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BOREAS È ALLARME ASCENSORI

Incidenti anche mortali, cattivo funzionamento, normativa inadeguata: la società di certificazione, anche alla luce della cronaca, mette sotto accusa i ritardi italiani nell’adeguamento degli impianti di elevazione dei condomini

Veronica Monaco

Basta un blackout per mandare ko gli ascensori di un intero quartiere? Sì, se siamo in Italia, paese che detiene il record di impianti installati (abbiamo più ascensori di Stati Uniti e Cina), di cui il 70% opera però in condizioni di grave insicurezza. A spiegarlo a Condominio Sostenibile e Certificato è l’ingegner Guido Torretta a capo del Gruppo Boreas, organismo notificato dall’Unione Europea dal 2001 per la verifica e il collaudo delle apparecchiature di sollevamento.

Domanda. Qual è ad oggi la situazione degli ascensori in Italia?

Risposta. Siamo in una situazione molto carente. Basti pensare a ciò che è successo a inizio giugno nel quartiere Santa Rita di Torino. A causa di un forte temporale si sono registrati numerosi incidenti in ascensore, di cui uno addirittura mortale. Ma questo è solo un esempio: ogni anno nel nostro Paese si verificano molteplici incidenti. Il perché è presto detto. L’Italia detiene, incredibile ma vero, il record di circa 600 mila ascensori installati, più che negli Stati Uniti e in Cina, ma possiede un parco impianti fra i più antiquati del mondo. Il 40% di questi ascensori infatti ha più di 30 anni e oltre il 70% non dispone delle ultime tecnologie in materia di sicurezza. In

più c’è un’estrema resistenza dei condòmini a modernizzare gli impianti ascensori, tanto che in Italia si fanno quasi esclusivamente interventi di riparazione, e non di ammodernamento.

D. Quindi circa il 70% degli ascensori italiani sono insicuri?

R. Diciamo che il 70% degli ascensori è conforme a disposizioni di sicurezza obsolete. Facciamo un po’ di storia. Il decreto legge 600 del 1945, che dava indicazioni di sicurezza sugli ascensori, è rimasto in vigore fino al 15 novembre 1964. Dopodiché sono stati emanati altri Dpr per gli ascensori elettrici e idraulici che sono rimasti in vigore dal 1964 al 1988. Saltando alcuni passaggi, arriviamo fino alla Direttiva europea 95/16/CE del 1995 che ha stabilito disposizioni di sicurezza molto più avanzate rispetto alle precedenti disposizioni di legge, che in Italia è entrata in vigore solo nel 1999, con il Dpr 162 del 1999. Ora, gli ascensori conformi alla direttiva europea sono solo una piccola minoranza, in Italia saranno circa il 20- 30%, mentre i restanti impianti, alcuni dei quali anche anteguerra, non sono tenuti ad alcun adeguamento. L’Italia, infatti, è l’unico Paese, tra i 27 membri dell’Unione Europea, che non ha mai emanato norme di adeguamento per gli ascensori preesistenti.

D. Perché siamo così indietro?

R. Dicono che l’Italia non può permettersi le spese di adeguamento di questi ascensori, quindi dobbiamo rassegnarci a sentire periodicamente di infortuni, anche mortali, che colpiscono gli utenti e gli addetti alla manutenzione. Evidentemente non c’è una sensibilità sociale, si parla di fatalità, ma non è così. Posso dire con certezza che la maggior parte dei condòmini e degli amministratori condominiali si rifiutano tassativamente di fare lavori di miglioramento della sicurezza degli ascensori preesistenti, limitandosi solo a riparare guasti e mantenere lo stato di sicurezza del vecchio impianto.

D. Ci sono norme di sicurezza più disattese rispetto alle altre?

Guido Torretta

R. Non sono le norme di sicurezza a essere disattese, sono le norme di sicurezza a essere inadeguate. Il 70% degli ascensori risponde a norme di sicurezza obsolete, quindi questi impianti hanno un livello di pericolosità molto più elevato rispetto agli ascensori conformi alla direttiva europea. Facciamo un esempio: tutti gli ascensori conformi alla direttiva europea devono possedere il combinatore telefonico, dispositivo che permette, premendo un tasto, di essere messi in contatto con la ditta di manutenzione o attivare il pronto soccorso. Questo combinatore, che ha un costo di circa mille euro, non è installato in nessuno dei vecchi ascensori e i condòmini non lo vogliono mettere perché dicono che tanto non è obbligatorio. Abbiamo così situazioni in cui una signora è rimasta chiusa da sabato sera fino a lunedì mattina in ascensore perché non aveva modo di chiamare nessuno. E ci sono casi anche casi più gravi: per esempio, tutti gli ascensori costruiti a Torino durante il boom edilizio negli anni Sessanta e Settanta hanno un argano elettromeccanico e non si fermano quasi mai al piano, lasciando scalini tra i 5 e i 10 centimetri, che causano di sovente infortuni. Siccome sono impianti soggetti a una legislazione precedente la direttiva europea, che permetteva un dislivello fino a 16 centimetri, gli amministratori non si preoccupano di adeguarli. E se anche presentino un piano di adeguamento, nella maggior parte dei casi sarà bocciato dall’assemblea dei condòmini.

D. Nel caso di incidente rischia anche l’amministratore?

R. Se l’impianto è adeguato alle disposizioni di legge, seppur del 1945, difficilmente sarà chiamato a rispondere.

D. Ma la sicurezza è certificabile?

R. Non esiste una certificazione di sicurezza. Boreas certifica la conformità degli impianti alle disposizione di legge. Per i nuovi ascensori lo standard di sicurezza è stabilito Direttiva Ascensori, la 95/16/Ce, recentemente adeguata dalla direttiva 2014/33/ UE. Questa è la normativa più attuale che esiste in Europa. Il problema è che in Italia non esiste l’obbligo di adeguare gli ascensori a questo standard di sicurezza. Se, per esempio, un ascensore vecchio, installato prima della direttiva europea, non dispone del combinatore telefonico o di un inverter che possa allineare l’ascensore al piano quando si ferma, Boreas non può prescriverlo.

D. Come avviene la certificazione di conformità?

R. La certificazione avviene solo per gli impianti di nuova installazione secondo la direttiva europea. Secondo la legge italiana l’impianto deve essere verificato ogni due anni, ma la verifica viene fatta secondo le disposizioni di legge in vigore quando è stato installato l’ascensore. Più l’ascensore è vecchio, meno prescrizioni avrà.

D. E se non viene fatta la manutenzione?

R. Se non viene fatta manutenzione c’è una grave responsabilità da parte della ditta di manutenzione e dell’organismo che controlla. È pur vero che, nonostante vi sia una segnalazione di non conformità, spesso il condominio non interviene nel mettere in sicurezza l’impianto. L’unica cosa a questo punto è dare il fermo dell’ascensore: allora i condòmini si rassegnano a mettere a posto l’elevatore, ma solo per il punto indicato come non conforme.

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