N. 46 GIUGNO / LUGLIO 2022
EDITORI@LE
SE SI ALLARGA IL CONDOMINIO
E
ssere realisti è un bene, ma un eccessiva dote di realismo può portare all’inerzia, alla miopia, all’accontentarsi del quieto vivere. Parliamo di condominio, naturalmente. Mentre la vicenda del superbonus prosegue come una fiction che neanche su Netflix, occorre chiedersi se l’obiettivo di riqualificare gli edifici in cui vive la maggior parte degli italiani sia sufficiente. D’accordo, se tutti i condomini fossero messi a nuovo e diventassero per magia tutti di classe A ci sarebbe da stappare lo champagne o spumante millesimato per amor di patria. Ma non è vietato pensare anche un po’ più in grande. Con una considerazione: è soddisfacente vivere in un bel condominio, non energivoro, con la facciata pulita, ma immerso in una città sporca, con buche nelle strade e priva di servizi? Bisogna affacciarsi alla finestra o guar-
dare oltre il terrazzo. Occorre rendere efficienti e più sostenibili anche le città. È, insomma, quella cosa che è stata riassunta con il termine di rigenerazione urbana. Una recente ricerca condotta dal Servizio Studi della Camera con la collaborazione del Cresme, è stata «utile per fare il quadro degli strumenti, dei finanziamenti e delle norme esistenti e di quelli in arrivo, con l’obiettivo di tradurlo presto in una strategia», ha spiegato la presidente della commissione, Alessia Rotta che, tra parentesi, è intervenuta anche in una passata edizione della Fiera del Condominio. Il rapporto del Servizio Studi della Camera è intitolato Le politiche di rigenerazione urbana. Prospettive e possibili impatti descrive traguardi alti, forse irraggiungibili, assieme ad altri più a portata di mano. Per esempio, un faro da seguire, anche se
si tratta di una luce teorica, rimane l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu. Si tratta di uno di quei traguardi che si scontrano, generalmente, con la politica dei governi, ma che vale la pena di ricordare: è il programma che punta a città e comunità urbane sostenibili, in cui «tutti possano avere accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro». Insomma, sarebbe un paradiso in terra. Ma la rigenerazione urbana è, comunque, una necessità pressante vista la crisi energetica che incombe. Lo studio sottolinea anche ricerche di diversa provenienza, come quella messo a punto dall’Ufficio studi della Banca d’Italia, secondo cui il trend in tutto il mondo vede la crescita dei centri urbani a discapito delle aree al di fuori delle città. Ci saranno sempre più condomini in ambito cittadino, insomma. Una ragione in più per affrontare il problema della riorganizzazione delle metropoli, a partire dai suoi edifici. Ma non solo: occorre che case meno energivore siano associate a contesti urbani altrettanto risparmiosi. Come? Passando la palla dagli architetti agli urbanisti. Un’idea che fa molto titolo sui giornali è quella nata in Francia: «Città dei 15 minuti». Tradotto: una organizzazione urbana che consenta a chi vive in grandi città di lavorare e vivere in aree contigue, che si raggiungano magari a piedi in una manciata di minuti. Come avviene nei centri più piccoli. Difficile? Sì. Ma, insomma, c’è un mondo da riorganizzare fuori dal condominio, che con lo spazio abitativo è collegato. Non bisogna dimenticarlo.
CONDOMINIO SC - 3