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SICUREZZA IL CANTIERE DOPO IL COVID
SICUREZZA
IL CANTIERE DOPO IL COVID-19
Quando il condominio ospita un’impresa che deve eseguire i lavori, devono essere rispettate le norme anti contagio introdotte dai provvedimenti legislativi. Meglio se coinvolgendo anche i condòmini
Alessio Babini
Ilavori edili condominiali, come tutti i luoghi di lavoro con presenza di più persone, sono a potenziale rischio di contagio di covid-19. Pertanto, sono necessarie precauzioni come da protocollo del 24 aprile Presidenza del Consiglio, nel quale sono espressamente citate le misure da adottare. Già all’interno del Dlgs. 81/2008 Titolo X Art. 266-285 si parla di rischio biologico a seguito di agenti come virus e batteri, e il covid-19 è stato dichiarato
come rischio potenziale di contesto. Se osserviamo i vari contesti condominiali notiamo subito come per loro stessa conformazione siano luoghi soggetti a numerose interferenze e flussi di persone: inquilini, personale addetto alle pulizie, fornitori, addetti al recapito postale, eccetera. In queste situazioni di flussi già per loro natura interferenti si aggiunge l’eventuale cantiere edile nella maggioranza dei casi di manutenzione/ ripristino edilizio o ristrutturazione parziale dello stabile. Va quindi a configurarsi all’interno di un luogo abitato e trafficato un luogo di lavoro dotato già per sua natura di rischi derivanti dalle lavorazioni a cui ora si aggiunge il rischio contagio da covid-19.
Apparati igienici
Dato per scontato che tale area di cantiere debba essere opportunamente segnalata e se necessario recintata, nell’allegato 13 si rendono obbligatori al suo interno i dovuti apprestamenti igienico sanitari : un vaso e una doccia ogni dieci occupanti e un lavabo ogni dieci persone. Nella fattispecie un wc chimico da cantiere con punto d’acqua. Questi apprestamenti diventano ora basilari per il lavaggio delle mani e standard igienici non derogabili. Vanno introdotte due azioni che prima non erano espressamente citate: la pulizia e la sanificazione dei luoghi di lavoro e mezzi d’opera. Con il termine sanificazione ci appoggiamo alla circolare 5443 del 22/02/2020: si tratta di una superficie espressamente nel luogo dove il lavora tore mette le mani. Gli agenti chimici necessari per ottenere la sanificazione sono ipoclorito di sodio 0,2% (varechina), alcool, perossido di idrogeno (acqua ossigenata).
Azioni da svolgere in cantiere (come da Protocollo 24 aprile art. 2, allegato 7)
Obiettivo di questo protocollo è fornire soluzioni adeguate, ovvero vanno applicate le stesse procedure di logica e precauzione. Le misure vanno applicate a tutti i soggetti che sono in cantiere. In particolar modo oltre a pulizia e sanificazione introduciamo distanziamento e rimodulazione degli spazi.
Il distanziamento
Il distanziamento va applicato anche nell’uso dei mezzi comuni utilizzati eventualmente per portare il personale in cantiere, i quali vanno comunque sanificati dopo l’uso e vanno rispettate le distanze tra gli occupanti il mezzo. All’ingresso del cantiere vanno affissi appositi cartelloni con le dovute misure e le istruzioni. All’ingresso del cantiere è espressamente obbligatorio controllare la temperatura di chi deve entrare. La rilevazione delle temperature corporee va poi registrata su appositi moduli: tale documentazione va conservata insieme agli allegati del Piano di sicurezza e coordinamento. Ogni datore di lavoro è obbligato a fare tali misurazioni, in alternativa può delegare un suo ope raio o persona esterna a tale funzione. Nel caso si constati una temperatura corporea del lavoratore superiore alla temperatura considerata normale di 37,5 gradi, vanno subito informati tutti i presenti in cantiere. Chi ha i sintomi influenzali va poi isolato in apposita baracca di cantiere o ambiente separato, con al suo interno possibilità di telefonare al medico competente per le dovute disposizioni. Nel caso di fornitori esterni al cantiere, i soggetti devono rimanere a bordo del veicolo o nel caso semplicemente scaricare dallo stesso la merce che gli è stato chiesto di fornire. È comunque obbligatoria la distanza di almeno 1 metro. È il datore di lavoro stesso ad assicurare la pulizia e sanificazione periodica ogni volta che c’è una situazione di promiscuità. Si ricorda che nelle aree comuni bisogna evitare l’accesso contemporaneo. Anche i corridoi di accesso al cantiere vanno usati secondo protocollo: quando si entra e si esce va garantito che non ci sia accesso e uscita in contemporanea. Il datore di lavoro deve inoltre verifica re la pulizia degli strumenti individuali impedendone l’uso comune. Per esempio, il martello demolitore nel momento in cui cambia mano va sanificato con appositi detergenti. In cantiere deve essere posto un detergente per la sanificazione degli strumenti individuali, prima dell’inizio dei lavori ogni giorno va verificata la sanificazione di alloggiamenti e locali, chi esegue la sanificazione deve avere i dovuti indumenti per poterla eseguire. È obbligatorio mettere in condizione i lavoratori di potersi lavare le mani con numero adeguato di lavabi e attrezzati in maniera che siano accessibili e contestualmente indipendenti.
Utilizzo delle mascherine
Le mascherine da usare in cantiere sono quelle idonee: vanno bene anche quelle chirurgiche utilizzate in conformità alle norme sanitarie, vanno utilizzati anche i guanti monouso e gli occhiali quando non è possibile lavorare a distanza minima di 1 metro, oppure quando ci si trova in spazi ristretti. Vanno usati indumenti di lavoro nuovi, anche con tute usa e getta solo se la lavorazione lo richiede.
Spazi comuni
Gli spazi comuni vanno contingentati e deve essere sempre garantita la ventilazione e la distanza di sicurezza. La sorveglianza sanitaria deve proseguire mantenendo il rispetto delle norme igieniche.
Organizzazione generale
Ogni cantiere deve avere un comitato di una o più persone che verifichi la corretta applicazione del protocollo. Il cantiere va subito fermato nel caso in cui non ci sia la corretta dotazione
di mascherine, non ci sia la corretta dotazione di guanti e occhiali. Il caso di lavoratore con sintomi influenza li va gestito, come prima citato, con l’isolamento in apposito spazio avvisando l’autorità sanitaria competente. Quindi, il cantiere va dotato di apposito box per l’isolamento del lavoratore con contagio sospetto e all’interno ci deve essere la copertura telefonica per avvisare il medico curante. In tal caso il cantiere va fermato e vanno rispettate le procedure sanitarie. Il wc chimico deve essere dotato di lavabo conforme alle Uni En 16194 con blocco indipendente per il lavaggio delle mani. Se è presente uno spogliatoio, va dotato di sistema di ventilazione forzata. In caso di baracche di cantiere vanno predisposti schermi in plexiglass sui tavoli e scrivanie. Le mascherine chirurgiche vanno usate solo nel caso in cui la lavorazione non preveda altro dpi per il filtraggio della respirazione, in alternativa le mascherine FFP2 sono considerati dispositivi idonei.
Conclusioni
Ritengo che per tutte le dovute operazioni da rispettare sia fondamentale prima dell’inizio dei lavori convocare una riunione preliminare che sia anche contemporaneamente di coordinamento tra tutte le parti coinvolte (personale e condòmini), in tale riunione si dovrà stabilire un lay-out generale dei lavori da dove si evince il posizionamento di tutti gli apprestamenti e dei flussi separati tra il personale che lavora nel cantiere e gli inquilini, sempre in tale sede si do vranno poi avvisare tutti i condòmini riguardo alle misure di contenimento a seguito del cantiere e le precauzioni da adottare.
Alessio Babini
Architetto, esperto in energia rinnovabile, architettura resiliente e sostenibile