Zootecnica International – giugno 2022 – POSTE ITALIANE S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Firenze
L’avicoltura soffre l’impennata dei costi di produzione Commercio mondiale di uova, i flussi di import ed export a livello nazionale La salute intestinale nella produzione avicola: cosa, come e perché
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Nuove tramoggette della serie «Gió» Appositamente realizzate per grandi allevamenti, grazie alla facile regolazione della quantità di mangime e all'assenza della griglia (che impedisce ai pulcini di rimanere intrappolati), le tramoggette Gió presentano numerosi vantaggi: semplici da usare e veloci da pulire, portano ad una notevole riduzione dei costi di lavoro. CODAF Poultry Equipment Manufacturers • Via Cavour, 74/76 • 25010 Isorella (Brescia), ITALY Tel. +39 030 9958156 • Fax: +39 030 9952810 • info@codaf.net • www.codaf.net
EDITORIALE La storia si ripete, come già espresso da illustri filosofi come Giambattista Vico, vissuto a cavallo tra il 1600 e il 1700. Il conflitto ucraino ne offre un esempio. I nuovi eventi fungono da acceleratori di un cambiamento in atto significativo nelle nazioni occidentali ed europee che non è ancora dato valutare. Ciò che è certo è che non possiamo non sentirci partecipi e protagonisti, riflettendo sulle dinamiche che hanno prodotto certe tensioni, correggendo talune scelte di breve periodo con progettualità di largo respiro. Gli assunti da rivedere sono molti, tra questi il fatto che il mondo non è stabile, la pace non è un dogma assoluto, gli imprevisti che giungono anche da lontano sono ormai la regola. La globalizzazione sta mostrando instabilità. Quando il meccanismo della delocalizzazione della produzione di beni e servizi in molteplici Paesi, alla ricerca di condizioni di maggiore convenienza economica, si inceppa, fa sorgere criticità, vecchie e nuove. La pandemia, fenomeno di impatto globale, ma che ha avuto risposte diversificate nei diversi Paesi, ha innescato problemi di produzione e di commercio globale, con ripercussioni nella vita di tutti noi. Un altro assunto da rivedere è quello secondo il quale i fornitori di materie prime sono stabili e non avranno mai problemi di approvvigionamento. Il conflitto ucraino, le sanzioni occidentali alla Russia e il conseguente incremento del costo dell’energia ci creano difficoltà e ansie. Ma non è una novità, la storia si ripete: basterebbe ricordarsi la crisi energetica degli anni ’70 e le domeniche con la circolazione a targhe alterne. Le lezioni della storia non sono bastate per ricorrere a rimedi concreti. La transizione “green” sarebbe auspicabile, aria e mari puliti, energia naturale illimitata a basso costo. Forse abbiamo avuto un approccio ideologico eccessivo che ha distorto molti contenuti, con strumentalizzazione dei media. Occorre recuperare una sana pianificazione, spiegare che nuove fonti energetiche nell’immediato costano di più, ma poi si avranno i benefici grazie a progetti di largo respiro ma seri, ben pianificati e realizzati.
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SOMMARIO
ATTUALITÀ................................................................................................ 4 PRIMO PIANO
Stress da calore: tre modi per adeguare l’alimentazione degli avicoli ai cambiamenti climatici.................................................................12 Nuove tecnologie per il settore avicolo al Fieravicola Poultry Forum....................16
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REPORTAGE
A Rimini il 56° incontro annuale dell’Associazione Scientifica di Avicoltura..........18
DOSSIER
L’avicoltura soffre l’impennata dei costi di produzione.........................................24
MARKETING
Commercio mondiale di uova, i flussi di import ed export a livello nazionale..................................................... 28
TECHNICAL COLUMN
Intra Calferol, uova splendenti!......................................................................... 32
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MANAGEMENT
Il futuro della pulcinaia..................................................................................... 36 Effetti dello svezzamento sul comportamento e sull’integrità ossea delle ovaiole accasate in voliera........................................ 42
NUTRIZIONISTICA
Aggiunta di xilanasi termostabile al mangime per migliorare performance e salute del tratto gastrointestinale................................................................... 44 La muramidasi microbica nella dieta migliora la crescita, sia da sola che associata a promotori di crescita antibiotici (AGP)...................... 48
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VETERINARIA
La salute intestinale nella produzione avicola: cosa, come e perché.................. 50
MARKET GUIDE................................................................................... 52 GUIDA INTERNET............................................................................... 56
ATTUALITÀ
Da Israele lanciato un rivoluzionario sistema in grado di cambiare sesso ai pulcini direttamente in-ovo L’avveniristica tecnologia, senza manipolazione genetica, è stata presentata al Poultry Forum a Rimini e potrebbe fornire una soluzione al problema dell’eliminazione dei pulcini maschi quando non utili al ciclo produttivo. Al Fieravicola Poultry Forum è stata dedicata una sessione di approfondimento, curata dalla sezione italiana della World Poultry Science Association e rappresentata a Rimini dal Presidente Martino Cassandro, sulle sfide che attendono in futuro il settore delle uova, cominciando dalla gestione dei maschi di gallina ovaiola.
ché sono diventati femmine. Il sistema è già attualmente in sperimentazione anche in Italia e potrebbe cambiare le regole del gioco risolvendo un problema potenzialmente di forte impatto per il settore avicolo. Sembra fantascienza ma non lo è, semplicemente è un’applicazione di epigenomica naturale, senza manipolazione genetica.
Oggi infatti – come ha ricordato Joël Gautron, ricercatore della francese Inrae (Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement), i pulcini maschi vengono eliminati al momento della schiusa perché non utili né al ciclo produttivo delle uova, né efficienti come i polli delle linee da carne per l’ingrasso.
Ricordiamo che a oggi l’eliminazione dei pulcini rimane uno dei mezzi ancora utilizzati, anche se in Europa alcuni Paesi hanno già messo al bando questa pratica e altre nazioni, Italia compresa, hanno già stabilito che li seguiranno a breve.
La grande novità arriva da Israele. Un nuovo sistema, presentato a Rimini da Yael Alter, cofondatrice di “Soos” che, sfruttando vibrazioni acustiche a una determinata frequenza, trasforma il sesso dell’embrione da maschile a femminile, senza dover più eliminare i pulcini maschi per-
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Come procedere allora? Il tema non è solo sentito dal consumatori, ma anche dall’industria del settore avicolo per la sua rilevanza in termini economici e etici. La tecnologia messa a punto da Israele potrebbe rappresentare una grande svolta.
- attualità -
ATTUALITÀ
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ATTUALITÀ
I sottoprodotti alimentari saranno utilizzati per la produzione di biogas e non più per la zootecnia La conversione in legge del Decreto del Governo contenente le misure per affrontare la crisi energetica rischia di avere conseguenze devastanti per il settore dell’alimentazione animale e della zootecnia, e mette a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari. dati che rendono l’Italia virtuosa e all’avanguardia in tema di economia circolare e sostenibilità nel settore agroalimentare. Prevedere la possibilità di utilizzare questi sottoprodotti per la produzione di biogas creerebbe una concorrenza sleale e innaturale tra il settore energetico e quello alimentare. Le conseguenze sarebbero un’ulteriore spinta all’inflazione, con un nuovo aumento dei prezzi delle materie prime agricole impiegate dalla mangimistica, già oggi del tutto insufficienti a coprire la domanda interna, e un pericolo reale per la sicurezza alimentare dell’Italia, che sconta una grave dipendenza dall’estero per i suoi approvvigionamenti. Il provvedimento prevede infatti la possibilità di dirottare i sottoprodotti alimentari, da sempre impiegati nell’alimentazione per animali, all’uso per la produzione di biogas. Assalzoo – Associazione nazionale Produttori di Alimenti Zootecnici – è fermamente contraria a questa norma sbagliata e pericolosa, che sottrae risorse preziose per la produzione alimentare e rischia di colpire gravemente il settore agro-zootecnico-alimentare italiano. Il ddl di conversione del Decreto Legge n.17 del 2022 dispone in modo sorprendente l’impiego di sottoprodotti provenienti dall’industria agroalimentare nei biodigestori
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per la produzione di biometano. Tra questi figurano i prodotti derivanti dalla lavorazione dei cereali - come la crusca, lo zucchero, il melasso e le polpe di barbabietole, tutti i sottoprodotti dell’industria della panificazione, dei prodotti da forno e della pasta, fino addirittura alle farine di semi oleosi, che l’Italia è costretta a importare massicciamente da Paesi terzi a caro prezzo. Sono circa 9 milioni di tonnellate all’anno di materie prime secondarie provenienti da vari circuiti alimentari che vengono valorizzate dalla mangimistica italiana per la produzione di alimenti destinati al bestiame allevato nel nostro Paese;
- attualità -
Secondo Assalzoo, che si è opposta a questa misura sui sottoprodotti, la scelta è del tutto errata e sarà un vero e proprio boomerang che colpirà gli italiani in un bene irrinunciabile come quello alimentare. Una norma tanto più incomprensibile, soprattutto in un momento in cui la grave pandemia in corso e gli effetti del conflitto russo-ucraino hanno già messo e stanno mettendo a dura prova la produzione agro-zootecnica e la sicurezza degli approvvigionamenti del nostro Paese, a causa delle difficoltà di reperire le materie prime necessarie a garantire la produzione alimentare. Fonte: Assalzoo
ATTUALITÀ
La Spagna adotterà un piano per evitare l’abbattimento dei pulcini maschi normative europee sul benessere degli animali previste ©galleries.jiangaophoto.com
dalla strategia From Farm to Fork.
Il governo spagnolo ha annunciato che dall’autunno 2022, insieme ai produttori di uova, presenterà un piano volto a evitare l’abbattimento dei pulcini maschi coinvolti nella filiera alimentare. La problematica sarà presa in considerazione anche a Bruxelles, entro il 2023, nell’ambito della revisione delle
Animal Equality ha lanciato nel 2020 una campagna proprio per chiedere a Governi e industria del settore di porre fine a questa situazione. Grazie a questo lavoro, già nel 2020, l’associazione di categoria dei produttori di uova Assoavi e la catena di supermercati Coop si erano dichiarati favorevoli all’introduzione di tecnologie in-ovo sexing in grado di evitare l’abbattimento dei pulcini maschi. In Paesi come Francia e Germania la normativa per evitare l’uccisione dei pulcini maschi è stata già introdotta, mentre l’iniziativa pubblica lanciata dalla Commissione UE per eseguire un controllo di adeguatezza delle norme vigenti sul benessere degli animali ha messo in luce il forte interesse da parte dei cittadini europei per vietare l’abbattimento selettivo dei pulcini maschi nell’industria delle uova.
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ATTUALITÀ
Il Poultry Forum accende i riflettori sulla filiera avicola Il Poultry Forum ha ospitato sette convegni, con centocinquanta presenze in media a sessione, quaranta relatori e diversi incontri con le istituzioni. Dopo l’inaugurazione con il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, sono intervenuti, tra gli altri, il sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa, il sottosegretario del Mipaaf, Sen. Francesco Battistoni, e l’assessore regionale alle Politiche, Agricole Alessio Mammi. bero imporre regimi alimentari che escludono le proteine animali a favore del cibo sintetico. Sul fronte interno, si deve far fronte all’aumento dei costi di produzione e limitarne la ricaduta sui consumatori; il settore è pronto a confrontarsi con tutti gli attori in campo, a partire dalla distribuzione, per trovare soluzioni condivise”.
Sono stati tre giorni di approfondimento e networking per una filiera che ha risposto compatta all’appuntamento: produttori, mangimistica, aziende di tecnologia innovativa e associazioni scientifiche. La cena di gala che ha concluso l’evento è stata un ulteriore momento, più informale, per relazionarsi e proseguire nel confronto, grazie alla partecipazione di circa 150 persone in rappresentanza delle imprese e delle autorità intervenute al Poultry Forum. “Siamo molto soddisfatti di questa prima edizione – ha dichiarato il presidente di Fieravicola Renzo Piraccini – che ha acceso i riflettori su un settore straordinario come quello avicolo, un comparto che ha bisogno di fare networking e questo
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appuntamento è sicuramente stato un’occasione importante. È soprattutto un grande risultato avere messo tutta la filiera avicola attorno a questo tavolo”. “Il Poultry Forum si è dimostrato un’occasione preziosa per inquadrare al meglio le sfide che ci attendono: dobbiamo essere sempre più in grado di adattarci ai contesti di crisi e migliorare ancora la nostra capacità di resilienza, grazie alla quale abbiamo affrontato prima la pandemia e ora le incertezze del mercato” – ha spiegato Lara Sanfrancesco, direttore Unaitalia. “Sul fronte europeo siamo pronti a difendere carni bianche e uova come parte essenziale di una dieta equilibrata, respingendo gli attacchi delle lobby che vorreb-
- attualità -
“Abbiamo affrontato in questi giorni i temi più importanti che interessano tutta la filiera – ha commentato Stefano Gagliardi, direttore di Assoavi – discutendo, programmando, elaborando soluzioni per le criticità che stiamo affrontando. Credo che l’obiettivo principale di questo appuntamento sia stato raggiunto: ritrovarci per dedicare al settore tutta l’attenzione che merita, passo fondamentale di fronte alle difficoltà in cui ci troviamo ogni giorno a operare. Anche il momento conviviale che ha visto oltre 150 presenze tra imprese e istituzioni è stato l’occasione per rafforzare il networking tra tutti i soggetti della filiera”. L’evento professionale è stato organizzato da Fieravicola, in collaborazione con Assoavi, Unaitalia e le associazioni scientifiche di settore WPSA (World’s Poultry Science Association), SIPA (Società italiana di Patologia Aviaria) e ASIC (Associazione Scientifica Italiana di Coniglicoltura).
ATTUALITÀ
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ATTUALITÀ
Guerra in Ucraina, Coldiretti preoccupata per i rincari dei mangimi Il rincaro spaventoso del costo dei mangimi è un macigno sugli allevamenti avicoli italiani, che si trovano in forte difficoltà, a causa dei rincari delle materie prime che da mesi si abbattono sulle imprese avicole, e rischiano di dove fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale. ne di carni e uova Made in Italy. Lo scenario odierno, con le nostre aziende in grave affanno che non riescono più a sostenere i costi produttivi e sono costrette a vendere a prezzi che non garantiscono un adeguato profitto, favorisce le importazioni di carni e uova straniere da Paesi che non osservano gli stessi nostri criteri di allevamento, di rispetto dell’ambiente e del lavoro rappresentando una minaccia per la nostra salute”. Preoccupazioni identiche sono state sollevate anche dal settore avicolo lombardo e toscano. Una recente indagine del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha calcolato che le aziende del settore per il solo costi dei mangimi potranno arrivare a spendere fino a 166mila euro, con perdite medie fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli. La razione animale, infatti, secondo l’indagine Ismea, è la voce di costo che pesa di più sui bilanci aziendali e che sta registrando gli aumenti più significativi, soprattutto per mais, soia e orzo. L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole – sottolinea Coldiretti – a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori, che negli ultimi 10 anni sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais. Durante questi anni è scomparso anche un campo di grano su cinque, con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, perché molte industrie hanno preferito continuare ad acquistare sul mercato mondiale, approfittando dei prezzi bassi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera. A lanciare l’allarme sui rincari dei mangimi è stata Coldiretti, preoccupata per il settore avicolo, tra i più duramente colpiti dai rincari, “con aumenti medi dei costi correnti del 53%, se consideriamo i principali fattori produttivi”, ha dichiarato Massimiliano Bernabini, Presidente Coldiretti Forlì-Cesena. “L’avicoltura è un comparto in forte espansione nella nostra regione, anche in virtù di un costante aumento della domanda da parte dei consumatori, che contribuisce all’autosufficienza nazionale della produzio-
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Per aiutare le imprese agricole il Consiglio dei Ministri ha approvato all’interno del D.L. Aiuti, su espressa richiesta di Coldiretti, ulteriori fondi per 180 milioni per l’accesso delle imprese agricole alla garanzie Ismea sui mutui ritenuto importante per salvare il Made in Italy. Si tratta di misure che vanno a sommarsi alle altre iniziative assunte dall’esecutivo Draghi già attivate nelle scorse settimane.
- attualità -
Fonte: Coldiretti
MAXIBAN
ATTUALITÀ
PROTEZIONE OTTIMALE DELL’INTEGRITÀ INTESTINALE Un ottimale controllo della coccidiosi consente migliori conversioni alimentari, migliori crescite e garantisce maggior valore.
Un recente studio ha confrontato l’efficacia di due ionofori - monensin e narasin - in combinazione con nicarbazina per il controllo della coccidiosi.
Descrizione dello studio: Lo studio ha coinvolto 4400 broiler (Ross 308), infettati sperimentalmente con coccidi (giorno 1 mediante lettiera infetta e giorno 7 con una dose di vaccino commerciale per coccidiosi pari a 11 volte quella raccomandata) e valutati in base alle loro prestazioni produttive e alla presenza di lesioni macroscopiche a livello degli organi interni.
Due Gruppi di trattamento: • Gruppo 1: 2200 animali trattati con Maxiban (giorno 1 – 27) + Monteban (fino al giorno 33). • Gruppo 2: 2200 animali trattati con una associazione monensin/nicarbazina (giorno 1 – 27) + Monteban (fino al giorno 33).
+5,7%
+7,5%
+13,1%
Miglioramento della conversione alimentare
Incremento del Peso vivo
Incremento del peso del petto
Risultati dello studio: Maxiban, rispetto all’associazione monensin/nicarbazina, ha migliorato significativamente i parametri produttivi del gruppo di animali trattati.
Tabella 1. PERFORMANCE DEI BROILER TRATTATI CON MAXIBAN O MONENSIN+NICARBAZINA monensin+ nicarbazina
Maxiban
Differenza
Indice di conversione Alimentare (cumulato)
1,642a
1,549b
-0,093 (5,7%)
Peso corporeo (g)
2.026a
2.178b
+152g (7,5%)
a,b Valori con lettere differenti in apice sono significativamente differenti (p<0,05).
Tabella 2. RESA AL MACELLO DEI BROILER TRATTATI CON MAXIBAN O MONENSIN+NICARBAZINA monensin+ nicarbazina
Maxiban
Differenza
Resa netta (g)
1.400a
1.517b
+117g (8,3%)
Peso petto (g)
580a
656b
+76g (13,1%)
a,b Valori con lettere differenti in apice sono significativamente differenti (p<0,05).
Maxiban, rispetto all’associazione monensin+nicarbazina, ha migliorato significativamente i parametri produttivi degli animali trattati, in particolare il peso corporeo alla macellazione e la conversione alimentare1. Maxiban, rispetto all’associazione monensin+nicarbazina, ha migliorato significativamente la resa al macello1.
Bibliografia: 1 Farran, M.T., Shaib, H., Hakeem, W.G., Kaouk, Z.M., Harkous, A.A. 2020. Performance of Eimeria-challenged male broilers fed 2 ionophore-nicarbazin combinations. Journal of Applied Poulty Research. (3):684-691. Maxiban, Monteban, Elanco e la barra diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. © 2022 Elanco. PM-IT-22-0044
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IN PRIMO PIANO
Stress da calore: tre modi per adeguare l’alimentazione degli avicoli ai cambiamenti climatici In estate, soprattutto in tempi di riscaldamento globale, gli esseri umani sudano per rinfrescarsi. Ma come affrontano il caldo i nostri animali?
La produzione avicola mondiale si trova a fronteggiare una temperatura ambientale più elevata e periodi prolungati di condizioni climatiche difficili. È tuttavia necessario mantenere la produzione efficiente per soddisfare la domanda globale di prodotti avicoli con il minor impatto possibile su clima e ambiente. Nei periodi di forte stress termico, oltre a migliori condizioni di accasamento e ventilazione degli animali, anche un adeguamento delle strategie di alimentazione può aiutare a mantenere la produttività. La gestione dei mangimi, la loro composizione e l’uso di additivi rappresentano tre modi per adattare l’alimentazione avicola ai cambiamenti climatici. Feed Safety for Food Safety®
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1. Gestione dell’alimentazione: suggerimenti utili • Posticipare il tempo di alimentazione dopo il picco di caldo giornaliero per ridurre la produzione di calore metabolico durante le ore più calde della giornata. • Effettuare dei passaggi graduali nell’alimentazione durante le fasi di stress da calore cronico (lunghi periodi con temperature elevate).
- in primo piano -
IN PRIMO PIANO
• Evitare cambi di mangime e aggiungere integratori all’acqua di bevanda durante le fasi di stress da calore acuto (rapido aumento della temperatura).
2. Fabbisogno nutritivo e composizione della dieta La produzione di calore corporeo è il risultato della digestione e del metabolismo. Per abbassare il calore corporeo è necessaria una certa differenza di temperatura tra l’animale e l’ambiente. Se ciò non avviene, il soggetto diminuirà di conseguenza il consumo di mangime. Ridurre la quantità di proteine grezze è una misura efficiente per abbassare la produzione di calore metabolico. Per evitare limitazioni nella sintesi proteica, non dovrebbe essere modificato il rapporto tra energia e amminoacidi essenziali. La fonte di energia con la percentuale più bassa di produzione di calore metabolico è il grasso digeribile; tuttavia, durante lo stress, quella prevalentemente richiesta è il glucosio. È pertanto fondamentale selezionare la giusta combinazione di fonti energetiche altamente digeribili. I soggetti non possono compensare gli squilibri nell’apporto di nutrienti; ciò porta a un livello più elevato di grasso addominale e a una scarsa qualità della carcassa.
• A livello cellulare si può osservare una ridotta sintesi di proteine e DNA/RNA. Gli animali devono gestire lo stress ossidativo e la maggiore richiesta di proteine dovuta allo shock termico per proteggersi dalla denaturazione. • Una circolazione cutanea più intensa riduce il flusso sanguigno verso il tratto gastrointestinale, limitando l’apporto di nutrienti e ossigeno. Questo aumenta lo stress ossidativo con un impatto negativo sulle connessioni tra le cellule intestinali (enterociti), le cosiddette “giunzioni strette”. • Una ridotta assunzione di mangime e i cambiamenti nelle caratteristiche del digesta possono provocare disbatteriosi, disturbando la funzione di barriera dell’intestino e favorendo il rischio di sviluppare la sindrome dell’intestino permeabile. Nelle aree in cui lo stress da calore è previsto per diverse settimane o mesi, una soluzione è l’uso strategico di additivi per mangimi: tre gruppi di additivi aiutano, infatti, a mitigare le reazioni fisiologiche allo stress da calore e le sue conseguenze.
3. Proteggere gli animali con additivi mirati: la betaina anidra, un additivo multifunzionale
calore e umidità minor ingestione di mangime
flusso sanguigno alterato
deficit nutrizionale
calo di ossigenazione
alterazione del microbiota
ossidativo intestino permeabile e infiammato diminuzione delle prestazioni e dell’efficienza incremento della mortalità basso profitto
Figura 1 – Effetto dello stress termico sulle prestazioni di accrescimento degli avicoli (adattato da Alagawany et al., 2017).
Reazioni fisiologiche durante lo stress da calore e conseguenze • L’aumento dell’emissione di calore provocata dalla respirazione accelerata provoca un’alcalosi respiratoria attraverso la crescita di esalazioni di CO2. Ciò si traduce in squilibri elettrolitici con effetti sull’osmoregolazione intestinale e sul consumo di acqua.
Mantenere l’osmoregolazione è fondamentale per il funzionamento delle cellule intestinali. La betaina anidra è di facile assorbimento ed è una molecola organica con spiccate proprietà osmotiche: • supporta gli enterociti e riduce gli sforzi per l’osmoregolazione tramite l’attività della pompa sodiopotassio. Migliora la ritenzione idrica e l’apporto di elettroliti. Evita una sete eccessiva e un’assunzione sproporzionata di acqua con conseguenze negative sulla qualità della lettiera. • A livello metabolico, la betaina aumenta l’apporto di gruppi metilici che aiutano a compensare lo stress indotto dal calore (produzione di adrenalina), nonché la ridotta sintesi di proteine e DNA/RNA. Anche le funzioni immunitarie, spesso soppresse durante lo stress da calore, sono supportate dai gruppi metilici supplementari forniti dalla betaina. Nel complesso, la betaina anidra fornisce energia supplementare grazie al miglior bilancio osmotico e agli amminoacidi biodisponibili, ottimizzando il ciclo di rimetilazione della metionina in modo da fornire i gruppi metilici necessari per metabolizzare altri amminoacidi tempo-
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IN PRIMO PIANO
smutasi, il glutatione è il secondo più importante antiossidante endogeno ed è costituito da tre rilevanti amminoacidi: cisteina, acido glutammico e glicina. Se i glicinati sono usati come fonte di minerali organici, la glicina aggiunta supporta la sintesi del glutatione e aiuta a ridurre il danno cellulare e tissutale. A livello intestinale, la riduzione dello stress ossidativo gioca un ruolo fondamentale nell’evitare la sindrome dell’intestino permeabile.
Pro e prebiotici per supportare la salute intestinale Figura 2 – Un intestino sano (a sinistra) riassorbe efficacemente i nutrienti e svolge una funzione di barriera contro agenti patogeni e tossine. In un intestino danneggiato (a destra), questa barriera diventa permeabile, portando all'infiammazione.
raneamente limitanti a causa dello stress da caldo. Per esempio, le proteine da shock termico (es. HSP 70) svolgono un ruolo importante nella protezione e riparazione delle strutture proteiche e dei tessuti. La L-glutammina può supportare l’espressione di HSP 70 e diversi studi hanno dimostrato una forte correlazione positiva tra lo stato antiossidante e il livello di HSP 70 durante lo stress da calore.
Minerali organici contro lo stress ossidativo La ridotta assunzione di mangime e le variazioni dell’osmolarità della digestione compromettono l’apporto ottimale di oligoelementi; l’assimilazione è ridotta, ma la somministrazione di minerali organici di alta qualità aiuta a superare questa biodisponibilità limitata. Gli oligoelementi sono fondamentali per formare enzimi antiossidanti come la superossido dismutasi. Lo stress ossidativo comporta un accumulo di superossido e perossido di idrogeno (ROS = specie reattive dell’ossigeno) durante la produzione di ATP (adenosina trifosfato) attraverso la fosforilazione ossidativa nei mitocondri. Dopo un forte aumento, all’inizio di un periodo di stress da calore, lo stress ossidativo porta alla disfunzione mitocondriale. Sulla base della disponibilità di diversi antiossidanti - come vitamina C ed E, glutatione e superossido dismutasi - la formazione e l’eliminazione dei ROS troveranno un nuovo equilibrio se lo stress da calore continua. L’aumento degli antiossidanti è una misura importante per mantenere la funzionalità energetica dei mitocondri a livello cellulare. Insieme alla superossido di-
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La funzione di barriera intestinale è fondamentale per proteggere la salute degli animali, in particolare il fegato, da varie sostanze nocive e batteri che possono entrare nella vena porta. Le giunzioni strette tra le cellule intestinali sono la parte più fragile di questo sistema, il che rende particolarmente importante proteggere tali legami proteici e la barriera che essi compongono. Oltre a evitare la sindrome dell’intestino permeabile, è fondamentale mantenere un microbiota sano. Il microbiota viene sbilanciato dai cambiamenti indotti dallo stress termico, sia per quanto riguarda il consumo di mangime che il comportamento alimentare. I pro e i prebiotici sono gli additivi più utilizzati per stabilizzare e supportare un microbiota benefico. Riducono lo sviluppo di batteri nocivi e consentono di controllare il rischio di metaboliti tossici come LPS (lipopolisaccaride). Inoltre, i pro e i prebiotici supportano la digeribilità del mangime e l’assimilazione dei nutrienti, fattori essenziali per la resistenza dell’animale allo stress da calore e per ridurre al minimo i cali nelle prestazioni.
Per concludere Lo stress da calore è un problema crescente nella produzione avicola perché gli animali perdono la capacità di compensare un’alimentazione o una gestione non ottimali. Ecco perché è importante fornire ogni mezzo di supporto per ridurre al minimo le perdite e aiutare gli animali a superare lo stress da calore nel miglior modo possibile. Gli additivi funzionali svolgono un ruolo essenziale quando si prevede che lo stress da calore permanga per diverse settimane. Questi prodotti devono essere utilizzati in combinazione con l’applicazione a breve termine, in allevamento, di integratori alimentari specifici, durante l’esposizione acuta al caldo.
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IN PRIMO PIANO
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IN PRIMO PIANO
Nuove tecnologie per il settore avicolo al Fieravicola Poultry Forum Fieravicola Poultry Forum & B2B si è aperto mercoledì 4 maggio con il convegno “I consumi nel mercato italiano e le filiere”, la presentazione dell’indagine ISMEA (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) sui trend di consumo delle carni avicole e delle uova illustrata da Fabio Del Bravo, responsabile della direzione servizi per lo sviluppo rurale di ISMEA. È seguita poi una tavola rotonda tra produttori e distributori, alla quale sono intervenute aziende del calibro di Amadori, Fileni, Martini, Eurovo, Coop e Conad, con l’intervento finale di Paolo Sani, amministratore delegato di MSD Animal Health, che ha illustrato il ruolo dell’azienda nella filiera avicola, di cui è parte integrante, evidenziando le principali tematiche che interessano oggi il settore avicolo, quali benessere, salute, qualità, inquadrandole nell’ambito della prevenzione. Paolo Sani ha specificato che “le aziende invitate rappresentano il top della qualità alimentare italiana, molto ap-
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prezzata anche all’estero. Qualsiasi tipologia di prodotto viene caratterizzata da una modalità unica, quella tipica del Belpaese, che ci viene riconosciuta universalmente che si tratti di biologico, o del nostro pollo e uova convenzionali. L’export alimentare è cresciuto in questi ultimi anni proprio in virtù delle eccellenze nazionali. Nella filiera è importante fare sistema fra aziende e parlare molto chiaramente al consumatore. MSD Animal Health ha identificato il settore avicolo – un segmento estremamente evoluto e sofisticato – come ideale per apportarvi dei miglioramenti, applicando il concetto di One Health, un ecosistema sanitario che coinvolge non solamente gli
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IN PRIMO PIANO
animali, ma anche gli esseri umani e l’intero ambiente, dato che la salute si costruisce in ciascuna fase della filiera. Ogni realtà produttiva ha il proprio messaggio da veicolare al mercato, che oggi è sempre più orientato alla qualità e al desiderio di conoscenza, ma per mantenere saldo il proprio ruolo e crescere, un’azienda deve dotarsi di un piano strategico e trattenere stretti rapporti di collaborazione con tutti i player del settore”. MSD Animal Health è da sempre impegnata a preservare e migliorare la salute e il benessere degli animali. Si caratterizza per il forte investimento in R&D, cui dedica il 20% del fatturato, e si avvale di nuove partnership per offrire soluzioni e servizi sempre più all’avanguardia. I vaccini polivalenti aziendali sono stati studiati nell’ottica della sostenibilità, consentendo un risparmio di manodopera e di contenitori e una minore manipolazione degli animali. Negli ultimi anni, l’azienda ha acquisito nuove realtà produttive per implementare il settore tecnologico. In Italia, MSD Animal Health è operativa a Milano - con una filiale che conta 50 dipendenti e una forza vendita composta da 71 professionisti - e ad Aprilia, con un sito produttivo che si avvale di 92 dipendenti. A seguire, nella seconda giornata del Forum, si è tenuto il convegno “L’avicoltura nel mondo: esperienze e modelli a confronto”, al termine del quale sono state presentate alcune nuove tecnologie specifiche per il settore avicolo. Nell’occasione, Stefano Serafino, Customer Value Manager di MSD Animal Health Italia, ha preso la parola per lanciare le ultime soluzioni aziendali, presto a disposizione della clientela e dell’intera filiera: “nel settore avicolo MSD Animal Health si è focalizzata principalmente sulla prevenzione, con un’offerta di prodotti vaccinali molto ampia che consente di controllare importanti patologie nei polli da carne, galline ovaiole e riproduttori. Negli ultimi tempi sono state sviluppate nuove proposte, tra queste la possibilità dell’identificazione e monitoraggio della produzione tramite la cosiddetta tracciabilità digitale, grazie all’acquisizione di Allflex Livestock Intelligence, leader mondiale nel settore. Agli allevatori viene fornita una serie di dati utili a garantire una gestione aziendale ottimale, che va dalla cura della salute e benessere degli animali alla sicurezza e salubrità dei derivati alimentari, nell’ottica del percorso From Farm to Fork. La tracciabilità digitale avviene tramite il sistema IdentiGEN, che analizza il DNA della carne di pollo e permette di stabilirne con certezza l’origine.
Un’altra importante novità, frutto della recente acquisizione di Poultry Sense Ltd e della sua tecnologia, è stata introdotta al fine di rendere pienamente operativo il concetto di One Health: si tratta di Poultry Sense, un sistema digitale innovativo che effettua un’attenta valutazione dei dati in allevamento in tempo reale, con i quali l’allevatore può verificare le condizioni degli animali in ogni momento della crescita.” Nel video di presentazione di Poultry Sense, Stefano Serafino ha mostrato come funziona questa tecnologia in campo per illustrare il preciso monitoraggio delle prestazioni sanitarie complessive degli avicoli, la possibilità di valutare, confrontare e registrare i principali indicatori sanitari e ambientali acquisiti tramite sensori wireless e identificare i modelli e le tendenze per prevedere la salute e il benessere, consentendo in definitiva di prevenire le malattie e migliorare le prestazioni degli animali. Poultry Sense è uno strumento indispensabile per l’allevatore, perché migliora la produttività aziendale e rappresenta un esempio pratico ed efficiente di realizzazione del concetto One Health a 360 gradi. I sensori rilevano i parametri vitali individuali e di gruppo, misurando peso, consumo di acqua, umidità, luce, temperatura e anidride carbonica. I dati vengono inviati a una piattaforma di analisi che utilizza l’intelligenza artificiale e sono poi messi a disposizione del management aziendale.
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REPORTAGE
A Rimini il 56o incontro annuale dell’Associazione Scientifica di Avicoltura Si è svolto al Palancongressi di Rimini il 22 aprile scorso l'incontro annuale dell’Associazione Scientifica di Avicoltura. Nell’occasione, a interrogarsi sul futuro del broiler moderno, sono intervenuti importanti nomi della ricerca scientifica in avicoltura.
Luigi Montella, Medico veterinario
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“Stiamo spingendo il broiler oltre il proprio limite biologico?”: è stato questo il tema del convegno svoltosi il 22 aprile al Palacongressi di Rimini in occasione del 56° incontro annuale dell’Associazione Scientifica di
- reportage -
Avicoltura. Ad aprire i lavori è stato Martino Cassandro, Presidente della sezione italiana della World Poultry Science Association (WPSA), di cui l’Associazione Scientifica di Avicoltura fa parte.
REPORTAGE
Il primo degli interventi (Applying energy balance modelling to assess the limits of efficiency of broiler chicken) su questo tema, che riveste un grande interesse per l’avicoltura moderna, è stato quello del prof. Ilkka Leinonen del Natural Resources Institute di Helsinki, che ha parlato dell’applicazione di modelli matematici per valutare i limiti di efficienza del pollo. Negli allevamenti, come ha spiegato il professore finlandese, si lavora sempre su unità funzionali, valutando tutti gli aspetti della produzione, emissioni comprese. Nei modelli si tengono in considerazione sia le materie prime che la filiera (riproduttori, incubatoio, accrescimento, trasporti, lettiere, ecc.). Una volta stabilita una base, si tiene conto dell’evoluzione genetica e del relativo miglioramento delle performance. Negli ultimi anni abbiamo osservato polli che pesavano sempre di più e con conversioni sempre migliori. Secondo Leinonen i limiti che possiamo immaginarci vanno tradotti in energia, che, nell’allevamento, può essere rilasciata come calore animale, come energia ancora presente nelle feci, ma soprattutto come energia metabolizzabile, che esprime la trasformazione dell’alimento in proteine ed energia (quest’ultima con un valore energetico quasi doppio rispetto alle proteine). Ciò che si è finora evidenziato è che la produzione di calore metabolico, nonostante le crescita più veloce dei polli moderni, non è aumentata, a dimostrazione della crescente efficienza della produzione. “Is gut functionality a limitation for maximizing growth?” è stato il tema dell’intervento sulla funzionalità intestinale di Birger Svihus, professore alla Norwegian University of Life Sciences. Lo sviluppo in crescita e la conversione del pollo sono ormai noti: ormai abbiamo raggiunto conversioni di 1,6, senza aumentare la lunghezza del tratto gastrointestinale, il che denota una grande efficienza nella digestione. Non sempre, però, una migliore conversione equivale a un’utilizzazione ottimale del mangime, la cui formulazione è cambiata enormemente negli ultimi anni, senza però poter superare un problema, rappresentato dal fatto che l’enorme quantità di cibo ingerita trova un limite sia nel volume dell’intestino, che nell’appetito dei singoli soggetti. Il pollo odierno – ha spiegato il prof. Svihus – mangia più di quanto riesca ad assimilare, ma esistono differenze da soggetto a soggetto: in allevamento alcuni polli risultano sempre col tratto gastrointestinale pieno, mentre altri hanno geneticamente una minore tendenza ad ingozzarsi. Inoltre, tra le differenti linee ne esistono alcune più pigre, che tendono a riposare di più, soprattutto quando maturano, rimanendo per l’80% del
“Esistono differenze nel metabolismo dell’energia tra linee a crescita lenta o veloce: le seconde hanno un metabolismo accelerato, come dimostra la migliore assunzione di mangime e il peso, anche con diete zavorrate, rispetto a quelle a crescita lenta”
proprio tempo sedute e dedicando all’attività solamente 4 ore al giorno, di cui solamente 1 è utilizzata per cibarsi. Alcuni studi condotti su broiler a crescita veloce nutriti con mangime pellettato e zavorrato con crusca (15, 30 o 45%) hanno evidenziato che fino al 30% di crusca il peso dei polli rimane uguale. Mentre nelle linee a crescita lenta si nota un ulteriore cambiamento con mangime pellettato o sfarinato: lo sfarinato richiede infatti un tempo assai maggiore di alimentazione (fino a 3 volte di più), ma il risultato è un peso minore, mentre un buon pellet permette di raggiungere risultati zootecnici migliori. Anche la permanenza del cibo nel tratto gastrointestinale varia in base alla linea genetica del pollo: nelle razze a crescita veloce sembra che ci sia una maggiore difficoltà a digerire l’amido in modo completo, mentre il pollo a crescita lenta sembra che abbia migliori capacità di digestione. Parimenti esistono differenze nel metabolismo dell’energia tra linee a crescita lenta o veloce: le seconde hanno un metabolismo accelerato, come dimostra la migliore assunzione di mangime e il peso, anche con diete zavorrate, rispetto a quelle a crescita lenta. Nel suo intervento il prof. Filip Van Immerseel (Ghent University) si è domandato se il pollo moderno sia più sensibile alle infiammazioni e alle infezioni intestina-
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REPORTAGE
spesso si fissano nelle zone più isolate, poco irrorate dal circolo ematico, dove le cellule bianche non riescono a raggiungerli, come ossa, cervello, ecc., originando necrosi della testa del femore, tibia, vertebre, pericarditi e altri disturbi.
©Compassion.com
Come ha ricordato il prof. Van Immerseel, l’intestino appena dopo la schiusa è assai permeabile sia agli agenti chimici che batterici e quindi l’errata somministrazione di antimicrobici può selezionare i batteri patogeni, spesso più resistenti, che entrano poi in circolo. A livello istologico, si notano evidenze di queste disbiosi anche su polli apparentemente normali. Infatti i germi che aderiscono alle pareti intestinali causano un’infiammazione, alterano la lunghezza di cripte e villi intestinali e rallentano la crescita, con minor peso finale.
li (Why classical broiler production yields animals with high sensitivity to intestinal inflammation and infection?). Le recenti migliorie nelle performance del pollo non hanno comportato un aumento della lunghezza del tratto gastrointestinale ma in questo ambito sussistono comunque alcune problematiche. Ad esempio, il divieto di antibiotici auxinici e la limitazione dei chemioterapici hanno reso più difficile prevenire e contrastare le infezioni batteriche, anche se non bisogna dimenticare che la somministrazione indiscriminata (soprattutto nella prima e terza settimana di vita) di antimicrobici era causa di alterazioni della flora intestinale, con sviluppo di patogeni. La comparsa dell’enterite necrotica (NE) è la conseguenza di questo cambiamento. Si tratta di una clostridiosi che compare anche a livello umano quando la dieta è squilibrata. Non tutti i polli si ammalano di enterite necrotica: a farlo sono di solito i più pesanti, a dimostrazione della maggiore sensibilità del loro tratto gastrointestinale. Infatti pare che il maggior consumo renda disponibile, nel lume, una quota maggiore di proteine e di amminoacidi, che favoriscono lo sviluppo del clostridio. Le lesioni intestinali, inoltre, causano anche un aumento della permeabilità, con passaggio di batteri in circolo, che
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La colonizzazione intestinale precoce da parte di batteri favorevoli costituisce quindi un elemento importante di prevenzione, che prende forma già durante la schiusa: è stato notato che schiuse di pulcini tenuti nella massima sterilità possono dare luogo alla colonizzazione di germi patogeni, che non trovano alcun contrasto da parte della microflora materna, che normalmente interagisce con essi. È importante dunque cercare di raggiungere un equilibrio intestinale, soprattutto intorno alle tre settimane di vita, con la microflora più varia possibile, magari anche con batteri capaci di scindere le fibre alimentari. Tale scopo va perseguito precocemente: in caso contrario, l’adesione alle pareti dei patogeni che causano infiammazione si traduce facilmente nella diminuzione di sviluppo dei villi e quindi in un minor assorbimento, con conseguenti pesi inferiori a fine ciclo. In particolare vanno stimolati i batteri che producono butirrato, tramite processi fermentativi aerobici. La regola resta dunque di favorire l’aerobiosi (che ha azione antinfiammatoria, protegge gli epiteli, l’omeostasi cellulare e quindi anche la digestione) a scapito dell’anaerobiosi, legata a infiammazione, maggiore permeabilità epiteliale, calo delle popolazioni microbiche, aumento dei proteobatteri e alterazioni digestive. Risulta quindi di fondamentale importanza la colonizzazione intestinale precoce, che si può favorire usando enzimi, prebiotici (mono e oligosaccaridi), acidificanti (lattati, ecc.), probiotici, diete appropriate con polisaccaridi come cellulose, emicellulose, pectine, amidi. Sul tema della qualità della carne (“Fast muscle growth and meat quality issues”) è intervenuto il prof. Massi-
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REPORTAGE
miliano Petracci (Università di Bologna) che ha analizzato l’enorme crescita della produzione avicola degli ultimi anni: oggi circa ¼ delle proteine animali è di origine aviare, a dimostrazione di una grande efficienza produttiva rispetto alle altre tipologie di carni. La selezione portata avanti negli ultimi 30 anni, che ha ottenuto un’enorme crescita del peso del pollo e della sua resa in petto, ha però anche dato origine a una serie di problemi, legati alla crescita veloce: problemi al muscolo scheletrico, alla carne, alla tenuta della carne in cottura e nel sezionamento. Il muscolo aviare ha due fasi di sviluppo; una a livello embrionale, data dallo sviluppo dei mioblasti da cellule indifferenziate a fibrocellule, che formano i fasci di miofibre che dalla nascita in poi restano invariati, senza aumentare come numero ma solo di volume. Segue poi una seconda fase di crescita tardiva da parte di cellule satelliti dormienti, che consentono uno sviluppo delle fibre muscolari non numerico ma dimensionale. Queste cellule sono staminali, dunque capaci di rigenerarsi. Dagli anni ’80 sono noti problemi legati alla muscolatura del pollo, come la miopatia del pettorale profondo; negli anni ’90 si sono cominciate a notare lesioni istologiche delle fibre, che risultavano disuniformi, poiché necrotiche o in via di rigenerazione. Poi sono emersi casi di PSE (carni pallide, soffici ed essudative), collegate all’eccessiva dimensione delle miofibre, che avevano maggiore attività glicolitica, con acidificazione muscolare e conseguente PSE, soprattutto in climi caldi. Oggi si notano fibre muscolari più piccole, in via di degenerazione, di colore bianco, facilmente individuabili sulla superficie rosa del muscolo. Ulteriori degenerazioni causano il muscolo legnoso o a spaghetti, che perde la struttura originale. Le cause, identificate a livello microscopico, consistono in processi che vanno aggravandosi con l’età e con l’aumento di peso, mentre non vengono rilevate nei polli a crescita lenta, il che sottolinea il rapporto di queste patologie con lo sviluppo muscolare eccessivo. Tali lesioni originano dunque dalla diminuzione dello spazio tra le miocellule, ridotto dalla loro eccessiva crescita, che impedisce sia la corretta vascolarizzazione che lo sviluppo delle cellule satellite. Ciò causa necrosi delle cellule satelliti, che non riescono a dare luogo alla prevista rigenerazione: ne deriva una cicatrizzazione delle miofibre, con successiva deposizione di tessuto connettivo, adiposo e collagene. Quest'ultimo nella spaghetti meat pare riesca a separare le miofibre, dando luogo
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al tipico aspetto a strisce. La qualità della carne risente notevolmente di queste alterazioni e la sua composizione peggiora, soprattutto in termini di concentrazione di amminoacidi essenziali. Il prof. Petracci si è quindi chiesto se sia stato raggiunto il limite fisiologico di sviluppo biologico del pollo, dovuto a una selezione che ricerca solamente l’aumento delle parti di muscolatura più nobili tramite l’aumento esagerato del volume delle miofibre. Forse in futuro dovremo cambiare le abitudini alimentari: chiedere meno carne di petto, ma usare tutte le parti edibili della carcassa, modificando così anche la selezione genetica a monte della produzione. La soluzione potrebbe essere quindi un consumo più sostenibile, che utilizzi tutto il pollo, evitando di usarne una sola parte, per destinare ingiustamente altre parti a produzioni secondarie, come alimenti per pet o fertilizzanti. Il convegno è stato chiuso dal professor Avigdor Cahaner (The Hebrew University of Jerusalem), che ha racchiuso i suoi lunghi anni di esperienza in campo avicolo in una presentazione sui diversi problemi sanitari legati allo sviluppo eccessivo del pollo, dal titolo “Consequences of the breeding of broilers for rapid growth and high breast meat yield, and their genetic mitigation”. Nel corso degli anni si sono presentati diversi problemi sanitari legati allo sviluppo eccessivo, come ascite, problemi muscolari, sensibilità ai climi caldi, spesso causati dalla ricerca di pesi maggiori e conversioni alimentari sempre migliori. Oggi l’approccio prevalente, soprattutto in Europa, è quello di arginare tali patologie tramite una crescita lenta, che però comporta anche minore efficienza e maggiori costi di produzione. Va ricordato però che il raggiungimento di pesi crescenti con un minor consumo di mangime ha una conseguenza importante dal punto di vista ecologico, perché un minor consumo di mangime si traduce in minori emissioni. In questi anni la genetica ha sempre corretto i problemi sopra citati, individuando soggetti portatori di geni capaci di resistere a queste malattie o di risolverle, pur mantenendo alta la crescita e bassa la conversione. Pertanto è possibile che, finché si riuscirà a individuare dei soggetti con un patrimonio genetico adeguato, in grado di passarlo alla prole, la selezione vada ancora migliorando e correggendo i nuovi difetti. Naturalmente – ha concluso il professore israeliano – anche un cambio di abitudini alimentari del consumatore, come espresso dal prof. Petracci, sarebbe utile in questo ambito, perché porrebbe minore stress sulla filiera produttiva.
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DOSSIER
L’avicoltura soffre l’impennata dei costi di produzione Pesano in avicoltura i rincari energetici e quelli delle materie prime: durante la prima giornata del Poultry Forum sono stati presentati i dati sui consumi e sui costi del settore. Gli acquisti di carni avicole, dopo un quinquennio di aumenti sia in quantità che in valore, mostrano i primi segnali di cedimento; fase di stallo per le uova dopo anni molto positivi e i risultati brillanti ottenuti durante il lockdown. Il settore avicolo è tra quelli più colpiti dall’impennata dei costi di produzione. Pesano sul comparto non solo i rincari energetici, ma anche quelli delle materie prime destinate all’alimentazione animale. Secondo l’indice Ismea dei mezzi correnti di produzione, nei primi tre mesi del 2022 sono stati registrati complessivamente aumenti degli input produttivi del 21,1% per la carne avicola e del 50% per le uova. La razione animale è la voce di costo che pesa di più sui bilanci aziendali (circa il 60% del tota-
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le dei costi che gravano sugli allevamenti di polli e galline ovaiole), e che sta registrando gli aumenti più significativi, con un +33% nel primo trimestre di quest’anno e un ulteriore balzo del 40% ad aprile su base annua, a causa delle perduranti tensioni sui listini internazionali di mais, soia e orzo. Per il segmento delle carni l’inasprimento dei costi di produzione si sta gradualmente trasferendo sui prezzi di vendita lungo le varie fasi della filiera sino al consumo finale, grazie a una domanda comunque dinamica e
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DOSSIER
interessata. Appare al momento più delicata la situazione delle uova, i cui acquisti, dopo i brillanti risultati ottenuti durante il lockdown della prima ondata pandemica, stanno vivendo una fase di stallo in presenza di prezzi insufficienti a garantire un’adeguata marginalità. Più nel dettaglio, le carni avicole hanno beneficiato negli ultimi 5 anni di un aumento degli acquisti del 9% in quantità e del 19% in valore, mostrando una dinamica molto più favorevole rispetto al comparto delle carni nel loro complesso e un crescente orientamento verso prodotti a maggior valore aggiunto. Nel primo trimestre dell’anno, in risposta all’evidente incremento dei prezzi medi (+15% rispetto al 2021, +19% rispetto al 2019), la domanda al consumo ha mostrato i primi segnali di cedimento, allineandosi di nuovo ai volumi pre-pandemia, in presenza di una spesa più alta del 4% rispetto ai primi tre mesi del 2021. Gli acquisti di uova, dopo un quinquennio molto positivo con una crescita della spesa di quasi il 20% e un maggiore orientamento dell’offerta e della domanda verso le tipologie bio e allevate a terra, hanno accusato nel 2021
“Il settore avicolo è stato tra quelli più colpiti dall’impennata dei costi di produzione. Pesano infatti sul comparto non solo i rincari energetici, ma anche quelli delle materie prime destinate all’alimentazione animale. Secondo l’indice Ismea dei mezzi correnti di produzione, nei primi tre mesi del 2022 sono stati registrati complessivamente aumenti degli input produttivi del 21,1% per la carne avicola e del 50% per le uova”
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DOSSIER
giunturali antecedenti alla guerra e la cui escalation, con il protrarsi delle ostilità, appare più che altro legata a una componente di natura speculativa, se si guardano con attenzione i dati. Le circa 800 mila tonnellate di mais importate in Italia dall’Ucraina, pur rappresentando il 15% dei nostri approvvigionamenti esteri, assumono una dimensione del tutto marginale rispetto allo scenario globale. Il peso del mais ucraino nella produzione e nel commercio mondiale non è che di pochi decimali e centesimi sopra lo zero (0,4% delle forniture e 0,07% della produzione). A esclusione dell’olio girasole, non sembra quindi sussistere al momento un reale problema di indisponibilità della materia prima, ma chiaramente tutto dipenderà dall’evoluzione dei prossimi raccolti mondiali di cereali. Con una produzione nella norma, come indicano le attuali stime più accreditate, il mercato è destinato pertanto a riequilibrarsi".
una battuta d’arresto, perdendo circa il 10% sia a volume che a valore. Una tendenza flessiva che sta proseguendo anche nei primi tre mesi dell’anno in corso (-9% in volume e -6,8% in valore).
"L’importante diminuzione dei consumi del 2021 è in gran parte dovuta al confronto con l’aumento registrato nel 2020, dove in totale lockdown i consumi domestici di uova sono schizzati unitamente alle farine, lieviti, e altre categorie di preparazioni domestiche – ha precisato il direttore di Assoavi, Stefano Gagliardi, commentando lo studio. Se invece andiamo a confrontare i dati del 2021 con il 2019, eliminando il 2020, leggiamo addirittura una lieve crescita di volumi (+1,9%), dovuti a un volume stabile nella GDO (Iper/Super/libero servizio) e a una crescita nei Discount, a conferma di una curva di lungo periodo della categoria uova. Se andiamo ad analizzare (sempre GDO+Discount) i primi 3 mesi del 2022 comparandoli con gli stessi del 2021, leggiamo un calo inferiore del 4/5%. Questo si spiega osservando una ripresa importante, a pari periodo, del fuori casa - trasversale in tutte le categorie alimentari - che, pur non tornando ancora ai livelli pre-pandemia, sta segnando risalite importanti. Purtroppo nel 2022 l’aumento dei costi quali energia, trasporti e in particolare dei cereali, dovuti sia all’accaparramento operato dalla Cina che all’impatto del conflitto Russia-Ucraina, sta generando una situazione difficile per le imprese agricole".
"L’avicoltura sta fronteggiando un forte inasprimento dei costi di produzione, sui quali pesa in particolare il capitolo della mangimistica, esposto alla fiammata senza precedenti delle quotazioni internazionali delle materie prime agricole, mais e soia in primis – ha commentato il dottor Fabio del Bravo, illustrando lo studio Ismea al convegno. Tensioni che hanno origine da fenomeni con-
Per Lara Sanfrancesco, direttore di Unaitalia: "i dati della ricerca Ismea confermano il primato delle carni avicole tra i consumi degli italiani nel 2021 e l’autosufficienza del comparto, con un tasso di approvvigionamento al 108,8%. L’attualità ci impone tuttavia di guardare al futuro con prudenza e attenzione: l’avicoltura rimane tra i settori più colpiti dalla crescita dei prezzi di produzione
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- dossier -
DOSSIER
nel 2022, con un +21%, e con rincari dei mangimi arrivati al +40% ad aprile su base annua. Il combinato disposto tra rincaro dei costi di produzione e la contrazione degli acquisti domestici a volume, che in un trimestre hanno azzerato gli ottimi risultati degli ultimi 2 anni, mettono a serio rischio la marginalità delle nostre imprese e l’autosufficienza del settore in un contesto incerto come quello attuale. Auspichiamo una maggiore attenzione da parte delle istituzioni per salvaguardare un comparto, fiore all’occhiello della zootecnia italiana e 100% Made in Italy. Un fattore, quello dell’italianità, che rimane, assieme alla marca, il driver di acquisto principale per il consumatore, con il 66% dei consumatori che presta attenzione all’origine del prodotto".
In foto da sinistra: Stefano Gagliardi, direttore Assoavi; Stefano Patuanelli, Ministro dell’Agricoltura; Antonio Forlini, Presidente Unaitalia.
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MARKETING
Commercio mondiale di uova, i flussi di import ed export a livello nazionale Tra il 2016 e il 2020 il commercio mondiale di uova ha registrato dinamiche notevoli. Nel 2018 sono stati esportati 2,36 milioni di tonnellate di uova fresche, pari al 2,97% della produzione globale, il secondo risultato più alto registrato nelle esportazioni dello scorso decennio. Fino al 2020 le esportazioni sono diminuite di oltre 275.000 tonnellate (11,7%) e hanno raggiunto un volume di soli 2,08 milioni di tonnellate. Nell’articolo pubblicato il mese scorso (Zootecnica International 5/2022) ci siamo occupati delle dinamiche mondiali della produzione e del commercio di uova; in questo articolo vengono analizzati i flussi di importazioni ed esportazioni di alcuni Paesi selezionati.
Flussi commerciali nelle esportazioni di uova
Hans-Wilhelm Windhorst L’autore è Professore Emerito all’Università di Vechta e Visiting Professor all’Università di Medicina Veterinaria di Hannover, Germania
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Come documentato nel numero scorso, negli ultimi anni la concentrazione regionale delle esportazioni di uova a livello nazionale è stata elevata, considerato che solo dieci Paesi hanno contribuito per il 79,0% al volume totale delle esportazioni mondiali. Uno sguardo più approfondito ai flussi commerciali dei principali esportatori rivela modelli differenti. Possiamo distinguere tra Paesi che concentrano le proprie esportazioni su un numero ristretto di destinatari e altri che invece esportano verso un numero mag-
- marketing -
giore di Paesi. Nel gruppo con un’elevata concentrazione regionale delle esportazioni si annoverano i Paesi Bassi e la Malesia. La Figura 1 mostra che entrambe le nazioni hanno esportato oltre il 90% delle loro uova in soli cinque Paesi e per entrambe una destinazione in particolare aveva una posizione dominante (la Germania nel caso dei Paesi Bassi, Singapore nel caso della Malesia). È evidente che la breve distanza tra esportatori e importatori ha svolto un ruolo essenziale nella configurazione dei flussi commerciali; con l’aumentare della distanza i volumi diminuiscono notevolmente. Mentre il tasso di autosufficienza tedesco era di circa il 70%, per Singapore era quasi zero: a causa del limitato spazio a disposizione per gli allevamenti e dei problemi di smaltimento del letame, Singapore ha infatti deciso di abbandonare la produzione animale. Completamente dipendente dalle importazioni, il governo ha deciso di investire nello sviluppo e nella produzione di proteine alternative per ridurre tale dipendenza. Del gruppo con una bassa concentrazione regionale delle esportazioni fanno parte la Polonia e la Spagna. Entrambe hanno aumentato notevolmente le esportazioni negli ultimi dieci anni e si collocano rispettivamente al terzo e al sesto posto nella classifica dei principali esportatori di uova.
MARKETING Polonia
Paesi Bassi
Totale: 415.326 t
1,5%
7,6%
3,6% 5,0%
70,6%
Totale: 198.041 t
2,3%
Germania Belgio Svizzera Russia Arabia S. Altri
2,5%
13,1% 27,3%
3,3% 3,9% 4,9%
11,7%
20,1%
6,4% 6,8%
Spagna
Malesia
Totale: 124.325 t
Totale: 113.755 t 0,9% 1,5% 2,1% 2,2%
16,0%
77,3%
9,4%
Paesi Bassi Germania Ungaria Rep. Ceca Italia Belgio Francia Romania Singapore Arabia S. Altri
Singapore Hong Kong Brunei Timor Est Macao Altri
2,0%
15,7%
3,4%
26,3%
3,8% 4,5% 15,0%
5,3% 6,2%
8,1% 9,7%
Francia Italia Olanda Germania Mauritania Israele Portogallo Regno Unito Arabia S. Russia Altri
Figura 1 – I cinque Paesi principali destinatari delle esportazioni di uova di Paesi Bassi e Malesia nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
Figura 2 – I dieci Paesi principali destinatari delle esportazioni di uova di Polonia e Spagna nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
La Figura 2 mostra come la concentrazione regionale sia molto più bassa dei flussi commerciali. Entrambi i Paesi sono concentrati su Stati membri dell’UE. Il flusso delle esportazioni polacche riflette le precedenti relazioni commerciali tra i Paesi del COMECON (Consiglio di Mutua Assistenza Economica): in seguito all’entrata nell’Unione europea la Polonia ha iniziato a rivolgersi agli attrattivi mercati dell’Europa centrale. Le esportazioni spagnole di uova hanno subito notevoli fluttuazioni negli ultimi due decenni: un primo picco è stato raggiunto nel 2006 con oltre 149.000 tonnellate, a cui è seguita una fase di calo fino al 2011, quando il volume ha toccato le 54.000 tonnellate a causa del divieto degli allevamenti in gabbia. Con il completamento della trasformazione dei sistemi di allevamento per galline ovaiole, le esportazioni sono tornate a crescere e hanno raggiunto oltre 124.000 tonnellate nel 2020. Nonostante la somiglianza dei modelli commerciali di base, appare evidente che l’interesse della Polonia è rivolto principalmente verso il mercato dell’Europa centrale, mentre la Spagna si è concentrata sui Paesi dell’Europa occidentale e meridionale.
Paesi Bassi e alla Malesia non c’era un unico destinatario dominante, ma quattro Paesi hanno ricevuto le quote maggiori (Tabella 1). Da notare che le destinazioni sono state molto diverse: i dieci destinatari principali delle esportazioni turche sono stati Paesi islamici. Il libero scambio all’interno dell’USMCA (ex NAFTA) ha invece svolto un ruolo importante per gli Stati Uniti, che hanno rivolto il 55,2% dell’export verso Messico e Canada. A causa delle tensioni politiche con la Cina, invece, gli Stati Uniti hanno indirizzato le esportazioni verso Hong Kong. Ovviamente i Paesi dell’America centrale e meridionale hanno acquisito importanza anche se i i volumi scambiati sono stati bassi rispetto a quelli verso il Messico e il Canada.
Due Paesi con un modello regionale misto delle esportazioni sono la Turchia e gli Stati Uniti. Entrambi hanno esportato oltre il 90% in soli dieci Paesi, ma rispetto ai
Flussi commerciali nelle importazioni di uova Per quanto riguarda i flussi commerciali delle importazioni, anche in questo caso i modelli regionali mostrano notevoli differenze. Messico e Siria hanno fatto registrare un’estrema concentrazione regionale: il Messico ha importato il 98,5% dagli Stati Uniti e la Siria il 99,7% dalla Turchia. Entrambi i Paesi sono completamente dipendenti da queste relazioni commerciali, ma mentre il Mes-
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MARKETING Germania
Totale: 382.356 t 4,1%
Tabella 1 – I dieci principali Paesi destinatari delle esportazioni di uova di Turchia e Stati Uniti nel 2020 (fonte: database FAO). Turchia Paese di destinazione
Export (1.000 t)
Siria E.A.U. Kuwait Qatar Iraq Oman Arabia Saudita Afghanistan Bahrain Azerbaigian
50,5 41,2 33,6 24,9 15,4 14,9 9,3 8,0 6,6 4,3
3,1% 3,4%
USA Contributo Paese di (%) destinazione 23,2 18,9 15,4 11,4 7,1 6,8 4,3 3,7 3,0 2,0
Messico Hong Kong Canada E.A.U. Giamaica Trin. e Tobago Bahamas Guatemala Guyana Haiti
5,1%
Export Contributo (1.000 t) (%) 62,3 36,4 25,8 5,8 5,3 3,9 2,7 2,1 2,0 1,9
39,1 22,8 16,2 3,7 3,3 2,5 1,7 1,3 1,3 1,2
10 Paesi
208,7
*96,0
10 Paesi
148,2
*93,0
Totale
217,4
100,0
Totale
159,3
100,0
Paesi Bassi Polonia Belgio Danimarca Spagna Altri
75,4%
8,9%
Singapore
Totale: 109.049 t
3,0%
7,8%
Malesia Thailandia Cina Polonia Ucraina Altri
3,5% 4,2%
74,1%
7,4%
*il totale non aumenta per l’arrotondamento
sico potrebbe importare volumi più elevati dal Brasile, la Siria dovrebbe cercare altre fonti di approvvigionamento in Europa. Analogamente a quanto detto per le esportazioni, anche per le importazioni è possibile distinguere due gruppi. Esempi di elevata concentrazione regionale rispetto ai Paesi di origine sono quelli di Germania e Singapore: la Figura 3 testimonia che hanno importato oltre il 90% delle uova da soli cinque Paesi, con uno solo che si trova in una posizione incontrastata (i Paesi Bassi nel caso della Germania, la Malesia per Singapore). La Germania ha importato quasi esclusivamente dall'Europa: la distanza e il libero scambio hanno sicuramente rivestito un ruolo importante, infatti i quattro Paesi leader si trovano al confine tedesco, permettendo tempi e distanze brevi per il trasporto di uova. La distanza è stata determinante anche nello schema di flusso delle importazioni di Singapore, come è possibile arguire dal ruolo dominante della Malesia, seguita dalla Thailandia. Anche il Belgio e gli Emirati Arabi Uniti sono due Paesi con un’alta concentrazione regionale di importazioni nel 2020. La Tabella 2 mostra come entrambi abbiano importato più dell’80% delle uova da due soli Paesi. La distanza è stata ovviamente il principale fattore di orientamento delle importazioni belghe dai Paesi Bassi e dalla Francia. Per gli Emirati Arabi i Paesi più vicini con un elevato surplus di uova erano la Turchia e l’Ucraina, dalle quali, nonostante la notevole distanza, è stato possibile importare uova attraverso il trasporto su ruote.
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Figura 3 – I cinque principali Paesi di origine delle importazioni di uova di Germania e Singapore nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
Esempi di Paesi con una bassa concentrazione regionale nei flussi delle importazioni sono la Russia e l’Arabia Saudita. Entrambe hanno importato uova da un gran numero di Paesi (Figura 4) ma due sono quelli che hanno fatto registrare le quote più alte: la Bielorussa e i Paesi Bassi per la Russia, l’Ucraina e la Turchia per l’Arabia Saudita. Uno sguardo più approfondito ai flussi commerciali russi rivela che le precedenti relazioni commerciali all’interno del Comecon sono rimaste ancora attive, dato che sei dei principali Paesi di origine appartenevano al vecchio consiglio. A causa delle tensioni politiche, la PoTabella 2 – I cinque principali Paesi di origine delle importazioni di uova di Belgio ed Emirati Arabi Uniti nel 2020 (fonte: database FAO). Belgio Paese di origine
Import (1,000 t)
Emirati Arabi Uniti Contributo Paese di (%) origine
Import (1,000 t)
Contributo (%)
Paesi Bassi Francia Germania Polonia Danimarca
68,5 39,1 12,1 6,1 2,8
51,6 29,4 9,1 4,6 2,1
Turchia Ucraina USA Russia Oman
42,3 40,5 4,4 3,4 2,5
42,0 40,1 4,4 3,4 2,5
5 Paesi
128,6
96,8
5 Paesi
93,1
92,4
Totale
132,8
100,0
Totale
100,8
100,0
- marketing -
MARKETING Russia
Totale: 79.388 t
2,3% 2,7%
6,5%
2,8% 3,1%
42,2%
3,1% 4,9% 6,5% 6,8% 19,1%
Bielorussia Paesi Bassi Rep. Ceca Germania Kazakistan Spagna Turchia Ungheria Slovacchia Portogallo Altri
si deve sottovalutare l’importanza economica di esportazioni e importazioni. Per molti produttori la possibilità di esportare uova garantisce la redditività delle proprie aziende e per molti Paesi le importazioni sono necessarie per colmare il divario tra domanda e produzione interna.
Arabia S.
1,4%
Totale: 53.930 t
1,6% 2,5%
6,3%
2,9%
41,6%
6,1% 6,7% 7,6% 7,8%
15,5%
Ucraina Turchia Polonia Spagna Paesi Bassi Belgio Em. Arabi Uniti Pakistan Rep. Ceca Regno Unito Altri
Figura 4 – I dieci principali Paesi di origine delle importazioni di uova di Russia e Arabia Saudita nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).
L’articolo ha documentato i flussi commerciali per alcuni Paesi esportatori e importatori di uova. Sia nelle esportazioni che nelle importazioni si possono individuare due tipologie di flussi commerciali: un gruppo esporta o importa solo da un numero esiguo di Paesi e la concentrazione regionale dei flussi commerciali è molto alta; un altro gruppo esporta o importa da un maggior numero di Paesi e in tal caso la concentrazione regionale dei flussi commerciali è molto inferiore. In questo caso la strategia commerciale è quella di evitare una dipendenza da uno o due Stati e di garantire l’esportazione delle eccedenze o l’offerta di uova in caso di divario tra domanda e produzione.
Bibliografia Database FAO: https://www.fao.org/faostat/en.
lonia non ha più esportato uova in Russia. La concentrazione regionale delle importazioni dell’Arabia Saudita è stata superiore a quella russa: i dieci principali Paesi di origine hanno contribuito complessivamente per il 93,7% alle importazioni. Analogamente al modello degli Emirati Arabi, la maggior parte delle uova è stata importata dall’Ucraina e dalla Turchia, i Paesi più vicini con un elevato surplus di uova rispetto alla domanda interna. Le uova sono state importate anche dai principali esportatori europei, come Polonia, Spagna e Paesi Bassi. Ovviamente la strategia di entrambi i Paesi è stata quella di evitare una dipendenza da un unico Paese e di raggiungere la sicurezza dell’approvvigionamento cercando di differenziare. Vale la pena notare che a causa delle tensioni politiche l’Ucraina non ha esportato uova in Russia; non sono disponibili, tuttavia, informazioni sulle numerose unità produttive delle regioni orientali dell’Ucraina, controllate dalla Russia, che forse producono uova e le spediscono in Russia.
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Sintesi Nonostante sia stata commercializzata soltanto una percentuale relativamente bassa delle uova prodotte, non
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TECHNICAL COLUMN
Intra Calferol, uova splendenti! “Le persone mangiano prima con gli occhi che con la bocca” è un’espressione che ben si adatta alla presentazione del cibo, ma anche agli atteggiamenti dei consumatori che ne influenzano l’acquisto. I consumatori acquistano prodotti alimentari in base alla loro qualità, che include anche l’aspetto visivo. Uniformità e intensità del colore sono solo alcuni dei parametri che i consumatori utilizzano per giudicare la qualità di un alimento. Quando si tratta di uova, uno dei fattori sensoriali importanti utilizzati per valutare la qualità è il colore del tuorlo.
Luca Vandi, Managing Director Intracare Italy Cheng Lee DVM, Product Manager Intracare
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Sono molti i fattori che influenzano il colore del tuorlo; tra questi, uno dei più importanti è lo stato di salute degli animali. Qualsiasi insulto al sistema immunitario, all’apparato digerente, come anche a quello riproduttivo, può influenzare negativamente l’assorbimento dei pigmenti apportati attraverso il mangime o la deposizione degli stessi nel tuorlo, causando variazioni e disuniformità nel suo colore. La vitamina D3 viene ampiamente utilizzata negli allevamenti di galline in deposizione per migliorare la qualità dello scheletro e del guscio d’uovo. Diversi studi hanno dimostrato che essa non solo svolge un ruolo importante nella regolazione del
- technical column -
metabolismo del calcio, ma ha anche un impatto significativo nella modulazione del sistema immunitario. Studi scientifici riportano una robusta risposta di tipo immunomodulatorio della vitamina D3, quando somministrata ai polli. Tutto questo può avere un impatto diretto sullo stato di salute degli animali e indiretto sulla qualità delle uova e del tuorlo. Integrare, attraverso l’acqua di bevanda, ciò che gli animali assumono con l’alimentazione solida è pratica sempre più diffusa nei moderni allevamenti di galline ovaiole, soprattutto in condizioni particolari: in presen-
TECHNICAL COLUMN
za di animali vecchi e/o malati, o durante l’estate quando gli animali mangiano meno, per via del caldo, ma bevono di più. In questi casi l’apporto di nutrienti attraverso l’acqua permette un più veloce recupero degli animali evitando cali nella produzione e una compromissione della salute degli stessi. L’influenza di Intra Calferol sulla qualità delle uova è stata valutata in una prova di campo in Italia, su 88.000 galline Lohmann Brown allevate in voliera. L’allevamento consisteva di 4 box separati. Il box 2 (22.000 galline) è stato selezionato come controllo, mentre il box 4 (22.000 galline) è stato selezionato come gruppo di prova Intra Calferol. Intra Calferol, un integratore concentrato di vitamina D3, calcio e magnesio chelati e “phosphate-releaser” è stato aggiunto all’acqua da bere secondo un protocollo prestabilito e al dosaggio raccomandato di 1 litro di prodotto in 1.000 litri di acqua. La sperimentazione è iniziata quando le galline avevano 69 settimane di età ed è continuata per 12 settimane. La raccolta delle uova, l’analisi di laboratorio e l’analisi statistica dei dati sono state condotte dal Dipartimento di Nutrizione Animale dell’Università di Bologna.
INDICE DI GIALLO (b) NEI TUORLI 52 51 50 49 48
47 46 45 44
sett 69
sett 75 Controllo
sett 81 Intra Calferol
Figura 1 – Indice di giallo nei tuorli delle uova di controllo rispetto a quelle trattate con Intra Calferol. Gli asterischi evidenziano differenze statisticamente significative.
Miglioramento dell’indice di rosso (a) Riguardo l’indice di rosso (b), i risultati nella Figura 2 dimostrano che, nonostante i tuorli del gruppo trattato fossero significativamente meno rossi al tempo T0 (69 settimane), l’integrazione di Intra Calferol ha favorito un recupero di questo parametro, portando il gruppo trattato a valori pressoché identici a quelli del gruppo di controllo.
Raccolta delle uova e analisi Dai due capannoni oggetto di prova è stato campionato casualmente un totale di 400 uova/capannone all’inizio della prova (T0), dopo 6 settimane (T1) e dopo 12 settimane, alla fine della prova (T2). Il colore di ogni tuorlo è stato valutato sulla base del sistema cromatico L*a*b* (spazio colore CIELAB, Commissione internazionale per l’illuminazione). Questo sistema classifica i colori in base alla loro luminosità (L), indice di rosso (a) e di giallo (b).
Differenze significative sull’indice di giallo (b) L’effetto della somministrazione di Intra Calferol è stato chiaramente osservato sull’indice di giallo del tuorlo. Ad inizio prova (T0, 69 settimane), il gruppo di controllo mostrava tuorli significativamente “più gialli”. Grazie all’uso di Intra Calferol questa differenza è stata, settimana dopo settimana, ridotta fino a invertire i valori, osservando, a 81 settimane (T2) un indice di giallo significativamente più alto nelle uova del capannone trattato col prodotto (Figura 1).
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TECHNICAL COLUMN
Tabella 1 – Il calcolo del Δ E*ab è basato sulla formula: Δ E*ab = ((Δ L*)2 + (Δ a*)2 + (Δ b*)2)0,5.
INDICE DI ROSSO (a) NEI TUORLI
ΔE*ab
12 11 10 9 8
Differenza di percezione
<1
Differenze di colore non percettibili all’occhio umano
1-2
Differenze di colore difficilmente percettibili e solo a un’accurata osservazione
2-10
Differenze di colore percettibili a prima vista
11-49
Differenze di colore molto diverse tra loro
100
Le differenze di colore sono esattamente all’opposto
7 6
5
sett 69
sett 75 Controllo
sett 81 Intra Calferol
Figura 2 – Indice di rosso nei tuorli delle uova di controllo rispetto a quelle trattate con Intra Calferol. Gli asterischi evidenziano differenze statisticamente significative.
In breve, l’integrazione di Intra Calferol ha aiutato il gruppo trattato a “recuperare” sul gruppo di controllo.
Stessa luminosità (L) La luminosità del tuorlo (L) per entrambi i gruppi ha mostrato, nei vari tempi, valori simili senza significatività statistica. Tuttavia, poiché l’indice di rosso (a) e di giallo (b) sono stati significativamente migliorati, pur mantenendo valori simili di luminosità tra i due gruppi, il miglioramento della qualità visiva del tuorlo è stato ulteriormente valutato in base alla differenza Δ E*ab.
torio per la determinazione del β-carotene-equivalente. Il miglioramento in β-carotene-equivalente del misto d’uovo proveniente dal gruppo trattato è stato del 13% rispetto al controllo, confermando una maggiore deposizione di pigmenti grazie all’applicazione di Intra Calferol (Figura 3). Il β-carotene-equivalente è una misurazione indiretta del colore rosso-arancio del misto d’uovo. L’integrazione con Intra Calferol porta a un colore dorato più intenso del tuorlo che si riflette anche nei valori L*a*b*. β-carotene equivalente del misto d’uovo 25 24
Intra Calferol ha ridotto il divario sul Δ E*ab Il Δ E*ab quantifica la differenza tra due colori nello stesso momento di misurazione. Il Δ E*ab è calcolato su una scala da 0 a 100 (vedi Tabella 1). Un Δ E*ab basso (<1) indica una colorazione identica, viceversa un Δ E*ab alto di 100 indica colori esattamente opposti. Il valore Δ E*ab al tempo T0 era 2,97 (percettibile a colpo d’occhio). Al T1 si riduceva già a 1,82 per raggiungere una differenza minima di 1,24 a fine prova (T2), una differenza appena percettibile. Il gruppo Intra Calferol ha nettamente recuperato, chiudendo nettamente il gap tra i due gruppi.
Le concentrazioni di β-carotene-equivalente confermano una migliore pigmentazione delle uova
23
23,8
22 21
21,1
20 19
Controllo
Intra Calferol
Figura 3 – Valore medio di β-carotene equivalente del misto proveniente da 30 uova/gruppo.
Concludendo, galline a fine carriera integrate con Intra Calferol hanno prodotto uova di migliore qualità con tuorli più colorati e con un livello di β-carotene equivalente più elevato. Ciò è probabilmente da attribuire al miglioramento dello stato di salute del gruppo, favorito da un maggiore assorbimento di pigmenti attraverso il tratto gastrointestinale e una migliore deposizione di pigmenti nel tuorlo.
Alla fine della prova, a 81 settimane, 30 uova/gruppo sono state casualmente raccolte e inviate a un labora-
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Il futuro della pulcinaia Ai tacchinotti appena schiusi devono essere fornite le migliori condizioni di partenza possibili. Questo è il primo passo fondamentale per garantire loro uno sviluppo sano ed equilibrato, affinché possano esprimere il massimo potenziale produttivo da carne o uova. temperatura che tenga i tacchinotti in una zona termo-neutrale, in cui riescano a mantenere costante la loro temperatura corporea senza alterare il tasso metabolico, concentrandosi su altri fattori essenziali per la loro crescita, come mangiare e abbeverarsi. Quando i tacchinotti iniziano a crescere, la gestione della temperatura e dell’ambiente cambia completamente. Nel corso degli anni, le tecniche di pulcinaia per tacchini sono state perfezionate in due metodi particolari. Uno di questi metodi è la “pulcinaia sparsa a cerchi chiusi” (vedi Figura 1).
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La gestione della temperatura è essenziale nelle prime fasi vitali di un tacchinotto; assicurare una temperatura adeguata è basilare durante la schiusa, la lavorazione e il trasporto degli animali perché influisce sul loro sviluppo futuro. Il tacchinotto appena schiuso ha una capacità limitata di regolare la propria temperatura corporea interna, perché il sistema di termoregolazione non è completamente sviluppato alla schiusa e inizierà a farlo solo intorno ai 4-6 giorni di età. È pertanto importante garantire una
- management -
Figura 1 – Pulcinaia sparsa, a cerchi chiusi.
La pulcinaia sparsa consiste nel posizionare i tacchinotti in cerchi chiusi, ciascuno riscaldato con cappe di calore. Il numero dei soggetti collocati e la dimensione dei cerchi variano in relazione alla potenza delle cappe utilizzate (vedi Tabella 1). Il secondo metodo è “la pulcinaia a tutto capannone”. I tacchinotti vengono posti in capannoni senza partizioni particolari e riscal-
MANAGEMENT
Figura 2 – Pulcinaia a tutto capannone.
Figura 3 – Lampada termica a infrarossi.
Tabella 1 – Differenze delle cappe. Diametro circostante (m)
Dimensione delle cappe (kW)
Numero di tacchinotti consigliato
3,0
2,6 / 3,8
200 – 220
3,5
3,8 / 4,7
270 – 290
4,0
5,6
370 – 390
4,5
5.6
460 – 480
Di solito meno soggetti = meno competizione
dati con cappe o termo-ventilatori e possono muoversi liberamente in tutto lo spazio disponibile (vedi Figura 2). La temperatura che garantiamo ai soggetti gioca un ruolo fondamentale nelle prime fasi della loro vita. In natura, il pulcino si avvicina alla chioccia quando ha più bisogno di calore (dopo aver mangiato e dormito, per esempio). In azienda possiamo fornire solo un sostituto della chioccia, che è generalmente una fonte di luce o raggi infrarossi. Ciò è particolarmente importante nel caso di pulcinaia in ambiente con pompe di calore o con riscaldamento a pavimento. L’introduzione di lampade, preferibilmente a infrarossi, soddisfa pienamente questa esigenza dell’animale fornendo una fonte di luce e di calore che si sostituisce alla chioccia in quanto attira l’animale al momento opportuno. Questo problema si presenta in misura minore nel caso di pulcinaia a cerchi perché la cappa, sia a gas che elettrica, diventa la chioccia e i polli tendono ad avvicinarsi o allontanarsi a seconda delle proprie esigenze. In molti Paesi – con l’uso di pannelli solari che forniscono elettricità a basso costo – assistiamo a un uso crescente di lampade elettriche a infrarossi (vedi Figura 3). Ci sono molti aspetti positivi legati all’uso di queste lampade, come la ridotta produzione sia di CO2 che di CO,
Figura 4 – Pulcinaia in corridoio.
che può rappresentare un rischio elevato con le cappe a gas in caso di cattiva gestione o funzionamento. Il rovescio della medaglia è che, in generale, queste incubatrici elettriche sono meno potenti delle opzioni a gas e quindi è necessario un numero maggiore di lampade per ottenere la stessa potenza. Un’altra opzione è quella di utilizzare le lampade elettriche insieme ai ventilatori ad aria calda, che creano una temperatura ambiente basica. Molti anni fa, in quasi tutti i casi, veniva utilizzata la pulcinaia a cerchi. Nel corso del tempo, con l’esigenza di ridurre i costi, la mancanza di manodopera e il miglioramento delle strutture e delle attrezzature disponibili, è diventato sempre più diffuso il posizionamento dei tacchinotti in pulcinaie a tutto capannone. Il senior manager della divisione tacchini di Amadori in Italia, dott. Falcioni, ci ha spiegato: «Il progresso è avvenuto come soluzione per i costi, per la manodopera e per ottenere dei miglioramenti, che sono ancora più evidenti nelle grandi aziende zootecniche private». Il dott. Falcioni ha deciso di modificare la tecnica di pulcinaia negli allevamenti dandole la definizione di “pulcinaia in corridoio”. La pulcinaia in corridoio prevede due recinzioni di filo metallico parallele ai lati del capannone, distanziate di 3-4 metri l’una dall’altra; all’interno di questo corridoio sono disposte attrezzature e cappe (vedi Figura 4). Il corridoio può anche essere separato in più punti per ridurre il numero di soggetti in ciascuna sezione (vedi Figura 5). I costi di manodopera sono inferiori rispetto alla pulcinaia a cerchi. L’utilizzo del metodo a corridoio ha consentito ad Amadori di continuare a utilizzare le cappe a gas, di-
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MANAGEMENT
Figura 7 – Difficoltà di montaggio delle apparecchiature nei cerchi.
Figura 5 – Tramezzi nella pulcinaia in corridoio.
sposte ciascuna nella stessa direzione per non confondere gli animali. In molti casi le cappe a gas sono supportate da ventilatori ad aria calda (operanti all’esterno della casa), che poi creano la “base” della temperatura ambientale (vedi Figura 6).
Figura 8 – Difficoltà di montaggio delle apparecchiature nei cerchi.
Figura 6 – Ventilatore esterno ad aria calda.
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Figura 9 – Utilizzo di grandi lampade a infrarossi.
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MANAGEMENT
Questa trasformazione ha permesso di dotare i tacchinotti di una maggiore superficie di pulcinaia e di ridurre la necessità di intervento all’interno dei tramezzi. Meno traffico pedonale all’interno del corridoio significa poter mantenere pulita l’area, poiché si utilizza lo stesso principio della pulcinaia a cerchi. Ci troviamo quindi di fronte a una modifica intermedia, con un risparmio di manodopera, ma mantenendo gli animali in un ambiente pulito e termo-neutrale fino alla fine della prima settimana o oltre, se possibile. Detto ciò, il dott. Falcioni indica come altro motivo importante di questo primo sviluppo la difficoltà di utilizzare attrezzature, come abbeveratoi e alimentatori automatici, tipici nella pulcinaia a cerchi sparsi. Con questo tipo di attrezzatura, per soddisfare l’esigenza di spazio per l’alimentazione e l’abbeverata degli animali, il cerchio deve essere tagliato in una o anche due file di abbeveratoi a tazza e mangiatoie automatiche, creando evidenti problematiche di montaggio (vedi Figure 7 e 8). Il passo successivo è stato quello di poter sfruttare appieno il potenziale dell’attrezzatura per soddisfare le esigenze di spazio mangiatoia e abbeveratoio. L’allevamento è stato riscaldato con grandi lampade a infrarossi lunghe circa 3 metri, disposte a 10 metri l’una dall’altra e a 2,8 metri da terra (vedi Figura 9). Con queste lampade la copertura infrarossa è garantita per circa 6 metri per lato (12 metri in totale). In genere il termostato si regola a 33 °C, ponendolo tra due pulcinaie e a una distanza di circa 1,5 metri dalle stesse. Ai tacchinotti viene quindi garantita una temperatura ottimale e una totale copertura della superficie a loro disposizione. Se i capannoni sono più larghi di 12 metri, si possono utilizzare delle reti per evitare che i tacchinotti entrino in contatto con zone “fredde”, non coperte dalle lampade a infrarossi. Con questo tipo di lampade è possibile riscaldare i tacchinotti per tutta la lunghezza dell’allevamento, limitando il più possibile la necessità di tramezzi. Questo sistema garantisce un’area di alimentazione e abbeveraggio più ampia, permette di sfruttare le potenzialità e tutta la quantità di apparecchiature automatiche. Può garantire fino a 2,5 cm e oltre di spazio per l’alimentazione e 1,5 cm di spazio per abbeverata a soggetto. Con questo spazio a disposizione si ottengono due risultati estremamente positivi: in primo luogo, un facile accesso a mangime e acqua, migliorando così il livello di uniformità del gruppo;
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I sistemi Jansen sono noti per la loro qualità e affidabilità. Vengono proposte varie soluzioni, tra cui sistemi a voliera per ovaiole commerciali e svezzamento pollastre, nidi per ovaiole commerciali e riproduttori.
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MANAGEMENT
Figura 10 – Distribuzione uniforme della luce.
in secondo luogo, con attrezzature e spazio extra disponibile, la lettiera, situata sotto gli abbeveratoi e le mangiatoie, rimane più asciutta rispetto alle condizioni della pulcinaia a cerchi. È importante notare la tendenza a introdurre anche attrezzature manuali (soprattutto mangiatoie), che comunque verranno gradualmente rimosse entro i 4-5 giorni di vita. Un altro fattore rilevante è l’illuminazione: stanno crescendo in popolarità le nuove strutture con un’unica linea di illuminazione. La superficie delle lampade è costituita da una lente che assicura una distribuzione uniforme dell’intensità luminosa (vedi Figura 10). Questa singola linea di illuminazione è molto importante nei cicli estivi. In caso di giornate calde è infatti essenziale ridurre il più possibile il funzionamento delle lampade. Se necessario, abbassando l’intensità della luce, si incoraggiano i tacchinotti a raccogliersi sotto la lampada, garantendo così l’effetto “chioccia”.
Considerazioni finali In conclusione, il metodo di pulcinaia a intero capannone rappresenta uno dei migliori disponibili per i seguenti motivi: • disporre di una perfetta copertura a infrarossi, e di conseguenza, di una temperatura controllata e di
40
un'illuminazione uniforme in allevamento, aiuterà a sostituire la chioccia naturale; • lo spazio consente una maggiore disponibilità per l’alimentazione e l’abbeveraggio, nonché una migliore qualità della lettiera; • questo sistema favorisce una maggiore uniformità, riduce la mortalità e permette agli animali di esprimere le loro capacità genetiche, cosa che solo la pulcinaia a cerchi potrebbe garantire; • infine, ma non meno importante, riduce i costi di manodopera. Generalmente la “pulcinaia a intero capannone” è sempre più utilizzata, soprattutto negli allevamenti commerciali, e si può dire che rappresenti la pulcinaia del futuro. Quando si utilizzano “sistemi a tutto ambiente”, con ventilazione calda o riscaldamento a pavimento, si consiglia l’uso di lampade o cappe a infrarossi (elettriche o a gas) per rispondere meglio alla necessità dei tacchinotti di individuare facilmente un surrogato della madre. L’importanza dell’infrarosso nel periodo di pulcinaia è evidente e il suo corretto utilizzo può davvero facilitare il superamento di questa importante fase nella vita dei tacchinotti. Tuttavia, è fondamentale anche continuare a sviluppare metodi migliori per soddisfare le esigenze degli animali e, allo stesso tempo, ridurre i costi di produzione.
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MANAGEMENT
Effetti dello svezzamento sul comportamento e sull’integrità ossea delle ovaiole accasate in voliera
©Facco
Comprendere le conseguenze dello svezzamento sul comportamento e sull’integrità ossea delle galline ovaiole può aiutare a trovare soluzioni per migliorare il loro benessere e i problemi di gestione.
La ricerca sull’allevamento delle galline ovaiole si è concentrata principalmente sull’ambiente di accasamento dopo le 16-18 settimane di età. È ben documentato che le prime esperienze possono avere effetti duraturi sullo sviluppo della gallina e sulla sua salute muscolo-scheletrica.
M. M. Makagon e A.N. Pullin Dipartimento di Scienze Animali, Università della California, Davis
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Ci sono sempre più evidenze pratiche sul fatto che, nella fase pollastra, la scelta del tipo di accasamento e di gestione abbia un impatto su molti aspetti del benessere, della produttività e della gestione delle galline ovaiole durante tutto il loro ciclo vitale. In
- management -
questo articolo vengono esaminati i metodi di accasamento per lo svezzamento e le loro conseguenze dirette sullo sviluppo delle galline, fornendo esempi di implicazioni per il benessere e la gestione. Il crescente utilizzo di sistemi a voliera nel settore delle ovaiole è andato di pari passo con l'approfondimento della ricerca sulla gestione per un corretto accasamento delle pollastre. Ciò non sorprende, dato che le prime 16-18 settimane di vita di una pollastra sono fondamentali per l’adattamento, lo sviluppo cognitivo e muscolo-scheletrico.
MANAGEMENT
Le opportunità di interagire con ambienti precoci complessi possono comportare conseguenze positive a lungo termine sui suddetti aspetti dello sviluppo, che a loro volta influenzano il comportamento sociale e l’uso dello spazio e delle risorse. Per esempio, rispetto alle galline allevate in gabbia, è stato dimostrato che i soggetti allevati in voliera hanno una migliore memoria e una minore paura del loro ambiente di accrescimento e produzione. A questo proposito, a 19 settimane di età, poco dopo essere state trasferite in un allevamento di produzione, le galline allevate in voliere a più livelli utilizzavano i componenti elevati in misura maggiore rispetto ai soggetti accasati in gabbia. Per quanto riguarda la salute muscoloscheletrica, l’allevamento in voliera è stato associato a maggiori aree della sezione trasversale dell'osso totale e corticale per radio e tibia a 16 e 73 settimane di età rispetto a quello in gabbia. Sono state riportate anche differenze nella distribuzione dei minerali ossei tra i due gruppi messi a confronto. Gli accasamenti erano identici per entrambi i gruppi all’interno di ciascuno studio, per mettere in evidenza il ruolo svolto dal tipo di svezzamento sui risultati descritti. I sistemi di accasamento differivano in dimensioni e in tipi di modifiche per lo svezzamento, comportando delle differenze misurabili nello sviluppo cognitivo e nell’adattamento, nella salute muscolo-scheletrica e, di conseguenza, nell’uso dello spazio e delle risorse. Proibire l’accesso ai trespoli a 8 settimane di età ha ridotto la capacità delle pollastre di spostarsi verso l’alto, probabilmente a causa della minore cognizione spaziale. D’altra parte, un accesso precoce ai trespoli durante lo svezzamento è stato associato a una ridotta presenza di uova deposte a terra e cannibalismo cloacale in produzione. È stato anche dimostrato che l’accesso precoce al trespolo migliora la salute muscolo-scheletrica fino alla fine della deposizione. Lo sviluppo cognitivo, la salute muscolo-scheletrica e l’uso delle risorse possono quindi contribuire a migliorare il benessere degli animali e la gestione delle galline. Un esempio di possibili problemi è il verificarsi di fratture ossee della carena, che possono essere dolorose e influenzare la produttività delle galline. Sebbene le fratture ossee della carena possano verificarsi in tutti i sistemi di allevamento, si è notata una certa prevalenza associata a una maggiore complessità del sistema di accasamento. Le differenze nella prevalenza delle fratture riportate tra le ovaiole mature potrebbero anche riflettere
“Ci sono sempre più evidenze pratiche sul fatto che, nella fase pollastra, la scelta del tipo di accasamento e di gestione abbia un impatto su molti aspetti del benessere, della produttività e della gestione delle galline ovaiole durante tutto il loro ciclo vitale. In questo articolo vengono esaminati i metodi di accasamento per lo svezzamento e le loro conseguenze dirette sullo sviluppo delle galline, fornendo esempi di implicazioni per il benessere e la gestione”
differenze nella predisposizione dei soggetti legate allo svezzamento. È attualmente in corso un progetto multiistituzionale su larga scala per determinare gli impatti del periodo di svezzamento sullo sviluppo della consapevolezza e adattamento spaziale, sulla salute delle ossa e sul rischio di fratture della carena nelle galline ovaiole. I risultati preliminari suggeriscono che la fase di svezzamento influenza il modo in cui le pollastre rispondono alle strutture verticali e ha un effetto sull’andamento dello sviluppo osseo e sulla distribuzione delle galline all’interno del sistema a voliera a più livelli. L’attenzione alla fase di svezzamento e l’identificazione di meccanismi di sviluppo ampiamente definiti sulla base delle fratture ossee della carena, e altri problemi di benessere e gestione, supportano la progettazione di strategie di mitigazione precoce personalizzate, per affrontare i problemi relativi ai vari tipi di sistemi di accasamento delle galline ovaiole, in un approccio utile e mirato. La bibliografia è disponibile su richiesta Dagli atti della Midwest Poultry Federation Convention 2022
- giugno 2022 -
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NUTRIZIONISTICA
Aggiunta di xilanasi termostabile al mangime per migliorare performance e salute del tratto gastrointestinale
©Kemin
La xilanasi viene comunemente usata come additivo alimentare per ridurre i costi, diminuire la viscosità dei digesta e migliorare la digeribilità dei polisaccaridi non amidacei e delle proteine. Inoltre è dimostrato che l’aggiunta di xilanasi ha un effetto prebiotico, perché promuove la sanità intestinale. In questa prova sono stati studiati nel pollo gli effetti rapportati alla dose dell’aggiunta di una xilanasi termostabile a una dieta a base di mais e soia, tipica del Sud-Est asiatico.
I risultati dello studio indicano che l’aggiunta di xilanasi può consentire di ridurre fino a 100 kcal di energia metabolizzabile apparente (AME) e 2% di proteina grezza e amminoacidi digeribili in termini di performance. Inoltre, si è visto l’effetto dose dipendente della xilanasi sulla salute intestinale, con variazioni del microbiota e un aumento degli acidi grassi a corta catena, con conseguenti risvolti positivi sulla morfologia intestinale.
W. Boontiam1, D. Wu2, C. Bodenreider2 1
2
Khon Kaen University, Khon Kaen, Thailand
KEMIN Animal Nutrition and Health Asia
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Introduzione Gli xilani, insieme ai beta glucani e alle cellulose, costituiscono i polisaccaridi non amidacei (NSP), che non riescono a essere completamente degradati dai monogastrici. Essi hanno un effetto antinutrizionale, poiché aumentano la viscosità intestinale dei digesta. Tale viscosità provoca un’alterazione della biodisponibilità dei nutrienti e un calo dell’energia metabolizzabile, diminuendo le performance degli animali. Gli avicoli non producono carboidrati endo-
- nutrizionistica -
NUTRIZIONISTICA
geni capaci di idrolizzare i pentosani NSP, come gli arabinoxilani, presenti nei cereali. L’aggiunta di enzimi come la xilanasi, beta glucanasi e cellulasi al mangime, riduce gli effetti antinutrizionali degli NSP. Si ritiene che gli enzimi degradino la struttura dei polisaccaridi che ingabbia le proteine e diminuiscano anche la viscosità del contenuto intestinale. Pertanto vengono ampiamente utilizzati nell’alimentazione animale, specialmente in quella di avicoli e suini, per avere un’utilizzazione completa dei componenti della dieta di origine vegetale. L’aggiunta di xilanasi al mangime migliora la digeribilità delle materie prime e favorisce il mantenimento della salute. In questa prova abbiamo studiato gli effetti correlati alla dose dell’aggiunta di una xilanasi termostabile naturalmente, sulle performance e salute intestinale di polli alimentati con dieta a base mais-soia.
Materiali e metodi 1000 broiler Ross 308 sono stati accasati seguendo 5 trattamenti alimentari, in 10 box da 20 polli ciascuno, da 1 a 35 gg. I trattamenti erano: dieta standard mais soia (PC) con 100 kcal in meno di energia metabolizzabile e 2% in meno di proteina grezza e amminoacidi digeribili (NC); NC con 10g/ton di xilanasi (T1); NC con 15 g/ton (T2) e NC con 30g/ton (T3). Il mangime era pellettato a 80 °C per 30 secondi. L’attività della xilanasi rilevata dopo la pellettatura era superiore all’80%. Il peso dei polli e il consumo alimentare sono stati misurati per ciascun box fino al giorno 35. I cechi di 36 soggetti sono stati controllati al trentacinquesimo giorno per l’analisi
quantitativa della microflora. Lactobacillus spp. ed Escherichia Coli sono stati calcolati rispettivamente su piastre di agar McConkey e agar eosina blu di metilene. I segmenti intestinali (duodeno, digiuno e ileo) sono stati raccolti da 36 polli a fine prova per determinare la morfologia intestinale. I campioni di tessuto sono stati lavati e poi fissati in soluzione al 10% di formaldeide. La lunghezza dei villi (VH) è stata valutata partendo dalla cima fino alla
giunzione con la cripta di ciascun villo, mentre la profondità della cripta (CD) è stata misurata partendo dal fondo del villo, tra villi adiacenti e valutandone anche la larghezza. Campioni di digesta cecali da 6 polli di ogni trattamento sono stati raccolti alla fine della prova, per misurare il contenuto degli acidi grassi volatili (VFAs), che sono stati quantificati, seguendo la metodica di Apajalahti et al. (2019).
Tabella 1 – Principali ingredienti della dieta base per ogni fase di crescita. Ingrediente (%)
Giorni 0 - 14
Giorni 15 - 35
PC
NC
PC
NC
Mais
40,93
41,39
43,43
45,42
Crusca di riso
10,00
12,36
15,00
17,94
Pannello soia estruso
15,00
15,00
15,00
15,00
Pannello soia sbucciato
26,79
26,13
19,71
16,79
Olio di crusca di riso
3,42
1,26
3,50
1,30
Fosfato dicalcico
1,60
1,64
1,30
1,42
Calcare
1,30
1,26
1,25
1,18
Sale
0,25
0,25
0,25
0,25
Cloruro di colina
0,05
0,05
0,05
0,04
DL-metionina
0,40
0,40
0,25
0,40
Fitasi
0,01
0,01
0,01
0,01
Vitamine-minerali premix
0,25
0,25
0,25
0,25
Totale
100
100
100
100
AMEn, kcal/kg
3.150
3.050
3.200
3.100
CP, %
23,00
23,00
20,00
20,00
Ca, %
0,96
0,96
0,84
0,84
P disponibile, %
0,47
0,47
0,42
0,42
Lisina digeribile, %
1,31
1,31
1,11
1,11
Met + Cys digeribili, %
0,95
0,95
0,74
0,74
Treonina digeribile, %
0,87
0,87
0,76
0,76
Cenere, %
2,55
2,55
3,14
3,14
Fibra, %
4,03
4,03
4,82
4,82
Acido linoleico, %
3,26
3,26
3,35
3,35
Valore calcolato
- giugno 2022 -
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NUTRIZIONISTICA
L’effetto dei trattamenti dietetici sulle performance del pollo, in questa prova, sono stati analizzati con un ANOVA ad una via, con SAS 9.0. La procedura GLM è stata invece usata per quantificare le differenze tra i trattamenti per tutte le misure, con un test Duncan multiplo di nuova concezione. I valori medi, che includevano l’errore standard della media, sono stati infine calcolati per ogni parametro esaminato. Il livello di significatività era stabilito a P<0,05 (Tabella 1).
Risultati e discussione È stata osservata una risposta alla dose per peso e conversione (Tabella 2) dopo 35 gg, con 10 e 15 g/ton di xilanasi, capaci di compensare la formulazione meno spinta in termini di performance, mentre con 30 g/ton c’era una differenza statisticamente significativa rispetto ai 10, per ciò che riguardava peso e conversione (FCR). Tabella 2 – Peso al giorno 35 e relativa conversione FCR. PC
NC
T1
T2
T3
Peso, g
2219ab
1977c
2145b
2190ab
2289a
FCR (mangime/g)
1,50 bc
1,76a
1,56b
1,53bc
1,47c
a,b,c Medie senza sovrascrittura comune in una stessa colonna sono significativamente diverse (P<0,05).
Lo studio ha mostrato anche gli effetti della xilanasi sull’intestino. I campioni cecali raccolti sono stati sottoposti a conta di Lactobacillus spp. ed Escherichia Coli (Tabella 3). I lattobacilli tendevano ad aumentare con 10 e 15 g/ton e tale aumento era statisticamente significativo a 30 g/ton. L’effetto opposto si notava per i coliformi, con una diminuzione delle cariche osservata dopo l’aggiunta di xilanasi. Tabella 3 – Conta di Lactobacillus spp. ed Escherichia Coli nei campioni cecali. PC
NC
T1
T2
T3
Lactobacillus spp
4,47b
4,62b
5,86ab
5,59ab
6,92a
Escherichia coli
5,27ab
5,86a
4,18b
4,41ab
3,71b
Contenuto in CFU Log 10/g
a,b,c Medie senza sovrascrittura comune in una stessa colonna sono significativamente diverse (P<0,05).
Sono stati misurati gli acidi grassi volatili cecali del pollo a 35 gg e hanno dimostrato che la concentrazione di
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Tabella 4 – Effetto del trattamento sul contenuto degli acidi grassi volatili cecali (mmol/g digesta). PC
NC
T1
T2
T3
25,1
25,34
25,63
28,58
27,33
Propionato
7,48bc
6,76c
9,12ab
8,97ab
9,36a
Butirrato
11,54b
8,38c
13,04a
15,94a
17,08a
BCFAs
1,29ab
0,78b
1,21ab
1,58ab
1,69a
VFAs totali
45,41bc
41,27c
49,00 b
55,08a
55,46a
Acetato
VFAs = acido acetico + propionico + butirrico + acidi grassi ramificati. a,b,c Medie senza sovrascrittura comune in una stessa colonna sono significativamente diverse (P<0,05).
butirrato era maggiore nei gruppi con l’aggiunta (Tabella 4) rispetto ai PC e NC (P<0,05). La risposta in base al dosaggio era solo un andamento, ma comunque tutti i gruppi trattati erano statisticamente maggiori di PC e NC. L’acetato non era alterato dall’aggiunta di xilanasi, ma i livelli di propionato nei PC erano inferiori ai gruppi trattati con xilanasi. Le morfologie di duodeno, digiuno e ileo sono state misurate tramite l’altezza dei villi e la profondità delle cripte. Non è stato rilevato alcun effetto significativo sulla profondità delle cripte nei polli di 35 gg, ma l’altezza dei villi in duodeno e ileo cambiava in relazione al trattamento con xilanasi. L’altezza dei villi ileali e il rapporto VH:CD in duodeno e digiuno erano significativamente influenzati dall’aggiunta di xilanasi rispetto al gruppo NC. La risposta al dosaggio con T1, T2 e T3 era solamente numerica. Le variazioni nella popolazione batterica, l’aumento dei VFA e l’aumento del rapporto VH:CD costituiscono un insieme di dati che suggeriscono come l’aggiunta di xilanasi possa avere effetto benefico sulla salute intestinale degli animali, dato dimostrato anche in studi precedenti. Lo studio dimostra che l’aggiunta di xilanasi a 10 g/ton ha consentito di recuperare le performance ottenute con una dieta ipoenergetica e ipoproteica (PC) a base maissoia. Ulteriori livelli tendevano a dare migliori risultati. I dati raccolti dimostrano che l’aggiunta al mangime di xilanasi, anche alle dosi più basse di 10 g/ton, può dare miglioramenti significativi alle performance del pollo e all’utilizzazione dei nutrienti, migliora la crescita microbica e la concentrazione di VFA. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2021
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- giugno 2022 -
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NUTRIZIONISTICA
La muramidasi microbica nella dieta migliora la crescita, sia da sola che associata a promotori di crescita antibiotici (AGP) S.V. Rama Rao1, E. Perez Calvo3
R. Valientes2, 1
Sri Ramadhootha Poultry Research Farm Pvt. Ltd. India 2
DSM Nutritional Products, Asia Pacific
3
DSM Nutritional Products, Nutrition Innovation Center, Francia
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Il tratto gastrointestinale (GIT) degli avicoli ospita una comunità microbica complessa e dinamica, che consiste soprattutto in batteri la cui parete cellulare contiene polimeri strutturali peptidoglicani (PGNs). Il riciclaggio della parete cellulare batterica è un processo con il quale i batteri degradano la propria parete nel corso dello sviluppo, onde riutilizzarne una parte, grazie a un trasferimento attivo. Questi nutrienti vengono dunque metabolizzati sia per ricostruire la parete cellulare,
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ORIGINAL che per produrre energia. È però possibile, sia in intestini normali che stressati, che i PGNs vengano accumulati. Non sono note le conseguenze di tale accumulo in intestini sani, ma si ritiene che frammenti di cellule batteriche nel lume possano alterare la normale digestione dei nutrienti e il loro assorbimento, influenzando negativamente le performance. Le muramidasi sono enzimi naturali che idrolizzano i PGNs della cellula batterica. Studi recenti hanno dimostrato un miglioramento delle rese del pollo, aggiungendo al mangime una nuova muramidasi di derivazione microbica (MUR), capace di idrolizzare i PGNs della parete cellulare batterica.
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È stata così impostata una sperimentazione, per valutare l’effetto di una MIUR microbica con o senza antibiotici auxinici (AGP) sulle rese del pollo. Si trattava di uno studio di 42 giorni su 1600 maschi Cobb 440Y, disposti a caso in 64 box a terra (25 per ciascuno) e alimentati con una dieta con soia e farina di carne e ossa, con Robenidina come coccidiostatico. Si è usato un programma alimentare a tre periodi e 4 diete sperimentali pellettate. Un controllo negativo (NV); un NC+bacitracina (BMD 50 ppm); un NC+MUR a 25.000 LSU/f/ kg; un NC+BMD+MUR alle concentrazioni sopra riportate. I parametri di crescita sono stati registrati a 0, 7, 28 e 42 giorni e i dati sono stati analizzati con ANOVA e test di Student. In questa prova, l’aggiunta di MUR alla dieta ha migliorato il peso, ma non quando era aggiunto AGP, per cui tra i due non si è notata alcuna correlazione. L’aggiunta di MUR ha migliorato significativamente il peso del 2,4 e 3,2% rispetto ai mangimi che non l’avevano (NC e NC+AGP), mentre non si è notata alcuna differenza col mangime NC+AGP+MUR. Per quanto riguarda invece la conversione (FCR), l’aggiunta di MUR ha evidenziato di nuovo un miglioramento significativo, ma non quando veniva aggiunto anche AGP. Però stavolta si sono notate delle interazioni, che indicano come AGP migliori la conversione solamente in presenza di MUR. Questa associazione ha dato infatti la migliore conversione; la spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che AGP promuove il turnover batterico e quindi aumenta la presenza di PGNs intestinali, fornendo di conseguenza un maggiore substrato per l’azione della muramidasi microbica. Concludendo, la muramidasi microbica, da sola o insieme agli auxinici (AGP), migliora le performance del pollo. Bibliografia disponibile su richiesta Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2020
- giugno 2022 -
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VETERINARIA
La salute intestinale nella produzione avicola: cosa, come e perché
Marcos H. Rostagno Technical and Regulatory Director Phytobiotics North America, LLC. 202 New Edition Court, Cary, NC 27511
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La salute intestinale è diventata uno degli argomenti di maggiore e globale interesse nel settore dell’allevamento avicolo. Ma perché si è guadagnata tanta importanza? Cosa si intende per salute intestinale e come andrebbe gestita, considerata la sua complessità, in seno al settore? Negli ultimi anni la salute intestinale è diventata oggetto di forte interesse, diventando velocemente uno degli argomenti più popolari sulla scena mondiale dell’allevamento avicolo.
- veterinaria -
VETERINARIA
Ma perché si è guadagnata tanta importanza? La corretta funzionalità del tratto intestinale è fondamentale ai fini della salute, del benessere e della produttività degli animali. Il settore avicolo, sempre più competitivo, subisce costantemente la pressione legata alla necessità di aumentare l’efficienza dei sistemi di produzione. In qualsiasi sistema di produzione avicolo (broiler, tacchini, ovaiole), l’alimentazione è, in larga misura, la principale fonte di costo: ecco quindi facilmente spiegata l’importanza della salute intestinale come fattore determinante per l’uso efficiente dei nutrienti forniti agli animali attraverso la dieta. Inoltre, le crescenti pressioni di mercato e la veloce transizione verso la produzione di alimenti per l’uomo senza l’uso di antibiotici hanno fatto nascere l’esigenza di nuove strategie per favorire la salute intestinale degli animali. Per molti anni, gli antibiotici sono stati ampiamente utilizzati come strategia d’intervento e hanno permesso di tenere sotto controllo diverse problematiche intestinali. Queste però sono riemerse durante il processo di abbandono degli antibiotici come additivi alimentari nelle diete degli animali. Per questo il mercato mette continuamente a disposizione un numero incredibilmente elevato di nuovi additivi per mangimi, allo scopo di gestire le problematiche di salute intestinale e di mantenere l’efficienza produttiva. Ma la domanda è: cosa si intende per salute intestinale? Esiste una definizione? L’intestino è un sistema molto complesso e intricato e, per questo, è ancora considerato da molti un “grosso punto di domanda”, con numerose, basilari e rilevanti lacune di conoscenza da colmare. Per non dire che questo stesso organo interagisce attivamente e in maniera bidirezionale con molti altri sistemi complessi dell’organismo, rendendo molto difficile la spiegazione esauriente delle molteplici sfaccettature di tale interrelazione. Riuscire a fornire una definizione di “salute intestinale” è stata, in questi ultimi anni, una sfida per nutrizionisti, veterinari e scienziati di tutto il mondo. E tuttavia, sebbene sia diventata un argomento molto popolare a livello di conferenze, riviste scientifiche specializzate e pubblicazioni industriali, è ancora priva di una chiara definizione scientifica. Un intestino si può definire sano se ha, fra altre, le seguenti caratteristiche fondamentali: integrità strutturale, motilità e funzionalità neuroendocrina normali, una corretta digestione dell’alimento e un corretto assorbimento dei nutrienti, un sistema immunitario funzionante e un microbiota stabile ed efficiente. Quindi, come è facile intui-
re, dovendo prendere in considerazione tutte queste caratteristiche fondamentali, fornire una chiara e oggettiva definizione di “salute intestinale” è una sfida complicata. Inoltre, tutti questi fattori basilari interagiscono tra loro attraverso svariati vie e meccanismi complessi, influenzandosi direttamente a vicenda. Altro aspetto da prendere in considerazione in questo articolato scenario è la varietà di fattori esterni comunemente presenti in qualsiasi sistema di produzione avicolo, e che possono avere effetti sul tratto intestinale. Fra questi, la dieta (composizione, struttura/forma fisica, qualità degli ingredienti e gestione degli alimenti), presenza di micotossine, patogeni e ricorso ad additivi per mangimi (antimicrobici o non antimicrobici), così come eventuali condizioni di stress (fisico, psicologico o ambientale). Dunque, c’è da chiedersi come il settore dovrebbe far fronte a questa sfida così chiaramente complessa (e costosa). Altrettanto chiaro dovrebbe essere il fatto che non esistono soluzioni facili, “cure miracolose”. È invece necessario avere aspettative realistiche e arrivare a soluzioni che aggrediscano il problema su più fronti. Per gestire con successo le problematiche intestinali è fondamentale iniziare a pensare in maniera diversa e con orizzonti più ampi. A partire da una migliore comprensione della tematica e dall’applicazione di una combinazione di nozioni e strategie relative a salute e nutrizione. Per finire, semplicemente, con il prestare maggior attenzione alla gestione e al benessere degli animali. Anche lo sviluppo e l’applicazione di strategie d’intervento basate su modalità d’azione mirate è importante. L’allevamento avicolo deve concentrarsi maggiormente sull’adozione di approcci che abbiano base scientifica, piuttosto che su quegli “esercizi per tentativi” svolti di routine sul campo. Ancora, è assolutamente necessario migliorare la raccolta e l’utilizzo dei dati per fornire informazioni attendibili e sfruttabili. Per vincere le attuali sfide legate alla salute intestinale, la cosa più importante è che il settore avicolo cambi il suo tradizionale modo di pensare e riprenda in mano gli aspetti basici dell’allevamento, rompendo, allo stesso tempo, alcuni vecchi paradigmi.
- giugno 2022 -
Traduzione di Giorgia Riuzzi
Dagli atti della Midwest Poultry Federation Convention del 2020
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Direttore responsabile Lucio Vernillo Redazione Daria Domenici, Tania Montelatici (zootecnica@zootecnica.it) Amministrazione Marianna Caterino (amministrazione@zootecnica.it) Ufficio Zootecnica International Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia Tel.: +39 055 2571891 Web: zootecnica.it Registrazione Registrazione Tribunale di Firenze n.3162 Spedizione in A.P. Art.2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Firenze ISSN 0392-0593 Abbonamento (1 anno / 11 numeri): Italia Euro 50 Abbonamento con Carta di credito o Paypal: zootecnica.it/abbonamenti Abbonamento con bonifico bancario: Zootecnica International, Vicolo Libri, 4 50063 Figline Incisa Valdarno (FI) Italia; banca: UNICREDIT, BIC: UNICRITM1OU9 Iban: IT 81 H 02008 38083 000020067507 Art Direction e impaginazione Laura Cardilicchia – elleciwebstudio.com Stampa Nova Arti Grafiche, Firenze
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