Quaderno di Strade Aperte n.11

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I.R.

Quaderno di

11 Piazze, Trivi e Quadrivi Salerno, 19-21 ottobre 2013

M O V I M E N T O A D U LT I S C O U T C AT T O L I C I I TA L I A N I

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gli autori di questo numero

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Presidente Nazionale del MASCI A.E.Nazionale del MASCI

Riccardo Della Rocca

Alberto Albertini

Direttore Strade Aperte

Giovanni Morello

già Segretario Regionale Abruzzo

Ambra Cusin

Ernesto Albanello

Consigliere Nazionale

Francesco Marchetti

Consigliere Nazionale

Roberto Ursino

Vice direttore Censis

Carla Collicelli

vice-presidente Coord.Campano

Marisa Diana

Casa Rut

Suor Andreina

Consigliere Nazionale

Lilli Mustaro

Comunità Nuoro

Donatella Secchi

Comunità Roma 20

Carlo Bertucci

Comunità Roma 12

Anna Maria Volpe

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Vanda Sansovini

p. Francesco Compagnoni

Segretario Nazionale del MASCI

Comunità Trieste

Segretaria Regionale Emilia Romagna

Piazze, Trivi e Quadrivi

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SOMMARIO

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L’onda blu invade Salerno Giovanni Morello

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Le Comunità presenti

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Voi tutti assetati venite all’acqua… Riccardo Della Rocca

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Siamo insieme nella gioia della fraternità e della preghiera p. Francesco Compagnoni op

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Gli Adulti Scout del Masci: Chi, Quando, Perché Ambra Cusin, Ernesto Albanello

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Le “Piazze”: luoghi di incontro e di confronto Francesco Marchetti

28

Benvenuti in piazza Giuliana di Carpegna Comunità Genova Centro

30

Un’avventura che continua. Lo scautismo degli adulti Roberto Ursino

32

Quali adulti e quale società? Carla Collicelli

34

Benvenuti in “piazza” don Peppino Diana Francesco Marchetti

37

Per amore del mio popolo Marisa Diana

40

Casa Rut: l’accoglienza oltre l’assistenzialismo Suor Andreina

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Di che colore è la pelle di Dio? Lilli Mustaro

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SOMMARIO

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La “piazza” della mondialità Donatella Secchi

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Piazza Angelo Vassallo: “Entra nella storia” Carlo Bertucci-Anna Maria Volpe

55

A spasso per i “trivi” Carlo Bertucci

58

La solidarietà internazionale Regione Emilia Romagna

60

Voci credibili nel testimoniare Regione Lombardia

61

La legge scout per gli Adulti del MASCI Regione Sardegna

63

Custodire il Creato per costruire la pace Regione Sicilia

65

Piazza. Terra del Cantico Regione Umbria

66

Imparare a vivere uniti rispettandoci diversi Regione Veneto

67

Quadrivi, Messaggio iniziale Alberto Albertini

68

Quadrivio della Spiritualità

70

Quadrivio della Fraternità scout Alpe Adria

71

Quadrivio Via Francigena

72

Quadrivio Per la Legalità

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Piazze, Trivi e Quadrivi

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SOMMARIO

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Quadrivio Isola della Responsabilità

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Quadrivio Rete Centri Scout

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Se non ora quando? Con lo zaino Alberto Albertini

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Il nostro messaggio, il nostro impegno

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Le Comunità ci raccontano

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Piazze, Trivi e Quadrivi … non è stato facile … tutt’altro! Comitato Organizzatore Campano

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Da Salerno a Bardonecchia … Oltre il ponte Riccardo Della Rocca

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Giovanni Morello

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L’ONDA BLU INVADE SALERNO

Abbiamo preso a prestito il suggestivo titolo di un quotidiano che definiva così l’incontro del MASCI, “Piazze, Trivi e Quadrivi” per titolare anche noi questo quaderno, che vuole essere una sintesi, il più possibile completa breve cronaca dell’incontro svoltosi a Salerno dal 19 al 21 ottobre scorso. Il raduno del popolo del MASCI a Salerno è stato senza dubbio una interiore occasione di crescita per il nostro movimento, anche se è difficile darne l’esatto significato a chi non vi ha partecipato. Il MASCI si è presentato, all’interno ed all’esterno, non come ripiegato su se stesso ma aperto verso il nuovo, gli altri, la Chiesa e la società in un rinnovato impegno di servizio e di educazione degli adulti. Nelle pagine che seguono abbiamo cercato di presentare tutto il materiale che abbiamo potuto recuperare. Molte cose, purtroppo, soprattutto quelle prodotte nei Trivi e nei Quadrivi, ci sono sfuggite per l’oggettiva difficoltà delle modalità dell’avvenimento, ed anche perché molte cose erano difficili da documentare, come ad esempio, lo splendido spettacolo messo in scena dei siciliani nel loro Trivio oppure l’impegno che ha caratterizzato le Comunità della Liguria sui temi dell’impegno sociale.

Giovanni Morello Direttore Strade Aperte

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Abbiamo ascoltato, cantato, scambiato esperienze, amicizia e solidarietà: certamente siamo tornati nelle nostre Comunità non soltanto soddisfatti, ma anche arricchiti. Notevole l’impegno delle Regioni che hanno presentato nei Trivi, per le strade della città, i loro “Poli di eccellenza”, in cui abbiamo potuto constare la vitalità del movimento ed il suo impegno di “Cuore, Città, Creato”. Piazze, Trivi e Quadrivi

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Piazze, Trivi e Quadrivi

I foulard blu del MASCI, e quelli più chiari, celesti, dell’organizzazione mondiale dell’ISGF, hanno colorato il lungomare e le strade del centro storico di Salerno: una città inondata di sole, di cordialità e accoglienza da parte dei cittadini e dell’Amministrazione comunale, di generoso impegno da parte fratelli della Campania, a cui era affidata la complessa macchina organizzativa, supportata dal Comitato Esecutivo, che nel suo complesso ha funzionato a dovere. Le Comunità campane ci hanno regalato anche le melodie coinvolgenti delle canzoni napoletane ed il sorriso, talora amaro, di testi significativi del suo teatro, nel colorato e divertente spettacolo della serata inaugurale, ma anche le meditate parole della Veglia della sera di sabato, accompagnata dalle belle musiche dell’orchestra giovanile della scuola media di Angri. Eravamo in tanti, per l’esattezza 750, più dei settecento preventivati, ma non siamo stati soli. Oltre ai cittadini di Salerno che si sono avvicinati agli stand dei Trivi, dei Quadrivi, delle Ambasciate, abbiamo avuto importanti compagni di strada che hanno trascorso con noi, in tutto o in parte, queste giornate, e che doverosamente ci sentiamo di ringraziare. In primo luogo il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca e l’arcivescovo mons. Luigi Moretti, che sono stati più volte insieme a noi offrendoci testimonianze e riflessioni, ben accolte dai partecipanti. E poi ancora: Flavio Lotti, Presidente della Tavola della Pace, Cecilia Dall’Oglio, Coordinatrice FOCSIS, Paola Dal Toso, Segretaria Generale della Consulta delle Aggregazioni laicali della CEI, Giovanni Bachelet, Deputato al Parlamento, Carla Collicelli, Vice direttore CENSIS, Piero Badaloni, noto giornalista della RAI, Antonio M. Mira, di Avvenire, Francesco Marabotto, dell’Agenzia ANSA, Marisa Diana, molti di loro di provenienza scout, insieme agli ospiti e agli amici invitati dalle Regioni. Ben rappresentato il mondo scout con la Presidente dell’AGESCI, Marilina La Forgia, e Michele Pandolfelli, responsabile del Centro Documentazione AGESCI, insieme ai responsabili regionali dell’AGESCI e della FSE, Fabio Sassi D’Elia, responsabile nazionale Foulard Blanc, a Massimiliano Costa, Presidente del Centro Studi Mario Salerno, ottobre 2013

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Giovanni Morello

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Mazza, al Centro Studi “Esperienze e Progetti”, alla Compagnia di San Giorgio, alla Rete dei Centri Scout, ad “Eccomi”, a “Sala” e alle tante realtà, imprese e impegni di solidarietà che rendono viva la vita del MASCI. Da Salerno non abbiamo portato via soltanto i ricordi e le testimonianze di vite significative, ma anche l’impegno di far fruttificare questa bella esperienza. Le pagine che seguono tenteranno di ricordare questa bella esperienza ai presenti e forse far sorgere qualche rammarico in chi non c’era. Ma sarà certamente difficile rendere il bel clima di amicizia, allegria e fraternità che tutti abbiamo respirato. Questo “quaderno” esce mentre il MASCI è proiettato verso l’Assemblea Nazionale di Bardonecchia. Certamente “Oltre il Ponte” ci sarà anche lo spirito di Salerno.

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LE COMUNITA’ PRESENTI

ABRUZZO (15 partecipanti) Avezzano 1, Pescara, Teramo, Vasto BASILICATA (15 partecipanti) Potenza 1, Triepi di Filiano CALABRIA (62 partecipanti) Belvedere 1, Lamezia Terme 2, Lamezia Terme 3, Locri FB, Reggio Calabria 1, Reggio Calabria 4, Reggio Calabria 5, Scilla, Villa S. Giovanni 1, Villa S.Giovanni2. CAMPANIA (65 partecipanti) Afragola 1, Angri, Aversa 2, Battipaglia 2, Benevento, Capua, Casalnuovo, Castellamare di Stabia 1, Cercola 1, Ercolano 1, Gragnano, Napoli 8, Portici, Pozzuoli 1, Scafati 2, Torre del Greco, Torre del Greco 2. EMILIA ROMAGNA (51 partecipanti) Bologna 12, Carpi 1, Cesena 2, Crevalcore, Faenza, Faenza 1, Forlì 6, Forlì 12, Meldola 1, Noceto 1, Piacenza 4, Pontenure 1, Rimini 2, Rimini 4, Rimini 5, San Marino 1. FRIULI VENEZIA GIULIA (22 partecipanti) Maniago, Pradamano, San Vito 1, Sacile, Trieste, Udine. LAZIO (67 partecipanti) Guidonia, Roma 4, Roma 5, Roma 6, Roma 8, Roma 9, Roma 10, Roma 11, Roma 12, Roma 13, Roma 14, Roma 15, Roma 16, Roma 17, Roma 19, Roma 20, Roma Fiumicino. LIGURIA (36 partecipanti) Genova Castello, Genova Centro, Genova Città, Genova Levante, Genova Pegli, Genova Sestri, Genova 56, La Spezia, Tigullio, Valpocevera.

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Piazze, Trivi e Quadrivi LOMBARDIA (36 partecipanti) Cassina de Pecch, Como, Cremona 1, Desenzano, Germignaga, Legnano, Lodi 1, Magenta, Milano 3, Milano 4, Milano 6, Pavia. MARCHE (14 partecipanti) Ancona 2, Ascoli Piceno, Fabriano, Falconara, Jesi 2, Pesaro 3, Senigallia 1 MOLISE (2 partecipanti) Campobasso PIEMONTE (45 partecipanti) Alessandria, Araba Fenice, Buttigliera Alta, Druento, Leumann, Regina Margherita 1, Rivoli, Rivoli 1, San Francesco 1, Settimo Torinese, Torino 2, Torino 3, Trecate, Valsusa. PUGLIA (49 partecipanti) Bari 2, Ginosa, Gravina 1, Massafra, Molfetta, Molfetta 2, Rutigliano 2, Taranto, Triggiano. SARDEGNA (19 partecipanti) Alghero 1, Nuoro 1, Olbia 1, Sassari 1, Tempio 1. SICILIA (69 partecipanti) Acireale, Caltagirone 1, Cefalù, Gravina di Catania, Licata, Messina Il Faro, Modica, Palermo, Riposto 1, Scicli, Siracusa, Trapani TOSCANA (15 partecipanti) Arezzo, Grosseto, Livorno, Prato, S. Giovanni Valdarno. TRENTINO ALTO ADIGE (16 partecipanti) Carisolo, Merano, Mori 1, Strigno, Trento 4, UMBRIA (31 partecipanti) Foligno, Foligno 2, Perugia, Spoleto VAL D’AOSTA (3 partecipanti) Aosta VENETO (88 partecipanti) Bassano del Grappa, Belluno, Caldiero, Cavaso, Dueville, Dueville 2, Mestre 3, Mirano, Murano, Padova 1, Padova 5, Padova S. Francesco, Robegano, Rovigo, S. Donà di Piave, Santorso, Sarmeola di R., Sarthi, Schio, Scorzè, Spresiano 1, Tencarola, Treviso 2,.Venezia 2, Venezia Grison, Venezia Lido, Venezia RS, Vicenza 1, Villafranca D.O.

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Riccardo della rocca

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O VOI TUTTI ASSETATI VENITE ALL’ACQUA … Riccardo Della Rocca

“O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro venite; comprate e mangiate; venite comprate senza denaro, senza pagare vino e latte” (Isaia 55,13). Da Alghero a Salerno, da Elia a Isaia, un salto al di qua del mare, un salto di più di 150 anni, ma il tema è sempre lo stesso: “mangia” diceva l’angelo ad Elia, “mangiate” dice il profeta Isaia: Ma se l’invito ad Elia era a riprendere il cammino, l’invito di Isaia è alla condivisione ed alla gratuità. Ma non è solo la condivisione e la gratuità dei beni materiali, è la condivisione e la gratuità come atteggiamento generale di vita e verso la storia. Solo la condivisione e la gratuità possono offrire la speranza negli anni della crisi. Viviamo giorni difficili; in occasione del centenario dello scautismo, riflettendo sulla condizione degli adulti, dicevamo che sembrava caratterizzata dalla precarietà, dall’insicurezza, dal disorientamento. Oggi nel pieno della più grave crisi che l’occidente abbia conosciuto si aggiungono sentimenti profondi di impotenza e di sfiducia nel futuro. Abbiamo vissuto una lunga stagione segnata dall’individualismo, dalla ricerca del piacere, dal successo personale, spesso dall’egoismo, oggi occorre riscoprire la solidarietà contro ogni individualismo . Scrive il sociologo Edgar Morin : “Questa crisi è una crisi di civiltà, dei suoi valori, delle sue credenze. Ma è soprattutto una transizione tra un mondo antico e un mondo nuovo. Le vecchie visioni della politica, dell’economia, della società ci hanno resi ciechi e oggi dobbiamo costruire nuove visioni. Ogni riforma politica, economica, sociale è indissociabile da una riforma di civiltà, da una riforma di vita, da una riforma di pensiero, da una rinascita spirituale. La riuscita materiale della nostra civiltà è stata formidabile, ma ha anche prodotto un drammatico insuccesso morale, nuove povertà, il degrado di antiche solidarietà, il dilagare degli egocentrismi,.. Oggi si impone una vigorosa reazione atta a ricercare nuove convivialità, a ricreare uno spirito di solidarietà, a intessere nuovi legami sociali, a fare affiorare dalla nostra e da altre civiltà quelle fonti spirituali che sono state soffocate” Questo è il compito dell’educazione. Questa sfida, questa situazione “antropologica” rende sempre più evidente la centralità del tema dell’educazione degli adulti Dobbiamo, tutti noi adulti, imparare a camminare sulle nostre gambe, a rialzare la

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Riccardo Della Rocca Presidente Nazionale MASCI

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testa, a spezzare le catene, a infrangere gli idoli che ci illudono, per noi credenti a proclamare che solo Dio è il Signore. Ed è di questo che vogliamo riflettere in questi giorni. Consapevole di questa urgenza di una piena assunzione di responsabilità, la nostra Assemblea Nazionale del 2010 ci aveva impegnato dicendo: “La società, il mondo ed anche la Chiesa vivono momenti di grande difficoltà e sofferenza. L’impegno di questo nuovo triennio sarà quindi quello di fornire a tutte le Comunità e a tutti gli A.S., nonchè a tutti gli adulti che guardano alla nostra esperienza ed alla Chiesa italiana delle Tracce sulle quali camminare e sulle quali confrontarsi, aprendoci alle risorse esterne per diventare noi stessi “risorsa disponibile”. In questi due anni abbiamo lavorato a queste tracce, le abbiamo condivise, oggi vogliamo offrirle ad un impegno più vasto, per aprirci a nuove prospettive, per essere veramente “risorsa disponibile”. Questo è il senso di questa esperienza che oggi si apre, un’esperienza che non è solo “per noi” ma per tutti coloro che vorranno incontrarci, che vorranno fare un tratto di strada con noi, con quanti sono disponibili all’ascolto e al dialogo. Per questo l’abbiamo chiamata Piazze, Trivi e Quadrivi. Un esperienza che non è nel chiuso di quattro mura ma nelle strade e nelle piazze di questa città; piazze che abbiamo voluto dedicare a donne e uomini che sono stati capaci di sognare e di realizzare i loro sogni e che per realizzare questi sogni sono stati disposti a pagare prezzi altissimi fino al dono della propria vita. “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro venite; comprate e mangiate; venite comprate senza denaro, senza pagare vino e latte.” (Isaia 55,13) La prima traccia alla quale abbiamo lavorato è stata sullo Scautismo per adulti, ma oggi forse preferiremmo dire “Scautismo per tutta la vita”. Mentre riflettevamo, mentre ci accingevamo a scrivere la nostra traccia, mentre raccoglievamo i diversi contributi ci diventava sempre più evidente come la storia dello scautismo e del guidismo si intrecciasse intimamente con gli snodi più significativi della storia della società e del mondo. BP nel pieno della seconda rivoluzione industriale intuisce l’importanza di offrire ai giovani dei sobborghi delle città inglesi un ambiente dove valorizzare la propria esistenza, dove trovare strade per essere protagonisti e ricercare una felicità autentica, liberandoli così dall’alienazione, dalla subalternità culturale, dal degrado; per questo offre loro esperienze originali ed affascinanti. Un’intuizione profetica. Come profetici sono stati alcuni passaggi della storia dello scautismo e del guidismo cattolico italiano. Pensiamo alla nascita del guidismo cattolico; giovani donne che nel costume e nel disorientamento dell’Italia dell’immediato dopoguerra propongono alle ragazze esperienze di autonomia, di responsabilità, di servizio, di vita all’aperto, facendo intuire una nuova e diversa dignità e responsabilità della donna in quella società e in quella chiesa che si stavano affacciando; un contributo silenzioso ma profondo al movimento di emancipazione della donna; pensiamo alla nascita del metodo delle branche adattato ai bisogni delle diverse fasce d’età che ha profondamente influenzato lo scautismo non solo italiano, in particolare il roverismo che primo ha letto

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Piazze, Trivi e Quadrivi con attenzione i bisogni educativi di quell’età giovanile sempre trascurata. E per venire a tempi più recenti, l’intuizione di un comune progetto educativo per ragazze e ragazzi, un’intuizione che, trovando attuazioni più radicali o più prudenti nelle diverse realtà, è oggi patrimonio di tutto lo scautismo italiano, ed ha influenzato tutte le realtà associative. Un cammino di più di 100 anni di intuizioni formidabili. Oggi una nuova sfida attende lo scautismo ed il guidismo italiano, una missione importante: lo “scautismo per tutta la vita”. Fino a non moltissimi anni fa la conclusione dell’età evolutiva coincideva con l’inizio della vita adulta: la fine degli studi, il militare, il matrimonio e cominciava una vita senza grandi cambiamenti : il matrimonio era per tutta la vita, si conservava non solo il lavoro ma “quel” posto di lavoro, per lo più si votava sempre lo stesso partito,…Questo ha portato a credere che la funzione dell’educazione terminasse con l’inizio della vita adulta, pensiamo agli appassionati dibattiti della branca Rover sulla Partenza e sul suo significato educativo. Oggi il mondo è cambiato: non è più chiaro quando abbia inizio l’età adulta e questa stessa è comunque soggetta a continui cambiamenti. Se quindi l’educazione è “gestione consapevole del cambiamento”, mai come oggi è necessario parlare di “educazione degli adulti” e soprattutto di “educazione per tutta la vita”. Noi vogliamo mettere a disposizione dello scautismo italiano la nostra esperienza e le nostre riflessioni; le mettiamo a disposizione con la consapevolezza di essere “piccolo frammento”, le mettiamo a disposizione e con modestia, ma con dignità e senza subalternità ci rivolgiamo a quanti sono appassionati dello scautismo e del guidismo, ma ci rivolgiamo anche a tutte le donne e gli uomini che incontriamo nel nostro cammino. Non vogliamo essere i “primi della classe”, ma vogliamo partecipare ad una nuova avventura, ad una nuova missione. Se questa missione sarà accolta, non sappiamo quale futuro ci attende, quale sarà l’esito di questo cammino, alcuni di noi non lo vedranno: potrà realizzarsi una più stretta collaborazione tra le realtà associative giovanili ed adulte, potrà nascere una federazione dello scautismo italiano che veda la presenza piena dello scautismo degli adulti, potrà addirittura nascere un’unica associazione che abbia al suo interno giovani e adulti, che non limiti la presenza degli adulti a “risorsa per i giovani”, ma che, distinguendo nettamente gli ambienti giovanili da quelli adulti, sappia realizzare una proposta di “educazione per tutta la vita”. Siamo consapevoli che qualunque sia la strada che verrà intrapresa sarà una strada di grande cambiamento; per parte nostra noi siamo disponibili a cambiare, siamo disponibili a cambiare le nostre regole, le nostre strutture, fedeli solo alla comune Legge e Promessa. Il MASCI è oggi chiamato ad essere un’ampia comunità di donne e di uomini che seguendo tracce faticosamente definite, sulla base di un programma per il presente e di un progetto per il futuro offre una opportunità per gestire il cambiamento. Qui il senso della nostra missione di partecipare ad uno “scautismo per tutta la vita” con lo specifico dell’educazione degli adulti; qui è la nostra identità e la nostra diversità, per questo ci rivolgiamo a quanti sono disponibili ad assumere un compito per l’oggi ed una visione per il domani nella società e nella chiesa italiana. “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro venite; comprate e

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mangiate; venite comprate senza denaro, senza pagare vino e latte.” (Isaia 55,13) La seconda traccia alla quale abbiamo lavorato è stata quella sulla Spiritualità e catechesi degli adulti Riflettiamo su questa traccia in un tempo particolare: pochi giorni fa l’11 ottobre abbiamo ricordato con tutta la chiesa quel mirabile giorno di 50 anni fa quando Giovanni XXIII aprì l’evento forse più autenticamente “nuovo” del secolo scorso: il Concilio Vaticano II; e nello stesso giorno si è aperto l’Anno della Fede. Qualcuno teme che l’anno della Fede possa far velo al ricordo del Concilio, ma il Concilio non va ricordato va attuato, è una brace che cova sotto la cenere che va ravvivata, così l’anno della Fede avrà senso solo se sarà illuminato dall’insegnamento e dallo spirito del Concilio. Perché la Fede non è una domanda che l’uomo fa a Dio chiedendogli chi è e che cosa vuole. La Fede è la domanda che Dio rivolge all’uomo. La Fede è la domanda che Dio rivolge a me/Adamo e mi chiede: “Dove sei?” (Genesi 1,9). Ed ancora la Fede è la domanda che Dio rivolge a me/Caino e mi chiede: “Dov’è tuo fratello?” (Genesi 4,9). E’ la domanda fondamentale che Gesù rivolge a noi tutti/ apostoli e ci chiede “e voi chi dite che io sia?”. Più che farsi domande, pur esse doverose…., il credente è quindi investito da queste domande che suscitano il senso di coscienza delle situazioni che vive (“Dove sei?”), di responsabilità verso gli altri, (“Dov’è tuo fratello?”), di responsabilità verso il radicalmente “altro” (“Chi dite che io sia”). Il nostro cammino sarà allora alla ricerca di queste risposte; per questo sarà un cammino di ascolto: per cogliere i segni, per essere aiutati a trovare le risposte. Noi che siamo sulla strada non andremo cercando le risposte nelle parole dei potenti, ma nei piccoli, negli stranieri, negli esclusi come ci racconta l’Esodo «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento,… Giosuè, .. servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!». Le cercheremo nei piccoli e negli ultimi, perché sappiamo che la parola profetica è nascosta, addirittura nell’asino di Balaam, è affidata al profeta Amos che dice di se stesso “non ero né un profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro. …Il Signore mi disse “và profetizza al mio popolo Israele”. Sappiamo dal profeta Elia che la parola di Dio non è né nel vento impetuoso, né nel fuoco, né nel terremoto ma nella brezza leggera. Camminando per le strade del mondo abbiamo imparato che il bene, se è davvero bene, è bene da qualunque parte provenga. Gesù nel Vangelo di Marco capovolge il detto che piace ai potenti “chi non è con noi è contro di noi” e scandalizza i conformisti affermando “Chi non è contro di noi è per noi. Rispondere alle domande della fede è quindi strada di libertà e di amicizia con tutti gli uomini. Questo è chiesto a degli adulti che si pongono con serietà alla sequela di Gesù di Nazareth. La strada di spiritualità e catechesi per adulti sulla quale ci siamo avviati non ha preso ad esempio i “santi perfetti”, ma i santi, come Pietro, la Maddalena, la Samaritana, Matteo che nella loro vita si sono confrontati con il tradimento, il dubbio, il

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Piazze, Trivi e Quadrivi peccato ed hanno intrapreso la via faticosa della conversione, perché la nostra strada di laici adulti non è nella serenità dei chiostri e nelle certezze delle sagrestie ma nel clamore della vita quotidiana. “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro venite; comprate e mangiate; venite comprate senza denaro, senza pagare vino e latte. “ (Isaia 55,13) La terza traccia alla quale abbiamo lavorato, anche se è la prima ad essere stata scritta, è “Entra nella storia”, la traccia che ci parla del nostro impegno per una cittadinanza attiva e responsabile. Tante cose sono cambiate da quando abbiamo scritto quella traccia. Dobbiamo affrontare aspetti nuovi , nuovi segni del nostro tempo, segni che ci dicono che il novecento è veramente alle nostre spalle. In questa vicenda non c’è più ciò ha caratterizzato l’economia e la politica da metà dell’ottocento alla fine del novecento; per la prima volta emergono conflitti nuovi ed inediti che trovano tutti impreparati. Assistiamo impreparati alla fine di un vecchio modello di sviluppo, avanza l’esigenza di un nuovo e diverso modello di benessere personale. Nella crisi definitiva di questo modello di sviluppo sta gran parte delle cause della crisi economica che stiamo vivendo. Nella fine di questo modello di sviluppo sta gran parte delle cause della crisi della politica: sicuramente ci sono i vizi, i tradimenti e gli odiosi e inaccettabili fenomeni, di corruzione, di illegalità e di immoralità di molti esponenti politici; ma la vera causa della crisi della politica è nell’incapacità di interpretare il nuovo e nell’ostinazione di riproporre modelli e soluzioni che appartengono ad un’altra fase. Il secolo passato è veramente alle nostre spalle; occorre veramente costruire con tutti gli uomini di buona volontà un mondo nuovo di cui ancora non conosciamo il disegno. Prepariamoci a vivere in un mondo con meno risorse, con meno energia, con meno abbondanza…e forse con più felicità. Lo abbiamo detto tante volte, di fronte a questo cambiamento epocale il mondo politico da solo non ce la può fare, non può essere lasciato solo; occorre che, senza indulgenze ma anche senza arroccarci in un aristocratico isolamento, i mondi vitali della società e della cultura alimentino la politica e la aiutino a rinnovarsi. E’ il tempo di una grande generosità civile collettiva, è tempo di ricostruire l’amicizia tra la società e la politica senza chiederci chi deve fare il primo passo, siamo sempre noi a dover fare il primo passo. Questo riguarda anche noi adulti scout, riguarda il nostro movimento. Diceva Pietro Scoppola: “Tutto questo esige un rinnovamento delle culture politiche, una riforma morale e del costume, e la crescita di un più maturo senso della cittadinanza: ……” (P.Scoppola), mentre un altro autore di cui non ricordo il nome diceva: “e con la consapevolezza delle interdipendenze nasce il bisogno di nuove forme di associazione e di rappresentanza democratica, e quindi il bisogno di una buona politica più lungimirante e più aperta che sia garante della libertà degli uomini di esprimere le proprie capacità creative e di darsi un futuro, un destino” . Occorre quindi creare nelle intelligenze e nelle coscienze un nuovo tessuto nella

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società e questo è il compito dell’”educazione per tutta la vita” Questo è un tempo distratto rispetto al mondo reale e delle idee; davanti ad esse sta sovrastante l’immagine, come davanti al reale sta prepotente il virtuale, occorre recuperare l’idea del progetto e dell’impegno comune, occorre riscoprire criteri veri di giudizio, occorre recuperare il “pensiero critico”. Io penso che oggi di fronte al dolore di tante persone, all’incertezza del futuro delle giovani generazioni dobbiamo darci almeno cinque criteri di giudizio, criteri tuttavia che necessitano di una premessa. La premessa è che oggi la “questione morale” è “questione democratica”, è questione politica irrinunciabile, che non ci sarà un cambiamento reale se non si tornerà ad esercitare la politica ponendo al centro il “bene comune”, la morale privata e l’etica pubblica, la dignità ed il rispetto della persona umana, di ogni persona; e se tutti noi non saremo severi ed intransigenti con tutti coloro che ci rappresentano nelle istituzioni e nei luoghi della politica; i cinque criteri saranno allora: 1. Lotta alle povertà ed alle inaccettabili disuguaglianze: non solo cercare di aumentare la ricchezza ma il vero problema è ridistribuire la ricchezza con equità (Benedetto XVI) 2. Il lavoro, che non è solo salario ma sopratutto dignità e cittadinanza; quindi creare nuove opportunità di lavoro soprattutto per i giovani, ma se il lavoro non c’è occorre ridistribuire quello che c’è. Non è solo un compito della politica ma chiede ai sindacati di rinnovare profondamente le loro strategie, e soprattutto chiama in causa la responsabilità e la disponibilità di tutti i lavoratori. 3. La difesa della legalità, la lotta intransigente alla corruzione, all’evasione fiscale, a tutte le mafie ovunque presenti, ma anche, e questo ci riguarda tutti, a tutte le forme diffuse e apparentemente innocenti di complicità e di collusione 4. La lotta ad ogni forma di esclusione e di discriminazione di nazionalità, di razza, di credo religioso e di genere. Esclusione e discriminazione, presenti ovunque, al livello internazionale sono anche all’origine, accanto alle cause economiche, di tutte le forme di violenza fino alla follia della guerra. I morti ed i dispersi nel mare di Sicilia debbono ricordarci in ogni momento “il mondo che rifiutiamo” La difesa dell’ambiente e la creazione di un mondo sostenibile, non più 5. solo per lasciare un mondo vivibile alle future generazioni, ma sempre più urgentemente anche per noi. Questo vuol dire mettere mano ad un nuovo modello di sviluppo, darsi nuovi criteri di benessere, costruire nuovi stili di vita; non più testimonianze e comportamenti individuali ma scelte e prassi civili. Con questi cinque criteri giudicheremo la politica, aiuteremo la maturazione di competenti vocazioni all’impegno politico, costruiremo i nostri cammini educativi per “entrare nella storia”. “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro venite; comprate e mangiate; venite comprate senza denaro, senza pagare vino e latte. “ (Isaia 55,13) La quarta traccia riguarda l’impegno per la Mondialità , tutti noi abbiamo tra le mani il Quaderno n°9 “Di che colore è la pelle di Dio…”, ma lo dobbiamo leggere e usare insieme al Quaderno n°1 “Fare strada nel creato”, perché il tema della fraternità con tutti gli uomini della terra e la lotta alle inaccettabili disuguaglianze

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Piazze, Trivi e Quadrivi tra i popoli del mondo si intreccia oggi in modo indissolubile con il tema della conservazione del nostro pianeta, con l’uso dissennato dei beni comuni dell’acqua, dell’aria, della terra, delle diverse forme di energia, della vita presente sulla terra. Ma è sempre dall’uomo che bisogna partire. Resta l’impegno al quale ci chiamava Paolo VI con la Populorum Progressio “I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell’opulenza. La chiesa trasale davanti a questo grido d’angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello”…..ma “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. [...] Nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione.” Noi, vincolati dal 4° e dal 6°articolo della nostra Legge, non possiamo essere indifferenti alle sfide del nostro tempo, che hanno il loro centro in questi aspetti; aspetti che BP aveva intuito in tempi imprevedibili, negli anni del più feroce nazionalismo, negli anni in cui la seconda rivoluzione industriale avviava il saccheggio del nostro pianeta. Gli ultimi trent’anni in cui si è imposta una globalizzazione senza regole, in cui abbiamo assistito all’egemonia del capitalismo globalizzato, gli uomini sono diventati sempre più lontani, sempre meno fratelli (Benedetto XVI); siamo oggi chiamati a ricostruire reti di solidarietà e di fraternità con tutte le donne e gli uomini del mondo senza distinzione di genere, di razza, di colore della pelle, di credo religioso. Gli ultimi trent’anni in cui si è imposta una globalizzazione senza regole, in cui abbiamo assistito all’egemonia del capitalismo globalizzato, i beni più preziosi del creato sono diventati solo oggetto di consumo e di predazione, opportunità di guadagno per pochi privilegiati, abbiamo dimenticato che questo mondo ci è stato dato in prestito dai nostri figli; siamo oggi chiamati a restituire ai nostri figli quanto ci è stato dato in prestito, a restituirlo meglio di come ci è stato consegnato. Ancora una volta una sfida alle coscienze, una sfida culturale e quindi una sfida educativa. “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro venite; comprate e mangiate; venite comprate senza denaro, senza pagare vino e latte.” (Isaia 55,13) Così in queste tracce abbiamo così messo tutta la nostra storia, la nostra ricchezza, le nostre speranze, questo è quello che possiamo offrire agli assetati, a chi non ha denaro; queste tracce rappresentano il riferimento per tutte le nostre attività; tuttavia sono “tracce” non sono “tavole della legge”, sono il sentiero sul quale intendiamo camminare per “abitare la città dell’uomo”. Avrei voglia di dirvi tante altre cose; ma le riassume molto bene questa preghiera di don Tonino Bello, il santo vescovo del sud (mi servono altri cinque minuti, ma li merita) “Non ti annoierò Signore ti chiedo solo tre cose, per adesso.

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11 dai a questi miei amici e fratelli la forza di osare di più la capacità di inventarsi, la gioia di prendere il largo il fremito di speranze nuove. Il bisogno di sicurezze li ha inchiodati ad un mondo vecchio che si dissolve ……. Dai ad essi, Signore la volontà decisa Di rompere gli ormeggi Per liberarsi da soggezioni antiche e nuove. La libertà è da sempre una lacerazione. Non è dignitoso che, a furia di inchinarsi, si spezzino la schiena per chiede un lavoro “sicuro” Non è giusto attendersi dall’alto le certezze del ventisette del mese. Stimola in tutti, nei giovani in particolare, una creatività più fresca, una fantasia più liberante, e la gioia turbinosa dell’iniziativa che li ponga al riparo da ogni prostituzione Una seconda cosa ti chiedo Signore: fa provare a questa gente che lascio l’ebbrezza di camminare insieme. Donale una solidarietà nuova, una comunione profonda, una “cospirazione tenace”. Falle sentire che per crescere insieme non basta tirar dall’armadio del passato i ricordi fastosi e splendidi di un tempo, ma occorre spalancare la finestra del futuro progettando insieme, osando insieme, sacrificandosi insieme. Da soli non si cammina più. Concedile il bisogno di alimentare questa sua coscienza di popolo con l’ascolto della tua Parola. Concedi, perciò a questo popolo la letizia della domenica, il senso della festa, la gioia dell’incontro. Liberalo dalla noia del rito, dall’usura del cerimoniale, dalla stanchezza delle ripetizioni. Fa che le sue Messe siano una danza di giovinezza e concerti di campane, una liberazione di speranze prigioniere, e i canti di chiesa, il disseppellimento di attese comuni interrate nelle caverne dell’anima. Un’ultima implorazione Signore. E’ per i poveri. Per i malati, i vecchi, gli esclusi. Per chi ha fame e non ha pane. Ma anche per chi ha pane e non ha fame. Per chi si vede sorpassare da tutti. Per gli sfrattati, gli alcolizzati, le prostitute.

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Piazze, Trivi e Quadrivi Per chi è solo, per chi è stanco. Per chi ha ammainato le vele. Per chi nasconde sotto il coperchio di un sorriso cisterne di dolore. Libera i credenti Signore, dal pensare che basti un gesto di carità a sanare tante sofferenze. Ma libera anche chi non condivide le speranze cristiane dal credere che sia inutile spartire il pane e la tenda, e che basterà cambiare le strutture perché i poveri non ci siano più. Essi li avremo sempre con noi. Sono il segno della nostra povertà di viandanti. Sono il simbolo delle nostre delusioni. Sono il coagulo delle nostre stanchezze. Sono il brandello delle nostre disperazioni. Li avremo sempre con noi, anzi dentro di noi. Concedi Signore a questo popolo che cammina L’onore di scorgere chi si è fermato lungo la strada E di essere pronto a dargli una mano per rimetterlo in viaggio Adesso basta Signore, non ti voglio stancare È già scesa la notte. Ma laggiù sul mare,ancora senza vele e senza sogni si è accesa una lampara

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SIAMO INSIEME NELLA GIOIA DELLA FRATERNITÀ E DELLA PREGHIERA p. Francesco Compagnoni, op

Perché noi del MASCI siamo qui, oggi ?. O meglio perché io, uno del MASCI, sono qui e quali sono i miei sentimenti dominanti. Prima di partire per queste riunioni mi prende spesso una sorte di depressione: questi incontri possono essere noiosi, con tanta gente che non conosco, e con tutto quello che ho da fare nella mia Università e nella mia ONLUS… Ma so che quando ripartirò –come avviene sempre sarò felice, soprattutto perché avrò incontrato persone con cui condivido valori non materiali: fraternità, impegno, autoeducazione anche da adulti, solidarietà, espressione della nostra speranza per il futuro di noi fratelli e sorelle in Cristo. Inoltre incontro, a livello personale, (qualche volta anche profondo) tante persone di ogni parte d’Italia e questo è gradevole, anzi gratificante, soprattutto per chi vive in una grande città dove si incontrano tanti anonimi nelle strade, sugli autobus, persino nelle chiese. Questi nostri incontri servono appunto per rinfrescarmi le idee sui valori che condividiamo: perché noi non siamo un movimento di reduci. Noi stiamo insieme, è vero, sul ricordo ma sul ricordo di valori che tanto ci hanno movimentato l’adolescenza e la giovinezza (senza magari esserne, allora, stati ben coscienti): valori che con l’età scopriamo essere portatori di vita, di vita buona, per noi, per i nostri cari ed amici, e per il nostro Paese

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Il nostro Paese ha bisogno di sincerità, di far corrispondere il dire e il fare, di rispetto della legge (cose che secondo il sociologo tedesco Kaufmann mancano all’italianità…). Non solo da parte dei nostri politici. Prima di tutto da parte di ognuno di noi, di noi della base, delle società civile. Uno dei pensieri fondamentali dell’educazione cristiana è di non dare proibito, primariamente la colpa alle strutture, agli altri, agli errori del passato, … ma di iniziare da noi stessi. L’altro giorno uno dei miei colleghi di università, un politologo lucano, mi diceva

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Piazze, Trivi e Quadrivi che questa corruzione diffusa è stata pienamente accettata da tanta gente che ne ha approfittato. E’ come la mafia: se non ci fosse tanta gente che indirettamente ne trae dei profitti, sarebbe molto più facile isolarla e poi distruggerla. Se non riusciamo a superare questo sistema familistico e criminale, dove tutti sono amici di tutti, tutto capiscono che ‘tutti tengono famiglia’ ecc., non usciremo mai da questa crisi. Dobbiamo partire dalla nostra virtù personale, perseguire lo scopo di educarci innanzi tutto moralmente. Non possiamo imitare quel mio conoscente che mi diceva: Ho preso una multa ed era giustificata. Ma io il ricorso lo faccio lo stesso perché non si sa mai… O come i ragazzi del mio ultimo clan che, nell’anno della maturità, ad una domanda precisa risposero in grande maggioranza che non avrebbero rifiutato una raccomandazione per aver un posto di lavoro…Evidente erano il riflesso di quanto sentivano in casa propria, lo assorbivano dall’ambiente che frequentavano… Di questo nostro cammino umano e cristiano verso il pieno fiorire della nostra umanità e la trasparenza della nostra società italiana, fa parte la preghiera. Soprattutto la preghiera. E’ essa che ci motiva, ci da la carica per essere noi stessi, ci mette in comunicazione diretta con la fonte e il fine della vita umana. Pregare non è solo recitare formule. Qualche volta le formule sono utili e consolanti, ma la preghiera è essenzialmente e sostanzialmente mettersi davanti a Dio. Mettersi a nudo davanti a lui. Evitare di giocare la commedia dell’auto giustificazione, dell’auto commiserazione (molto italiana direi…). E’ affidarsi a lui nella nostra realtà esistenziale, è chiedergli di snidare il continuo doppio gioco che facciamo tra la nostra coscienza e il nostro comportamento. Tra la nostra coscienza umana e cristiana (che stiamo ben attenti a non formare e raffinare troppo,….potrebbe chiederci di cambiare qualche cosa nei nostri comportamenti abituali !) e i compromessi pianificati e incrostati da tanti anni di passività. Spero di non essere stato troppo ‘tragico’ nel mio intervento, ma quanto a serietà anche Riccardo non è stato da meno. Vi auguro e mi auguro di giocare questo grande gioco di tre giorni in questo spirito che il Presidente e l’Assistente Nazionale vi hanno proposto: di gioia per un rinnovamento della nostra fedeltà alla Legge di BP, che è stato un uomo ed un cristiano esemplare, nella gioia e nella serietà.

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GLI ADULTI SCOUT DEL MASCI: CHI, QUANDO, PERCHÉ. Ambra Cusin e Ernesto Albanello

La meravigliosa avventura di Salerno è iniziata con degli interrogativi. Ogni partecipante, appena giunto, poteva scegliere una busta di colore in cui era contenuta una domanda a cui dare una risposta. Le risposte sono state numerose e sparpagliate, ma tutte significative. Queste risposte, opportunamente elaborate da Ambra Cusin e Ernesto Albanello, sono state poi presentate dagli stessi a tutti i partecipanti all’inizio della seduta di apertura dei lavori, in forma dialogata. E. Chi è l’Adulto Scout del domani ? A. Perché deve uscire allo scoperto ? E. Quando questa trasformazione avverrà ? Noi non abbiamo camicie bianche, non portiamo camicie intonse. AbbiaA. mo le camicie sporche del sudore della strada e del servizio. Camicie stropicciate dall’impegno e dalla responsabilità. Con queste camicie scendiamo oggi nelle Piazze, nei Trivi, nei Quadrivi a percorrere e a testimoniare la nostra strada. Noi non abbiamo segreti, perché questi hanno il sapore della doppiezza e E. dell’ipocrisia, hanno il senso del bisbigliato solo a pochi. Le verità invece vanno urlate a tutti. I segreti segregano mentre le verità liberano. Ecco alcune delle vostre risposte.

CHI

A. L’Adulto Scout è una donna e un uomo di pace: un uomo libero Una persona che ha il coraggio di andare “oltre” Uno che guarda il mondo con lo sguardo di un bambino. E. L’Adulto Scout è una persona competente per trasmettere il proprio sapere È uno che sa stare insieme agli altri, prendendoli per mano Uno che vive la storia con spirito di servizio A. È uno che crede nel futuro ed è segno di speranza Uno che non si sente mai arrivato

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Piazze, Trivi e Quadrivi Un vecchio sempre più vecchio, fuori dal contesto sociale … se tutto rimane come adesso ! E. È chi riesce ancora a meravigliarsi guardandosi intorno È chi sa servire senza attendersi un grazie È un testimone dell’impegno verso gli ultimi A. È una risorsa per la società futura E. ma anche speranza di cambiamento A. un tipo supertosto ? E. una persona attenta al cambiamento dei tempi pronto ad essere profetico A. Voglio essere io E. lo saranno i bambini di oggi ma anche colui che esplora nuove strade A. Che si mette continuamente in discussione, consapevole del suo ruolo nella società E. Colui che guarda a Cristo come a colui che dà un senso alla vita Colui che della strada va una virtù A. Colui che si adopera attivamente nella propria formazione che è capace di stupore e solidarietà E. Colui che continua a remare A. pur avendo la barca a motore

QUANDO

A. Ma Ernesto quando avverrà questa trasformazione ? E. Quando avremo coraggio di accettare questa sfida Quando la Comunità sarà al centro del Movimento Solo questa rivoluzione copernicana può portare visibilità e sviluppo A. Penso che la trasformazione sia già attiva, visto il gran numero di partecipanti a questo evento Mai!, dice qualcuno; a 69 anni o a 72 anni; dire: invece “speriamo molto presto” Forse avverrà questa trasformazione quando saremo pronti a dare a chi non ha E. Avverrà quando ci sarà meno politica e più umiltà Il tempo si è fatto breve

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A. È già cominciato E. Spero nei miei nipoti A. È un lungo cammino che non finisce mai E. la parola d’ordine è una sola: aperturaricambio generazionale A. Insomma rottamarsi ? E. deve esserci più coraggio ad esporsi A. Sta già avvenendo decisamente e lentamente E. avviene quando riusciamo tutti ad essere più onesti e a dimostrare la nostra identità A. Quando tutti prenderanno coscienza di essere inseriti in una realtà universale E. quando le galline faranno chicchirichi A. Spero molto presto E. Quando ci crederemo veramente A. Quando ci sarà un po’ meno di nostalgia E. E un po’ più di apertura.

PERCHÉ

E. Ma perché l’Adulto Scout deve uscire allo scoperto ? A. Per testimoniare con la vita i valori in cui crede Perché il MASCI non è un ghetto Per distinguersi dalla gente che non crede a niente E. Per guardare attorno a sé e giocarsi totalmente Per essere semplicemente coerente con se stesso Perché il laico, come dice il Concilio Vaticano II, deve uscire e non stare in sacrestia A. Perché non deve esserci timore per la critica Perché c’è bisogno di credenti credibili Perché deve essere esempio di cittadinanza attiva nel rispetto della legalità E. Perché deve vivere il mondo Perché “Estote Parati” continua ad essere di moda Perché vogliamo che la gestione della nostra società cambi A. Perché la società di oggi lo richiede E. Uscire allo scoperto è servizio

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Piazze, Trivi e Quadrivi A. Perché speriamo di portare alla luce qualcosa di pulito e vero E. perché il mondo ha ancora bisogno di me che ho 76 anni A. Perché libertà è partecipazione E. Perché non puoi stare a guardare Perché la missione è tra la gente nelle strade e tra le cose A. Perché è tempo di essere attivi e presenti Perché è tempo di essere testimoni visibili di speranza E. Perché devi diventare protagonista e non spettatore A. Perché per passare alle cose ultime E. Bisogna fare prima le penultime A. Perché noi non abbiamo peli sulla lingua E. e vogliamo continuare lo scautismo in tutte le stagioni della vita per dimostrare che non conta l’età anagrafica per continuare a giocare A. Perché questo è il MASCI A.E.

Se non ora quando? Adesso!

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LE “PIAZZE”: LUOGHI DI INCONTRO E DI CONFRONTO Francesco Marchetti

L’idea della Piazza ricorda l’Agorà degli antichi greci: il luogo del mercato, del confronto, del dibattito, della partecipazione, il luogo dove si annunciavano i grandi momenti della guerra e della pace, dove si rifletteva insieme sull’identità e sulla missione, dove ci si riconosceva come popolo. Nelle Piazze animate a Salerno il MASCI ha riflettuto sul cammino fatto in questi anni, cercando di far diventare alimento per la vita delle comunità quelle Tracce alle quali ci hanno impegnato le Linee Programmatiche che sono state consegnate a tutto il Movimento dall’Assemblea Nazionale di Principina. Nella “piazza” dedicata a don Peppino Diana, il MASCI ha riflettuto sulla Traccia Spiritualità e Catechesi degli Adulti. Don Giuseppe Diana, assistente scout, animatore della Comunità Foulard Blanc, sacerdote di Casal di Principe, è stato assassinato nella sagrestia della chiesa mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. È stato scelto don Peppino perché la spiritualità e la catechesi degli adulti si realizza nella vita quotidiana, uscendo dalle sagrestie per porsi alla sequela di Gesù di Nazareth nelle piazze, sulla strada dell’uomo. La “piazza” intitolata a Giuliana di Carpegna, è stata dedicata alla Traccia Scautismo degli Adulti: un libro dove il Movimento ha cercato di raccogliere alcune riflessioni sul metodo e su i contenuti particolari dello scautismo per gli adulti. La piazza è stata dedicata a Giuliana di Carpegna, una delle donne che nel 1943 con l’AGI diede vita con grande coraggio ala guidismo in Italia; volendo così celebrare quello spirito profetico con il quale quel piccolo gruppo di giovane donne riunite nelle catacombe di Priscilla seppero offrire una proposta coraggiosa ed originale alle giovani del nostro Paese.

FRancesco Marchetti Consigliere Nazionale

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La terza “piazza”, ha visto una riflessione sulla Traccia Entra nella Storia, ed è stata dedicata ad Angelo Vassallo, il sindaco del comune di Pollica (SA), che è stato ucciso in un attentato di matrice camorristica. Era soprannominato il sindaco pescatore per la vicinanza agli uomini della sua terra. Era un uomo che si è battuto contro l’illegalità, sempre in prima linea. “Non hanno ucciso solo un uomo”, ha

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Piazze, Trivi e Quadrivi affermato il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, “hanno ucciso una speranza per il Cilento. Era un simbolo di legalità. Hanno voluto colpire chi si opponeva all’illegalità”. Infine nella quarta “piazza”, che ha avuto come Traccia Di che colore è la pelle di Dio, si è riflettuto sulla Mondialità. La piazza è stata intitolata ad Aldo Capitini, un uomo che ha dedicato la propria vita alla non violenza. Aldo Capitini, nel 1961 ebbe l’intuizione di proporre la Marcia PerugiaAssisi, marcia per la pace e la fratellanza dei popoli. Questa esperienza ancora oggi vede la partecipazione di migliaia di persone per affermare che un mondo migliore e diverso è possibile. Gli Adulti Scout a Salerno non si sono confrontati solo tra di loro, ma la riflessione è stata aperta ai cittadini di Salerno, agli amici che erano presenti, ai testimoni che erano stati invitati, perché l’educazione degli adulti riguarda tutti gli uomini e le donne del nostro tempo.

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comunita’ genova centro

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BENVENUTI IN PIAZZA GIULIANA DI CARPEGNA comunità Genova Centro

La mattina di sabato 20 ottobre, nella piazza intitolata a Giuliana di Carpegna, alla presenza di circa 200 Adulti scout, si sono incontrati tre esperti per riflettere sulla loro esperienza di lettura del recente volume “Un’avventura che continua. Lo scautismo degli adulti”, primo volume della nuova collana “Foulard azzurro”, edita dall’Editrice Fiordaliso, per il MASCI. I lavori, coordinati da Francesco Marabotto, giornalista dell’Agenzia ANSA, sono stati aperti da Roberto Ursino, Presidente della Commissione Antonacci, che ha curato materialmente la redazione del volume, ed il cui intervento trovate nelle pagine successive,. Il primo intervento è stato quello di Marilina La Forgia, Presidente dell’AGESCI, che ha apprezzato lo stile letterario del libro. Si tratta di un diario scritto a più mani, che diventa specchio dell’anima e che assume il valore aggiunto dell’oggetto donato. La Presidente ha poi posto l’attenzione sul metodo dello scautismo, in particolare sulla metafora con un tratto comune, la strada e la vita. Già nel titolo si vede la continuità da scautismo per ragazzi a scautismo degli adulti. Lo scautismo progressivamente smette di essere un dispositivo educativo, scompare la figura del capo, nasce la necessità di fondare una comunità che ricrei la metafora di vita, mantenendo vivo lo spirito dello scautismo. Carla Collicelli, Vice Direttore del CENSIS, ha posto l’attenzione sui rapidi cambiamenti sociali portati dagli anni ’90: l’esplosione della tecnologia, l’allungamento della vita, la sua spettacolarizzazione, la cultura dell’apparire, la globalizzazione. La società è diventata densa e fibrillante per un incremento della burocratizzazione e cedi ritmi di lavoro. Ciò a causa di una frammentazione della società che è diventata soggettivistica, in cui i legami moltiplicandosi si indeboliscono. Il MASCI propone un’educazione permanente, dove si può cambiare, si può crescere, c’è il gusto dell’avventura, il lavoro di squadra, dove si spezzare il proprio corpo nel servizio degli altri. Nelle pagine che seguono trovate un’ampia sintesi dell’intervento di Carla Collicelli. Infine Michele Pandolfelli, responsabile del Centro documentazione AGESCI, ha affermato che il segreto di questo volume è il raccontare la vita. È una lettura che cattura il cuore e spinge l’adulto ad essere parte attiva della vita. Insieme si può. Lo scautismo che considera la persona nella sua interezza con il suo apporto positivo, troverà un suo punto di forza che gli consente di essere valorizzato.

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UN’AVVENTURA CHE CONTINUA.

LO SCAUTISMO DEGLI ADULTI. Roberto Ursino

Roberto Ursino Consigliere Nazionale

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L’occasione dell’ incontro di questa giornata è la presentazione del libro: “ Una avventura che continua. Lo scautismo degli adulti”. Per prima cosa vorrei fermare la vostra attenzione sul nome che abbiamo assegnato a questa piazza immaginaria, Giuliana di Carpegna. La data del 28 Dicembre 1943, forse, a molti non dice nulla, ma alle guide ricorda una data importante. Nelle catacombe di Priscilla a Roma sono state pronunciate le prime promesse delle Guide Cattoliche Italiane. Alcuni mesi di preparazione e poi ecco il 28 dicembre Giuliana, nipote di Mario Di Carpegna, primo Capo scout dell’ASCI, promette nelle mani di padre Ruggi di Aragona (ARDA) e subito dopo altre sette guide promettono nelle mani della loro Capo. Il secondo buon motivo per ricordare Giuliana e le sue guide è la ricorrenza in questo anno dei cento anni dalla nascita del guidismo mondiale. Le giovani adottarono integralmente l’indirizzo del guidismo internazionale impegnandosi a realizzare la promessa di B.P. I loro programmi si rifacevano alla Spiritualità della Strada che il nostro libro nell’immaginario percorre. Passando alla presentazione del libro oggetto del nostro incontro, vorrei partire da una frase che il nostro Presidente inviò alla commissione Antonacci il giorno stesso che mi designò quale coordinatore della stesura: “L’impegno di questo nuovo triennio sarà quello di fornire a tutte le Comunità e a tutti gli A.S., nonché a tutti gli adulti che guardano alla nostra esperienza e alla Chiesa, delle tracce sulle quali camminare e sulle quali confrontarci, aprendoci alle risorse esterne diventando noi stessi “risorsa” disponibile: un metodo per “ L’educazione degli adulti” Le prime riunioni della Commissione servirono per capire: a chi volevamo rivolgerci e fu presto chiaro che la risposta era: a adulti attivi, in ricerca, curiosi, consapevoli, disposti a entrare nella storia. Dovevamo delineare che cosa è il Masci, come è organizzato, quali sono le tracce (proposta fede, politica, armonia con il Creato) che ogni Comunità e ogni iscritto deve perseguire. Dopo questa prima scelta abbiamo affrontato la costruzione dell’ indice ragionato e costruito per rispondere alle prime domande. Si pensato di impostare i 7 capitoli di cui è composto il libro come se fossero chiacchierate che una immaginaria Comu-

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Piazze, Trivi e Quadrivi nità fa durante le giornate di un Campo. Gli autori delle chiacchierate sono uomini e donne, Adulti Scout, Comunità MASCI, amici del MASCI che vivono lo scautismo in altre realtà , amici che non sono stati scaut ma attenti alla nostra storia. Con l’arrivo degli scritti, nella sostanza il libro era realizzato mancava ancora un filo conduttore che unisse tutte le chiacchierate, nonché i disegni, per aiutare il racconto anche con le immagini. Il tutto è stato fatto sempre con la collaborazione non pubblicizzata di amici volenterosi. Dopo circa un anno e mezzo dall’incarico ricevuto e dopo l’approvazione della bozza da parte del Consiglio Nazionale non ci rimaneva di inviare il tutto all’editore per la stampa. E’ consigliabile non leggerlo come un racconto unico, e non deve nemmeno essere usato come un manuale da dove ricavare le regole per il nostro stare assieme. Bisogna ricordarsi che i nostri autori hanno raccontato una loro esperienza di vita vissuta, partecipata, interiorizzata, donata, niente di più Nessuno ha inteso definire che cosa è e come deve essere il MASCI. Abbiamo sempre considerato di essere persone incompiute, ed educarci non vuol dire valutare ma comprendere per cercare una sintonia, non vuol dire tollerare ma apprezzare. Il libro è destinato a tutte le Comunità del MASCI esistenti che vorranno confrontarsi per ripartire, alle Comunità nuove per comprendere prima e meglio il Movimento, a coloro che svilupperanno la nostra proposta, a tutti gli adulti incuriositi dalla nostra proposta di cittadini attivi, all’ AGESCI come strumento di incontro e dialogo, alla Chiesa per la formazione e responsabilità dei laici. Sono sicuro che tutto questo lavoro la Commissione lo abbia svolto tenendo presente sempre la richiesta del Presidente di diventare noi stessi risorsa disponibile.

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quali adulti e quale società? Carla Collicelli

Carla Colliceli Vice Direttore Censis

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La lettura del volume “Un’avventura che continua, lo scautismo degli adulti” da parte di chi si occupa di società e politiche pubbliche, non può non rimandare ad alcune domande di fondo, che discendono dai contenuti del volume e dal raffronto con le tendenze sociali. Quali adulti e quale condizione degli adulti oggi nella società italiana? Quale cultura? Quale educazione? Quali risposte che aiutino ad essere donne e uomini del nostro tempo? Lo scarto che si percepisce tra l’esperienza ed i valori descritti nel volume e quelli che emergono dalla società italiana nel suo complesso sono così evidenti, da indurre a due ordini di riflessioni: dapprima la descrizione dei mali di una società rattrappita (pars destruens), e poi quella delle proposte positive che emergono dalla esperienza scout (pars costruens). Molti dei problemi della società dii oggi derivano dallo sviluppo accelerato degli ultimi decenni, ed in particolare da alcuni elementi strutturali molto significativi che hanno trovato condensazione nel corso degli anni 90: In ambito produttivo, lo sviluppo tecnologico digitale, con la trasformazione radicale del nostro modo di comunicare, lavorare, viaggiare, decidere ed informarsi; In ambito comunicativo, l’evoluzione delle televisioni commerciali e dei formati televisivi orientati al culto dell’immagine ed alla spettacolarizzazione della vita vissuta, sia quella privata che quella dei personaggi pubblici; In ambito sociale, il consolidarsi del trend di allungamento della vita e le conseguenti speranza di eternità e crisi del senso del limite dell’esistenza. I tre elementi citati non sono di per sé negativi. Ciò che è mancato nei decenni scorsi è la capacità della società di attrezzarsi e rispondere con valori e politiche capaci di “volgere al bene collettivo” i cambiamenti e di farne scaturire linee di crescita armonica e umanistica della convivenza sociale. In assenza di strategie e di azioni di accompagnamento tempestivo ed adeguato delle innovazioni di cui sopra, la società le ha subite e metabolizzate sotto forma di elementi di crisi ed indebolimento: Una società sempre più densa di soggettualità, ruoli e funzioni, oggetti di consumo, strumenti di comunicazione, messaggi, ecc., ha prodotto una situazione di stallo della mobilità, fisica, sociale, ed anche ideologica e comportamentale; Allo stallo ed assenza di sani processi di sviluppo e mobilità si affianca una accelerazione fibrillatoria nei tempi di lavoro, nella attività di tempo libero, ma anche nelle opinioni, nei gusti e nelle preferenze;

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Piazze, Trivi e Quadrivi Fibrillazione e densità portano all’indebolimento dei legami ed alla frammentazione sociale, da cui il cosiddetto ciclo dell’individualismo egoistico; La proliferazione degli oggetti di consumo, in tutti i campi, genera un consumismo onnivoro e sperimentale, stemperato nelle quantità ma non nella qualità e nei valori di riferimento dalla crisi economica (dall’”usa e getta” alla “libertà come moltiplicazione” e non come scelta); Il potere si verticalizza e vengono meno i meccanismi di rappresentanza e democrazia; Crescono le distanze tra strati sociali diversi della società e si sviluppano le “nuove povertà” (famiglie numerose, single, solitudine, mancanza di desiderio); Si depotenzia la funzione normativa, in quanto nel caos generale si indeboliscono, fino quasi a scomparire, i valori di vita, le figure educative, il padre, l’insegnante, le norme collettive. Per quanto riguarda in particolare la cultura, viene meno il suo valore antropologico, e vengono meno gli scambi tra soggetti diversi, primi fra tutti quelli di generazioni differenti, che non si parlano quasi più. La cultura è o cultura aulica, per pochi addetti ai lavori, o comunicazione vuota e spettacolarizzata dei vissuti. L’educazione, di conseguenza, slitta verso il formalismo nozionistico, da un lato, e la trasmissione di competenze tecniche ad uso del mercato del lavoro, dall’altro, con separazione crescente tra manualità e competenza teorica, e soprattutto con la estromissione del mondo delle emozioni dal processo educativo (“L’epoca delle passioni tristi”). Lo scautismo potrebbe costituire un buon viatico per l’avvio di una stagione di ricomposizione delle fratture descritte, e che emergono dal lavoro degli analisti sociali delle più varie tendenze ed orientamenti. Dal volume “Un’avventura che continua, lo scautismo degli adulti” (edizioni scout Fiordaliso), presentato e discusso nell’incontro Masci di Salerno sabato 20 ottobre 2012, emergono molti spunti positivi per la ricostruzione di un tessuto sociale più umano e più attento ai risvolti ed ai necessari elementi di contrasto delle distorsioni che emergono dallo sviluppo accelerato degli ultimi decenni: Per gli scout e per gli scout adulti l’educazione (auto e etero ) come processo di crescita continuata, di adattamento ai nuovi contesti, di movimento continuo fino alla fine dei propri giorni, non finisce mai; La vita va accettata ed accolta con spirito di avventura, vale a dire con apertura a ciò che sarà, senza preclusioni né pregiudizi, e piuttosto con lo sforzo di capire l’altro ed il nuovo che viene dall’altro e dal diverso, e con il coinvolgimento emotivo nei confronti delle situazioni sempre differenti che ci troviamo ad affrontare; Nello scautismo si apprende il valore e l’importanza dello spirito di squadra e della collaborazione di gruppo per il raggiungimento di risultati validi: da soli non si va da nessuna parte, ed occorre contrastare l’individualismo ed il soggettivismo egoistico e narcisistico; Nello scautismo si impara il valore della solidarietà concreta e di tutti i giorni, “lo spezzare il proprio corpo per gli altri “ (come si dice in uno dei capitoli e come richiama la simbologia dell’Eucarestia), e solo una spinta genuina di condivisione ed aiuto reciproco può permettere di combattere l’idea di dominio e di lavorare contro il potere arroccato e per la ricerca di una potenza collettiva verso il bene. Per mettere a frutto quanto di positivo vi è nella esperienza scout, descritta e testimoniata nel libro, occorre però uscire dall’intimismo e dalla autoreferenzialità, per imparare a parlare al mondo intorno a sé.

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BENTROVATI IN PIAZZA DON PEPPINO DIANA Francesco Marchetti

Prima di tutto permettetemi di rinnovare a nome del MASCI il ringraziamento ai “Testimoni” che hanno accettato di portare la loro esperienza di servizio e di fede al nostro incontro: S.E. Mons Luigi Moretti, arcivescovo Metropolita di SalernoCampagnaAcerno, Suor Andreina di casa RUT e Marisa Diana al cui fratello è stata intitolata questa nostra Piazza virtuale. Per il MASCI è un momento importante della sua realtà associativa, non solo perché con il libro che qui presentiamo, diamo vita ad una collana di pubblicazioni non periodiche dedicata “all’educazione degli adulti” un tema che riteniamo rappresenti una sfida particolarmente urgente del nostro tempo ma anche perché, questa nuova collana editoriale (insieme alla nostra rivista mensile Strade Aperte e ai quadrimestrali Quaderni di Strade Aperte) rappresenta il tentativo di raccogliere le “tracce” che riassumano il patrimonio di esperienza e di ricerca del nostro Movimento, con l’intento di metterle a disposizione delle donne e degli uomini del nostro tempo, al fine di costruire insieme un modo migliore L’esperienza che ci apprestiamo a vivere in questa bella sala che ci ospita, non vuole avere la nobiltà di un Convegno, né la valenza di un’Assemblea, ma vuole essere nello stesso tempo realtà e metafora di un incontrarsi in Piazza. Non una Piazza moderna, dove ognuno si sente solo, tra il rumore del traffico e la folla indifferente, ma l’agorà dell’antichità classica, il luogo del confronto, del dibattito, della partecipazione. Il luogo dove si annunciavano i grandi momenti della guerra e della pace, dove si rifletteva insieme sull’identità e sulla missione, dove ci si riconosceva come appartenenti allo stesso popolo. Anche nella, fin troppo bistrattata, cultura medievale, le Piazze i Trivi e i Quadrivi, erano i luoghi della conoscenza, della cultura. Nelle Piazze nei Trivi e nei Quadrivi si affacciavano le botteghe artigiane, scuole del sapere, dell’esperienza e dell’apprendimento. E’ con questa idea della “città da abitare, da vivere da condividere” che ci siamo riuniti qui a Salerno. Abbiamo chiamato questa esperienza “abitare la città dell’uomo” per confermare lo specifico del MASCI: quello di realizzare la missione di “educazione degli adulti”. L’educazione, nello scautismo di ogni età, non si realizza nel chiuso di un’aula scolastica, ma si realizza vivendo e coinvolgendosi con la storia dell’uomo, con il suo ambiente, con il proprio tempo.

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L’educazione, nel metodo scout, si realizza sperimentando la fatica della strada. Strada che, percorsa con dei compagni o in solitario, è quella che aiuta la maturazione interiore dell’uomo. Non a caso, in un vecchio numero (1996) della rivista Concilium dedicata al pellegrinaggio, si scriveva autorevolmente che il cammino in sé cioè indipendentemente dalla meta religiosa era rilevante dal punto di vista spirituale. Ma l’educazione, nel metodo scout, si realizza anche, facendo lungo la strada le necessarie soste. Riflettendo insieme sul “senso” delle esperienze fatte, immaginandoci, come nei nostri anni giovanili, riuniti, dopo una giornata di Route, intorno ad un fuoco di bivacco, sotto un cielo stellato, gloria del Creatore. Ecco perché, lungo il nostro sentiero di progressione umana e spirituale, abbiamo inteso fare tappa qui a Salerno, accolti come figli e pellegrini nella casa del Pastore di questa diocesi, per riflettere e verificare il senso e la direzione del cammino fatto. E’ per questo stesso motivo, nelle pagine del volume che oggi presentiamo, abbiamo inteso fissare, sulla carta, le “tracce” del cammino di fede di tanti Adulti Scout, uomini e donne, che mediante un percorso di educazione permanente, secondo il metodo scout, si sono messi “in cammino” sulla strada dell’impegno, per essere testimoni credibili del vangelo di Cristo. Gli autori si sono sforzati, secondo il principio scout di fare del proprio meglio, si sono sforzati – dicevo di lasciare Tracce originali, coraggiose, radicate in una lettura, senza veli e senza pregiudizi. Le pagine di questo libro, sono infatti pagine rigorosamente fondate sul messaggio evangelico, ma al contempo originali e caratterizzate da una lettura senza pregiudizi della condizione umana. “Questo è un libro strano ! Non saprei come altro definirlo”. E’ una affermazione, uscita dalla penna del nostro Assistente Ecclesiastico Nazionale p. Francesco Compagnoni – affermazione che apre il primo capitolo del libro e che mi sento di condividere Pochi dei collaboratori hanno studiato teologia a livello universitario, ma molti hanno letto di teologia e hanno elaborato, per mezzo di concetti acquisiti e di esperienze vissute, un loro modo di sentire cristiano, un loro modo di porsi di fronte agli altri, di chiedere loro di condividere esperienze di fede o anche solo umane. In realtà è un libro strano perché, leggendolo tra le righe, pone una domanda al lettore: Cosa possiamo insegnarci gli uni gli altri noi uomini e donne nati nel XX secolo… sorpresi e a volte smarriti davanti alle tante novità degli ultimi decenni ? Questo sforzo di riflessionecondivisa quindi non è e certamente non poteva essere un quaresimale di prediche sapienti o di esortazioni morali, ne una riflessione approfondita all’interno di un cenacolo culturale, ma vuole essere la testimonianza di un cammino attento sul sentiero della storia. E’ un tentativo di riconsiderare il ruolo del laico adulto nella società e nella Chiesa. E’ un abitare la città dell’uomo in modo consapevole e responsabile. E’ lo sforzo di porsi al servizio del prossimo come strada verso la felicità. In definitiva quello che forse confusamente cerco di dire è che le “tracce” di questo libro, sono tracce scout, e come tali tracce lasciate sul sentiero non per nostalgia

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piazza don peppino diana o peggio per narcisismo intellettuale, ma perché possano essere, come scrive nella prefazione S.E. Paolo Romeo [Cardinale Arcivescovo di Palermo] occasione di crescita spirituale, non solo per gli Adulti Scout, ma anche per tutti coloro che con diverse forme e modalità si pongono sulla strada della ricerca autentica della sequela di Gesù di Nazaret. Tuttavia, tutti voi mi insegnate che crescere non è per nessuno un bene gratuito. La scelta di porsi su un cammino educativo richiede un investimento personale: Per giocare il “grande gioco della vita” (volendo usare una terminologia cara a BP fondatore dello scautismo) occorre metterci passione, intelligenza, coinvolgimento: Si diverte chi gioca la partita non chi la guarda alla televisione. La bellezza della strada, della vetta raggiunta, la si coglie solo se si sperimenta la fatica del cammino, la condivisione della borraccia, della pioggia e del sudore. Per questo abbiamo chiesto a “Testimoni” che sono “con noi sulla strada” (come, non a caso, recita il titolo del libro) di raccontarci la loro esperienza, di condividere con noi i loro talenti, di indicarci i sentieri di un cammino di speranza in un futuro migliore. E proprio perchè questo cammino, tra metafora e realtà, fosse un cammino di speranza per un futuro migliore abbiamo voluto intitolare questa piazza virtuale a don Peppino Diana. Con Marisa, la sorella di don Peppino rifletteremo sulla Traccia di “Spiritualità e Catechesi per Adulti” che questo assistente scout, animatore della Comunità Foulard Blanc e sacerdote di Casal di Principe, assassinato nella sacrestia della chiesa, mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa, ci ha lasciato. Ma poiché fare memoria non è, e non può essere, solo uno sterile ricordare, ci metteremo, nel ricordo dell’impegno civile di don Peppino, sulle tracce di un altro specifico della formazione scout “il servizio” con la testimonianza di Suor Andreina che ci parlerà dell’esperienza di casa RUT. Una Comunità di suore orsoline presente nel territorio di Caserta dal 1995, una Comunità intesa come luogo di prima e seconda accoglienza per donne migranti, sole o con figli piccoli, in condizioni di difficoltà o di sfruttamento. Un servizio di accoglienza che va oltre il mero assistenzialismo, ponendosi l’obiettivo di portare le donne all’autonomia personale, ed alla loro integrazione.

In ultimo ma ovviamente non per ultimo termineremo con le parole del pastore di questa diocesi, S.E.. mons. Luigi Moretti che, concludendo autorevolmente questo incontro, ci aiuterà, dopo la sosta ristoratrice, a rimetterci nuovamente “sulla strada”. Ci aiuterà ad iniziare ancora una volta un nuovo cammino, introducendoci nell’anno della fede, indetto da SS Benedetto XVI e che proprio in questo mese di ottobre la Chiesa comincia a celebrare e a vivere. Una provvidenziale occasione per riflettere sull’importanza del cammino di conversione e preghiera a cui siamo chiamati come popolo di Dio.

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PER AMORE DEL MIO POPOLO Marisa Diana

Parlare di mio fratello a tanta gente per me non è facile, per motivi facilmente intuibili. Quello che per gli altri era don Giuseppe Diana per me erra Pè, non c’era neanche bisogno di finire la parola per dire Peppe. Per lui io non ero Marisa, la “ninnella”. Potete immaginare lo sforzo grande che mi costa parlare di mio fratello per i ricordi sempre chiari, nitidi che mi vengono alla mente e che mi si fanno presenti. Rievocare mio fratello, il suo impegno, la sua attività, la sua azione per il cambiamento mi provoca molte emozioni. Qualcuno crederà che io stia a rievocare la memoria di un morto, le azioni di una persona lontana che, quasi vent’anni fa, è stata assassinata da alcuni camorristi. Chi pensa così, si sbaglia di grosso. Mio fratello per me, e credo per tutti i familiari, gli amici veri, gli scout, per tutti quelli che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene, è una presenza viva ed attuale. Vi sembrerà strano, ma nessuno di noi parla di Peppe come di una persona che non c’è più. Peppe era un uomo di fede ed un sacerdote normale. Un parroco con tutte le responsabilità che l’esercizio di questa incombenza richiede. Quelli che hanno avuto modo di conoscerlo e di lavorarci insieme ne hanno potuto apprezzare l’0attivismo, la generosità e, soprattutto, il coraggio. Vorrei però chiarire a scanso di equivoci, che non stiamo qui parlando del coraggio dell’eroe che decide di immolarsi per gli altri. No !. Parliamo del coraggio della normalità nel quotidiano, di cui c’è tanto bisogno per vivere e continuare la battaglia e la lotta per il riscatto del nostro territorio e del popolo che, oramai, anche i media nazionali chiamano “casalesi”, con un significato negativo. Casalese, cittadina abitante di Casal di Principe sono anch’io, come mio fratello e come gli altri abitanti onesti che non hanno niente a che vedere con la matrice camorristica.

Marisa Diana vice-presidente Coord.Campano

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Siamo incompatibili !. Una minoranza criminale e camorristica non può decidere il futuro e il destino di un intero popolo, non possiamo permetterlo per amore dei nostri figli. “Per amore del mio popolo” … come ha sostenuto mio fratello. Peppe è diventato per me, il metro di misura di una chiesa che adesso pare risollevarsi. Per tanto tempo la nostra non è stata una Chiesa profetica, impegnata a fianco degli emarginati, degli ultimi, delle vittime dell’ingiustizia, della camorra, dei poteri forti. Per troppo tempo la chiesa, dentro la quale siamo nati e rimaniamo, è stata più

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marisa diana di facciata che di sostanza. I nostri pastori, i nostri preti e noi stessi, come credenti, siamo stati testimoni tiepidi, indecisi, spesso impauriti. Abbiamo preferito giocare in difesa, senza esporci. Blindati dentro i nostri edifici di culto, le nostre grandi chiese, belle e protettive., Dalle quali Peppe intendeva farci uscire. Aveva intuito, più di vent’anni fa, che dovevamo rimboccarci le maniche e ai tanti baci, bacetti, genuflessioni dovevamo sostituire la responsabilità, il lavoro, l’incontro e la testimonianza fuori dalle sacrestie. Per questo era molto impegnato con i giovani, con i suoi scout ed i movimenti, sia a livello locale che nazionale. “Per amore del mio popolo” fu divulgato nel Natale del 1991. Sono passati ventuno anni ma vi invito a rileggerlo oggi. Risulta ancora attuale, fresco come se fosse stato scritto ieri. Le preoccupazioni di cui parla, più o meno, sono rimaste le stesse. C’è stato sì un impegno delle forze dell’ordine e della magistratura che hanno decapitato l’organizzazione camorristica, ma ciò che manca ancora è innanzitutto una azione culturale efficace e dirompente per combattere il cosiddetto “brodo di cultura”, che origina ed alimenta la mentalità camorristica. Per riattivare la dinamica della società c’è bisogno di concrete proposte di sviluppo che attivino meccanismi virtuosi e coinvolgenti i quali portino all’occupazione e alla possibilità di un lavoro, soprattutto per i giovani, a cui è spesso rubato il futuro.

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Casa Rut: l’accoglienza oltre l’assistenzialismo” Suor Andreina

“Sono venuto perché tutti abbiano vita in abbondanza”. Sono stata colpita dal motivo di questo vostro incontro: “abitare la città dell’uomo”. Abitare la città, abitare la casa, la nostra vita, abitare il nostro essere, per ascoltare i ritmi dei tempi, dei richiami dell’umanità, entrare così nella storia – città degli uomini. La vita pullula dalla strada o se volete nelle case e non nei palazzi. Il libro che oggi presentiamo porta il titolo: “con noi sulla strada” … La pedagogia della strada racchiude una grande spiritualità e questo nostro incontro potrebbe essere letto a partire dall’immagine del vento: il vento dello Spirito, di cui Gesù diceva: non sai da dove viene e dove va. I documenti, le leggi sono prescrittivi, dicono dove devi rimanere, sottolineano la rigida appartenenza; il cuore, il vento invece fa sconfinare. La passione per il Vangelo, il coraggio di osare ti fanno percorrere strade inverse. Anche Casa Rut ha avuto il suo inizio percorrendo le strade della città e della periferia, soprattutto in quei luoghi dove molte giovani sono costrette a vendere il loro corpo e queste giovani di colore sono unicamente percepite come prostitute. A noi questo titolo non ci stava bene, è una definizione troppo offensiva della dignità umana; non ci bastava la risposta che da mondo è mondo la prostituzione c’è sempre stata. Molti ci dicevano che era pericolo avvicinarle, potevamo rischiare ritorsioni, minacce: ma noi, come donne, come religiose volevamo incontrare quei volti. Così suor Rita insieme ad altre donne, amiche e volontarie, l’8 marzo 1997 ha caricato la macchina di vasetti di primule per portarle come segno di amicizia, di vicinanza, di condivisione del loro dolore. Ed è stato l’inizio di una serie di incontri sconvolgenti. I loro volti, le loro storie hanno sconvolto la nostra vita: non si poteva più far finta di niente, si doveva accogliere il Vangelo della liberazione per lenire quel grido di dolore. Ecco si parte. Dalla strada, luogo santo, dove abita Gesù, la strada del sacramento.

Suor Andreina Casa Rut

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Casa Rut: spazio di accoglienza che contraddice alla radice altre immagini di equivoca solidarietà; non un istituto, non una istituzione, non uno sopra e l’altro sotto, non un dispensare dall’alto una elemosina. Dice essere alla pari tra chi ospita e chi è ospitato, scambiarci affetto, pensieri, costruire insieme il percorso di liberazione.

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suor andreina Dice la voglia di una casa anche per te, per il tuo futuro. Casa Rut dice la voglia di una casa dove delle donne consacrate siano maestre di libertà e autonomia. Casa dove vuoi che l’altra fiorisca nei suoi colori e non nei tuoi. E dove l’altra l’immigrata, la straniera, fa fiorire te. Casa Rut, segno, luogo dove non succede che stai per un po’ e poi ti scaricano. Ricordate Rut, la Moabita della Scrittura, che dice alla suocera che non vorrebbe sradicarla dalla sua terra per portarla nella propria: “Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro, perché dove andrai tu andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò”. Così è per queste ragazze che si fermano per ritrovare la vita. Per noi accogliere non è semplicemente organizzare un servizio, offrire un posto letto, un luogo dove posare le proprie cose, ma è soprattutto fare spazio dentro di noi, perché queste giovani donne, violate nel corpo e nella loro dignità, possano trovare il calore di una casa, possano abitare le nostre vite, i nostri sentimenti, possano trovare spazio nel nostro cuore di donne, donne consacrate. Dall’apertura di Casa Rut ad oggi sono passate più di 300 ragazze e sono nati 50 bambini: hanno avuto perciò la possibilità di abitare questo spazio di amore trovando la forza e il coraggio di riprendere il cammino. Qui sulle nostre strade, violate, vengono ridotte a non sentirsi più persone, ma unicamente carne per il mercato del sesso. Le ragazze nigeriane, nella maggioranza, arrivano in Italia attraversando il deserto africano a piedi, poi sulle carrette del mare. Affrontano viaggi inimmaginabili che durano mesi, soffrendo fame, sete, sonno. Molte muoiono, subiscono gravi violenze, abusi. E arrivate tra noi vedono infrangersi i loro sogni, le loro speranze. Ecco che possiamo legare il cammino di queste ragazze a Casa Rut come il ritorno dei discepoli di Emmaus, o il ritorno del Buon Samaritano, colui che si prende cura dell’altro. Casa Rut ha una prima accoglienza dove avviene il percorso di recupero, con un percorso umano, psicologico, sanitario; l’acquisizione dei documenti; l’apprendimento e miglioramento della lingua italiana; la formazione e l’addestramento al lavoro. Una seconda accoglienza di autonomia, dove le ragazze iniziano un percorso puntando sulle proprie risorse, prendersi cura di se stesse, della casa, dei bambini. Casa Rut è uno spazio aperto alla speranza: ma come dare speranza a queste giovani ?. Ecco nasce la cooperativa “NewHope”. Il lavoro da speranza a queste donne, che noi vogliano far crescere in autonomia e non legate al mero assistenzialismo. Ogni manufatto creato da queste ragazze, ha un valore immenso: è il racconto di una rinascita e del coraggio di una vita immersa nella speranza.

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DI CHE COLORE È LA PELLE DI DIO?

LA PIAZZA DELLA “MONDIALITÀ”. Lilli Mustaro

A voi che siete convenuti nella Piazza Aldo Capitini, sulla “Mondialità”. A voi che avete manifestato una gioiosa partecipazione ad un momento importante e significativo dell’ evento “ Piazze, Trivi e Quadrivi. “ A voi che avete dimostrato interesse, attenzione, disponibilità, pazienza, competenza negli interventi. La Piazza, nella sua configurazione fisica, è perfetta per l’idea che noi della Commissione Denti, ne avevamo quando l’abbiamo pensata e progettata: lo spazio delimitato da quattro rigogliose palme, le due eleganti scalinate tondeggianti a formare una specie di “ abbraccio “ per l’ingresso alla Chiesa dell’Addolorata, suggestiva e accogliente, il piano rialzato, rispetto alla piazza, permette di realizzare una breve ma intensa rappresentazione, fatta di suoni e colori, che introduce il tema della Mondialità. Questo il contesto che accoglie gli ospiti, che si presentano in modo discreto ma immediatamente amabile : Cecilia dall’Oglio, Flavio Lotti, Piero Badaloni. Un moto di orgoglio è inevitabile e si è percepisce, chiaro e forte, un sentimento di piacere e di benessere che ha, poi, connotato fortemente l’incontro. Un breve video sulla figura di Aldo Capitini, filosofo, politico antifascista, poeta ed educatore del XX secolo, crea il presupposto emotivo alle numerose sollecitazioni alla riflessione, provenienti dagli interventi impeccabili di Flavio Lotti e di Cecilia Dall’Oglio. La pacatezza sorridente e convincente del coordinatore della Tavola della pace, avvince l’attenzione degli AS che recepiscono il trasporto ideologico e la grande umanità delle sue parole. Il messaggio è chiarissimo e ineludibile: dobbiamo educarci alla pace e operare per la pace, facendo pace nella nostra testa e nel nostro cuore. Cecilia Dall’Oglio, forse inconsapevolmente ma in modo affascinante, colpisce l’assemblea con la sua sensibilità di donna responsabile di tante azioni volte ad affrontare situazioni di drammatico malessere. Ci invita, in modo discreto ma deciso ad iniziative che abbiano grande impatto ed efficacia perché possa maturare un reale cambiamento. Quando alla Piazza Aldo Capitini è stato destinato come moderatore Piero Badaloni,

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Lilli Mustaro Consigliere Nazionale

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il primo pensiero è andato alla sua professionalità e questo bastava ad assicurarci il successo dell’incontro. Ma siamo andati oltre ogni aspettativa. Le competenze di giornalista della Rai sono state “ sublimate “ dalla sua grande passione, dalla simpatia della persona e dalle sue convinzioni ideologiche, chiaramente enunciate e condivise dall’assemblea. Gli AS sono, infine, intervenuti per raccontare la propria esperienza, per esprimere opinioni e pareri che sono stati poi ripresi, per il commento finale, da Cecilia, Flavio e Piero. Ogni intervento è stato ” acceso “ simbolicamente da un bellissimo cero ( dono del generoso Pino Romeo ) che al centro di un grande cuore formato, sul pavimento della chiesa, da tanti piccoli lumicini, ha illuminato con la sua luce, la riflessione e la partecipazione sollecitata dalle preziose testimonianze dei tre illustri ospiti. Le due ore dell’incontro sono volate… sono già le 12,30 . L’applauso affettuoso e riconoscente suggella la fine dell’incontro. Si va via, portando nel cuore e nella mente visi sorridenti, emozioni e sentimenti… ma soprattutto la consapevolezza, per molti rafforzata, per alcuni conquistata, di un nuovo coraggio e di nuove energie. Il messaggio, sempre rinnovato, é quello di “ non avere paura “ ad andare controcorrente.

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LA “PIAZZA” DELLA MONDIALITÀ Donatella Secchi

Quando nella piazza Abate Conforti, intitolata per l’occasione ad Aldo Capitini*, il silenzio degli Adulti Scout viene rotto dal rumore confuso dell’altoparlante che propone il susseguirsi e l’accavallarsi di suoni derivanti dalle nostre tipiche abitudini quotidiane: quello del traffico cittadino e poi soprattutto quello proveniente dalle televisioni, con i loro invadenti e martellanti programmi… l’invito è chiaramente alla riflessione sulla qualità della vita di ciascuno; su ciò che riempie i nostri spazi vitali quotidiani e che spesso, nostro malgrado, contribuisce a “coltivare” quell’individualismo divenuto ormai caratteristica peculiare del “modello occidentale” ritenuto vincente. Tale chiusura in noi stessi spesso si accompagna a sentimenti di intolleranza e paura dell’altro, del diverso da noi, che non possiamo, non dobbiamo accettare passivamente! L’invito ad essere “Musica e non statua”, a “vivere la festa della vita” è l’invito all’apertura, alla conoscenza, alla solidarietà, alla corresponsabilità: assi portanti nella realizzazione della “Mondialità”. Le foto con i sorrisi dei bambini di tutto il mondo rallegrano già la piazza, che poi si colora ulteriormente con l’improvviso srotolarsi di drappi multicolori: i colori degli uomini: luce di Dio! L’invito al “ballo della festa” guida i convenuti all’interno della chiesa sconsacrata dell’Addolorata, e l’accensione del cero, “fuoco e luce che illumina la Condivisione e il Dialogo”, li prepara all’ascolto dei Testimoni. Piero Badaloni (giornalista RAI), dona all’assemblea dei convenuti la lettura di una poesia che può rappresentare la Musica (di cui si è parlato) da cui partire: “Il tuo Cristo è giudeo, la tua auto è giapponese, la tua pizza è italiana, il tuo cus cus è algerino, la tua democrazia è greca, il tuo caffè è brasiliano, il tuo orologio è svizzero, la tua camicia è indiana, la tua radio è coreana,

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i numeri sono arabi, la scrittura è latina, e tu… rimproveri ancora al tuo vicino di essere uno straniero?!? In realtà la Terra è un villaggio e sta a noi renderlo più giusto e più vivibile!” (Autore: immigrato senegalese 23 aprile 2005) Flavio Lotti, coordinatore della “Tavola della Pace” promotrice della Marcia PerugiaAssisi per la Pace e la Fratellanza dei Popoli, introduce il suo discorso rivolgendo un “Grazie di esistere! Grazie al MASCI: a tutte le donne e gli uomini che ne alimentano ogni giorno l’impegno e le attività!” Parla dell’impetuoso e travolgente “cambiamento” del mondo, che genera grande disorientamento ed incertezza per la perdita dei saldi punti di riferimento presenti nel passato. Incertezza che pervade proprio noi che abitiamo quella “cittadella occidentale” che col suo potere politico ed economico “decide” ancora le sorti di migliaia di persone nel resto del pianeta! Paradossalmente viviamo una condizione di profondo disagio e siamo preda della più grande instabilità e paura per il futuro: “Noi, col nostro potere sulle sorti dell’umanità e del pianeta, siamo incerti e disorientati!!” Non sappiamo bene cosa sta accadendo e soprattutto, non sappiamo ciò che potrà accadere! Ci preoccupiamo per la “nostra” crisi che ci attanaglia rendendoci insensibili ai fatti gravissimi che accadono attorno a noi nel mondo! E “deleghiamo” al politico di turno la definizione della “ricetta” che salvi le “nostre” sorti, individuali ed individualistiche! In questo scenario che impone necessariamente una svolta, un cambiamento del nostro modo di intendere e vivere la crisi, la riflessione e proposta di Flavio Lotti è un “Decalogo provvisorio”, quale strumento di lavoro nel mondo che cambia. Innanzitutto 1. è indispensabile tentare di ridurre il nostro deficit cognitivo: abbiamo bisogno di continuare a imparare e capire… 2. per cercare di cambiare il nostro punto di vista sul mondo e guardare agli altri. E’ finita un’epoca: siamo alla fine del dominio occidentale sul mondo durato 5 secoli. Non siamo più il centro del mondo! E al mondo non c’è più un solo centro; altri Paesi, in Asia, America Latina, Africa… rappresentano nuovi centri d’interesse e attenzione nel mondo, che è già tra di noi! Siamo chiamati ad accoglierlo e se non lo facciamo, non verremo accolti; se lo respingiamo, verremo respinti. Infatti cambiare il nostro modo di guardare agli altri non è solo un fatto di “buonismo” oggi diventa una necessità vitale, diventa nostro interesse! E’ necessario “fare pace” nella nostra mente, liberandola da tutti quegli or3. pelli, quegli stereotipi, quelle idee e quegli “dei” ai quali abbiamo sacrificato tutto e che oggi alimentano il cinismo, il fatalismo, l’indifferenza, l’egoismo, la sensazione del declino inarrestabile e la sfiducia nei confronti di tutto e di tutti. Bisogna ricostruire la scala dei nostri valori e dare un senso alle parole che 4. li definiscono: perché parole pregnanti come Pace, Solidarietà Giustizia…non di-

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Piazze, Trivi e Quadrivi ventino e non siano più parole che ognuno di noi interpreta come vuole. Ricostruire una scala di valori significa sostituire l’esclusione con l’accoglienza; lo sfruttamento con la giustizia sociale; l’egoismo con la responsabilità; l’individualismo con l’apertura agli altri; l’intollerenza con il dialogo… 5. Dobbiamo cambiare le nostre priorità, il nostro stile di vita: non possiamo più pensare di “continuare a crescere”; a consumare e sfruttare quello che non ci appartiene! Il limite è già stato raggiunto, anzi è già stato superato e dopo tale limite c’è uno scontro fatale e c’è la distruzione! Il numero degli abitanti della Terra negli ultimi quarant’anni è raddoppiato, ma le risorse sono sempre quelle, anzi siccome ne abbiamo già consumate troppe non basteranno, e la lotta per il loro accaparramento sarà terribile. Dobbiamo quindi ripensare alla nostra idea di “benessere” ma anche al nostro modo di spendere i soldi, coscienti del nostro potere sui mercati. … Dovremo ritornare ad imparare a condividere. 6. E’ indispensabile riscoprire il valore della cooperazione a tutti i livelli e il cambiamento deve avvenire improrogabilmente oggi! Ma partire da noi, da me, non è sufficiente: bisogna riscoprire cosa significa “agire insieme” “cercare insieme” la strada per affrontare l’attuale crisi attraverso il dialogo, il confronto e la verifica dei passi che facciamo, evitando le deleghe! 7. Dobbiamo assolutamente “credere” e lavorare per la PACE”, smettendo di “parlare” inutilmente di PACE! 8. Bisogna passare dal paradigma della “sicurezza armata” al paradigma della “sicurezza umana”; sostituire l’idea della sicurezza dei confini con l’idea della sicurezza delle persone: avere una casa, un lavoro, la sicurezza alimentare una condizione di vita dignitosa… 9. E’ necessario ricominciare dalle Comunità locali, dalle nostre città che devono diventare “laboratorio” di quel mondo che vogliamo cambiare, quale contributo fattivo per la costruzione delle relazioni internazionali. 10. Dobbiamo insomma tornare ad “educarci” alla PACE sentendoci “coinvolti” e “corresponsabili.” ******* Cecilia Dall’Oglio, coordinatrice di “Iniziativa Italia Volontari nel Mondo” (FOCSIV) sottolinea la grandissima responsabilità cui il MASCI si fa carico con la sua presenza a Salerno e l’obiettivo di “Abitare la città dell’uomo”. Esprime grande apprezzamento per il quaderno n° 9 del periodico “Strade Aperte”: “Di che colore è la pelle di Dio” e riconosce nel lavoro del MASCI un progetto ambizioso, non facile ma possibile, da portare avanti con convinzione e col cuore: “Abitare la città” è innanzitutto esprimere la propria solidarietà e lavorare contro ogni forma di intolleranza! Grazie alla “fratellanza scout” in tutto il mondo, questo obiettivo diventa “Abitare la frontiera” in quanto gli scout possono contare su partners con cui lavorare concretamente anche nei Paesi più lontani. Fare rete è il modo per avere maggior impatto, e gli scout in tutto il mondo educano già allo sviluppo nei luoghi specifici; fare rete fra tutte le associazioni di volontariato internazionale rappresenta la sfida decisiva poiché i grandi finanziamenti ormai vengono riconosciuti ad iniziative con più attori. La “conoscenza” inoltre, è un altro punto fondamentale della realizzazione della “Mondialità” poiché l’esperienza

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diretta nei Paesi lontani, l’impegno politico (alta forma di carità!), l’esperienza di Fede con le persone che incontriamo, e la responsabilità nel proprio territorio… possono essere vissute pienamente se esiste una conoscenza internazionale maturata attraverso il viaggio, l’esperienza concreta, l’incontro delle realtà altre. Cambiare lo stile di vita, abitare realmente la città attraverso la filiera corta, il Km zero, il contatto produttoreconsumatore e ritornare alla terra… rappresentano scelte determinanti perché attraverso la terra si costruisce il borgo! La consapevolezza che “non siamo in crisi noi come persone” ma è in crisi il “modello di sviluppo”, è importante per “fare” concretamente e, insieme, attuare la svolta! ******* Piero Badaloni infine sottolinea l’importanza di cogliere pienamente la complessità della sfida che scegliamo di vivere, rappresentata innanzitutto dal mare di pregiudizi sull’immigrazione da scovare e combattere. “Cittadinanza attiva” è anche pretendere un servizio pubblico d’informazione più veritiero e di qualità, e impegnarsi perché il rapporto con i media (troppo spesso veri responsabili di tali pregiudizi e della povertà dell’informazione) sia sempre più consapevole e solerte; essere cittadini attivi è anche tenere a bada quel revisionismo e negazionismo che rischiano di portarci a ripetere gli errori del passato.

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PIAZZA ANGELO VASSALLO “ENTRA NELLA STORIA” Carlo Bertucci e Anna Maria Volpe

“Il nostro è dunque un tempo di trasformazioni grandiose e continue. Tutto fluisce veloce e i punti stabili di riferimento sono sempre di meno. Dobbiamo ritrovarli più dentro che fuori di noi. Dobbiamo ritrovarli nella nostra relazione con l’altro, scacciando le paure che ci rinchiudono in noi stessi.”(Premessa al Quaderno di Strade Aperte n. 6 – Entra nella storia). Una delle “piazze” dell’evento di Salerno si è svolta nell’ambiente suggestivo del complesso monumentale di Santa Sofia. La piazza era intitolata ad Angelo Vassallo, coraggioso sindaco di Pollica nel Cilento, ucciso da mano ignota qualche anno fa, noto come il sindaco pescatore per il suo passato di pescatore e per l’amore per il mare e la terra, che nella sua attività di amministratore lo aveva sempre guidato, La Piazza ha sviluppato un approfondimento sul tema “Entra nella storia”, già trattato dal Quaderno n. 6 di Strade Aperte (lo trovate sul sito del MASCI) che era stato un contributo sul servizio e sulla cittadinanza responsabile degli adulti.. L’incontro, che è stato coordinato da Bruno Magatti, ha visto la partecipazione numerosa di Adulti Scout che hanno riempito tutti i posti disponibili per ascoltare gli spunti di riflessione proposti dal sindaco di Salerno Vincenzo de Luca, dal parlamentare Giovanni Bachelet e da Grazia Villa, presidente dell’associazione La Rosa Bianca, un’associazione di cattolici per l’educazione alla politica e alla democrazia che ha preso nome e ispirazione dal gruppo di studenti antinazisti che si opposero in modo non violento al regime di Hitler, pagando con la vita questa scelta coraggiosa. L’incontro, moderato dal giornalista di Avvenire Toni Mira, ha offerto testimonianze di partecipazione politica da diverse prospettive. Accogliendo i partecipanti Bruno Magatti ha affermato che oggi qui non viviamo un inizio, né una fine, “ma solo una tappa, cioè un punto di frontiera, immagine di tutti noi e della nostra storia, un luogo in cui si va attrezzati per diventare uomini e donne che sappiano vivere le problematiche che a loro si presentano. Oggi qui impareremo a vivere la nostra frontiera insieme ai nostri ospiti”. Toni Mira, inviato di “Avvenire”, figlio del non dimenticato Presidente del MASCI,

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carlo bertucci e anna maria volpe Giuseppe Mira, ha voluto sottolineare come dopo cinquant’anni dalla sua Promessa si trovava di nuovo fra i suoi fratelli scout nella piazza simbolicamente dedicata ad Angelo Vassallo “che è stato ucciso per la sua buona amministrazione, ma il suo esempio continua anche oggi a dare buoni frutti”, così come il sindaco Vincenzo De Luca, nostro ospite, il quale si dice abbia ricevuto più di 200 atti intimidatori per la buona amministrazione della città di Salerno. “Sta cambiando qualcosa nel nostro Paese ? Questo è senz’altro un momento cruciale di determinazione politica”. Il sindaco De Luca ha esposto con passione l’impegno di un amministratore locale di una terra non facile, dove erano radicati atteggiamenti clientelari e opportunisti. Cambiare rotta non è stato facile perché il contesto locale è influenzato da famiglie o clan che, anche con comportamenti minacciosi mirano a corrompere la gestione del territorio. I punti più importanti del suo intervento (più volte interrotto dagli applausi degli ascoltatori) sono riassunti qui di seguito. Oggi è più che mai necessario testimoniare i propri valori e poiché la politica in un paese democratico vive di consensi occorre cominciare dalla scelta dell’individuo che opera con la legge dei diritti e doveri e non con scelte clientelari. Le amministrazioni funzionano bene se si comprendono le necessità dei cittadini, se si è molto rigorosi concedendo fondi in base ai risultati. Salerno è la prima città in Italia per la raccolta differenziata dei rifiuti, la quarta per asili nido e scuole materne, l’unica in Italia che ha stretto un accordo di ricerca in campo medico con le migliori Uiversità del mondo. Occorre premiare gli enti locali che danno risultati eccellenti, non tagliare i fondi allo stesso modo di chi sperpera il denaro pubblico. Il più grosso problema italiano è la crisi della democrazia che ha creato uno scollamento fra istituzioni e cittadini, perciò occorre che il cambiamento operi in profondità, che interroghiamo le nostre coscienze e che trasmettiamo ai nostri figli la libertà, l’autonomia, la dignità e non il ricatto, il servilismo. Non ci ricordiamo più cosa significa decenza siamo diventati una grande casa di tolleranza accettata pubblicamente con perdita di tutti i valori, devastazione pubblica dei nostri principi di correttezza e dignità. Possiamo salvarci solamente facendo nostri gli antichi valori dei padri. Giovanni Bachelet ha esposto la sua esperienza di parlamentare, non facile per lui che fino a poco tempo fa insegnava all’Università, ma che comunque consente un livello di partecipazione politica attiva,capace anche di influenzare le decisioni fondamentali per la vita dello Stato. “Occorre essere onesti ma occorre anche avere la capacità di fare, infatti per molti la Promessa scaut è stata determinante, per altri no. La politica è per eccellenza il luogo dell’opinabilità, occorre discernere ed avere il giusto equilibrio delle scelte che occorre fare.” Grazia Villa ha invitato tutti a scelte coraggiose di partecipazione e a una mobilitazione dal basso che possa portare a cambiamenti nella politica e nella società. “Oggi qui viviamo l’emozione di condivisione degli ideali delle persone che sono morte prima di noi per testimoniare quello in cui tutte le persone giuste credono.

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Occorre analizzare il pre ed il post di questo momento politico, nel pre siamo vissuti di assenza di moralità esisteva solo camorra e mafia. Oggi siamo nel biennio del cambiamento, occorre sporcarsi le mani per cambiare il nostro futuro, riconquistare il diritto al lavoro, alzare la voce e non aver paura di fare da megafono per costruire il futuro insieme ai giovani”. Non c’è stato tempo per un dibattito ma le testimonianze hanno confermato ai presenti la necessità di una partecipazione responsabile alla vita sociale e politica. Come direbbe Padre Sorge “Uscire dal Tempio” e piantare nella terra arida i semi della speranza di un futuro migliore. L’interesse partecipato degli AS era testimoniato dalle numerose scritte vergate dai partecipanti, viatico per l’impegno di ognuno: • Una società è tanto più ricca quanto più è capace di raccogliere ogni contributo al bene comune, comprendendo il più piccolo ed il diverso. • La buona politica richiede donne e uomini virtuosi cioè persone senza interessi personali. • Ognuno dovrebbe vedere riconosciuto l’impegno e valorizzata la qualità delle prestazioni per il bene comune. • Tutti gli esseri umani senza eccezione sono uguali in dignità. • La virtù per se stessa è premio “sufficientissimo” ai suoi seguaci. • La frontiera, una terra di nessuno, è il luogo privilegiato per riconoscere realmente l’altro e la sua esperienza. • I diritti riguardano non l’uomo come individuo ma come persona, non solo l’uomo nella sua individualità ma inserito indissolubilmente nella rete delle relazioni che lo coinvolgono.

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A SPASSO PER I TRIVI Carlo Bertucci

In un pomeriggio caldo ma ventoso i fazzolettoni azzurri hanno invaso il lungomare di Salerno e passanti incuriositi ci hanno rivolto domande e visitato i nostri gazebo regionali. Ne abbiamo visitati alcuni. Il Lazio ha organizzato un piccolo spettacolo sui diritti di cittadinanza degli immigrati. Al termine tutti gli attori indossano un giubbotto e usano la ramazza per pulire simbolicamente e materialmente la nostra società perché diventi più accogliente. L’iniziativa si chiama Ramazza Arcobaleno e viene proposto alle comunità del MASCI delle altre regioni di realizzare, anch’esse, un evento simile insieme agli immigrati per i quali si chiede più facile accesso ai diritti di cittadinanza Il Trentino Alto Adige presenta l’educazione morale e civile della nostra società. Ciascuna comunità della regione ha sviluppato un argomento su questo tema. Una comunità, ad esempio ha analizzato la prima parte della Costituzione italiana. Un’altra comunità ha trattato della formazione etica in politica. Un’altra, la famiglia e in particolare il rapporto genitori figli. E poi il ruolo dei laici, popolo di Dio nella Chiesa, la figura educativa dell’anziano, come educare alla raccolta differenziata, La Liguria presenta il lavoro svolto nello scorso biennio sull’educazione degli adulti, con un occhio particolare all’etica personale e l’etica delle istituzioni. Il tema è stato lanciato durante la Festa di Primavera del 2011 A ottobre 2011 è stato organizzato un convegno aperto al pubblico dove il prof. Magatti della Cattolica di Milano e padre Gamberini, direttore della rivista di teologia italiana, hanno presentato alle comunità e ai cittadini le linee guida di una riflessione sull’etica. Le comunità poi hanno scelto degli argomenti che hanno sviluppato e sono stati presentati in un convegno finale cui è intervenuto anche il Presidente Riccardo Della Rocca. Sono state sviluppate anche proposte operative presentate al Consiglio Regionale. La Sardegna ha proposto una riflessione sulla legge scout analizzando ogni articolo e lanciando una caccia al tesoro in cui, dopo aver raccolto una serie di indizi presso gli altri stand, bisognava associare un personaggio a un articolo della legge. La Calabria, con sottofondo di canzoni calabresi, ha aperto un mercato e ai visitatori sono stati consegnati tappi che rappresentavano monete che servivano per comprare gli impegni. Per quanto riguarda la Città, il servizio alla mensa dei poveri, resistenza contro le mafie e combattere contro le centrali a carbone. Per il Cuore il banco solidarietà o il centro di ascolto. Per il Creato sono stati presentati i sapori

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TRIVIO REGIONE Emilia Romagna

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La solidarietà internazionale Vanda Sansovini

Il termine “solidarietà” sta ad indicare un atteggiamento di benevolenza e comprensione, ma soprattutto uno sforzo attivo e gratuito, atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno di un aiuto: popoli oppressi dalla miseria, persone costrette ai margini della società a causa di problemi economici (disoccupati, sottostipendiati, pensionati, etc.) o di altro genere (malati, invalidi, stranieri, etc.) La Solidarietà Internazionale, in particolare, opera nel tentativo di superare le contraddizioni violente che la vita di oggi ci getta contro, che possiamo sintetizzare col divario Nord-Sud, frontiera intollerabile tra la ricchezza sempre più opulenta del Nord e la miseria sempre più senza speranza del Sud del mondo. Lo scautismo, e nello specifico quello Adulto, deve tendere ad essere il naturale operatore di solidarietà, in grado di riconvertire il mondo alla speranza, tappa essenziale di ogni vero progresso. Attraverso il servizio tutti gli scout sia giovani sia adulti possono realizzare imprese di solidarietà, dando ad esse sostanza e concretezza, affinchè l’attenzione all’altro non rimanga nella genericità. La solidarietà deve sostanziarsi, differenziarsi, non può rimanere generica, rischiando in tal modo di essere inconcludente. Il servizio agli altri presuppone, per la sua concreta realizzazione, valori ed ideali accompagnati da principi che rafforzino nell’azione. Tanti AS si impegnano così per dare testimonianza e rendere leggibile un tratto del cammino della Regione Emilia Romagna verso la Solidarietà Internazionale in un gazebo attraverso: • i Muppet che si esibiscono in uno show canoro a simboleggiare la gioia e la speranza; • pace)

un rebus su magliette colorate, (i cui colori sono quelli della bandiera della

• un libretto da distribuire ai passanti in cui si può trovare una sintesi dei piccoli e grandi progetti in cui si sono impegnati gli Adulti Scout dell’Emilia Romagna, una testimonianza delle imprese effettuate, un tratto del cammino percorso

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Piazze, Trivi e Quadrivi verso la Solidarietà Internazionale a cui potranno aggiungersi tante altre iniziative… così come potranno unirsi anche tante altre persone. “Essere solidali per non essere mai soli! La solidarietà non va mai fatta per essere vantata e sbandierata, ma deve essere comunicata e condivisa, perchè si sappia che non si è soli e che non siamo i soli a vivere la responsabilità verso gli altri! P. Giovanni Bertuzzi O.P. Assistente Ecclesiastico Emilia Romagna

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TRIVIO REGIONE LOMbardia

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Voci credibili nel testimoniare

In un tempo in cui il tessuto sociale del nostro paese vacilla e i cardini fondamentali del vivere si sgretolano con una disoccupazione diffusa, con un deterioramento delle condizioni e della qualità del lavoro, con una limitazione delle prospettive di occupazione e di realizzazione personale, anche rispetto alla formazione di giovani famiglie, noi adulti scout ci impegniamo: • a favorire la valorizzazione della persona in tutte le sue dimensioni nel lavoro, nella famiglia, nella società • ad essere voci credibili nel testimoniare con coraggio il recupero dei valori della libertà, della democrazia e della legalità nel nostro agire quotidiano di cittadini del mondo • a difendere l’ambiente anche come luogo di confronto, di integrazione e di rispetto della dignità umana

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TRIVIO REGIONE SARDEGNA

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“La Legge Scout per gli Adulti del Masci”

Le Comunità della Sardegna hanno affrontato un tema molto caro a tutti gli scout: obiettivo del Polo d’Eccellenza era infatti l’acquisizione di maggiori conoscenze e consapevolezze sui dieci articoli della Legge Scout; nello specifico l’impegno era rivolto a leggerli ed interpretarli in relazione alle scelte della vita adulta. Il lavoro si è articolato in vari momenti in cui ogni Comunità ha potuto affrontare un percorso particolare secondo metodi e strumenti liberamente scelti, per raggiungere obiettivi comuni concordati via via a livello regionale. E’ stata l’occasione per affrontare l’analisi approfondita di ogni singolo articolo, attingendo da apporti diversi: la Bibbia, il Catechismo della Chiesa cattolica, il Quaderno “La Legge Scout nell’età adulta” di P. Linati, e alcuni scritti di S. Agostino, S. Pio da Pietrelcina, Madre Teresa di Calcutta, S. Francesco d’Assisi, il Mahatma Ghandi… In particolare approfondire le conoscenze sulla vita di questi e altri personaggi illustri che hanno lasciato un’importante eredità all’Umanità intera, è stato molto interessante. Nelle loro scelte di vita è possibile riconoscere valori civili e cristiani che la Legge Scout esprime nei suoi dieci articoli. E’ stato così che ad ogni articolo della Legge si è cercato di associare uno di questi personaggi. Un lavoro sia di gruppo che individuale in cui ognuno ha potuto cogliere l’opportunità di ricercare, comprendere, riflettere. Sintetizzare e assemblare tutto il lavoro compiuto dalle Comunità, renderlo fruibile e coinvolgente per presentarlo a Salerno in occasione delle “Piazze, Trivi e Quadrivi”… non era facile, ma era necessario trovare il modo per farlo! Innanzitutto era necessario riportare in cartelloni di sintesi, gli aspetti più significativi: un cartellone per ciascuno degli articoli della Legge, con il personaggio scelto quale esempio da seguire. Ma era anche necessario pensare ad un’attività con cui coinvolgere gli Adulti Scout provenienti da tutta Italia! In uno splendido pomeriggio di sole, nel gazebo della Sardegna, situato nella piazza Cavour sul lungomare di Salerno, accurati cartelloni, molto colorati e piacevoli da leggere, facevano bella mostra di sé, mentre uno slogan ammiccante invitava tutti a giocare: “La Sardegna si mette in gioco, giocando e facendovi giocare… solo giocando lo scoprirete!”

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L’attività proposta era una “Caccia al Tesoro” in cui i partecipanti dovevano indovinare proprio i nomi di quei personaggi che nel nostro percorso di studio avevano guidato e illuminato i nostri passi! Ma poiché la riflessione delle Comunità sarde era giunta anche ad individuare personaggi “negativi” che, con le loro scelte di vita, risultavano in piena antitesi con uno o più articoli della Legge, si è deciso di inserire nel gioco anche i loro nomi. Scopo della Caccia al Tesoro era quindi “indovinare il nome di un personaggio famoso della storia, della letteratura o della vita sociale contraddistintosi, nel bene o nel male, per le sue opere”. Ogni rappresentante delle Regioni convenute a Salerno aveva il suo personaggio da indovinare e, a questo fine, aveva a disposizione un indizio iniziale e altri tre indizi da raggiungere nelle varie postazioni dei Trivi, in cui erano custoditi. Ogni indizio in rima baciata, rimandava a quello successivo; inoltre un indovinello indicava il gazebo della Regione in cui ritirarlo. L’ultimo indizio invitava i partecipanti a recarsi nella postazione della Sardegna per comunicare il nome indovinato. Qui i giocatori venivano invitati ad associare al nome del personaggio uno degli articoli della Legge Scout e a spiegare il motivo della scelta, prima di aprire il forziere e trovare la pergamena contenente la LEGGE: il meritato “Tesoro”! Un modo giocoso per riflettere ulteriormente e insieme, su valori e ideali di vita che condividiamo! Camminare per le vie di Salerno e incontrare “i fratelli” delle altre Regioni, pur nelle postazioni più lontane dalla propria, era un altro scopo del gioco. A Salerno l’incontro e lo scambio fra Regioni di tutta la penisola è stato molto sentito e coinvolgente! Nel Trivio intanto si attendevano i giocatori per l’ultima fase del gioco e l’attesa era animata dall’inconfondibile allegria e dai caratteristici balli sardi… con tanto di “berrittas”, i copricapo tradizionali in panno nero, realizzati appositamente per l’occasione …che hanno riscosso grande successo! Ad ogni incontro nazionale sentiamo vivo l’affetto nei nostri confronti e per la nostra isola! Contraddistingue questa avventura il fatto che anche chi di noi era rimasto a casa, era comunque presente col proprio contributo e questo ha reso ancora più speciale rappresentare la Sardegna del Masci a Salerno. Ad esperienza avvenuta sono naturali alcune riflessioni: ⋅ organizzare un gioco da svolgersi in un luogo non conosciuto comporta dei rischi… per cui non era possibile calcolare con precisione le distanze da percorrere… e si è chiesto ai partecipanti di affrontare, in alcuni casi, lunghi spostamenti! ⋅ In fase iniziale inoltre, non si è riusciti a trovare tempi e luoghi adeguati per la spiegazione esauriente del gioco…e ciò può aver causato qualche difficoltà ai partecipanti! Ma si ringraziano tutti per l’entusiasmo dimostrato e per lo spirito di fratellanza con cui si è comunque giocato!”

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Custodire il creato per costruire la pace.

La Sicilia riassume e condensa pienamente tutti gli elementi del titolo di questo Polo, in quanto, oltre ad essere stata dominata nel corso dei secoli da diverse razze ed etnie, ne ha acquisito le diversità culturali, accrescendo ed arricchendo sempre più la propria indole, che, forgiata e completata da multiformi origini, risulta meravigliosamente aperta ed accogliente. Alla caratterizzazione somatica della popolazione aggiunge anche una bellezza paesaggistica unica e la ricchezza dei tesori accumulatisi nel corso dei secoli. E’ la terra delle tradizioni ma anche delle contraddizioni. È la terra dove il neo della criminalità organizzata si inculca come un cancro incurabile, ma in cui uomini coraggiosi come don Pino Puglisi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, il giudice Livatino e molti altri germogliano e gettano semi fecondi. E’ la terra dove la cultura popolare si mischia con la cultura dei grandi letterati: Pirandello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Verga, Bufalino, per citarne alcuni, ma anche dei grandi poeti della scuola di poesia siciliana alla corte di Federico II, dei geografi arabi, di Empedocle e Archimede. E’ la terra di una religiosità radicata nella tradizione dei primi secoli della cristianità, con i suoi santi e i suoi martiri, in cui la religiosità popolare a volte rivela portati della cultura pagana che fu dei greci e dei romani, nel confondere la preghiera con lo scongiuro e la fede con la superstizione in evidenti giustapposizioni sincretiche. È lo stratificarsi continuo di culture e civiltà diverse sfociate nelle multiformi tradizioni popolari, nei molteplici sottodialetti. È una terra che conserva memoria della sua storia in forme di spettacolare folklore che rievocano nella rappresentazione grandi eventi, in ogni paese. Il MASCI siciliano, in tutto questo contesto, si inserisce perfettamente, in quanto i suoi componenti, in ogni espressione operativa, sono pienamente coscienti del patrimonio socioculturale ereditato ed altrettanto consapevoli dello sforzo necessario per indirizzare le coscienze ad agire univocamente per il bene comune. Ma, nello specifico contesto, come può agire il MASCI? Non è certamente semplice, ma è, comunque, necessario impegnarsi a fondo per crescere e proliferare nella legalità e nella qualità della vita, per non rinnegare il patrimonio del passato e guardare con fiducia ad un domani migliore, fieri del nostro essere adulti, scout, cattolici e siciliani.

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E la legalità si persegue anche custodendo il creato, affinché non vi siano abusi che, per favorire l’interesse di pochi, mortifichino le legittime aspettative del popolo fruitore di questo lembo d’Italia, forse l’ultimo nella connotazione geografica della cartina illustrativa della penisola, ma certamente fra i primi per caratteristiche e bellezze naturali, un vero e proprio paradiso terrestre. Il MASCI Siciliano, come rappresentato nei Cantastorie e nel Duetto Siciliano e come descritto nel pieghevole consegnato ai visitatori del Trivio, si adopera costantemente per tutelare certamente questo immenso patrimonio, ma soprattutto, per diffonderlo e condividerlo con tutti quelli che sanno apprezzare, capire e valorizzare le cose belle, perché attraverso la diffusione del bello si diffonde e prospera anche il messaggio dell’armonia e della pace, perché chi ama il bello, chi tutela, chi valorizza è contro la violenza e la sopraffazione.

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PIAZZA, TERRA DEL CANTICO

Ci è stato chiesto di scrivere una lettera nella quale riportare i desideri, i sogni e le aspirazioni scaturite dal lavoro effettuato per presentare la nostra eccellenza, ossia la Salvaguardia del Creato. Riteniamo opportuno sottolineare che il creato lo abbiamo inteso come opera divina, dove l’uomo, nei vari momenti storici, ha lasciato la sua impronta artistica come espressione del suo credo e della sua cultura. Per rispondere alla richiesta usiamo anche noi tre parole: Conoscere, Stimolare e Proteggere. Infatti: Desideriamo che tutti possano Conoscere la realtà storico, culturale e ambientale che ci circonda per poterla apprezzare e valorizzare. Sogniamo di riuscire a Stimolare in quanti incontriamo ( soprattutto nei giovani) la spiritualità, il rispetto e l’amore per questa grande eredità da noi ricevuta. Aspiriamo ad essere in grado di Proteggere e tramandare ai posteri , nel modo più integro possibile, quanto abbiamo ricevuto. Quanto suddetto è stato ovviamente visto in relazione a come “Abitare la città dell’uomo”, ed è per questo che abbiamo presentato come luogo della città da costruire, un Teatro all’aperto. E’ noto a tutti che il teatro è da sempre luogo dove l’uomo divulga le proprie conoscenze, le condivide, le tutela e le tramanda. In definitiva abbiamo ritenuto il teatro, il posto ideale per Conoscere, Stimolare e Proteggere.

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TRIVIO REGIONE VEneto

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Imparare a vivere uniti rispettandoci diversi

Il Veneto ha animato il proprio “Trivio”, relativo al Polo di Eccellenza, “Il coraggio di vivere la speranza. Imparare a vivere uniti rispettandoci diversi”, portando in piazza i valori dello scautismo rispetto all’attuale cultura individualistica e consumistica. Abbiamo chiamato la parte della Villa comunale che ci era stata assegnata,“Giardino della Speranza”. Già al mattino abbiamo consegnato nelle diverse “piazze”, dove si svolgevano gli incontri, volantini d’invito a visitare il nostro “giardino della speranza” insieme a delle cartoline che potevano ricevere il timbro dell’annullo postale, visitando il nostro “trivio”. I passanti e gli Adulti scout delle altre regioni sono invitati a visitare il nostro giardino, attraverso un gioco molto semplice: viene consegnato loro un frutto di uno dei quattro alberi del nostro giardino della speranza, corrispondente a quattro parole chiave (melo = accoglienza, pero = solidarietà, vite = identità, pesco = perdono). Il gioco prevedeva che ogni visitatore individuasse l’albero giusto relativo al frutto ricevuto. Una volta appeso il suo frutto all’albero, veniva invitato dalle due maschere tipiche veneziane, Arlecchino e Colombina, a scrivere su un post-it un suo pensiero da portare all’angolo dei “nostri frutti”, dove erano proiettati alcuni video relativi alle attività delle nostre Comunità e visitare la mostra sul tema del perdono. Sono stati circa quaranta i contributi dei visitatori al nostro “giardino della speranza”. Tra quelli più significativi vogliamo segnalare: “Accogliere l’altro è accogliere un’altra parte di se stesso … Per quanto piccolo, ognuno ha un dono, scopriamolo !”, “La speranza è quel filo che parte dalla conoscenza della Parola e si traduce nella testimonianza”, “Solidarietà è non chiudere il cuore agli altri”, “Quanto sei ricco di esperienza passa il testimone a chi è ricco di talenti”, “Accogliere chi è perduto e ha bisogno di ritrovare identità e voce”, “Dobbiamo sapere osare !”, “Il perdono è la speranza per rendere migliore il rapporto tra gli uomini”.

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QUADRIVI MESSAGGIO INIZIALE Alberto Albertini

Non siamo qui per fare solamente il racconto delle cose fatte, ma per cercare di coglierne il senso, il significato, e con voi trovare come migliorarle e come svilupparle perché diventino esperienza da vivere insieme, …. perché diventino proposta per gli uomini e le donne del nostro tempo. Vogliamo immaginare il futuro per viverlo insieme. Questo è il “fil rouge” che lega tutti i nostri “quadrivi”, questo è il nostro scopo. In questi anni sono stati elaborati in particolare due “Quaderni”, Entra nella Storia e Mondialità, che insieme ai due “Libri” che vengono presentati qui a Salerno, Scautismo per Adulti e Spiritualità e Catechesi per Adulti, costituiscono le Tracce sulle quali camminare e sulle quali confrontarsi. Queste quattro piste rappresentano il quadro di riferimento di questo evento. Abbiamo, perciò, bisogno delle vostre osservazioni e dei vostri suggerimenti perché le nostre esperienze possano diventare anche vostre, e le vostre anche nostre. Competenza, ottimismo e spirito di avventura sono le nostre parole d’ordine per “giocare il gioco”, …. il gioco della vita per lasciare il mondo un po’ migliore.

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quadrivio DELLA SPIRITUALITA’

Il banco della spiritualità è stato allestito nel chiostro della Cattedrale, luogo piuttosto defilato, motivo per cui le visite non hanno superato il centinaio di AS. Il banco presentava con dei cartelloni le iniziative portate avanti dal Masci nell’ambito della spiritualità: 1. I campi (campi sulla fede; campo bibbia, il prossimo campo sulla speranza); 2. La partecipazione del Masci alle settimane sociali dei cattolici; 3. I capitoli di Bose; 4. La redazione delle tracce di spiritualità e catechesi per adulti; 5. I contenuti dei convegni degli AAEE, ecc. Al centro dello spazio era allestito un pozzo con seduta la samaritana che invitava i passanti a bere l’acqua che disseta. Su un lato era aperto “lo zaino della spiritualità” dentro il quale tutti erano invitati a lasciare i loro suggerimenti e le loro impressioni. Queste in sintesi le indicazioni raccolte: • Prepararsi per essere fonte di speranza per i giovani; • Essere Chiesa domestica; • Richiesta di preghiera unita a molta più concretezza; • Sforzarsi di vivere la spiritualità scout per poterne parlare; • Rendere viva la Parola perché incuriosisca ed apra il cuore ad orizzonti nuovi; • L’acqua che disseta veramente proviene da una sola fonte che dobbiamo essere capaci di cercare per tutta la vita; • Sforziamoci di essere costruttori di pace; • La spiritualità deve essere coltivata ed alimentata dalla conoscenza di Cristo e dei santi che si sono comportati in modo tale da trasformare la speranza in certezza; • Elaborare le sintesi scritte dei campi di spiritualità e pubblicarle perché diano spunti alle comunità; La spiritualità è molto importante per la nostra vita essa è anche preghiera • con riferimento a Cristo per imparare ad incarnare gli insegnamenti del Vangelo; • Garantire più percorsi di fede con guide spirituali in ambito locale;

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Piazze, Trivi e Quadrivi • Approfondire la conoscenza della nostra fede e della Bibbia; • E’ importante un percorso di fede costante nella comunità con la lectio periodica. Una serie di spunti interessanti per disegnare il futuro cammino degli adulti scout nella fede. Intanto continua l’offerta dei campi di spiritualità; dopo la fede è ora la volta della speranza: “AS: donne e uomini di speranza”.

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QUADRIVIO DELLA FRATERNITA’ SCOUT ALPE ADRIA

1. Indicazione del banco: era situato nel parco della Villa Comunale accanto a Veneto. 2. Proposta: far conoscere la fraternità Alpe Adria. A. Come è stato presentato il Banco: E’ stato allestito con un video che faceva vedere le attività svolte in questi 10 anni. Fotografie, statuto in italiano e inglese formato gigante. Bandiera della Fraternità. Inoltre è stato esposto anche un cartello specifico con lo scambio della Luce di Betlemme e altri oggetti sempre relativi a questa attività. Distribuito un segnalibro e fatto giocare i presenti ad un puzzle (bandiere dei vari stati) B. Numero partecipanti: sono passate circa una trentina di persone alcune del Masci altri abitanti di Salerno. Un solo AS ha chiesto informazioni specifiche. C. Suggerimenti: tener presente l’età dei partecipanti AS a questi eventi. Non sono disposti a camminare per andar a vedere e conoscere. (Personalmente per vedere solo i banchi del lungomare ho impiegato più di un’ora) D. Impressioni: da parte degli AS presenti, mi sembra 700, è stato più comodo stare a prendere il sole che muoversi per andare a visitare i vari banchi. Bisognerebbe invece aver rispetto per chi ha lavorato tanto per allestire questo importante evento e quindi anche se si è stanchi muoversi un po’ di più. E. Punto di forza del metodo adottato: questo uscire fuori dal luogo dell’incontro, andar in mezzo alla gente è stato un punto vincente. Dovremo farlo più spesso. F. Punto di debolezza: i vari banchi erano troppo distanti tra di loro. Un AS che prima era passato ai trivi si è ben guardato di ripassare ai quadrivi. Una dislocazione più attenta avrebbe facilitato tutti. Anche la distinzione e quindi l’allestimento poi dei quadrivi è stato macchinoso. Si poteva benissimo farli nello stesso tempo dei trivi (magari vicino).

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Quadrivio Via francigena

E’ stata più che soddisfacente la risposta e la partecipazione alla presentazione del quadrivio della Via Francigena. Alcuni si sono avvicinati per curiosità, altri perché già conoscevano l’impresa nazionale attraverso la lettura di Strade Aperte o del sito nazionale, altri ancora perché hanno già sperimentato l’esperienza del pellegrinaggio a piedi. Dopo una rapida presentazione di quanto è stato fatto, si è cercato di coinvolgere l’uditorio a un confronto con chi aveva vissuto questa esperienza di cammino. E’ stato chiesto quali potrebbero essere le motivazioni personali per un’eventuale partecipazione a questa proposta di strada. Tra le tante risposte emerge ripetutamente la ricerca di un’esperienza molto concreta di spiritualità, fatta di silenzi ma anche di relazioni, di riflessioni ma anche di condivisione, di scoperta dell’altro così da misurare e ri-scoprire se stessi nel più profondo. All’interrogativo sugli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare questa esperienza per viverla con il nostro stile scout è stato più volte evidenziato come l’elemento caratterizzante deve sicuramente essere quello dell’essenzialità, sia nelle situazioni concrete, cioè nel saper accettare e superare eventuali scomodità e imprevisti, sia nei rapporti con gli altri attraverso atteggiamenti di ascolto e attenzione. Infine è stato rilevato come proposte di questo genere, aiutino sicuramente a sperimentare la propria crescita personale.

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quadrivio legalità

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quadrivio per la legalità

Il banco della legalità, tenutosi a Salerno durante l’incontro nazionale Piazze, trivi e quadrivi, ha costituito una preziosa occasione di confronto fra AS che, pur operando in contesti lontani e diversi, avvertono esigenze comuni nel percorso intrapreso. Punto di partenza è stato il cammino vissuto dal Movimento nell’ultimo triennio, a cominciare dalla mozione presentata durante l’Assemblea di Principina dove, a maggioranza compatta, il Masci ha rafforzato l’adesione ai valori insiti nel concetto di legalità e di giustizia sociale ed ha impegnato il Movimento tutto ad aderire all’Associazione Libera, uomini e numeri contro le mafie. Così, fra i momenti significativi, sono stati ricordati il Convegno sulla cittadinanza attiva organizzato dal Masci e dall’Agesci Piemonte lo scorso aprile a Torino, la partecipazione degli AS del Masci Liguria all’ultima Giornata della memoria organizzata da Libera a Genova, le esperienze di cittadinanza attiva di Reggio Calabria (quali Reggio non tace, Reggio libera Reggio), l’utilizzo di un bene confiscato quale sede della comunità Masci di Locri e del gruppo Agesci di Archi (RC), fino all’organizzazione del I Campo Nazionale Masci sulla legalità e cittadinanza attiva tenutosi nel 2012 in Calabria, a Pentidattilo. Quest’ultima esperienza, in particolare, ha consentito ad AS di tante regioni d’Italia di confrontarsi sul tema, toccando con mano le problematiche e sentendo dalla voce diretta di testimoni che hanno vissuto e combattuto le ingiustizie che è possibile rispondere all’illegalità ed alla violenza in maniera alternativa, per essere sprone di cambiamento. Ci siamo confrontati, quindi, su alcuni degli strumenti che noi AS, nella vita di tutti giorni, possiamo utilizzare per essere cittadini attivi e perseguire la legalità come valore. Ed abbiamo deciso, una volta condivisi, di “indossarli”. Assumendoci la responsabilità di provare a viverli ed esportarli, per trasmetterne la valenza a coloro che incontreremo lungo la strada. Si, perché parlarne non basta… è riduttivo pensare che si tratti di situazioni troppo ardue per persone normali che non hanno scelto di essere eroi. Perché insieme si può… ed il percorso diventa meno arduo, con la fede e la speranza che sostengono lo sforzo. Così abbiamo indossato e scelto di: • Promuovere percorsi di formazione culturale

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Piazze, Trivi e Quadrivi • Favorire la conoscenza degli istituti di partecipazione popolare • Fare rete (fra comunità, con l’Agesci, con altre Associazioni) • Essere scorta civica delle istituzioni sane • Scegliere il consumo critico (GAS, prodotti beni confiscati, mercato solidale ecc.) • Fare memoria degli avvenimenti, di quanti hanno pagato con la vita • Rifiutare il racket • Denunciare le illegalità (individuale e di gruppo) • Sostenere le vittime della violenza e della criminalità • Utilizzare dei beni confiscati alla criminalità organizzata • Essere seme di speranza. Abbiamo riscoperto, quindi, alcuni grandi testimoni contemporanei, martiri le cui scelte di campo sono state ufficialmente riconosciute anche dalla nostra Chiesa madre. Abbiamo scritto su dei cartelli i nomi di don Peppe Diana, don Pino Puglisi, Falcone, Borsellino, Livatino, Peppino Impastato… ma anche di don Giacomo Panizza, di don Luigi Ciotti ed altri uomini oggi impegnati in prima linea per la giustizia e la legalità. Li abbiamo fatti scendere in piazza con noi e sfilare! Perché sono coloro che possono ispirare le nostre scelte quotidiane, a cui noi possiamo rivolgere lo sguardo per spronare i nostri passi e decidere la direzione nei bivi della vita. Molti di loro sono morti per testimoniare i valori della verità, della libertà e della giustizia… ma “le loro idee possono continuare a camminare con i nostri piedi”, possono continuare a fare strada con noi! La partecipazione al quadrivio è stata elevata ed attiva, segno dell’interesse crescente degli scouts adulti di tutt’Italia per l’argomento trattato, così come particolarmente significativo è stato il livello di coinvolgimento emozionale che ne è scaturito. Gli abbracci finali con cui ci siamo salutati ci hanno fatto percepire l’importanza dell’esserci incontrati. Riscoprire alcuni aspetti del metodo scout, quale l’animazione, può facilitare la partecipazione diretta e la condivisione, contribuendo a far emergere le motivazioni interiori, così come l’assunzione di impegni concreti consente di andare oltre la mera chiacchierata, mettendo in luce AS capaci di avanzare proposte significative per il cammino del Movimento tutto. Tra le proposte emerse al termine del quadrivio possiamo citare: Aprire i nostri orizzonti, “passando dall’io al noi” • • Informarci e documentarci per essere operatori di cambiamento • Promuovere una rete nazionale Masci fra le comunità impegnate in iniziative di legalità Far conoscere e diffondere, all’interno del movimento, le iniziative perse• guite a livello locale • Essere testimoni credibili per i giovani (Agesci ed altre Associazioni). Personalmente, ho scoperto che nel tentativo di coinvolgere mi sono “ricoinvolta”, mi sono rimessa in gioco… infatti, proprio nel confronto con gli altri è possibile riscoprire stimoli nuovi capaci di far rinascere l’entusiasmo necessario a proseguire il cammino. Donandoci ciò in cui crediamo e che ci sforziamo di vivere e testimoniare, possiamo provare ad essere segno!

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Quadrivio Isola della responsabilità

SCHEMA DELLA PRESENTAZIONE Preghiera inizio: lettura dal vangelo di Luca 5 2-11 (parallelo Pietro – Magister) Lettura messaggio iniziale Aspettative dei presenti (foglietto da inserire nella rete da pesca) Rivolto a chi? .Magister .Futuri Magister responsabili a vari livelli nel movimento chi è, quali strumenti, quali difficoltà, quali forze (Cartelloni con brainstorming) Perchè: .fornire strumenti fornire tecniche e metodi di lavoro riflettere sulle conseguenze di una scelta ma è così: domande e risposte Contenuti racconto Topo Fedrico vita scout vissuta gestione gruppi di lavoro simulazione vita di comunità strumenti di animazione e gestione progettare e non subire gli eventi (dalla riunione a tutto l’anno...), non basta seguire le occasioni (che non mancano) Metodi di lavoro racconto del cane che non sapeva abbaiare esperienze vissute (dove possibile) con successiva razionalizzazione dell’esperienza e dei contenuti svolti vita di campo Durata del campo ½ giornata del venerdì 1 giornata del sabato ½ giornata della domenica C’è qualcosa da dire (domandario, simatoio, forum max 7 parole)

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Piazze, Trivi e Quadrivi Il programma è stato preparato per gestire circa 2 ore di lavoro con le stesse persone o comunque con quelle interessate. In pratica è stata svolta solo la prima attività “Aspettative dei presenti (foglietto da inserire nella rete da pesca)“ In quanto nessuno si è fermato per più di 5-10 minuti PARTECIPAZIONE Scarsa numericamente, brevi apparizioni, tranne 5-6 persone limitata ai vicini di gazebo. In totale meno di 30 persone SUGGERIMENTI, COMMENTI E RICHIESTE RICEVUTE Insistendo molto siamo riusciti ad ottenere • Non sappiamo cosa è (3 adulte scout) • Capire cosa significa avere ruoli di responsabilità nel Masci • mi interessa il titolo “responsabilità” per vedere se mi aiuta a dare qualcosa • Che faccia i “miracoli”, ma senza il nostro impegno nemmeno quelli riescono • L’importante è non essere teorici • Riflessioni su animazione di adulti Tecniche di coinvolgimento • • Responsabilità = consapevolezza • Aumentare la mia capacità di ascolto dei fratelli e delle situazioni (e contesti di vita) • per aumentare sempre di più la nostra sensibilità e capacità di essere quel “SALE” nella società e nel movimento • crescita come AS in modo particolare se sono chiamata a svolgere servizio di Magister o Magistero • migliorare la qualità del mio servizio • Far prendere coscienza delle situazioni della vita quotidiana e della necessità e possibilità del proprio impegno per lasciarle un po’ meglio di prima NOSTRE IMPRESSIONI La collocazione dopo la presentazione delle regioni, comunque anche questa a bassa partecipazione, non crediamo abbia ottenuto i risultati attesi, forse per stanchezza o forse perché non si è capito bene l’obiettivo dei quadrivi PUNTI DI FORZA DEL METODO ADOTTATO Non verificabili salvo per il primo punto che ha dato i suoi risultati nel senso che comunque siamo riusciti ad ottenere qualche risposta dai partecipanti. In teoria, come si può vedere dal programma, tutta la presentazione aveva come primo obiettivo quello di coinvolgere e ottenere informazioni. PUNTI DI DEBOLEZZA Come sopra NOTE CARATTERISTICHE Occasione in parte sprecata, quindi da ripensare l’organizzazione di eventi simili…

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quadrivio rete centri scout

Anche la RETE dei CENTRI SCOUT ITALIANI ha partecipato - all’incontro nazionale promosso dal MASCI a Salerno – con il proprio Consiglio Direttivo. E’ stato bello ed interessante prender parte ad un evento di qualità, sia per i contenuti sia per l’elevato, variegato e rappresentativo numero di partecipanti; tutti fattori che testimoniano la vitalità del MASCI nonché il generoso e competente impegno di quanti lo guidano. Interessante e stimolante l’inserimento del Convegno nel tessuto urbano e nei luoghi significativi che lo caratterizzano, anche se ciò ha causato qualche problema per gli spostamenti e la partecipazione dei convegnisti ai vari eventi. Abbiamo apprezzato la signorilità della bella Salerno, nonché l’instancabile ed accogliente operosità degli amici campani e di tutti coloro che si son fatti carico dell’organizzazione. Il tema dell’incontro: “Abitare la città dell’uomo” è stato accattivante e coinvolgente. E’ un pressante invito a vivere pienamente e responsabilmente l’oggi, a superare le tentazioni della nostalgia del passato per far della memoria una risorsa feconda che orienta verso il futuro, un futuro che ci sfida e ci interpella giorno per giorno; un tema che ci aiuta a superare certe forme di autoreferenza dell’adultità (o di vuoto giovanilismo fuori tempo) e ci spinge ad apprendere a sperimentare nel quotidiano il nostro essere persone in cammino, pellegrini verso il domani, in cui esperienze ed età diverse interagiscono per formare persone migliori e costruire il bene comune. Questa sensibilità verso “l’educazione che dura tutta la vita” l’abbiamo notata nella gioiosa interazione tra le varie generazioni presenti al convegno, nella presenza di comunità ricche di “umanità” diverse, nel racconto di entusiasmanti esperienze del passato accolte con stupore dai giovani e dalla reciproca scoperta di notevoli risorse da valorizzare. Ed anche nel riflettere sulla validità del metodo scout e sulla necessità di trovare percorsi idonei a viverlo da adulti scout. In tal senso è stata esaltata la dimensione del servizio, una dimensione che vivifica e fortifica le comunità di adulti scouts, dando senso ed orientamento al loro essere. Le riflessioni - sulla dimensione spirituale - proposte ci sono parse accattivanti ed interroganti. Hanno messo in risalto l’attenzione del Movimento per una spiritualità forte che s’incarna nel quotidiano del vivere, interagente con la dimensione umana, fondata sul messaggio evangelico, espressione del significativo ruolo del laicato

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nella Chiesa, alla luce dei documento conciliari. E’ una spiritualità che stimola le comunità di adulti scout, ed ogni singolo adulto, a leggere i segni dei tempi, ad essere presente nell’oggi, maturando discernimento e testimonianza, al fine di aiutare ogni persona e la società a superare ogni comportamento che umilia la dignità umana ed ostacola i percorsi evangelici di redenzione e salvezza. Le varie “piazze”, arricchite ed animate da testimoni di alto rilievo, vivificate da appassionati dibattiti, hanno favorito una “messa a punto” dell’identikit del MASCI e dell’adulto scout: l’esercizio delle virtù civiche quali la sobrietà nel vivere, l’onestà nei rapporti, e il rispetto per le persone, l’ambiente e le istituzioni; la riaffermazione dell’impegno personale e comunitario per la scelta di sentieri di legalità e di giustizia; l’affinamento dell’arte dell’accogliere l’altra e l’altro, superando ogni forma di razzismo, di stereotipo, di pregiudizio: un’accoglienza che sa prendersi cura dell’altro e sa valorizzarlo pienamente; la piena valorizzazione dei talenti di ciascuno e di ogni età e la comune interazione al fine di rendere un efficace servizio alla società. Perciò, ogni adulto scout è stato chiamato a riscoprire e vivere da adulto la legge scout e a vivere da protagonista nel mondo, un protagonismo supportato da competenza, passione, speranza, voglia e capacità di farsi dono per l’altro. Le “Ambasciate”, situate nella mattinata di domenica, hanno favorito l’incontro e il confronto con varie realtà. Il gazebo della RETE è stato visitato da molti adulti scout e da diversi cittadini. Sono stati apprezzati i tre banner illustranti gli aspetti valoriali ed organizzativi che caratterizzano la RETE dei CENTRI SCOUT ITALIANI. Molti hanno chiesto chiarimenti ed evidenziato l’opportunità della costituzione di una RETE interassociativa dei Centri Scout, luogo di accompagnamento della qualità dei Centri Scout e spazio di confronto e di condivisione di iniziative. Ci siamo intrattenuti con tutti i visitatori, fornendo chiarimenti ed accogliendo preziosi suggerimenti. A nostro parere la distanza dei luoghi delle Ambasciate, la carenza di passanti dovuta al mattino domenicale e una certa distrazione “festiva” di vari partecipanti al convegno hanno limitato il numero dei visitatori. Forse, concentrando al sabato pomeriggio, in uno stesso luogo (ad esempio, i giardini del lungomare) le iniziative regionali e le Ambasciate, molti cittadini e gli stessi adulti scout, avrebbero avuto possibilità di partecipare attivamente e di fruire di un vivace clima di iniziative e di scambi. Un aspetto che ci ha molto coinvolto: la gioia e l’emozione di incontrare vecchi e nuovi amici, fratelli di lontane avventure scout che, anche dopo decenni, si sono ritrovati per riaffermare i valori dello Scautismo ed impegnarsi per condividere nuovi percorsi. Un vivo grazie al MASCI, al suo presidente Riccardo della Rocca e a tutti coloro che in vario modo hanno preparato e gestito il convegno.

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SE NON ORA QUANDO?? con LO ZAINO Alberto Albertini

Con questo ultimo gesto non concludiamo tre giornate, mettiamo un punto su un lavoro di due anni che ci ha visti coinvolti tutti ad essere protagonisti per lasciare il mondo....... migliore …. ma mettiamo ordine nella nostra città : 1. Le Commissioni del Consiglio Nazionale, e tutto il Consiglio Nazionale nella sua collegialità, per costruire le nostre “tracce” e per proporle (stamparle indelebili) qui nelle Piazze di SALERNO 2. Tutte le regioni del MASCI per presentare il lavoro dei Poli d’Eccellenza e per proporlo e confrontarlo qui nei Trivi di SALERNO 3. Tutto il Comitato Esecutivo per presentare il lavoro dei settori, i progetti e le imprese del MASCI e proporlo al confronto nei Quadrivi per proporlo qui a SALERNO 4. Tutte le relazioni che abbiamo stabilito in questi anni con realtà ed associazioni amiche in modo che potessero presentare la loro fruttuosa esperienza nelle Ambasciate qui a SALERNO 5. La regione Campania ci ha accolto e aiutato nel silenzio rumoroso adoperando lo strumento che meglio conosce il celebre CUORE CALDO essenziale per la realizzazione di una esperienza come questa... Mettiamo un punto sul lavoro di due anni che è consistito nel fare tesoro di tutta la storia e l’esperienza del MASCI per renderla ACQUA VIVA, “risorsa disponibile” per le donne e gli uomini del nostro tempo, per la società e la chiesa italiana. 1. Partiamo da Salerno confortati dal clima che si è realizzato tra noi in questi giorni, dal tanto materiale raccolto, dalle suggestioni e dalle emozioni che abbiamo vissuto.

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Alberto Albertini Segretario Nazionale

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2. Abbiamo lo zaino pieno, tutto quello che vi abbiamo messo sarà alla base del lavoro che ci attende quest’anno in vista dell’Assemblea Nazionale di Bardonecchia. 3. Lo zaino è pieno, è pieno di speranza, quella speranza che ha accompagnato un popolo nuovo OLTRE IL PONTE.....

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IL NOSTRO MESSAGGIO, IL NOSTRO IMPEGNO

Noi, uomini e donne, che sperimentiamo lo smarrimento e l’inquietudine dell’oggi e che, tuttavia, crediamo possibile operare scelte capaci di segnare in modo decisivo il quotidiano di tutti e orientare la società intera alla condivisione dei beni comuni, ad iniziare dal lavoro, dalla conoscenza e dalla pace, siamo pronti a mettere a disposizione il nostro impegno, il nostro vissuto e le nostre speranze. Riconosciamo nell’incontro con l’altro il fondamento di un nuovo modo di abitare la terra. Sentiamo la necessità di condividere e promuovere un cambiamento di stile di vita, che sappiamo potenzialmente eversivo, nel suo essere profetico. Siamo disposti a metterci sulla strada con coloro che sentono, come noi, liberante e giusto: • esercitare le virtù civili come onestà, sobrietà, solidarietà e rispetto • agire nella legalità • praticare la giustizia • accogliere l’altro e l’altra • vivere la terra come bene che ci appartiene ma da trasmettere alle generazioni future • affiancare le situazioni di fragilità • vivere la propria vita da protagonisti ponendo i propri carismi a servizio degli altri Non sappiamo che cosa potrà accadere domani, ma siamo convinti che se andremo verso il futuro, senza arroccamenti su posizioni superate dalla storia, con coraggio, energie nuove e gioiose speranze, avremo fatto fino in fondo la nostra parte. Salerno, 21 ottobre 2012

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Le comunità ci raccontano

Ho vissuto questa esperienza come una lavagna vuota pronta ad assorbire tutte le parole e tutte le emozioni che mi sono state offerte. Ho lasciato molti passi alle spalle, ma una domanda mi sorge spontanea quanti passi posso ancora fare? Quanta strada e quanti incontri mi offrirà la vita?. Oggi ho scoperto che insieme a tutti voi posso fare ancora tanti passi, oggi ho riscoperto la voglia di trovare la strada insieme a voi, ho bisogno della vostra esperienza, delle vostre parole, dei vostri sorrisi per vivere la nostra storia ma soprattutto per fare la differenza nel nostro quotidiano. A questo proposito vorrei fare mia la poesia di Gandhi perchè è esattamente quello che sento dopo questo evento di Salerno. “Scopri l’Amore” prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto. prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la note. scopri una sorgente, fà bagnare che vive nel fango. prendi un lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto. prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare. scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla. prendi la speranza e vivi nella sua luce. prendi la bontà e donala a chi non sa donare. scopri l’amore e fallo conoscere al mondo.

Grazie Vanda per averci sostenuto e mostrato la strada. Mi auguro di poter fare ancora tanti passi insieme a tutti voi. Ora, oggi so che la mia scelta è quello giusta. Un forte abbraccio e buona strada. Caterina Crescenti - Forlì 12

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Piazze, Trivi e Quadrivi E’ stata proprio una FESTA questo incontro! Gioioso e giocoso; complice il tempo e la bellezza di Salerno ci è stato facile Abitare la Città dell’Uomo. Io ho preso parte alla piazza che si occupava dello scoutismo degli adulti. Mi è piaciuto in modo particolare le parole di Marilina La Forgia, presidente dell’Agesci, in merito al Libro, che è soprattutto frutto di esperienze, un diario di comunità, dove si sente la “partecipattiva…. “ Ha anche spiegato come per i ragazzi si parli di scoutismo PER: i ragazzi si muovono tra gioco e vita, quindi lo scoutismo è PER, ( aiutarli a crescere) mentre lo scoutismo smette di essere un gioco e diventa vita nell’età adulta, ( fatta di esperienze) quindi perde il PER, e diventa DEGLI. Come Veneto abbiamo preparato il nostro Trivio: il giardino della speranza.. E’ andato abbastanza bene, ma il luogo dove eravamo era un po’ defilato, i cittadini preferivano il lungomare, pieno di sole. Comunque abbiamo attaccato tutti i frutti, anzi abbiamo dovuto riciclarli…. Non c’è però stato il tempo di girare per le altre regioni, a vedere i loro lavori. Mi è anche piaciuto la Veglia, legata al convegno ecclesiale di Verona su “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”, accompagnata da un’orchestra di ragazzini, è stata molto bella: ha offerto molti spunti di riflessione legati a Vita affettiva, Fragilità, Lavoro e festa, Tradizione e Cittadinanza. In chiusura, tutti fuori nel piazzale antistante all’albergo, dove erano state sistemate le “case” dell’uomo…, illuminate dai ceri e dalla luna. La nostra torre di Mestre era bellissima! E’ stato comunque bello prepararci all’evento, abbiamo avuto molte più occasioni d’incontro e di lavoro comune. Barbara Ceccon - Mestre 3 Le mie impressioni sono senz’altro positive. Il ritrovare amici conosciuti in vari incontri mi ha fatto un vero piacere. Io ho scelto “ Scoutismo per Adulti” e l’intervento di “Carla Collicelli” mi ha trovata molto d’accordo, nell’evoluzione di questi venti anni e noi eravamo impreparati a tutto questo. Mi ha emozionato il ricordo di “Giuliana di Carpegna”, conosciuta molto bene, mi ha ricordato i miei primi anni di guidismo, Grazie. Terzo punto l’accoglienza della cittadinanza, siamo stati fermati anche lungo le strade, chiacchierando insieme. Il viaggio anche se lungo ma con Claudio come autista è stato una bella gita. Grazie a tutti Buona Strada Luisa Cattani - Mestre 3

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Prima di tutto un grazie davvero sentito a tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione di questo “evento”, poiché, secondo me, lo hanno saputo organizzare in modo da renderlo, in ogni sua fase, non solo piacevole e interessante, ma coinvolgente dal punto di vista emotivo. Mi è piaciuto molto come è stata fatta la sintesi del gioco emozionale “Chi, Perché, Quando” poiché ha palesato il pensiero degli A.S. su se stessi ed anche riguardo al loro impegno “ ad entrare responsabilmente nelle vicende della storia come modo adulto di vivere la vocazione al servizio” in un mondo in continua evoluzione. Assai piacevole è stata la festa di “benvenuto” del venerdì sera. Molto interessante e coinvolgente emotivamente, almeno per me, è stata la veglia “ La città dell’Uomo” del sabato sera. La vista di Salerno invasa dagli AS di ogni regione dal venerdì pomeriggio alla domenica alle 13 è stato uno spettacolo davvero emozionante ed ha dimostrato come gli stessi AS desiderino condividere con la gente, e non solo con la comunità, “ il loro cammino di educazione degli adulti” parlando delle loro esperienze, anche se diverse da regione a regione (trivi e quadrivi). Un altro momento che ha suscitato il mio interesse è stata la presentazione del libro “Scoutismo per Adulti” (Piazza Giuliana di Carpgna), particolarmente durante gli interventi di Marilina La Forgia (presidente AGESCI) 3 Carla Collicelli (vice dir. Censis). L’unico punto dolente è stata la collocazione poco evidente del trivio del Veneto. Maria Antonietta Colonna - Mestre 3 Là dove senti cantare fermati, gli uomini malvagi non hanno canzoni. (Léopold Sédar Senghor politico e poeta senegalese di lingua francese, primo presidente del Senegal) Se qualcuno fosse passato per Salerno in quei giorni si sarebbe fermato ad ascoltare il canto degli scout, anzi degli adulti scout che avevano invaso la città nei suoi luoghi più antichi e veri, nelle strade, nelle piazze, nei trivi, nei quadrivi e nella sua splendida cattedrale medioevale. 750 adulti scout pervenuti da ogni angolo d’ Italia, volutamente sparsi nella città vecchia tra vicoli, stradine e piazzette, a mostrare la gioia di stare insieme, di vivere una esperienza unica. Non si può negare il successo da parte degli organizzatori! Era la prima volta che partecipavo ad una riunione nazionale del MASCI; sono stato scout nell’animo da sempre ma, per ragioni di vita, ho potuto rientrare nella grande famiglia soltanto da poco ed è stato come se non ne fossi mai uscito. L’accoglienza della grande famiglia è calorosa e immediatamente ti fa sentire a tuo agio, non importa se hai frequentato tutta la vita o sei stato solo lupetto per pochi mesi o anche se per la prima volta avvicini lo scoutismo, quello che conta è che tu ti senta parte della grande famiglia e ne sposi gli ideali facendone regola di vita. Già perché questi non sono “scout adulti” bensì adulti che hanno voluto impostare la propria vita nello stile scout osservandone le leggi.

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Piazze, Trivi e Quadrivi Un popolo che ti apre le braccia, ti stringe la mano, pacche sul braccio e sorrisi aperti e sinceri ad ogni incontro, non lo trovi altrove. Ti siedi a tavola con una persona mai vista prima, proveniente da un luogo lontano dal tuo, con un percorso di vita, di lavoro, di esperienze a volte diametralmente opposto al tuo e, prima ancora di sistemarti il tovagliolo sulle ginocchia, te lo senti accomunato da sentimenti, atteggiamenti, pensieri e spirito così che scatta un sentimento di reciproca fiducia che ti fa sentire a casa tua. Eccellente la scelta dell’albergo ma soprattutto della città. Salerno ci ha spalancato le braccia, come è sua natura; due braccia tese verso il mare sono i due promontori che era possibile ammirare affacciandosi dall’albergo, in seno ai quali si estende il golfo e la città di Salerno. Anche di uno splendido clima, ha voluto farci omaggio la città e un sole splendido in un cielo terso su un mare azzurro ci hanno accompagnato per tutto il periodo della sosta. Salerno, grazie ad una amministrazione comunale attenta, incarna perfettamente lo spirito scout; pulita, in ordine, sorridente, disponibile, pronta a prestare servizio è riuscita negli ultimi anni a realizzare la massima aspirazione della dottrina di B.P. “ lasciare un mondo un po’ migliore di quello che abbiamo trovato”. La proporrei scout ad honorem! Onofrio Lattarulo - Taranto 1

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Piazze, Trivi e Quadrivi: … non è stato facile, … tutt’altro! Comitato Organizzatore Campania

Non è stato facile per la “mobilità” dell’evento; non è stato facile per l’area e le strutture impegnate; non è stato facile per le distanze. Non è stato facile nonostante abbiamo trovato a Salerno qualcuno che ci ha dato una mano per realizzare il nostro evento. Comunque PTQ, al di la di tutto, delle criticità e degli obbiettivi, segna una svolta significativa del movimento e la misura di questa svolta starà a noi sia leggerla (non perderla) che imprimerla. PTQ ha visto, per circa un anno, lavorare il CE con il CO Campano con i risultati, nel bene e nel male, che avete vissuto. Ma andiamo per ordine. Non si può non ricordare di quel CN in cui si evidenziava che la Campania era colpevole dell’uccisione di una, per noi, non conosciuta “farfalla”; … non si può non ricordare che solo la Sicilia accennò ad una tiepida, ma sana e buona competizione (… poi si capì perché!); … non si può non ricordare le preoccupazioni di tutti, camuffate negli innumerevoli consigli e suggerimenti, …. tutti buoni per la verità. Eeee … che dire degli incitamenti: …”vedrete che ce la farete” …. “non preoccupatevi andrà tutto bene”… ecc. ecc. . (Non ci si sentiva come quelli che andavano al patibolo ma, … in sala operatoria sì!). Probabilmente, se non tutti, alcuni avranno pensato … e che Dio ce la mandi buona!. La Campania, “sorvegliata speciale”, si è sentita sotto esame e con la filosofia di … “e speriamo che io me la cavo”, all’aggiudicazione di questa pseudo gara, alacremente ha cercato di individuare, con il validissimo aiuto di Gigi, le strutture che potessero accogliere l’evento o, per meglio dire, … e lasciatecelo dire, “l’evento degli eventi” ... Sì! Perché dopo 21 anni, mica alla Campania tocca un ‘Assemblea Nazionale? … No! … Piazze, Trivi e Quadrivi! … Cosa volete che sia ! Nel cercare le strutture si approda al Grand Hotel di Salerno. Da tutto il CN ci perviene il messaggio che la situazione economica del Paese era (è) critica, come se la Campania vivesse altrove e non avesse la percezione che la nostra Nazione versava (versa) in una crisi economica (e a dire il vero … non solo quella). Sentendone la responsabilità, o meglio dire, il peso enorme della gestione dei “costi” ci siamo interessati, in troppi, nel trovare il modo di abbattere i costi dell’alber-

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Piazze, Trivi e Quadrivi go senza riuscirci. Non si può certo non ricordare quel tentativo di “scippo” o se preferite di “dirottare” altrove l’evento. La posta elettronica, già abbondantemente ricca, in quel periodo ebbe un surplus di mail. …. Ci siamo opposti! Tant’è che Alberto venne per l’isola della scoperta (?) a Battipaglia e parlò con noi (Enzo, Carmine e me) per ricevere, come dire … delle “garanzie” (… sarebbe bello, solo per onor di cronaca e per null’altro, sapere da Alberto se venne a Battipaglia per parlare con noi e trovandosi partecipò all’isola della scoperta o viceversa visto che, per l’occasione, fu “convocato” all’incontro niente di meno che Nicola Nardi). Comunque sia, dopo aver controbattuto ad ogni rilievo, alla fine dell’incontro Alberto concluse: “Bon! Il discorso è chiaro … dobbiamo aver fiducia …. e basta”. Non è il caso di soffermarsi sul lungo anno di skype-conference sarebbe troppo! L’unica cosa da evidenziare è che, lungo questo periodo, si è sempre di volta in volta lavorato meglio in una sinergia che nessuno di noi, né CE né CO, all’inizio avrebbe dato per scontato anzi, tutt’altro. Ciò è stato reso possibile perché tutti, anche se gradatamente e in tempi diversi, ci si è posti umilmente in ascolto trovando il giusto equilibrio fra incarichi, ruoli, culture ed esperienze diverse senza prevaricazione, con intelligenza. Sicuramente conoscendoci meglio, forse, si sarebbe potuto fare di più! Ovviamente non è il caso di soffermarsi sui tormentoni che ci hanno accompagnato fino all’evento: … “chi paga?”… “il parcheggio?” …. “i gazebo?” … ecc. ecc.. Veniamo a PTQ! Abbiamo provato ad analizzare e sezionare PTQ cercando di non dimenticare nulla nella certezza che, in mancanza saremo ottimamente integrati dalle vostre attente e puntuali osservazioni. Bando alle ciance e rullino i tamburi !

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Preoccupati come eravamo dei “costi” ci siamo messi subito a cercare chi potesse aiutarci economicamente a supportare in qualche modo, anche se non completamente, i costi di eventuali “servizi accessori” e “gadget”. E’ stata dura! Vi ricordate il film con Totò, Manfredi e la Berger? … “Operazione San Gennaro”? … ogni qualvolta che il tesoro era a portata di mano e tutto era fatto, succedeva sempre un inghippo che lo allontanava fino a riportarlo fra le mani del Santo? Bene!... così è stato per noi: vedi “Italiana Membrane”; vedi la “Federazione Campana delle Casse Rurali”; vedi la “Fondazione del Banco di Napoli” … promesse e speranze a “josa” ma, eravamo arrivati a maggio e, non avevamo un becco di un quattrino né per i “servizi accessori” né per altro. Se poi si aggiunge che in quel periodo le iscrizioni non coprivano completamente nemmeno le spese “accessorie” prevedibili e all’osso, lascio a voi trarre le dovute conclusioni. C’è una frase, fra le tante, che solitamente dalle nostre parti diciamo, come incitamento, in situazioni di stallo o in situazioni avverse come queste: “Guagliù! … ca’ se nun c’ramm’ dà fa,… facimm’ acqua a pippa”!

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Demmo inizio così all’operazione che chiamammo per l’occasione “Operazione San Matteo” (Santo patrono di Salerno). Abbiamo contattato non più grandi imprese, ma piccole imprese, artigiani, commercianti e, queste umili e vere realtà lavorative del territorio, ci hanno offerto la stramaggioranza dei gadget che abbiamo distribuito a Salerno. A proposito di “denaro”, non sappiamo se qualcuno si è chiesto del perché abbiamo scelto di presentare la “valuta” di PTQ in quel modo, e cioè: “la prima banconota un vulcano “sbuffante”; a seguire le quattro “piazze”; per ultima la “bussola” e tutte con l’acronomo R@C”. Sicuramente si! … L’acronomo R@C: “Regione Ascolta e Comunica” (invito); ”Regioni A Confronto” (condivisione) e per finire l’auspicio che PTQ porta intrinsecamente con se, cioè l’innesco di una: “Reazione A Catena” (… per la rivoluzione copernicana). Il “Vulcano” vuol rappresentare il movimento e lo “sbuffo” che lo sovrasta il preliminare dell’eruzione, in attesa della condivisione, di ciò che il movimento trattiene dentro di se su: “Entra nella storia”; “Scautismo per adulti”; “Tracce di spiritualità e catechesi”; “la Mondialità”. E cosa dire della “bussola”? … che da secoli guida “i viandanti” nella giusta “direzione” per raggiungere la meta? Le banconote … non erano dei semplici ticket per il ristorante, … non erano banconote “emesse” per caso … ma segnavano (o cercavano di segnare) il “tempo”, “la strada” di quel sogno che prende il nome di piazze, trivi e quadrivi.

LE PIAZZE

Inizialmente, come ben sapete, le “piazze” erano state individuate nel “Salone dei Marmi: Entra nella storia”; nel “Salone degli Stemmi: Tracce di spiritualità e catechesi per adulti”; nel “Salone di rappresentanza di Palazzo S.Agostino: Scautismo per adulti” e nella chiesa sconsacrata del “Complesso Santa Sofia: La Mondialità”. A giugno durante il CE a Salerno si è deciso di trovare una locazione diversa per Scautismo per Adulti perché le previsioni di adesioni a questa “piazza”, era di circa 150 A.S. e che, a questo punto, il Salone di rappresentanza del Palazzo S. Agostino (120 sedute) ovviamente non andava bene. Si pensò così al “Teatro Agusteo”. A fine agosto riceviamo la notizia verbale che ci era stato assegnato. La gioia di tutti era alle stelle (in primis Alberto). Nell’incontro dell’11 settembre con la Dr.ssa Barbato, dirigente degli Affari Generali del Comune di Salerno, nonostante la nostra richiesta protocollata il 26/03/2012, apprendiamo che il Salone dei Marmi era già impegnato per un altro convegno nazionale e che il Teatro Augusteo non era disponibile perché in quella data già impegnato da altri. BONK! … un pugno grosso come un macigno ci colpisce! Dovevamo necessariamente optare per altre dislocazioni quando 38 giorni ci separavano dall’evento . Il dirigente comunale, per quanto attiene le “piazze” ci mette a disposizione tutto il complesso Santa Sofia che si compone di 3 livelli. Dopo esserci confrontati con Riccardo, Alberto e il CE si decide che non era possibile che 3 piazze venissero tenute nella stessa dislocazione. Al massimo potevano

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Piazze, Trivi e Quadrivi essere 2: “La Mondialità” ed “Entra nella Storia”, mentre la catechesi restava al Salone degli Stemmi, quindi bisognava trovare una dislocazione per la piazza intitolata a “Giuliana di Carpegna”. Inizia così la route di … Scautismo per adulti. Siamo giunti al Tempio di Pomona dopo esser passati da Piazza Amendola; dalla Chiesa dell’Immacolata dei Francescani; dai Saveriani; dall’ex Museo del falso e da palazzo Vitagliano. Siamo arrivati al Tempio di Pomona quando il count-down segnava 6 giorni all’inizio di Piazze, Trivi e Quadrivi . Per quanto riguarda l’impianto audio, c’è stato un disguido. Pensavamo che si era provveduto. Come ci siamo resi conto di ciò, per ovviare all’inconveniente, abbiamo portato subito l’impianto audio portatile usato all’esterno del Santa Sofia. Si chiede scusa! Siamo certi però che la mancanza iniziale della “tecnologia” sia stata affrontata con spirito di adattamento stante gli alti contenuti che la “piazza” stessa esprimeva. Per le altre “piazze” non ci risultano situazioni particolari.

TRIVI, QUADRIVI e AMBASCIATE

Nella stessa riunione dell’11 settembre, apprendiamo anche che diverse dislocazioni per trivi, quadrivi e ambasciate dovevano essere modificate per questioni di ordine pubblico, di sicurezza e di opportunità. Quindi siamo stati costretti, anche per Trivi, Quadrivi e Ambasciate, a cercare altre dislocazioni e a riformulare tutte le postazioni dovendo necessariamente modificare quelle precedentemente stabilite. Durante l’evento, per la Villa Comunale e Piazza Umberto I° abbiamo avuto un ritardo nell’erogazione dell’energia elettrica perché collegata su una diversa centralina e l’addetto comunale è intervenuto con circa 1 ora di ritardo (se ricordiamo bene). A proposito dell’energia elettrica, prima che si dia inizio su come e/o dove andasse collegato l’attacco per l’elettricità è bene sapere che, nell’evidenziare il disservizio agli addetti comunali, scoprimmo di un contenzioso in essere tra il Comune e l’Enel pertanto o ci si attaccava così come hanno fatto o … ci attaccavamo! Le Regioni in Villa con “intraprendenza” si sono collegati alla linea elettrica dei servizi pubblici presenti nella Villa Comunale ovviando all’inconveniente mentre, data la distanza, ciò non è stato possibile per le Marche che ha iniziato la presentazione del proprio trivio senza elettricità ma con tanto spirito di scout. Piazza Abate Conforti e la piazzetta antistante il Tempio di Pomona, sebbene decentrati rappresentavano le postazione più conformi allo spirito di PTQ perché dislocate in mezzo ai palazzi, all’interno della città, e si auspicava una maggiore affluenza dei salernitani che probabilmente, per il gran bel tempo, si trovavano in costiera o quanto meno lontano dalle proprie case. Per il Chiostro della Cattedrale e piazzetta Santa Lucia, crediamo non ci sia da dire nulla di particolare, in quanto il primo meta religiosa, culturale ed architettonica; il secondo era al centro tra il mare e il centro storico. Il lungomare (piazza Cavour e piazza Camera di Commercio), sono i siti che maggiormente hanno beneficiato della splendida giornata nonché della dislocazione

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lungo il percorso istituzionale: dal G.H. al centro storico ci sono tre parallele: il lungomare, che abbiamo ben conosciuto; corso Garibaldi, un’arteria invasa da veicoli a scorrimento veloce (traffico permettendo); corso Vittorio Emanuele un’arteria invasa da esercizi commerciali (avremmo fatto mattina). La scelta era a dir poco obbligata. In sintesi :

Punti di forza •

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I Campani! Con cuore, con il loro fare allegro e serio; scanzonato ed impegnato, si sono resi sempre disponibili accogliendo le istanze di tutti (… forse qualche volta non sono riusciti a dare la soluzione o soddisfare le richieste, ma le istanze,… vi possiamo rassicurare, le hanno accolte tutte! Garantito!). il Sindaco e l’Arcivescovo per essersi resi disponibili nel condividere con noi l’evento con una partecipazione che va al di la del semplice intervento istituzionale; i loro collaboratori, rispettivamente Nico e Marco, che ci hanno “affiancato” per agevolarci, per quanto possibile, nella realizzazione di Piazze, trivi e quadrivi; la festa di benvenuto, che parte dalla platea, sale sul palcoscenico, coinvolge la platea e termina quando il picco dell’attenzione e del coinvolgimento è all’inizio della fase calante (…. Fuoco da campo) tutti gli A.S. che hanno partecipato all’evento con la voglia di mettersi in gioco per rendere concreta quella “rivoluzione copernicana” di cui tanto si è parlato e scritto e che adesso sembra abbia iniziato a muovere i primi passi; per ultimo, non per importanza ma solo per elencazione cronologica di questo elenco sicuramente non esaustivo, la sinergia tra il CE e il CO che hanno affrontato e “cercato” con umiltà di superare i vari ostacoli che man mano si sono presentati lungo il cammino per giungere a Piazze, trivi e quadrivi.

Criticità • • • • • • • • • •

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I Campani! Per gli stessi motivi per cui sono un punto di forza. C’è poco da fare i Campani sono così: prendere o lasciare! la mancanza di una comunità Masci nel comune dell’evento; la mancanza nella hall di una postazione che fungesse da “pro-loco” dell’evento; nonostante il preventivo incontro/sopralluogo, non tutti gli AS in servizio avevano chiaro dove andare e cosa fare; la mancanza di punti di raccolta per accompagnare gli AS nei luoghi di PTQ; il non aver assegnato, data l’ampia area in cui si svolgeva l’evento, 2 A.S. in servizio fisso alle singole Regioni; la scheda di partecipazione non doveva prevedere la generica voce “mezzi propri”; alcune informazioni da parte delle Regioni sono giunte frazionate e anche a ridosso dell’evento; l’impianto audio nel Tempio di Pomona; la veglia doveva durare circa 30’ in meno e non doveva essere accentrata su

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Piazze, Trivi e Quadrivi una sola persona col tempo stanca e il picco dell’attenzione cala (…. Fuoco da campo). Se non ora quando ? ci sta accompagnando da Principina è vero ma, troppe cose in così poco tempo forse ci fanno perdere qualcosa, non le si vive interamente: forse si poteva iniziare con piazze e trivi lasciando i quadrivi e le ambasciate ad un successivo momento. Forse … Per finire una criticità non collegata all’evento stesso: la Campania ha atteso 21 anni per ospitare un evento nazionale per dimostrare, se mai ce ne fosse stato bisogno, che quella “farfalla” non era morta …. era solo assopita!

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Da SALERNO a BARDONECCHIA: ...oltre il ponte... Riccardo Della Rocca

Siamo sulla strada di ritorno da Salerno: sulla sinistra lo splendore del mare della costiera amalfitana, sulla destra il fascino misterioso del Vesuvio; ma la mente ed il cuore sono colmi e ritornano sempre a quanto abbiamo vissuto a Salerno, tornano a Piazze, Trivi e Quadrivi. Una esperienza importante: ci siamo incontrati e ci siamo riconosciuti; abbiamo scoperto di aver fatto un cammino comune, siamo persuasi di dover condividere con tutto lo scautismo ed il guidismo italiano le responsabilità dello “scautismo per tutta la vita”. In particolare noi abbiamo definitivamente assunto come nostra missione l’ “educazione degli adulti”, abbiamo condiviso tra noi - ma anche con le donne e gli uomini che abbiamo incontrato - quelle tracce che in questi anni tutti insieme abbiamo faticosamente costruito. Dopo questi giorni così impegnativi avremmo voluto tutti riposarci, ma proprio partendo da Salerno ci rendiamo conto che nuove e più impegnative sfide attendono il Movimento. Uscendo da Salerno è come se ci fossimo immediatamente avviati verso Bardonecchia, verso la prossima Assemblea Nazionale. L’Assemblea Nazionale di Bardonecchia sarà, per il nostro Statuto un’Assemblea ordinaria; ma dopo Salerno non potrà che essere “straordinaria”: nei contenuti che gli dovremo dare, nello spirito che la dovrà animare, nella costruzione del futuro per il quale tutto il movimento dovrà sentirsi impegnato. Non è un appuntamento lontano da attendere: è un cammino sul quale da subito occorre avviarsi responsabilmente. Sarà un Assemblea che vedrà necessariamente un forte ricambio delle “strutture di servizio” al livello nazionale, ma sarebbe grave, sprecheremmo l’insegnamento di Salerno, se dovessimo concentrarci solo su questo aspetto. Quando il Consiglio Nazionale ed il Comitato Esecutivo si sono posti il problema del tema della prossima Assemblea è venuta in mente la storia del popolo ebreo, in particolare di quando, uscito dall’Egitto, dopo la lunga traversata del deserto, giunge sul Monte Nebo, da cui si gode il panorama della Valle del Giordano e della Terra Promessa (Deuteronomio 34,1-3). Anche per noi si sta concludendo una fase della nostra storia e se ne sta per aprire una totalmente nuova. Anche noi ci stiamo lasciando alle spalle il deserto, dove si mangiava la manna e si beveva l’acqua che sgorgava dalla roccia di Merìba, per

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Piazze, Trivi e Quadrivi entrare in una terra dove scorre latte e miele, con una piccola differenza: nel deserto c’eravamo soltanto noi, unici abitanti che vivevano sotto le tende, e ci accingiamo invece ad entrare in una terra dove c’è tanta altra gente (amorrei, cananei, ecc.). Ci lasciamo alle spalle un’esperienza nella quale noi eravamo soli con il Dio dell’Oreb ed entriamo in una terra piena di idoli. Eppure noi stiamo decidendo di andare al di là. Per questo è venuto in mente di dare a questa nostra assemblea il tema: “Oltre il ponte”. Oltre il ponte perché abbiamo scelto con Salerno di abitare la città e abiteremo la città dell’uomo portando con noi le nostre quattro tracce. Tracce che sono non il risultato del lavoro di questo triennio bensì la sintesi di tutta la nostra storia. E sono tracce non solo per noi ma da offrire a tutti quelli che incontriamo. Così facendo rispondiamo a quel mandato dell’AN che ci chiedeva di renderci “risorsa disponibile”; questo abbiamo ritrovato nel messaggio che abbiamo lanciato nel cielo di Salerno. E in particolare vogliamo offrire, condividere ma anche accogliere il tema dell’ “educazione per tutta la vita”. Condivideremo questa proposta con tutte le donne e gli uomini del nostro tempo offrendo e condividendo la ricchezza dello scautismo. Andare “oltre il ponte” significa che per questo obiettivo siamo disposti a modificare le nostre abitudini, le nostre regole stesse, le nostre responsabilità. Ad un’unica condizione: nessuno ci può chiedere di rinunciare al nostro tesoro più grande che è quello dello scautismo fondato sulla Legge e sulla Promessa: questa è l’unica cosa, la piccola bisaccia, che vogliamo portare in dono alla Città, pronti ad accogliere e a vivere nuove sfide. “Oltre il ponte” è anche la prospettiva del nostro tempo. Il secolo passato è veramente alle nostre spalle. Occorre ora costruire con tutti gli uomini di buona volontà un mondo nuovo di cui ancora non conosciamo il disegno. Dobbiamo essere tutti disponibili e dobbiamo prepararci a vivere in un mondo con meno risorse, con meno energia, con meno abbondanza ma, forse, con più felicità. “Oltre il ponte” è anche la prospettiva della nostra Chiesa. Anche qui noi vediamo molto confusamente il futuro ma avvertiamo con chiarezza che si avvicina un tempo nuovo per continuare ad annunciare la Buona Novella di Gesù di Nazareth. Un tempo nuovo, liberato dai compromessi col potere e col denaro. Pensiamo che si stia concludendo quel modello di Chiesa che conosciamo da circa cinquecento anni. E forse sta per aprirsi una nuova stagione in cui si ergerà finalmente, e senza ambiguità, quella Chiesa annunciata dal Concilio cinquant’anni fa. Una Chiesa che, come diceva Giovanni XXIII, è la Chiesa di tutti ma è soprattutto la Chiesa dei poveri e per i poveri. Per noi il tempo di andare oltre, e per questo il tema “Oltre il ponte” è un buon tema. Abbiamo aggiunto anche un sottotitolo: “in cammino nella storia”. Se questo è il tema, è intorno a questo tema che dobbiamo costruire il nostro “Indirizzo Programmatico” (Statuto art.12 c.2 b) per il prossimo triennio. Le Comunità e le Regioni, da subito, possono avviare la loro riflessione per giungere a formulare delle proposte da portare all’elaborazione comune. Dovrà essere un Indirizzo Programmatico capace di guardare al futuro, di interpretare la storia, ed allo stesso tempo possedere quella concretezza che consenta di tradurlo in progetti operativi. Solo così anche la scelta delle nuove persone chiamate ad impegnarsi nelle”strutture di servizio” al livello nazionale sarà una grande festa

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della nostra vita democratica, perché sceglieremo senza fermarci ai piccoli interessi locali o di gruppo, alle piccole antipatie, ma valutando la capacità di guardare lontano, l’indipendenza e la serenità di giudizio, la fedeltà ai compiti che il movimento assegna, la capacità di non essere schiavi della logica del fare e dell’apparire. Un cammino serio, impegnativo ma noi, abituati all’esperienza della “strada”, lo affrontiamo con entusiasmo.

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N° 11 - Anno 55 - Agosto/Settembre 2013 Presidente Nazionale Riccardo Della Rocca Segretario Nazionale Alberto Albertini Direttore Responsabile Pio Cerocchi Direttore Giovanni morello Stampa T. Zaramella Real. Graf. snc Caselle di Selvazzano (PD) email: info@adle.it

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Piazze, Trivi e Quadrivi Salerno, 19-21 ottobre 2013 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

L’onda blu invade Salerno Le Comunità presenti Voi tutti assetati venite all’acqua… Siamo insieme nella gioia della fraternità e della preghiera Gli Adulti Scout del Masci: Chi, Quando, Perché Le “Piazze”: luoghi di incontro e di confronto Benvenuti in piazza Giuliana di Carpegna Un’avventura che continua. Lo scautismo degli adulti Quali adulti e quale società? Benvenuti in “piazza” don Peppino Diana Per amore del mio popolo Casa Rut: l’accoglienza oltre l’assistenzialismo Di che colore è la pelle di Dio? La “piazza” della mondialità Piazza Angelo Vassallo: “Entra nella storia” A spasso per i “trivi” La solidarietà internazionale Voci credibili nel testimoniare La legge scout per gli Adulti del MASCI Custodire il Creato per costruire la pace Piazza. Terra del Cantico Imparare a vivere uniti rispettandoci diversi Quadrivi, Messaggio iniziale Quadrivio della Spiritualità Quadrivio della Fraternità scout Alpe Adria Quadrivio Via Francigena Quadrivio Per la Legalità Quadrivio Isola della Responsabilità Quadrivio Rete Centri Scout Se non ora quando? Con lo zaino Il Nostro messaggio, il nostro impegno le Comunità ci raccontano Piazze, Trivi e Quadrivi … non è stato facile … tutt’altro! Da Salerno a Bardonecchia … Oltre il ponte

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