Zootecnica International - edizione italiana - 02 febbraio 2021

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Zootecnica International – febbraio 2021 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze

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L’avicoltura italiana va incontro alle richieste dei consumatori Valutazione fenotipica dell’antibiotico-resistenza in ceppi di Escherichia coli Supporti in plastica, un valido aiuto nel controllo delle contaminazioni nella filiera avicola?

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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net


EDITORIALE Negli allevamenti di polli da carne non tutte le perdite possono essere prevenute, ma sicuramente limitate con l’adozione di adeguati principi di prevenzione e controllo. I costi relativi ai trattamenti veterinari e al tasso di mortalità rappresentano i fattori di maggior perdita economica, imputabili alle patologie che colpiscono gli animali. Ci sono, tuttavia, anche altri elementi che causano perdite economiche rilevanti per gli allevatori come, per esempio, un tasso di crescita non adeguato, cali nell’efficienza di conversione, eventi quali l’abbattimento e una qualità inferiore del prodotto finale. Il problema sanitario negli allevamenti è una lotta costante tra l’ospite e gli organismi invasori dove l’allevatore agisce come una sorta di arbitro i cui interessi e simpatie sono diretti esclusivamente all’ospite. Si tratta di una battaglia in cui spesso egli si sente impotente e dove in gioco ci sono i suoi interessi. Se l’allevatore vuole evitare questa incresciosa situazione deve diventare a tutti gli effetti un vero e proprio ufficiale sanitario nel proprio allevamento. Deve ideare e concretizzare un programma di gestione in grado di trasformare l’esito della battaglia a totale, o quasi, vantaggio dell’ospite. Ci sono tre approcci distinti per un tale programma. Il primo consiste nell’adottare rigorose procedure sanitarie che proteggano l’ospite dall’invasione dei patogeni e dalle infezioni. Il secondo metodo risiede nell’indebolire gli agenti invasori in modo da impedire loro di colonizzare l’ospite. Il terzo metodo di approccio è rafforzare la posizione dell’ospite in modo che sia in grado di resistere bene all’assalto costante di organismi dannosi di vario genere. Questo obiettivo può essere realizzato in parte con mezzi naturali, come per esempio la selezione dei tratti per una maggiore resistenza a specifiche malattie, migliorando la nutrizione, favorendo il benessere fisico dei soggetti e fornendo loro un ambiente pulito e confortevole in cui vivere e crescere. Oppure si ricorre a metodologie di protezione indotte come la vaccinazione. Nella pratica attuale d’allevamento vengono utilizzati tutti e tre i metodi, ricorrendo anche a trattamenti occasionali per malattie specifiche.


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SOMMARIO ATTUALITÀ.................................................................................................. 4 LE AZIENDE INFORMANO..................................................................... 6 PRIMO PIANO

L’avicoltura italiana va incontro alle richieste dei consumatori. L’importanza di una corretta informazione........................................................... 8

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INTERVISTA

Selezionare per migliorare la vivibilità................................................................14

DOSSIER

Valutazione fenotipica dell’antibiotico-resistenza in ceppi di Escherichia coli, isolati in allevamenti di polli da carne antibiotic-free, biologici e al macello........ 18

FOCUS

Effetti dell’illuminazione a LED sul comportamento, sulle prestazioni e sul benessere dei tacchini..................................................................................... 26

MARKETING

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Il mondo dimenticato: l’industria delle uova nei Paesi meno sviluppati................ 30

TECHNICAL COLUMN

La salute intestinale nelle pollastre e nelle galline ovaiole.................................. 36

MANAGEMENT

Supporti in plastica, un valido aiuto nel controllo delle contaminazioni nella filiera avicola?.......................................................... 42

NUTRIZIONISTICA

La mutevole attività dell’anidrasi carbonica da enzima respiratorio a enzima digestivo........................................................ 48

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MARKET GUIDE................................................................................... 52 AGENDA.................................................................................................. 55 GUIDA INTERNET............................................................................... 56


ATTUALITÀ

Assoavi si impegna per il sessaggio degli embrioni in-ovo A seguito del dialogo intercorso con Animal Equality, Assoavi - l’associazione di categoria che rappresenta i maggiori produttori di uova nel nostro Paese - ha dichiarato il proprio impegno per l’introduzione del sessaggio degli embrioni in-ovo in Italia. più innovativo e maggiormente attento al rispetto e al benessere degli animali. Sembra dunque che il nostro Paese sia vicino a una soluzione per risolvere il problema dell’abbattimento dei pulcini maschi di un giorno, pur restando ancora da verificare la reale ampiezza delle disponibilità e la sua sostenibilità economica e produttiva.

Si tratta di tecnologie innovative che permettono di individuare all’interno delle uova il sesso dell’embrione, evitando così del tutto la nascita di milioni di pulcini maschi e la loro eliminazione. “Ci stiamo impegnando – ha dichiarato Gianluca Bagnara, Presidente di Assoavi – per incentivare l’introduzione in Italia di queste tecnologie, sostenendo la sensibilizzazione sul tema tra i nostri associati e lavorando attivamente con le aziende che le producono per averle quanto prima anche per i produttori di uova in Italia, non appena saranno disponibili in commercio, applicabili ed economicamente sostenibili.” Animal Equality esprime soddisfazione per questo primo impegno storico da parte dell’associazione di categoria italiana che ha deciso di affrontare seriamente un problema gravissimo di tutta l’intera filiera e di agire tempestivamente adottando le tecnologie attualmente disponibili. Anche i produttori di uova italiani, come molti ormai in Germania, Francia e Olanda, hanno stabilito di introdurre la soluzione attualmente esistentee sul mercato italiano per risolvere il problema dell’abbattimento dei pulcini maschi. Assoavi e Animal Equality hanno rivolto alcune richieste concrete al Governo, affinché le istituzioni si impegnino a rendere il settore agroalimentare italiano

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- attualità -

“La dichiarazione con cui Assoavi si impegna a favorire l’introduzione dell’in-ovo sexing rappresenta un momento davvero storico per gli animali allevati a scopo alimentare e in particolare per i pulcini maschi che soffrono una delle più scioccanti ingiustizie. Siamo quindi soddisfatti del lavoro in corso, che è indirizzato a rendere attuabile concretamente questa tecnologia quanto prima anche nel nostro Paese. Grazie all’interesse di Assoavi e di numerose aziende siamo certi che questo cambiamento epocale sarà presto realtà anche in Italia” – ha dichiarato Alice Trombetta, Direttrice di Animal Equality Italia.


ATTUALITÀ

NETPOULSAFE, nasce il network europeo per migliorare la biosicurezza in avicoltura Il progetto Horizon 2020 NETPOULSAFE - Networking European poultry actors for enhancing the compliance of biosecurity measures for a sustainable production - aiuterà a migliorare il livello di biosicurezza in avicoltura mediante la raccolta, la validazione e la condivisione di misure di supporto per un’efficace implementazione della biosicurezza. L’Unione europea è uno dei maggiori produttori mondiali di pollame e un esportatore netto di prodotti avicoli con una produzione annua di circa 15 milioni di tonnellate. Garantire elevati livelli di biosicurezza è una parte importante dell’allevamento avicolo ed è fondamentale per il controllo delle malattie trasmissibili del pollame, in quanto i polli sono particolarmente sensibili alle epidemie e agli agenti patogeni di origine alimentare. Il progetto NETPOULSAFE, finanziato dall’UE, compilerà, convaliderà e condividerà le misure di sostegno che sono state attuate, o sono prossime all’attuazione, nei grandi Paesi produttori di pollame e permetterà di analizzare i dati sul campo. Lo scopo principale del progetto è dunque quello di migliorare il rispetto della biosicurezza in avicoltura tramite la condivisione di pratiche volte ad implementare in maniera efficace la biosicurezza in 7 Paesi europei, leader nella produzione avicola (Francia, Spagna, Italia, Ungheria, Belgio, Paesi Bassi e Polonia). Le pratiche saranno acquisite dal campo e dalla letteratura scientifica disponibile e saranno analizzate sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista socio-economico per essere poi validate in allevamenti pilota oppure divulgate direttamente agli allevatori, agli operatori

e ai consulenti. Le misure più efficaci saranno comunicate tramite materiale specifico (inclusi audio-video, materiale informativo e moduli elearning), che sarà co-realizzato con il network nazionale per assicurarne la condivisione, attraverso i canali di divulgazione più consultati e una piattaforma dedicata, che sarà disponibile a partire dalla primavera 2021. Il progetto, finanziato dal programma Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione, conta su un budget totale di circa 2 milioni di euro e sarà realizzato in 3 anni, da ottobre 2020 a settembre 2023. Il settore avicolo rappresenta una delle principali produzioni zootecniche in Europa, con 15,2 milioni di tonnellate di carne e più di 7,5 mi-

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lioni di tonnellate di uova prodotte nel 2018, un turnover di 21,2 miliardi di euro per la carne nel 2015 e 960 milioni di euro per le uova nel 2016. Il settore avicolo è molto sensibile alle epidemie, che possono avere un grande impatto sull’economia del Paese (quali focolai di Influenza Aviaria degli anni 2015 e 2017), e ad agenti patogeni di origine alimentare (Salmonella, Campylobacter, …), che possono avere ripercussioni sulla salute pubblica. La biosicurezza è la risposta più adeguata per prevenire la diffusione di malattie infettive e per salvaguardare la competitività e la sostenibilità dell’industria avicola. Le buone pratiche di biosicurezza sono note in tutta Europa, ma il loro rispetto da parte degli allevatori e di altri operatori del settore può non essere ottimale.

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LE AZIENDE INFORMANO

Cobb pubblica la nuova Guida per la gestione dell’incubatoio di raffreddamento e offre nuove informazioni e importanti aggiornamenti.

La nuova guida di Cobb sulla gestione dell’incubatoio rappresenta l’ultima versione degli aggiornamenti che la società fornisce ai propri clienti, impegnandosi a garantire gli strumenti per aiutarli a produrre proteine di qualità, sane e a prezzi accessibili in tutto il mondo. La Guida include le ultime raccomandazioni della società basate sulle prestazioni di razza, sulle attuali conoscenze scientifiche e sull’esperienza sul campo da tutto il mondo. “Cobb vuole garantire ai propri clienti tutti gli strumenti di cui potrebbero aver bisogno per aiutarli ad avere successo e per garantire che i prodotti raggiungano il loro massimo potenziale” ha dichiarato Cody Polley, Direttore del supporto tecnico globale di Cobb-Vantress. “I clienti Cobb capiscono che lavoriamo ogni giorno duramente per garantire loro il supporto e la guida di cui hanno bisogno per riuscire a ottenere i massimi risultati da ogni singolo gruppo.” La guida affronta temi quali l’umidità in incubatoio, i macchinari e i sistemi

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Le nuove informazioni includono: • come mantenere la temperatura delle uova per la gestione a lungo termine; • misurazione della temperatura del guscio per uno sviluppo embrionale ottimale, con foto e diagrammi per supportare la raccolta e l’analisi dei dati; • valutazione e regolazione della finestra di incubazione; • calcolo e utilizzo dei dati sulla resa dei pulcini; • pulizia e disinfezione dell’incubatoio nonché controlli sanitari e audit per promuovere la salute dei pulcini e prevenire le malattie; • procedure di diagnosi degli embrioni e utilizzo dei dati per risolvere i problemi relativi alla fertilità, alla manipolazione delle uova e al trasporto, nonché problemi relativi alla conservazione, all’incubazione e alle condizioni dell’incubatrice. Gli aggiornamenti raccolti nella Guida includono: • raccomandazioni dettagliate relative alle uova, comprese le linee guida per il sistema di raffrescamento; • dettagli sulla sistemazione delle uova per migliorare la schiusa; • formule e descrizione degli step per calcolare la perdita di umidità delle uova e per calcolare la corretta perdita di umidità all’interno delle incubatrici; • misurazione, monitoraggio e correzione degli angoli di rotazione;

- le aziende informano -

• regolazione e ottimizzazione dell’aria dell’ambiente (ventilazione, umidità e temperatura); • trasporto dei pulcini, compresi la preparazione, il carico, il trasporto, la consegna e le regole di biosicurezza per garantire il benessere ottimale dei pulcini e per minimizzare lo stress; • manutenzione delle infrastrutture e dei macchinari per garantire il corretto funzionamento dell’incubatoio; • raccomandazioni sull’infrastruttura dell’edificio compresi il flusso d’aria, la ventilazione e la progettazione compatibile con i requisiti previsti di igiene e pulizia. “Insieme alle visite e ai consulti, queste guide affidabili rappresentano uno dei molti modi in cui Cobb aiuta i propri clienti a ottenere una maggiore resa, una migliore conversione dei mangimi e gruppi di animali sani” ha concluso Polley. Tutte le guide e i suppplementi sono disponibili sul sito web della Cobb, nonché su app per cellulari (Cobb Connection) e includono le raccomandazioni per i gruppi grandparent, riproduttori e broiler. Tra gli altri argomenti, sono presenti anche guide aggiuntive su incubatoio, vaccinazione, gestione della pulcinaia, gestione dei granparent e procedure di macellazione. Sono infine disponibili white paper a tema, articoli tecnici e una vasta gamma di grafici sulle prestazioni. Per accedere a queste risorse: www.cobb-vantress.com/resource


Migliorare la salute dell’intestino del broiler proteggendo l’Integrità Intestinale (parte 2) Elanco Italia S.p.A. – PM-IT-21-0014

La salute intestinale è fondamentale per sostenere la performance del broiler e si fonda ampiamente sull’Integrità Intestinale dei nostri animali. Obiettivo dei produttori è ottimizzare l’efficienza alimentare e le crescite, riducendo allo stesso tempo il ricorso a costosi interventi terapeutici. Obiettivo raggiungibile concentrandosi sulla conservazione dell’Integrità Intestinale come strumento per migliorare la salute intestinale.

Ruolo dell’Integrità Intestinale (I2) nella salute dell’intestino Una buona Integrità Intestinale garantisce un’ottimale funzionalità del tratto intestinale. Infatti, l’intestino svolge numerose e importanti funzioni come la digestione, la secrezione, l’assorbimento e il trasporto dei nutrimenti. Queste azioni sono regolate, nel bene o nel male, dal grado di Integrità Intestinale di ciascun animale. Molti fattori influenzano l’Integrità Intestinale, ma due fra i più importanti sono le infezioni da parte di microrganismi patogeni e la qualità del mangime.

La qualità del mangime può influenzare la salute intestinale del broiler Il normale mangime per broiler può contenere fattori anti-nutritivi come i ß-mannani, presenti nella soia utilizzata per la produzione del mangime stesso. I β-mannani scatenano una risposta immunitaria innata inutile (FIIR: Feed Induced Immuno Response) che induce infiammazione intestinale e riduce la performance degli animali1-5. Anche nelle migliori condizioni di allevamento commerciale la presenza di β-mannani può causare: • aumento (da 1 a 5%) dell’incidenza di lesioni correlate alla salute intestinale3 • aumento dell’incidenza di pododermatiti (3,4%)3 • aumento della sensibilità nei confronti delle

infezioni3,4

• aumento della necessità di trattamenti antibiotici4,5 • riduzione della produttività (3%), corrispondente a circa 90 kcal/kg EM.

Proteggere l’I2 e la salute dell’intestino mitigando la risposta ai β-mannani Controllare la risposta immunitaria indotta dai β-mannani consente di preservare la salute intestinale del broiler5. La β-mannanasi (Hemicell®) è un enzima che, degradando i β-mannani, impedisce loro di scatenare la risposta immunitaria (FIIR) innata indotta dagli alimenti, con un impatto positivo sull’Integrità Intestinale (I2) degli animali, risparmiando preziosa energia che sarà disponibile per la crescita e la performance3. Nel corso di 44 diverse prove di campo, con l’aiuto del programma Elanco per il monitoraggio della salute intestinale (HTSi), sono state registrate e quantificate le performance di broiler alimentati con mangime contenente Hemicell e di broiler alimentati con mangime senza

Hemicell (gruppo controllo). I risultati dimostrano che Hemicell è in grado di influenzare positivamente numerosi parametri chiave utilizzati per valutare la performance del broiler. Tabella 1 – Confronto della Performance di broiler trattati con Hemicell vs. gruppo controllo3. Hemicell migliora l’indice di integrità intestinale I2 (P<0,0001) - Media Indice I2: Controllo= 92,7 Hemicell= 93,7 Riduce l’incidenza e la gravità delle lesioni podali (P<0,001) - lesioni podali gravi: -3,4% - animali senza lesioni podali: +3,4% Hemicell riduce l’incidenza delle lesioni intestinali - lesioni da E. maxima: -1,0% (P<0,05) - lesioni da E. acervulina: -3,4% (P=0,08) - cellule di sfaldamento in eccesso: -4,6% (P<0,0001) - contenuto intestinale mucoso in eccesso: -2,8% (P<0,05) - presenza di alimento non digerito nelle feci: -2,6% (P<0,05) - ingestione della lettiera: -2,3% (P<0,05) - erosioni al ventriglio: -5,0% (P<0,01) - riduzione del tono intestinale: -2,1% (P<0,05))

Conclusioni: conservare l’Integrità Intestinale (I2) per migliorare la salute dell’intestino Tra le principali minacce all’Integrità Intestinale del broiler troviamo la coccidiosi e l’infiammazione della mucosa intestinale correlata al cibo. La coccidiosi è un problema diffuso, così come la presenza dei ß-mannani derivanti dall’utilizzo della soia nel mangime. Coccidiosi e ß-mannani hanno un impatto significativo sul benessere e sulla performance del broiler. Fortunatamente il mercato mette a disposizione valide soluzioni per contrastare proattivamente queste problematiche e gestirle in modo positivo. Gli ionofori, in particolare gli ionofori potenziati come Maxiban, possono essere impiegati con successo per controllare la coccidiosi e ridurne i danni a livello intestinale, senza rischio di creare resistenza. È possibile mitigare gli effetti della FIIR utilizzando Hemicell (β-mannanasi) nel mangime per migliorare la performance del broiler. Bibliografia disponibile su richiesta. 1. Anderson D. et al. 2006; 2. Gabler, N. et al. 2008; 3. Poulsen, K. 2020; 4. Hsiao, H.-Y. et al. 2004; 5. Vangroenweghe, F. et al. 2020. Hemicell, Maxiban Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati da Elanco o sue affiliate. © 2021 Elanco. Contenuto sponsorizzato Elanco


IN PRIMO PIANO

L’avicoltura italiana va incontro alle richieste dei consumatori L’importanza di una corretta informazione

A cura della redazione di Zootecnica International

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Al convegno dell’VIII edizione dell’International Poultry Forum sono intervenuti numerosi relatori che hanno fatto il punto su sicurezza, sostenibilità, qualità dei prodotti, benessere animale, riduzione degli antibiotici e richieste dei consumatori. All’incontro, moderato da Guido Grilli, professore associato al Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Statale di Milano, sono intervenuti Alessandro Scolari, medico veterinario del Laboratorio Vallerana e patologo aviare di lunga data, Ferdinando Battistoni, medico veterinario del Gruppo Amadori e Renata Pascarelli, Direttrice Qualità di Coop Italia.

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©SelandGroup

©Manfred Richter

Il 3 dicembre 2020 si è tenuta in streaming l’VIII edizione dell’International Poultry Forum, che si è svolto all’interno della cornice delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona. “L’avicoltura italiana va incontro alle richieste dei consumatori: la nascita di nuove sinergie” è stato il tema al centro del convegno di IPF.

A fare il punto sull’evoluzione della filiera avicola e sull’importanza che riveste una corretta informazione nei confronti dei consumatori è stato Alessandro Scolari, che ha sostituito il prof. Romano Marabelli, consigliere e vice Direttore del World Organisation for Animal Health di Parigi, il quale, nello stesso giorno in cui si è tenuto il forum, è stato nominato membro dell’Accademia veterinaria di Francia.

Le norme che regolano l’avicoltura e la percezione dei consumatori L’avicoltura italiana da decenni è all’avan-


IN PRIMO PIANO

guardia grazie alla capacità imprenditoriale degli allevatori, al rispetto delle regole e alla preparazione di veterinari e tecnici che lavorano a fianco degli allevatori. La grande qualità dei prodotti italiani è dimostrata non solo dalla nostra autosufficienza, ma anche dal fatto che l'Italia è esportatore di carni avicole anche in Paesi in cui i costi di produzione sono inferiori ai nostri. Negli ultimi anni, in particolare, l’avicoltura italiana si è concentrata su alcuni aspetti come igiene, biosicurezza, prevenzione delle malattie con piani vaccinali sempre più mirati e attenti, nonché sull’uso di prodotti alternativi agli antibiotici. Purtroppo l’immagine media che un cittadino ha degli allevamenti avicoli intensivi è pressappoco quella di un lager in cui gli allevatori sono i carcerieri, nonostante in Europa la legislazione che riguarda la produzione e il benessere animale sia realizzata con il contributo dei cittadini, con quello degli Stati membri e con il ruolo operativo della Commissione europea, in particolare della Direzione Generale per la salute e la sicurezza alimentare (DG SANTE). Allo studio della Commissione europea at-

tualmente ci sono proposte che riguardano la proibizione dell’uso di tutte le gabbie, il benessere, l’esportazione e il trasporto degli animali, un’etichettatura sul benessere: i temi vengono analizzati con il contributo di 170 rapporti redatti da operatori commerciali e associazioni non governative, a dimostrazione del corposo processo alla base della promulgazione delle leggi, nel corso del quale sono sentiti tutti gli stakeholder. Attualmente la lista degli stakeholder comprende 39 membri e 10 di questi appartengono al mondo delle associazioni che si occupano di benessere animale, tra le quali è possibile annoverare Animals’ Angels, Compassion in World Farming, Eurogroup for Animals, Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals. La Commissione inoltre si appoggia alle cosiddette agenzie, quali European Food Safety Authority (EFSA), European Medicines Agency (EMA), European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), Community Plant Variety Office (CPVO), Consumers, Health, Agriculture and Food Executive Agency (CHAFEA), European Chemicals

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Agency (ECHA), che sono organi consultivi indipendenti composti da esperti che forniscono un aiuto nella valutazione di alcuni aspetti critici delle norme comunitarie.

nell’industria alimentare 25.500 lavoratori. La zootecnia rappresenta il 10% del fatturato dell’Italia.

Nonostante l’imponente normativa europea in tema di benessere animale, emerge però dagli Eurobarometri – le indagini demoscopiche realizzate in tutti i Paesi dell’Unione Europea – che più di 8 persone su 10 sono convinte che gli animali dovrebbero essere protetti di più, sebbene siano in pochi quelli disposti a pagare un prezzo più alto. Solo il 12% degli intervistati, infine, dichiara di essere ben informato sugli allevamenti e sul benessere degli animali (Tabella 1). Tabella 1 – I risultati degli Eurobarometri sul benessere animale (2006-2016). L’82% dei cittadini europei pensa che gli animali in allevamento dovrebbero essere più protetti in futuro rispetto al livello attuale di benessere. C’è una discrepanza tra l’elevata percentuale di persone che si preoccupano per il benessere degli animali allevati e quella delle persone che sono disposte a pagare di più per avere produzioni più rispettose del benessere. Solo un’esigua minoranza (3%) è disposta a pagare più del 20% e il 35% non è disposto a pagare aumenti di prezzo. Solo il 12% dei cittadini dichiara di avere buone conoscenze sugli allevamenti e sul benessere degli animali allevati. Il 57% dichiara di averne poca e il 28% nessuna.

Grafico 1 – Gli Stati maggiori produttori di carni avicole in Europa nel 2018 (fonte: dati Eurostat).

Il vuoto di conoscenza da parte del consumatore è riempito da una serie di video girati illegalmente, che sono stati presentati al cittadino in modo da rappresentare un’immagine distorta della realtà allevatoriale. Le riprese, diffuse senza alcun tipo di censura o di condanna, non rendono merito alle leggi vigenti che vengono applicate negli allevamenti italiani, regolarmente ispezionati dalle autorità preposte al controllo del benessere degli animali a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo. Considerato l’impegno e l’investimento economico che gli allevatori sostengono per svolgere la propria attività nel rispetto delle leggi sul benessere, è giusto pertanto che vengano date corrette informazioni sul benessere avicolo.

La diminuzione nell’uso degli antibiotici L’Italia è il sesto produttore di carni avicole in Europa (Grafico 1) e il terzo Paese nella produzione di uova, sfiorando anche in questo campo l’autosufficienza. L’avicoltura italiana impiega negli allevamenti 38.500 impiegati e

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Per venire incontro agli interessi dei consumatori, l’avicoltura si è impegnata nella comunicazione attraverso l’etichettatura volontaria dei prodotti, basata sul Decreto 29/7/2004 del Ministero dell’Agricoltura, che pone delle regole in tema di concreta tracciabilità dei lotti di produzione, di certificazione rilasciata da un organismo indipendente (CSQA) e di vigilanza da parte del Ministero dell’Agricoltura. Un altro aspetto sul quale sono stati fatti numerosi passi avanti è quello del Piano nazionale per l’uso responsabile del farmaco veterinario e per la lotta all’antibioticoresistenza in avicoltura (unico in Europa realizzato da una componente scientifica, la Società Italiana Patologia Aviare, e da una componente produttiva), che dal 2015 a oggi ha portato a notevoli risultati. Nel 2019, rispetto al 2011, siamo infatti arrivati a -87% di antibiotici somministrati ai broiler e -74% di antibiotici ai tacchini. Tali dati sono la dimostrazione del grande sforzo che l’avicoltura italiana sta realizzando al fine di offrire al consumatore prodotti di qualità.

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Image: Fotolia - © Minerva Studio

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Un dato che è importante sottolineare, in tema di resistenza agli antibiotici, è che a fronte di un utilizzo seppur ridotto, non si sono comunque mai verificati problemi di residui sui prodotti avicoli: su una media di 7.500-8.000 campioni prelevati ogni anno, rappresentativi di altrettante partite di animali, la percentuale di campioni positivi è 0 o comunque molto vicina allo 0. Per fare un esempio, nel 2016 su 7.621 campioni, 3 sono risultati positivi, pari allo 0,04%. In uno di questi casi, inoltre, i residui di cloramfenicolo provenivano dalla produzione naturale della molecola da parte dei batteri del sottosuolo, a dimostrazione dell’estrema attenzione che bisognerebbe fare nel controllare che i pochissimi dati positivi non si rivelino falsi positivi.

Avicoltura e sostenibilità ambientale Anche dal punto di vista dell’impatto ambientale dell’avicoltura e delle produzioni zootecniche di origine animale nel mondo sono stati fatti notevoli passi avanti. L’evoluzione della selezione del pollo da carne oggigiorno si concentra su aspetti ambientali, che migliorano con l’ottimizzazione dell’indice di conversione alimentare e del consumo di acqua, e su aspetti legati al benessere, come lo sviluppo scheletrico, la funzione cardiorespiratoria e la vitalità degli animali. Le razze a rapida crescita hanno un indice di conversione più basso rispetto a quelle a lenta crescita, pertanto hanno bisogno di un numero minore di nutrienti per riuscire a produrre 1 kg di carne. Anche in termini di fabbisogno di superficie agricola si può notare un miglioramento, così come per il consumo di acqua per produrre alimenti. Le produzioni di origine animale sono poco sostenibili perché hanno bisogno di molta più acqua per produrre 1 kg di prodotto, rispetto all’acqua necessaria per produrre 1 kg di alimenti vegetali. Se però valutiamo, come fa l’Unesco, i litri per kilocalorie, considerando i litri di acqua necessari alla produzione di un alimento in base al suo livello nutrizionale, in questo caso i prodotti di origine animale risalgono la classifica dei prodotti più virtuosi, così come accade se viene calcolato il consumo di acqua in litri rapportato alla quantità di grasso contenuto nell’alimento. In sostanza molto dipende da come vengono presentati questi dati, senza dimenticare che rispetto alle proteine di origine animale, quelle di origine vegetale sono qualitativamente inferiori. La differenza sostanziale è relativa

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allo spettro aminoacidico: le proteine animali contengono tutti gli aminoacidi essenziali e vengono per questo dette proteine nobili, le proteine vegetali, invece, non li contengono tutti (i cereali, per esempio, sono carenti di triptofano e lisina, mentre nei legumi si registra una certa carenza di metionina e cisteina), e infatti vengono definite proteine semplici. Per quanto riguarda la produzione di gas a effetto serra, essa è monitorata dal GLEAM (Global Livestock Environmental Assessment Model) che si propone di contribuire a ridurre le emissioni di gas che provengono dall'allevamento di animali – da notare che l’intera attività zootecnica contribuisce per il 14,5% alla produzione di gas serra, mentre l’avicoltura produce l’8% dei gas della zootecnica, ovvero l’1,12% del totale – e garantire che tali attività siano il più efficienti possibile. A conferma dell’impegno profuso anche in questo campo, vale la pena riportare il dato fornito dal DEFRA, il Dipartimento dell’agricoltura inglese, secondo cui l’agricoltura – dal 1988 a oggi – ha quasi dimezzato le emissioni di protossido di azoto, di ammoniaca, di metano e in generale dei gas serra. In conclusione possiamo dire che l’avicoltura italiana ed europea stanno fortemente riducendo il ricorso all’uso di antibiotici e i risultati di tale riduzione sono evidenti, nel pieno rispetto della salute e del benessere degli animali allevati. Il risultato è stato ottenuto con notevoli sforzi economici, migliorando le tecniche di prevenzione e le vaccinazioni. L’obiettivo corretto che si deve porre l’avicoltura non è la produzione di polli allevati senza l’uso di antibiotici, bensì l’allevamento di animali sani, per mezzo della prevenzione delle patologie, con un moderato e adeguato uso di antibiotici in caso di necessità, allo scopo di ridurre la resistenza ai prodotti antimicrobici. La moderna avicoltura è fondamentale per alimentare l’umanità in crescita e la sua sostenibilità ambientale è in continuo miglioramento. Le carni e le uova rappresentano una fonte di nutrienti di alta qualità a basso costo in grado di sopperire alle carenze degli alimenti di origine vegetale e alimentare le popolazioni dei Paesi poveri, di quelli in via di sviluppo, nonché le fasce meno abbienti dei Paesi a economia avanzata, mentre le nicchie della produzione biologica, dei polli a lenta crescita e di quelli antibiotic free potranno soddisfare le esigenze dei consumatori di fascia alta nei Paesi occidentali.

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INTERVISTA

Selezionare per migliorare la vivibilità Selezionare per la vivibilità rappresenta un obiettivo chiave nei programmi di Hendrix Genetics. Ma come viene raggiunto questo traguardo? Teun van de Braak, genetista di Hendrix Genetics per il settore ovaiole, ci illustra i passi fondamentali per ottenere una buona vivibilità. Come vengono selezionati i soggetti idonei alle condizioni di campo? Gli animali di linea pura di Hendrix Genetics sono mantenuti in condizioni estremamente elevate di biosicurezza che ovviamente non riflettono gli standard medi di un allevamento commerciale. Qualora selezionassimo le Linee Pure solo per le prestazioni avremmo come risultato dei soggetti non idonei, che non funzionerebbero in modo ottimale in condizioni commerciali. Pertanto, come parte fondamentale del nostro programma di selezione, abbiamo ritenuto di destinare un gran numero di ovaiole per l’effettuazione di prove di campo. Grazie ai risultati di questi test possiamo individuare i soggetti più efficienti e con un miglior tasso di soprav-

14

- intervista -


INTERVISTA

vivenza. Tali studi, noti anche come test sulla progenie, hanno costituito una parte essenziale del programma di selezione e, per decenni, hanno dimostrato il loro valore aggiunto. Hendrix Genetics conduce test sulla progenie in diversi Paesi del mondo, dove vengono eseguiti nelle specifiche condizioni locali, impiegando mangimi, norme di densità e gestione, caratteristici del Paese stesso. Qual è il vantaggio dei test sulla progenie? Il più grande vantaggio dei test sulla progenie è che ci consentono di valutare la selezione individuale dei galli con maggiore precisione. Più valutazioni vengono effettuate, più accurati diventano i valori riproduttivi. Questo ci permette di compiere progressi più velocemente.

L’eterosi è un altro effetto che possiamo misurare nei test sulla progenie. L’eterosi è l’effetto per il quale la progenie supera i genitori quando si tratta di determinate caratteristiche; ad esempio i pesi delle uova sono molto più elevati negli incroci rispetto a quelli relativi alle galline di linea pura. Queste prove, inoltre, forniscono anche notizie importanti sulle differenze tra i vari incroci commerciali e sperimentali, consentendoci così di garantire continuità per il futuro miglioramento genetico e fornire i migliori consigli alla clientela. Quali sono le azioni intraprese per migliorare la vivibilità in allevamento? I soggetti vengono testati con prove sperimentali, effettuate in varie parti del mondo. I test differiscono per struttura a seconda dei regimi legislativi dei vari Paesi: per fare un

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Se si valutano le prestazioni di un gran numero di discendenti da un singolo gallo e si inseriscono nella media, sarà possibile escludere fattori ambientali come il clima, i livelli di malattia e la qualità dei mangimi. Ciò consente di selezionare automaticamente i soggetti più adatti alle situazioni pratiche. Un ulteriore vantaggio è che testare

un galletto sulla base delle prestazioni delle sue figlie elimina anche il “rumore di fondo” delle influenze genetiche, che non vengono quindi trasmesse dai genitori alla loro prole.

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- febbraio 2021 -

15


INTERVISTA

I progressi sulla vivibilità in allevamento sono dimostrabili? Sicuramente! Uno dei modi migliori per dimostrarlo è esaminare i risultati dei nostri test, come dimostrato dal grafico che, dall’introduzione dei test sperimentali nel 2004, rivela quanto segue: • in riferimento alla vivibilità, la variazione tra i test è diminuita; • la vivibilità delle ovaiole migliora man mano che i triangoli verdi si avvicinano ed è sempre più prevedibile. Un altro metodo indipendente per rivelare i progressi dei prodotti Hendrix Genetics è l’analisi di vari test di campioni casuali che vengono condotti in tutto il mondo.

esempio, le leggi che regolano i livelli di densità per metro quadro sono diverse in Nord America rispetto all’Europa Occidentale. In questi test sperimentali i pulcini sono mantenuti con becchi intatti e non è consentito nemmeno il trattamento del becco con infrarossi il giorno della schiusa. Ciò riflette la legislazione in vigore in Germania e potrebbe essere la norma per gli standard di benessere degli animali in futuro; infatti, proprio come nei test standard sulla progenie, gli animali vengono allevati insieme, in gruppi familiari, sulla base del livello massimo di densità consentito dalla normativa. In questo modo sono stimolati dal loro ambiente specifico, in particolare dai loro fratelli con cui condividono la gabbia. Per alcune famiglie ciò comporterà un tasso più elevato di mortalità da cannibalismo. Spesso si notano anche soggetti con piumaggio scarso e al di sotto del livello ottimale. La misurazione e la registrazione di questi dati ci permette quindi di selezionare soltanto le famiglie migliori.

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Valutando la linea nera si può notare che, nel corso degli anni, la percentuale di vivibilità è aumentata. In altre parole è migliorato il valore di sopravvivenza media per i nostri gruppi sottoposti a test. Ciò si riflette nella pratica d’allevamento dove il tasso di mortalità è più basso grazie al miglioramento della genetica e delle selezione e gestione delle famiglie. I test in ambienti di campo restano una parte importante del nostro programma di miglioramento della vivibilità e ci consentono di prendere le decisioni migliori in modo tale che i nostri clienti possano ottenere le migliori prestazioni dai loro gruppi di ovaiole. Rappresentante per l’Italia: Dario Laugero, Responsabile tecnico e commerciale Italia M.: +39 393 33 58 371 Email: Dario.laugero@hendrix-genetics.com Institut de Sélection Animale – ISA SAS 1 rue Jean Rostand, Zoopôle BP 23, 22440 Ploufragan Cedex, France-EU

- intervista -


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DOSSIER

Valutazione fenotipica dell’antibioticoresistenza in ceppi di Escherichia coli, isolati in allevamenti di polli da carne antibiotic-free, biologici e al macello La resistenza agli agenti antimicrobici (AMR) è considerata oggi uno dei principali problemi di Sanità Pubblica a livello mondiale. In tale ambito E. coli è sicuramente reputata tra le specie batteriche in cui più rapidamente si è verificata la selezione di geni di resistenza a seguito dell’uso di antimicrobici (Tadesse et al., 2012). noloni, tetracicline e beta lattamici (Van den Bogaard et al., 2000; Hricovà et al., 2017). I geni responsabili della resistenza sono, inoltre, frequentemente localizzati a carico di elementi genetici trasferibili come plasmidi; pertanto E. coli può facilmente ricevere e trasmettere geni di resistenza antimicrobica ad altri batteri del microbiota intestinale tramite coniugazione (Carattoli et al., 2008; Bailey et al., 2010; Laxminarayan et al., 2013).

Laura Musa1, Patrizia Casagrande Proietti1, Tana Shtylla Kika2, Sara Bellucci1, Raffaella Branciari1, Laura Menchetti1, Rossana Roila1, Alberto Giannone1, Maria Pia Franciosini1 1Dipartimento

di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Perugia, Via S. Costanzo, 4, 06126 Perugia PG 2Dipartimento

di Sanità Pubblica Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università Agricola di Tirana

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Questo microrganismo, a causa della sua elevata diffusione, è considerato anche un indicatore dell’antibiotico-resistenza delle popolazioni di gram negativi e un modello per lo studio di AMR (Kaesbohrer et al., 2012). Di particolare interesse è il riscontro di isolati di E. coli multiresistenti e ESBL di cui le specie avicole, in particolare pollo e tacchino, sono considerate un’importante fonte di contaminazione per l’uomo (De Been et al., 2014; Falgenhauer et al., 2019). L’uso indiscriminato di antibiotici nel settore avicolo ha contribuito infatti a creare l’aumento progressivo di E. coli resistenti alla maggiori classi di antibiotici quali chi-

- dossier -

In risposta a questa problematica le grandi aziende si sono indirizzate alla produzione avicola tramite management biologico o antibiotic-free, nel quale il ricorso al farmaco è previsto solo in condizioni di necessità. L’obiettivo di questo lavoro è stato pertanto valutare in tali tipologie di allevamento, comuni nel centro Italia, la diffusione di ceppi di E. coli antibiotico-resistenti in rapporto a una diversa natura dei prelievi effettuati in momenti differenti della catena di produzione del broiler (allevamento e mattatoio).

Materiali e metodi Campionamento I campionamenti sono stati effettuati in gruppi di polli da carne (Ross 308) di consistenza numerica pari a 4.600/5.000 capi, allevati con sistema biologico e antibiotic-free. In questo ultimo caso i soggetti sono stati alle-


DOSSIER

vati in ambiente condizionato, seguendo il management dell’allevamento convenzionale (piani di vaccinazione, alimentazione) tranne che per l’uso di antimicrobici, a cui si è ricorso solo in caso di necessità. I prelievi, consistenti in tamponi cloacali e campioni ambientali (mangiatoie, abbeveratoio, lettiera), sono stati raccolti in allevamento a T1 (immissione) e a T2 (a 30 gg). Al macello (T3) sono stati prelevati individualmente dalle carcasse il contenuto cecale e la pelle del collo, quindi i campioni sono stati mantenuti a temperature di refrigerazione di 4 °C fino all’arrivo in laboratorio. Isolamento e identificazione di E. coli Per l’isolamento di E. coli i campioni, posti in terreno di pre-arricchimento costituito da acqua peptonata tamponata (BPW) in rapporto 1:10, sono stati incubati a 37 °C per 18-24 ore in aerobiosi. Da ciascun campione, così diluito, è stato prelevato lo 0,1 ml di soluzione e quindi seminato su agar Mac Conkey, incubato per 24 h a 37 °C in anaerobiosi. Le colonie con una morfologia tipica, riferibile a E. coli, sono state confermate mediante appropria-

te prove biochimiche. Per l’identificazione di ceppi ESBL, gli isolati sono stati seminati su agar Mac Conkey, addizionato con basse concentrazioni (1mg/L) di cefotaxima, messo a incubare a 37 ± 1 °C per 18-24 h in condizioni di aerobiosi. I ceppi cresciuti sono stati testati per la conferma della produzione di ESBL mediante il test di combinazione con cefpodoxima, da solo e associato con acido clavulanico (Thermo Fisher Scientific, Rodano, MI). Test di suscettibilità agli antibiotici Per valutare la suscettibilità agli antimicrobici è stato utilizzato il test di diffusione su agar contenente diversi antibiotici a determinate concentrazioni: ampicillina (AMP) (10μg), cefotaxima (CTX) (30μg), ceftazidima (CAZ) (30μg), amoxicillina+acido clavulanico (AMC) (30μg), acido nalidixico (NA) (30μg), ciprofloxacina (CIP) (5μg), trimetoprim/sulfametoxazolo (SXT) (25μg), (TE) tetraciclina (30μg), gentamicina (CN) (10μg). Le piastre sono state incubate a 37 °C per 24 ore in condizioni di aerobiosi. I risultati sono stati valutati secondo le linee guida di CLSI (Clinical and Laboratory Standards Istitute).

Tabella 1 – Pattern di resistenza degli isolati di E. coli indipendentemente dall’allevamento e dal tempo e tipo di campione.

Antibiotici

N. degli isolati

N. degli isolati (%)

0

-

5

4,0%

CN

1

0,8%

1

2

3

4

5

β-lattamici

1

0,8%

TE

15

12,0%

β-lattamici, TE

19

15,2%

Chin, TE

10

8,0%

SXT, TE

2

1,6%

β-lattamici, CN, TE

15

12,0%

β-lattamici, SXT, TE

6

4,8%

Chin, SXT, TE

3

2,4%

Chin, TE, CN

5

4,0%

β-lattamici, Chin, SXT, TE

28

22,4%

β-lattamici, Chin, TE, CN

4

3,2%

β-lattamici, SXT, TE, CN

1

0,8%

β-lattamici, Chin, SXT, TE, CN

10

8,0%

Ampicillina (AMP), cefotaxima (CTX), ceftazidima (CAZ), amoxicillina/acido clavulanico (AMC), acido nalidixico (NA), ciprofloxacina (CIP), trimethoprim/sulfamethoxazolo (SXT), tetraciclina (TE), gentamicina (CN); β-lattamici (Ampicillina, cefotaxima, ceftazidima, amoxicillina/acido clavulanico); Chinoloni (acido nalidixico, ciprofloxacina).

- febbraio 2021 -

19


DOSSIER

Analisi statistiche: le proporzioni relative di campioni resistenti, intermedi e sensibili sono state messe a confronto utilizzando i test chi-quadro o Fisher. Le proporzioni di colonna sono state confrontate con il test z utilizzando la correzione di Bonferroni. Per valutare l’effetto del tempo, del tipo di allevamento e del tipo di matrice sul numero di resistenze è stato utilizzato un modello di regressione logistica ordinale. I risultati sono stati poi espressi come odds ratio (OR) con i corrispondenti intervalli di confidenza (CI) al 95% e P-value. Un valore di

P<0,05 è stato considerato significativo. Le analisi sono state realizzate utilizzando il software per le analisi statistiche SPSS versione 25.0 (IBM Inc., Chicago, IL, USA).

Tabella 2 – Suscettibilità di E. coli nei confronti di alcuni antibiotici e beta lattamici in relazione alla tipologia di allevamento.

Indipendentemente dalle caratteristiche di allevamento, dal tipo e dal tempo di campionamento è stato riscontrato un elevato numero di E. coli resistenti nei confronti di TE (85,6%), AMP (66,4%) e NA (60%) (Figura 1). Esaminando inoltre i pattern di resistenza si osserva che il 24,8%, il 23,2%, 26,4% e 8% di E. coli mostrano rispettivamente resistenza nei confronti di 2, 3,4 e 5 antibiotici (Tabella 1). Paragonando la suscettibilità degli isolati in relazione alla tipologia di allevamento risulta che un maggior numero di E. coli resistenti a AMC è stato isolato negli allevamenti antibiotic-free rispetto a quelli biologici (25,4% vs 6,1%, P<0,001) (Tabella 2). In relazione ai tempi di campionamento si evidenzia una diminuzione nel riscontro degli isolati resistenti di E. coli da T1 a T3 nei confronti di AMP (dal 77% al 47%, P=0,002), CAZ (dal 31% al 2% , P<0,001), CTX (dal 67% al 10% P<0,001) e AMC (dal 36% al 4%, P <0,001), TE (95% al 71%, P<0,001) (Tabella 3).

Tipo Antibiotico

Biologico

Resistente AMP

CAZ

CTX

AMC

NA

CIP

SXT

TE

CN

Antibiotic-free

N. Isolati

N%

N. Isolati

N%

47

71,2%

36

61,0%

Intermedio

3

4,5%

4

6,8%

Sensibile

16

24,2%

19

32,2%

Resistente

7

10,6%

7

11,9%

Intermedio

0

0,0%

1

1,7%

Sensibile

59

89,4%

51

86,4%

Resistente

17a

25,8%

17a

28,8%

Intermedio

1a

1,5%

7b

11,9%

Sensibile

48a

72,7%

35a

59,3%

Resistente

4a

6,1%

15b

25,4%

Intermedio

6a

9,1%

14b

23,7%

Sensibile

56a

84,8%

30 b

50,8%

Resistente

35

53,0%

40

67,8%

Intermedio

2

3,0%

3

5,1%

Sensibile

29

43,9%

16

27,1%

Resistente

20

30,3%

15

25,4%

Intermedio

10

15,2%

11

18,6%

Sensibile

36

54,5%

33

55,9%

Resistente

23

34,8%

26

44,1%

Intermedio

1

1,5%

0

0,0%

Sensibile

42

63,6%

33

55,9%

Resistente

56

84,8%

51

86,4%

Intermedio

0

0,0%

1

1,7%

Sensibile

10

15,2%

7

11,9%

Resistente

14

21,2%

5

8,5%

Intermedio

2

3,0%

1

1,7%

Sensibile

50

75,8%

53

89,8%

P

0,507

0,774

0,045

<0,001

0,146

0,755

0,359

0,604

0,100

I valori seguiti dalla stessa lettera in ogni riga non differiscono in modo significativo (P<0,5; metodo di Bonferroni), ampicillina (AMP), cefotaxima (CTX), ceftazidima (CAZ), amoxicillina/acido clavulanico (AMC), acido nalidixico (NA), ciprofloxacina (CIP), trimetoprim/sulfamethoxazolo (SXT), tetraciclina (TE), gentamicina (CN).

20

- dossier -

Risultati

Va sottolineato che solo nel caso di NA e SXT, pur verificandosi una diminuzione di ceppi resistenti alla macellazione (41% e 24% rispettivamente) se paragonato a quelli presenti in T1 (62% e 31% rispettivamente), si osserva un aumento dei ceppi resistenti in T2 (86% e 71% rispettivamente - Tabella 3). Per quanto riguarda la tipologia del campione, in linea generale, i tamponi cloacali e ambientali hanno presen-


DOSSIER

Grafico 1 – Suscettibilità degli isolati di E. coli ad alcuni antimicrobici indipendentemente dalla tipologia di allevamento, dalla natura e dal momento del prelievo.

tato il più alto numero di E. coli resistenti nei confronti di AMP, CTX, AMC, NA, SXT e TE se paragonati ai prelievi effettuati in sede di macellazione (Tabella 4). Nel caso di CIP il numero di E. coli resistenti a livello a cutaneo riscontrati alla macellazione è stato più alto di quello riferito al contenuto intestinale (37,5% vs 4,5%, P<0,001 - Tabella 4). In totale sono stati isolati 6 ceppi di E. coli ESBL, 4 dall’allevamento biologico e 2 da quelli antibiotic-free, di questi solo 1 è stato isolato alla macellazione a livello di contenuto cecale proveniente da pollo biologico.

I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.

Discussione Il nostro studio ha messo in evidenza la presenza di un numero elevato di ceppi resistenti a TE e AMP indipendentemente dalla tipologia di allevamento, dalla natura e dal momento del prelievo; un dato non del tutto sorprendente in relazione al fatto che questi antibiotici sono da tempo utilizzati in campo avicolo (Yassin et al., 2017). Dall’analisi dei pattern di resistenza risultano diffusi i ceppi caratterizzati da multi-resistenza in conformità a quanto riportato da altri autori (Dandachi et al., 2018; Davis et al., 2018). Nel nostro lavoro sono stati riscontrati più frequentemente ceppi di E. coli con resistenza multipla nei confronti di beta lattamici, ciprofloxacina, tetraciclina e sulfametoxazolo associato a trimetoprim. Negli allevamenti antibiotic-free è stato evidenziato, in paragone agli allevamenti biologici, un numero significativamente più elevato di E. coli resistenti a amoxicillina e acido clavulanico, associazione utilizzata da tempo in medicina umana (Finlay et al., 2003).

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Va ricordato che fluorochinoloni, macrolidi e beta lattamici seppure ammessi per l’uso in campo zootecnico,

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DOSSIER Tabella 3 – Suscettibilità di E. coli nei confronti di alcuni antibiotici e beta lattamici in relazione al momento dei prelievi. Tempo Antibiotico

AMP

CAZ

CTX

AMC

NA

CIP

SXT

TE

CN

T1

T2

T3

P

N. Isolati

N%

N. Isolati

N%

N. Isolati

N%

Resistente

30a

77

29a

83

24b

47

Intermedio

3a

8

1a

3

3a

6

Sensibile

6a

15

5a

14

24b

47

Resistente

12a

31

1b

3

1b

2

Intermedio

1a

3

0a

0

0a

0

Sensibile

26a

67

34b

97

50 b

98

Resistente

26a

67

3b

9

5b

10

Intermedio

7a

18

1b

3

0b

0

Sensibile

6a

15

31b

89

46b

90

Resistente

14a

36

3b

9

2b

4

Intermedio

7a

18

6a

17

7a

14

Sensibile

18a

46

26b

74

42b

82

Resistente

24a

62

30 b

86

21a

41

Intermedio

2a

5

0a

0

3a

6

Sensibile

13a, b

33

5b

14

27a

53 27

Resistente

12

31

9

26

14

Intermedio

6

15

10

29

5

10

Sensibile

21

54

16

46

32

63

Resistente

12a

31

25b

71

12a

24

Intermedio

1a

3

0a

0

0a

0

Sensibile

26a

67

10 b

29

39a

76

Resistente

37a

95

34a

97

36b

71

Intermedio

1a

3

0a

0

0a

0

Sensibile

1a

3

1a

3

15b

29

Resistente

6

15

8

23

5

10

Intermedio

1

3

2

6

0

0

Sensibile

32

82

25

71

46

90

0,002

<0,001

<0,001

<0,001

0,001

0,222

<0,001

<0,001

0,196

I valori seguiti dalla stessa lettera in ogni riga non differiscono in modo significativo (P<0,05; metodo di Bonferroni), ampicillina (AMP), cefotaxima (CTX), ceftazidima (CAZ), amoxicillina/acido clavulanico (AMC), acido nalidixico (NA), ciprofloxacina (CIP), trimetoprim/sulfamethoxazolo (SXT), tetraciclina (TE), gentamicina (CN).

sono considerati da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, 2016) tra gli antibiotici più “critici” per il realizzarsi di fenomeni di antibiotico-resistenza negli umani. In relazione alla tempistica dei prelievi, indipendentemente dalla tipologia, viene rilevata una diminuzione dei ceppi resistenti nei confronti della maggior parte degli antibiotici testati, quasi a sottolineare una possibile “clearance”, favorita dall’assenza di trattamenti antimicrobici, che si attua a carico di una popolazione di E. coli, costituita perlopiù da ceppi resistenti, presente fin dalla alla nascita e ereditata dai riproduttori. Nilsson et al. (2014) hanno riportato il frequente riscontro nei grandparents del gene blaCMY2 e del clone di E. coli carrier di blaCMY-2, a tutti i livelli della produzione piramidale caratterizzante il settore avicolo.

22

- dossier -

Se consideriamo il grado di contaminazione in relazione alla natura dei campioni, i prelievi ambientali e i tamponi cloacali presentano un alto numero di ceppi resistenti, specialmente nei confronti delle tetracicline. Questa classe di antibiotici è forse la più “datata” in termini di uso in zootecnia e, nonostante l’avvento di nuove molecole, viene ancora impiegata in particolare la doxiciclina per il trattamento di forme respiratorie di natura batterica, spesso in alternativa ai chinoloni in virtù degli elevati livelli di resistenza registrati nei confronti di questi ultimi (Endtz et al., 1991; Hricová et al., 2017). Alla macellazione si registra, in linea generale, una riduzione dei ceppi di E. coli resistenti dovuta verosimilmente, nel caso di campioni cutanei, al transito nel tunnel di refrigerazione che sicuramente può influenzare la carica batterica di superficie. Interessante è il risultato relativo al basso numero di E. coli resistenti riscontrato a carico dei campioni di contenuto cecale, che supporta il riscontro della diminuzione dei ceppi resistenti, osservato nei prelievi effettuati in tempi successivi durante il ciclo di allevamento. Nell’ambito della popolazione di E. coli resistenti, solo 6 sono risultati ESBL, di cui 4 provenienti dall’allevamento biologico e verosimilmente acquisiti dall’ambiente esterno.

Conclusioni I dati preliminari, pur confermando l’esistenza di una problematica che attualmente è definita un’emergenza per la salute pubblica, risultano incoraggianti soprattutto quelli riferiti a una diminuzione dei ceppi resistenti di E. coli in prelievi realizzati lungo il ciclo di produzione e alla macella-


DOSSIER Tabella 4 – Suscettibilità di E. coli nei confronti di alcuni antibiotici e beta lattamici in relazione al tipo di campione. Ambientale

AMP

CAZ

CTX

AMC

NA

CIP

SXT

TE

CN

Cloacale

Cecale

Cutaneo

N. Isolati

N%

N. Isolati

N%

N. Isolati

N%

N. Isolati

N%

Resistente

45a

83,3%

15a,b

71,4%

11b

50,0%

9b

37,5%

Intermedio

2a

3,7%

2a

9,5%

0a

0,0%

3a

12,5%

Sensibile

7a

13,0%

4a,b

19,0%

11b

50,0%

12b

50,0%

Resistente

8

14,8%

5

23,8%

1

4,5%

0

0,0%

Intermedio

1

1,9%

0

0,0%

0

0,0%

0

0,0%

Sensibile

45

83,3%

16

76,2%

21

95,5%

24

100,0%

Resistente

20a

37,0%

9a

42,9%

2a,b

9,1%

0b

0,0%

Intermedio

6a

11,1%

2a

9,5%

0a

0,0%

0a

0,0%

Sensibile

28a

51,9%

10a

47,6%

20 b

90,9%

24b

100,0% 4,2%

Resistente

10a

18,5%

7a

33,3%

1a

4,5%

1a

Intermedio

9a

16,7%

5a

23,8%

4a

18,2%

2a

8,3%

Sensibile

35a,b

64,8%

9b

42,9%

17a,b

77,3%

21a

87,5% 50,0%

Resistente

37a

68,5%

17a

81,0%

6b

27,3%

12a,b

Intermedio

2a

3,7%

0a

0,0%

2a

9,1%

1a

4,2%

Sensibile

15a

27,8%

4a

19,0%

14b

63,6%

11a,b

45,8%

Resistente

9a,b

16,7%

13c

61,9%

1b

4,5%

9a,c

37,5%

Intermedio

12a

22,2%

4a

19,0%

3a

13,6%

2a

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Sensibile

33a

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19,0%

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13a,b

54,2%

Resistente

27a

50,0%

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18,2%

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20,8%

Intermedio

0a

0,0%

1a

4,8%

0a

0,0%

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0,0%

Sensibile

27a

50,0%

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18a

81,8%

19a

79,2%

Resistente

51a

94,4%

21a,b

100,0%

16b,c

72,7%

17c

70,8%

Intermedio

1a

1,9%

0a

0,0%

0a

0,0%

0a

0,0%

Sensibile

2a

3,7%

0a,b

0,0%

6b,c

27,3%

7c

29,2%

Resistente

10

18,5%

4

19,0%

1

4,5%

2

8,3%

Intermedio

2

3,7%

1

4,8%

0

0,0%

0

0,0%

Sensibile

42

77,8%

16

76,2%

21

95,5%

22

91,7%

P

<0,001

0,067

<0,001

0,035

0,005

<0,001

0,007

0,001

0,430

I valori seguiti dalla stessa lettera in ogni riga non differiscono in modo significativo (P<0,05; metodo di Bonferroni), ampicillina (AMP), cefotaxima (CTX), ceftazidima (CAZ), amoxicillina/acido clavulanico (AMC), acido nalidixico (NA), ciprofloxacina (CIP), trimetoprim/sulfamethoxazolo (SXT), tetraciclina (TE), gentamicina (CN).

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The Netherlands

- febbraio 2021 -

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DOSSIER

zione. Ciò potrebbe essere giustificato dall’applicazione di protocolli aziendali in cui il ricorso all’antibiotico è assente (allevamento biologico) o è previsto solo in caso di effettiva necessità (allevamento antibiotic-free) e dal rispetto di norme igieniche alla macellazione che hanno limitato eventuali fenomeni di contaminazione crociata tra le carcasse. Viene comunque sottolineata l’importanza di un controllo indirizzato a valutare la suscettibilità agli antibiotici del microbiota dei Grand Parents, che si configurano tra i maggiori responsabili del fenomeno di antibiotico-resistenza nella catena di produzione avicola, come supportato dall’alto numero di E. coli resistenti nei tamponi cloacali isolati a 1 giorno di vita nel nostro lavoro.

Bibliografia Bailey J.K., Pinyon J.L., Anantham S. e Hall R. (2010). Commensal Escherichia coli of healthy humans - a reservoir for antibiotic resistance determinants. J. Med. Microbiol. 59: 1331-1339. Carattoli, A. (2008). Animal reservoirs for extended spectrum beta-lacta-mase producers. Clin. Microbiol. Infect. 1: 117-123. Dandachi I., Sokhn E.S., Dahdouh A.E., Azar E., El-Bazzal B., Rolain J.M. e Daoud Z. (2018). Prevalence and characterization of multi-drug-resistant Gram-negative Bacilli isolated from Lebanese poultry: A nationwide study. Front Microbiol. 9: 550. Davis G.S., Waits K., Nordstrom L., Grande H., Weaver B., Papp K., Horwinski J., Koch B., Hungate B.A., Liu C.M. e Price L.B. (2018). Antibiotic-resistant Escherichia coli from retail poultry meat with different antibiotic use claims. BMC Microbiology. 174.

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WHO. (2015). Global Action Plan on Antimicrobial Resistance. WHO, Geneva, Switzerland.

- dossier -


I BENEFICI DI HEMICELL HT DOSSIER

TM

Sono facili da “digerire” Il mangime fornisce l’energia necessaria a promuovere la crescita del broiler, tuttavia la sua dieta può contenere anche β-mannani, sostanze che scatenano una risposta immunitaria a livello di apparato digerente. Evento che influisce negativamente sulla salute e sulla performance del broiler.

IL PROBLEMA

LA SOLUZIONE

β-mannani

Hemicell HT

Inducono una risposta immunitaria (FIIR)1,2

Contiene β-mannanasi, un enzima che degrada i β-mannani6 Riduce la risposta immunitaria (FIIR)6

Peggiorano la digestione dei nutrienti3

Migliora la digestione e l’assorbimento dei nutrienti7

Migliora l’efficienza energetica7

Sottraggono energia necessaria per la crescita, energia che viene utilizzata per costruire la risposta immunitaria4

Ha un impatto positivo sulla salute intestinale8 Hanno un impatto negativo sulla performance e sulla salute intestinale5

Riduce il costo del mangime consentendo un miglior ritorno economico

Studi clinici dimostrano che l’aggiunta di Hemicell HT al mangime migliora la salute e il benessere degli animali. Hemicell HT. Più energia per la loro salute e per i tuoi profitti.

Aumentano il costo del mangime

1. Anderson DM, Hsiao HY, and Dale NM. 2008. Identification of an inflammatory compound for chicks in soybean meal-II. Poultry Science 2008; 87: 159. (REF-01075). 2. Worthley, D.L., Bardy, P.G., Mullighan, C.G. 2005. Mannose-binding lectin: biology and clinical implications. Internal Medicine Journal 2005; 35 (9): pp 548-555. (REF-01146). 3. Gabler, N. and Spurlock, M. 2008. Integrating the immune system with the regulation of growth and efficiency. J. Anim. Sci. 86: E64-E74. (REF-00805). 4. Spurlock, M. 1997. Regulation of metabolism and growth during immune challenge: an overview of cytokine function. J. Anim. Sci. 75: 1773-1783. (REF-00807). 5. Zuo, J.J. et al. 2014. Supplementation of β-Mannanase in Diets with Energy Adjustment Affect Performance, Intestinal Morphology and Tight Junction Protein mRNA Expression in Broiler Chickens. J. Animal and Vet. Adv. 13(3): 144-151, 2014 (REF-09891). 6. Anderson, D.M. & Hsiao H.-Y. 2009. “New Feed Enzyme Development.” ChemGen Corp. 2009. 1: 1-30. (REF-01125) 7. Caldas, J.V. et al. 2018. The effect of β-mannanase on nutrient utilization and blood parameters in chicks fed diets containing soybean meal and guar gum. 2018 Poultry Science 0:1–11. http://dx.doi.org/10.3382/ ps/pey099. (REF-07106). 8. Qiao, Y., Zhu, X., Zhai, L., Payne, R., and Li, T. 2017. Dietary soybean meal level and β-mannanase supplementation affected immunioproteins in carotid artery and morphology and aquaporin water channels in small intestine of nursery pigs. Journal of Animal Science Vol. 96, suppl. S3. PSIII-36. REF-00994.

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Hemicell HT, Elanco e la barra diagonale sono merchi registrati di Elanco o sue affiliate. PM-IT-20-0234 © 2020 Elanco o sue affiliate

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FOCUS

Effetti dell’illuminazione a LED sul comportamento, sulle prestazioni e sul benessere dei tacchini I programmi luce sono fondamentali per la produzione avicola e includono tre parametri principali: durata del giorno, intensità e cromaticità, che è l'indicazione oggettiva della qualità di un colore indifferentemente dalla sua luminanza, così come determinato dalla sua tonalità e saturazione cromatica. zione. Sono stati effettuati vari studi sull’illuminazione a LED monocromatica o mista su quaglie, polli da carne e ovaiole, ma non sui tacchini. Sebbene i tacchini siano notevolmente diversi dalle altre specie e rispondano in modo differente ai programmi luce, le scelte gestionali negli allevamenti si basano spesso su informazioni ricavate dagli esperimenti sui polli da carne. L’obiettivo di questo studio è quindi riferire sinteticamente sugli effetti dell’illuminazione a LED, analizzati su femmine di tacchino allevate presso la Talley Turkey Educational Unit di Raleigh, NC, per un periodo che va dal 2016 al 2019.

Brooke M. Bartz, Candidato PhD, MS Poultry Science, North Carolina State University, Prestage Department of Poultry Science, Raleigh, NC

Cosa rende i LED diversi dalle lampadine a incandescenza Lo spettro elettromagnetico comprende l’intera gamma delle lunghezze d’onda esistenti in natura; si va dalle onde lunghissime e poco energetiche – onde a infrarossi, radio ed elettriche – alle onde cortissime dotate di straordinaria energia: onde cosmiche, gamma, raggi X e ultraviolette. La luce tradizionale si verifica quando si crea calore provocando l’emissione di energia come luce percepita (visibile). Le lampadine a incandescenza funzionano con questo principio e quando una corrente elettrica è fatta passare attraverso un filamento di tungsteno, viene creato del calore, provocando l’emissione di un bagliore e produ-

L’interazione di questi tre fattori influisce sulla fisiologia, sul comportamento, sulle prestazioni e sul benessere degli avicoli. Oggi, con l’aumento dell’offerta commerciale di LED (Light Emitting Diode - diodo a emissione di luce) ad alta efficienza energetica, c’è l’opportunità di perfezionare i programmi luce grazie a questo nuovo tipo di illumina-

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Figura 1 – Confronto dello spettro visibile emesso da diversi tipi di LED.

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- focus -

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5.000K + LED rosso

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FOCUS

cendo luce. Le lampadine a incandescenza contengono tutti i colori dello spettro visibile ed emettono una piccola quantità di lunghezze d’onda corte ad alta energia (380 nm) e ampiezza crescente verso lunghezze d’onda più lunghe con rossi a bassa energia (700 nm) (Figura 1). I LED, invece, producono luce attraverso un principio di elettro-luminescenza che consente di emettere lunghezze d’onda luminose molto specifiche e precise all’interno dello spettro visivo. Le luci a LED sono colori misti di cui pochissimi sono monocromatici o emettono solo una lunghezza d’onda di luce. I LED sono anche classificati su una scala di cromaticità o temperatura del colore espressa come temperatura Kelvin (K) (Figura 1).

Colore e intensità sono importanti La cromaticità o temperatura del colore è molto importante per determinare quale tipo di LED acquistare. Lunghezze d’onda diverse emettono luce colorata differente e ogni colore ha la capacità di penetrare attraverso gli strati della

pelle e interagire con i tessuti, inclusa la retina. Le specie avicole hanno 4 tipi di coni di colore (mentre gli umani ne hanno tre) che li rendono più sensibili a diversi colori, tra cui: viola (415 nm), blu (460 nm), verde (510 nm) e giallo/ arancione (560-580 nm) (Figura 2). Durante le prove effettuate, quando sono stati dimmerati i LED comuni misti (5.000K “blu” e 2.700K “giallo”) da alte intensità (10fc) a basse intensità (2fc), l’uscita spettrale è risultata alterata nelle aree contenenti i coni di colore sensibili e specifici per specie avaria.

La luce influenza la salute degli occhi I tacchini richiedono una maggiore intensità di luce rispetto ai polli per un corretto sviluppo e benessere degli occhi. Se l’intensità della luce è troppo bassa, gli occhi si allungano nei tacchini, causando miopia e cataratta in caso di luce giornaliera prolungata. Soggetti, allevati con meno di 5.000K + LED a luce rossa (12 ore o 18 ore di luce giornaliera) o con meno di 5.000K LED (14 ore di

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FOCUS

carne. Ciò significa che negli avicoli la durata del giorno avvia i cicli riproduttivi. Questi cicli possono essere alterati dall’illuminazione che influisce sulla produzione di uova nelle femmine, sulla raccolta dello sperma nei maschi e sulla crescita nei soggetti da carne. I risultati delle prove (Tabella 1) indicano che una luce solare di +18 ore di LED 5.000K ha aumentato il peso corporeo a 5 settimane di età, mentre 18 ore di LED 5.000K senza luce solare hanno incrementato l’assunzione di mangime da 5 a 9 settimane, anche se non ci sono state differenze tra i trattamenti a conclusione dello studio.

Figura 2 – Spettro visibile con evidenziati i coni di colore specifici per avicoli.

luce giornaliera), hanno avuto come conseguenza un allungamento degli occhi. Con questi risultati è significativo che le differenze spettrali possano essere altrettanto importanti per la salute degli occhi quanto gli effetti della durata e intensità del giorno.

Novità in allevamento Le novità, o i nuovi oggetti introdotti in allevamento come diversivi, comportano nuove esperienze e possono suscitare curiosità o paura negli animali, causando anche cambiamenti comportamentali. Negli avicoli le reazioni alla paura sono associate al beccaggio delle piume, alla capacità del soggetto di far fronte all’isolamento sociale e al livello di motivazione esplorativa. Non ci sono state differenze tra i gruppi sottoposti a diversi programmi luce sulla base del tempo trascorso per esplorare i nuovi elementi. Lo studio dei comportamenti è stato effettuato per determinare se ci siano state differenze tra i trattamenti per quanto riguarda i tipi di atteggiamenti e reazioni visualizzati (ad esempio mangiare, bere, riposare, camminare, aggressività, ecc.).

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La durata dell’illuminazione giornaliera a LED influisce sulle prestazioni dei tacchini La maggior parte dei riproduttori sono fotosensibili, specialmente quelli allevati per la produzione di

Problemi alla livrea La livrea rappresenta un’estensione

Tabella 1 – Effetto dell’illuminazione a LED sulle prestazioni delle femmine di tacchino allevate fino a 14 settimane. Programma luce NAT

NAT + 18h

12h

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Nessuno

5.000K

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Valore-P

FI (kg/bd)

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BWG (kg/bd)

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Durata del giorno LED

Prestazioni 0-5 Sett.

Prestazioni 5-9 Sett.

Prestazioni 9 - 14 Sett.

Prestazioni 5 - 14 Sett.

↑aumento; ↓diminuzione; ≈ nessuna differenza; media all’interno delle righe FI = consumo di mangime; BWG = peso corporeo; FCR = indice di conversione alimentare; bd = dieta base.

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FOCUS

del sistema tegumentario che svolge un ruolo specifico nella termoregolazione, nell’isolamento e nel risparmio energetico. Le piume si sviluppano dall’epitelio cheratinizzato derivato da follicoli specializzati localizzati nel derma. La termografia a infrarossi è un modo alternativo per accedere alla livrea sulla base delle tracce termiche. Una lunga durata del giorno (18 ore), indipendentemente dal tipo di luce, è stata associata a una traccia rossa più grande sul tessuto mammario, indicativa di una minore copertura di piume. Tuttavia, quando i soggetti sono stati tenuti al di sotto delle 14 ore di luce, indipendentemente dal livello di intensità, non ci sono state differenze nella copertura delle piume. Sebbene non sia possibile effettuare un confronto diretto tra i due studi, c’è stato un aumento del 4% della livrea nella prova d’intensità. A questo punto, è necessario indagare ulteriormente sulle possibili ragioni di tale aumento. È semplicemente dovuto alla variazione naturale tra i gruppi o forse è stata l’introduzione di novità in allevamento che ha distolto i soggetti dal beccaggio?

Conclusione I programmi luce sono necessari e includono tre parametri principali: lunghezza del giorno, intensità e cromaticità; tutto ciò influenza la fisiologia, il comportamento, il benessere e le prestazioni degli avicoli. Poiché i LED continuano a crescere in popolarità, è necessario effettuare ulteriori studi per determinarne gli effetti nella gestione e consentire ai produttori di stabilire un programma luce specifico per le esigenze degli avicoli. In questo contesto deve essere analizzata anche l’introduzione in allevamento di novità per determinare se questa rappresenti un ulteriore vantaggio per il benessere dei soggetti, con una diminuzione della perdita di piume e una possibile riduzione dell’aggressività. Mentre la ricerca va avanti, è imperativo ricordare che i tacchini possono rispondere in modo diverso ai trattamenti di illuminazione rispetto ad altri tipi di avicoli e questo deve sempre essere tenuto in dovuta considerazione. Tratto dagli Atti del Midwest Poultry Federation Convention

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MARKETING

Il mondo dimenticato: l’industria delle uova nei Paesi meno sviluppati Le analisi sulle dinamiche dell’industria delle uova spesso non prendono in considerazione i Paesi meno sviluppati (LLDC = least developed countries). In questo articolo viene analizzato il loro ruolo all’interno dell’industria mondiale. Le analisi riguardanti le dinamiche e i modelli dell’industria mondiale delle uova si concentrano quasi esclusivamente sui Paesi leader in questo campo. Questo articolo vuole ovviare alla scarsa attenzione dedicata ai Paesi meno sviluppati (LLDC)1, analizzandone le dinamiche in dettaglio. Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Direttore Scientifico del WING all’Università Veterinaria di Hannover e Professore Emerito all’Università di Vechta, Germania

Ampio divario tra contributo alla popolazione mondiale e produzione di uova Nel 2018, 31 dei 46 Paesi meno sviluppati erano africani, 9 si trovano in Asia e 5 in Oceania: con una popolazione di 1 miliardo di persone, essi contribuivano per il 13,2% alla popolazione mondiale. I Paesi avevano un inventario di galline ovaiole pari a 480,4 milioni, che hanno 1

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Una lista dei Paesi meno sviluppati è disponibile su www.fao.org/faostat/en/#data/QL.

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MARKETING

prodotto 1,9 milioni di tonnellate di uova (Tabella 1). Lo squilibrio tra la popolazione e la produzione di uova è evidente. Tabella 1 – Il contributo dei Paesi meno sviluppati alla popolazione mondiale, alle scorte di galline ovaiole e alla produzione di uova nel 2018 (fonte: database FAO). Regione LLDC Mondo

Popolazione (mil.) 1.009,7 7.631,1

Contributo Galline (%) ovaiole (mil.) 13,2 100,0

480,4 7.466,5

Contributo (%) 6,4 100,0

Produzione Contributo di uova (1.000 t) (%) 1.926,4 76.694,8

2,5 100,0

Se diamo uno sguardo alla situazione a livello continentale, la grande differenza tra la loro quota di partecipazione, le scorte di galline ovaiole e la produzione di uova diventa ancora più evidente (Tabella 2). Tabella 2 – Il contributo dei Paesi meno sviluppati alla popolazione, alle scorte di ovaiole e alla produzione di uova nei rispettivi continenti nel 2018 (fonte: calcoli dell’autore sulla base dei dati FAO). Continente Africa Asia Oceania America

Popolazione (mil.)

Contributo (%)

Galline ovaiole (mil.)

Contributo (%)

Produzione di uova (1.000 t)

Contributo (%)

650,7 332,2 1,9 11,1

51,0 7,3 4,6 1,1

156,7 322,6 0,6 0,5

30,2 6,7 2,6 0,1

655,1 1.268,2 2,6 0,5

21,1 2,8 0,8 <0,1

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La popolazione più numerosa era quella dell’Africa, seguita da Asia, Oceania e Americhe. La classificazione era la stessa per quanto riguarda le scorte di galline ovaiole e la produzione di uova. In Africa, i Paesi LLDC hanno contribuito per il 30,2% all’inventario delle galline ovaiole e per il 21,1% alla produzione di uova. Anche in Asia la quota di produzione di uova era molto inferiore a quella della popolazione del continente. Il divario era ancora più ampio in Oceania e ad Haiti, l’unico Paese LLDC delle Americhe. Un confronto tra la quota degli inventari di galline ovaiole e quella della produzione di uova rivela la scarsa efficienza dell’allevamento di galline ovaiole nei LLDC rispetto ai Paesi industrializzati e ai Paesi di soglia.

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©Tadeusz Wypych

MARKETING

Le razze locali, la minore qualità dei mangimi e la mancanza di servizi veterinari sono le ragioni principali di questa scarsa efficienza. In molti Paesi dominano i piccoli allevamenti domestici. In Asia, le piccole aziende agricole rappresentano una continua minaccia per l’introduzione e la diffusione del virus dell’Influenza Aviaria. Si presume, tuttavia, che i dati disponibili relativi all’inventario e alla produzione siano troppo bassi e non siano necessariamente un indicatore di una disponibilità insufficiente di uova per la popolazione rurale. In molte piccole aziende agricole, inoltre, le galline ovaiole sono galline a doppio uso in quanto allevate sia per la produzione di uova che di carne.

Alta concentrazione regionale nell’allevamento di ovaiole Bisogna scendere a livello nazionale

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per avere un’idea della distribuzione irregolare degli inventari delle galline ovaiole. Tra il 2008 e il 2018 l’inventario delle ovaiole dei Paesi LLDC è aumentato di 157,8 milioni di capi ovvero del 48,9% (Tabella 3). A questa crescita i dieci Paesi leader hanno contribuito con 139,8 milioni di capi.

L’aumento in assoluto più alto lo hanno fatto registrare il Bangladesh con 81,5 milioni di capi (+70,3%) e la Birmania con 35,9 milioni (+73,6%). Tassi di crescita assoluti elevati si sono riscontrati anche in Nepal (+7,3 milioni) e in Mozambico (+6,1 milioni). Il Bangladesh e la Birmania han-

Tabella 3 – I dieci Paesi meno sviluppati con il più alto numero di galline ovaiole nel 2008 e nel 2018 (fonte: database FAO). 2018

2008 Produzione (1.000 t)

Contributo (%)

Birmania Bangladesh Tanzania Yemen Burkina Faso Zambia Etiopia Senegal Sudan Nepal

263,4 186,0 85,2 56,4 52,5 42,8 38,5 36,6 32,0 30,9

24,2 17,1 7,8 5,2 4,8 3,9 3,5 3,4 2,9 2,8

Birmania Bangladesh Tanzania Nepal Sudan Burkina Faso Yemen Zambia Etiopia Mozambico

10 Paesi

824,3

*75,7

1.088,6

100,0

Paese

Totale LLDC

*la somma non aumenta per l’arrotondamento

- marketing -

Produzione (1.000 t)

Contributo (%)

576,0 499,7 108,7 74,9 65,0 60,6 55,6 52,6 52,2 50,0

29,9 25,9 5,6 3,9 3,4 3,1 2,9 2,7 2,7 2,6

10 Paesi

1.593,3

*82,8

Totale LLDC

1.926,4

100,0

Paese


MARKETING ®

ORIGINAL no contribuito insieme per l’84,0% alla crescita complessiva delle scorte di ovaiole nei Paesi meno sviluppati nella decade presa in esame. L’alto grado di concentrazione regionale è degno di nota: è aumentato dal 77,2% all’81,0%. I due principali Paesi, Bangladesh e Birmania, erano in una posizione dominante: il loro contributo alle scorte dei Paesi meno sviluppati è cresciuto dal 51,1% al 58,7%. Il paragrafo seguente mostrerà che in entrambi i Paesi la produzione di uova è aumentata più rapidamente delle scorte, un indicatore della crescente efficienza dell’industria delle uova.

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Elevata concentrazione regionale anche nella produzione di uova La Tabella 4 elenca i dieci tra i Paesi LLDC che hanno maggiormente contribuito alla produzione di uova nel 2008 e nel 2018. Nella produzione anche la concentrazione regionale è aumentata. Un confronto tra composizione e classificazione dei Paesi rivela diversi modelli e cambiamenti notevoli. Tabella 4 – I dieci Paesi meno sviluppati con la più alta produzione di uova nel 2008 e nel 2018 (fonte: database FAO). 2018

2008 Produzione (1.000 t)

Contributo (%)

Birmania Bangladesh Tanzania Yemen Burkina Faso Zambia Etiopia Senegal Sudan Nepal

263,4 186,0 85,2 56,4 52,5 42,8 38,5 36,6 32,0 30,9

24,2 17,1 7,8 5,2 4,8 3,9 3,5 3,4 2,9 2,8

Birmania Bangladesh Tanzania Nepal Sudan Burkina Faso Yemen Zambia Etiopia Mozambico

10 Paesi

824,3

*75,7

1.088,6

100,0

Paese

Totale LLDC

Produzione (1.000 t)

Contributo (%)

576,0 499,7 108,7 74,9 65,0 60,6 55,6 52,6 52,2 50,0

29,9 25,9 5,6 3,9 3,4 3,1 2,9 2,7 2,7 2,6

10 Paesi

1.593,3

*82,8

Totale LLDC

1.926,4

100,0

Paese

*la somma non aumenta per l’arrotondamento

La Birmania si è classificata al primo posto davanti al Bangladesh, nonostante il numero molto più basso di capi, seguita da Tanzania e Nepal. Questi due Paesi potrebbero anche aumentare considerevolmente il loro volume di produzione. Mentre la quota della Birmania nel volume di produzione totale dei Paesi meno sviluppati è aumentata solo del 5,7%, il Bangladesh ha guadagnato l’8,8%. In entrambi i Paesi, l’efficienza della produzione di uova è cresciuta considerevolmente. Tra il 2008 e il 2018 la produzione di uova dei Paesi LLDC è aumentata di 878.000 tonnellate, pari al 77,0%. A questa crescita hanno contribuito i

- febbraio 2021 -

dal nido centrale! Raccolta delle uoeva automaticamente.

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33


MARKETING

Tabella 5 – Numero di galline ovaiole per abitante in alcuni Paesi nel 2018 (fonte: calcoli dell’autore sulla base di dati FAO).

©Tom Fisk

Paese/continente

due Paesi leader con 626.300 tonnellate, pari al 74,8%. In entrambi i Paesi l’aumento assoluto è stato molto simile, ma le scorte di galline ovaiole in Birmania sono cresciute solo di 35,9 milioni di capi rispetto agli 81,5 milioni di capi del Bangladesh. Ovviamente l’efficienza della produzione di uova in Birmania è stata superiore a quella del Bangladesh. Gli investimenti di capitale del gruppo thailandese CP e l’uso di galline ibride costituiscono i principali fattori di orientamento alla base della differente dinamica. La concentrazione regionale nella produzione di uova era simile a quella negli inventari delle galline ovaiole. Nel 2008 i due Paesi leader hanno condiviso il 41,3% della produzione complessiva di uova dei Paesi meno sviluppati; nel 2018 era già al 55,8%, risultato delle notevoli dinamiche di Birmania, Bangladesh e Nepal.

Galline per abitante: una misura di autosufficienza con le uova?

Tanzania Nepal Bangladesh Birmania Germania Paesi Bassi Africa Asia Europa

0,29 0,46 1,27 1,57 0,62 2,59 0,40 1,06 1,37

Mondo

0,98

Supponendo che in Tanzania una gallina ovaiola in un allevamento domestico deponga 120 uova all’anno, si otterrebbe una media di 35 uova annue per persona. Il rapido aumento della produzione in Birmania e in Bangladesh (vedi Tabella 4) è dovuto all’elevato numero di galline per abitante. Un confronto a livello di continente rivela che l’Africa, con solo 0,4 galline per persona, si colloca molto dietro rispetto all’Asia e all’Europa e documenta il problema di fornire alla popolazione africana preziose proteine animali. Un confronto dei dati tra Germania e Paesi Bassi mostra l’estrema autosufficienza dei Paesi Bassi e spiega perché sono il primo Paese esportatore di uova in tutto il mondo. Nonostante un tasso di deposizione di 290 uova per gallina, la Germania ha dovuto comunque importare grandi quantità di uova a causa di un consumo pro capite annuo di 235 uova. In tutta Europa, l’industria delle uova produce eccedenze e permette l’esportazione. Su scala globale, il rapporto tra produzione e consumo sembra essere equilibrato. Un’analisi dettagliata a livello nazionale dimostrerebbe che il tasso di autosufficienza è notevolmente diverso. Il divario tra i Paesi Bassi e la Repubblica Centrafricana, per citare due posizioni estreme, è incredibilmente ampio.

Bibliografia e consigli di lettura

Sfortunatamente non sono disponibili dati sul consumo pro capite di uova per i Paesi meno sviluppati, quindi è impossibile calcolare il tasso di autosufficienza. Si può tentare però di stimarlo, calcolando il numero di galline ovaiole per abitante (Tabella 5). Si deve tuttavia considerare che non sono stati pubblicati dati sui tassi di deposizione delle galline in questi Paesi.

34

Galline ovaiole per abitante

Database FAO: www.faostat.org. Windhorst, H.-W.: Emerging Markets Countries. Dynamics and Patterns of the Egg Industry. (= WING – Beiträge zur Geflügelwirtschaft 23). Vechta 2020. (https:// wing.tiho - hannover.de/pdf_ files /wing - beitraege heft-23_860_1.pdf).

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35


TECHNICAL COLUMN

La salute intestinale nelle pollastre e nelle galline ovaiole Entro il 2030 si prevede che la popolazione mondiale arriverà a 8,6 miliardi (ONU, 2017). A sua volta, anche la richiesta globale di cibo aumenterà, con una crescita stimata della produzione di uova del 50% tra il 2015-2035. (FAO; OCSE; Rabobank; FAPRI© Statista 2018). In quest’ottica, negli ultimi anni, la selezione genetica ha favorito lo sviluppo di ovaiole con una maggiore capacità produttiva.

Questo articolo, tratto da Toolbox, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiare o distribuire alcuna parte di questo articolo senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS.

36

La salute dell’intestino è un fattore chiave per raggiungere il massimo potenziale produttivo non solo perché è un elemento determinante per la digestione e l’assimilazione dei nutrienti, ma anche perché è una componente essenziale del sistema immunitario degli avicoli. I consumatori sono sempre più preoccupati dell’uso di antibiotici a causa dell’antibiotico-resistenza. Tale problema, unito alle pressanti richieste di migliori standard qualitativi alimentari e maggiore benessere per gli animali – con particolare riferimento all’allevamento non in gabbia –, implica una forte necessità di mantenere l’intestino sano. Di seguito vengono analizzati i fattori da prendere in considerazione per la salute dell’intestino (Figura 1).

- technical column -


TECHNICAL COLUMN

Dieta di controllo

Gestione Dieta Nutrienti ANF’s

Razza

Ambiente

Figura 2 – Effetto delle micotossine sull’integrità intestinale. Cheng et al., 2012. L’integrità intestinale è influenzata dall’aumento della concentrazione di deossinivalenolo (DON) nel mangime.

Microbiota

La salute intestinale Virus

Fisiologia Tossine

Metabolismo Immunità Sistema endocrino

Stress

Gestione del mangime

2mg DON/kg

5mg DON/kg Parassiti

Figura 1 – Fattori che influenzano la salute dell’intestino.

scare uno squilibrio intestinale che porta al prevalere dei processi infiammatori.

Mangime e acqua

Tutti questi fattori rappresentano la base per stabilire una salute intestinale ottimale. TNF-α (pg/mL)

Entrambi i vettori creano una connessione tra l’ambiente esterno e interno della gallina, aumentando la possibilità di un effetto negativo sull’equilibrio intestinale. Ecco alcune influenze comuni:

Controllo

4,8

HS (34 ºC)

• diete ad alta densità - eccesso di sostanze nutritive.

Corticosterone (ng/mL)

Fisiologia degli avicoli Come rispondono alle sfide i diversi organi e il sistema endocrino.

Microbiota intestinale È rappresentato dall’equilibrio tra flora patogena e commensale. Quest’ultima è coinvolta nello sviluppo della morfologia e della struttura intestinale, della modulazione immunitaria e del supporto dei processi di digestione e assimilazione. Inoltre, fattori come la temperatura (Figura 3), l’intensità della luce, la scarsa ventilazione, il trasporto, la vaccinazione, l’alta densità di allevamento, i patogeni intestinali e la presenza di virus possono inne-

a

82,7

(21 ºC)

• cambiamenti improvvisi nella formulazione;

25,4

IL-6 (pg/mL)

• acqua, materie prime e contaminanti dei mangimi (E. Coli, Salmonella, micotossine, ecc.);

b

IL-1 (pg/mL)

• fattori antinutrizionali (polisaccaridi non amidacei e fattori antitripsici);

14,8

b

136,5 a

6,2

2,5 b

4,2 a

Figura 3 – Effetto della temperatura sulla produzione di TNF-α (correlata alla stimolazione della fase infiammatoria acuta), IL-1 (citochina prodotta in risposta a situazioni di stress), IL-6 (citochina con attività sia proinfiammatoria che antinfiammatoria) e corticosterone (ormone che media in situazioni di stress) in galline di 60 settimane. La continua esposizione alle alte temperature provoca cambiamenti del microbiota intestinale e della morfologia. Deng et al., 2012.

Strategie per mantenere la salute intestinale La migliore pratica per mantenere una salute intestinale ottimale e di conseguenza la produttività della gallina è

- febbraio 2021 -

37


TECHNICAL COLUMN

• qualità, struttura e presentazione ottimale del mangime; • qualità dell’acqua. Il monitoraggio del rapporto acqua/ mangime funge da indicatore; • mettere in atto adeguati programmi di vaccinazione; • una riduzione dei livelli di proteina grezza può aiutare a limitare le fermentazioni proteiche non digeribili. L’inclusione di amminoacidi sintetici e proteasi è di aiuto per controllare queste fermentazioni indesiderate; • integrazioni nei mangimi. L’attuale focalizzazione sulla riduzione o limitazione dell’uso di antibiotici è andata di pari passo con un aumento dei problemi intestinali, con una conseguente potenziale perdita di produttività.

Farina Harina

Stomaco muscolare

• corretta gestione, igiene e biosicurezza;

Stomaco muscolare

la PREVENZIONE. Alcuni aspetti da considerare sono:

Molienda Fine

14,8a 0,96b

fina

Ciò ha comportato lo sviluppo di diversi additivi per mangimi in grado di esercitare effetti benefici sul microbiota intestinale, ostacolare l’adesione dei batteri alle cellule epiteliali e migliorare la risposta immunitaria. Il mercato è attualmente inondato di probiotici, prebiotici, acidi organici e loro miscele (protette o meno), fitobiotici ed enzimi per mangimi già esistenti. È da tenere presente che l’efficacia degli additivi per mangimi dipende anche da ulteriori fattori per esempio l’età della gallina, la gestione in allevamento, il sistema di produzione, la genetica, ecc.

Sbriciolato Migaja

Molienda A struttura grosera grossolana 1,09b 1,27a

Figura 4 – Influenza della struttura e del tipo di mangime sul peso relativo degli organi digerenti (g/100g di peso corporeo) nelle ovaiole. Ege et al., 2019.

Lo sviluppo dello stomaco muscolare è fondamentale. Un ventriglio ben sviluppato, oltre a ridurre le dimensioni delle particelle di mangime che entrano nel duodeno, funge da barriera per il microbiota in conseguenza del calo del pH.

Formato e struttura del mangime La dimensione e la struttura delle particelle di mangime sono estremamente importanti per lo sviluppo dell’intestino. Fornire mangime in farina con una distribuzione delle particelle ottimale migliora: • il consumo di mangime;

I probiotici sono microrganismi vitali in grado di promuovere un effetto benefico sulla salute intestinale degli avicoli. I meccanismi di azione includono: • miglioramento dell’equilibrio del microbiota intestinale;

• la digeribilità dei nutrienti; • lo sviluppo degli organi digestivi;

• risorsa energetica grazie agli acidi grassi a catena corta (SCFA);

• la salute intestinale e la produzione. Quando il mangime contiene troppe particelle fini, ciò influisce negativamente sullo sviluppo dello stomaco ghiandolare e muscolare, questi organi sono importanti dato il loro ruolo essenziale nell’utilizzo dei nutrienti e nel mantenimento della salute intestinale. (Zaefarian et al., 2016).

38

Probiotici

• riduzione del potere dei patogeni di aderire all’epitelio intestinale mediante esclusione competitiva; • miglioramento delle giunzioni strette degli enterociti; • modulazione della risposta immunitaria; • inibizione del fattore di necrosi tumorale a livello delle cellule epiteliali.

- technical column -


TECHNICAL COLUMN log10 cecale di S. Enteritidis Probiótico Probiotico

1,59a

Gozzo

7 dpi

Control Controllo

0,67b

Claudina 16

*

14 dpi

Gozzo

*

0,67b

Controllo Control

0,28b

JAM2

21 dpi

Duodeno

* **

Figura 5 – Effetto dell’aggiunta di Lactobacillus reuteri (LR) sui livelli di RNAm correlati a giunzioni strette sul tratto intestinale. Claudine aumenta la permeabilità intestinale, mentre JAM2 è parte di giunzioni strette che controllano la permeabilità e protegge dall’invasione del microbiota. I valori rappresentano la media SEM ± (n = 7) della variazione dell’espressione genica target rispetto a un campione standard del cieco del gruppo di controllo. *P<0,05 e **P<0,01. Nii et al., 2020.

Prebiotici I prebiotici si caratterizzano per la loro capacità di modificare (in modo benefico) la composizione del microbiota intestinale esercitando un effetto positivo sulla salute dell’intestino. Sono diversi oligosaccaridi la cui caratteristica principale è che non vengono digeriti dagli enzimi endogeni. Per questo motivo raggiungono la parte distale del tratto intestinale dove possono essere utilizzati come substrato da batteri benefici come i Bifidobatteri o i Lattobacilli (Ricke, 2018). Normalmente gli oligosaccaridi includono carboidrati come i frutto-oligosaccaridi (FOS), i galatto-oligosaccaridi (GOS) e i mannano-oligosaccaridi (MOS). Vale la pena soffermarsi anche sull’importanza della fibra grezza nel mangime, gli NSP (polisaccaridi non amidacei) e la lignina. Alcuni di questi polisaccaridi rappresentano un substrato per il microbiota intestinale, oltre che una fonte di energia. Aumentare la percentuale di inclusione della fibra grezza migliora la diversità del microbiota intestinale e la fisiologia del tratto. Durante il periodo di svezzamento, le prime 5 settimane di vita sono ritenute fondamentali per lo sviluppo del sistema digerente e immunitario, considerando che questo

0,20

Prebiótico Prebiotico

Figura 6 – Effetto del prebiotico su galline esposte a Salmonella Enteritidis. Murate et al., 2015.

è il periodo in cui si sviluppa il microbiota intestinale. L’inclusione di livelli moderati di fibra insolubile nelle diete per pollastre e ovaiole stimola lo sviluppo e la fisiologia del tratto intestinale, migliorando quindi la produttività degli animali.

Sinbiotici Si tratta della combinazione di prebiotici e probiotici per aumentare selettivamente la crescita dei probiotici con un effetto sinergico.

Acidi organici Gli acidi organici sono additivi che, oltre a essere efficaci nel ridurre o controllare la contaminazione microbiologica del mangime (Theron e Rykers Lues, 2011), hanno dimostrato di esercitare effetti benefici sulla salute intestinale e sulle performance produttive. La loro inclusione nella dieta delle ovaiole e pollastre stimola l’attività enzimatica endogena, migliora la solubilità dei minerali e può avere un effetto antibatterico supportando quindi l’integrità intestinale. Sono vari gli acidi organici disponibili: acido acetico, acido formico, acido lattico, acido fumarico, ecc. e presenti anche in combinazione. Differiscono per caratteristiche fisico-chimiche e possono essere inclusi nei mangimi o nell’acqua di bevanda.

- febbraio 2021 -

39


TECHNICAL COLUMN

Altezza Villi, μm 992c Duodeno

1099b 1146b 1196a

663c Digiuno Yeyuno

656b 387a 690a

488c

Controllo

Prebiotico

Probiotico

Sinbiotico

Ileo Íleon

Figura 8 – Lenta liberazione delle particelle dell’acido protetto lungo il tratto digerente.

534b 588a 593a

Figura 7 – Effetto del sinbiotico sulla morfologia intestinale delle ovaiole. Abdelqader et al., 2012. Una maggiore altezza dei villi è associata a una maggiore capacità di assorbimento e integrità intestinale.

L’acido butirrico / butirrato è un esempio. Oltre a essere una fonte di energia per i colonociti (le cellule del colon) è anche un mediatore cellulare che aiuta a regolare molteplici funzioni quali lo sviluppo del tessuto intestinale, la riduzione dello stress ossidativo e la modulazione del sistema immunitario.

Tabella 1 – Concentrazione inibitoria minima di alcuni acidi organici. Strauss e Hayler, 2001.

0,1

0,15

0,3

Escherichia coli

0,15

0,2

0,4

Campylobacter jejuni

0,1

0,2

0,25

Staphylococcus aureus

0,15

0,25

0,4

Clostridium botulinum

0,15

0,25

0,3

Clostridium perfringens

0,1

0,25

0,3

La loro efficacia dipende dal tipo di acido (pka e peso molecolare), dalla concentrazione, dal dosaggio e dal pH dell’ambiente. A livelli di pH inferiori, ci si può aspettare una maggiore concentrazione in forma non dissociata. Questo permette loro di penetrare all’interno dei batteri riducendone la proliferazione e talvolta addirittura uccidendoli direttamente. Pertanto, la loro efficacia sarà maggiore nella parte iniziale dell’intestino (gozzo, proventricolo e ventriglio) dove i valori di pH sono più bassi. Se l’effetto desiderato è quello di raggiungere la parte distale del tratto intestinale, vediamo che gli acidi organici o le miscele rivestite funzionano in modo più efficace. Il loro rivestimento impedisce il rilascio di acido prima del duodeno (Figura 8), limitando così la proliferazione di microrganismi patogeni.

40

500g/t

Salmonella typhimurium

Altezza villi, mm

Adico lattico (%)

300g/t

Acido proponico (%)

Control Controllo

Acido formico (%)

Larghezza villi, mm 1,15c 0,47c

1,22b 0,50b

1,32a 0,53a

Figura 9 – Effetto del butirrato sulla morfologia intestinale. Van Vugt Pna et al., 2001.

Anche l’acqua può essere una fonte di contaminazione a causa della potenziale presenza di microrganismi. L’inclusione di acidi organici è una pratica comune per controllarne la proliferazione e migliorare le performance degli animali.

Fitobiotici I fitobiotici rappresentano composti naturali di derivazione vegetale associati a proprietà antimicrobiche, antimicotiche, antiparassitarie, antinfiammatorie, antiossidanti e immunomodulatorie. Gli olii essenziali fanno parte di que-

- technical column -


TECHNICAL COLUMN Espressione MUC-2 Expresióndel degene MUC-2

sto gruppo. Le proprietà antiossidanti degli olii essenziali possono influenzare la risposta immunitaria, tuttavia può esserci un’elevata variabilità nei risultati dovuta a olii essenziali diversi.

Controllo

Senza soia Sin soja

1,41a

Con soia

Senza soia + proteasi

1,00a 1,17b

1,15ab

1,32a

Con soia + proteasi

Capsico

Figura 11 – Espressione del gene MUC-2 (associato alla produzione di mucina che protegge l’epitelio intestinale dai batteri patogeni e funge da substrato per quelli commensali) nelle diete in presenza o assenza di farina di soia, con o senza aggiunta di proteasi. Cowieson et al., 2016.

38,9a 56,7b

Controllo

Mix AE

0,84b

È stato anche evidenziato che gli enzimi esogeni hanno la capacità di degradare le proteine antigeniche presenti nella farina di soia e / o degradare i fattori antinutrizionali come gli inibitori della tripsina e le lectine (Cowieson et al., 2016).

84,4a 86,2b

Figura 10 – Effetto di diversi olii essenziali sulla digeribilità dei nutrienti. Ganesh e Bhat e col., 1984; Jamroz e col., 2005; Bravo, Pirgozliev et al., 2014.

Enzimi esogeni Per molti anni l’inclusione di enzimi esogeni nella dieta per ovaiole è stata una pratica standard. Le xilanasi, le β-glucanasi, le mannanasi, le lipasi, le proteasi, le fitasi, per citarne alcune, o addirittura le combinazioni di enzimi esogeni, sono spesso integrate alle diete a seconda della disponibilità e della qualità delle materie prime al fine di ridurre l’impatto dei fattori antinutrizionali, come NSP, acido fitico o inibitori di proteasi. Questi possono infatti influenzare il processo di digestione e l’assimilazione dei nutrienti rischiando di compromettere la salute dell’intestino. L’inclusione di carboidrasi può avere un impatto positivo sulla microflora intestinale per via del suo diverso meccanismo riducendo, in ultima analisi, l’effetto antinutrizionale degli NSP e producendo oligosaccaridi differenti con un potenziale effetto prebiotico. Allo stesso modo, l’inclusione di proteasi riduce la concentrazione di proteine non digeribili nell’intestino, che altrimenti innescherebbero fermentazioni che potrebbero influenzare la composizione del microbiota.

Conclusioni Il tratto intestinale delle ovaiole è formato da una serie di organi e svolge due importanti funzioni: la digestione e il supporto del sistema immunitario. Il microbiota presente nel tratto digerente è fondamentale per mantenere la salute dell’intestino e, quindi, la produttività dell’animale. Fattori come gestione, dieta, ecc. influenzano la presenza e la proliferazione di agenti patogeni che rappresentano un fattore di rischio che può scatenare infezioni. È pertanto necessario adottare tutte le azioni necessarie per mantenere l’equilibrio tra flora commensale e patogena. La migliore delle strategie è la prevenzione. Dal punto di vista nutrizionale esistono vari additivi per mangimi che hanno dimostrato, attraverso diversi meccanismi, il loro potenziale nel supportare il mantenimento dell’ecosistema intestinale e della funzione immunitaria. Tradotto da Gianluca Selva - ALI LOHMANN Distributore LOHMANN TIERZUCHT in Italia Per ulteriori informazioni e altri articoli Toolbox, visitare il sito: www.lohmann-breeders.com o contattare direttamente: LOHMANN BREEDERS GMBH Am Seedeich 9-11 - 27472 Cuxhaven / Germania Email: info@lohmann-breeders.com

- febbraio 2021 -

41


MANAGEMENT

Supporti in plastica, un valido aiuto nel controllo delle contaminazioni nella filiera avicola? Camarda A., Schiavone A., Pugliese N., Samarelli R., Circella E. Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

42

L’adozione di procedure di controllo della diffusione di agenti potenzialmente patogeni per gli animali e per l’uomo assume nel settore avicolo un’importanza fondamentale a causa dell’interconnessione tra i diversi anelli della filiera, che rende elevato il rischio di trasferimento delle contaminazioni da una fase all’altra.

- management -


MANAGEMENT

Il punto critico per la diffusione di agenti potenzialmente patogeni nella filiera delle uova da consumo e da riproduzione è certamente da individuare nelle numerose movimentazioni che avvengono quotidianamente dalle aziende ai centri di imballaggio e, da qui, alla distribuzione o agli incubatoi. Un controllo di tali processi diventa, pertanto, essenziale in un’ottica di riduzione significativa del rischio. I materiali utilizzati durante le diverse fasi di lavorazione possono giocare un ruolo considerevole nel processo di propagazione dei contaminanti di filiera. L’impiego di plateau in polpa di cellulosa, ad esempio, può rappresentare un fattore di rischio, specie quando si recuperano e si riutilizzano più e più volte, soprattutto in certi contesti e sotto la spinta della necessità di contenere i costi di gestione. È dimostrato che i plateau in polpa di carta, proprio a causa delle loro proprietà assorbenti, possono favorire l’adesione dello sporco e garantire la sopravvivenza dei germi per più giorni (Mohammadzadeh-Vazifeh et al., 2015). Di conseguenza, rappresentano un’importante fonte di contaminazione del guscio durante le fasi di trasporto, lavorazione o stoccaggio. Se usati correttamente, invece, hanno un costo

economico notevole, sia perché, per i motivi sopra accennati, non possono essere riutilizzati, sia perché per smaltirli secondo normativa devono essere sostenute spese anche di un certo rilievo. Il ricorso a supporti in plastica in cui alloggiare le uova potrebbe aiutare a risolvere alcune criticità. Ad oggi, tra i materiali utilizzati per la loro produzione, si annovera una resina termoplastica della famiglia delle poliolefine, ottenuta dall’etilene, che prende il nome di High Density PolyEthylene (HDPE). Si tratta di un materiale a elevata rigidità, resistente ad alcali, acidi, soluzioni saline e solventi organici, con un assorbimento d’acqua quasi nullo e facile da riciclare. I supporti realizzati con questo materiale possono essere facilmente lavati e disinfettati. Essi hanno il vantaggio di poter essere colorati e quindi identificati, agevolando gli operatori nella tracciabilità e nell’individuazione dei percorsi e riducendo significativamente il rischio di trasferimento di patogeni da una struttura all’altra. Queste plastiche, inoltre, sembrano essere efficaci nel contenere le contaminazioni batteriche e ridurre quindi il trasferi-

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- febbraio 2021 -

43


MANAGEMENT

coccus aureus, Pseudomonas aeruginosa, Bacillus cereus (Deshmuck et al., 2019).

!"

48 ore

La carica batterica rimane pressoché invariata

48 ore

#

Non sono presenti cellule vitali

!"

#

Riduzione della carica di Pseudomonas fluorescens sulle pedane in HDPE senza e con l’aggiunta di antibatterico. In queste ultime, dopo 48 ore la quantità di P. fluorescens è di 4.000 volte inferiore rispetto a quelle prive di additivo.

mento di microrganismi agli alimenti. A supporto di tale evidenza, uno studio di Rodríguez e McLandsborough (2010) dimostra come il passaggio di Listeria monocytogenes agli alimenti sia inferiore quando si utilizzano superfici in HDPE, persino rispetto a quando si fa ricorso a quelle in acciaio. Un potenziamento delle capacità antibatteriche dei supporti plastici potrebbe derivare dall’utilizzo di additivi che

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rendano più difficoltosa la colonizzazione e la sopravvivenza dei microrganismi sulle superfici. Tra questi, le nanoparticelle d’argento – già largamente impiegate in vari settori come, ad esempio, per il confezionamento degli alimenti, la cura delle ferite e la fabbricazione di indumenti antibatterici – sembrano essere molto efficaci nel contenimento delle contaminazioni, tra gli altri, da Escherichia coli, Salmonella choleraesuis, Staphylo-

- management -

In campo avicolo l’efficacia delle nanoparticelle d’argento è stata dimostrata da diversi autori. Molto efficace il lavoro di Banach et al. (2016) in cui è stata valutata su uova e incubatrici l’azione battericida e fungicida di una sospensione acquosa contenente argento. La ricerca ha dimostrato per queste molecole una capacità di abbattimento della carica micotica e batterica paragonabile a quella ottenuta utilizzando i raggi UV. I meccanismi di azione alla base dell’attività antibatterica delle particelle d’argento sono poco noti. Sembra, tuttavia, che siano legati alla loro capacità di interferire sul trasporto degli elettroni nella catena respiratoria e sulla fosforilazione dell’ADP. Essi, inoltre, potrebbero alterare la struttura della parete e della membrana batterica, interferendo anche con la replicazione del DNA (Verkhovski et al., 2019).

Un alleato nel controllo delle contaminazioni batteriche. Gli studi dell’Università di Bari Gli effetti derivanti dall’aggiunta di un additivo a base di nanoparticelle d’argento nelle plastiche utilizzate per produrre plateau, intermezzi e pedane sulla dinamica di sviluppo di contaminanti batterici di superficie (Pseudomonas fluorescens, Staphylococcus saprophyticus) o patogeni (Salmonella Enteritidis), sono stati studiati in alcuni trial effettuati presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. In un primo test è stato utilizzato come


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germe indicatore P. fluorescens, un contaminante ambientale capace di formare biofilm e quindi in grado di resistere a lavaggi e disinfezioni ripetute. Una sospensione contenente 108-9 UFC/ml di P. fluorescens è stata utilizzata per contaminare aree di 100 cm2 su pedane (Pallet GI-OVO), intermezzi (EggsCargoSystem GI-OVO) ed aree di 240 cm2 su plateau (Eggs Tray GI-OVO) di plastica, con e senza antibatterico. I risultati ottenuti hanno dimostrato che, sulla superficie plastica, la popolazione batterica tende a diminuire e che tale diminuzione è ancora più significativa con l’aggiunta dell’antibatterico.

Alcune prove effettuate presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari hanno fornito indicazioni particolarmente interessanti in questo senso. La contaminazione sperimentale di plateau e pedane in plastica con Salmonella Enteritidis mostra, infatti, una naturale capacità del materiale plastico di ridurre la carica batterica superficiale; tuttavia, questa riduzione è maggiore quando all’HDPE viene aggiunta la soluzione antibatterica. I dati di laboratorio, infatti, evidenziano che nelle plastiche contenenti nanoparticelle d’argento, nei 5 giorni successivi alla contaminazione il microrganismo viene inattivato da 1,43 a 1,8 volte più velocemente rispetto al controllo. Test atti a valutare la capacità di trasferimento del germe dai plateau, con o senza additivo, alle uova, non hanno tuttavia consentito di accertare differenze significative, ma hanno evidenziato comunque la scarsa tendenza dei materiali a base di HDPE a trasferire la S. Enteritidis. Non è escluso che la particolare forma dei plateau utilizzati possa facilitare la circolazione dell’aria tra le uova e favorire

Nelle pedane con l’additivo, ad esempio, già dopo 48 h la quantità di P. fluorescens è di circa 4.000 volte inferiore rispetto a quelle senza antibatterico. Stesso comportamento hanno manifestato gli intermezzi plastici, in cui l’aggiunta della soluzione a base di particelle d’argento determinava, a 120 ore dalla contaminazione, una riduzione della carica di P. fluorescens pari a 1,89 log rispetto a quella presente in intermezzi privi di additivo, dimostrando una capacità abbattente di circa 70 volte superiore rispetto al controllo. I test effettuati su contaminanti di superficie, come ad esempio Staphylococcus saprophyticus, hanno evidenziato che le plastiche contenenti l’antibatterico sono circa 164 volte più efficaci nel ridurre la carica batterica già nella prima ora dopo il contatto.

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È chiaro che la capacità antibatterica dei supporti utilizzati per lo stoccaggio, il trasporto o l’incubazione delle uova assume un’importanza forse anche maggiore qualora in grado di esprimersi nei confronti di patogeni specifici e non solo di contaminanti generici. La contaminazione superficiale dei plateau potrebbe favorire il passaggio di batteri potenzialmente patogeni sui gusci delle uova durante la lavorazione e lo stoccaggio.


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l’essiccamento delle superfici, riducendo di conseguenza il rischio di colonizzazione e di trasferimento dei batteri sul guscio. Il processo di inclusione delle nanoparticelle di argento alle plastiche rappresenta una fase critica del processo di produzione dei supporti. Alcuni preparati, infatti, tendono ad autoaggregarsi, riducendo di conseguenza la capacità battericida e manifestando, al contrario, un’indesiderata attività citotossica. Sono al momento in corso di studio alcuni stabilizzatori che potrebbero ridurre tali inconvenienti (Verkhovskii et al., 2019). In conclusione, l’utilizzo di supporti in materiale plastico, specie se additivati con sostanze ad attività antibatterica, possono rappresentare un valido alleato nel controllo delle contaminazioni lungo la filiera avicola. Resta inteso che possono dimostrarsi uno strumento realmente utile solo se inseriti all’interno di un programma di controllo igienico-sanitario più ampio, che si applichi alle diverse fonti di contaminazione, così da ridurre il rischio di trasferimento dei patogeni agli animali e all’uomo.

Bibliografia Mohammadzadeh-Vazifeh MM, Hosseini SM, Khajeh-Nasiri S, Hashemi S, Fakhari J. Isolation and identification of bacteria from paperboard food packaging. Iran J Microbiol. 2015;7(5)287-293. Rodríguez A, McLandsborough LA. Evaluation of the transfer of Listeria monocytogenes from stainless steel and high-density polyethylene to Bologna and American cheese. J Food Prot. 2007;70(3):600-6. doi:10.4315/0362028x-70.3.600. Deshmuck SP, Patil SM, Mullani SB, Delekar SD. Silver nanoparticles as an effective disinfectant: A review. Mater Sci ng C Mater Biol Appl. 2019;97:954-965. doi: 10.1016/j. msec.2018.12.102. Banach M, Tymczyna L, Chmielowiec-Korzeniowska A, Pulit-Prociak J. Nanosilver Biocidal Properties and Their Application in Disinfection of Hatchers in Poultry Processing Plants. Bioinorg Chem Appl. 2016:5214783. doi: 10.1155/2016/5214783. Verkhovskii R, Kozlova A, Atkin V, Kamyshinsky R, Shulgina T, Nechaeva O. Physical properties and cytotoxicity of silver nanoparticles under different polymeric stabilizers. Heliyon. 2019;5(3):e01305. doi: 10.1016/j.heliyon.2019.e01305.

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NUTRIZIONISTICA

La mutevole attività dell’anidrasi carbonica da enzima respiratorio a enzima digestivo L’anidrasi carbonica è un enzima che riveste un’importanza fondamentale per la corretta funzionalità digestiva. La produzione dell’anidrasi carbonica è influenzata da fattori alimentari che riescono a inibirla o ad attivarla.

Pier Enrico Rossi Medico veterinario

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La respirazione è l’attività che permette, tramite il corretto funzionamento dell’apparato respiratorio, di assimilare ossigeno dall’aria esterna ed espellere, attraverso il medesimo apparato, anidride carbonica all’esterno. A livello tissutale tutte le cellule dell’organismo raggiunte dal flusso sanguigno arterioso assumono ossigeno, per poter eseguire tutte le reazioni del metabolismo anabolico, e cedono anidride carbonica, come risultato finale del metabolismo catabolico, al ritorno venoso del flusso ematico. Tale attività può essere definita “respirazione cellulare”.

- nutrizionistica -


NUTRIZIONISTICA

Sia l’ossigeno che l’anidride carbonica sono molecole allo stato gassoso; per essere trasportato dal flusso ematico, l’ossigeno (molto reattivo) si lega direttamente all’emoglobina, mentre l’anidride carbonica (notoriamente inerte) deve prima subire una trasformazione, reagendo con l’acqua, per dare origine all’acido carbonico. L’anidrasi carbonica, enzima presente nei globuli rossi del sangue, ha il compito di catalizzare la reazione tra anidride carbonica (CO2) e acqua (H2O), dando origine all’acido carbonico (H2CO3) secondo l’equazione chimica: H2O + CO2 ↔ HCO3- + H+. La direzione in cui la reazione ha luogo dipende dalla concentrazione di CO2: se questa è bassa, come nei polmoni, l’acido viene dissociato e viene liberata anidride carbonica; se è elevata, l’anidride carbonica si lega all’acqua che forma i carbonati e questi vengono trasportati dal sangue ai polmoni. Esistono almeno 12 isoforme di anidrasi carbonica, a seconda del tessuto o del tipo di cellule in cui sono localizzate. Tra i ruoli biologici ormai riconosciuti alle varie forme di anidrasi carbonica vi sono: • acidificazione del tessuto renale; • controllo della pressione oculare; • controllo ionico dell’apparato riproduttivo; • riassorbimento osseo; • controllo della gluconeogenesi; • controllo dell’eccitabilità neuromuscolare; • secrezione acida gastrica. Il ruolo svolto dall’anidrasi carbonica nella secrezione acida gastrica rende tale enzima indispensabile per la

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NUTRIZIONISTICA

ed è sempre grazie all’anidrasi carbonica che si alimenta di ioni bicarbonato l’antiporto* Cl-/HCO3- grazie al quale gli ioni di cloro entrano nel lume contro il loro gradiente, col risultato della formazione di acido cloridrico HCl nel lume gastrico.

corretta funzionalità digestiva. L’acido cloridrico, HCl, prodotto dalle cellule parietali dello stomaco, è in grado di portare il pH del lume gastrico a valori compresi tra 1 e 2. Le cellule parietali devono operare contro un gradiente molto elevato (essendo il pH una scala logaritmica, portare protoni dallo spazio intracellulare – avente un pH di circa 7 – a quello luminale – che può essere di 1 – significa avere una differenza di concentrazione anche di 1 milione a 1) e sono quindi dotate di molti mitocondri, poiché la loro attività è molto dispendiosa. Il pH basso ha la funzione di rendere l’ambiente inospitale per i macro e microrganismi, denaturare le proteine alimentari e attivare il pepsinogeno in pepsina. Inoltre l’acido cloridrico favorisce l’assorbimento di calcio e ferro combinandosi con essi, formando sali solubili. Il bicarbonato HCO3- viene prodotto dalle cellule epiteliali e ha la funzione di neutralizzare l’alta acidità per rendere possibile la sopravvivenza delle cellule della parete dello stomaco. In questa funzione riceve l’aiuto del muco, un colloide viscoso prodotto dalle cellule mucipare che protegge la mucosa gastrica dagli acidi digestivi, intrappolando HCO3- al suo interno. Quindi l’anidride carbonica derivata dal catabolismo cellulare, legandosi con l’acqua in una reazione catalizzata dall’anidrasi carbonica, dà origine all’acido carbonico: H2O + CO2 ↔ H2CO3. L’acido carbonico si dissocia poi spontaneamente, formando bicarbonato e un protone H2CO3- ↔ HCO3- + H+. È grazie all’azione dell’anidrasi carbonica che viene alimentata la pompa protonica H+/K+ ATPasi che trasferisce protoni nel lume gastrico, scambiandoli con ioni potassio,

L’anidrasi carbonica è quindi fondamentale oltre che per la respirazione anche per la digestione. In animali a lunga vita, quali riproduttori e ovaiole, frequentemente, con l’avanzare dell’età, si presenta una riduzione dell’attività epatica e renale, con conseguente limitazione delle principali vie metaboliche di attivazione e detossificazione dei substrati alimentari. Un fegato o un rene compromessi non saranno in grado di attivare la provitamina D a Vitamina D, con tutte le conseguenze negative che ne seguiranno. La produzione di anidrasi carbonica è molto influenzata da fattori alimentari in grado di inibirne o attivarne la produzione. Inibitori dell’anidrasi carbonica sono l’anione clorato, silicati e solfati, mentre esercitano un’azione di attivazione gli anioni fosfato e calcico e in particolari alcuni glicosidi. Questi sono un gruppo eterogeneo di sostanze naturali, ampiamente diffuse nel mondo vegetale, accumunate da una struttura che vede legate assieme una parte zuccherina, chiamata glicone, e una parte non zuccherina, chiamata genina o aglicone. I glicosidi si comportano come dei veri e propri pro-farmaci: una volta assunti subiscono infatti dei processi di idrolisi enzimatica che separano la parte zuccherina dall’aglicone; quest’ultimo, in genere, rappresenta la frazione farmacologicamente attiva della molecola. L’inclusione di essenze vegetali, quali Solanum glaucophyllum (insieme al Cardo mariano) ed estratto di Aspergillus oryzae, è in grado di esercitare una forte azione di attivazione della produzione di anidrasi carbonica. L’azione dell’Aspergillus oryzae è in grado di attivare la produzione endogena di anidrasi carbonica, ma soprattutto di apportare direttamente nel lume intestinale acido carbonico ed enzimi, in grado di provocare l’idrolisi del glicoside presente nel Solanum glaucophyllum, liberando 1,25-diidrossicolicalciferolo, che rappresenta la forma attiva della Vitamina D3. Tale essenza favorisce l’assorbimento intestinale del calcio e del fosforo, stimolando la deposizione ossea di Ca e P, mobilitando il Ca e il P osseo, favorendo le funzioni muscolari e l’attività immunitaria. I glicosidi del Cardo mariano, quali la silibinina, l’isosilibina e la silicristina, favoriscono invece la rigenerazione del tessuto epatico, ottimizzando l’indice di conversione.

* L’antiporto (trasporto di membrana) consente il passaggio contemporaneo, ma in direzioni opposte, di due ioni e/o molecole differenti. Il simporto consente il passaggio contemporaneo, ma nella stessa direzione, di due ioni e/o molecole differenti.

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22 ~ 24 settembre 25 ~ 27 maggio

Meat and Poultry Industry Russia Industry Russia & VIV 2021 IEC Crocus Expo, Padiglione 2, Sala 7 e 8 Mosca, Russia Per informazioni: Gruppo Asti Tel.: +7 (495) 797-69-14 Email: info@meatindustry.ru Web: meatindustry.ru

10 ~ 12 giugno

VIV TURKEY International trade fair for poultry technologies Istanbul Expo Center Istanbul, Turchia Per informazioni: Mrs Hande Çakıcı Tel.: +90 212 216 4010 Fax: +90 212 216 3360 Email: hande@hkf-fairs.com Web: www.viv.net/events/viv-turkey2021-istanbul

21 ~ 23 luglio ILDEX Vietnam

Saigon Exhibition and Convention Center (SECC) Ho Chi Min City, Vietnam Per informazioni: Saengtip Techapatiphandee Tel.: +662 111 6611 ext. 330 Email: saengtip@vnuasiapacific.com

VIV-ASIA International Trade Show from feed to food for Asia New venue: at Impact Muang Thong Thani Bangkok, Tailandia Per informazioni: Worldwide VNU Exhibitions Europe P.O.Box 8800 3503 RV Utrecht – Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2700 Fax: +31 (0) 30 295 2809 Sud Est Asia VNU Exhibitions Asia Pacific Co., Ltd. 88 The PARQ, 4th Fl., West Wing Ratchadaphisek Rd., Khlong Toei, Khlong Toei Bangkok 10110 Tailandia Tel.: +662 111 6611 Email: info@vnuasiapacific.com Web: vivasia.nl

23 ~ 25 novembre

VIV-MEA International trade show from feed to food for Middle East and Africa ADNEC Abu Dhabi National Exhibition Centre Khaleej Al Arabi Street, Abu Dhabi, EAU Per informazioni: VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O. Box 8800 – 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Tel.: +31 (0) 30 295 2999

Email: viv.mea@vnuexhibitions.com Web: www.vivmea.nl Tel.: 800 23632 and international Tel.: +971 (0) 2 444 6900 Fax: +971 (0) 2 444 6135 Web: www.adnec.ae

24 ~ 26 novembre

ILDEX Indonesia 2021 5° International livestock, dairy, meat processing and aquaculture exposition ICE Jakarta, Indonesia Per informazioni: Web: www.ildex-indonesia.com/ contactus

2022 18 ~ 20 gennaio

VICTAM and VIV Health & Nutrition Asia 2022 Trade show & forum focusing on feed, pharma & genetics in the animal protein production Bitec, Bangkok, Tailandia Per informazioni: Panadda KongmaHead of competence center livestock Tel.: +662 670-0900 Ext. 204 Email: panadda@vnuexhibitionsap.com Zhenja Antochin, Event Manager Tel.: +31 (0) 6 8379 9693 Email: zhenja.antochin@vnuexhibitions.com Tel.: +66 (0) 2 726 1999 +66 (0) 2 366 9797 Fax: +66 (0) 2 726 1939 (Sales Office) Web: www.bitec.net

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Per informazioni: Jaarbeurs Exhibition Center, Utrecht, Paesi Bassi Web: www.viveurope.nl


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Edizione italiana Anno XXXII • Febbraio 2021


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