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TANTO SE NE PARLA
Di martina lombardo
Volli, volli e fortissimamente volli parlare di Dante in questo editoriale di marzo, beandomi di poter finalmente celebrare un Dantedì… ahi lassa, non ho potuto.
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Il letargico mondo del Ministero dell’Istruzione e del Merito pare essersi dato una scrollata per far parlar (male, principalmente) di sé per una decina di giorni.
E no, non parlo della maturità.
Tutto ha avuto inizio con quel che è accaduto lo scorso 18 febbraio al Liceo Michelangiolo di Firenze; evento dalla copertura mediatica alquanto ambigua e fortemente schierata, con esagerazioni ed inesattezze che, confrontando le fonti, parevano sbucare da ogni parte.
Quando ho accettato il fatto che a tentare di barcamenarmi tra micro-editoriali moraleggianti e segmenti di programmi d’inchiesta decisamente sensazionalistici non ne venivo fuori, ho cercato qualche fonte diretta, tra le mie conoscenze fiorentine, e ho chiesto qualche chiarimento circa i fatti stessi (il che potrebbe aprire una riflessione sull’ostinata soggettività degli eventi che ci sforziamo di riportare oggettivamente, perché anche di questi circolano parecchie versioni - ma non è questa la sede adatta).
L’ipotesi più accreditata all’interno del Liceo è che ai sei ragazzi di Azione Studentesca era stato chiesto di allontanarsi dall’edificio; due stavano volantinando, gli altri erano lì in zona appostati e aspettavano, forse, un pretesto per scon- trarsi con i ragazzi del collettivo che già conoscevano, tra cui il candidato rappresentante, il ragazzo aggredito.
Ai fatti deplorevoli e condannabili del Michelangiolo si aggiunge la ormai famosa lettera della Preside di un altro liceo fiorentino, il Leonardo, che, volendo dare un messaggio di antifascismo ai propri studenti, ha mischiato - a ragione? non a ragione? - la politica con il suo ruolo dirigenziale.
Diventata virale la lettera, si è scomodato pure Valditara, che con ormai nota delicatezza elefantina ne ha detta una di troppo (ricordiamo l’umiliazione come strumento pedagogico!): se si poteva, a livello politico, aprire un dibattito circa la proprietà o meno dei contenuti della lettera, sottintendere una futura ed eventuale presa di misure contro la Preside certamente ha alzato un po’ troppo i toni.
Insomma, i fatti del Michelangiolo sono stati strumentalizzati, come spesso accade, oltre che snaturati, dando il via a giorni di polemiche che forse non avevano poi tanto a che fare con l’episodio in sé e la sua natura, finché, dopo diversi scambi di battute, si è giunti ad una sorta di culmine della degenerazione con l’affissione ai primi di marzo davanti al Liceo Carducci dell’effigie del Ministro capovolta, accanto a quella del Presidente del Consiglio: azione che fortunatamente è stata stroncata sul nascere e condannata da tutti, a partire dagli studenti e dalla comunità scolastica del Liceo Carducci, come violenta e aberrante.
In tutto questo si sono levate voci dalle opposizioni che richiedevano alla maggioranza di condannare gli atti del Michelangiolo: e quando le dichiarazioni di condanna sono giunte, ad alcuni non sono parse abbastanza.
C’è chi ha anche gridato ad un ritorno agli anni di Piombo, ma non credo si sia giunti a questo punto: destra e sinistra a livello studentesco si scontrano dal Sessantotto. Ma suscita forse una certa apprensione il sospetto, stando alla versione più accreditata, che l’atto del Michelangiolo fosse premeditato, al contrario dei precedenti.
Dopo giorni di dibattiti, mediatici e non, lettere, accuse e prese di posizione resta l’amaro per aver messo ancora una volta la scuola al centro, non della cultura, ma della polemica e dello scontro. SOMMARIO
Un magistrato anti-camorra
Caso plusvalenze
Mai lamentarsi, mai spiegare
SOS archivio
Un tuffo nel passato
Parere di un'autrice emergente
Acqua in bocca
L'angolo del libertario
Zabaoroscopo
Zabarecensioni
...e Berta filava
Zabaenigmistica
PAG.3
PAG.5
PAG.6
PAG.7
PAG.8
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