginori: troviamo il labirinto. Il periodo in cui Gio Ponti lavora per Richard Ginori è molto florido e nel quale dà il massimo dell’espressività, che poi viene “archiviato” come il suo periodo classico. Qui ritroviamo facilmente il classicismo greco e romano. Sonia Maritan - L’idea di riprendere i disegni di un grande Architetto per i tappeti Amini, rappresenta una prima sperimentazione su questa via per l’azienda? Valentina Uggeri - Ponti rappresenta il primo, e forse sarà anche difficile eguagliarlo, tanto è alto il nome da cui siamo partiti. Le collaborazioni che noi facciamo, sono tante, di recente abbiamo presentato un tappeto presentato al Salone del Mobile con il duo olandese Scholten&Baijing, molto studiato sul colore, molto difficile da rendere sul tappeto come gamma cromatica ma secondo me con un risultato eccellente. Sonia Maritan - In effetti è un percorso diverso, che immagino apra alla sperimentazione della resa cromatica e forse, durante il cammino, vi sorprendete anche voi? Valentina Uggeri - Sì, assolutamente, la resa cromatica è stata veramente una sorpresa per noi e poi anche per i designer che sono venuti a trovarci durante il Salone del Mobile. Sonia Maritan - Ci fermiamo da-

vanti a “Riflessi”. Valentina Uggeri - “Riflessi” di Gio Ponti ha la caratteristica di essere lavorato in modo diverso, rispetto agli altri, con un uso della seta lavorata da sola. C’è anche una lavorazione diversa: abbiamo due fili di lana ritorti con uno di seta, nel momento in cui noi andiamo a fare la rifinitura finale viene fuori tutta la luminosità della seta. Sonia Maritan - Un patchwork di forme irregolari e luminose. Poi è la volta di “Taranto”. Valentina Uggeri - Questa, invece, si chiama “Taranto”, vuole essere un omaggio alla facciata non facciata della cattedrale di Taranto, quella che Gio Ponti realizza con questo gioco di pieni e di vuoti. Questa è una forma molto cara a Ponti, non so se lei è milanese? Sonia Maritan - Sì, questa è la pianta del Pirellone! Valentina Uggeri - È la pianta del Pirellone, che troviamo anche nella vela di Taranto, dato che chiamarlo “Pirellone”, non era bello è stato chiamato Taranto. Tutto è stato fatto con l’avallo della famiglia Ponti, sia nelle scelte cromatiche sia nei nomi dei prodotti, anzi i nomi sono arrivati da loro. Sonia Maritan - Devo dire che

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avete scelto una location super per una collezione indimenticabile. Valentina Uggeri - La location è super, l’allestimento che è stato fatto ha voluto enfatizzare molto il design, è un omaggio al design di alto livello, perché comunque abbiamo pezzi molto molto interessanti, anche le opere d’arte, tutti i volumi che sono presenti qui nell’esposizione sono tutti assolutamente studiati. Il fatto si avere un tavolo con attorno le Superleggere di Gio Ponti vuol dire qualcosa. Poi c’è Franco Albini, Ron Arad, Achille Castiglioni, Gianfranco Frattini, Alessandro Mendin, Eero Saarinen ed Ettore Sottsass, fino alle attuali proposte di Piero Lissoni e Vincenzo De Cootis; tutti pezzi molto interessanti. Poi, a terra, quattro tappeti nostri: sono tappeti Revive, quindi tappeti di vecchia manifattura che vengono lavati al sale e all’aceto, che subiscono un trattamento di usura molto molto forte, vengono tenuti al naturale oppure vengono ritinti, la peculiarità di questo tappeto è che poi il vello non viene tolto uniformemente ma viene usato a pezzi per mettere in rilievo le caratteristiche del tappeto, come il medaglione centrale che così viene fatto rivivere o mettere in mostra gli angolari perché era una bella caratteristica del tappeto precedente. Sonia Maritan - Sono tappeti rielaborati, rivitalizzati in modo diverso? Valentina Uggeri - Il tappeto precedente non smette mai di vivere, la sua anima, la porta sempre, io il colore pre-

Fuori Proposte

dominante di questi tappeti lo ritroverò sempre, perché tenderà sempre a emergere. Il bello di questi tappeti è che sono tutti dei pezzi unici. Sonia Maritan - Cos’è cambiato nel fare i tappeti con la tecnologia, a parte il fatto che quelli fin qui visti sono fatti a mano? Valentina Uggeri - Il bello del tappeto è che le tecnologie vengono utilizzate forse a livello di bozze di disegno, oggi lavoriamo a rendering, però poi dalla manifattura non si scappa. Per questi tappeti si deve immaginare un telaio dove tre persone affiancate lavorano per i tre mesi che servono per produrlo e vanno su in verticale assieme. Sonia Maritan - Per realizzare Taranto sono serviti tre mesi? Valentina Uggeri - Noi oggi abbiamo degli ottimi tempi e in tre mesi possiamo andare in consegna, tempi che aumentano in funzione delle dimensioni del tappeto. Sonia Maritan - Si tratta per definizione di pezzi unici perché se anche uno richiedesse questo stesso prodotto, la manifattura lo rende sempre un po’ diverso? Valentina Uggeri - Diciamo che ha le caratteristiche del filato e del tessuto, perché ogni bagno di lana è diverso. Quando si parlava della tecnologia, noi oggi abbiamo degli standard qualitativi sui colori molto alti, per cui ci sono delle aziende che hanno campionato i colori e quando noi parliamo di quel determinato colore, garantiamo, in effetti, un margine di errore bassissimo. Comunque, stiamo parlando di lane filate, cardate, tinte a

mano e che quindi possono avere quel ventaglio di diversità. Sonia Maritan - Certo che queste opere tessili, io avrei difficoltà a trattarli come “tappeti” e a calpestarli. Potrebbe essere anche un rivestimento murale? Valentina Uggeri - Il tappeto nasce come rivestimento murale dagli Aubusson di Luigi XIV, agli Arazzi, passando anche per il Kilim, che non era nient’altro che il rivestimento delle tende dei nomadi. Il tappeto nasce come rivestimento che fosse da terra, che fosse da letto, da mettere sui muri, ma sempre una sorta di rivestimento, oggi si torna a espandere ancora il loro utilizzo.


• Il tappeto è protagonista nell’ambito della manifestazione Proposte

con una superstar come Amini e con un'azienda come Mariantonia Urru che espongono nella bellissima Villa Bernasconi a Cernobbio, a pochi passi da Villa Erba, i frutti di uno straordinario impegno che nasce, nel caso di Amini, in un’audace rivisitazione di Gio'Ponti e, nel caso di Urru, nella interpretazione del Genius Loci della Sardegna •

5000 anni di storia Al piano superiore, entriamo in un altro mondo, un altro pianeta culturale, ma ancora intrisa di qualità e di un tocco di genialità assorbito dal Genius Loci della Sardegna. Il tappeto, elaborato con il telaio e con le tecniche tradizionali della tessitura Samughese, riproduce in maniera astratta un’icona dei paesaggi della Sardegna: i campi tracciati dalle siepi di fico d’india che si slanciano e si estendono sul manto di terra delle campagne attraverso trame selvagge e pungenti. Questa è Mariantonia Urru, che Giuseppe Demelas riesce a ritrarre con poesia. L’azienda si chiama Mariantonia Urru? Giuseppe Demelas - Mariantonia Urru è mia madre, io sono Giuseppe Demelas, uno dei quattro figli. Sonia Maritan - Un’azienda antica? Giuseppe Demelas - È un’azienda che ha cinquemila anni di storia, perché la famiglia Urru, comunque, tesse tappeti da sempre. Da sempre si coltiva il lino anche se ormai il lino arriva dal “Continente”, però la lana è tutta prodotta in Sardegna. Esiste da

quattro o cinquemila anni perché abbiamo rintracciato testimonianze in diversi testi scritti. Sonia Maritan - Ma avete rintracciato qualcuno di questi disegni così antichi per i vostri prodotti? Giuseppe Demelas - No, però è tutto documentato, tra l’altro a Samugheo c’è il Museo Unico dell’Arte Tessile, dove sono conservati tutti i più

Giuseppe Demelas ci ha raccontato l'affascinante vicenda di un'industria millenaria

web

www.mariantoniaurru.com


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importanti manufatti antichi. Quello che facciamo noi con la nostra azienda è di continuare a ricorrere alle tecniche antiche e di utilizzare anche delle tecniche che ormai erano in disuso come “aramo”, “batrimposta”e “unindente” e fondere nello stesso manufatto queste tecniche. Usiamo in alcuni manufatti il “pivione” che sarebbe l’acino d’uva e l’”itsos”. Inseriamo inoltre dei nuovi materiali, in alcuni casi abbiamo l’anesec, la seta, perché c’è anche l’allevamento del baco da seta in Sardegna. A volta l’innovazione che facciamo è quella di riscoprire sia tecniche sia materiali che già allora venivano utilizzati. Realizziamo i nostri manufatti su diversi livelli, in modo di dare una forte tridimensionalità. Sonia Maritan - Anche dall’esposizione si evince che i tappeti Mariantonia Murru, possono essere utilizzati sia come tappeti

Fuori Proposte

da mettere a terra sia come arazzi? Vediamoli uno a uno. Giuseppe Demelas - Questo è un disegno creato da Antonio Forteleoni, un giovane designer, ha ventisei anni, ma ha creato dei pezzi per Cappellini ed è senior designer all’interno dello Studio Urquiola. È partito proprio l’altro ieri per New York per seguire l’allestimento dello showroom di Cassina. E questo è un tappeto che abbiamo già venduto, è di una cliente a cui ho chiesto se era possibile portarlo in fiera, perché mi sembrava un’occasione unica. Andrà in un soggiorno sotto un pianoforte: questo è un tappeto delicato va trattato e utilizzato con attenzione come un abito importante che non metti tutti i giorni. Si chiama Garden e ha la stessa lavorazione di quest’altro, sempre creato da Carolina Melis. Sonia Maritan - Qual è il processo produttivo artigianale con il quale si fanno tappeti come questi? Giuseppe Demelas - La tecnica utilizzata è quella a “piviones”, praticamente ogni singolo punto viene raccolto a mano dalla ragazza e viene portato su un ferro e quindi viene fatta un’intera passata, ovvero vengono raccolti tutti i punti e, poi, tra una passata e l’altra di piviones vengono

passate tre trame, in questo caso sono nere e si nota poco che fermano il punto del disegno: Per quanto riguarda la parte realizzativa di questi tappeti bisogna dire che, caso forse unico nell’Europa Occidentale, alcune delle tecniche e dei materiali tradizionali sono assolutamente peculiari della regione. Il tappeto “a pibiones” realizzato con la lana sarda, rappresenta in quest’ambito l’emblema dell’assoluta artigianalità rispetto al resto della produzione mondiale. Sonia Maritan - Quanto ci vuole per fare un tappeto così? Giuseppe Demelas - Per un tappeto del genere ci vogliono circa quindici giorni, quindici o venti giorni, dipende dalla complessità. Sonia Maritan - L’utilizzo della tecnologia riguarda solo il trasferimento del disegno sul computer? Giuseppe Demelas - Lì è fondamentale l’utilizzo del computer però, per poter creare questi disegni precisi e per poterli stampare sul plotter e poi passarli alla ragazza che deve leggerli. Questi possono sembrare dei punti casuali, invece no. Leggere e contare il numero dei punti di nero che c’è tra il bianco e il viola, fin qui è abbastanza semplice, nel momento in cui invece la ragazza si è trovata a interpretare disegni molto difficili, perché, forse non si nota ma qui ci sono diversi livelli, quella stessa passata la ragazza deve contare sia il numero dei punti di questa parte “batuffolosa” che è un livello sia un altro livello in cui cambia il co-


lore: quindi diversi livelli, diversi colori, diversi disegni sovrapposti in contemporanea con un motivo tradizionale, in questo caso il pavoncello, su un tessuto bisaccia e poi i fiori del cesto. È molto laborioso. Sonia Maritan - Chi è l’artefice del disegno di questo tappeto "batuffoloso" che si chiama “Garden”? Giuseppe Demelas - È Caterina Quartana, che è arrivata quinta al concorso di tessitura del 2015, prodotto che la commissione aveva considerato irrealizzabile per la complessità del disegno. In effetti, la ragazza ha iniziato a tessere, è andata in crisi, si è messa a piangere, allora mia madre le ha detto: lavora su quest’altro tappeto, e intanto per un giorno mia madre le ha studiato un metodo, le ha dato delle regole da riportare sul tappeto e a quel punto, seguendo quelle regole, è riuscita a riportare quel disegno sul tessuto. Poi c’è Fico d’India della “Collezione Cactus” di Pauline Herrera che è una designer cilena. Sonia Maritan - Non poteva mancare “Cactus”? Giuseppe Demelas - “Cactus”, Collezione di Paulina Herrera Letelier, è un progetto di design contemporaneo che mira all’innovazione ispirandosi ai tessuti tradizionali di Samugheo. Cactus è un gioco di contrasti, è un progetto dinamico e spaziale basato sul concetto di limite che mette a confronto la tradizione, l’innovazione, l’artigianato e il design nello spazio contemporaneo.

Sonia Maritan - Prato e fiume della Collezione “Kara”? Giuseppe Demelas - La collezione “Kara”, ideata dalla giovane e innovatrice mente di Carolina Melis, si articola su forme geometriche raccontando la natura. Figure come il Fiume e il Prato, rimandano a pattern semplici e geometrici viaggiando sulle onde dei colori bianco e nero, solo occasionalmente azzardando il colore, sempre accompagnati dalla morbidezza della materia e sensibilità della tessitura stessa. La peculiare texture della lana naturale restituisce poi soggetti iconografici popolari, relazione della manifestazione tra artigianato, arte e design, con uno sguardo alla tradizione che risulta essere insieme rispettoso e libero.

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Fiere

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• MoOD si presenterà nel mese di settembre, insieme a Indigo Brussels Home Edition, come “show boutique”

writer

Beatrice Guidi web

www.moodbrussels.com

MoOD e Indigo Brussels Home Edition partono assieme MoOD e Indigo Bruxelles stanno conquistando il padiglione 5, il patio e il Padiglione 8 di nuovo, con 125 espositori e 100 stand. Per la prima volta la Indigo Brussels Home Edition sarà organizzata dalla Textirama vzw. Ma l'unicità di Indigo Brussels Home Edition rimarrà intatta. The Drop Esposizione Blu è il cuore pulsante di MoOD, portando il centro della scena sul pavimento mostra, letteralmente e figurativamente cosa sono i Blue Drops. Questa selezione dei cento prodotti migliori e più alla moda è stata creata da una giuria professionale e internazionale. La disposizione è chiara e stimolante. I sei premi sono lo stato dell'arte. I visitatori possono godere l'ambiente accogliente e caffè o tè deliziosi. In breve, il cuore pulsante di MoOD raddoppia come area per il networking e forum per la tendenza "Origini". Innovation Platform accoglie Materia, per catturare l'immaginazione e promette un'offerta che non può permettersi di perdere. Oltre ai partner certificati, matériò Belgio, Trendease internazionale, globale colori Ricerca e Masters of Linen, MoOD ora accoglie anche Materia. Materia olandese è una banca di ma-

teriali innovativi con oltre 100mila membri. E come tale la loro portata è globale. Il loro obiettivo è quello di essere accessibile e raggiungere il maggior numero possibile di aziende su base giornaliera. Materia arricchirà la piattaforma innovazione con la propria visione sul futuro dei materiali e decorazione di interni. Avvio del "lancio" - La Piattaforma Innovazione sta dando i suoi primi frutti. La Piattaforma Innovazione vuole ispirare i visitatori con novità e stimolare nuove iniziative. E con successo, perché


MoOD & Indigo Brussels Home Edition starting together

MoOD and Indigo Brussels are taking over Hall 5, the PATIO and Hall 8 again, with 125 exhibitors and 100 studios. For the first time the Indigo Brussels Home Edition will be organised by Textirama vzw. But the uniqueness of Indigo Brussels Home Edition will remain completely intact. The Blue Drop Exposition is the beating heart of MoOD! Taking centre stage on the exhibition floor, literally and figuratively are the Blue Drops. This selection of the 100 best and most trendy products is created by a professional and international jury. The layout is clear and inspiring. The 6 awards are the state of the art. Visitors can enjoy the cosy environment and delicious coffee or tea. In short, the beating heart of MoOD doubles as an area for networking and the trend forum "Origins". Innovation Platform welcomes Materia - The Innovation Platform keeps capturing the imagination and promises an offer you cannot afford to miss. In addition to the trusted partners, matĂŠriO Belgium,

Trendease International, Global Color Research and Masters of Linen, MoOD now also welcomes Materia. The Dutch Materia is an innovative materials bank with over 100.000 members. And as such their reach is global. Their goal is to be accessible and reach as many companies as possible on a daily basis. Materia will enrich the Innovation Platform with their own vision on the future of materials and interior decoration. Launching the "Launch Pad" - The Innovation Platform is bearing its first fruits. The Innovation Platform wants to inspire visitors with innovations and stimulate new initiatives. And successfully so, because MoOD is the first in the branch to have an inspiring offer for starting entrepreneurs with ready to use innovative products. The offer is selected by Trendease’s Jennifer Castoldi. Fascinating seminars and lectures The seminar program is currently being finalised. Visitors will be able to enjoy an exclusive club of top speakers, and in a cosy lounge atmosphere no less. Pencil in Milou Ket with her forecast on colour and the interior, Jennifer Castoldi with her international view of trends and innovations and Niek De Prest

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Fiere

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MoOD è il primo nel ramo di avere giunto di un profilo unico: il modo un'offerta di ispirazione per gli imtranquillo di fare business, la qualità prenditori che iniziano con pronto per dei contatti professionali, l'ispirazione l'uso di prodotti innovativi. L'offerta di e la fiducia. Gli espositori sono senza Trendease è selezionata da Jennifer eccezione produttori tessili internazioCastoldi. nali che forniscono tappezzeria, fineI visitatori saranno in grado di godere stre e pareti. Mood è l'unica fiera al in un club esclusivo dei principali oramondo con questo profilo. tori, e in un ambiente accogliente. MaEugène Van Veldhoven, un fedele tita in Milou Ket con la sua previsione espositore di Indigo Brussels descrive sul colore e l'interno, Jennifer Castoldi MoOD come segue: "MoOD è e ricon la sua visione internazionale delle marrà la mia mostra preferita in cui i tendenze e delle innovazioni e Niek visitatori prendono il tempo e sono voDe Prest con una introduzione di "Orilutamente alla ricerca di contatti." gins", storia della tendenza with an introduction of the "Origins" trend story of di MoOD 2016/17. MoOD 2016/17. Una conferenza esclusiva di An exclusive lecture by Materia’s Els Zijlstra on Materia Els Zijlstra avrà Wednesday September 9th. She will be speaking luogo il 9 settembre. Parlerà about the sensory experience and how innovative dell'esperienza sensoriale e materials can play a role in this. And don’t forget di come materiali innovativi the trend exhibition of Global Color Research, Mix possono svolgere un ruolo in Publications. The final list will be published on questo. E non dimenticate la MoOD’s website shortly. mostra tendenza di Global Digital Platform - The digitalisation of the branch Color Research, Mix pubbliis unstoppable. In a premier phase digital printing cazioni. facilitated new possibilities with an endless numDigital Platform - La digitaber of colours and in ultra-high resolution. Nowalizzazione della filiale è inardays digital printing can be combined with restabile. In una fase di classical weaving technology in many ways. The primo ministro di stampa dipossibilities are virtually endless. The Digital Platgitale ha facilitato nuove posform at MoOD is closely following the developsibilità con un numero ments and is informing visitors. MoOD will be infinito di colori e in altiswelcoming professor Marc Van Parys amongst sima risoluzione. Oggi la others, who will open a window to the future of stampa digitale può essere our digital textile world. combinata con la tecnologia MoOD valorises the added value of a unique prodi tessitura classica in molti file: the tranquil way of doing business, the quality modi. Le possibilità sono praof professional contacts, the inspiration and the ticamente infinite. La piattatrust. The exhibitors are without exception interforma digitale di MoOD sta national textile producers who provide upholstery, seguendo da vicino gli sviwindow and wall coverings. MoOD is the only luppi e sta informando i visiexhibition in the world with this profile. tatori. MoOD accoglierà il Eugène Van Veldhoven, a loyal Indigo Brussels professor Marc Van Parys tra exhibitor describes MoOD as follows: "MoOD is gli altri, che apriranno una and will remain my favourite exhibition. Visitors finestra sul futuro del nostro take the time and are purposely looking for conmondo digitale su tessuto. tacts." MoOD valorizza il valore ag-


Associazione dei Tessili Tecnici Innovativi Innovazione

Trasferimento tecnologico

Progetti di ricerca Networking Fiere & Eventi Formazione

Normazione & Standardizzazione

Partecipazione alla Piattaforma Tecnologica Nazionale per il T/A

Studi di mercato

www.texclubtec.it - info@texclubtec.it Seguici su:


Fiere

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I maggiori fornitori del settore hanno confermato di partecipare a Intertextile Shanghai Home Textiles

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Antonio Vigliante web

www.intertextilehome.com

Shanghai capitale del tessile Dopo il record dell'edizione dello scorso anno, dove il numero dei visitatori è aumentato del dieci per cento a oltre 43mila, molti dei marchi leader del settore hanno confermato la loro partecipazione all'edizione 2015 di Intertextile Shanghai Home Textiles, il principale appuntamento per i tessuti per la casa e gli accessori in Asia che si svolgerà presso il nuovissimo National Exhibition and Convention Center dal 26 al 28 agosto, con oltre 1.400 espositori provenienti da circa trenta paesi e regioni pronti a partecipare. Il trasferimento di questo fiera significa una nuova esperienza per gli acquirenti mentre valutano le offerte di tessuti per arredamento, biancheria da letto e spugne, tappeti e tappeti, rivestimenti murali, stampa digitale, sistemi di protezione solare, accessori per tende non tessili, progettazione grafica e altro. La fiera occuperà sette padiglioni in totale, con tutti gli espositori esteri che si trovano nel padiglione 7.2 (un cambiamento dalla sala precedentemente utilizzato il 4.1), mentre gli espositori nazionali sono alloggiati nelle seguenti sale: 5.1 per i fornitori tappezzeria di marca, West Hall per altri tessuti d'arredamento , 7.1 per biancheria da letto e spugna, stampa digitale e di altri prodotti, 7,2 per i prodotti non-tessili e sistema di protezione solare, e 6.2 per gli accessori. I padiglioni regionali di Haining, Yuhang e Shaoxing / Tongxiang si trovano nelle sale da 5.2, 6.1 e 6.2, rispettivamente. All'interno del Salone Internazionale, alcuni dei più grandi produttori del

settore si possono trovare, tra cui: • Editori: Designers Guild, JAB, LaCanTouch e di prestigio • Tessuti: Fiorete, Hield, Culp e D Décor • Biancheria da letto e spugna: Cotton USA, Curt Bauer, Mundotextil e Naturtex • Tappeti e tappeti: Abbas Nishaburi, Sayahnia e Shiv Shakti Esportazioni Studio • Designers ': Antoinette et Freddy, Diane Harrison, EVO Studio e Simon Ashby • Test e certificazione: Hohenstein, SGS e Testex Oltre a questi gruppi di prodotti, e anche nella International Hall, una nuova zona di stampa digitale presenterà alcuni dei più grandi nomi di questo settore, tra cui HP. Inoltre, una nuova area denominata Whole Style Zone sarà caratterizzata da espositori con più prodotti tessili per la casa, che verranno visualizzati in un 'ambiente reale casa'. Questo aiuterà gli acquirenti a visualizzare le prossime tendenze e come i diversi prodotti possono essere abbinati per creare nuovi stili. Otto paesi/regioni torneranno di nuovo nel 2015 con otto padiglioni: a questa edizione Belgio, India, Italia, Corea, Marocco, Pakistan, Taiwan e Turchia. Tre dei più grandi padiglioni sono:  Padiglione Belgio: organizzato da Fedustria, questo padiglione ritorna per il quarto anno consecutivo, con una gamma di prodotti di fascia alta con design unico.  Padiglione Italia: con il sostegno della Commissione del commercio ita-


liano (ICE), in questa zona sarà caratterizzato il meglio del Made in Italia, con una forte attenzione ai tessuti per arredamento.  PadiglioneTurchia: organizzato dal Uludag Exporters 'Association (UTIB), questo è il più grande padiglione di un paese nuovo con circa trenta fornitori, e mette in mostra i migliori tessuti per biancheria da letto e tappezzeria del paese. CINESI ESPOSITORI GRUPPO PADIGLIONI PER APPROVVIGIONAMENTO PIÙ EFFICIENTE Intertextile Shanghai è conosciuta anche per attirare molti dei migliori fornitori nazionali, così come quelli di tutto il mondo. Quest'anno vanta i padiglioni cinesi da Binzhou, Gaoyang, Haining, Huzhou, Nantong, Pujiang, Shaoxing, Tongxiang e Yuhang dove gli acquirenti possono non solo esplorare un mondo di prodotti, ma anche scoprire le ultime tendenze del mercato cinese. Due dei padiglioni più grandi di quest'anno sono:  Il Padiglione Haining: il più grande padiglione regionale con quasi 240 espositori partecipanti nel 2015. Haining è conosciuto come un centro di produzione principale per jacquard, ricami, spugna e tessuti decorativi di fascia alta.  Padiglione Yuhang: dispone di un'ampia gamma di tessuti decorativi high-end, una serie di fornitori leader di marca tessuti della tappezzeria del paese può essere trovato qui. Intertextile Shanghai Home Textiles Autumn Edition è organizzato da Messe Frankfurt (HK) Ltd; il SubCouncil of Textile Industry, CCPIT; e la China Home Textile Association (CHTA).

The brand leaders taking parts to Intertextile Shanghai After last year’s record-breaking edition, where the visitor figure increased 10% to over 43,000, many of the industry’s leading brands have confirmed their participation at the 2015 iteration of Intertextile Shanghai Home Textiles. Asia’s leading home textiles and accessories trade fair will take place at the brand-new National Exhibition and Convention Center (Shanghai) from 26 – 28 August, with over 1,400 exhibitors from around 30 countries and regions scheduled to take part. The relocation to this fairground means a new experience for buyers as they browse the offerings of upholstery fabrics, bedding & towelling, carpets & rugs, wallcoverings, digital printing, sun protection systems, non-textile curtain accessories, design artwork and more. The fair will occupy seven halls in total, with all overseas exhibitors located in hall 7.2 (a change from the previously allocated hall 4.1), while domestic exhibitors are housed in the following halls: 5.1 for branded upholstery suppliers, West Hall for other upholstery fabrics, 7.1 for bedding & towelling, digital printing and other products, 7.2 for non-textile and sun protection system products, and 6.2 for accessories. Regional pavilions from Haining, Yuhang and Shaoxing / Tongxiang are located in halls 5.2, 6.1 and 6.2, respectively. Within the International Hall, some of the industry’s biggest players can be found, including: • Editors: Designers Guild, JAB, LaCanTouch and Prestigious • Upholstery fabrics: Fiorete, Hield, Culp and D Décor • Bedding & towelling: Cotton USA, Curt Bauer, Mundotextil and Naturtex • Carpets & rugs: Abbas Nishaburi, Sayahnia and Shiv Shakti Exports • Designers’ Studio: Antoinette et Freddy, Diane Harrison, EVO Studio and Simon Ashby • Testing & certification: Hohenstein, SGS and Testex In addition to these product groups, and also in the International Hall, a new Digital Printing Zone will showcase some of this sector’s biggest names, including HP. Furthermore, a new Whole-Home Style Zone will feature exhibitors with multiple home textile products which will be displayed in a ‘real-home setting’. This will help buyers to visualise upcoming trends and how different products can be matched to create new styles. Eight country/region pavilions return again in 2015 - Always a highlight with buyers are the country and region pavilions, with eight featuring at this edition from Belgium, India, Italy, Korea, Morocco, Pakistan, Taiwan and Turkey. Three of the largest pavilions include: • Belgium Pavilion: organised by Fedustria, this pavilion returns for the fourth consecutive year, featuring a range of high-end premium products with unique designs. • Italy Pavilion: supported by the Italian Trade Commission (ICE), this zone will feature the best of Made-in-Italy with a strong focus on upholstery fabrics. • Turkey Pavilion: organised by the Uludag Exporters' Association (UTIB), this is the largest country pavilion again with around 30 suppliers, and showcases the country’s best bedding and curtain upholstery fabrics. CHINESE PAVILIONS GROUP EXHIBITORS FOR MORE EFFICIENT SOURCING Intertextile Shanghai is also known for attracting many of the best domestic suppliers, as well as those from around the world. This year’s fair features regional Chinese pavilions from Binzhou, Gaoyang, Haining, Huzhou, Nantong, Pujiang, Shaoxing, Tongxiang and Yuhang where buyers can not only explore a world of products, but also discover the latest trends in China’s home textiles market. Two of the larger pavilions this year include: • Haining Pavilion: the biggest regional pavilion with almost 240 exhibitors participating in 2015. Haining is known as a leading production hub for jacquard, embroidery, terry and high end decorative fabrics. • Yuhang Pavilion: featuring a large range of high-end decorative fabrics, a number of the country’s leading branded upholstery fabrics suppliers can be found here. Intertextile Shanghai Home Textiles – Autumn Edition is organised by Messe Frankfurt (HK) Ltd; the Sub-Council of Textile Industry, CCPIT; and the China Home Textile Association (CHTA).

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Una piccola rivoluzione nel layout di un evento che conferma il suo successo costante

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Beatrice Guidi web

www.maison-objet.com

Aspettative positive per Maison&Objet a fine estate Negli ultimi anni, nonostante i grandi cambiamenti del mercato, Maison & Objet Paris ha goduto di un certo grado di stabilità che è altamente inusuale nel mondo delle fiere. Oggi, più della metà dei visitatori di Maison & Objet Paris proviene dall'estero e interessa circa l'ottanta per cento delle transazioni della manifestazione. Questo nuovo profilo del visitatore ha ridefinito i confini del mercato della moda casa e stile di vita. L'obiettivo di Maison & Ojet Parigi è sempre stato quello di servire il settore mantenendo una chiara visione di futuri sviluppi nel regno. Sulla base di questi indicatori, dopo un'attenta osservazione e pianificazione deliberata per diversi spettacoli, Maison&Objet Patigi sta ridistribuendo i suoi diversi settori nei padiglioni dello show con una struttura che favorisce sinergie e anticipa le tendenze dei consumatori. Il risultato è che, a partire da settembre 2015, il settanta per cento degli espositori di Maison & Objet Parigi sarà ricollocata.In un'epoca in cui Maison & Objet di obiettivi internazionali stanno prendendo forma concreta con l'introduzione di Maison&Objet Asia e Maison & Objet Americhe, e mentre il mercato internazionale identificatore serve come una forza trainante per i settori arredamento, questo nuovo piano piano è uno sviluppo senza dubbio positivo per espositori e visitatori allo stesso modo. Il settore arredamento interno è stato al centro di questa nuova valutazione nel corso degli ultimi spettacoli, per gettare le basi per le

modifiche del settembre 2015. Questo controllo ha portato a una drastica rivitalizzazione del padiglione 4 negli ultimi tre anni. Sono stati necessarie queste modifiche per aiutare gli espositori a trovare nuovi catalizzatori di crescita con i mercati dei prescrittori e compensare il calo delle ordinazioni delle reti di distribuzione tradizionali. Di fronte alla stessa necessità di ampliare la propria cerchia di contatti al di là di negozi specializzati, il settore tessile sta cambiando: la sua crescita è ora altrove, in particolare in negozi di arredamento con più diverse, offerte interdisciplinari e progettisti con progetti globali. Di conseguenza, a partire dal settembre 2015, il tessile si unirà al settore arredamento o, che saprà anche includere il settore etnico chic.MIC. Gli espositori tessili fisicamente rimarranno nel padiglione 2, ma saranno promosse iniziative in modo da caratterizzare offerte miste e collezioni in linea con l'atmosfera arredamentofuoco. Come il settore tessile, il settore il cuoco + design è stato prigioniero del suo spettacolare patrimonio. Ha mantenuto il profilo di uno spettacolo a Maison&Objet Parigi, anche se la sua identità e la sua offerta si sono modificati notevolmente nel corso degli ultimi due decenni. La presentazione rigida dei concetti in articoli per la tavola divertenti ha lasciato il posto a più schermi di tutti i giorni, la cucina è diventata un luogo di maggiore rilevanza sociale, così come la cucina è ormai un hobby creativo. Il nome


cuoco + design è la prova di questi sconvolgimenti che hanno generato le opportunità per il settore con concept store e ospitalità. Ora si sviluppa sui padiglioni 5A e 6, cuoco + disegno e unisce e integra l'area accessori per la casa. Il cuoco + progettuali espositori si incontreranno nuovi tipi di acquirenti per i quali la visita della mostra sarà più facile e più snella. Tuttavia, il settore mantiene stretti legami con mestiere e della decorazione d'interni, l'Espace métiers d'art, per fare networking facile per le imprese di catering per prescrittori. Espositori di targeting e acquirenti provenienti della distribuzione saranno quindi direttamente collegati al padiglione 6, che mette in luce gli oggetti. Incoraggiati da un eccezionale dinamica di crescita, ora design à vivre lascerà il padiglione 8 a godere di più spazio per la sua continua espansione. Nel mese di settembre, si unirà Scènes d'intérieur nel padiglione 7 per riconnettersi con la sinergia che hanno condiviso per molti anni. Questo rimpasto aumenterà la visibilità e lo sviluppo di Maison & Objet | projets | spettacolo, che sarà ora nel Padiglione 8, presentando un'offerta di soluzioni tecniche ad alto valore aggiunto creativo. Questa nuova disposizione soddisfa le esigenze dell'industria e rende il percorso più logico e razionale per gli acquirenti. Si ridistribuisce l'offerta trasversale promuovere mondi di consumo complementari e trasforma qualsiasi visita a Maison&Objet Parigi in un'esperienza di sempre rinnovata ispirazione.

Revolution at Maison&Objet In recent years, despite major changes in the market, Maison&Objet Paris has enjoyed a degree of stability that is highly unusual in the trade-show world. Today, more than half of Maison&Objet Paris visitors come from abroad and are responsible for about 80% of the event’s transactions. This new visitor profile has redefined the boundaries of the home fashion and lifestyle market. The objective of Maison&Objet Paris has always been to serve the profession by maintaining a clear vision of future developments in the realm. Based on these indicators, after careful observation and deliberate planning over several shows, Maison&ObjetParis is now redistributing its various sectors in the show’s Halls with a structure that fosters synergies and anticipates consumer trends. The result is that, as of September 2015, 70% of Maison&Objet Paris exhibitors will be relocated. At a time when MaisonN&Objet’s international objectives are taking concrete form with the introduction of Maison&Objet Asia and Maison&Objet Americas, and while the international specifier market serves as a driving force for the décor sectors, this new floor plan is an unquestionably positive development for exhibitors and visitors alike. The interior decoration sector has been the focus of this re-evaluation over the last few shows, to lay the groundwork for the September 2015 changes. This scrutiny has led to a dramatic revitalisation of Hall 4 in the last three years. These changes were needed to help exhibitors find new growth catalysts with the specifier markets and offset a decrease in orders from traditional distribution networks. Faced with the same need to expand its circle of contacts beyond specialty shops, the textile sector is also changing: its growth is now found elsewhere, particularly in décor boutiques with more diverse, cross-disciplinary offers and specifiers with global projects. As a result, starting in September 2015, textile will join the expanded interior decoration sector, which will also encompass the ethnic chic.MIC sector. Textile exhibitors will physically remain in Hall 2, but will be promoted in such a way as to feature mixed offers and collections consistent with a décor-focused atmosphere. Like the textile sector, the cook+design sector has been a prisoner of its show heritage. It has maintained the profile of an industry show at Maison&Objet Paris, though its identity and offer have altered greatly over the last two decades. The rigid presentation of concepts in entertaining and tableware has given way to more everyday displays, the kitchen has become a room of greater social focus, just as cooking is now a creative hobby. The name cook+design is proof of these upheavals that have generated opportunities for the sector with concept stores and hospitality. Now spread over Halls 5A and 6, cook+design joins and complements the home accessories area. The cook+design exhibitors will meet new types of buyers for whom visiting the show will be easier and more streamlined. Nevertheless, the sector maintains close ties with interior decoration and craft, l’espace métiers d’art, to make networking easier for businesses catering to specifiers. Exhibitors targeting buyers from distribution will therefore be directly connected to Hall 6, which spotlights objects. Buoyed by an outstanding growth dynamic, now! design à vivre will leave Hall 8 to enjoy more room for its continued expansion. In September, it will join scènes d’intérieur in Hall 7 to reconnect with the synergy they shared for several years. This reshuffling will enhance the visibility and development of the Maison&Objet| projets |show, which will now be in Hall 8, presenting an offer of technical solutions with high added creative value. This new layout satisfies the needs of the specifier industry and makes the itinerary more logical and streamlined for buyers. It redistributes the offer to better cross- promote complementary consumer worlds and turns any visit to Maison&Objet Paris into an experience of ever-renewed inspiration.

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Paola Govoni

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Racconti tessuti nel filo della storia A Milano, una raffinata mostra dal titolo ‘Racconti Tessuti. Arazzi e Ricami dal Gotico al Rinascimento’ (7 maggio11 luglio) ha presentato al pubblico milanese e internazionale alcuni tra i più rari e antichi esemplari di arazzi e ricami realizzati nei principali centri manifatturieri di area tedesca, francese, fiamminga e italiana fra il ‘400 e il ‘700; una stagione altissima per la produzione di questi manufatti, che per secoli hanno costituito un elemento d’arredo e di decoro parietale in ambito sia laico che religioso e una narrazione affascinante di segni, simboli e allegorie connotata da un forte valore metaforico. Presentata nell’elegante ambientazione della Galleria Moshe Tabibnia in via Brera 3, da anni punto di riferimento per gli appassionati di tappeti, arazzi e tessuti di pregio, la mostra ‘Racconti Tessuti’ ha fatto dialogare preziose opere provenienti dalla Collezione Zaleski con numerosi pezzi appartenenti alla Collezione della Galleria, consentendo di ripercorrere un racconto per immagini tessili che svelano riferimenti inattesi e raffinate simbologie, accanto a richiami storici, mitologici, religiosi, letterari e con un livello di qualità e di tecnica di realizzazione che li rende veri capolavori d’arte tessile. Occasione per questo viaggio che attraversa più di tre secoli di storia è stata l’uscita del volume ‘Capolavori d’arte tessile. Gli arazzi e i ricami della Collezione Zaleski’, curato da Moshe Tabibnia ed Elisabetta Mero con testi di Nello Forti Grazzini, Chiara Buss e Gian Luca Bovenzi,

dove sono catalogati un’ottantina di pezzi, parte di una delle più importanti collezioni di tessili antichi al mondo, che presenta molti punti in comune con la Burrell Collection di Glasgow. Suddivisa in sezioni che si intersecano negli spazi suggestivi della Galleria, la mostra presenta cinque sezioni che corrispondono ai nuclei tematici del volume della Collezione Zaleski (arazzi gotici, svizzeri e tedeschi del ‘400; arazzi di area franco-fiamminga tra ‘400 e ‘600, Millefleurs, verdure e Feuille de Choux tra ‘400 e ‘600, cuscini narrativi e allegorici tra ‘500 e ‘600, ricami europei sacri e profani dal ‘500) e una sesta sezione di tessili che, in concomitanza con EXPO 2015, si collegano, per i soggetti che rappresentano e per l’uso di origine, al tema del nutrimento nella storia e al cibo come simbolo sacro. Come nel caso di ‘Caccia al Cervo’ un arazzo di grande formato prodotto nella seconda metà del Cinquecento, realizzato con


‘Caccia al Cervo’, arazzo cm 270x515, Fiandre, XVI secolo

l’utilizzo di pigmenti francesi e l’uso esclusivo di lana e seta. Le scene di caccia erano molto popolari nell’arte della tappezzeria e all’epoca le Manifatture dei Gobelins e di Fontainebleau a Parigi erano fra le più famose d’Europa, con Basilea e Strasburgo in area svizzero-francese, Bruxelles e le Fiandre. Anche l’arazzo copricuscino ‘Festa di Nozze di Tobia e Sara’ prodotto nella Germania settentrionale, area di Amburgo, nel 1650-1675 e tessuto in lana e seta, si collega al tema del cibo e rappresenta un banchetto con sei personaggi che brindano con calici di vino in un padiglione all’aperto, con la scena inquadrata da una ricca bordura di fiori e frutti. Similmente, l’arazzo copritavola ‘Abramo e gli Angeli’ realizzato in lana e seta nei Paesi Bassi nella seconda metà del XVII secolo, raffigura al centro una scena di angeli che spartiscono il pane e riempiono i bicchieri, racchiusa all’interno di una cornice

quadrangolare su fondo blu scuro che esalta una fascia esterna ricoperta di bouquet di fiori e di frutti maturi, raccolti in festoni multicolori sostenuti da otto teste di leone. Gli arazzi copritavola del Seicento sono manufatti estremamente rari e i pochi esemplari che si sono conservati fino ad oggi vengono in genere attribuiti alle manifatture dell’Olanda settentrionale nell’area di Delft e Gouda. Il copricuscino ‘Terra Promessa’ ricamato a piccolo punto in seta e filato metallico con inserti in rilievo prodotto in Inghilterra nel secondo quarto del Seicento richiama l’episodio della Bibbia in cui Mosè invia un gruppo di uomini a esplorare Canaan, la terra promessa, e raffigura due uomini con vesti drappeggiate e spade che portano sulle spalle un lungo bastone da cui pende un grappolo d’uva i cui acini sono simbolicamente di dimensioni enormi, a indicare che la vite cresceva rigogliosa nelle terre intorno al Lago di Tiberiade.

Cuscino ricamato, cm 28x35,5, Inghilterra, 1630-1640

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IL RICAMO COME MESSAGGIO EDIFICANTE E DI PROPAGANDA POLITICA

Chiara Buss, Storica dell’arte tessile. Sullo sfondo ‘Nei due segni di Mercurio’, ricamo cm 248x198, Germania, bacino del Reno, 1690-1720

Il riferimento al copricuscino olandese ci consente di introdurre il tema della grande diffusione che ha conosciuto il ricamo in ambito privato nel corso del XVI secolo, in particolare in Inghilterra, Olanda, Spagna e Portogallo. Chiara Buss, Storica dell’arte tessile, docente e autore di numerose pubblicazioni, ha efficacemente approfondito questo aspetto nel corso di una conferenza tenuta alla Galleria Tabibnia nell’ambito del ricco programma di incontri culturali collegati alla mostra ‘Racconti Tessuti’ e intitolata ‘Il Ricamo tra arredo e pamphlet politico’. L’arte del ricamo, prerogativa dell’aristocrazia rinascimentale, viene più tardi ripresa dalla nuova società borghese, che rivendica il proprio ruolo sociale frutto di un potere economico emergente soprattutto in area Calvi-

nista e riformata, e di un atteggiamento nuovo, che introduce il concetto di comodità nell’abitare. Cuscini, sedie, tavoli, cofanetti e altri oggetti per la casa e per la persona vengono ricoperti con ricami a piccolo punto. Molti dei soggetti raffigurano episodi dell’Antico Testamento e la loro presenza nell’uso quotidiano acquista il valore di un messaggio edificante; non solo, diventa: “…veicolo ideale per l’insegnamento dei principi della fede, soprattutto quella nuova delle chiese riformate”. Alla manifattura domestica, che fa riferimento alla padrona di casa, si affianca il lavoro di laboratori artigiani che vedono all’opera ricamatori professionisti e quello degli istituti religiosi dove monache, orfane e vedove si dedicano alla realizzazione di manufatti ricamati per decorare case e chiese. In particolare, nei ricami per arredo della Collezione Zaleski (15901750/60) tornano le allegorie classiche


quali proiezioni del racconto biblico e i simboli che interpretano gli aspetti che attengono alla vita matrimoniale, al credo religioso o all’appartenenza politica. Insospettabilmente, il ricamo diventa anche una forma di propaganda politica nascosta. Il manufatto denominato ‘Il Sacrificio di Abramo’ potrebbe essere letto come metafora del fervore religioso di Guillaume Farel, ecclesiastico riformato ‘dalla barba fulva’ soprannominato Ursinus, che intorno al 1526 predicava il Calvinismo fra Ginevra, Berna e Vaud. Un’altra doppia lettura la offre il ricamo che raffigura cinque episodi della vita di Re Salomone: ‘Le due madri’, ‘L’arrivo della Regina di Saba’, ‘L’idolatria di Salomone’, ‘La soluzione degli enigmi’, ‘La predicazione della regina di Saba’. Un’esegesi attenta e puntuale delle scene e dei dettagli in esse contenute, consente di ipotizzare che il manufatto celasse una forma di propaganda politica contro Filippo II il Cattolico, strenuo difensore del Papato e campione della Controriforma, certamente inviso agli ambienti della Chiesa riformata e da questi considerato alla stregua di un nemico, di un ‘magus’ e di un eretico. Non va dimenticato il ruolo del ricamo domestico quale forma di educazione nella giovane donna e come mezzo per imparare le virtù cristiane e per attrezzarsi a intraprendere il viaggio della vita. La valenza didattica del ricamo va letta come forma di educazione alla mitologia, alla geografia, alle scienze naturali e, non ultima, all’astrologia, in quel tempo invisa

alla religione, con tutto il corredo di riferimenti simbolici ai segni zodiacali e alle costellazioni che ritroviamo sottotraccia nei ricami dei grandi pannelli a parete che ornano le dimore aristocratiche fra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento, come nel caso del grande ricamo ‘Nei due segni di Mercurio’ proveniente dall’area tedesco-renana.

Ricamatore in una stampa del 1568 di area tedesca

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Pianeta ricamata, 1705-1706 di area veneziana

RICAMI PER IL SACRO

Un altro ambito di straordinario interesse che riguarda la pittura ad ago è quello dei ricami per il sacro e la produzione di arredo liturgico. Su questo tema, Gian Luca Bovenzi, storico del ricamo, ha tenuto la conferenza conclusiva del ciclo di incontri organizzati dalla Galleria Tabibnia. Il ricamo non è soltanto un elemento decorativo, ma anche funzionale; fa parte della quotidianità domestica così come della solennità liturgica. La tecnica è ampia e vasta, con una vita talora turbolenta, dovuta alla necessità di ripetuti restauri e di rifacimenti relativamente frequenti, che rendono via via più difficile la lettura del manufatto originale. Il cammino del ricamo parte da un modello grafico e da un primo disegno in due o tre varianti estetiche e di costo da sottoporre al committente, prima di procedere al disegno preparatorio commissionato alle botteghe di pittori che realizzano i cartoni policromi destinati ai ricamatori, i quali trasferiscono il disegno su tela utilizzando varie tecniche. Il ruolo dei ricamatori è fondamentale per decidere i colori, le sfumature, le modalità di lavorazione, il tipo di filati e la misura degli aghi. Non è un caso che Milano, capitale dell’arte tessile, fosse anche un centro della lavorazione del metallo che forniva ogni tipo di aghi, anche straordinariamente fini, per i ricami miniaturizzati. Tra il ‘500 e il ‘600 si sviluppano anche i primi libri ‘modellari’ che offrono grande ricchezza di spunti decorativi.

Madonna con Bambino, Angeli e Sante, parte di un paliotto, ricamo, Firenze 1520-1540


All’epoca, il ricamo aveva un valore di investimento molto forte, per via della preziosità dei filati (es. seta e oro) e dei tempi lunghi di esecuzione, che ne condizionavano il prezzo. Per un corredo importante di un neonato, che esigeva tempi di realizzo relativamente stretti, potevano lavorare contemporaneamente fino a 300 ricamatori. Per i paramenti sacri, paliotti, stendardi, pianete, stole, dalmatiche, piviali e casule, le tecniche erano varie, dal punto seta al filo metallico, dal ricamo ad applicazione a quello a intaglio. In una stampa datata 1568, troviamo la conferma che storicamente, nel mondo del tessile il tessitore, così come il ricamatore, è uomo, mentre la donna svolgeva nel laboratorio funzioni prevalentemente di supporto. Il ruolo femminile alla guida di un laboratorio tessile era contemplato solo nel caso in cui la vedova subentrasse alla morte del marito per dare continuità all’attività e poterla trasmettere ai figli, quando avessero raggiunto l’età. Nel secolo successivo, soprattutto in area lombarda, si affermano importanti figure di ricamatrici come Lodovica Pellegrina e Caterina Cantona, mentre non può mancare un accenno all’importanza dei conventi come centri di produzione del ricamo.

Copertina del volume ‘Capolavori d’Arte Tessile. Gli Arazzi e i Ricami della Collezione Zaleski’ dedicato a una delle più importanti collezioni di tessili antichi al mondo. Il libro è a cura di Moshe Tabibnia ed Elisabetta Mero. I testi sono di Nello Forti Grazzini, Chiara Buss e Gianluca Bovenzi. Edizioni Moshe Tabibnia, 2015. www.moshetabibnia.com

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• Una conversazione con Salvatore Cuschera • writer

Paolo Ferrari

L'artista con il grande arazzo in preparazione. L'arazzo al Museo Messina.

Nelle pieghe della materia Il percorso tra forme, materiali e simboli di uno dei più significativi artisti contemporanei. Abbiamo incontrato lo scultore siciliano in occasione della sua ultima personale presso lo Studio Museo Francesco Messina. Salvatore Cuschera è un artista siciliano che conosco da molti anni e del quale già ho avuto occasione di scrivere; posso dire di avere con la sua opera una certa familiarità resa più cogente da un serrato rapporto di amicizia che ha attraversato diversi decenni delle nostre esistenze. La nostra frequentazione si era da qualche tempo fatta più rada, perché la vita spariglia, come si sa, e le distanze, ancorché non oceaniche, frammiste agli eventi piccoli e grandi delle nostre vite, diventano spesso barriere incomprensibilmente ardue da superare. Incontrare un artista, quando sia tale in sostanza, è incontrare la sua opera e l’occasione spesso è da cogliere standovi ben davanti, come kairòs, il dio dell’attimo fuggente, che ha un ciuffo in fronte e la nuca rasata. L’occasione, questa volta, è stata anche fortemente il luogo; il luogo è uno di quegli angoli di milanesità, ritrosi, come si dice, nascosti; se non in multipli cortili prospettici, allora in angoli schiacciati da un traffico distratto che quasi custodisce il risalto di un’altra dimensione: al Carrobbio, quadrivium romano, una chiesa secentesca (ma di più remote origini), trasvalutata in fulcro di creatività soggettiva, da tempio di simboli millenari a sacrario della ricerca plastico-simbolica di Francesco Messina, scultore figurativo le cui opere prestigiose si sono confrontare per qualche tempo con una scelta di lavori del Cuschera, spalmati su un arco di tempo che va dal 1995 ai nostri giorni. I

primi lavori di Salvatore Cuschera attingevano in profondità dalla lezione delle avanguardie del Novecento, componevano alchimie di forme e colori (primari) e in questa dialettica tracciavano le strade dei futuri sviluppi artistici che forse sarebbero state diverse se un terribile schianto non avesse un giorno mostrato le terragne profondità e le diverse luminescenze di quando la soglia è lì e lì per essere varcata e qualcosa (ma cosa?) riporta indietro con il più radicale dei ritorni. Il percorso espositivo proposto in questa mostra muove forse proprio da quel momento, l’incidente, l’evento inatteso, e quello che segue, una guarigione che è sempre forse una resurrezione oppure solo una vita leggermente, ma essenzialmente, diversa. Ma di questo non parlerò, preferisco, questa volta, lasciare alle parole dell’artista la sua narrazione, con l’invito, a chi legge, perché ne approfondisca la conoscenza. Nel tuo percorso artistico hai sperimentato svariati materiali; dalle lamiere colorate degli esordi, alla ghisa, la terracotta il legno. Ora sei arrivato al feltro, con piccole opere che alla fine hanno prodotto questa sorta di monumentale arazzo che, tra l’altro, forse per la prima volta, rivela in maniera abbastanza esplicita un messaggio aneddotico, una narrazione. A Londra, dove ho trascorso ultimamente molto del mio tempo, ho seguito, tra le altre cose, questo corso di lavorazione del feltro, un materiale che è storicamente legato alla vita londinese e all’Inghilterra in generale, dove l’allevamento delle pecore e la lavorazione della lana hanno sempre avuto una grande importanza. In


Visione di insieme della mostra presso lo studio Francesco Messina

qualche modo questa scelta è stata dettata anche da una sensazione, il freddo particolare dell’inverno londinese al quale non ero preparato e che forse ha suscitato in me il bisogno di avvicinarmi a un elemento che mi suscitasse un senso di calore. E così, pensando al freddo, un giorno sono entrato in un negozio e ho visto che vendevano il feltro grezzo che ha tre colori fondamentali nella sua forma grezza, che sono poi i colori delle pecore, e così è nata la mia prima mostra con feltri e legni. Poi era quasi due anni che avevo in mente il tema dell’emigrazione, il freddo delle navi di chi emigra e adesso, avendo avuto l’occasione di disporre degli spazi del Museo Studio Francesco Messina per questa mostra ne è nato un lavoro che rende esplicite le mie sensazioni e considerazioni su questo tema così di attualità. Devo confessare, che solo ora, che me ne parli in questi termini, mi accorgo del carattere figurativo e narrativo di quest’opera, sarà l’abitudine a confron-

tarmi con il tuo lavoro, sta di fatto che l’opera mi si è subito offerta, o quasi imposta, in una dimensione astratta, e vi ho visto, tra l’altro, convergere quelle forme tribali che avevi adottato già in precedenti lavori, con altri materiali e con riferimenti anche all’arte africana alla quale ti eri avvicinato negli scorsi anni. Sì, ma ci sono anche varie assonanze dall’arte contemporanea, con queste lamiere che rimandano alle lamiere di Richard Serra o suggestioni dalle Bagnanti di Picasso, e un po’ quella mia mania che ho sempre avuto per Guernica come spazio grande, poi ci sono riferimenti a Mirò, non sono tanto citazioni intenzionali quanto affioramenti di periodi della storia dell’arte moderna e contemporanea che ho profondamente interiorizzato nei miei anni di lavoro. Per quanto riguarda la lavorazione del feltro, un problema che ho dovuto risolvere è stato quello della cucitura delle superfici. Non ho trovato nessuna macchina in grado di fare queste cuciture, poi ne ho trovata una che aveva un costo però troppo elevato, e allora ho adottato questo sistema, mi è venuta questa idea che per me segue lo stesso principio della saldatura, la tecnica che mi è più familiare. Questi cerchi colorati sono come i punti della saldatura, sono ricavati dalla pelle delle mucche e li ho fatti io uno per uno. Come dicevamo, c’è in questa opera un racconto, se vedi, la forma è la prua di una nave dove questi cerchi colorati di cui dicevamo prima, sono per me le persone che ce l’hanno fatta… “Punti di saldatura” anche in un senso simbolico, perché tengono insieme la trama della speranza e delle speranze di tanti altri… Sì, non volevo fare una cosa dramma-

tica, ma un qualcosa di vitale con queste “viti” colorate, è come un’apertura nel mondo; se tu fai caso, il quadro non è chiuso, è aperto su tutti i lati, come dire: il mondo ci appartiene a tutti, perché avere ostacoli per cui non puoi andare da un’altra parte? Poi ti farò vedere lo stesso principio applicato anche alle ultime sculture, aperte formalmente da tutti i quattro lati; e di nuovo sul feltro come materiale: il feltro è uno dei primi materiali con cui si copriva l’uomo, un riferimento ai bisogni dell’uomo e alle risposte culturali che ha dato ai suoi bisogni primari, tra i quali rientra l’emigrazione. E, da un punto di vista formale, tutto è costruito in rapporto aureo, anche se vorrei che le persone ci arrivassero da sole a cogliere certi rapporti, quindi senza essere didascalico. Poi questi cerchi è come fossero organizzati su di un ritmo matematico secondo il modulo sette, come pure questa emigrazione non è casuale ma è calcolata, fa parte di un disegno. È un po’ di anni che ci sto riflettendo, questo fatto che l’Europa, grande paese umanistico, non sa evitare che degli uomini muoiano, sarebbe un problema che con l’attuale ricchezza e con gli sprechi enormi di risorse si dovrebbe risolvere. Ti guardi attorno e vedi che tutta l’Italia sta crollando, architetture, vecchie industrie e fabbriche potrebbero offrire possibilità di lavoro e residenza, invece noi ce ne andiamo sulla luna ma abbiamo ancora i problemi arcaici, i bisogni primari ancora non sappiamo affrontarli. Possiamo dire che delle tue opere è la più figurativa di sempre, in un certo senso? Se racconti una cosa così, è figurativa, ma se guardi al linguaggio che ho utilizzato è un lavoro coerente con il mio percorso precedente, la mia ricerca sui materiali, le strutture, i colori, in particolare, con i quali, come sai, ho sem-

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Opera in feltro e tecnica mista, Londra 2013

Ricami, Londra 2013

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pre avuto una libertà di ricerca. Questo spazio seminterrato offre la possibilità di un punto di vista sull’opera con una luce che arriva da sotto, dalla terra… Come mai di questi nuovi lavori che utilizzano il feltro hai esposto solo quest’opera monumentale in occasione della recente mostra presso il Museo Studio Francesco Messina? Perché è uno spazio difficilissimo con tutte le pieghe, le volte, le luci, la presenza stessa delle opere di Messina, non certo indifferente; poi a livello architettonico ci sono elementi molto forti sia a livello di design moderno che relativamente all’architettura originaria; così ho potuto mettere solo quei lavori con una certa forza da potersi inserire in questo sfondo estetico, senza “invadere” Messina, e il risultato mi sembra abbastanza armonico. Tra le opere c’è anche la scultura che avevo esposto alla Fondazione Pomodoro e che qui ripropongo in dimensioni ridotte. Altre sono recentissime, anche solo di un mese fa, lavori giocati sulla specularità, e se tu noti presentano passaggi da tutti i lati e anche questo può significare il mondo che dovrebbe lasciare varchi di libertà da tutti i lati. Gli ultimi lavori, se tu noti, rimandano un po’ alla geometria di quei lavori piccoli che facevo, del tipo di quelli esposti alla mostra di Lorenzelli. Sai quando facevo lavori con cubi precisi, poi sono andato avanti, mi sono addolcito nelle curve, adesso il fatto che mi sono addolcito è come se tu dai confidenza a qualcuno e dopo quello si prende il braccio… e allora sono tornato a avere una disciplina più rigorosa a livello formale.

Che però non ha quasi elementi di geometrismo rigido… Non come masse, ma sono giocati sull’aria, sulla luce… È forse tornato a prevalere il piano e l’elemento ortogonale rispetto alla curva? Se questo prima era un cubo adesso è un vuoto, è come i piani, che è la massa che curva e avvolge la luce. Questo è un po’ il lavoro, lo schiacciato di Donatello [Schiacciato di Donatello, 2003], se tu vedi Donatello che faceva questi piani quasi impercettibili, schiaccia la materia, e il volume e la profondità sono dati dai piani della materia che ti danno profondità, luce e massa. Invece questo altro lavoro è un omaggio a Giotto [A Giotto, 2001] dove ho preso la misura del crocefisso di Giotto, l’ho ritagliato tutto e l’ho piegato e ne è uscito questo lavoro che se tu vedi sono strisce, e non sono fasce… Ci tieni a questa distinzione che può apparire un po’ sottile, ma per i tuoi lavori è fondamentale… Se senti la maggior parte dei critici loro parlano di fasce e si rifanno a Scarpitta [Salvatore Scarpitta, scultore, 1919-2007]. Le fasce sono come una stoffa che avvolge e che la puoi tirare, le strisce non sono fasce, tu non le tiri, al massimo le puoi piegare, è molto diverso dal punto di vista formale e plastico. Queste [A Giotto, 2001] sono strisce di lamiera e se le svolgi viene la croce di Giotto. Praticamente l’arte viene dall’arte, come pure dalla natura. Quest’altra opera invece è l’unica che è nata a Londra dove la Regina aveva nel settecento tutte le

brughiere dei terreni recintate con ferro, per dire che allora avevano una metallurgia molto più sviluppata della nostra, questi ferri e lamiere li ho forgiati e ha una certa forza per me, io a volte dico che il ferro canta, con elementi di rottura molto sonori e energetici. E qui passiamo decisamente a un altro materiale, la terracotta. Sì, io questo materiale lo uso come il ferro, cioè ti lavoro il ferro come ti lavoro la terracotta… la terracotta la lavoro come il ferro; in apparenza vedi due materiali: il ferro duro che ti fa impressione, invece per me è come lavorare la terracotta, non ho nessun vincolo. Però ci sarà un significato nel fatto che a volte scegli di lavorare la terra a volte il ferro, c’è qualcosa di diverso che i due materiali ti offrono a livello plastico o anche a livello simbolico, così come il feltro, cui sei approdato più recentemente, ti ha suggerito o ti è stato suggerito da determinate sensazioni o pensieri? Nel ferro vedi i risultati quando tu lo forgi sul momento, invece la terracotta la lavori a freddo, quando la metti dentro il forno non la vedi, il calore non viene visto, diventa una sorpresa, è un processo più nascosto. Questa qui è un terra grigia, poi nella cottura a 1200 gradi è diventata gialla, invece qui è lasciata a 950 gradi, è quasi rosa, ma se la porti a 1200 gradi diventa gialla. Ovviamente, grazie a questa terracotta io lavoro di spessore in più: la maggior parte della ceramica di solito è di mezzo centimetro di base o un cen-


London has the rhythm of a drum 2, feltro e tecnica mista, 2013

timetro circa invece qui ti puoi permettere di lavorare di spessore, che è come lavorare il ferro come spessore, gli dai la stessa forza del ferro, anche se tu prendi un pezzo di ferro caldo e lo pieghi, nella piega ti da una specie di tensione. Nella piega, se tu prendi una terracotta dello stesso spessore e la pieghi, ti da la stessa tensione. La tensione che ti da è come di una donna incinta un mese prima di partorire, e questo lo puoi vedere in queste sculture, gli sciamani grandi che hai visto [le due opere esposte all’esterno della Fondazione] ti esce quasi nella piega la tensione che dall’interno va verso l’esterno. Però possiamo dire che la terracotta ti invita anche a forme più morbide e se vogliamo gioiose anche a livello cromatico… Questa, se tu noti, è la prima scultura in ferro non modellata; se tu noti sembra fatta in terracotta. Dove sto portando il ferro? Il ferro non è lui che mi trascina, sono io che cerco di portarlo dove voglio io, se vedi questa forma sembra terracotta, invece è tutto ferro, ed è il risultato dell’esperienza che ho fatto con la terracotta, io ti faccio vedere le cose perché sono più immediate, ma ti posso lavorare il ferro come lavoro la terracotta, la maggior parte degli scultori lavorano sulla massa, sui pesi, sui rapporti, ma non c’è questo movimento del ferro o se no lavorano per piani nel senso di pezzi di metallo, ma non è plasmato, modellato e invece io te lo porto nelle curve come una terracotta, lavorare il ferro così è come in piccolo lavorare il ferro bat-

tuto. Per quanto riguarda il Feltro mi ricordo che questa professoressa ci stimolava chiedendoci che sensazione ci restituisse questo materiale; io lo associavo un po’ al grembo materno, un elemento primordiale, protettivo, apparentemente così diverso dal ferro, ma che quando l’ho dipinto da lontano mi ha dato le stesse impressioni estetiche dei fogli di lamiera, anche nella piegatura che è così importante nel mio lavoro, ed è stato poi da questo tipo di qualità estetiche che è nato il discorso sull’emigrazione di cui parlavamo prima, il bisogno di protezione e al tempo stesso di libertà. Nella mostra londinese che si intitolava London has the rhythm of a drum, dove espongo lavori che qui non sono presentati per le ragioni che dicevamo, ma che sono un po’ all’origine di questo grande arazzo, questi elementi in feltro si sono poi frammisti a una sorta di nostalgia di oggetti della mia infanzia, specialmente ludici, a quando il costruire era per me legato al gioco e non ancora alla creazione artistica, ma in fin dei conti era all’origine di quella e non poi così distinta. Una cosa che salta all’occhio – anche se magari per te non è importante – è questa dialettica tra sculture costruite sull’elemento curvo, se vogliamo più barocche, e altre basate su elementi ortogonali, più vicine quindi a un linguaggio classico. Io volevo andare dentro la forma che è un po’ come andare dentro di te e allora usi un circolo che vai dentro, però la superficie è sempre così, però stai lavorando con la luce che hai dentro lo spazio, che tu non la vedi, ma la puoi pensare a livello mentale. Come dire, il cuore con il fegato è accanto, c’è una distanza, si toccano oppure c’è una luce che tu non vedi? E allora il rapporto di scala… allora devono essere aperte, dopo se tu vedi tutte le mie sculture

quasi hanno questa parte che la devi portare a livello mentale nello spazio, è come la coda di un uccello, se tu la proietti si allarga, quasi tutte le mie sculture sono proiettate nello spazio, nell’universo, non sono delle masse chiuse. Questa per esempio fa riferimento ai prigioni di Michelangelo, che hanno quella torsione, che trovi anche nella scultura più grande esposta all’esterno; è come il prigione di Michelangelo, nelle sculture di Giacometti a volte la trovi in forme diverse che hanno quel pathos che io dico “che cantano”, e allora quando ritrovo queste assonanze metto i titoli in base ai riferimenti che l’opera mi ha portato ad incontrare nel suo divenire. Sono come architetture, ad esempio questa opera mi rimanda all’affondamento di quelle petroliere anni fa, quando vedevi le immagini di quegli uccelli imbevuti di petrolio, mezzi vivi e mezzi morti, e questa è stata imbevuta dentro come catrame, è un riferimento a cose che vivi nell’attualità. L’arte, come sempre, trascende la cronaca, ne trae fuori un etimo che la quotidianità della narrazione mediatica odierna soffoca più che mai. A volte, con tanto parlare di forme e spazi l’artista e il fruitore dimenticano che a foggiare tutto quanto, di sotto, c’è il fluire degli attimi che s’assommano in vertiginose correnti e i modi dell’umano interagire e sopportarne gli arbitri. L’ultimo sguardo, prima di lasciare la chiesa divenuta studio, museo e ora anche spazio espositivo, è ancora agli sciamani che accolgono il visitatore, segni d’una certa dirompenza nel contesto conservativo di un angolo scampato di vecchio spazio cittadino. Ma segni di un’arcaicità che sollecita l’archetipo, lo chiama fuori a dirci che sempre siamo dentro, ma oltre, la modificata apparenza delle cose.

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• Una mostra al MAXXI celebra, con ironia e sentimento, la romanità, lo sponsor è Alcantara writer

Roberta Bocca Danilo Petrucci

Le icone e il tessuto Ha avuto luogo tra marzo e giugno 2015 Local Icons. Greetings from Rome, frutto del nuovo progetto nato dalla collaborazione tra il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e Alcantara. SI è svolto ai l MAXXI dal 27 marzo al 7 giugno 2015, la mostra Local Icons, Greetings from Rome, un metaforico viaggio nella città eterna, attraverso la reinterpretazione creativa di alcuni oggetti-simbolo. “Difficile oggi trovare oggetti che possano essere delle vere e proprie icone locali” spiegavano i due curatori, Giulio Cappellini per Alcantara e Domitilla Dardi Design Curator, MAXXI Architettura, che hanno scelto di coinvolgere alcune firme del design profondamente legate all’Italia, per un progetto che rivisita in chiave contemporanea l’unicità di Roma. Gentucca Bini, Lanzavecchia+Wai, Laudani&Romanelli, Paola Navone, Patricia Urquiola, Stefano Giovannoni, Zanellato/Bortotto: questi sono stati i protagonisti di Local Icons. Su una giostra al centro della sala Carlo Scarpa del MAXXI ruotavano, in formato oversize, i loro ricordi legati a Roma. La più viva gestualità romanesca era protagonista nel progetto “Saluti da Roma” di Gentucca Bini, la “Dolce Vita” di Paola Navone era una Vespa in tricolore, il tradizionale fiasco protagonista degli “Oggetti per Roma” di Laudani&Romanelli e il “Carciofone” di Zanellato/Bortotto ci portavano alla memoria i sapori e i colori delle tipiche trattorie di Trastevere. Una Roma calda, sincera, ma anche colta come

quella di Lanzavecchia+Wai che all’interno dei loro paralumi “Cupolone” riproponevano su Alcantara stampata il fregio architettonico delle cupole di San Pietro e del Pantheon. Infine un omaggio all’antichità romana ne “Lalupa” di Stefano Giovannoni, una serie di custodie per device tecnologici dove il soggetto della lupa con i gemelli viene reinterpretato da Alcantara in un gioco di trafori e incisioni laser, e nel “Chiusino” di Patricia Urquiola, porta tablet che riproduce il tombino di Roma con l’iscrizione S.P.Q.R. Sette progetti, declinati anche in formato souvenir accanto ad altri oggetti emblematici, che la versatilità di Alcantara interpreta cogliendone il significato più profondo. Una collezione ispirata a Roma e alla ricchezza del suo immaginario culturale, storico e popolare, nata dal talento e dalla sensibilità di autori che hanno prodotto oggetti che fanno parte del nostro patrimonio di ricordi e che rievocano personalissime emozioni. Con Local Icons. Greetings from Rome MAXXI e Alcantara iniziano un viaggio alla ricerca di quelle immagini che definiscono i luoghi della memoria propri di una cultura, per rileggerli alla luce di nuove progettualità. Ancora una volta la collaborazione tra MAXXI e Alcantara evidenzia il comune dialogo con la creatività e la ricerca, e la profonda attenzione dedicata ai più diversi linguaggi, alla sperimentazione, all’innovazione culturale. “Il progetto MAXXI - Alcantara giunto


ormai alla sua quarta edizione, è uno di quelli che meglio rispecchia la mission del museo e il suo impegno nella promozione e il sostegno ai talenti creativi di oggi”, dichiarava Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI . “Questo progetto continua a dimostrare la validità di una nuova forma di collaborazione tra istituzioni e aziende private, che va oltre il tradizionale concetto di sponsorizzazione per diventare una vera e propria collaborazione creativa. La scelta di un tema legato a Roma, inoltre, permette al MAXXI di sottolineare ancora la sua apertura alla città, la sua volontà di parlare dei temi e delle suggestioni che questa ispira, attraverso le visioni dei creativi contemporanei”. “Siamo soddisfatti di rinnovare il progetto di collaborazione con il MAXXI”, spiega Andrea Boragno, Presidente e Amministratore Delegato di Alcantara S.p.A., “in particolare per una mostra che, come questa, tocca le corde più intime dei nostri ricordi ponendo l’accento sui valori di Alcantara. La capacità del nostro materiale di vestire ogni progetto di innovativa eleganza, la sua innata ecletticità ne fanno un interprete ideale in ogni ambito, definendo uno stile di vita unico, dove l’emozione estetica si fonde con la funzionalità e il rispetto per l’ambiente. Una versatilità che si alimenta del continuo dialogo con l’universo creativo, come conferma la collaborazione con il MAXXI”. Una visione sottolineata da Margherita Guccione, direttore MAXXI Architettura: "Ancora una volta il nostro

Gentucca Bini, Saluti da Roma modello innovativo di collaborazione tra museo e azienda si basa sulla coproduzione di un progetto culturale condiviso. Il tema di quest’anno lavora sulla memoria e sul ricordo legati al viaggio e a una città dal forte carattere monumentale e storico come Roma. La reinterpretazione degli autori del mondo del design è in sintonia con la voca-

Lanzavecchia, Cupolone zione alla contemporaneità che il MAXXI vuole rappresentare nella Citta Eterna, con ricerche innovative e sperimentali come quelle nate dalla partnership MAXXI-Alcantara."

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Paola Navone. Dolce Vita

Laudani&Romanelli, Oggetti per Roma

Patricia Urquiola, Chiusino

Stefano Giovannoni, Lalupa Zanellato, Bortotto - Tutte le strade portano a Roma


Local Icons. Greetings from Rome was the latest project of the partnership between Alcantara and the National Museum of XXI Century Art in Rome. At MAXXI from 27 March to 7 June 2015, the exhibition was a metaphorical journey around the Eternal City through creative reinterpretations of a number of emblematic objects. “It’s hard nowadays to find objects that can be true local icons”, say the two curators, Giulio Cappellini for Alcantara and Domitilla Dardi, design curator, MAXXI Architettura, who decided to involve a number of designers with very close ties to Italy in a project that revisits Rome’s uniqueness with a contemporary twist. Gentucca Bini, Lanzavecchia+Wai, Laudani&Romanelli, Paola Navone, Patricia Urquiola, Stefano Giovannoni, Zanellato/Bortotto: these are the protagonists of Local Icons. Oversize versions of their memories of Rome revolve on a merry-go-round in the middle of the Carlo Scarpa Room. The eloquent hand gestures so typical of Romans were the subject of Gentucca Bini’s Saluti da Roma (Greeting from Rome). Paola Navone’s Dolce Vita was a tricolour Vespa scooter. A traditional straw-wrapped wine bottle featured in Laudani&Romanelli’s Oggetti per Roma (Objects for Rome). The Carciofone (Big Artichoke) by Zanellato/Bortotto reminded us of flavours and colours of Trastevere’s characteristic trattorias. Symbols of the warmth and authenticity of Rome. But there were also symbols of its history, such as Cupolone (The Dome) by Lanzavecchia+Wai who used printed Alcantara to reproduce the decoration of the domes of St Peter’s and the Pantheon inside their lampshades. As a homage to Ancient Rome, Stefano Giovannoni created Lalupa (SheWolf), a range of cases for hi-tech devices made of Alcantara where Rome’s famous she-wolf and twins motif is unexpectedly interpreted in Alcantara in an interplay of laser perforations and cuts. Lastly, Patricia Urquiola’s Chiusino (Manhole Cover) is a tablet case featuring a Roman manhole cover with its traditional S.P.Q.R. inscription. Seven designs, also available in souvenir formats, together with other emblematic objects that Alcantara’s versatility interprets with a clear understanding of each one’s deepest meaning. A collection inspired by Rome and its rich cultural, historical and popular imagery and fuelled by the talent and sensitivity of artists who have created articles which are a part of our memories, objects that evoke very intimate emotions. With Local Icons. Greetings from Rome, MAXXI and Alcantara begin a journey to find the images that define places rooted in a culture’s collective memory, and take a fresh look at them through new designs. Once more, MAXXI and Alcantara’s partnership highlights their shared focus on creativity and research and their extreme attention for the most diverse languages, experimentation and cultural innovation. “The MAXXI-Alcantara project, now in its fourth edition, best reflects the museum’s mission and its commitment to promoting and supporting today’s creative talents,” states Giovanna Melandri, President of the MAXXI Foundation. “This project continues to prove the validity of a new form of partnership between public institutions and private companies, going beyond the classic notion of sponsorships and developing into a fully-fledged creative co-operation. Furthermore, the choice of a

Rome-related subject allows MAXXI to emphasise, once again, its receptiveness to the city, its willingness to engage with the themes and ideas Rome inspires, through the visions of contemporary creative artists.” “We’re pleased to renew our collaborative work with MAXXI,” says Andrea Boragno, President and CEO of Alcantara S.p.A., “especially for an exhibition such as this which evokes our most personal memories and puts the accent on Alcantara’s values. Our material’s ability to “dress” any design in innovative elegance and its natural versatility make it the ideal choice in every field. It defines a unique lifestyle in which aesthetic emotion merges with functionality and respect for our environment. A versatility that is fuelled through our constant dialogue with the creative world, as seen in our alliance with MAXXI.” Margherita Guccione, Director of MAXXI Architettura, underlines this vision. "Yet again our innovative museum/company co-operation model is based on a coproduction of a shared cultural project. This year’s theme addresses recollection and memories of travel and of a city with such a strong monumental and historic character as Rome. The designers’ reinterpretations are in harmony with the predisposition to contemporaneity that MAXXI seeks to represent in the Eternal City through innovative, experimental research projects such as those generated by the MAXXI-Alcantara partnership."

Momenti dell'evento al Maxxi.

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Dinamismo, innovazione e uno sbarco a Shanghai per i produttori italiani

Appuntamento autunnale con Filo

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Beatrice Guidi web

www.filo.it

L’edizione italiana dal 30 settembre al 1 ottobre, presso il Palazzo delle Stelline di Milano, sarà dedicata alla genialità di Leonardo da Vinci, nel suo concetto di presente incredibilmente già futuro, declinano i temi di Gianni Bologna che suggeriscono innovazione e creatività per visioni future. Nei giorni della manifestazione visitatori ed espositori potranno ammirare in esclusiva la bellezza delle opere esposte all’interno del palazzo, del grande genio rinascimentale. Si apre una nuova stagione per Filo che, come anticipato, sbarcherà a Shanghai dal prossimo ottobre, dal 13 al 15. Grazie alla collaborazione con ICE, il supporto di Sistema Moda Italia e il finanziamento di Mise, il progetto vedrà la luce in Cina in concomitanza a Milano Unica con la quale condivi-

derà lo spazio, seppur mantenendo la propria autonomia di Salone. Questa iniziativa, rappresentativa della filiera tessile italiana, è stata fortemente sostenuta anche dal Ministro Calenda che, come Paolo Monfermoso,responsabile di Filo, valuta l’importanza di presentare con le nostre aziende tutto il valore del Made in Italy. LA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE Il 23 giugno 2015 si è tenuta a Milano, al Palazzo delle Stelline, la conferenza stampa di presentazione della 44a edizione di Filo, in programma il 30 settembre - 1 ottobre 2015. Dopo l'appuntamento del giorno precedente a Biella, rivolto in primo luogo agli espositori, il road-show di Filo si è concentrato in particolare sulla pre-


sentazione degli obiettivi e delle novità della 44a edizione della fiera internazionale di filati e fibre destinati all'alto di gamma. E che ha nel genio di Leonardo da Vinci una fonte di ispirazione ideale. Nel corso della conferenza stampa di Milano, Paolo Monfermoso , responsabile Filo, si è soffermato sulle novità, sui progetti e sulle iniziative messe in atto per favorire una costante, ma ragionata crescita della rassegna e che si esplicano in questo secondo semestre 2015 soprattutto in campo internazionale. La prima novità della 44a edizione di Filo è una opportunità di alto profilo culturale e comunicativo, messa a disposizione degli espositori di Filo per i loro clienti. Come anticipato all'inizio dell'articolo, i tratta della possibilità di visitare “Inside The Last Supper – Dentro l'Ultima Cena” la mostra dedicata a Leonardo da Vinci, che si tiene nel chiostro del Palazzo delle Stelline per tutta durata di Expo e che nei due giorni di fiera sarà aperta in esclusiva per Filo. La seconda novità riguarda il lay-out della rassegna, ridisegnato in questa occasione con l'espansione verso nuovi spazi del Palazzo delle Stelline e la dislocazione dell'Area Tendenze in uno spazio ancora più suggestivo e inteso a richiamare con maggior forza il concetto di “giardino delle idee tessili”. Anche la FiloLounge, dedicata agli espositori e ai loro ospiti, “trasloca” in questa edizione in spazi più aperti e consoni a offrire un'oasi di relax nei due concitati giorni di fiera.

Momenti della Conferenza Stampa di presentazione di Filo a Milano.

Filo, from Leonardo to Shanghai On 23 June 2015, the presentation press conference for the 44th Filo edition, scheduled between 30 September and 1 October 2015, was held at the Palazzo delle Stelline in Milan. At the Milan press conference, Paolo Monfermoso, Filo manager, presented the innovations, projects and initiatives implemented to support a constant, reasonable growth of the event, which in this second half of 2015 mainly addresses the International market. The first new feature of the 44th edition of Filo lies in a high-profile cultural and communication opportunity placed at the disposal of Filo exhibitors’ customers: the possibility of visiting the “Inside The Last Supper”, the show dedicated to Leonardo da Vinci, held in the cloister of the Palazzo delle Stelline throughout the Expo duration, which in the two-day event will be exclusively reserved to Filo. The second novelty concerns the new event layout, restyled for the occasion to include the new spaces in the Palazzo delle Stelline and the transfer of the Trend Area to an even more attractive location aimed at increasingly drawing the attention to the concept of the “garden of textile ideas”. This edition, the same FiloLounge, dedicated to exhibitors and their guests, will “move” to more open areas offering a relaxing oasis where to recharge batteries during the busy two-day exhibition. The third innovation is to be found in the website www.filo.it, entirely redesigned to strengthen and enhance the business to business vocation of the fair. The design and contents of the new website (realized by Timetocomm) respond to today logical needs and offer optimal browsing also from mobile devices. The new FILO platform reveals a great variety of novelties as well as the many actions taken to facilitate the work of the fashion system professionals. The planning of a Shanghai edition of Filo was also announced during the press conference. The 44th edition of Filo will be held at the Palazzo delle Stelline in Milan between 30 September and 1 October 2015.

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La terza novità riguarda il sito web www.filo.it , completamente rivisto e riformulato in una chiave che rafforza la vocazione business to business della fiera. Il design e i contenuti del nuovo sito (realizzato da Timetocomm ) rispondono alle logiche più attuali, consentendo un’esperienza di navigazione ottimale anche da dispositivi “mobile”. Sono tante le novità da scoprire sulla nuova piattaforma web di Filo e moltissime le azioni mirate a facilitare il lavoro dei professionisti del sistema moda. Per quanto riguarda il capitolo internazionalizzazione, Monfermoso ha sottolineato come dal 2015 Filo abbia iniziato a “guardare i mercati esteri con occhi diversi. Da una parte rafforziamo l'incoming di buyer internazionali, grazie anche alla preziosa e costante collaborazione con Ice-Agenzia. Dall'altra, portiamo Filo sui mercati internazionali attraverso la partecipazione alla fiera di Shanghai in collaborazione con Milano Unica e sotto l'egida del ministero dello Sviluppo economico, con il riconoscimento da parte del viceministro Carlo Calenda di Filo come la fiera di riferimento dei filati made in Italy. Si tratta di un progetto sul quale riflettiamo da qualche tempo e che è stato

possibile realizzare anche grazie al sostegno fondamentale di Sistema Moda Italia. Il nostro obiettivo è quello di portare all’estero le nostre aziende, mettendo in primo piano l'altissima qualità dei prodotti della filiera tessile made in Italy e mostrandola nella sua concretezza nella sua concretezza ai possibili clienti di mercati lontani, come quello asiatico nel caso di Shanghai".



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Techtextil e Texprocess 2015, ancora una volta si distinguono per nuovi record di espositori e visitatori

writer

Antonio Vigliante web

techtextil.messefrankfurt.com

Un record a Francoforte Circa 42.000 visitatori provenienti da 116 paesi si sono recati a Francoforte sul Meno per vedere il più grande spettro del mondo di materiali, processi e tecnologie per l'intera catena del valore tessile durante i quattro giorni della due principali fiere internazionali. Complessivamente, 1.662 espositori provenienti da 54 Paesi (2013: 1.660 espositori provenienti da 56 paesi 2) hanno presentato i loro nuovi tessuti tecnici, tessuti non tessuti e tecnologie di lavorazione per tessile e materiali flessibili. "Non solo c'era un'atmosfera fantastica in fiera e nei settori, lo standard visitatore era eccezionale e ci sono stati prodotti più nuovi che mai. Techtextil e Texprocess 2015 hanno dimostrato di essere l'indiscusso centro per l'innovazione nel settore dei tessuti tecnici, tessuti intelligenti e l'elaborazione di tecnologie", ha dichiarato Detlef Braun, membro del consiglio di Gestione di Messe Frankfurt. Lo sciopero ferroviario inaspettato ha avuto un impatto minore sul numero di visitatori di quello previsto inizialmente. Questo grazie al grande numero di visitatori internazionali i visitatori hanno approfittato di un servizio di bus-navetta dall'aeroporto di Francoforte al Centro, organizzato con breve preavviso in risposta alla situazione. Molti visitatori tedeschi hanno preso l'auto e usati i parcheggi aggiuntivi messi a disposizione presso il Centro Fiera. Tuttavia, una lieve flessione nel numero di visitatori nazionali è stato inevitabile. "Le due fiere sono più che mai pertinenti e abbiamo accolto più visitatori internazionali a Franco-

forte. Inoltre, gli espositori hanno confermato il loro alto livello e il processo decisionale di visitatori professionali", ha aggiunto Detlef Braun. Nel 2013, per un totale di 39. 546 visitatori professionali (certificazione FKM) da 113 paesi hanno partecipato alla tre giorni Techtextil e quattro giorni Texprocess. Durante un tour della fiera, il Sottosegretario di Stato della Germania al Ministero federale dell'economia e dell'energia, Brigitte Zypries, ha avuto l'opportunità di conoscere i numerosi nuovi prodotti lungo la intera catena del valore tessile. "Techtextil e Texprocess dimostrano che, anche nell'età di 'Industrie 4.0, i tessili sono il materiale di cui il futuro è fatto. Sono davvero impressionato da tutto ciò che ho visto qui", ha detto Zypries durante la cerimonia di apertura ufficiale il lunedi. "Un meraviglioso esempio di questo è un guanto dotato di sensori che consente alle persone sordo-cieche di scrivere messaggi di testo ". Tutti i partecipanti hanno dato il massimo dei voti per la soddisfazione con le due fiere. Il 95 per cento (2013: 94 per cento) dei visitatori Texprocess e il 96 per cento (2013: 96 per cento) dei visitatori Techtextil hanno valutato che il loro tempo è stato bene o molto ben speso. Più di uno su due visitatori proveniva da fuori della Germania. Le nazioni visitatrici più numerose sono stati, dopo la Germania, l'Italia, Francia, Turchia, Gran Bretagna, Polonia, Paesi Bassi e Spagna. Aumenti significativi in numero di visitatori sono stati registrati da, ad esempio, da Egitto, Bangladesh, Cina,


Portogallo, Romania e Spagna. Secondo le aziende espositrici, le prospettive economiche sono molto buone: il 94 per cento (2013: 88 per cento) ha valutato la situazione dei tessili tecnici e del settore non tessuti da soddisfacente a buono mentre la percentuale per l'industria di trasformazione per i tessuti e i materiali flessibili raggiunto non meno del 96 per cento (2013: 80 per cento). In particolare, le aziende tedesche tendevano ad essere ancora più euforiche rispetto al 2013. Con 1.389 espositori, un incremento del 4,4 per cento rispetto alla scorsa edizione del fiera nel 2013, Techtextil ha presentato la più ampia gamma al mondo di tessili tecnici e non tessuti. Con 273 espositori, Texprocess, la Fiera internazionale leader per la lavorazione tessile e flessibile Materiali, ha esteso la catena di processo in modo significativo con una gamma di prodotto che va dalla progettazione e taglio, cucito via, unendo, ricamo e maglieria, alla finitura, stampa tessile, logistica e IT. La gamma di tessuti tecnici e tessuti non tessuti visibili alla Techtextil è stata ancora una volta caratterizzata dalla diversità delle aree di applicazione. Così, queste fibre innovative non solo sono utilizzate nel settore agricolo, automobilistico, la costruzione, l'abbigliamento, l'energia e i campi medici. "Senza tessile e tessuti non tessuti, non ci sarebbe praticamente nessun treno passeggeri a meno che volesser sedersi sul nudo metallo ", ha detto Eike Eberle, Vice Presidente di Sioen Coated Tessuti, Shanghai. Ad esempio, gli espositori hanno a presentatofibre sintetiche per gli stadi che riguardano o per camion/ merci-wagon teloni, così come stuoie in fibra di vetro non combustibili per sedili, pavimenti e portabagagli. Oltre

alle giacche multifunzionali che possono comunicare caldo e illuminare, altre attrazioni a Techtextil elettrodi ricamati compresi per ECG a lungo termine, a base di alghe,neve artificiale, un utero artificiale per i neonati prematuri e un marittimo tessile per la coltivazione di alghe. Uno dei primi soggetti a Texprocess era 'Industrie 4.0', vale a dire, Superautomatiche, Produzione digitalizzato e decentrata. "'Industrie 4.0' ha un grande potenziale per il settore dell'abbigliamento e della tecnologia di cuoio, che ha bisogno di processi di produzione rapidi e completamente integrati per soddisfare la numerose collezioni ", ha detto il dottor Andreas Seidl, CEO di Human Solutions, uno dei principali fornitori di sistemi di corpo-scansione 3D. Inoltre ottimizzazione dei costi, queste nuove macchine anche risparmiare energia e sono amico dell'ambiente. Di conseguenza, completamente integrato da cucire e di fissaggio macchine, così come cloud-based di sviluppo del prodotto in 3D sono stati tra nuovi prodotti per essere visti a Texprocess. Il significato di questo tema è stato anche sottolineato dal Elgar Straub, Direttore Generale, VDMA , Abbigliamento in pelle e tecnologia: "Le opportunità di 'Industrie 4.0' significa produzione di serie con dimensioni del lotto 1 sarà presto realtà per i consumatori. " Prossimo abbigliamento top Germania proviene da Mönchengladbach Il prossimo Techtextil e Texprocess si terrà dal 9 al 12 maggio 2017.

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dere alle esigenze provenienti dal mercato nazionale ed europeo.

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Scheda

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• Per i maestri della piuma, da oltre 50 anni, il segreto è l’internazionalizzazione. Dal 26 al 28 agosto 2015 Cinelli Piume e Piumini esporrà a Shanghai alla manifestazione Intertextile Shanghai Home Textiles, fiera principale di riferimento per il mercato del tessile casa di tutta l’Asia. Seguirà Maison&Objet dal 4 all’8 settembre 2015 a Parigi, dove l’azienda presenterà nuovissime linee di biancheria per il letto

• writer

Beatrice Guidi web

www.cinellipiumini.com

Una piuma leggera che vola lontano Cinelli Piume e Piumini è sinonimo di qualità e di eccellenza nella lavorazione della piuma, una realtà italiana riconosciuta in tutto il mondo. L’azienda sta registrando una costante crescita sia nel mercato nazionale che estero e uno dei fattori che ha supportato l’evoluzione del brand è la partecipazione alle fiere internazionali più importanti, alcune delle quali sono ancora in programma nei prossimi mesi: Intertextile Shanghai Home Textiles e Maison&Objet. Ci saranno tantissime nuove texture di tendenza e glamour, soffici guanciali e interni in piumino da personalizzare, perché la forza del brand è nella versatilità produttiva, tutta centralizzata in Italia nella sede di Buggiano (Pistoia), che consente di realizzare qualsiasi articolo su misura. Dalla Cina alla Francia per arrivare fino agli Emirati Arabi dove l’azienda sarà presente a Dubai presso la fiera Hotel Show, dedicata al mondo alberghiero, dal 28 al 30 settembre 2015. Cinelli Piume e Piumini da anni partecipa alla manifestazione che ha portato a siglare importanti contratti. L’azienda è presente, infatti, con di-

verse forniture di prodotto presso il Jumeirah Beach Hotel e il Ritz-Carlton Front Beach, entrambe strutture di lusso che hanno scelto la qualità dell’azienda italiana. Cinelli Piume e Piumini è una storia industriale italiana, iniziata più di 50 anni fa, che è riuscita a seguire le tendenze e le mode del mercato riuscendo a mantenere sempre la propria leadership del settore. L’azienda è una sintesi tra la professionalità e la cura artigianale, frutto della tradizione, e l’innovazione che ha portato la crescita e lo sviluppo del brand negli anni.



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• A completamento di Proposte, a pochi passi da Villa Erba un contesto espositivo di grande rilievo internazionale

Un'apertura internazionale

Licia Amoroso. In un bella giornata di solo, dopo le piggio del primo giorno di fiera incontriamo allo Sheraton Lake Como Hotel Licia Amoroso che si è occupata per conto di Ascontex dell’organizzazione di International Observatory per la prima volta che raccoglie sotto l’ombrello di Ascontenx Promozioni, l’organizzatore di Proposte, 37 aziende internazionali. "Allo Sheraton Lake Como Hotel - ci dice c’è il gruppo coordinato dall’Associazione turca Oludag Exporters Association che raccoglie quindici aziende turche. Oltre a queste 37 aziende turche, ce ne sono tre americane e tre indiane. Allo spaziono Como, quindi a fianco dello Sheraton, ci sono altre tre aziende indiane e un’azienda turca. Altri dodici espositori sono stati invece collocatial Cernobbio Shes, sono dieci aziende indiane, un’azienda italiana e un’azienda turca che non fa parte però dell’associazione Oludag Exporters Association, Ci sono navette che da Villa Erba conducono i visitatori, durante tutto il giorno tra

Spazio Como, Sheraton Lake Como Hotel e Cernobbio Shed, quindi i visitatori vengono continuamente condotti a visitare le aziende. Pietro Ferrari - E’ una soluzione ideale per dare un respiro internazionale a Proposte a livello mondiale. Licia Amoroso - Assolutamente, all’interno di Proposte sono state ammesse per la prima volta tre aziende turche quest’anno, quindi Proposte diventa la World Preview, quindi non solo la European Preview mondiale dei tessili di arredamento ma diventerà la World Preview. Pietro Ferrari - Cosa significa questo in termini di arricchimento di presentazioni a Proposte? Licia Amoroso - Significa offrire un parterre significamente più ampio,

più globale e mondiale al visitatore, perché comunque questa fiera International Observatory si propone di offrire delle collezioni completamente diverse da quelle che il visitatore troverebbe a Proposte, comunque di li-


vello ma di gusto decisamente differente. Pietro Ferrari - E’ un incrocio prezioso di culture differenti del tessile. Licia Amoroso - Assolutamente, una cosa che non può mancare in un parterre mondiale come quello di Proposte. Gli espositori sono soddisfatti. Implementeremo per l’anno prossimo dell’ulteriore comunicazione, il nostro obiettivo è quello di andare avanti, le premesse per continuare in modo positivo ci sono tutte." Dunque un progetto di lungo respiro che contribuirà a rendere sempre più internazionale, senza snaturarlo, l'appuntamento di Proposte.

Momenti di International Observatory.

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Ottime le prospettive della manifestazione milanese

Una Lineapelle in buona forma

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Beatrice Guidi web

www.lineapelle-fair.it/Lineapelle

L’aumento degli espositori (+7%) e dei Paesi di provenienza (tot. 42) prepara una Lineapelle (9-11 settembre, Milano) potente, cioè un’offerta di materiali e componenti per beni di consumo capace di rinvigorire un mercato internazionale fiacco.L’organizzazione ha visto in luglio segnali incoraggianti, emessi dalle “collegate” Anteprima (Milano), Lineapelle London, Lineapelle New York. Le 3 rassegne di nicchia hanno infatti anticipato un risveglio d’interesse dell’alto di gamma europeo ed una netta conferma della domanda di “lusso accessibile” da parte dei marchi americani. Considerato che l’autunno-inverno 2016-2017 sarà protagonista delle collezioni, sparse sugli oltre 43.000 mq di superficie netta, è prevedibile una forte richiesta di pellami, belli e sobri, mescolati nei generi e nei colori domi-

nati dal brown. Prepotente la richiesta di sostenibilità, che la conceria italiana di fascia interpreta unanimemente e seriamente attraverso la certificazione ICEC, società del gruppo, che applica le norme accreditate (ISO etc.) nell’ecologia, nel sociale, nell’etica, nella tracciabilità. Nel regolamento di ammissione all’evento di Rho ne è infatti previsto il rispetto, oltre alla assicurazione di qualità che l’espositore è chiamato a dare. L’innovazione è l’obiettivo che Conciaricerca, una delle società ruotanti intorno alla grande mostra, persegue in funzione di chi offre e chi domanda nei padiglioni di Rho. I compratori attesi proverranno da almeno 110 Paesi, prevalentemente fabbricanti di pelletteria, scarpe, abbigliamento, interni di casa e di auto. Si tratta della parte migliore dell’indu-


stria mondiale di settore, che trova nella nuova Lineapelle di sede (Milano) e di calendario (anticipato) l’appuntamento irrinunciabile; non solo, perché le new entry nella moda vanno a Lineapelle per aggiornarsi ed attrezzarsi a conquistare il proprio spazio. Secondo la controllata Unic, l’associazione di categoria dei conciatori italiani che fa parte del “gruppo” societario, infatti il 26% dei visitatori dell’ultima edizione di febbraio era costituito da imprese nuove, delle quali i calzaturifici rappresentavano il nucleo più numeroso; dato che sembra anticipare un recupero mondiale di questa specializzazione, finora superata in brillantezza dalla borsa. Opereranno le presentazioni tradizionali nei LEM di Ponte dei Mari, fatte di campioni predisposti da espositori e di conferenze stilistiche; mentre in Corso Italia ad una vetrina, dedicata esclusivamente a ornamenti, suole e tacchi, se ne affiancherà un’altra per la promozione del “Vero Cuoio” e “Vera Pelle”, proprietà del “gruppo”, che oggi garantiscono il consumatore, sempre più spesso truffato sulla naturalezza e sulle nazionalità del bene acquistato. Una grande assemblea di imprenditori dell’area pelle, arrivati dai vari continenti, aprirà la settimana di Lineapelle l’8 settembre, presso la Fondazione Edison di Foro Bonaparte 31, per dibattere di tecnologie, concia minerale, commercio on line, protezionismo sotto l’egida dell’International Council of Tanners: il World Leather Congress. La serata del 9 settembre vedrà la prima mondiale del film “I come from…”, dedicato alla performance della pelle nella penisola italiana da Pompei ad oggi, con affreschi pompe-

iani che si rianimano, vita quotidiana e lavoro conciario dell’epoca, feste e lusso dell’oggi nel prestigio e nel trionfo della pelle. La Segreteria Lineapelle potrà organizzare visite all’EXPO, che è confinante con il quartiere fieristico. Scheda: • 1163 espositori: 743 Italia – 420 estero • 43291 mq netti nei padiglioni: 9-1113-15-22-24 • 20031 visitatori da: 11468 Italia – 8563 da 107 nazioni

A word and an exhibition The word LINEAPELLE means the line which starts from the hide and finishes at the tanned leather. The tanner buys the skin sold by slaughterhouses and transforms it in luxurious leather. In other words, he is the first and the oldest ecologist because he avoids the serious hygienic problems related to the abandoned dead skins. Today Italian Tanners practice the sustainability much more than many their competitors. They publish every year a Sustainability Report on their national situation. They have inherited the skills of working the leather. Their national association U.N.I.C. has found in Pompei (Naples) destroyed by volcano Vesuvius eruption 2000 years ago same old tanneries and wall paintings of people dressed with leather. LINEAPELLE is editing a movie which tells the story

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since then to now. The culture has become an important strategy for Italian Tanners like lastly shown by the ballet “ The Cloak of the Dragon” also. It was performed at Alice Tully Hall of the Lincoln Center on 20th of July. Several years ago LINEAPELLE published a children’s fables book with leather acting as the main character. It was distributed in the Italian schools and later was transformed in a ballet. Milan’s Teatro della Scala International étoile Sabrina Brazzo staged the performance. Italian tanners account for 18% of leathers produced in the world, they buy 24% of the comprehensive raw materials and semi tanned skins, they sell 26% of the finished leathers exported internationally. The United States are one of the most important market. Last year they exported to the States leathers for 187 million of euros: +3% on 2013. USA represent the 8th destination abroad of Italian industry. In the first 4 months of 2015 their export to U.S.A. has increased of 10% . They represent the 30% of total import of leathers from U.S. At the same time Italy imported last year raw hides and

semi tanned leathers from U.S. for 234 million of euro (+24%) which is the 2nd supplier of raw material for Italians. If the free trade agreement between U.S.A. and Europe is born the tanners should save money for 7 million of euros in the duties.The American brands ( Michael Kors, Coach, Marc Jacobs, Kate Spade…) have increased very much their import of Italian leathers in the last 2 years: +8% for bags and similar, +2% for shoes.Finally, LINEAPELLE Milan will be held on 9-11 September : 1163 exhibitors from 42 Countries, 20031 visitors from 110 Countries.


ISSN 0024-0532

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Proposte: l'appuntamento di Villa Erba in un'atmosfera più serena

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di Paolo Ferrari

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ISSN 2283-7213

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L’INDUSTRIA DEL MOBILE

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