BIRATTARI_RAGGHIANTI_Italiano è regionare

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MASSIMO BIRATTARI CATERINA RAGGHIANTI

L’ITALIANO

è IL RAGIONARE

Il nome

Ti proponiamo alcune frasi in cui mancano i lemmi, ovvero le parole che corrispondono alle definizioni. Sono nomi, cioè parole con le quali, come ci dice il dizionario, indichiamo «gli esseri animati, gli oggetti, i sentimenti, le caratteristiche, i fenomeni».

Riesci a inserire negli spazi puntinati il nome che corrisponde a ciascuna definizione?

1)  : insieme di fogli che contengono un testo stampato o manoscritto, rilegati e provvisti di copertina.

2)  : edificio, sala con grandi raccolte di libri a disposizione del pubblico per la lettura e la consultazione.

3)  : particolare tecnica che permette di riprodurre uno scritto, un disegno e sim. in un numero illimitato di copie uguali, partendo da un’unica matrice.

4)  : ogni facciata di un foglio di libri, quaderni e sim.

5)  : involucro di cartone più o meno pesante, generalmente stampato con le indicazioni del titolo e dei nomi dell’autore e dell’editore, talvolta colorato o illustrato, che ricopre libri, riviste, opuscoli e sim.

6)  : striscia di tela o altro materiale che unisce i due piatti della copertina di un libro.

7)  : nome, breve indicazione posta in cima a uno scritto, nel frontespizio di un libro, o in calce a un’opera d’arte per farne conoscere il soggetto o il contenuto.

8)  : suddivisione del testo un’opera, che ha importanza immediatamente inferiore alla parte.

9)  : elenco ordinato dei capitoli, o comunque delle varie parti, di un libro, che contiene il titolo di ciascuno e l’indicazione del corrispondente numero di pagina.

(definizioni tratte da N. Zingarelli, Lo Zingarelli. Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna 2021)

I nomi dunque sono le cose, le “sostanze” (infatti si chiamano anche sostantivi). Non possiamo fare a meno dei nomi se vogliamo comunicare dei contenuti; non sarebbe possibile sostituire i nomi, in un discorso, con le loro definizioni, anche perché le definizioni devono comprendere di necessità altri nomi.

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LA FORMA DELLE PAROLE: MORFOLOGIA 250
mai più senza

Video grammatica e Agenda 2030

• Il nome – Goal 15

AGENDA 2030

Cerca nelle prossime pagine queste Videolezioni: l’autore risponde

• Una distinzione troppo… astratta: nomi concreti e nomi astratti

• La concordanza del verbo con i nomi collettivi

• Se tutti dicono sarta e infermiera, perché ci sono polemiche su ministra o ingegnera?

• L’asterisco e lo schwa sono una soluzione?

1 Il nome, gli infiniti nomi

Il nome è una parte variabile del discorso e si compone di:

• una radice invariabile, che esprime il significato;

• una desinenza variabile, che può esprimere il genere (maschile o femminile) e il numero (singolare o plurale):

gatt-e bambin-i radice + desinenza (femm. plur.) radice + desinenza (masch. plur.)

I nomi appartengono a una classe di parole aperta, cioè illimitata; via via che nella società si affacciano oggetti, concetti o fenomeni nuovi, possono accadere due cose:

• nascono nomi nuovi (neologismi o neoformazioni → p. 000), che si aggiungono al patrimonio lessicale di una lingua: apericena, vegano/a;

• nomi già esistenti acquistano significati nuovi: rete, meme, bufala.

Per quanto riguarda la formazione dei nomi e la loro struttura (nomi derivati, alterati e composti), rimandiamo all’Unità 2 La formazione delle parole nella Sezione 2, in particolare alle pp. 000.

AVEVI INDOVINATO?

2 Le funzioni del nome

Il nome serve a definire gli oggetti (funzione referenziale) e a classificarli (funzione classificatoria).

Il nome ha quindi un rapporto molto stretto con gli oggetti dell’esperienza, perché permette di indicare e ricondurre a categorie non solo tutti gli oggetti che ci circondano (cose, persone, animali), ma anche concetti e fenomeni (come coraggio, trasformazione).

RISORSE DIGITALI
1) libro 2) biblioteca 3) stampa 4) pagina 5) copertina 6) dorso (o costa) 7) titolo 8) capitolo 9) indice
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3 Il nome nella frase

Ha messo dei buffi adesivi sulla sua bicicletta nuova. Come possiamo notare analizzando le desinenze, i due nomi presenti in questa semplice frase, adesivi e bicicletta, influenzano, nel genere e numero, gli articoli e gli aggettivi che vi si riferiscono:

dei, buffi • maschile plurale (riferiti ad adesivi )

la, sua, nuova • femminile singolare (riferiti a bicicletta)

È il nome, dunque, a “comandare” le altre parole (articoli e aggettivi) che lo circondano e che devono concordare con esso. Inoltre, quando il nome funge da soggetto della frase (→ p. 000), il verbo concorda nella persona:

Miguel legge un romanzo di Orwell. • nome singolare • 3ª persona singolare

Le ragazze si allenano per la staffetta. • nome plurale • 3ª persona plurale

4 Altre parole usate come nomi

La funzione propria del nome può essere rivestita anche da parole che non sono nomi ma appartengono ad altre parti del discorso. In questi casi si parla di uso sostantivato:

• il modo più comune per sostantivare una parola che non sia un nome è farla precedere da un articolo:

Il naufragar m’è dolce in questo mare. (G. Leopardi) • infinito sostantivato

Il buono, il brutto, il cattivo. • aggettivo sostantivato

I miei si preoccupano sempre troppo. • pronome sostantivato

Il domani è un’incognita. • avverbio sostantivato

In tutto questo c’è un ma • congiunzione sostantivata

• è possibile sostantivare anche un’intera locuzione: Quella ragazza ha un non so che di inquietante. • locuzione sostantivata

• in alcuni casi l’articolo può mancare, oppure la parola può essere sostantivata tramite un aggettivo dimostrativo (questo, quello):

Gridare così non ti farà certo stare meglio!

Cos’è tutto questo gridare?

COMPRENDI, RIFLETTI, APPLICA

1. ● ● ● Sottolinea i nomi (28 casi).

Esercizi aggiuntivi

1. Ho comprato una cassettiera per la stanza di Giulio. 2. Molti validi nutrizionisti cercano nell’alimentazione il segreto della longevità di alcune popolazioni. 3. In alcune zone della Sardegna non ci sono troppi turisti nemmeno in agosto. 4. Apprezzo moltissimo la tua sincerità. 5. Nel giardino della mia scuola si trovano diversi scoiattoli e una coppia di pavoni. 6. Emanuele, il figlio di Catia, ha dieci anni. 7. I bambini della scuola materna stanno facendo il girotondo. 8. Questa pubblicità lede l’immagine dell’azienda.

La forma delle parole: morfologia
252

2. ● ● ● Completa la trasformazione delle frasi inserendo articoli e aggettivi opportunamente concordati con il nome o i nomi a cui si riferiscono.

1. Lo psicologo di cui ti ho parlato è l’autore di questo libro. → psicologi di cui ti ho parlato sono autori di questo libro. 2. Passami quel vestito. → Passami vestiti. 3. Questo colore è intenso. → colori sono 4. Il cappotto è vecchio. → Il cappotto e la sciarpa sono 5. Lascia il tuo cappotto e la tua sciarpa nel guardaroba. → Lasciate cappotti e sciarpe nel guardaroba. 6. Ho raggiunto mio fratello al ristorante. → Ho raggiunto fratelli al ristorante.

3. ● ● ● LESSICO Definisci in modo semplice e chiaro, anche con l’aiuto del dizionario, i nomi, poi inseriscili nella tabella a seconda che indichino persone, cose, animali, fenomeni o concetti.

apparizione • causalità • delatore • diffrazione • entomologia • gipeto • gipsoteca • lallazione • licaone • pozione • speculatore

persone cose animali fenomeni concetti

4. ● ● ● PAROLE D’AUTORE Sottolinea le parole che non sono nomi, ma vengono usate come tali.

1. All’apparir del vero tu, misera, cadesti. (G. Leopardi) 2. Mi piacciono i timidi / che sulle guance hanno i tramonti / che nel silenzio hanno le parole giuste. (G. Giancaspro) 3. Quando si vivono le domande, / forse, piano piano, si finisce, / senza accorgersene, / col vivere dentro alle risposte / celate in un giorno che non sappiamo. (R. M. Rilke) 4. La vita nuova irrompe / come un vecchio che cade / sul ghiaccio, un pensiero / davanti a un muro, la / sirena di un’ambulanza. (C. L. Candiani) 5. È Natale / facesse un po’ di neve, almeno / o tu ti trovassi a portata di baci / o io avessi sette anni / ma nessuna delle tre / dunque profilo basso / uscire l’indispensabile / e occhio ai fritti. (G. Catalano) 6. Ti ricordi / la tovaglia a fiori rossi / il bicchiere che sapeva d’uovo / l’acquazzone improvviso / i campi arruffati e vetrosi / gli archi di pietra serena / il giornale sulla testa / ingoiavi frutti di mare gonfi di pomodoro / il fango dentro le scarpe di tela / l’odore aspro di menta pestata / il nostro abbracciarci insaziabile / la lite nell’ascensore / la buccia di cocomero sul davanzale. (D. Maraini) 7. A volte, i giacinti resistono all’inverno; / il verde trionfa; i raccolti sono abbondanti. (S. Pugh) 8. Meno male che ho amato la pioggia / meno male che sono stato in carcere / ho amato l’irraggiungibile / in tutte le mie nostalgie. (N. Hikmet)

5. ● ● ● SCRITTURA Scrivi 5 frasi che contengano ciascuna una delle parole sottolineate nell’esercizio precedente; quindi, indica che tipo di parola sostantivata hai usato (infinito sostantivato, aggettivo sostantivato ecc.).

Il nome | ESERCIZI 5
2. 3. 4. 5. 253
1.

Il significato dei nomi

I nomi si dividono, sulla base del significato, in:

• comuni e propri (ragazzo, Miguel);

1 Nomi comuni e propri

2 Nomi individuali e collettivi; numerabili e non numerabili

• individuali e collettivi, numerabili e non numerabili (sedia, ferro, mobilia).

GRAMMATICA PER PENSARE

Una distinzione troppo… astratta: nomi concreti e nomi astratti

Quando si parla del nome, una delle distinzioni più tradizionali, quasi sempre presente nelle grammatiche, è quella tra:

Videolezioni d’autore

• Una distinzione troppo… astratta: nomi concreti e nomi astratti

• nomi concreti: si applicano ai referenti che popolano il mondo fisico e che scopriamo con i sensi: acqua, bambino, neve, profumo ecc.;

• nomi astratti: designano quei concetti che non si possono percepire immediatamente con i sensi, come sentimenti, idee e qualità: pace, felicità, coraggio ecc.

Questa distinzione, tuttavia, pur avendo un certo peso nella nostra classificazione della realtà, non ha conseguenze riconoscibili a livello linguistico (le due tipologie di nomi, cioè, si comportano allo stesso modo sul piano morfosintattico). Notiamo per esempio che:

• i determinanti (articoli e aggettivi determinativi) che accompagnano le due tipologie di nomi sono gli stessi: molto fango / molto amore; tre ombrelli / tre vizi; quale bambina / quale coerenza ecc.;

• sul piano del significato, le espressioni in cui li usiamo (verbi, aggettivi) non cambiano (possiamo “abbracciare”, “nutrire” o “abbandonare” un bambino come un’opinione).

Infine, questa distinzione genera continui dubbi: come classificare nomi come freddo o dolore? Prevale la possibilità di percepirli con i sensi oppure la loro natura immateriale, non sensibile? La temperatura di un corpo è un elemento concreto o astratto? Come classificare parole quali corsa o sonno? In questa grammatica, quindi, non prenderemo in considerazione questa distinzione.

1 Nomi comuni e propri

Il mio gatto si chiama Cagliostro

In questa frase i nomi evidenziati si riferiscono allo stesso referente reale; tuttavia:

• gatto è un nome comune: non designa di per sé un oggetto preciso, ma una classe di oggetti (può cioè riferirsi a tutti i gatti possibili);

• Cagliostro è un nome proprio: designa un oggetto individuale (in questo caso, un gatto specifico).

I nomi propri possono riferirsi a persone, animali, luoghi geografici; anche soprannomi, patronimici e pseudonimi (come il Secco, il Pelide o Lady Gaga) rientrano tra i nomi propri.

La forma delle parole: morfologia
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#Z# VuMark

La distinzione tra nomi propri e nomi comuni ha delle conseguenze sul piano grammaticale:

• i nomi propri richiedono la lettera maiuscola (→ p. 000 per le incertezze che si possono avere, per esempio, a proposito dei nomi geografici);

• i nomi propri si usano senza articolo molto più spesso dei nomi comuni.

LINGUA VIVA

L’articolo con nomi (e cognomi) propri di persona

1. L’articolo con i nomi propri

Con i nomi propri l’uso standard della lingua italiana non prevede l’articolo, che risulta un uso regionale e proprio del registro colloquiale (Susanna diventa, in alcune regioni, la Susanna, mentre in alcune parti del Nord Italia si sente dire comunemente anche il Filippo o il Francesco).

2. L’articolo e i cognomi

Un tempo si usava l’articolo davanti ai cognomi di personaggi famosi, come politici, scrittori e artisti (il Mazzini, il Manzoni, l’Einstein, il Bernini ), ma si tratta di un uso ormai ampiamente superato. Al giorno d’oggi l’uso dell’articolo davanti al cognome sopravvive quando, in realtà, con il cognome si indica non l’autore ma la sua opera (lo Zingarelli è il dizionario Zingarelli).

Un discorso diverso vale per i cognomi femminili: in questo caso, l’articolo sopravvive tuttora ( la Morante, la Magnani ). Tuttavia, oggi, soprattutto nel linguaggio giornalistico e critico, è attestato l’uso del cognome senza articolo, esattamente come per gli uomini: il romanzo di Maraini (intendendo Dacia, non il padre Fosco), l’interpretazione di Streep, la presa di posizione di Boldrini

La preferenza per quest’uso, derivato dall’inglese, è dovuta al fatto che, così facendo, si evitano discriminazioni di genere (i nomi femminili vengono cioè trattati come i nomi maschili). Tuttavia, soprattutto nei contesti meno formalizzati e nel parlato (telegiornali, cronache sportive ecc.), è ancora assai comune l’uso dell’articolo:

La Brignone è stata la prima italiana a vincere la Coppa del mondo di sci alpino.

Ci troviamo, nel complesso, in una situazione di transizione, per cui talvolta gli autori preferiscono aggirare l’ostacolo, riportando, per esempio, il nome per intero:

L’interpretazione di Emma Watson ha convinto pubblico e critica.

Resta vivo invece l’uso dell’articolo davanti ai cognomi, tanto per gli uomini quanto per le donne, nei contesti lavorativi e scolastici, per indicare colleghi, compagni di studio e professori: Oggi la Giusti interroga! Il Belli arriva sempre tardi.

2 Nomi individuali e collettivi; numerabili e non numerabili

2.1 Nomi individuali e collettivi

Una folla di persone si è radunata per ammirare lo spettacolo pirotecnico.

Sul piano del significato, possiamo fare una distinzione tra due tipi di nomi:

• i nomi che designano delle classi che raggruppano entità singole , distinte (persone, spettacolo) sono nomi individuali (goccia, ragazza, libro, idea, virtù ecc.);

• i nomi che indicano, già nella forma singolare, un insieme omogeneo composto da elementi individuali (folla) sono nomi collettivi (famiglia, gregge, costellazione, paio ecc.).

Il nome  5
AGENDA 2030 255

2.2 Nomi numerabili e non numerabili

Una folla di persone si è radunata per ammirare i giochi d’acqua

Un’altra distinzione, molto importante perché influenza anche il comportamento grammaticale dei nomi, è quella tra:

• nomi che indicano entità che possono essere contate, detti nomi numerabili; vi rientrano sia i nomi individuali (persone, giochi) sia molti nomi collettivi (folla);

• nomi che indicano entità che non possono essere contate (acqua), detti nomi non numerabili.

I nomi numerabili:

• si possono usare al plurale: il bambino / cinque bambini ; una costellazione / due costellazioni;

• ammettono l’uso dell’articolo indeterminativo al singolare e del partitivo al plurale: un bambino / dei bambini; una costellazione / delle costellazioni.

I nomi non numerabili:

• vengono usati tendenzialmente al singolare: il sangue, l’ossigeno (non si può dire *due sangui o *gli ossigeni);

• non ammettono l’articolo indeterminativo, ma solo l’articolo partitivo al singolare per esprimere una quantità indefinita:

C’è della sabbia sul pavimento.

Ci vuole dell’acqua per allungare l’impasto.

Molti nomi non numerabili ammettono anche un uso numerabile:

• quando indicano una varietà di tipi della sostanza in questione:

I vini di questi produttori sono eccellenti.

È meglio bere acque oligominerali.

Tra i mieli, i miei preferiti sono quelli di eucalipto e di castagno.

• quando sono usati metonimicamente (la metonimia è la figura retorica che consiste nel sostituire un nome con un altro sulla base di un rapporto di vicinanza logica):

Due birre (= due bicchieri / bottiglie di birra) per favore! • il contenuto al posto del contenitore

I bronzi (= le statue di bronzo) di Riace. • il materiale al posto dell’oggetto

I ferri (= gli strumenti di ferro) del mestiere. • il materiale al posto dell’oggetto

MIND THE GAP

LINGUA VIVA Videolezioni d’autore

La concordanza del verbo con i nomi collettivi

• La concordanza del verbo con i nomi collettivi

Con i nomi collettivi si pone spesso un problema di concordanza con il verbo. Osserviamo queste frasi:

Il loro gruppo è arrivato in anticipo. *Il loro gruppo sono arrivati in anticipo.

Una famiglia di quattro persone è rimasta bloccata dalla neve.

*Una famiglia di quattro persone sono rimaste bloccate dalla neve.

In questi casi siamo naturalmente portati ad applicare la concordanza grammaticale (verbo al singolare con un nome al singolare).

La forma delle parole: morfologia
256
#Z# VuMark

Tuttavia, può accadere di trovare impiegata la concordanza a senso (cioè al plurale):

• a scopi espressivi, per esempio per riprodurre un parlato informale: Sappia dunque che questa buona gente son risoluti d’andar a metter su casa altrove. (A. Manzoni)

• quando il nome collettivo equivale a una determinazione di quantità (molti, alcuni ecc.): Un centinaio di manifestanti hanno bloccato la circolazione. Verranno al cinema con noi solo un paio di amici.

ATTENZIONE La concordanza a senso risulta naturale solo se la specificazione del nome collettivo contiene un plurale:

Gran parte degli italiani non conoscono la pronuncia corretta di molte parole.

Gran parte della popolazione italiana non conoscono la pronuncia corretta di molte parole.

Su questo argomento, → p. 000 conosce

A COLPO D’OCCHIO

COMUNI

PROPRI

INDIVIDUALI

non indicano un oggetto preciso, ma una classe di oggetti bambina

indicano un oggetto individuale, specifico

indicano una classe che raggruppa entità singole, distinte

Chiara

nave

indicano un insieme omogeneo composto da elementi individuali

COLLETTIVI flotta

COMPRENDI, RIFLETTI, APPLICA

NON NUMERABILI NUMERABILI

indicano entità che possono essere contate riso

indicano entità che non possono essere contate

chicco

Esercizi aggiuntivi

1. Il mincio è un affluente del po. → Il Mincio è un affluente del Po. 2. Il gatto di rosalia si chiamava nerino. 3. Quando andavo a scuola io, per fare le ricerche non si usavano google o wikipedia, ma l’enciclopedia treccani. 4. L’orestea di eschilo racconta l’epilogo della saga degli atridi. 5. Mi è piaciuto molto l’ultimo libro di marcello foa. 6. victor mi ha fatto un massaggio che mi ha fatto passare il male ai piedi. 7. jovanotti è lo pseudonimo di lorenzo cherubini. 8. sabina vorrebbe diventare una maestra di sci.

Il nome | ESERCIZI 5
NOMI COMUNI E PROPRI 6. ● ● ● Sottolinea i nomi propri e metti la lettera maiuscola (17 casi).
NOMI IN BASE AL
SIGNIFICATO
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NOMI INDIVIDUALI E COLLETTIVI; NUMERABILI E NON NUMERABILI

7. ● ● ● LESSICO Collega i nomi individuali ai corrispondenti nomi collettivi.

1. nave a. classe

2. soldato b. popolo

3. alunno c. mandria

4. cittadino d. flotta

5. bue e. nidiata

6. uccellino f. esercito

7. sacerdote g. mazzo

8. fiore h. clero 8. ● ● ● Sottolinea i nomi ed evidenzia quelli non numerabili.

1. Ci servirono del brodo di carne con i passatelli. 2. In questo pesto c’è troppo olio. 3. Dipinse un cielo chiaro, poi aggiunse del blu. 4. In questa stanza c’è aria viziata. 5. Mi emoziona molto quest’aria di Verdi. 6. Da piccola non ho mai avuto la varicella. 7. L’acciaio è più resistente del ferro. 8. Vedevo della tristezza nei suoi occhi.

RIFLETTI In un caso un nome che di solito non è numerabile è usato come numerabile: dove?

9. ● ● ● Sottolinea i nomi collettivi ed evidenzia i nomi non numerabili.

1. Ho comprato dell’argilla per farmi un impacco alla caviglia. 2. Sono arrivato in ritardo: il traffico era rallentato da una corriera con una comitiva di turisti. 3. Bernardo prese il secchiello e lo riempì di sabbia bagnata. 4. Il popolo si ribellò alla tassa sul grano. 5. Quando l’orchestra tacque, il pubblico applaudì. 6. Vorrei un etto di prosciutto crudo toscano, per favore.

10. ● ● ● Nelle coppie di frasi indica se i nomi in corsivo sono usati come nomi non numerabili (NN) o come nomi numerabili (N). L’esercizio è avviato.

1. a. La birra fu inventata dagli egizi.

b. Mi porti due birre, per favore!

2. a. In cantina c’è un prosciutto appeso.

b. Vorrei tre etti di prosciutto e un etto di stracchino, per favore.

3. a. Per aromatizzare il dolce puoi usare un po’ di succo d’arancia.

b. Puoi dare un succo di frutta a Martino?

4. a. Hai rotto il vetro della finestra!

b. L’isola di Murano è famosa per la lavorazione del vetro.

5. a. Oggi con la mamma abbiamo guardato i vecchi ori della nonna.

b. Il simbolo dell’oro è Au.

6. a. Posso mostrarle questo antico tavolo di ciliegio?

b. Hanno abbattuto il vecchio ciliegio del giardino; era malato e pericolante.

11. ● ● ● GRAMMATICA PER PENSARE Indica se i nomi evidenziati sono astratti (A) o concreti (C).

1. a. La celebrità a volte può dare alla testa. A C

b. Con le sue vittorie nella scherma, Bebe Vio è diventata una celebrità. A C

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NN N
NN N
NN N
NN N
NN
N
NN
N
NN N
NN N
NN N
NN
N
NN
N
NN
N
X
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X

2. a. Mi è venuta la congiuntivite all’occhio destro.

b. Maryam ha occhio per l’arte contemporanea.

3. a. Puoi migliorare attraverso la pratica e lo studio. A

b. Lo studio del commercialista è in centro.

4. a. La scultura greca passa attraverso diverse fasi.

b. Il Mosè è una celebre scultura di Michelangelo.

12. ● ● ● SCRITTURA testo narrativo Scrivi 5/6 righe che raccontino un episodio, vero o inventato, che contenga almeno due nomi collettivi ( sottolineali) e due nomi non numerabili (evidenziali).

13. ● ● ● ANALISI Leggi il brano e svolgi le attività.

40 anni fa decidemmo di non cacciare più le balene

Nel corso del Novecento […] la caccia portò quasi all’estinzione la maggior parte delle specie di balene e per questo il 23 luglio 1982 l’IWC (International Whaling Commission) approvò una moratoria alla caccia che va avanti tuttora.

Per secoli la caccia ai cetacei fornì all’umanità materie prime importanti: […] soprattutto l’olio di balena, che si otteneva dalle abbondanti riserve di grasso dei cetacei e veniva usato sia come alimento che come combustibile per le lampade […]. Anche le ossa di balena venivano utilizzate per molteplici scopi, ad esempio per realizzare i busti indossati dalle donne.

Più o meno fino alla seconda metà dell’Ottocento, la caccia alle formazioni di cetacei veniva praticata usando arpioni e barche a remi o a vela, mezzi che rendevano questa attività rischiosa e non sempre efficace. Per questo […] il numero di balene uccise ogni anno era relativamente limitato e consentiva ai gruppi di riprodursi in tempi adeguati e continuare a sopravvivere.

Le cose cambiarono verso la fine del secolo, in modo paradossale […]. Il petrolio infatti permise di praticare la caccia su navi a motore, più veloci. […] Nel giro di qualche decennio venne ucciso circa il 90 per cento delle balenottere azzurre.

(adattamenti da www.ilpost.it, 23 luglio 2022)

1. Analizza i nomi evidenziati nel testo completando la tabella. Per rispondere, fa’ riferimento al senso che le parole hanno nel testo.

individuali collettivi numerabili non numerabili cetaceo

balena

grasso

formazione

gruppo

petrolio

2. Secondo te, una conoscenza più approfondita degli animali è utile per ispirare comportamenti improntati a rispetto e protezione nei loro confronti? Argomenta la tua risposta con considerazioni ed esempi.

Il nome | ESERCIZI 5
C
A
C
A
C
A C
A C
C
A
259

Il genere dei nomi

1 Genere grammaticale e naturale

2 Il genere dei nomi degli esseri inanimati e animati

3 Questioni di genere

gatt-o gatt-a genere maschile genere femminile

Modificando la propria forma, il nome comunica informazioni circa il genere, che in italiano può essere maschile o femminile. Non tutti i nomi, tuttavia, si comportano in modo così semplice come quello che abbiamo appena osservato.

1 Due accezioni di “genere”: grammaticale e naturale

In italiano esistono due generi: maschile e femminile. Tuttavia, alla base, la nozione stessa di “genere” può essere intesa in due modi; partiamo da due gruppi di esempi:

tavolo, finestra, problema, soluzione, virtù

Questi nomi si riferiscono a esseri inanimati o a entità astratte. Il genere non è collegato a un “sesso” che si attribuisca loro, ma è attribuito per pura convenzione (non c’è un motivo per cui tavolo è maschile e finestra femminile; il problema non ha caratteristiche maschili, né la virtù è tipicamente femminile).

Per queste parole, il genere è una nozione puramente grammaticale

donna, uomo, gatto, gatta, insegnante

Questi nomi si riferiscono a esseri animati; qui il genere è effettivamente motivato, perché indica l’appartenenza a uno dei due sessi.

In queste parole, il genere è naturale

2 Il genere dei nomi degli esseri inanimati

Per quanto riguarda i nomi di esseri inanimati, in linea di massima sono maschili i nomi che terminano in -o, femminili quelli che terminano in -a: zucchero, libro, melo, lago, coraggio ecc. sono maschili, mentre vaniglia, penna, mela, isola, domenica, giustizia ecc. sono femminili. Esistono tuttavia delle eccezioni:

• mano, eco, moto, radio, foto sono femminili in -o;

• tema, diploma, dramma sono maschili in -a (sono nomi di origine greca).

ATTENZIONE  La tendenza a distinguere il genere dei nomi in base alla desinenza (-o per i maschili e -a per i femminili) può indurre in errore quando viene applicata ai nomi di esseri animati:

Marco è un abile pilota. (e non *piloto)

Giulia è un soprano. (e non *una soprana)

La forma delle parole: morfologia
2 260

Possono uscire in -e e -i sia nomi maschili sia nomi femminili: dente, pane, mare, fiume • maschili nave, pace, veste, prigione • femminili bisturi, brindisi • maschili sintesi, crisi, analisi • femminili

I nomi di oggetti inanimati sono di genere fisso (non presentano cioè alternanza tra forma maschile e femminile).

LINGUA VIVA

Quale genere per le parole straniere?

Un primo criterio per regolarsi con il genere delle parole straniere accolte e usate nel lessico italiano è usare lo stesso genere che hanno nella loro lingua:

• dal francese: l’élite (femminile), la griffe, l’omelette (femminile), il carillon ecc.;

• dal tedesco: il würstel, il Leitmotiv, la «Frankfurter Allgemeine Zeitung» (noto giornale tedesco: la parola Zeitung, “giornale”, è femminile) ecc.;

• dallo spagnolo: il golpe, l’embargo (maschile), la siesta ecc.

Ma come fare per le parole inglesi, che presentano spesso genere neutro? Di solito una parola inglese viene concordata come il corrispondente vocabolo italiano: si dirà allora la London School of Economics, la love story, la performance, la mission sulla base dei corrispondenti italiani scuola, storia, esibizione, missione Tuttavia, non mancano eccezioni a questa tendenza. Per esempio, un termine onnipresente come internet è, in italiano, considerato femminile, ma il suo sinonimo web (come in World Wide Web) è usato al maschile; eppure, a entrambi corrisponde il nome italiano femminile rete Email è femminile sia nel significato di “posta elettronica” sia in quello di “messaggio di posta elettronica”. Nomi di malattie come AIDS e COVID derivano da sigle inglesi (Acquired ImmunoDeficiency Syndrome, “sindrome da immunodeficienza acquisita”, e COronaVIrus Disease, “malattia da coronavirus”); poiché si tratta di una sindrome e di una malattia, all’inizio si è usata in entrambi i casi la forma femminile, ma poi, a causa della confusione con i virus alla loro origine (rispettivamente HIV e SARS-CoV-2), si è imposta la forma maschile (il Covid-19).

3 Il genere dei nomi degli esseri animati

I nomi che indicano gli esseri animati esprimono il genere in modi diversi:

Esempi Funzionamento

Definizione

nomi di genere mobile preside, insegnante, cantante presentano entrambi i generi, che però hanno forma identica

gatto / gatta, dottore / dottoressa si modifica la desinenza o si aggiunge un suffisso

nomi di genere comune (o ambigeneri)

uomo / donna, fratello / sorella formano i generi da radici completamente diverse

tigre, falco, spia hanno un solo genere: o maschile o femminile

nomi di genere indipendente

nomi di genere promiscuo (o misto)

Il nome  5
261

3.1 Falsi cambiamenti di genere

Ci sono nomi che apparentemente costituiscono una “coppia” di genere mobile, ma che in realtà corrispondono a significati totalmente diversi: la boa (galleggiante usato per la segnalazione in mare) non ha niente a che fare con il boa (serpente diffuso in Sudamerica). Si parla in questi casi di falsi cambiamenti di genere.

Talvolta le parole hanno, sul piano etimologico, un’origine comune, ma il loro uso si è profondamente differenziato nel tempo. È il caso, per esempio, di cero (maschile) e cera (femminile) o gamba (femminile) e gambo (maschile).

3.2 Nomi di genere mobile

Come abbiamo visto, nei nomi di genere mobile il genere si esprime:

• attraverso la desinenza: gatto (maschile) / gatta (femminile), cugino (maschile) / cugina (femminile), infermiere (maschile) / infermiera (femminile);

• utilizzando un suffisso per il femminile: dottore (maschile) / dottoressa (femminile), lettore (maschile) / lettrice (femminile). I suffissi più usati sono:

–-essa (poetessa, duchessa, leonessa ecc.);

–-trice (pittrice, lettrice, attrice, direttrice ecc.).

Il suffisso -essa, che ha dato molti nomi in italiano, oggi non è più produttivo: le parole già formate si mantengono, ma non se ne aggiungono di nuove (→ p. 000).

I nomi che al maschile escono in -sore (difensore, precursore ecc.) formano il femminile con il suffisso -itrice (difenditrice, precorritrice ecc.). Si tratta però di parole poco maneggevoli, tanto che in molti casi si preferisce ricorrere al semplice femminile (assessore / assessora).

3.3 Nomi di genere comune

I nomi di genere comune hanno un’unica forma, identica sia per il maschile sia per il femminile; articoli e aggettivi hanno quindi una funzione distintiva:

un’insegnante (femminile) / un insegnante (maschile)

il cantante (maschile) / la cantante (femminile)

mio nipote (maschile) / mia nipote (femminile)

un bravo pediatra (maschile) / una brava pediatra (femminile)

Alcuni nomi di genere comune sono tali però solo al singolare, mentre presentano forme distinte al plurale (→ p. 000):

alpinista (maschile e femminile)

giornalista (maschile e femminile)

geriatra (maschile e femminile)

3.4 Nomi di genere indipendente

• alpinisti (maschile) / alpiniste (femminile)

• giornalisti (maschile) / giornaliste (femminile)

• geriatri (maschile) / geriatre (femminile)

I nomi di genere indipendente esprimono il genere attraverso due parole radicalmente diverse e raggruppano:

• nomi di animali: toro / vacca, maiale / scrofa, fuco / ape, montone / pecora;

• nomi relativi a rapporti umani e di parentela: uomo / donna, padre / madre, fratello / sorella, marito / moglie, genero / nuora.

La forma delle parole: morfologia
262

3.5 Nomi di genere promiscuo

Nei nomi di genere promiscuo, ogni parola è solo maschile o solo femminile, ma può essere riferita a individui di entrambi i sessi. In questo gruppo rientrano:

• nomi di animali: tigre, aquila, mosca, zanzara, sogliola, rondine (femminili); delfino, ragno, merluzzo, calabrone, fringuello (maschili);

• nomi riferiti a mestieri, attività, condizioni o nomi usati in senso metaforico: spia, guardia, sentinella, guida, recluta, matricola, vittima (femminili); pedone, genio, personaggio (maschili).

Per specificare il genere (nel caso degli animali), occorre aggiungere “femmina” o “maschio” (la volpe maschio / la volpe femmina ) oppure usare locuzioni di senso analogo ( la femmina del ghepardo). In questo caso, la concordanza si fa con il genere grammaticale del nome promiscuo:

Una tigre maschio è fuggita dallo zoo.

Un ghepardo femmina è fuggito dallo zoo.

Anche per quanto riguarda il secondo gruppo di nomi, la concordanza dipende dal nome di genere promiscuo:

Tua sorella è un vero personaggio!

Tommaso fa sempre la vittima

• articoli e aggettivi concordano con il nome di genere promiscuo cui si riferiscono, anche se il soggetto non concorda con esso per genere

Le due guide alpine sono arrivate al rifugio sane e salve.

La sentinella addormentata fu svegliata dal caporale.

• anche in queste frasi la concordanza, richiesta da guide e sentinella, è al femminile anche qualora i nomi si riferiscano a individui di sesso maschile

4 Questioni di genere

In italiano, al contrario di quanto accade in greco, in latino, in inglese e in tedesco, non esiste il genere neutro; quindi, tutte le parti variabili del discorso (molte di più di quanto non accada per esempio in inglese) sono o maschili o femminili. Questo causa una serie di problemi che riguardano in parte la lingua e in parte anche la società e la politica; per alcuni la grammatica offre soluzioni efficaci, per altri no.

4.1 Il femminile dei nomi professionali

Proprio perché il genere grammaticale è un’importante struttura di base dell’italiano, è del tutto normale che una parola che indica un ruolo maschile abbia un corrispondente femminile. Se il corrispondente femminile non c’è, è possibile crearlo.

• Quando occorrono parole nuove al femminile?

Per esempio quando una professione tradizionalmente maschile comincia a essere svolta anche dalle donne. Bastavano i sostantivi maschili maestro e professore finché i maestri e i professori erano tutti uomini; quando anche le donne hanno cominciato a insegnare sono nate, per mezzo di desinenze femminili, le parole maestra e professoressa.

Il nome  5
AGENDA 2030 GRAMMATICA PER PENSARE 263

Negli ultimi decenni le donne hanno avuto finalmente accesso a molte cariche e professioni un tempo riservate solo agli uomini ed è stata avvertita l’esigenza che la lingua si adeguasse alla nuova realtà.

• Come chiamare allora una donna che ha la carica di ministro o di sindaco?

Già nel 1987, dopo lunghe discussioni, la presidenza del Consiglio dei ministri e la Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna avevano pubblicato, a cura della linguista Alma Sabatini, un opuscolo intitolato Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, che cominciava così: Lo scopo di queste raccomandazioni è di suggerire alternative compatibili con il sistema della lingua per evitare alcune forme sessiste della lingua italiana, almeno quelle più suscettibili di cambiamento. Il fine minimo che ci si propone è di dare visibilità linguistica alle donne e pari valore linguistico a termini riferiti al sesso femminile.

La formula chiave, qui, è «alternative compatibili con il sistema della lingua»: significa che le soluzioni linguistiche vanno cercate all’interno delle strutture di fondo dell’italiano.

E in effetti, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, la grammatica ci offre una serie di modelli per “mettere al femminile” i nomi maschili. La tabella riporta nella colonna di sinistra parole entrate da secoli o decenni nell’uso e in quella di destra i nomi “nuovi” che rientrano nelle stesse categorie:

il maestro / la maestra il ministro / la ministra, il sindaco / la sindaca, l’arbitro / l’arbitra

l’operaio / l’operaia

l’impiegato / l’impiegata

l’attore / l’attrice,

lo scrittore / la scrittrice

il notaio / la notaia

l’avvocato / l’avvocata, il deputato / la deputata

il senatore / la senatrice, il direttore / la direttrice, l’ambasciatore / l’ambasciatrice

l’assessore / l’assessora l’infermiere / l’infermiera un ingegnere / un’ingegnera, il cancelliere / la cancelliera

il pastore / la pastora

il giornalista / la giornalista, il pediatra / la pediatra, un atleta / un’atleta

un astronauta / un’astronauta, lo psichiatra / la psichiatra, il pilota / la pilota il custode / la custode, il preside / la preside il vigile / la vigile, il giudice / la giudice un insegnante / un’insegnante il presidente / la presidente, il dirigente / la dirigente il dottore / la dottoressa, il professore / la professoressa, il poeta / la poetessa, lo studente / la studentessa

Perché nell’ultima sezione la colonna di destra è vuota? Perché, come abbiamo detto, il suffisso -essa non è più produttivo: si preferisce cioè non usarlo più per formare i nomi femminili. Non è necessario smettere di usare poetessa, dottoressa, professoressa e studentessa, forme che non hanno niente di spregiativo. Si stanno diffondendo però le forme la poeta (come si dice un’atleta) e la studente (come la presidente): il loro successo dipenderà dalle scelte dei parlanti.

La forma delle parole: morfologia
264

LINGUA VIVA

Se tutti dicono sarta e infermiera, perché ci sono polemiche su ministra o ingegnera?

Videolezioni d’autore

• Se tutti dicono sarta e infermiera, perché ci sono polemiche su ministra o ingegnera?

Parole come ministra, sindaca, avvocata, notaia ecc. suscitano discussioni e polemiche che vanno al di là della grammatica e coinvolgono la politica e l’intera società. Ognuno è libero di usare le parole che preferisce, per riferirsi a sé e alle altre persone; però è opportuno stabilire con precisione i termini linguistici della discussione, per sgombrare il terreno da argomentazioni sbagliate e fuorvianti, come quelle contenute in alcune obiezioni all’uso dei nomi femminili delle professioni.

«Le parole sindaca, assessora, ingegnera sono cacofoniche.»

Cacofonico significa “che ha un brutto suono”. Ma perché sindaca dovrebbe avere un suono peggiore di sindaco, da cui differisce solo per la a finale? Ingegnera non è diverso da infermiera, o assessora da pastora (o anche da signora, femminile di signore): “suonano male” solo perché non siamo abituati a sentirle.

«Se una donna può farsi chiamare ministra, allora un uomo è un guido turistico, un giornalisto, un atleto, un pediatro.»

Chi propone questo pseudo-argomento sta facendo una gran confusione, confrontando nomi che si comportano in modo diverso. Un conto infatti è parlare di nomi che ammettono la modifica della desinenza (ministro / ministra, cuoco / cuoca), un conto è parlare di nomi per cui non esiste una forma specifica per marcare il genere (giornalista, atleta e pediatra); sono infatti nomi di genere comune, che valgono sia per il maschile sia per il femminile, mentre per guida, nome di genere promiscuo, esiste solo il genere femminile, che si applica anche agli individui di sesso maschile (come accade per spia, guardia o sentinella).

«Perché introdurre parole nuove? Per far capire che la persona di cui si parla è una donna basta usare l’articolo femminile o mettere l’apostrofo: un’ingegnere, un’avvocato, la sindaco, la ministro.»

Questa obiezione viola una delle regole basilari della grammatica italiana, che si apprende fin dai primi mesi di scuola: un nome maschile esige l’articolo maschile, uno femminile l’articolo femminile. Siccome ingegnere o sindaco sono nomi maschili, scrivere un’ingegnere o un’avvocato o la sindaco è come scrivere un’infermiere o un’amico o la maestro: è un errore di ortografia o di concordanza.

«Se si vuole la chiarezza, basta aggiungere la parola donna: un avvocato donna, un sindaco donna, un arbitro donna.»

Qui l’obiezione determinante è: si dice forse un maestro donna, un professore donna, un cameriere donna? Ovviamente no; una tale distinzione, basata quindi solo sulla base del tipo di professione, non avrebbe nessun fondamento sul piano linguistico.

«Usare al femminile il nome professionale significa sottolineare il sesso di chi ricopre quel ruolo; quello che conta è la funzione, quindi meglio usare la forma maschile, che ha valore neutro.»

In italiano il neutro non esiste. Nessuno ha dubbi a usare il femminile per indicare un’infermiera, un’impiegata, una segretaria, un’operaia, una maestra; perché solo ruoli o professioni come il ministro, il sindaco, il notaio, l’avvocato, l’ingegnere, il direttore d’orchestra ecc. dovrebbero aver bisogno della speciale tutela della denominazione neutra (ma in realtà maschile)?

Il nome  5
AGENDA 2030
265
#Z# VuMark

4.2 L’italiano è una lingua maschilista?

In italiano, se un aggettivo o un participio si riferiscono a una parola maschile e a una femminile, la concordanza avviene al maschile: si parla infatti di maschile sovraesteso:

Le forchette e i coltelli erano lucidi.

Sofia e Filippo sono tornati dai nonni.

Il maschile sovraesteso fa sì che una concordanza al femminile si applichi solo a un gruppo di elementi femminili, mentre una concordanza al maschile ingloba sia elementi maschili sia elementi femminili. Il maschile sovraesteso è una mera convenzione quando ci si riferisce a oggetti inanimati, ma può apparire discriminatorio e illogico quando si applica alle persone. Se una madre esce di casa con quattro figlie e un neonato maschio sul passeggino, bisognerebbe dire che «sono andati a fare una passeggiata»; se nel campo degli indirizzi di una email ci sono nove donne e un uomo, la grammatica considera corretto un attacco con «Cari colleghi». È possibile evitare (o aggirare) il “maschilismo” dell’italiano?

Alma Sabatini nelle citate Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana invitava per esempio a rendere conto dell’elemento femminile, dimostrando che la sua presenza non è cancellata o data per scontata, con formulazioni quali:

Cari cittadini e care cittadine

Alle bambine e ai bambini

Alle studentesse e agli studenti.

Per quanto riguarda l’email rivolta a nove donne e a un uomo, la formula iniziale potrebbe essere semplicemente:

Care colleghe, caro XY (nome o cognome dell’unico maschio)

L’evoluzione della società ha fatto sì che una caratteristica del sistema della lingua, il maschile sovraesteso, sia diventato un problema. Per il momento la grammatica ci offre solo qualche strategia per aggirarlo, non per risolverlo.

LINGUA VIVA

L’asterisco e lo schwa sono una soluzione?

Videolezioni d’autore

• L’asterisco e lo schwa sono una soluzione?

AGENDA 2030

È sempre più viva l’esigenza di una lingua inclusiva, che superi le discriminazioni anche occulte che l’italiano (come le altre lingue) ha ereditato dal passato. Alcune soluzioni proposte presentano altri problemi.

1. L’asterisco

Alla fine delle parole variabili, l’asterisco sostituisce la desinenza maschile:

Car* tutt*

Al posto del maschile sovraesteso, cioè, si mette un simbolo che possa valere per il maschile, per il femminile e anche per le persone non binarie (chi non si riconosce in un’identità maschile o femminile). Però l’asterisco ha serie controindicazioni:

• è una forma solo scritta: come si dovrebbe pronunciare car* tutt*?

• è poco maneggevole: cosa succederebbe con sequenze appena più complesse, per esempio «A tutti gli amici scrittori»? «A tutt* gl* amic* scrittor*» non va bene, perché in gl* e scrittor* l’asterisco può stare soltanto al posto della i del maschile. «A tutt* gli / le amic* scritt*» sarebbe più corretto, ma è praticamente illeggibile (e pensate a un intero testo scritto con questi criteri).

La forma delle parole: morfologia
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#Z# VuMark

2. Lo schwa (ə)

Un’altra soluzione proposta è quella di usare, al posto della desinenza maschile o dell’asterisco, lo schwa o scevà ( ), cioè il simbolo fonetico che indica una vocale media, indistinta, presente come suono in molte lingue tra cui l’inglese (è per esempio la pronuncia usuale dell’articolo indeterminativo a) e svariate lingue regionali italiane (per esempio in napoletano è il suono della e alla fine della parola Napule). Quindi le formule già viste diventerebbero:

Car tutt A tutt l amic scrittor

Anche lo schwa non appartiene però al sistema della lingua e pone altri problemi:

• introdurre una nuova lettera nell’alfabeto è un’operazione tutt’altro che usuale; le ultime volte è successo, secoli fa, con la j e la w;

• lo schwa (al contrario dell’asterisco) si può pronunciare, ma il suo suono non fa parte dei 30 fonemi italiani (→ p. 000) e la sua introduzione costringerebbe i parlanti nativi a stravolgere la loro pronuncia;

• introdurre lo schwa significa introdurre nuovi articoli e nuove desinenze, quindi intervenire su classi chiuse (→ p. 000) della morfologia; sarebbe una rivoluzione grammaticale non derivata dall’evoluzione naturale della lingua.

L’asterisco e lo schwa, insomma, richiederebbero un pesante intervento non solo sull’ortografia, ma anche sulla fonetica e sulla morfologia dell’italiano. È improbabile, dunque, che possano prendere piede al di fuori di alcuni ambiti particolari.

A COLPO D’OCCHIO

per i nomi di esseri inanimati o entità astratte il genere è grammaticale, ossia una convenzione

scrivania, libro, gioia, rispetto

per i nomi di esseri animati (persone o animali) il genere è naturale, perché motivato dall’appartenenza a uno dei due sessi

Il nome  5
NOMI IN BASE AL GENERE
MOBILE INDIPENDENTE rana studente / studentessa fratello / sorella nipote COMUNE PROMISCUO
267

COMPRENDI, RIFLETTI, APPLICA Esercizi

GENERE GRAMMATICALE E NATURALE

14. ● ● ● Sottolinea i nomi maschili (17 casi) ed evidenzia i nomi femminili (11 casi).

TIP Ricorda che non sempre i nomi maschili finiscono in -o e i femminili in -a.

1. I delfini raggiunsero la barca e iniziarono a spiccare grandi salti tra le onde. 2. L’alunna passò gli esami col massimo dei voti. 3. Mio cognato è stato al circo e si è intristito vedendo un gorilla in bermuda. 4. Gli argini cedettero alla piena del fiume. 5. La paziente presentava ecchimosi su tutto il corpo e la frattura scomposta del radio. 6. La somma versata non fu sufficiente a scongiurare la bancarotta. 7. Quando Carlo suona questa sinfonia vado sempre in estasi. 8. Sono rimasta di sasso quando ho saputo che l’elettrauto frodava il fisco.

15. ● ● ● Dopo aver stabilito se i nomi sono maschili (M; 5 casi) o femminili (F; 5 casi), premetti a ciascuno di essi l’articolo indeterminativo.

16. ● ● ● Dopo aver stabilito se i nomi sono maschili (M; 6 casi) o femminili (F; 4 casi), premetti a ciascuno di essi l’articolo determinativo.

17. ● ●  ● Sottolinea i nomi il cui genere è naturale ed evidenzia quelli il cui genere è grammaticale.

1. La segretaria aprì la porta. 2. La bambina si chiedeva quanti anni avesse il nonno. 3. La gatta faceva le fusa sulle ginocchia della zia. 4. «Ammanettatelo», disse l’uomo indicando col mento l’assassino. 5. Il fattore si affrettò verso le stalle, presentendo che la cavalla stesse per partorire. 6. La furia dell’uragano aveva stravolto il paesaggio. 7. Quando il leone ruggì oltre il vetro di protezione, le due bambine si presero istintivamente per mano. 8. La ragazza con le efelidi sussurrò un segreto all’orecchio della compagna. IL

18. ● ● ● SCRITTURA Scrivi 4 frasi che contengano almeno due nomi di esseri inanimati femminili terminanti in -o e due nomi maschili terminanti in -a.

La forma delle parole: morfologia
aggiuntivi
M
arancia M
3. eco M F
albero M F
eclissi M F 6. amalgama M F 7. enigma M F 8. automobile M F 9. emblema M F 10. email M F
1. un arancio
F 2.
F
4.
5.
1. i cereali M F 2. film M F 3. foto M F 4. biro M F 5. disco-music M F 6. diploma M F 7. teorema M F 8. echi M F 9. puma M F 10. dinamo M F
GENERE DEI NOMI DEGLI ESSERI INANIMATI
X X 268

19. ● ● ● LESSICO Modifica le frasi sostituendo il nome femminile generico cosa con una parola più calzante, opportunamente concordata con le altre. L’esercizio è avviato.

1. L’invidia è universalmente considerata una cosa negativa. → L’invidia è universalmente considerata un’emozione negativa. 2. La fisica delle particelle è una cosa complessa. 3. Trovo l’analisi matematica una cosa difficile. 4. A ricreazione ho assistito a una cosa spiacevole. 5. La mamma mi ha raccontato una cosa che non sapevo della vita del nonno. 6. Oggi ho un sacco di cose da sbrigare. 7. In tavola c’erano un sacco di cose squisite. 8. Sono cose che capitano!

20. ● ● ● SCRITTURA Scrivi un testo, o una serie di frasi, che contenga: un nome di albero maschile, un nome di albero femminile, un nome di frutto maschile, un nome di frutto femminile, un nome femminile che termini in -o e un nome maschile che termini in -a.

IL GENERE DEI NOMI DEGLI ESSERI ANIMATI

21. ● ● ● Indica se i nomi in corsivo sono di genere comune (C) o promiscuo (P).

1. Le tigri in corsa possono raggiungere una velocità di 65 chilometri orari. C P 2. Mia zia fa la cantante in una band. C P 3. Sabina è un’alpinista esperta. C P 4. Stamattina in giardino ho visto una gazza. C P 5. Donald è una persona riservata. C P 6. Non si conosce ancora il nome della vittima C P 7. Da grande voglio diventare medico

C P 8. Vicino a casa mia vivono molti caprioli C P

22. ● ● ● Indica la forma femminile dei nomi.

1. attore 2. cantante 3. padrino 4. moderatore 5. optometrista 6. bue 7. cane 8. tutore

23. ● ● ● LESSICO Scrivi una breve definizione per ciascuno dei nomi che compongono le coppie con un falso cambiamento di genere.

1. a. il capitale:

b. la capitale:

2. a. la boa:

b. il boa:

3. a. il radio:

b. la radio:

4. a. la lama:

b. il lama:

5. a. il suolo:

b. la suola:

24. ● ● ● Sottolinea i nomi di genere mobile, comune, indipendente e promiscuo e inseriscili opportunamente nella tabella.

1. Alla cena di gala erano presenti il duca e la duchessa di Castiglione. 2. Il film Lady falco racconta una struggente storia d’amore. 3. Se il male al collo non ti passa, ti conviene consultare un fisioterapista. 4. Viola è una pittrice piuttosto rinomata. 5. Il principale criterio per distinguere un montone da una pecora è la taglia. 6. Giovanni Pascoli rimase celibe e anche sua sorella Maria era nubile. 7. Le studentesse esposero la questione al preside dell’istituto. 8. Polaris,

Il nome | ESERCIZI 5
269

nell’universo Marvel, è una mutante. 9. Matilde è una persona molto determinata. 10. Andrea è l’unico custode maschio della mia scuola. genere mobile genere comune genere indipendente genere promiscuo

25. ● ● ● CORREGGI TU! Correggi gli errori commessi nel genere delle parole di origine straniera in corsivo. In caso di dubbio, puoi consultare un dizionario. Attenzione: non tutte le frasi contengono errori.

1. Per il contest di informatica abbiamo messo su una team di studenti preparatissimi. 2. Questo t-shirt è favoloso! Un vero e proprio must-have. 3. Il Giappone è spesso funestato da violente tsunami 4. Il glitch informatico è stato risolto rapidamente da un équipe di tecnici specializzati. 5. Il workshop si terrà alle ore 15 sulla piattaforma web dell’azienda.

26. ● ● ● Specifica se i nomi hanno genere mobile o indipendente, quindi scrivine il femminile o il maschile.

1. amica 2. frate 3. gallo 4. suocero 5. madrina 6. genero 7. studentessa 8. direttore 9. vacca

27. ● ● ● Volgi i nomi al femminile o al maschile. In due casi ti troverai di fronte a un falso cambiamento di genere; individualo e spiega il significato delle due parole. In un caso il cambiamento di genere non è possibile; individualo e spiega perché.

1. cugino 2. studentessa 3. carpo 4. spia 5. asino 6. amministratrice 7. fuco 8. mostra

28. ● ● ● SCRITTURA Individua 3 nomi per i quali il cambiamento di genere comporta anche un cambiamento di significato e per ognuno di questi scrivi una frase (6 frasi in totale).

29. ● ● ● SCRITTURA LESSICO Scrivi una frase con ciascuno dei nomi delle coppie in cui avviene un falso cambiamento di genere. L’esercizio è avviato.

1. baleno / balena → Sei arrivato in un baleno! / La balena è un cetaceo 2. cavalletto / cavalletta 3. panno / panna 4. caso / casa 5. cavo / cava 6. il radio / la radio 7. il boa / la boa 8. capriolo / capriola 9. il lama / la lama 10. gambo / gamba

30. ● ● ● LESSICO Definisci le parole straniere, specifica a quale lingua appartengono e stabiliscine il genere in italiano. L’esercizio è avviato.

1. élite → piccolo gruppo selezionato; francese; femminile 2. Bildungsroman 3. kebab 4. crêpe

5. Weltanschauung 6. ratatouille 7. tutor 8. Leitmotiv 9. team 10. Blitz 11. siesta

QUESTIONI DI GENERE

31. ● ● ● LESSICO CORREGGI TU! Esamina queste frasi che riguardano i femminili professionali. In molte c’è qualcosa che non va. Che cosa? Come correggeresti? L’esercizio è avviato.

1. La sindaco è stata accusata di negligenza. → concordanza: o «La sindaca è stata accusata» o «Il sindaco è stato accusato»

2. Si è dimessa un altro ministro.

3. La rettrice dell’università ha inaugurato l’anno accademico.

La forma delle parole: morfologia
270

4. Ho chiesto indicazioni a una vigilessa.

5. Da qualche anno esistono le arbitre anche nei campionati maschili.

32. ● ● ● LESSICO Cerca sui siti istituzionali dei ministeri o dei comuni guidati da donne e controlla se per i ruoli vengono usati i termini al maschile o al femminile. Continua la ricerca sui siti della Camera dei deputati e del Senato, oltre che sui giornali. Ricorda di riportare con esattezza le fonti che hai utilizzato.

33. ● ● ● CLIL testo letterario Il brano, della scrittrice inglese Virginia Woolf, proviene da un celebre saggio sulla condizione della donna. Leggi l’originale inglese e la traduzione, quindi svolgi le attività.

It is unthinkable that any woman in Shakespeare’s day should have had Shakespeare’s genius. For genius like Shakespeare’s is not born among labouring, uneducated, servile people. It was not born in England among the Saxons and the Britons. It is not born today among the working classes. How, then, could it have been born among women whose work began [...] almost before they were out of the nursery, who were forced to it by their parents and held to it by all the power of law and custom? [...] When, however, one reads of a witch being ducked, of a woman possessed by devils, of a wise woman selling herbs, or even of a very remarkable man who had a mother, then I think we are on the track of a lost novelist, a suppressed poet [...]. Indeed, I would venture to guess that Anon, who wrote so many poems without signing them, was often a woman. It was a woman [...] who made the ballads and the folk-songs, crooning them to her children, beguiling her spinning with them, or the length of the winter’s night.

(V. Woolf, A Room of One’s Own [1929])

È impensabile che una donna ai tempi di Shakespeare potesse avere il genio di Shakespeare. Perché un genio come quello di Shakespeare non nasce tra persone che possono solo lavorare, senza istruzione, condannate a una condizione servile. Non era nato in Inghilterra ai tempi dei Sassoni e dei Britanni. Non nasce oggi nelle classi lavoratrici. Come avrebbe potuto nascere allora tra donne che cominciavano a lavorare […] già da bambine, costrette dai genitori e tenute in quello stato da tutto il potere della legge e delle usanze? […] Quando, tuttavia, si legge di una strega messa a morte per annegamento, di una donna posseduta dai diavoli, di un’indovina che vendeva erbe, o perfino di un uomo straordinario che aveva una madre, allora credo che siamo sulle tracce di una romanziera perduta, di una poetessa soppressa […]. Anzi, mi azzarderei a dire che Anonimo, che scrisse tante poesie senza firmarle, era spesso una donna. Era una donna […] a creare le ballate e le canzoni popolari, cantandole mentre cullava i suoi bambini, o ingannando il tempo mentre filava, o durante le lunghe sere d’inverno.

(V. Woolf, Una stanza tutta per sé [1929])

1. Esaminiamo questi testi dal punto di vista del genere. Abbiamo evidenziato nel testo inglese le poche parole femminili e maschili. Evidenzia tu con colori diversi, nel testo italiano, tutte le parole maschili e femminili (nomi, aggettivi, participi, articoli, pronomi). Attenzione: nel testo ci sono due aggettivi di genere comune. Quali?

2. Il saggio di Virginia Woolf insiste sul rapporto tra la condizione economica, sociale e politica delle donne e le loro possibilità di espressione artistica. Questo testo risale a quasi un secolo fa. Credi che la condizione della donna sia migliorata negli ultimi 100 anni?

3. A tuo avviso, quali misure sarebbero necessarie per raggiungere una vera parità tra uomini e donne?

Il nome | ESERCIZI 5
271

3

Il numero dei nomi

1 La formazione del plurale

2 Plurali “difficili”

3 Nomi difettivi

4 Nomi sovrabbondanti

gatt-o, gatt-a

gatt-i, gatt-e singolare plurale

Oltre al genere, il nome, modificando la propria forma, ci dà informazioni sul numero, che in italiano può essere singolare o plurale. Il passaggio dal singolare al plurale, tuttavia, non è sempre semplice come nell’esempio riportato.

1 La formazione del plurale

1.1 Nomi variabili

I nomi variabili cambiano forma tra singolare e plurale; possono essere divisi in tre classi:

• prima classe: nomi che al singolare escono in -a;

• seconda classe: nomi che al singolare escono in -o;

• terza classe: nomi che al singolare escono in -e.

1ª CLASSE: NOMI IN -A

Singolare Plurale Esempi Eccezioni

nomi femminili in -a -e casa / case, pianta / piante,

nomi maschili in -a -i problema / problemi, tema / temi

• alcuni nomi maschili di genere promiscuo non cambiano al plurale: gorilla, boa, cobra, messia, sosia, paria ecc.

• i nomi arma e ala escono in -i (armi, ali )

• i nomi di genere comune in -a hanno due forme distinte per il plurale (→ anche p. 000): pianista → pianisti / pianiste, pediatra → pediatri / pediatre

2ª CLASSE: NOMI IN -O nomi perlopiù maschili in -o -i carro / carri, libro / libri

• i nomi dio (dei), uomo (uomini), tempio (templi)

• alcuni nomi diventano femminili al plurale con desinenza -a: centinaio / centinaia, miglio / miglia, paio / paia, uovo / uova

3ª CLASSE: NOMI IN -E nomi maschili e femminili in -e -i per entrambi i generi

padre / padri, madre / madri, fiore / fiori, radice / radici

• il nome bue (buoi )

• alcuni nomi in -ie rimangono invariati al plurale: serie, specie, barbarie, progenie

La forma delle parole: morfologia
272

1.2 Nomi invariabili

Accanto alle eccezioni rilevate per ognuna delle tre classi, notiamo che sono inoltre invariabili (rimangono cioè invariati al plurale):

• i nomi che terminano in -i, sia maschili sia femminili: bisturi, brindisi, crisi, analisi, sintesi ecc.;

• i nomi accentati sull’ultima sillaba (cioè tronchi → p. 000): caffè, città, tabù, verità, maestà ecc.;

• i nomi monosillabi: re, gru, gnu;

• alcuni nomi composti, come portabagagli o terraferma (per il plurale dei nomi composti → p. 000).

LINGUA VIVA

Il plurale dei nomi stranieri

Per quanto riguarda i nomi stranieri entrati nell’uso italiano, grammatiche e dizionari non concordano a proposito del plurale. Possiamo però attenerci a una semplice regola: se la parola è entrata stabilmente nel lessico italiano, è invariabile. Diremo e scriveremo quindi i film, i goal, gli sport, i leader e non i *films, i *goals, gli *sports, i *leaders

Come emerge dagli esempi, questo vale soprattutto per le parole inglesi. Se invece si tratta di un nome di cui viene percepita l’origine straniera o di un termine specialistico, è consigliabile mantenere la grafia del plurale prevista in quella lingua e magari scriverlo tra virgolette o in corsivo (nella scrittura digitale):

Nel Medioevo i contadini erano costretti a prestare molte corvées [dal francese corvée] al feudatario.

2 Plurali “difficili”

Molti dei plurali italiani possono creare dubbi. Esaminiamo le principali categorie di nomi che creano incertezze (→ p. 000):

NOMI MASCHILI E FEMMINILI IN -CA / -GA, -CIA / -GIA

Singolare Plurale Esempi Eccezioni

-ca / -ga (maschili) -chi / -ghi monarca / monarchi, collega / colleghi

-ca / -ga (femminili) -che / -ghe buca / buche, alga / alghe

-cia / -gia (non accentato e preceduto da consonante)

-cia / -gia (non accentato e preceduto da vocale)

-ce / -ge angoscia / angosce, denuncia / denunce, faccia / facce, frangia / frange

-cie / -gie camicia / camicie, socia / socie, grattugia / grattugie, malvagia / malvagie, valigia / valigie

-cìa / -gìa (accentato) -cìe / -gìe farmacia / farmacie, bugia / bugie

belga (plurale maschile belgi, plurale femminile belghe)

per alcune parole

sono ammesse entrambe

le grafie: valigie e valige; ciliegie e ciliege

Il nome  5
273

Come abbiamo visto (→ p. 000), la regola pratica che aiuta a non sbagliare il plurale dei nomi in -cia e -gia (quando il gruppo non è accentato) prevede che:

• se il gruppo è preceduto da consonante, la -i non si mantiene: freccia • frecce;

• se il gruppo è preceduto da vocale, la -i si mantiene: acacia • acacie

Una regola simile non esiste, però, per i nomi maschili che escono in -co e -go; in questi casi, si segue prevalentemente l’uso e, se in dubbio, è necessario consultare il dizionario (non di rado sono ammesse più forme). Gioca un ruolo importante anche la posizione dell’accento nella parola (→ p. 000). Nella tabella sono riportate le forme oggi più usate, divise per categorie:

NOMI MASCHILI IN -CO / -GO

Singolare Plurale Esempi Eccezioni

-co / -go, in parole con accento sulla penultima sillaba (piane)

-co / -go, in parole con accento sulla terzultima sillaba (sdrucciole)

-chi / -ghi cuoco / cuochi, lombrico / lombrichi, drago / draghi, pedagogo / pedagoghi

-ci / -gi chimico / chimici, manico / manici, asparago / asparagi

amico / amici, greco / greci, nemico / nemici

carico / carichi, valico / valichi, arcipelago / arcipelaghi, obbligo / obblighi

I dubbi possono nascere anche sul plurale di nomi in -co / -go composti con suffissi di origine greca, che non sempre rispettano la tendenza che abbiamo visto legata alla posizione dell’accento nella parola. Vediamo alcuni esempi:

NOMI IN -FAGO, -FUGO, -URGO, -LOGO

Singolare Plurale Esempi

-fago -fagi esofago / esofagi, saprofago / saprofagi, sarcofago / sarcofagi (ma è corretto anche sarcofaghi)

-fugo -fughi profugo / profughi, callifugo / callifughi

-urgo -urghi chirurgo / chirurghi, demiurgo / demiurghi, drammaturgo / drammaturghi

-logo -logi

(se riferito a persone) archeologo / archeologi, astrologo / astrologi, cardiologo / cardiologi, ginecologo / ginecologi, psicologo / psicologi

-loghi

(se riferito a cose) dialogo / dialoghi, catalogo / cataloghi, monologo / monologhi, omologo / omologhi

3 Nomi difettivi

Si dicono difettivi i nomi che “difettano” (cioè, letteralmente, che mancano) o del singolare o del plurale.

NOMI USATI SOLTANTO O PREVALENTEMENTE AL SINGOLARE

Nomi Esempi Eccezioni

nomi non numerabili idrogeno, ferro, sangue, plastica, acqua, burro, fame, giustizia, fiducia, coraggio, polmonite, morbillo

alcuni nomi collettivi prole, roba, bestiame, fogliame, fauna

• nomi che ammettono un uso

numerabile: i ferri del mestiere, le acque termali, gli ori della nonna

• i nomi di malattie in espressioni come le polmoniti virali sono pericolose

La forma delle parole: morfologia
274

NOMI USATI SOLTANTO AL PLURALE

Nomi Esempi Eccezioni

nomi che indicano oggetti composti di due parti

occhiali, bretelle, pantaloni, tenaglie, cesoie, mutande, forbici, redini

• molti di questi nomi vengono oggi usati anche al singolare: Mi fa vedere quel pantalone gessato?, È un occhiale di tendenza

• al singolare possono assumere significati specifici: la bretella autostradale, una manovra a tenaglia (lessico militare), la forbice dei prezzi nomi che indicano una pluralità di elementi dello stesso tipo

nomi che avevano solo il plurale già in latino (pluralia tantum)

viveri, stoviglie, vettovaglie, dintorni

nozze, esequie, ferie, fauci, posteri

4 Nomi sovrabbondanti

I nomi sovrabbondanti presentano più di una forma per il singolare o, più spesso, per il plurale. A seconda delle loro caratteristiche grammaticali e semantiche (relative cioè al significato) possiamo dividerli in due gruppi:

Nomi Singolare Plurale

nomi che hanno due plurali (uno maschile e uno femminile) con stesso significato

ginocchio ginocchi / ginocchia sopracciglio sopraccigli / sopracciglia

nomi che hanno due plurali (uno maschile e uno femminile) con significati diversi

braccio bracci (di un mulino)

braccia (dell’uomo) budello budelli (vicoli) budella (viscere) ciglio cigli (della strada) ciglia (del viso) corno corni (strumenti musicali) corna (degli animali) dito diti (singolarmente intesi) dita (come insieme) fondamento fondamenti (basi di una filosofia o di una scienza)

fondamenta (basi di un edificio)

grido gridi (di animali) grida (umane) labbro labbri (di una ferita) labbra (della bocca) lenzuolo lenzuoli (singolarmente intesi) lenzuola (insieme della biancheria da letto)

membra (gli arti del corpo) muro muri (di un edificio)

membro membri (di un’associazione)

mura (di una città) osso ossi (considerati singolarmente; di animali) ossa (considerate come insieme; umane)

urlo urli (considerati singolarmente; di animali)

urla (solo umane, considerate collettivamente)

Il nome  5
275

In generale, i plurali femminili hanno spesso un senso collettivo (come in ossa o lenzuola) e mantengono il senso proprio, mentre quelli maschili hanno perlopiù un senso individuale e possono assumere un significato metaforico (come in cigli o labbri). Notiamo inoltre che:

• il nome orecchio ha una forma singolare femminile (orecchia), oltre a due plurali orecchi / orecchie; dal punto di vista del significato si possono usare indifferentemente (ma se intendiamo dire l’angolo ripiegato di una pagina di libro allora si deve usare il femminile orecchia / e);

• in alcune espressioni idiomatiche troviamo dei plurali femminili che altrimenti non sono usati: fare le fusa, tirare le cuoia, stare / avere qualcuno alle calcagna, tirare le fila, farsi saltare le cervella;

A COLPO D’OCCHIO

VARIABILI cambiano forma

la mela / le mele, il diploma / i diplomi

il divano / i divani

la nazione / le nazioni, il favore / i favori

l’alibi / gli alibi

la città / le città

INVARIABILI non cambiano forma

il bar / i bar

il sottoscala / i sottoscala DIFETTIVI

latte l’orecchio / gli orecchi, le orecchie

• a proposito di il grido / le grida, esiste anche il singolare femminile la grida, che significa “editto”, “bando”, “decreto” (sono presenti, per esempio, nei Promessi sposi). Il plurale è regolare (le gride); allo stesso modo, il plurale del femminile la fila è solo le file (nelle file del partito, serrare le file, non serrare le *fila). SOVRABBONDANTI

il gesto / i gesti, le gesta

La forma delle parole: morfologia
NOMI IN
ALLA FORMAZIONE DEL PLURALE
di una
per il singolare o per il plurale
BASE
hanno più
forma
mancano
o del
il
o del singolare
plurale le manette
276

COMPRENDI, RIFLETTI, APPLICA

SINGOLARE E PLURALE

34. ● ● ● Indica se i nomi sono al singolare (S; 3 casi), al plurale (P; 6 casi) oppure se è impossibile stabilirlo in assenza del contesto (?; 7 casi). TIP Ricorda che il plurale può presentare diverse forme e che alcuni nomi hanno la stessa forma per singolare e plurale (nomi invariabili).

1. cicale S P ?

2. farmaciste S P ?

3. pneumologa S P ?

4. monarca S P ?

5. città S P ?

6. sopracciglia S P ?

7. serie S P ?

8. uova S P ?

35. ● ● ● PAROLE D’AUTORE Nelle frasi, tratte da canzoni, stabilisci se i nomi in corsivo sono al singolare o al plurale.

1. Alice guarda i gatti [   ] e i gatti guardano nel sole [   ], mentre il mondo sta girando senza fretta . [   ] (F. De Gregori) 2. S’era assopito un pescatore [   ] e aveva un solco [   ] lungo il viso [   ], come una specie [   ] di sorriso . [   ] (F. De André) 3. Ho viaggiato nel freddo [   ] senza volto [   ] e senza età [   ], pilotando un corpo [   ] senza guida . [   ] (Litfiba) 4. Io sempre serberò il ricordo [   ] contento delle povere nozze [   ] di mio padre [   ] e mia madre. [   ] (F. De André) 5. Quelle bambine [   ] bionde con quegli anellini [   ] alle orecchie [   ]: tutte spose [   ] che partoriranno uomini [   ] grossi come alberi. [   ] (P. Conte) 6. Di colpo si fa notte [   ], s’incunea crudo il freddo [   ], la città [   ] trema, livida trema. (C.S.I.) 7. Guarda guarda stellina [   ] mia, guarda i fari [   ], guarda le città [   ], guarda Roma [   ] e la California [   ], le autostrade [   ] e le periferie . [   ] (Jovanotti)

8. Sezionatori [   ] d’anime [   ] giocano con il bisturi. [   ] (CCCP)

36. ● ● ● LESSICO Sottolinea l’alternativa corretta tra quelle in corsivo.

1. Il riconoscimento dei diritti individuali costituisce le fondamenta / il fondamento della società. 2. Visitando Barcellona può essere divertente perdersi tra le piazzette e gli stretti budelli / le strette budella del quartiere medievale. 3. Le flore mediterranee sono composte / La flora mediterranea è composta in buona parte da piante arbustive che resistono alla siccità. 4. Domani si terrà l’esequia / si terranno le esequie del celebre scrittore. 5. Nelle chiese con pianta a croce greca i due bracci / le due braccia della croce hanno la stessa lunghezza. 6. Molti mammiferi accudiscono la prole / le proli fino alla completa autonomia.

Esercizi aggiuntivi Il nome | ESERCIZI 5
re S
?
tema S P ? 11. templi S P ? 12. caffè S P ? 13. portabagagli S P ? 14. ministri S P ? 15. analisi S P ? 16. cinema S P ?
9.
P
10.
X 277

37. ● ● ● Completa la tabella inserendo il plurale dei nomi proposti che terminano in -cia / -gia.

singolare plurale

1. buccia

2. frangia

3. bugia

4. frogia

singolare plurale

5. farmacia

6. camicia

7. reggia

8. acacia

38. ● ● ● SCRITTURA LESSICO Scrivi il significato e l’etimologia delle parole proposte. Puoi usare il dizionario, se ne hai bisogno. Poi scrivi una frase per ciascuna parola.

1. fitofago 2. pedagogo 3. filologo 4. insettifugo 5. geriatra

39. ● ● ● LESSICO Completa la tabella inserendo i nomi in - logo e -iatra che corrispondono alle definizioni. Puoi usare un motore di ricerca, se ne hai bisogno.

etimologicamente, “studioso di cose antiche”

studioso della disciplina che ricostruisce e interpreta antichi testi letterari

medico che cura i bambini

specialista che cura la salute delle orecchie e della gola

studioso delle vite dei santi medico che si occupa di riabilitazione motoria esperto di insetti medico che cura gli anziani medico specializzato in malattie del sangue medico che si occupa di problemi mentali

I NOMI DIFETTIVI E SOVRABBONDANTI

40. ● ● ● Sottolinea in ciascuna frase il nome sovrabbondante, poi completa la tabella inserendo nella prima colonna il singolare, nella seconda colonna il plurale in -i e nella terza colonna il plurale in -a. L’esercizio è avviato.

1. I membri della cooperativa non concordavano con la decisione del presidente. 2. Capisco che mi sta venendo l’influenza quando mi fanno male le ossa. 3. Nell’aria echeggiavano i gridi dei gabbiani 4. Quali sono i fondamenti della fisica quantistica? 5. Abbiamo sentito le urla dalla strada. 6. Viola ha ciglia lunghissime.

La forma delle parole: morfologia
278
1. membro membri membra 2.
3. 4. 5. 6.

41. ● ● ● Completa la tabella inserendo il plurale (o i plurali, nel caso di nomi sovrabbondanti) dei nomi, con i relativi articoli.

singolare plurale

1. lo zoologo

2. il dio

3. la città

4. il tempio

5. il gorilla

6. il dito

7. il miglio

8. la focaccia

9. l’eco

singolare plurale

10. il bue

11. il duca

12. lo stratega

13. la strategia

14. il sarcofago

15. il parco

16. il gregge

17. il fiasco

18. il drammaturgo

42. ● ● ● Sottolinea i nomi difettivi del singolare o del plurale ed evidenzia i nomi sovrabbondanti.

2. Ho le braccia abbronzate, ma solo fino a dove cominciano le maniche della maglietta.

1. Ho sempre trovato buffa l’etimologia del nome “mutande”.

3. Nelle torte di solito metto il burro chiarificato. 4. Ghislaine aveva comprato quei pantaloni turchesi in ferie, durante un viaggio a Seattle. 5. Questi muri sono di cartapesta, sentiamo tutto quello che si dicono i vicini quando litigano. 6. È ora di prendere il toro per le corna. 7. La sua sincerità lo lasciò completamente spiazzato. 8. È inutile costruire edifici altissimi, se le fondamenta non sono solide.

43. ● ● ● SCRITTURA Scrivi una frase per ciascuno dei due plurali dei nomi sovrabbondanti evidenziati nell’esercizio precedente.

44. ● ● ● SCRITTURA Scrivi una frase per ciascuna voce delle coppie di plurali.

1. cigli / ciglia

2. gesti / gesta

3. fili / fila

SINGOLARI, PLURALI, INVARIABILI E DIFETTIVI

45. ● ● ● Completa la tabella inserendo, quando esiste, il singolare dei nomi proposti. singolare

Il nome | ESERCIZI 5
plurale 1. cuochi 2. esequie 3. geriatri 4. dialoghi 5. nozze
plurale 6. pedagoghi 7. insettifughi 8. filologi 9. fitofagi 10. cataloghi 279
singolare

46. ● ● ● Ti riproponiamo le parole in corsivo dell’esercizio 35: individua le due che al plurale sono uguali al singolare, quella difettiva del singolare e le tre che normalmente non si usano al plurale.

gatti • sole • fretta • pescatore • solco • viso • specie • sorriso • freddo • volto • età •

corpo • guida • ricordo • nozze • padre • madre • bambine • anellini • orecchie • spose • uomini • alberi • notte • freddo • città • stellina • fari • Roma • California • autostrade • periferie • Sezionatori • anime • bisturi

1. Sono uguali al singolare e al plurale:  .

2. È difettiva del singolare:

3. Normalmente non si usano al plurale:  .

47. ● ● ● ANALISI articolo di giornale Leggi il testo e svolgi le attività.

Circa 20 anni fa il WWF ha sviluppato congiuntamente all’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) l’approccio del ripristino del paesaggio forestale, detto in inglese Forest Landscape Restoration (FLR). […] Ripristinare i paesaggi forestali distrutti non è affatto un compito facile. Le difficoltà includono un sostegno finanziario limitato da parte dei governi, un monitoraggio inadeguato e un basso coinvolgimento delle popolazioni indigene, delle comunità locali nonché del settore privato. Il WWF lavora insieme ai propri partner in tutto il mondo da diversi anni per creare e accelerare le iniziative di FLR, Africa inclusa. Nell’ultimo decennio, questo continente ha perso oltre 4 milioni di ettari netti di foresta l’anno. Le principali cause della perdita delle foreste e del degrado del suolo in Africa sono diverse: l’espansione agricola dei piccoli proprietari , l’allevamento di animali di piccola taglia come capre o pecore, la produzione di carbone vegetale e l’approvvigionamento di legna da ardere. Molti di questi fenomeni sono conseguenze della crescita demografica e dalla povertà rurale. In qualità di partner tecnico dell’African Forest Landscape Restoration Initiative (AFR100), il WWF supporta i governi e gli ulteriori gruppi di interesse nel garantire lo sviluppo di adeguate misure di conservazione sociali e relative alla biodiversità, per sostenere l’attuazione di iniziative di FLR su larga scala. Questa attività del WWF mira quindi a identificare dei modi per sostenere e rafforzare gli sforzi dei governi, delle popolazioni locali e indigene, del settore privato e della società civile. (www.wwf.ch, Vedere foreste invece di semplici alberi: la «Forest Landscape Restoration Initiative» in Africa)

1. Trasforma i nomi in corsivo dal singolare al plurale e viceversa.

2. Nel testo ci sono, in tutto, sette nomi invariabili: cerchiali.

3. Quali ragioni ostacolano il ripristino dei paesaggi forestali in Africa? Individuale nel testo e riferiscile rielaborando i concetti con parole tue.

La forma delle parole: morfologia
280

COME SI FA L’ANALISI DEL NOME

Supponiamo di dover fare l’analisi grammaticale dei nomi:

sabbia – famiglia – Beatrice – gru – insegnanti

Per analizzare un nome bisogna specificare:

• se è comune o proprio;

• se è collettivo (non è necessario invece specificare se è individuale);

• il genere: maschile o femminile; all’interno del genere, è necessario indicare quando un nome è di genere comune (se nomi come insegnante o geriatra sono dati al di fuori di un contesto, infatti, è impossibile stabilire se siano maschili o femminili);

• il numero: singolare o plurale; all’interno del numero, è necessario indicare quando un nome è invariabile.

Per rimanere nel nostro esempio:

sabbia: nome comune, femminile, singolare

famiglia: nome comune, collettivo, femminile, singolare

Beatrice: nome proprio, femminile, singolare

gru: nome comune, femminile, invariabile

insegnanti: nome comune, di genere comune, plurale

I dubbi

Per quanto riguarda gli ultimi due esempi, naturalmente, l’incertezza circa il genere e il numero viene meno qualora i nomi siano inseriti in un contesto logico-sintattico:

Le nostre insegnanti ci hanno portato a fare una visita all’oasi naturale, per vedere le gru e gli altri uccelli che vivono nelle aree umide.

In questo caso, possiamo determinare con certezza, rispettivamente, genere e numero:

insegnanti: nome comune, femminile, plurale  gru: nome comune, femminile, plurale

Infine, è possibile specificare se un nome è derivato, alterato o composto (→ p. 000):

sottopassaggio: nome comune, maschile, singolare, composto

Adesso prova tu!

Analizza i nomi completando la tabella.

ANALISI LOGICA Il nome  5
nome proprio comune collettivo maschile femminile genere comune singolare plurale invariabile gazzelle musicista Napoleone posate città oro 281

PALESTRA FINALE

GUARDA!

DIMENSIONE TESTO

48. ● ● ● Indica negli appositi spazi se i nomi sono propri (P) o comuni (C), quindi indica se il loro genere è grammaticale (G) o naturale (N).

#Z# VuMark

Su laZ Esercizi questa prova e un’altra completamente nuova

TIP Ricorda che il genere grammaticale è attribuito per convenzione, mentre il genere naturale si basa sull’appartenenza a uno dei due sessi.

1. La città di Londra , nel XIX secolo , era una delle più popolose al mondo. 2. La Luna , unico satellite della Terra , ha un diametro di circa 3400 chilometri. 3. La dea Cerere , detta anche Demetra , era la protettrice dei raccolti. 4. Il fuco ha un ciclo vitale molto breve, che ha come unico scopo la fecondazione della regina dell’alveare. 5. Carlo Magno venne incoronato imperatore dal papa Leone III il giorno di Natale dell’anno 800. 6. Secondo la mitologia greca, Zeus si trasformò in cigno per sedurre Leda : la donna generò due uova , da ognuno dei quali uscirono due maschi e due femmine ; una delle bambine , Elena , sarebbe stata la causa della rovinosa guerra di Troia. 7. La cantante è stata validamente supportata da una straordinaria corista.

49. ● ● ● Completa le frasi con un nome collettivo adeguato, scegliendolo dall’elenco. Attenzione: non tutti i nomi sono necessari. popolazione • arcipelago • centinaio • stormo • compagnia • branco • folla • ammasso • mucchio • pubblico • accozzaglia

1. Una di persone si è radunata per celebrare l’anniversario della morte del giudice Falcone. 2. Le aree paludose registrano una variegata di uccelli e di piccoli anfibi. 3. Il tuo tema è un’ di luoghi comuni! Devi impegnarti di più! 4. I ladri hanno rubato soltanto qualche di euro dalla cassa del locale. 5. L’ toscano è formato da sette isole maggiori. 6. Alla prima dello spettacolo c’era un di veri intenditori. 7. Mia sorella Fiamma è riuscita a entrare in una stabile di ballo. 8. Avete finito tutti i biscotti, siete peggio di uno di cavallette!

50. ● ● ● SCRITTURA Scrivi una frase per ciascuno dei nomi “avanzati” dall’elenco dell’esercizio precedente.

51. ● ● ● Sottolinea tutte le parole sostantivate.

Le parole sostantivate, cioè che rivestono la funzione di nome, possono essere aggettivi, verbi all’infinito, pronomi, avverbi o congiunzioni.

1. Il giallo è uno dei colori primari. 2. Nessuno sa cosa ci porterà il domani. 3. Te lo dico senza se e senza ma. 4. Allenarsi troppo spesso può risultare controproducente. 5. Questo è uno di quei film in cui alla fine il cattivo diventa buono. 6. Cosa fai per Natale? Vai a trovare i tuoi oppure lo passi con gli amici? 7. Mi è venuto il singhiozzo per il troppo ridere. 8. Il bello di tutta la faccenda è che io non devo fare un bel niente!

La forma delle parole: morfologia
282

52. ● ● ● Riscrivi le frasi volgendo al femminile i nomi in corsivo (qualora possibile) e apportando le opportune modifiche. Poi inseriscili nella tabella (inserisci, quando è il caso, le due forme per il maschile e il femminile).

1. Il dottor Giorgi è un ottimo pediatra. 2. Mentre gli esploratori andavano in avanscoperta, la sentinella faceva la guardia. 3. Il sacerdote offrì un candido montone al dio della guerra. 4. Questa sera viene a cena un collega di mio marito 5. Il dentista ha fatto la spia al mio babbo dicendo che non mi lavo i denti abbastanza spesso. 6. Il ministro della salute ha convocato un tavolo di discussione. 7. L’eroe del film è un principe forte e coraggioso. 8. Ho sentito cantare tuo fratello; non è propriamente un usignolo nomi di genere mobile nomi di genere comune nomi di genere indipendente nomi di genere promiscuo

D’AUTORE Sottolinea i nomi e specifica se sono al singolare o al plurale. Camminava a capo chino, senza guardare dinanzi a sé. Di tanto in tanto si metteva il fazzoletto alla bocca; per riprender fiato, quasi il suo cuore divorasse avidamente tutta l’aria che la circondava. L’onda lenta del ruscello l’accompagnava chetamente, borbottando sottovoce, addormentando le ultime sue paure; l’ombra dei cedri e il silenzio del viale deserto la penetravano vagamente, con sottile voluttà.

(G. Verga, Il come, il quando ed il perché, in Vita dei campi)

54. ● ● ● LESSICO Spiega in parole semplici il significato del nome voluttà, poi cerca in rete e riporta sul quaderno almeno 2 frasi d’autore che lo contengano e inventane due tu. Puoi usare il dizionario.

55. ● ● ● LESSICO Nelle frasi i termini evidenziati sono nomi comuni che derivano, però, da nomi propri. Oralmente, fornisci una definizione di ciascun nome e una spiegazione etimologica della sua origine (in caso di dubbio, puoi inventarla). Controlla poi su un dizionario la vera etimologia di ciascun nome.

1. Per fare questa ricerca mi servirebbe un buon atlante storico. 2. Sono incerta se comprare un costume intero o un bikini. 3. Mi passi una biro? 4. Questo lavoro, più che un’odissea, è diventato un vero e proprio calvario! 5. Non ne posso più di quell’arpia! 6. Il nonno è uno squisito anfitrione 7. Il cassonetto è stato incendiato da alcuni vandali 8. Ci siamo piacevolmente persi nel dedalo di vicoli che circonda la cattedrale. 9. L’Accademia della magia di Beauxbatons partecipa al torneo in Harry Potter e il calice di fuoco 10. Per me un sandwich al formaggio, grazie.

RIFLETTI Quali di questi nomi hanno origine dalla mitologia classica?

Il nome  5
53. ● ● ● PAROLE
283

La forma delle parole: morfologia

PALESTRA FINALE

EDUCAZIONE CIVICA CITTADINANZA DIGITALE

56. ● ● ● ANALISI SCRITTURA articolo di giornale Trasforma le parole evidenziate in verde da singolare a plurale o viceversa, quelle evidenziate in rosa da maschile a femminile o viceversa. Sottolinea inoltre tutti i nomi che, nel passaggio, restano invariati. Svolgi poi le attività. Controllare in continuazione il cellulare anche quando siamo in compagnia potrebbe essere non solo semplice maleducazione ma anche un sintomo di stress. In poche parole, se invece di parlare, chiacchierare e guardarsi in faccia con gli amici con i quali abbiamo scelto di uscire o andare al ristorante, i nostri occhi sono quasi sempre puntati sul cellulare c’è qualcosa che non va: almeno, questo rivela uno studio pubblicato su Behaviour & Information Technology […].

Lo sappiamo: la tecnologia, i cellulari e i tablet sono ormai essenziali per molte attività che ogni giorno dobbiamo svolgere, ma è inutile nascondere come questi oggetti che ormai teniamo sempre in mano hanno provocato anche nuovi problemi come, appunto, un forte cambiamento nei rapporti sociali. Per molti studiosi, un deciso peggioramento.

Siamo, infatti, spesso distratti dal cellulare […] Ormai, questo atteggiamento è così comune che gli americani per primi hanno coniato la parola phubbing, un mix di “telefono” (phone) e “snobbando” (snubbing).

In particolare, gli autori della ricerca hanno trovato una correlazione tra le persone che sono eccessivamente attaccate allo smartphone e i sintomi di ansia e stress, sebbene questa non sia necessariamente una relazione causa-effetto […].

Il coordinatore dello studio, Juhyung Sun, afferma: «Le persone con ansia sociale o anche depressione tendono a essere dipendenti dai telefoni cellulari più di chi sta bene o ha una vita equilibrata e serena. Più le persone sono stressate e più sono sensibili alle notifiche. E ormai quasi tutti noi, appena sentiamo un ronzio o un suono, guardiamo consapevolmente o inconsciamente il telefono».

D’altra parte, la tecnologia mobile, dai dispositivi alle applicazioni, è proprio progettata per attirare sempre di più la nostra attenzione e, senza un minimo di autocontrollo, si diventa dipendenti, anche a causa di social come Facebook, Instagram o Twitter. «Ed è paradossale che tante persone trovino fastidioso il phubbing degli altri, ma continuino a farlo anche loro stessi in automatico», continua Juhyung Sun.

Ovviamente, c’è un altro risultato dello studio che è poi il rovescio della medaglia: le persone più serene e ottimiste sono meno tentate di guardare il cellulare quando sono in compagnia. (adattamenti da F. Sacchetti, Perché controlli sempre il cellulare anche se sei con gli amici? www.focus.it, 3 settembre 2021)

1. Cosa significa phubbing e che cosa si intende con questa nuova parola?

2. Rifletti sul rapporto delle persone con il cellulare: hai mai osservato il fenomeno descritto, in te e nelle persone che ti circondano? In quali occasioni e quali sono state le tue reazioni?

3. Scrivi un testo di circa 350 parole (o circa 2000 caratteri spazi inclusi) in cui esprimi la tua opinione sul tema del phubbing. Ricorda che le tue argomentazioni devono essere sempre adeguatamente motivate con riflessioni, esempi o riferimenti alle tue conoscenze.

284

METTITI ALLA PROVA E VALUTA TU

57. Sottolinea tutti i nomi e le parole usate come nomi.

1. Marco andava spesso al mare nella sua seconda casa. 2. Tra il dire e il fare, c’è di mezzo… il sudare. 3. La nonna Maria diceva sempre che il sole bacia i belli. 4. Il Po nasce dal Monviso. 5. I bei ricordi illuminano il nostro ieri. 6. Il professor Galeazzo portò gli studenti in gita sul lago di Garda. /20

58. Inserisci nella tabella i nomi che hai sottolineato nell’esercizio precedente. nomi comuni nomi propri altre parole usate come nomi

59. Indica se i nomi in corsivo sono numerabili individuali (NI), non numerabili (NN) o numerabili collettivi (NC).

1. Paola usa il bicarbonato come deodorante. 2. Il professore se l’è presa con tutta la classe. 3. Le tamerici erano cosparse di fiorellini gialli. 4. La tua presenza sugli spalti è importante per sostenere la squadra 5. Abbiamo fatto ad Annabelle il vaccino per la rosolia

6. Vicino a Capetown ho visto una mandria di buoi attraversare la strada. 7. L’eroe non avrebbe sopportato che lo accusassero di viltà 8. Da grande voglio diventare un artista della ceramica. 9. Sabina adora fare scialpinismo sui monti innevati. 10. Non bisogna mangiare le bacche rosse, possono essere velenose. /10

60. Volgi i nomi al femminile o al maschile e indica se sono di genere mobile, comune, indipendente o promiscuo. 1.

signora

61. Volgi i nomi al plurale, quando è possibile.

62. Scrivi i plurali possibili per ciascuno dei nomi sovrabbondanti.

Autovalutazione*

Se hai ottenuto:

da 0 a 30 punti: il tuo livello è ancora decisamente insufficiente

da 31 a 44: il tuo livello non è ancora pienamente sufficiente

da 45 a 54: il tuo livello è sufficiente

da 55 a 70: il tuo livello è discreto da 71 a 80: il tuo livello è buono/molto buono

* Per recuperare o migliorare il tuo livello, puoi svolgere gli esercizi della sezione “Ripassa, recupera, migliora”.

Il nome  5
/20
2.
3.
4. leone 5. docente 6. toro 7. giraffa 8. babbo 9. geria -
/10
scrittore
colibrì
tra 10. fuco
spiaggia 2. follia 3. mango 4. quercia 5. messe 6. fame 7. diabetologo 8. profugo 9. camicia
/10
1.
10. guancia
dito 2. braccio 3. muro 4. lenzuolo 5. osso /10 Tot. /80 285
1.

RIPASSA, RECUPERA, MIGLIORA

LIVELLO BASE

63. Cerchia la parola in corsivo quando è un nome.

1. a. Mariem sobbalzò al suono improvviso della sveglia

b. Se qualcuno mi sveglia prima del tempo divento una belva.

2. a. La regola dei monaci benedettini diceva ora et labora

b. Non riesco a capire questa regola di geometria.

c. Il meccanismo che regola la temperatura dell’apparecchio è molto delicato.

3. a. Sono tenuta a rispettare la massima segretezza.

b. Riflettere prima di parlare è una massima di saggezza.

4. a. Ho fatto il possibile per aiutarvi.

b. Non è possibile che tu sia sempre contrario!

5. a. Credo che prenderò solo un primo e una bibita.

b. Guai al primo che fiata!

c. Ryan è arrivato primo alle regionali di atletica.

d. So che non è perfetto, ma era il mio primo tentativo!

64. Scegli la concordanza giusta tra nome e verbo.

1. Passeranno / Passerà un altro migliaio d’anni prima che ci rivediamo? 2. La gente sono convinti / è convinta che io sia una persona superficiale, ma non è così! 3. Saranno / Sarà dieci anni che non vedo Yoko. 4. Saranno / Sarà una decina d’anni che non vedo Yoko. 5. Un branco di delfini seguivano / seguiva la scia della nave. 6. Sotto il porticato si vedono / si vede alcune statue di marmo. 7. Per preparare i pancakes mi occorrono / occorre farina, latte e uova. 8. Il pubblico del concerto cantava / cantavano a squarciagola. 9. Verranno / Verrà al concerto solo un paio dei miei amici.

RIFLETTI In quale frase entrambe le soluzioni sono accettabili?

LIVELLO INTERMEDIO

65. Completa la tabella inserendo la forma maschile o quella femminile.

maschile femminile

automobilista nuora preside avvocato poetessa

maschile femminile

custode

ministro traduttrice spia virologo

66. CORREGGI TU! Nelle frasi ci sono alcuni errori nella grafia dei nomi plurali; sottolineali e correggili.

1. I dii e le die dell’antica Grecia si mostrano spesso agli uomini sotto mentite spoglie. 2. Il mio babbo non sa stirare le camice, se la cava bene soltanto con i fazzoletti. 3. Per la spremuta, Marco

La forma delle parole: morfologia
286

preferisce le arancie a polpa bionda. 4. Mi fanno male gli orecchi! 5. Molti psicologhi della scuola junghiana credono che il complesso di Edipo e quello di Elettra siano due faccie della stessa medaglia. 6. Gli ovi sodi e gli asparaghi sono un’accoppiata fenomenale. 7. Maddalena e Roberto sono due endocrinologhi molto stimati, due leaders all’interno dell’ospedale. 8. I porchi sono socievoli e più intelligenti dei cani.

67. LESSICO Completa la tabella scrivendo i nomi individuali corrispondenti ai nomi collettivi. nome collettivo nome individuale

gregge

stormo

branco

sciame

uditorio

orchestra

nome collettivo nome individuale

clientela

squadra

fogliame

erba

costellazione

arcipelago

68. PAROLE D’AUTORE Sottolinea i nomi presenti nel testo e fanne l’analisi grammaticale. In un certo senso il problema è dovuto al fatto che abitiamo nella parte sbagliata della città. Soho non è posto da insalata di pasta. Qui i migliori giovani talenti di tutto il mondo vengono a stufare intere voliere di passeri caramellati o ti servono le loro famose pinne di pomosside scottate con rotolino di zenzero maltrattato e tripudio di funghetti cileni al forno all’olio di muschio chiarificato. Anche quando ti promettono qualcosa di semplice, in qualche modo devono sempre impreziosirlo: il polpettone è cotto in acqua marina, oppure ti ritrovi dei fichi nell’insalata di tonno. Se la cucina è un’arte, ho l’impressione che ci troviamo nel periodo Dada.

(D. Sedaris, Specialità del giorno, in Me parlare bello un giorno, Mondadori, Milano 2005)

69. SCRITTURA testo argomentativo Leggi il brano e svolgi le attività. Samantha Cristoforetti è un’astronauta, un’aviatrice, un’ingegnera, e prima donna italiana a entrare negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Nasce il 26 aprile del 1977 a Milano, ma è originaria di Trento dove cresce e frequenta il Liceo Scientifico, diplomandosi nel 1996. Già da piccola sogna di andare nello spazio e di diventare astronauta, guardando in televisione le partenze degli Space Shuttle e gli episodi di  Star Trek. Si laurea nel 2001 all’Università Tecnica di Baviera in Germania e successivamente consegue un master in ingegneria meccanica con specializzazione in propulsione aerospaziale e in strutture leggere. […] Nel 2001 si iscrive all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, diplomandosi nel 2005, e nel 2004 consegue la seconda laurea in Scienze Aeronautiche. In questi anni inizia ufficialmente la sua carriera come pilota dell’accademia aeronautica, arrivando fino all’importante ruolo di capitano. […] A settembre del 2009 inizia l’addestramento di base [presso l’Agenzia Spaziale Europea] che termina nel 2010, e viene designata come astronauta di riserva per ESA, ottenendo varie qualifiche per le attività extra veicolari e robotiche, e anche la certificazione come ingegnera di bordo del veicolo spaziale russo Soyuz. (www.enciclopediadelledonne.it)

Il nome  5
287

La forma delle parole: morfologia

RIPASSA, RECUPERA, MIGLIORA

1. Sottolinea tutti nomi di professione che si riferiscono a Samantha Cristoforetti.

2. Completa la tabella indicando le modalità con cui i nomi di professione vengono riferiti al femminile.

uso di una desinenza femminile uso di un suffisso femminile nomi di genere comune uso della forma maschile

3. La carriera di Samantha Cristoforetti è tanto più eccezionale se si considera il fatto che il numero di ragazze che scelgono di studiare le cosiddette discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è molto ridotto rispetto a quello dei ragazzi. Qual è, secondo te, il motivo di ciò? Come pensi che si potrebbe cambiare la situazione? Scrivi un testo argomentativo di almeno 200 parole (puoi far riferimento anche a esperienze e progetti personali).

LIVELLO AVANZATO

70. PAROLE D’AUTORE SCRITTURA testo poetico Leggi con attenzione i versi della poesia di Erri De Luca, quindi svolgi l’attività.

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.

Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore. Molti di questi valori non ho conosciuto.

(E. De Luca, Opera sull’acqua e altre poesie, Einaudi, Torino 2002)

1. Questa poesia è strutturata sull’anafora (cioè la ripetizione all’inizio del verso) dell’espressione Considero valore; prova a riscriverla, usando come “traccia” la struttura della poesia di Erri De Luca ma sostituendo al suo interno le cose che per te costituiscono un valore.

Considero valore…

288

VERSO LA PROVA INVALSI

71. INVALSI 2018 GRADO 10 Leggi il brano e rispondi ai quesiti.

L’uso delle parole

Noi usiamo le parole in tanti modi diversi; le parole hanno tanti usi diversi secondo le circostanze in cui parliamo e le conversazioni che facciamo. Ma questo noi lo diamo per scontato, perché fa parte delle nostre capacità di fondo, ossia fa parte del senso comune. E noi tutti sappiamo usare le parole in tanti modi diversi, con toni e sottintesi diversi, per ottenere risposte diversissime. Detto in altre parole: il senso comune è tutto quel tessuto di piccole competenze che ci serve a dialogare con gli altri, per cui noi e gli altri ci intendiamo nel dare senso al mondo. In questo modo, e solo partendo da qui, riesco a pensare a cosa si potrebbe intendere con la parola narrazione. Ascoltate uno che parla al telefono e sentirete come cambia tono, accento, linguaggio, secondo con chi parla e secondo l’argomento di cui parla. Con questo voglio dire che raramente ci rendiamo conto di come il nostro uso delle parole sia legato alla temporalità del momento: cioè è legato al momento in cui siamo, al tipo di gioco che stiamo facendo con qualcun altro, e che cambia sempre sul filo del tempo.

1. L’autore del testo si propone di:

a descrivere i comportamenti delle persone negli scambi quotidiani, nelle comuni conversazioni e nell’uso delle parole

b narrare i momenti di una quotidiana conversazione tra persone che hanno comuni interessi e usano le stesse parole

c esprimere le sue idee sull’uso del telefono in una normale situazione di dialogo e sull’uso delle parole

d sostenere con argomentazioni le proprie idee sull’uso delle parole negli scambi comunicativi

2. Completa il testo che segue tenendo in considerazione quanto detto dall’autore. Scegli la parola corretta da inserire, una sola per ogni spazio, tra quelle suggerite in elenco. Fai attenzione: ogni parola può essere utilizzata una sola volta e cinque parole sono in più. linguaggio • condivisa • interagisce • corso • pensiero • polemizza • senso • contesto • comunicativa • ruolo

L’autore vuole definire “l’uso delle parole” come capacità di adeguare il proprio sulla base del in cui ciascuno si trova, dell’interlocutore con il quale per diversi scopi e, soprattutto, delle trasformazioni che si verificano nel di una relazione

3. Con quale espressione, vicina nel significato e coerente con il contesto, puoi sostituire la parola tono in corsivo nel testo?

a Tenore di vita

b Tipo di carattere

c Modo di parlare

d Punto di vista

4. Con quale espressione, vicina nel significato e coerente con il contesto, puoi sostituire l’espressione temporalità del momento in corsivo nel testo?

a Circostanza puntuale

b Situazione linguistica

c Fugacità degli eventi

d Condizionabilità emotiva

VERSO LE PROVE Il nome  5
289

OLIMPIADI DI ITALIANO

72. PROVA DI ISTITUTO 2021, BIENNIO Indica quale dei cinque significati della parola camera viene usato in ciascuno dei cinque brevi testi.

1. In varie tecnologie, spazio cavo destinato a usi diversi

2. Organo legislativo in uno Stato a sistema rappresentativo

3. Locale d’abitazione

4. Complesso dei mobili che arredano una stanza da letto

5. Stanza da letto

a. Il finanziamento, inserito nei due decreti precedenti, è invece scomparso in quello licenziato il 6 marzo, che verrà discusso alla Camera il 31 marzo. [Significato  ]

b. Zona stadio, vendesi alloggio ampia metratura, quattro camere, servizi e garage. Telefonare la sera, dopo i pasti. [Significato  ]

c. Egle salutò la mamma con un “buonanotte” pronunciato di fretta e si ritirò in camera sua. Le sorelle dormivano già. Facendo attenzione a non svegliarle, aprì il piccolo scrittoio. [Significato  ] (G. Comaschi, Felix Pedro, 2009)

d. La preziosa specchiera fa parte di una splendida camera in noce dell’Ottocento che proviene da un palazzo nobiliare. [Significato  ]

e. Quintino stava faticosamente pedalando sull’ultimo tratto in salita a poche centinaia di metri da casa sua. Era in ritardo, per via di una foratura che lo aveva costretto a cambiare la camera d’aria a metà strada. [Significato  ] (P. Cacucci, San Isidro Futból, 1998)

VERSO L’ESAME – TIPOLOGIA B

73. Questo brano – tratto da un libro di Piero Trellini su Dante Alighieri, la sua epoca e la sua opera – mostra le circostanze naturali, economiche e sociali che, a partire da un cambiamento climatico positivo (la fine di un’epoca fredda e umida durata secoli), ha reso possibile, dopo l’anno Mille, la grande fioritura della civiltà medievale. Leggi con attenzione e svolgi le attività. Ma il millennio ebbe l’oro in bocca: rischiarò il cielo e riscaldò il clima facendo scomparire gli inverni rigidi dal panorama europeo. […]

In Italia le superfici coltivate crebbero di un terzo. L’incremento della produzione agricola arricchì l’alimentazione dei contadini che a loro volta migliorarono le proprie condizioni di salute. La popolazione in questo modo salì nella sola Firenze a ottantamila anime, mutando in modo irreversibile la logica degli insediamenti rurali. L’aumento degli abitanti richiese più terra, vaste aree incolte furono quindi reintegrate alla coltura grazie a irrigazione, dissodamenti e bonifiche. Si intensificò la lotta contro i terreni incolti e le acque paludose che avevano occupato gran parte del territorio. E si scoprì che il mezzo più efficace per raggiungere lo scopo era il frazionamento delle grandi proprietà agricole. La rivoluzione partì dall’appoderamento, la lottizzazione di terre che mai fino ad allora erano state divise. Tra il 1077 e il 1099 il territorio del marchesato di Canossa venne frazionato in duecentotrentatré poderi di due ettari e mezzo ciascuno, assegnati a famiglie di coloni che si impegnarono a dissodarli per piantare dei vigneti. Grazie a una miracolosa opera di redenzione, in meno di un secolo le terre incolte vennero ripulite, arate e trasformate in profitti.

(P. Trellini, Danteide, Bompiani, Firenze-Milano 2021)

VERSO LE PROVE La forma delle parole: morfologia
e produzione di un testo argomentativo
Analisi
290

1. Nella scrittura saggistica si usano spesso nomi astratti in -mento e -zione. Nel brano citato ce ne sono molti che indicano azioni. Individuali e scrivine il significato, se necessario aiutandoti con il dizionario.

2. Anche bonifica è un nome derivato da un verbo (bonificare) il cui significato letterale è “rendere buono”. Che cosa si intende per bonifica?

3. Il nome astratto redenzione di solito è riferito a persone e significa “liberazione”, “riscatto” (per esempio di schiavi o prigionieri) o, in senso religioso, “liberazione dal peccato”. Qui invece ha un senso metaforico e si riferisce alle terre incolte: in che senso vengono “redente”?

4. Perché l’aumento della popolazione cittadina richiede un aumento della produzione agricola? Perché la popolazione cittadina consuma più ma non

5. Spesso i testi di storia spiegano le cause di un particolare fenomeno. Il brano che hai letto mostra alcune delle ragioni che porteranno alla grande fioritura dei Comuni italiani all’epoca di Dante. Inserisci i fenomeni elencati negli schemi.

a. aumento della popolazione

b. prosciugamento delle paludi

c. divisione di vaste terre

d. piccoli poderi coltivati da famiglie di contadini

e. produzione agricola più abbondante

f. necessità di produzione agricola ancora maggiore

g. sfruttamento di terre prima inutilizzate

Clima più favorevole dopo l’anno Mille →

Raccolti più abbondanti → più cibo a disposizione → alimentazione più ricca e più varia →

Città con decine di migliaia di abitanti →

→ aumento delle terre coltivate per mezzo di opere specifiche:  , irrigazione, dissodamento di terre incolte, cioè  .

Per ottenere questi risultati: possedute da grandi feudatari come i marchesi di Canossa in

74. SCRITTURA Esponi con parole tue la tesi del brano che hai letto, utilizzando anche le risposte alle domande dell’esercizio 73.

Il nome  5
.
291

La forma delle parole: morfologia

MODELLI DI SCRITTURA LA GRAMMATICA NEI TESTI

Leonardo Sciascia: i nomi e le cose

Una storia semplice è un romanzo uscito in libreria il giorno della morte del suo autore, Leonardo Sciascia (1921-1989). Se considerassimo la mera lunghezza del testo dovremmo definirlo un racconto; in realtà, si tratta a tutti gli effetti di un intricato romanzo giallo distillato e concentrato grazie alla straordinaria capacità del suo autore di dire il necessario eliminando tutto ciò che non è indispensabile (o, addirittura, caricando di significati il non detto). Nella scrittura essenziale di Sciascia, i nomi rappresentano l’intelaiatura della realtà. Leggiamo la descrizione del primo sopralluogo nella polizia in una casa in cui è stato commesso un delitto.

La casa era stata abbandonata e anche dispogliata di arredi, libri, quadri e porcellane (si scorgeva qualche segno delle cose involate1), ma non dava il senso di essere disabitata. Mozziconi di sigarette erano nei portacenere, e fondi di vino nei bicchieri, cinque, che erano stati portati in cucina certo con l’intenzione di sciacquarli. La cucina era spaziosa, con focolari a legna, forno, mattonelle valenziane murate intorno; pentole di rame e tegami appesi alle pareti: davano un certo splendore, nella poca luce, anche se verdicavano2 di solfato ormai. Dalla cucina, una porticina si apriva su una scala che saliva stretta e buia, e non si vedeva dove finiva. Il brigadiere cercò se vi fosse una luce da accendere per illuminare quella scala. Non scorgendo altro interruttore che quello che accendeva lampade sui focolari, si avventurò a salire quella scaletta. Ma dopo cinque o sei gradini cominciò, sempre salendo con esitazione, ad accendere fiammiferi. Ne accese molti prima di arrivare in cima a una specie di sottotetto, una camera alta che uno di normale statura quasi toccava con la testa il soffitto ma ampia quanto giù la sala da pranzo. Era piena di divani, poltrone e sedie sfondate; di casse; di cornici vuote; di panneggi polverosi. Torno torno erano dei busti-reliquiari di santi: una diecina, dorati; ma faceva spicco tra loro un busto più grande, d’argento il petto, nera la mantellina, la faccia incagnata. I busti dorati portavano, sul piedistallo barocco, il nome di ciascun santo; l’altro più grande e più cupo il brigadiere non aveva sufficiente esperienza di santi per riconoscervi sant’Ignazio. Il brigadiere accese l’ultimo fiammifero e velocemente ridiscese. «Un tetto morto pieno di santi» spiegò all’agente che lo aspettava al piede della scala. Si sentiva come se polvere, ragnatele e muffe gli fossero piovute addosso. Tornò a scavalcare la finestra per ritrovare la mattinata fredda e splendida, il sole, l’erba gocciolante di brina.

1. involate: il verbo involare, di uso letterario, significa “rubare”.

2. verdicavano: il verbo verdicare, di uso letterario, significa “verdeggiare”.

5 10 15 20
(L. Sciascia, Una storia semplice, Adelphi, Milano 1989)
292

LE CATEGORIE DEI NOMI

1. Esamina i nomi presenti nel brano in base ad alcune caratteristiche grammaticali.

• Il brano presenta molti nomi comuni e un solo nome proprio: quale?

• Scrivi almeno cinque nomi di genere grammaticale (fisso) femminile presenti nel brano.

• Scrivi almeno cinque nomi di genere grammaticale (fisso) maschile.

• Nel brano ci sono due nomi di genere mobile: quali?

• Nel brano c’è un nome di genere comune: quale?

• Nel brano c’è un nome singolare che non ha plurale; quale? Che valore ha quel singolare?

• Che caratteristica in comune hanno i nomi porcellane e rame? Esiste il plurale di rame?

2. I nomi in corsivo nelle frasi hanno un comportamento diverso rispetto a tutti quelli visti finora.

• «La casa […] non dava il senso di essere disabitata»

• «faceva spicco tra loro un busto più grande»

• «il brigadiere non aveva sufficiente esperienza di santi»

I sostantivi in corsivo non hanno un significato autonomo, ma contribuiscono con il generico che li precede (   ,  ,  ) a formare un verbale (costruzione con verbo supporto; → p. 000). Di fatto, queste espressioni possono essere sostituite con altri verbi:

• «La casa […] non dava il senso di essere disabitata» • La casa […] non disabitata.

• «faceva spicco tra loro un busto più grande» • tra loro un busto più grande.

• «il brigadiere non aveva sufficiente esperienza di santi» • il brigadiere non abbastanza i santi.

IL SIGNIFICATO DEI NOMI

3. Tra i nomi del brano, alcuni vengono ripetuti; in quale caso il nome ripetuto si riferisce a due entità diverse?

4. Due nomi nel brano hanno un leggero senso figurato e riguardano due punti della scala. Uno è cima, l’altro è  .

5. Alla fine del brano, alcuni nomi, che servono a descrivere due ambienti diversi e hanno un significato proprio, assumono però un valore simbolico; mostrano concretamente l’opposizione tra l’atmosfera opprimente della casa in cui è avvenuto un delitto e la freschezza e la luminosità del mondo fuori. Quali sono questi nomi?

IMPARARE A SCRIVERE DAI MODELLI

La scrittura di Sciascia è fatta di cose precise e concrete, e i nomi sono il mezzo necessario per raccontare una realtà. Se leggerai il romanzo ti accorgerai che la descrizione che abbiamo esaminato, in apparenza neutra e oggettiva, contiene alcuni elementi che forniscono l’indizio decisivo per scoprire il colpevole del delitto. Se vogliamo scrivere in maniera vivida e accurata, dobbiamo imparare a “chiamare le cose con il loro nome”; infatti, l’uso preciso dei nomi è la condizione necessaria per dare sostanza alle cose scritte.

Il nome  5
293

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