Zootecnica International - Rivista Avicola - 10 ottobre 2022

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Influenza Aviaria: una sfida aperta per il settore avicolo

Cochlosoma anatis, identificazione dei fattori che portano alla malattia nei tacchini Biofilm, la minaccia nascosta

a 2022
10
Zootecnica International
ottobre 2022
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EDITORIALE

Da diversi anni si parla dell’alimentazione dell’uomo sotto il profilo nutrizionale e dietetico. Anche se il piacere della buona tavola non si discute, l’aspetto salutare è ormai diventato un presupposto fondamentale del mangiare bene: l’uno non esclude l’altra.

Il cambiamento dei costumi alimentari avvenuto negli ultimi decenni non è solo la conseguenza logica di ritmi di vita diversi, ma è un fenomeno riconducibile a un’innegabile evoluzione socio-culturale. Un tempo esisteva il problema di “cosa mangiare”, non in termini di scelta, ma di disponibilità. Successivamente ci si è voluti riscattare dalle sofferenze passate e la carne, in particolare, non solo rispondeva a delle esigenze nutrizionali, ma rappresentava anche uno status symbol.

Nella società odierna, in cui il benessere è sempre più diffuso, i consumi di carne sono diminuiti. Il fenomeno non stupisce se consideriamo il crescente aumento di vegetariani e le regole salutistiche che suggeriscono di farne un uso moderato, in particolare di carni rosse. Analizzando i consumi dei diversi tipi di carne negli ultimi decenni, le carni avicole sono le uniche che hanno segnato un costante incremento: questo è accaduto anche perché le carni bianche sono riuscite a inserirsi in una corrente innovativa di prodotti trasformati, più rispondenti alle esigenze alimentari odierne. Purtroppo sul piano dell’informazione al consumatore non sono stati sfruttati i veri plus delle carni avicole, sui quali puntare per una corretta informazione: se chiediamo a consumatori scelti in modo casuale, molti dimostreranno di saperne ben poco della filiera avicola e non pochi di loro sono ancora prevenuti a causa di problematiche appartenenti a mezzo secolo fa.

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SOMMARIO

ATTUALITÀ 4

LE AZIENDE INFORMANO 12

PRIMO PIANO

Around the table: un ecosistema per la salute di tutti 14 REPORTAGE

Influenza Aviaria: una sfida aperta per il settore avicolo 16

FOCUS

Cochlosoma anatis, identificazione dei fattori che portano alla malattia nei tacchini 20

MARKETING

Dinamiche e modelli dell’industria avicola nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020 Parte 1 – Produzione di uova 22

TECHNICAL COLUMN

SAM: Gestione attiva strategica, un processo essenziale nei sistemi di allevamento alternativo

MANAGEMENT

28

Gestione del tacchino: salute dell’intestino e immunità delle mucose 32

NUTRIZIONISTICA

La fibra nella produzione avicola e la sua relazione con le rese e la salute intestinale del pollo 36 L’alimentazione di precisione migliora l’efficienza dello sviluppo nel pollo 38

VETERINARIA

Controllo della Salmonella nelle ovaiole ........................................................... 40

Rilevamento e quantificazione comparativa di ceppi di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae da galline ovaiole tramite la qPCR

TRASFORMAZIONE

44

Biofilm, la minaccia nascosta 50

...............................................................
..............................
INTERNET 56 50 20 16
MARKET GUIDE.................................................................................. 52 GUIDA

Impennata dei costi, Unaitalia: necessari interventi per stabilizzare il mercato

Aumento dei costi, incertezze nelle forniture: l’effetto domino spaventa le aziende avicole. Antonio Forlini, presidente di Unaitalia, lancia un appello alle istituzioni per trovare insieme misure idonee a sostenere le filiere.

“Negli ultimi dodici mesi le nostre imprese hanno visto aumentare a dismisura, talvolta decuplicare, i costi dell’energia e delle materie prime destinate all’alimentazione degli animali. Una tendenza che non sembra interrompersi, anzi ha subito un’impennata nelle ultime settimane. Questo clima di instabilità e volatilità dei mercati è allarmante. È urgente adottare meccanismi di stabilizzazione del mercato ed evitare le speculazioni che creano condizioni di incertezza ormai insostenibili per le imprese che devono programmare e continuare a produrre, come pure per gli oltre 6700 allevatori della filiera avicola italiana, che stanno affrontando aumenti dei costi energetici che ne mettono a rischio la sopravvivenza”. Così Antonio Forlini, presidente di Unaitalia, associazione di rappresentanza delle imprese della filiera avicola italiana, interviene nel dibattito sulla pesante situazione legata al caro energia che grava su aziende e famiglie.

“A preoccupare le nostre imprese – continua Forlini – sono non solo gli aumenti dei costi, ma anche il rischio concreto che intere filiere produttive possano essere co -

strette a fermarsi sotto il peso di rincari e incertezze nelle forniture, con un effetto domino sulle altre. Se ciò dovesse accadere nel settore agroalimentare significherebbe mettere a rischio l’approvvigionamento alimentare. È necessario tutelare il diritto di accesso al cibo, soprattutto in questa fase di forte inflazione che potrebbe accentuare la contrazione dei consumi in autunno. Sono necessari interventi immediati e decisi per frenare la spinta inflazionistica, a sostegno anche dei consumi. Ci uniamo in questa direzione all’appello lanciato da altre associazioni della filiera delle carni, nel chiedere che il governo affronti con decisione questa emergenza per arginare i rischi di tenuta del sistema agroalimentare e le gravi conseguenze a livello economico e sociale. Per questo – conclude Forlini – ci mettiamo da subito a disposizione delle Istituzioni, per trovare insieme le misure più idonee a sostenere le filiere in questo delicato momento”.

4 - attualità -
ATTUALITÀ

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Sicurezza alimentare, pubblicato il rapporto RASFF 2021

Il sistema RASFF è un sistema di allerta, sotto forma di rete, attivo 24 ore su 24, che consente di notificare, in tempo reale, un rischio diretto o indiretto per la salute pubblica connesso ad alimenti, mangimi e materiali a contatto con gli alimenti e quindi di adottare tempestivamente le opportune misure di salvaguardia.

notifiche effettuate dall’Italia comprendono soprattutto pesce e derivati (24%), frutta a guscio, prodotti a base di noci e semi (14%), frutta e vegetali (11%).

I pericoli sanitari maggiormente riscontrati nelle notifiche attivate dall’Italia riguardano principalmente le micotossine (17%), i metalli pesanti (14%), gli additivi (13%), i microrganismi patogeni (13%) e i residui di pesticidi (12%).

È stato pubblicato il rapporto annuale 2021 del Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi in ambito europeo (RASFF), in base al quale risulta che lo scorso anno sono state trasmesse 4.588 notifiche, a fronte delle 3.783 del 2020. Delle 4.588 notifiche pervenute, 4.084 hanno riguardato l’alimentazione umana, 234 l’alimentazione animale e 270 MOCA.

Il Paese membro che ha trasmesso alla Commissione europea il maggior numero di segnalazioni nell’anno 2021 è la Germania; a seguire la Spagna e l’Olanda. L’Italia, quarto paese membro per numero di segnalazioni trasmesse attraverso il sistema di allerta, ha inviato 387 notifiche. Le tipologie di prodotti alimentari/mangimi/MOCA più frequentemente oggetto delle

Per quanto riguarda i Paesi di origine dei prodotti che sono stati oggetto delle notifiche trasmesse dal RASFF, i prodotti di origine italiana risultati irregolari sono stati 172, pari al 3% del totale (125 nel 2020, 146 nel 2019 e 156 nel 2018). Il Paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi è la Turchia (611) equivalente al 12% di origine dei prodotti non conformi, seguita da India (380), a pari merito con la Polonia (380).

Per quanto concerne le non conformità riscontrate nei prodotti di origine italiana, il maggior numero di notifiche ha riguardato molluschi bivalvi (23), cereali e prodotti da forno (21), frutta e vegetali (19), latte e prodotti a base di latte (17), prodotti della pesca (11), carne e prodotti a base di carne (diversa da pollame) (10), additivi alimentari (9), prodotti dietetici e integratori alimentari (8) e materie prime per mangimi (8).

6 - attualitàATTUALITÀ
©Pexelsiconcom

Dall’analisi delle segnalazioni RASFF del 2021 si evidenzia che un elevato numero di notifiche riguarda contaminazioni microbiologiche (63), seguite dai residui di pesticidi (37) e dai corpi estranei (19). Tra i contaminanti microbiologici, il maggior numero ha riguardato Salmonella spp., Listeria monocytogenes ed Escherichia coli

Per quanto riguarda il  pollame, nel corso del 2021 le notifiche di allerta sono state 369. La maggior parte ha riguardato contaminazioni microbiologiche, in modo particolare quelle relative alla presenza di Salmonella. Il Paese con il più alto numero di notifiche è la Polonia, seguita dalla Francia e dal Belgio.

Relativamente alle  uova e prodotti derivati nell’anno 2021 sono pervenute 12 notifiche. In 8 casi la non conformità è associata alla presenza di microrganismi patogeni. L’origine dei prodotti non conformi è varia, ma anche in questo caso il Paese che ha effettuato più segnalazioni risulta essere la Polonia.

Per quanto riguarda i prodotti relativi all’alimentazione animale, sono pervenute 173 segnalazioni. Nella cate -

goria dei  mangimi la presenza di microrganismi patogeni ha rappresentato la metà delle segnalazioni (50%), tutti appartenenti al genere Salmonella; diversamente nei mangimi composti il pericolo rilevato più di frequente è attribuito al riscontro di additivi non autorizzati e/o oltre i limiti (36,4%).

Nella categoria  additivi per mangimi  il pericolo preponderante è stato rappresentato dal riscontro di residui farmacologici (36,4%), mentre nelle premiscele le non conformità erano equamente distribuite tra additivi non autorizzati e metalli pesanti (50%). Si precisa che in alcuni casi nello stesso prodotto possono essere presenti più categorie di pericoli contemporaneamente. L’origine dei prodotti non conformi è varia. Il Paese con il maggior numero di segnalazioni nell’ambito dell’alimentazione animale (mangimi, mangimi composti, additivi per mangimi e premiscele) è la Germania, seguita da Belgio e Francia.

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ATTUALITÀ
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Linee guida all’esame istopatologico

Pubblicate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna le Linee Guida per effettuare esami istopatologici nella diagnosi delle malattie degli animali da reddito.

la conoscenza delle condizioni per le quali la metodica diventa strumento fondamentale per la conferma della diagnosi è un requisito necessario. Allo stesso tempo l’acquisizione di nozioni per il corretto campionamento e l’invio dei campioni al laboratorio di istologia costituiscono aspetti di primaria importanza per l’ottenimento di risultati conclusivi.

L’impiego dell’istopatologia nell’ambito della diagnostica degli animali da reddito si rende frequentemente necessario per una corretta diagnosi e per indirizzare puntualmente le scelte terapeutiche o di prevenzione. A questo scopo

Principali malattie degli avicoli dove l’istologia costituisce una delle metodiche a scopo diagnostico nelle specie avicole.

Malattia (agente eziologico) Approccio diagnostico d’elezione Campionamento minimo

Malattia di Marek (Herpesvirus) PCR Istopatologia

Leucosi aviare (ALV) PCR Istopatologia

Reticoloendoteliosi (Retrovirus)

Fegato, milza, encefalo, proventriglio, nervi sciatici

Fegato, milza e in caso sospetto di leucosi mieloide da sottogruppo J, anche trachea e tessuto osseo sede di lesioni

Fegato, milza, lesioni sospette

Encefalomielite aviare (Enterovirus) PCR Istopatologia Encefalo

Amiloidosi/Artropatia amiloide Istopatologia Fegato milza e articolazioni femoro-tibiali

Infezione da Adenovirus aviare (Adenovirus 1 e 2) PCR Istopatologia

Fegato, milza, proventriglio, duodeno

Micobatteriosi PCR, esame colturale Istopatologia Lesioni macroscopiche

Forme degenerative Istopatologia Lesioni macroscopiche

Forme carenziali (encefalomalacia)

Per questo motivo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha pubblicato delle linee guida relative all’impiego dell’istopatologia nella diagnosi delle malattie degli animali da reddito, che nascono dalla consapevolezza di quanto sia frustrante emettere – e soprattutto ricevere – referti analitici non diagnostici o non conclusivi. Sebbene questa evenienza non sia legata esclusivamente alle fasi preanalitiche della prova, queste sono determinanti e in grado di influenzare l’esito finale più che per ogni altro metodo diagnostico.

Al fine di aumentare le possibilità del patologo di giungere a una diagnosi definitiva è estremamente importante seguire alcuni aspetti relativi al prelievo, alla conservazione e all’invio dei campioni.

Le Linee Guida sono consultabili sul sito dell’Istituto https://www.izsler.it/ pubblicazioni/96639

Fonte: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna

8 - attualitàATTUALITÀ
Istopatologia Encefalo

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Amadori tra i 100 brand alimentari di maggior valore al mondo

Il gruppo italiano figura per la prima volta nella classifica di Brand Finance Food & Drink con un valore pari a 800 milioni di dollari.

Amadori figura nella lista del 100 brand alimentari di maggior valore al mondo. La classifica stilata da Brand Finance, tra le più importanti società globali di consulenza specializzata nel monitoraggio di brand value e profili aziendali, vede il marchio Amadori alla 96a posizione, con un valore di 800 milioni di dollari.

I fattori che concorrono alla redazione del report Brand Finance Food & Drink 2022 sono l’impatto finanziario che deriva da immagine e reputazione e la forza del marchio nell’influenzare le scelte dei consumatori. Questi due elementi, messi in relazione, generano un indicatore che anticipa le performance aziendali e le potenzialità di bu-

siness del brand in termini di volume e price premium nelle vendite.

Il 2022 è il primo anno in cui il brand Amadori compare nella top 100, in cui figurano solo cinque marchi italiani. Un importante traguardo, segno del riconoscimento del consistente investimento in termini di innovazione e comunicazione portato avanti dal Gruppo, che prevede un posizionamento sempre più solido nel campo delle proteine bianche, verdi e rosa.

Fonte: Amadori

10 - attualitàATTUALITÀ
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Grazie al continuo potenziamento del polo biotecnologico di León, l’azienda punta a diventare un punto di riferimento nel settore avicolo a livello globale.

duzioni avicole, si tratta infatti dell’unica immunizzazione a poter essere impiegata anche durante il periodo di deposizione delle uova. Grazie a tale soluzione Calier ha apportato un importante valore aggiunto ai programmi di controllo della Salmonella negli avicoli, assicurando una difesa immunitaria più completa e duratura per tutto il ciclo produttivo della gallina, garantendo allo stesso tempo una maggiore sicurezza alimentare per l’uomo.

Calier è un’azienda farmaceutica veterinaria fondata nel 1968 che si occupa di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti per il benessere animale. Fa parte del Gruppo Indukern, multinazionale spagnola a conduzione familiare. La filosofia di Calier è rappresentata dallo slogan Sustainability in Animal Health, infatti il suo impegno consiste nel garantire che i prodotti sviluppati assicurino la salute e il benessere degli animali in maniera sostenibile e con attenzione alla sicurezza alimentare. Presente nel mondo con 4 siti di produzione, localizzati tra Spagna e America Latina, e 11 filiali (tra cui quella italiana in provincia di Como nata nel 2008), Calier conta un totale di circa 400 dipendenti a livello globale e prevede di continuare la sua espansione grazie a una graduale crescita organica e per acquisizioni. Lo stabilimento di León, che nasce nel 2003 dentro il poligono industriale di Onzonilla, è stato successivamente ampliato e potenziato tecnologicamente nel 2019; ad oggi occupa una superficie totale di 21.000 m2 e ha una capacità produttiva pari a 13 miliardi di dosi di vaccino all’anno. Al suo interno vengono fabbricati vaccini per il settore veterinario e in particolare quelli destinati all’avicoltura, sia batterici che virali, vivi e inattivati. Tra questi ve ne è uno che rappresenta una proposta innovativa per il controllo di Salmonella Enteritidis nell’ambito delle pro -

Calier prevede di far crescere ulteriormente l’attività dell’impianto di León, aggiungendo alle produzioni attuali nuovi vaccini che possano completare i programmi vaccinali della gallina ovaiola, a copertura di aree terapeutiche di particolare importanza. Tali progetti futuri contemplano un continuo potenziamento delle strumentazioni e installazioni presenti, che permetteranno allo stabilimento produttivo di diventare un polo biotecnologico di primo livello, grazie anche alla collaborazione in essere con la facoltà locale di veterinaria e i molteplici progetti di interscambio, che daranno sicuramente impulso a nuove linee di lavoro.

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12 - le aziende informanoLE AZIENDE INFORMANO
CALIER consolida il suo impegno nello sviluppo e nella produzione di vaccini destinati all’avicoltura
Lo stabilimento produttivo di CALIER a Leó n L’impianto produce più di 13 miliardi di dosi all’anno

Benefici dell’estensione dell’uso di Maxiban™ oltre il picco della coccidiosi

La coccidiosi è, a livello globale, ancora uno dei principali problemi per la produzione avicola, con importanti ripercussioni su salute e benessere degli animali. I coccidi danneggiano la mucosa intestinale causandone infiammazione, effetti distruttivi e alterazione della normale flora intestinale. La prevenzione della coccidiosi è, pertanto, fondamentale per proteggere l’Integrità Intestinale e l’efficace assorbimento dei nutrienti da parte del broiler. I coccidiostatici rappresentano un’ottima soluzione poiché sono in grado di ridurre le lesioni cliniche e, allo stesso tempo, consentono un’evoluzione subclinica della coccidiosi e il conseguente instaurarsi dell’immunità naturale nei confronti della parassitosi.

Esperienze di campo sull'estensione dell'uso di Maxiban™ oltre il picco della coccidiosi Nel corso di quattro anni (2015-2019) sono stati esaminati 1.402 broiler allevati in Italia e alimentati con mangime addizionato con un coccidiostatico (Maxiban™ – Narasin+Nicarbazina). Scopo dell’indagine era di valutare il possibile beneficio del coccidiostatico sull’Integrità Intestinale quando il suo impiego fino a 21 giorni veniva esteso fino al 28° giorno di età. Sono stati dunque presi in considerazione due gruppi di animali dove Maxiban™ è stato utilizzato da 0 a 21 giorni (Gruppo A) oppure da 0 a 28 giorni (Gruppo B)1

Tutti gli animali sono stati esaminati secondo i criteri dell’Health Tracking System (HTSi ®), uno strumento che si basa sull’esame necroscopico dei polli ma che va ben oltre il semplice lesion scoring; è una piattaforma dedicata alla salute del broiler che consente di processare e analizzare i dati raccolti sul campo. L’HTSi ® restituisce un parametro di Integrità Intestinale (I2) che permette una valutazione cumulativa dei parametri enterici presi in considerazione.

I punteggi sono calcolati su una scala che va da 0 a 100, in base a una media ponderata di tutti i parametri inte -

stinali, con il peso maggiore assegnato alle lesioni che hanno il maggiore impatto sulla salute intestinale degli animali e, di conseguenza, sulla loro performance. Il punteggio diminuisce secondo il grado di riduzione di I2. Tutti i dati raccolti sono stati analizzati utilizzando la procedura SAS © GLM (comparazione delle medie con t Test).

In pratica, l’Indice di Integrità Intestinale è uno strumento che ci può aiutare a prevedere l’andamento dei principali indicatori dell’efficienza produttiva del broiler; il miglioramento di un punto di I2 rappresenta un miglioramento di 0,04 g di IMG, di 0,0013 punti di ICA, di 0,52 punti di EPEF e di un 5% di vivibilità (livability)2,3

I risultati dell’indagine dimostrano che gli animali del Gruppo B, alimentati fino a 28 giorni di età con mangime contenente Maxiban™, mostrano una migliorata I2 (punteggio medio 92,1) rispetto al Gruppo A che comunque evidenzia una buona I2 (punteggio medio 90,3) (P<0.0001).

In conclusione, estendere l’utilizzo di Maxiban™ fino al 28° giorno di età, oltre il picco della coccidiosi, in aggiunta al controllo della malattia consente di proteggere e migliorare l’Integrità Intestinale, con importanti benefici per gli animali in termini di salute, benessere e performance.

Bibliografia

1 Pennelli D. et al. 2022. WPC, Paris

2 Kasab-Bachi H. et al. 2017. Prev Vet Med, 130 (v1.0)

3 Swirski A.L. Agriculture 2020 1 (v1.0)

Maxiban, HTSi, Elanco e la banda diagonale sono marchi registrati di Elanco o sue affiliate. © Elanco 2022

Contenuto sponsorizzato Elanco

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Around the table: un ecosistema

per

la salute di tutti

Un ampio progetto di comunicazione nato dalla collaborazione tra le principali associazioni di categoria della filiera zootecnica e il supporto non condizionato di MSD Animal Health per sensibilizzare su One Health e sull’importanza della sua applicazione per il benessere collettivo.

L’interconnessione tra sostenibilità ambientale, benessere animale e salute umana è al centro della nuova campagna Around the table, Appuntamenti One Health con Evelina Flachi, ideata grazie al supporto non condizionato di MSD Animal Health. Si tratta di un percorso alla scoperta dell’importanza della Salute Unica attraverso le filiere zootecniche italiane, vere e proprie eccellenze del territorio. Il progetto permette la condivisione di competenze e pensieri in una tavola rotonda che vede un unico obiettivo: contribuire alla salute del pianeta. Grazie a un ecosistema multicanale strutturato, Around the Table, Appuntamenti One Health con Evelina Flachi approfondisce in quattro video puntate come il benessere degli animali si rifletta direttamente sulla salute

degli esseri umani e dell’ambiente, e viceversa. Il progetto si basa sull’approccio One Health, o Salute Unica: un metodo collaborativo che si sta diffondendo sempre di più a livello globale tra i diversi operatori del settore e che si fonda sul legame indissolubile tra esseri umani, animali ed ecosistema. In questo percorso, che vede il supporto di associazioni tra cui Assoavi, Unaitalia, Assocarni e Carni Sostenibili, Medici Veterinari e allevatori, il consumatore viene guidato in un processo informativo sulla filiera zootecnica, accompagnato dalla dott.ssa Evelina Flachi, nutrizionista e specialista in Scienze dell’Alimentazione e voce narrante del progetto. A lei il compito di illustrare i vantaggi a livello nutrizionale dati da una dieta bilanciata, che prevede il consumo di materie prime di origine animale sane e controllate.

14 IN PRIMO PIANO - in primo piano -

All’interno di questo programma di informazione, che comprende sito web, video pillole, contenuti social, brochure e articoli di approfondimento, i vari esperti condividono le proprie competenze con i consumatori e promuovono una corretta informazione per contrastare le numerose fake news sul settore. Attraverso sezioni specifiche sul sito, infatti, sarà possibile indagare, in maniera più approfondita con articoli certificati da dati reali e consigli nutrizionali, le diverse tematiche legate alla filiera zootecnica italiana e alla produzione di alimenti da essa generati secondo rigidi controlli, rispetto della biosicurezza e del benessere animale, in virtù dell’approccio One Health.

La dott.ssa Evelina Flachi, madrina del progetto, durante le quattro puntate di  Around the Table svelerà i vantaggi che derivano alle persone dalla cooperazione tra i diversi settori dell’alimentazione. Si partirà dalla puntata pilota dedicata a “Uova e Galline”, alla quale seguiranno “Polli e Carni Bianche”, “Bovini e Carni Rosse” e “Suini e Salumi”. La dott.ssa Flachi ricorda infatti come la sostenibilità ambientale, il benessere animale e la salute delle persone siano strettamente correlati tra loro: “Si deve comprendere che non solo è necessario mangiare bene per vivere meglio, ma che è indispensabile mantenere il benessere animale e dell’ambiente per potersi nutrire con prodotti più controllati nella loro filiera produttiva e quindi più sani e adatti a mantenere più a lungo anche il benessere delle persone. È infatti importante ricordare che anche la sostenibilità ambientale si riflette sugli aspetti nutrizionali dei prodotti alimentari per poter seguire un’alimentazione varia, equilibrata ma soprattutto sana e sostenibile.”

Con questa campagna, MSD Animal Health, azienda leader nella salute animale, dimostra il suo costante impegno nel diffondere l’importanza di adottare un approccio One Health nel preservare la salute globale, possibile solo con la collaborazione multidisciplinare dei diversi settori coinvolti: “L’approccio collaborativo del One Health, o Salute Unica, è la scelta vincente per assicurare il benessere collettivo. Noi di MSD Animal Health siamo da sempre al fianco dei professionisti della salute affinché si faccia squadra per raggiungere obiettivi comuni e condivisi. Questo nuovo progetto conferma il nostro impegno in tal senso, creando un importante spazio di confronto e informazione tra professionisti, istituzioni e consumatori per valorizzare i prodotti zootecnici del nostro territorio e per contrastare le fake news che minano l’operato di un settore che non ha mai smesso di innovare e migliorarsi per rispettare il benessere e la salute di tutti” – afferma

Around the Table, Appuntamenti One Health con Evelina Flachi si pone anche l’obiettivo di far conoscere le nuove metodologie di allevamento e le innovazioni scientifiche in ambito veterinario, sempre più focalizzate sul monitoraggio, identificazione e tracciamento degli animali e sulle strategie di prevenzione da implementare per contrastare l’antibiotico-resistenza.

“Noi di MSD Animal Health ci impegniamo per generare benefici concreti per l’intera filiera zootecnica: le nuove tecnologie garantiscono un migliore stile di vita all’animale e mirano a ridurre al minimo l’insorgenza di patologie all’interno degli allevamenti, consentendo agli allevatori e ai Medici Veterinari di concentrarsi sul garantire ai consumatori finali alimenti sempre più sani e nutrienti, prodotti da animali controllati, allevati con cura e nel rispetto del benessere e della sostenibilità” – ha dichiarato Vanni Scarso, Business Unit Director Livestock di MSD Animal Health.

Per maggiori informazioni su Around the Table, Appuntamenti One Health con Evelina Flachi è possibile seguire la campagna sulla pagina web dedicata, sul profilo LinkedIn di MSD Animal Health e sui canali social delle associazioni.

15 - ottobre 2022IN PRIMO PIANO
Paolo Sani, Amministratore Delegato di MSD Animal Health.

Influenza Aviaria: una sfida aperta per il settore avicolo

In occasione del Convegno SIPA (Società Italiana di Patologia Aviare), tenutosi a Rimini il 6 maggio scorso durante l’ultima giornata del Poultry Forum, è stato fatto il punto sul tema dell’Influenza Aviaria e sulle ripercussioni che i focolai hanno sul settore avicolo.

Nel corso dell’approfondimento scientifico – moderato dal prof. Mattia Cecchinato del Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS) dell’Università degli Studi di Padova e dalla prof.ssa Elena Catelli del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna – è intervenuto il dott. Calogero Terregino, responsabile del Centro di referenza nazionale per l’Influenza Aviaria e la malattia di Newcastle dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che ha condotto un’analisi sull’epidemia HPAI H5N1 in Italia.

Il virus che ha causato l’epidemia ha visto coinvolti, oltre al sierotipo H5N1, anche i sierotipi H5N2, H5N3 e H5N8, che hanno colpito 2180 animali selvatici (soprattutto oche, cigni e poiane) e 1691 allevamenti, infettando 35 milioni di soggetti.

16 - reportageREPORTAGE

La correlazione tra focolai negli animali selvatici e negli allevamenti industriali è apparsa evidente: in Veneto, a fronte di 9 focolai selvatici, sono risultati 248 allevamenti affetti; in Lombardia con 4 focolai selvatici sono stati interessati 60 allevamenti. La curva epidemica, iniziata a ottobre 2021, ha avuto un picco a fine dicembre, per poi quasi azzerarsi a marzo 2022. Tra gli animali da reddito, come sempre, il tacchino è stato il più colpito, con 149 allevamenti, rispetto ai 76 di broiler e ai 42 di ovaiole.

I primi focolai sono stati individuati in base all’insorgenza dei consueti sintomi: gruppi che smettevano di mangiare e di bere, sintomi respiratori, vomito, e, dopo poco, aumento della mortalità. Entro pochi giorni si è provveduto al sequestro e all’abbattimento.

Diversi fattori, nonostante la veloce diagnosi e i conseguenti rapidi provvedimenti, hanno amplificato l’episodio. Innanzitutto si trattava di allevamenti dislocati in una zona ad alto rischio, per l’elevata densità di popolazione avicola (DPPA), con quasi 180 allevamenti nel raggio di 10 km, di cui 22 in zona di protezione e oltre 150 in quella di sorveglianza. Inoltre nella zona erano presenti diverse cave e riserve di caccia private, che ospitavano un’elevata popolazione di anatidi selvatici. Infine la proprietà dell’allevamento in cui si è manifestato il primo focolaio era proprietaria di un altro allevamento di tacchini situato a pochi km di distanza. A causa di questi fattori, in poco tempo i focolai si sono moltiplicati, portando a un allargamento delle zone cuscinetto, che comprendevano buona parte della provincia di Verona, al di sotto dell’autostrada Serenissima e a est dell'autostrada del Brennero. In seguito i focolai hanno continuato ad espandersi, colpendo principalmente Lombardia e Veneto, e interessando con rari casi anche Toscana, Lazio e Marche.

È stata eseguita un’ampia indagine epidemiologica, partendo dal rintraccio dei contatti, dal movimento dei mezzi,

dal personale della filiera e delle loro famiglie, considerando anche la vicinanza ad altri focolai. Il periodo in cui è stata valutata la possibile introduzione del virus tramite la movimentazione era di 15 giorni: successivamente si valutava un periodo i cui il virus poteva essere trasmesso ad altri allevamenti, ovvero dall’insorgenza dei sintomi fino all'estinzione del focolaio.

Tra le cause del focolaio, la prossimità ad altri allevamenti è risultata la principale; a seguire la mobilità dei proprietari e dei familiari, poi gli automezzi che trasportavano mangime, e infine, in misura trascurabile, il possibile contagio da parte di veterinari e tecnici.

Il virus, dunque, è stato introdotto principalmente da uccelli selvatici, ma anche quelli domestici hanno avuto un ruolo significativo. In particolare, l’identificazione del gene HA, ha consentito di rilevare il medesimo ceppo virale negli episodi di Lombardia e Veneto. In questo modo è stato possibile seguire l’evolvere di focolai per ogni provincia, con gli episodi secondari da essi evidentemente derivati. Pare che le provincie di Verona e Mantova siano state le principali fonti di virus per le altre provincie della medesima regione, con il medesimo meccanismo: cioè sempre partendo dagli avicoli selvatici come principale fonte di diffusione primaria della malattia, e poi, una volta passata al circuito industriale, con il tacchino che ha svolto la funzione di amplificatore del virus per gli altri avicoli domestici.

L’analisi dei dati ha confermato come il broiler sia da considerare un “fondo cieco” della malattia, quindi con poche possibilità di amplificazione e trasmissione del virus ad altri allevamenti. Infatti, anche in prove sperimentali, i broiler sono risultati addirittura meno sensibili dei soggetti SPF di controllo: pochi si ammalavano e morivano e inoltre la carica virale trasmessa a soggetti sentinella messi a contatto era davvero bassa. Quindi l’eliminazio -

- ottobre 2022 - 17 REPORTAGE
Tabella 1 – Le epidemie di Influenza Aviaria più gravi
ultimi anni
Istituto
EFSA). N° Stati coinvolti Sierotipi HPAI coinvolti Uccelli selvatici coinvolti Focolai avicoli Numero di avicoli colpiti dai focolai 2016-2017 22 H5N5, H5N6, H5N8 1563 1132 9 milioni 2020-2021 24 H5N1, H5N3, H5N4, H5N5, H5N8 2330 1241 > 23 milioni 2021-2022* 26 H5N1, H5N2, H5N3, H5N8 2181 1691 > 35 milioni * 1 ottobre 2021 - 27 marzo 2022
degli
in Europa (fonte:
Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie;

ne virale dei broiler è stata assai inferiore a quella dei polli SPF.

L’epidemia è stata eradicata grazie all’istituzione di ampie zone di restrizione, partendo dai depopolamenti e identificando zone a medio rischio e zone di attenzione vicino ai focolai. È stato condotto un monitoraggio straordinario nelle zone di attenzione e di restrizione in allevamenti di tacchini da carne, broiler, pollastre e ovaiole, tramite tamponi tracheali da soggetti morti o sintomatici, di almeno 28 giorni di età (broiler) o 50 (tacchini da carne), ripetuti ogni 7 o 15 giorni.

L’enorme diffusione del virus ha evidenziato l’inadeguatezza dei sistemi di depopolamento rapido messi in campo e la ridotta efficacia delle misure di biosicurezza adottate, ma ciò anche a causa dell’elevata contaminazione ambientale, che ha comportato un’elevatissima diffusione della malattia per contiguità, data la concentrazione e l’interconnessione degli allevamenti nelle zone ad alta densità.

Si è trattato dunque della peggiore epidemia di HPAI registrata in Europa finora, causata principalmente da uccelli selvatici, come fonte primaria, e che pone il problema dell’adozione di nuove strategie di controllo, soprattutto in territori ad alto rischio per l'elevata concentrazione di allevamenti, in modo da impedire che un’altra epidemia di questa gravità colpisca il nostro Paese.

A questo proposito è intervenuto il dott. Salvatore Catania dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che alla luce delle recente esperienza ha elaborato alcune proposte tecniche per una gestione efficace delle future epidemie da virus influenzali in Italia.

A fronte della rapida crescita di focolai di Influenza Aviaria nel dicembre 2021, è stato creato un gruppo di pochi specialisti ma coesi per prendere decisioni tempestive e condivise. Gli incontri settimanali del gruppo di lavoro tendevano a definire le priorità, tramite una valutazione col-

legiale, una verifica di quanto fatto e una sintesi finale. Si trattava, in sostanza, di disegnare il territorio, implementare il rilevamento precoce, stabilire una compartimentazione e una gestione delle aree con il relativo smaltimento in categorie 1 e 2, nonché di stabilire alcune regole sulle disinfezioni dei camion e sul rientro in macello. Ovviamente il rilevamento precoce (early detection) si basava sulla valutazione dei riscontri clinici rilevati, considerando che alcune categorie, come i broiler, sono difficili da monitorare clinicamente.

Se si parla di valutazione oggettiva basata sui riscontri clinici, infatti, questi ovviamente devono essere applicati in maniera diversa nelle varie specie e categorie. Ad esempio, nel tacchino esiste un’evidenza clinica con un rialzo della mortalità superiore allo 0,2%, inappetenza, gruppo fermo e morti spesso concentrati in una stessa area. Nelle ovaiole invece bisogna considerare una mortalità superiore di 2-3 volte rispetto ai giorni precedenti, inappetenza, ecc. Per i broiler, infine, nei quali l’evidenza clinica è difficilmente valutabile, si è stabilito un monitoraggio dei soggetti morti di età superiore ai 28 giorni, soprattutto nelle zone più a rischio. Alla necroscopia è stato frequente il riscontro di lesioni multifocali a carico splenico.

Un ulteriore tema sul quale ha lavorato il gruppo di esperti è stato quello della riduzione del rischio di introduzione del virus, basandosi anche sulle segnalazioni, da parte dei colleghi di campo, di allevamenti con biosicurezza questionabile. E proprio su questo punto si è soffermato il dott. Catania, che ha auspicato un’implementazione delle attuali normative, almeno nelle aree più a rischio. Un focolaio, una volta individuato, va ovviamente risolto velocemente, svuotandolo dagli animali presenti, onde isolarlo e chiuderlo il prima possibile. Dopo aver abbattuto gli animali, però, non bisognerebbe smaltire le carcasse e i materiali infetti fino al momento del vuoto, per evitare così un’ulteriore diffusione del contagio. Anche in questa occasione è stato notato quanto sia importante avere a disposizione ditte capaci di provvedere allo smaltimento in maniera efficace, lavorando nelle diverse regioni coinvolte, in modo da favorire abbattimenti preventivi e procedere, unitamente a un valido programma di macellazioni mirate, a diminuire la densità della popolazione suscettibile nelle aree colpite dall’epidemia. Resta dunque, fondamentale, la collaborazione tra filiere e sanità pubblica, per una rapida risoluzione dei focolai.

18 - reportageREPORTAGE
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Cochlosoma anatis, identificazione dei fattori che portano alla malattia nei tacchini

Un progetto di ricerca condotto alla North Carolina State University di Raleigh, NC ha valutato la patogenicità del Cochlosoma anatis. La ricerca è stata resa possibile grazie a una donazione della Fondazione Prestage Farms e fa parte del programma di studi completo dell’Associazione, che comprende tutte le fasi di produzione e lavorazione della carne avicola e delle uova. Di seguito si riporta una sintesi del progetto realizzato.

Prestage

Il Cochlosoma anatis è un parassita che colpisce gli avicoli e che è stato associato a enterite e arresto della crescita nei tacchini. Prima di questa ricerca si è discusso se il parassita, da solo, potesse causare sintomi di malattia o se fosse necessaria la coinfezione con altri parassiti, come batteri o virus.

Come per altri protozoi flagellati, attualmente non ci sono trattamenti disponibili per questa malattia. Pertanto, non introdurre C. anatis negli allevamenti è attualmente l’unico mezzo di prevenzione.

Gli obiettivi di questa ricerca sono stati: • identificare i reservoir di C. anatis negli impianti di produzione;

Robert Beckstead
20 FOCUS - focus -
Department of Poultry Science, North Carolina State University, Raleigh, NC

• identificare i fattori associati ai sintomi della malattia; • testare i microrganismi e i fattori di stress ambientale in un modello di C. anatis per determinare se questi fattori di stress siano associati a un aumento dei segni di malattia.

L’identificazione dei serbatoi di C. anatis è stata inibita dagli stessi problemi che affliggono la maggior parte degli studi su questo parassita, e cioè la mancanza di ricerche convalidate. I test sui primer, che sono stati pubblicati, hanno dimostrato la loro inefficacia nel rilevamento di soggetti infettati. A causa dei protocolli Covid-19, i ricercatori non sono stati in grado di recarsi negli allevamenti infetti per campionare potenziali serbatoi di parassiti vivi. Per portare avanti la ricerca, C. anatis è stato sequenziato parzialmente ed è stato sviluppato un nuovo test diagnostico-molecolare.

Una ricerca specifica è stata condotta per confermare gli studi precedenti secondo i quali il fringuello potrebbe fungere da serbatoio per C. anatis. Tuttavia, in una prova dimostrativa, C. anatis, isolato dai tacchini, non è riuscito a infettare i fringuelli, suggerendo che il parassita, rilevato nei fringuelli dei negozi di animali, non sia lo stesso che affligge i tacchini. Questi dati non precludono l’ipotesi che questi uccelli possano essere il serbatoio di C. anatis, ma evidenziano la scarsa conoscenza di questo parassita.

Sia i dati sul campo che gli studi sulle infezioni hanno dimostrato che C. anatis, da solo, causa un’enterite grave con conseguente peggioramento dell’indice di conversione e mancato accrescimento nei tacchini. Sebbene la mortalità sia stata osservata raramente negli studi di

laboratorio utilizzando C. anatis da solo, la combinazione di fattori ambientali e secondari potrebbe comportare un aumento della mortalità. I dati sul campo e gli studi sulle infezioni di laboratorio hanno dimostrato che la coinfezione di C. anatis con altri agenti patogeni si è rivelata più di carattere aggiuntivo che moltiplicativo. Pertanto, il trattamento delle infezioni secondarie migliorerà l’esito della malattia, ma non eliminerà la perdita produttiva dovuta all’infezione da C. anatis. I polli infetti, che sono stati alimentati con una dieta ad alto contenuto energetico, hanno guadagnato più peso rispetto ai polli infetti alimentati con una dieta a ridotto contenuto energetico. Questi dati suggeriscono che i miglioramenti apportati nella nutrizione possono influenzare le performance di un gruppo infetto.

Il modello per il controllo della malattia, sviluppato nell’ambito di questa ricerca, si presta a uno schema di test rapido del materiale. C. anatis colonizza l’intestino tenue di polli in numero simile; pertanto, può essere rimossa una porzione definita dell’intestino di polli infetti, isolando i parassiti e poi contandoli al microscopio. Il confronto del peso corporeo e del numero di parassiti fra i polli infetti e quelli di controllo può essere utilizzato per determinare se vi sia un’attività antiparassitaria o di riduzione dei sintomi dell’infezione. La correlazione tra la riduzione del numero di parassiti e l’attenuazione dei segni della malattia deve ancora essere provata, quindi è necessario prestare attenzione quando si rileva una piccola riduzione del numero di parassiti sul campo.

Il testo completo è reperibile sul sito web: www.uspoultry.org

- ottobre 2022 - 21 FOCUS
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Dinamiche e modelli dell’industria avicola nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020

Parte 1 – Produzione di uova

Il G20 è stato fondato nel 1999 a Berlino come forum di 19 singoli Paesi membri e dell’UE1, sostituendo l’ex gruppo G8. L’obiettivo principale del forum è quello di intraprendere azioni che contribuiscano alla stabilità della situazione finanziaria globale. I capi dei Paesi del G20 tengono vertici annuali per discutere di questioni finanziarie e commerciali; le conferenze dei Ministri delle Finanze e degli Esteri tengono riunioni separate. La composizione del gruppo è stata spesso criticata in passato. In questo articolo vengono analizzati 19 Paesi invece di 20: l’Unione europea è omessa in quanto quattro Paesi membri fanno parte del G19.

volume globale delle importazioni (Tabella 1). La differenza nel loro contributo alla produzione e al commercio di uova rappresenta un indice dell’efficienza dell’industria delle uova, che nella maggior parte del G19 era molto elevata. In questo documento verrà condotta un’analisi dettagliata a livello nazionale, documentando le dinamiche e i cambiamenti nei modelli spaziali di produzione. Un secondo articolo tratterà del commercio delle uova.

L’evoluzione della popolazione di ovaiole nei Paesi del G19

Il ruolo del G19 in un contesto globale

L’autore

Nel 2020 il 58,2% della popolazione mondiale viveva nei Paesi del G19, che hanno prodotto l’83,0% del PIL e hanno contribuito per il 70,5% all'inventario mondiale di galline ovaiole e per il 74,3% alla produzione globale di uova. Il loro apporto nel commercio mondiale di uova è invece stato molto inferiore: hanno contribuito per il 34,9% all’esportazione mondiale e per il 33,8% al

Tra il 2010 e il 2020 l’inventario mondiale delle galline è aumentato da 6,5 miliardi a 7,9 miliardi di animali, pari al 21,2%. Nello stesso decennio le scorte dei Paesi del G19 sono cresciute di 1,1 milioni, ovvero del 25,0%. Tali Paesi hanno contribuito all’aumento globale dell’83,8%.

La Tabella 2 documenta l’evoluzione delle consistenze di galline ovaiole tra il 2010 e il 2020 a livello nazionale. Un confronto della classifica mostra alcuni cambiamenti notevoli: l’Indonesia è salita dal quinto al quarto posto, scambiandosi di posizione con il Brasile. Il Regno Unito e la Germania han-

22 - marketing -
Hans-Wilhelm Windhorst
MARKETING
è Professore Emerito all’Università di Vechta e Visiting Professor all’Università di Medicina Veterinaria di Hannover, Germania 1 S ono Stati membri del G20: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea del Sud, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione europea.

Tabella 1 – Il ruolo dei Paesi del G19 in un contesto mondiale (2020) (fonte: database FAO, Banca Mondiale; calcoli dell’autore).

Popolazione PIL

no raggiunto i posti più alti in classifica, mentre Francia e Italia hanno perso due posizioni. Ovviamente la Cina è stata in grado di rafforzare la sua leadership. Da notare il rapido aumento delle galline ovaiole in Indonesia e in Turchia, che può essere fatto risalire alla crescita del consumo pro capite in Indonesia e all’aumento delle esportazioni in Turchia.

La Figura 1 mostra le quote dei dieci Paesi leader nel G19 e le scorte globali nel 2020. La concentrazione regionale è notevolmente elevata sia a livello del G19 che a livello

58, 2 83,0 70,5 74,3 34,9 33,8 ATTREZZATURE Sistemi per allevamento carne e ventilazione ASSISTENZA MAGAZZINO RICAMBI Rivenditore per l’Italia di:

globale. Uno sguardo più attento ai cambiamenti assoluti e relativi a livello nazionale rivela che la Cina ha contribuito con 717 milioni di galline (52,0%) all’aumento delle scorte dei Paesi del G19 nel decennio analizzato. L’Indonesia ha contribuito con 73 milioni di ovaiole (5,3%), la Turchia con 52 milioni (3,8%). La popolazione di ovaiole è invece diminuita in Brasile di 32 milioni e in Italia di 27 milioni di galline.

Lo sviluppo della produzione di uova nei Paesi del G19

La produzione mondiale di uova è cresciuta di 22,4 milioni di tonnellate tra il 2010 e il 2020 e ha raggiunto un volume di 86,7 milioni di tonnellate. Nello stesso periodo la produzione di uova nei Paesi del G19 è aumentata da 48,5 milioni di tonnellate a 67,1 milioni di tonnellate, ovvero del 37,9%. I Paesi del G19 hanno contribuito con 18,4 milioni di tonnellate, pari all’82,1%, all’aumento globale del volume di produzione. La produzione di uova è cre -

NIDI E VOLIERE

DI CONTROLLO

23 - ottobre 2022MARKETING
Paramet ro Contributo (%) a livello mondiale
TECNOLOGIE AVANZATE per L’AVICOLTURA MBE srl | Via delle Fornaci 88/A, Fabriano (AN) www.mbefabriano.it | +39 0732 627167 | Facebook @MBESRL2013 | Instagram @mbe_srl STRUTTURE AVICOLE Progettazione e realizzazione chiavi in mano ARCHI DISINFETTANTI Sistemi personalizzati per la disinfezione dei mezzi in ingresso CAPPE RADIANTI Sistemi di riscaldamento a infrarossi ad alta efficienza BLUE FAN Materiale anticorrosivo Alte prestazioni, Risparmio energetico CENTRALINE
Analisi, ottimizzazione e gestione automatica dell’allevamento
Attrezzature per ovaiole da consumo RACCOLTA
Inventario galline ovaiole Produzione di uova Esportazioni di uova Importazioni di uova Sistemi automatici raccolta e imballaggio uova NIDI RIPRODUTTORI Attrezzature per riproduttori da cova
UOVA

Tabella 2 – Sviluppo degli allevamenti di galline ovaiole nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020; dati in milioni di animali (fonte: database FAO).

2010 2020

Paese Galline ovaiole Contributo (%) Paese Galline ovaiole Contributo (%)

Cina USA India Brasile Indonesia Messico Russia Giappone Turchia Rep Corea Franc ia Italia Regno Unito Sudafrica Argentina Germania Canada Arabia S. Australia

2,527 342 304 289 208 186 155 140 71 62 56 50 47 43 38 35 27 20 16

38,8 5,2 4,7 4,4 3,2 2,9 2,4 2,1 1,1 1,0 0,9 0,8 0,7 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2

Cina USA India Indonesia Brasile Messico Russia Giappone Turchia Rep Corea Regno Unito Sudafrica Germania Franc ia Argentina Italia Canada Arabia S. Australia

3,244 390 314 281 253 209 158 153 123 78 56 49 49 46 45 41 34 33 16

41,1 4,9 4,0 3,6 3,2 2,6 2,0 1,9 1,6 0,9 0,7 0,6 0,6 0,6 0,6 0,5 0,4 0,4 0,2 G19 4.616 *70,7 G19 5.572 *70,5 Mondo 6.520 100,0 Mondo 7.899 100,0 * il totale non aumenta per l’arrotondamento

Tabella 3 – Sviluppo della produzione di uova nei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO). 2010 2020

Paese Produzione Contributo (%) Paese Produzione Contributo (%)

Cina USA India Giappone Messico Russia Brasile Indonesia Francia Turchia Italia Germania Regno Unito Rep. Corea Argentina Canada Sudafrica Arabia S. Australia

23.483 5.437 3.378 2.572 2.381 2.261 1.948 1.121 947 740 737 662 658 590 554 452 413 219 174

36,6 8,5 5,3 3,9 3,7 3,5 3,0 1,7 1,5 1,2 1,1 1,0 1,0 0,9 0,0 0,7 0,6 0,3 0,3

34,4 7,6 7,3 5,8 3,8 3,5 3,0 2,9 1,4 1,1 1,0 1,0 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0,4 0,3

19 48.727 *74,8 G 19 67.098 77,4 Mondo

100,0 Mondo 86.660 100,0 * il totale non aumenta per l’arrotondamento

Un confronto tra la quota dei singoli Paesi nelle scorte di ovaiole e nella produzione rivela alcune differenze interessanti. Gli Stati Uniti hanno contribuito solo con il 4,9% alle scorte di ovaiole, ma con il 7,6% alla produzione mondiale: questo dato documenta l’alta intensità dei sistemi di produzione americani. Una relazione simile la mostrano anche l’Indonesia e l’India: in entrambi i Paesi negli ultimi dieci anni le principali aziende produttrici di uova hanno installato moderni sistemi di produzione. La Figura 2 documenta il contributo dei dieci principali Paesi del G19 alla produzione di uova mondiale e a quella del G19.

La Tabella 4 elenca i Paesi del G19 in base all’incremento assoluto della

24 - marketingMARKETING
Cina USA India Indonesia Brasile Messico Giappone Russia Turchia Francia Argentina Germania Regno Unito Rep. Corea Italia Canada Sudafrica Arabia S. Australia G
29.825 6.608 6.292 5.044 3.261 3.016 2.633 2.492 1.237 985 873 840 774 735 693 604 594 351 241 64.220
sciuta più velocemente rispetto alle scorte di galline ovaiole, il che indica che l’efficienza della produzione è aumentata notevolmente, in seguito all’introduzione di razze ibride, di migliorate tecniche di allevamento, di mangimi di alta qualità e di un’efficiente sorveglianza veterinaria.
La Tabella 3 documenta i cambiamenti dei Paesi del G19 nella graduatoria e le rispettive quote nella produzione globale di uova. Non ci sono stati cambiamenti nelle prime tre posizioni tra il 2010 e il 2020; mentre la Cina ha perso il 2,2% e gli Stati Uniti lo 0,9% del loro contributo al volume di produzione globale, l’India ha guadagnato il 2,0%. L’Indonesia è balzata dall’ottavo al quarto posto, superando Giappone, Messico, Russia e Brasile. Giappone, Francia e Italia hanno perso la loro precedente posizione in classifica mentre Argentina e Turchia hanno guadagnato posizioni. La modifica della graduatoria riflette in parte la dinamica delle scorte di galline ovaiole.

loro produzione di uova nell’ultimo decennio. La Cina si è classificata al primo posto con una crescita assoluta di 6,3 milioni di tonnellate, seguita da Indonesia, India e Brasile. I quattro Paesi hanno contribuito per il 64,4% all’aumento globale della produzione di uova tra il 2010 e il 2020.

Anche se il volume di crescita assoluto della Cina può essere messo in discussione, i ruoli dominanti dei Paesi asiatici e americani nelle dinamiche dell’industria mondiale delle uova risultano evidenti. I tassi di crescita relativi più elevati sono stati registrati in Indonesia, India, Brasile, Turchia e Arabia Saudita, che sono stati i produttori di uova a più rapida crescita nel decennio tra il 2010 e il

G19

Totale: 7.9 miliardi Mondo Totale: 5.6 miliardi

Figura 1 – Contributo dei dieci principali Paesi del G19 alle scorte di galline ovaiole mondiali e consistenze dei Paesi del G19 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

2020. Mentre l’Indonesia, l’India e l’Arabia Saudita hanno prodotto soprattutto per il mercato interno, la Turchia è diventata il secondo esportatore di uova più importante dopo i Paesi Bassi.

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25 - ottobre 2022MARKETING 6,8%
2,8% 3,8% 4,5% 5,0% 5,6% 7,0% 58,3% 0,9%
34,2%
4,9% 41,1%
1,3% 2,2% 2,7%
Cina USA India Indonesia Brasile Messico Russia Giappone Turchia Rep. Corea Altri
1,6% 1,9% 2,0% 2,6% 3,2% 3,6% 4,0%
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Tabella 4 – La variazione assoluta e relativa nella produzione di uova dei Paesi del G19 tra il 2010 e il 2020; dati in migliaia di tonnellate (fonte: database FAO; calcoli dell’autore).

Paese Variazione assolut Variazione relativa (%)

Cina Indonesia India Brasile USA Messico Turchia Argentina Russia Sudafrica Germania Canada Rep. Corea Arabia Saudita Giappone Regno Unito Australia Francia Italia

6.342 3.923 2.914 1.313 1.171 635 497 319 231 181 178 152 145 132 118 116 67 38 - 44

27,0 350,0 86,3 67,5 21,5 26,7 67,2 57,6 10,2 43,8 28,9 33,6 24,6 60,3 4,7 17,6 38,5 4,0 - 6,0 G19 18.428 37,9 Mondo 22.440 34,9

G19

Totale: 64,4 milioni di ton.

Totale: 86,7 milioni di ton. Mondo

per il 70,5% all’inventario mondiale delle galline ovaiole e per il 77,4% alla produzione globale di uova. Vale la pena notare che la concentrazione regionale all’interno del gruppo è stata molto elevata.

I quattro Paesi leader hanno contribuito per il 75,9% al totale delle galline ovaiole del gruppo e per il 71,1% alla produzione di uova; hanno inoltre giocato un ruolo decisivo nelle dinamiche globali della produzione di uova.

Per il futuro, si può prevedere che la quota dei Paesi del G19 nel volume di produzione globale aumenterà ulteriormente a causa delle notevoli dinamiche nella maggior parte dei Paesi, in particolare in Cina, India, Indonesia, Brasile e Turchia.

Bibliografia, approfondimenti e consigli di lettura

Cina USA India Indonesia Brasile Mexico Giappone Russia Turchia Francia Altri

Figura 2 – Contributo dei dieci principali Paesi del G19 alla produzione mondiale e produzione di uova dei Paesi del G19 nel 2020 (design: A.S. Kauer sulla base di dati FAO).

Sintesi e prospettive

L’analisi fin qui condotta ha mostrato che nel 2020 il contributo dei Paesi del G19 all’inventario mondiale delle galline ovaiole e alla produzione di uova è stato molto più alto della loro quota nella popolazione globale. Ciò indica che nella maggior parte dei Paesi del G19 la produzione di uova è stata molto efficiente per quanto riguarda le tecnologie di allevamento, alimentazione, sorveglianza veterinaria e accasamento. Questi Paesi insieme hanno contribuito

Database FAO: http://www.fao.org/ faostat.

G 20: https://en.wikipedia.org/wiki/ G20.

Windhorst, H.-W.: The Champions League of the egg producing countries. In: Zootecnica International 43 (2021), no. 1, p. 26-29.

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Windhorst, H.-W.: Patterns and dynamics of the EU poultry industry: a status report. Part 1: Laying hen husbandry, egg production and egg trade. In: Zootecnica International 43 (2021), no. 12, p. 22-26.

Worldbank: https://data.worldbank. org.

26 - marketingMARKETING
7,5% 9,4% 9,8%
7,3%
8,6% 1,5% 1,8% 3,7% 3,9% 4,5% 4,9%
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27 - ottobre 20221969 1969 distributoreperl’Italia distributore per l’Italia distributoreperl ’Italia

Avrete sentito parlare di recente di gestione attiva strategica , in inglese SAM, senza probabilmente sapere cosa realmente significhi. In questo articolo ve ne parleremo, evidenziando alcuni esempi di cosa sia effettivamente e come dovrebbe essere implementata nei vostri programmi di gestione quotidiana.

Sappiamo tutti che alle galline non piacciono i cambiamenti e, in un mondo ideale, se forniamo l’ambiente giusto, con mangime e acqua di alta qualità, esse esprimeranno il loro massimo potenziale genetico, mentre noi potremo rilassarci e lasciare loro il duro lavoro.

Tuttavia, sappiamo che nel passaggio da un sistema di produzione in gabbia a uno alternativo, biologico o all’aperto, l’influenza della gestione aumenta in modo esponenziale, ma anche che i vari fattori esterni, spesso al di fuori del nostro controllo, come improvvisi cambiamenti climatici, di temperatura, influenze comportamentali e cambiamenti metabolici dovuti a problemi di stress/ salute, giocheranno un ruolo più importante nel determinare le performance produttive dei gruppi.

L'influenza della gestione

Biosicurezza ridotta – incremento dei fattori di rischio complessivi.

Ulteriore influenza del comportamento naturale. La comprensione dell’impatto delle potenziali influenze positive e negative derivanti da ogni decisione di gestione che prendiamo ci porta ad adottare un approccio proattivo alla gestione.

L’adattamento al sistema influenza la risposta alla paura dell’uomo e alla pressione sulla biosicurezza.

Domina l'espressione del comportamento naturale.

È necessaria una gestione attiva strategica.

Fornire mangime - ambiente - alta biosicurezza.

Esibizione di comportamenti naturali di base.

Monitoraggio e consapevolezza di base richiesti.

In considerazione di quanto detto accanto, dovremmo sempre essere preparati ad adattare le nostre pratiche di gestione quotidiana in linea con lo stato del gruppo in un dato momento.

Pertanto, possiamo includere molte metodiche di allevamento nei sistemi alternativi nella pratica della gestione attiva strategica: Strategica – Adattare la gestione in linea con le problematiche comportamentali/produttive aggiuntive previste.

Attiva – Adattare la gestione a problemi comportamentali/produttivi imprevisti.

Management – Comprende pratiche standard di allevamento, problemi di nutrizione e salute.

Adesso approfondiamo, analizzando alcuni esempi pratici di gestione attiva strategica e come/quando dovremmo metterla in pratica.

TOOL BOX
SAM
Gestione attiva strategica, un processo essenziale nei sistemi di allevamento alternativo
90% 80% 10%

Per cominciare, dobbiamo capire che la gestione attiva strategica è impossibile senza programmi di monitoraggio efficaci , che sono considerati come basilari o come un metodo per soddisfare i requisiti legislativi; tuttavia dovrebbero essere molto più di questo.

I programmi di monitoraggio dovrebbero essere personalizzati in base alla realtà aziendale e dovrebbero riguardare tutte le pratiche di gestione generale, più eventuali problemi particolari dell’azienda che potrebbero essere stati riscontrati nei cicli precedenti.

Opzione

1: linea di azione standard

Cambiare il mangime? Perché? Tutto sulla carta sembra a posto. Un cambio del mangime potrebbe influire negativamente sull’intero gruppo.

Alterare l’ambiente in allevamento? Perché? Le temperature medie sono accettabili e apportare modifiche non necessarie potrebbe influire sulle prestazioni dell’intero gruppo.

Qual è la nostra prima linea d’azione?

Offrire alle galline un aiuto supplementare? Perché? Ciò potrebbe essere una spesa non necessaria e potenzialmente dannosa con effetti collaterali, come ad esempio l’intasamento della linea di abbeveraggio.

I programmi di monitoraggio sono i nostri occhi, le nostre orecchie in allevamento e il nostro punto di partenza, utili ad evidenziare quando dobbiamo intervenire con pratiche gestionali, veterinarie o nutrizionali per individuare un problema prima che sfoci in un’influenza negativa costosa.

I programmi di monitoraggio ci permettono di avere un quadro completo dei gruppi e ci possono aiutare non solo nel gruppo attuale, ma anche durante la pianificazione dei prossimi cicli.

In secondo luogo, dobbiamo capire quando e come utilizzare la gestione attiva strategica.

Un buon esempio è quando guardiamo all’alimentazione e al peso corporeo.

Immaginiamo di fornire il miglior mangime possibile che soddisfi tutte le raccomandazioni nutrizionali consigliate da LOHMANN BREEDERS.

Opzione 2: adottare la gestione attiva strategica

Gestione attiva strategica

Domanda:

Ho calcolato correttamente?

Chi ha pesato le galline?

Dove sono state pesate? Quando sono state pesate?

Azione: 1. Ricontrollare numeri e protocolli adottati 2. Se corretti, aumentare la frequenza di pesata per confrontare e 3. individuare eventuali nuovi cambiamenti

Risultato: Pesi e uniformità come previsto: riprendere i protocolli di monitoraggio standard

Risultato: L’uniformità è ulteriormente diminuita

Azioni correttive: Eseguire il backup di controllo su tutti i parametri interni Prelevare campioni interni Aumentare i protocolli di monitoraggio sul peso Chiedere il supporto tecnico

Azione correttiva: Rivalutare l’assunzione di mangime/acqua

Rivalutare lo schema di somministrazione del mangime Rivedere il controllo che si effettua sul gozzo degli animali valutando l’efficienza del programma di somministrazione del mangime

A prima vista, le galline stanno producendo bene e tutti i fattori ambientali sotto il nostro controllo sembrano essere adeguati, ma notiamo un calo nell’uniformità delle nostre galline durante la registrazione settimanale del peso corporeo.

Qual è il primo passo del nostro processo investigativo?

Abbiamo questo?

O questo?

In linea con questo? Ma per tutte

Non solo per questa

SAM - GESTIONE ATTIVA STRATEGICA 2022

Opzione 2: adottare la gestione attiva strategica (parte 2)

Disclaimer

Abbiamo bisogno di questo? Andava bene prima oppure adesso necessitiamo di questo?

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8 10 14:30 15:30 16:30 17:30

Questo articolo, tratto da Tool Box Lohmann, rimane di proprietà di LOHMANN BREEDERS. Non è possibile copiarne o distribuirne alcuna parte senza previo consenso scritto di LOHMANN BREEDERS.

Tradotto da Gianluca Selva, ALI LOHMANN, Distributore LOHMANN BREEDERS in Italia

Per ulteriori informazioni e altri articoli visitare il sito: www.lohmann-breeders.com o contattare direttamente: LOHMANN BREEDERS GMBH Am Seedeich 9 – 11 - 27472 Cuxhaven / Germania E-mail: info@lohmann-breeders.com

Questo processo di monitoraggio e adattamento delle vostre pratiche è essenziale nei sistemi di allevamento alternativo e fa tutto parte del principio della SAM - Gestione attiva strategica

Illuminazione

Programmi di luce basati sull’intensità luminosa come strumento per il comportamento; programmi di riduzione della luce per controllare i movimenti normali o anomali.

Nidi

Orari di apertura e chiusura adeguati agli orari di deposizione e utilizzati per ridurre i tratti comportamentali negativi. Illuminare per attrarre, ma anche per dissuadere.

Arricchimento

L’uso dovrebbe essere sempre strategico in base al tipo di arricchimento richiesto. Può essere utilizzato per dissuadere e prevenire comportamenti indesiderati come delineato nella strategia di accrescimento sviluppata da LOHMANN BREEDERS.

Strategie sanitarie

Dovrebbero adattarsi costantemente alle condizioni attuali, alla storia dell’allevamento, alle pressioni esterne.

Alimentazione

Usata non solo per bilanciare il gruppo secondo il concetto della singola gallina, ma anche per facilitare il movimento e può anche essere impiegata come arricchimento.

Comportamenti naturali

Non esistono due gruppi uguali e ciò che ha funzionato per uno potrebbe non funzionare per un altro, quindi l’osservazione e la reazione sono vitali.

Un esempio è l’ammucchiamento ricorrente, un comportamento naturale che può presto trasformarsi in un atteggiamento indesiderato. Individuare i tratti comportamentali dei singoli gruppi può aiutare a prevenire che l'affollamento e l'ammucchiamento sfocino in mortalità per soffocamento.

Prendere in considerazione l’utilizzo delle linee guida di LOHMANN BREEDERS contro l’ammucchiamento può essere uno strumento utile.

Come si può vedere, ci sono molte aree in cui l’uso della gestione attiva strategica è essenziale. Nei sistemi di allevamento alternativo dovremmo sempre adattare le nostre pratiche di gestione a ciò che sta accadendo davanti ai nostri occhi e non a ciò che ci si aspetta che accada. Se lo faremo, la collaborazione tra noi e le nostre galline garantirà ottimi risultati in ogni gruppo.

TOOL BOX
Sono molte le pratiche che rientrano nella rosa della gestione attiva strategica

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Gestione del tacchino: salute dell’intestino e immunità delle mucose

Centro

La salute dell’intestino, e in particolare l’interazione microbioma intestinale-ospite, è attualmente un importante argomento di ricerca in biologia. Anche la ricerca scientifica sulla produzione e sulla salute degli animali mette al centro l’intestino come area di estremo interesse.

Parametri di produzione come crescita ed efficienza di conversione dipendono interamente dalla salute ottimale dell’intestino. Inoltre, l’intestino è un importante organo immunitario e una delle prime linee di difesa contro le patologie. I recenti cambiamenti nella gestione della produzione animale e nelle normative sui mangimi, sia regolamentari che su pressione dei consumatori, hanno incentivato la ricerca a ottimizzare la

salute dell’intestino con modi nuovi ed efficaci.

Il tratto gastrointestinale regola l’omeostasi delle funzioni microbiologiche, fisiologiche e fisiche che consentono all’ospite di sopportare fattori di stress infettivi e non infettivi. L’intestino detiene la superficie maggiore, che separa il lume esposto all’ambiente e il tessuto subepiteliale interno, ed è quindi costantemente esposto a fattori di stress.

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Michael H. Kogut
MANAGEMENT - management -
di ricerca agricola delle pianure meridionali USDA-ARS College Station, TX

Contiene, per questo motivo, più cellule immunitarie residenti rispetto a qualsiasi altro organo dell’ospite. Il sistema immunitario della mucosa intestinale, una rete altamente regolata di elementi innati e acquisiti, fornisce una notevole capacità di rispondere e modificare l’azione di agenti diversi, con il risultato di un microbiota che allena, stimola e regola funzionalmente le diverse caratteristiche del sistema immunitario. Il mantenimento della salute è complesso e si basa su un delicato equilibrio tra il sistema immunitario e il normale microbiota endogeno. Il normale microbiota conferisce molti benefici alla fisiologia intestinale dell’ospite. Tuttavia, quando questo equilibrio è sconvolto (disbiosi), i patogeni che arrivano o che sono già presenti, ma in numero troppo piccolo per causare malattie, colgono l’occasione per moltiplicarsi. Il microbiota intestinale è un fattore salutare positivo per gli avicoli che influenza il normale sviluppo strutturale e funzionale della risposta immunitaria della mucosa. Gli studi futuri basati sui geni e organismi dovranno includere indagini sempre più dettagliate sui meta-trascrittomi e

“Il normale microbiota conferisce molti benefici alla fisiologia intestinale dell’ospite. Tuttavia, quando questo equilibrio è sconvolto (disbiosi), i patogeni che arrivano o che sono già presenti, ma in numero troppo piccolo per causare malattie, colgono l’occasione per moltiplicarsi”

sui meta-proteomi. Questi studi aiuteranno a rispondere a domande riguardanti il ruolo che l’immunità dell’ospite o la genetica giocano nel plasmare i modelli di diversità, delucidando i cambiamenti funzionali che determina-

33 - ottobre 2022MANAGEMENT

no le funzioni del microbioma in determinati contesti, le sue interazioni con l’ospite e le alterazioni funzionali che accompagnano la conversione da un microbioma sano a uno malato. Ciò ci consente di comprendere più a fondo i legami tra microbioma del tacchino, salute e malattia. L’intestino e le sue componenti integrali dipendono funzionalmente dal corretto sviluppo fisiologico dell’ospite. Essendo l’organo con la superficie più ampia e con una costante interazione con l’ambiente, l’intestino deve fornire un’efficace funzione di barriera (rivestimento epiteliale) che riduce l’esposizione alle tossine ambientali e ai potenziali microbi patogeni, ma consente l’assorbimento dei nutrienti e la secrezione di rifiuti. L’ambiente intestinale è complesso e fornisce una piattaforma per la crescita di un microbiota diversificato, che non solo funge da seconda barriera contro la colonizzazione da parte di agenti patogeni, ma che regola anche lo sviluppo e la maturazione immunitaria e fornisce metaboliti per la nutrizione dell’ospite. Infine, l’intestino contiene un gran numero di neuroni, ormoni intestinali e messaggeri secondari che regolano una serie di funzioni fisiologiche dell’ospite.

Il sistema immunitario è composto da una complessa rete di componenti innate, dotate di una straordinaria capacità di adattarsi e rispondere a sfide estremamente diverse. Questa rete cellulare agisce come un formidabile regolatore dell’omeostasi dell’ospite che opera per sostenere e ripristinare la funzione dei tessuti nel contesto delle combinazioni microbiche e ambientali.

Lo sviluppo del sistema immunitario e, più in particolare, delle aree associate all’immunità adattativa, ha coinciso con l’acquisizione di un microbiota complesso, supportando il concetto che una grande parte di questo meccanismo si è evoluta come mezzo per mantenere relazioni simbiotiche con queste comunità microbiche altamente diversificate. L’influenza è tuttavia reciproca, perché, a sua volta, il microbiota promuove e calibra molteplici aspetti del sistema immunitario.

Quando opera in modo ottimale, l’alleanza del sistema immunitario e del microbiota seleziona, calibra e termina le reazioni immunitarie nel modo più appropriato. L’alterazione della composizione e della funzione del microbiota a seguito dell’uso di antibiotici, i cambiamenti nella dieta e le condizioni ambientali possono alterare il microbiota e, quindi, influenzare le difese intestinali dell’ospite. Sebbene i membri del microbiota siano spesso indicati come commensali, la simbiosi tra il microbiota e il suo ospite

comprende varie forme di relazione, incluso quelle mutualistiche, parassitarie o commensali. Tuttavia, il modo in cui i membri definiti del microbiota interagiscono con il loro ospite può essere altamente contestuale, con lo stesso microbo che si sviluppa come mutualista o parassita in base al panorama nutrizionale, co-infettivo o genetico del suo ospite. Nell’ultimo decennio, l’esplorazione di alleanze ottimali e non regolate tra il microbiota e il suo ospite aviario è stata al centro delle ricerche nel campo dell’immunologia e ha portato alla riscoperta di una visione più olistica della fisiologia dell’ospite. In futuro, quando si considererà l’intero ecosistema intestinale, potrebbe essere utile comprendere meglio i contributi e le interazioni con altri membri del microbiota (es. lieviti, virus, parassiti), poiché attualmente sono i batteri l’obiettivo tipico. Siamo ancora lontani dalla piena comprensione delle risposte immunitarie desiderabili e dal mantenimento dell’omeostasi nell’intestino, con evidenti difficoltà nel tentativo di guidare in modo appropriato le risposte immunitarie. Le conseguenze negative dell’infiammazione, la relazione potenzialmente negativa tra citochine pro-infiammatorie, prestazioni animali più scarse e suggerimenti secondo cui le proprietà antinfiammatorie dei fattori di crescita degli antibiotici (AGP) sono i principali responsabili dei loro effetti, hanno portato alla ricerca di antinfiammatori esogeni, agenti per promuovere le prestazioni degli animali. Tuttavia, l’infiammazione è una risposta immunitaria fondamentale e gli studi hanno dimostrato che la selezione degli animali per i mediatori pro-infiammatori aumenta la loro resistenza alla sfida dei patogeni.

In un ambiente commerciale, è probabile che gli animali siano esposti a una serie di potenziali agenti patogeni che richiedono una risposta infiammatoria rapida ed efficiente. Gli studi in cui gli animali vengono allevati in ambienti relativamente “puliti”, dove la portata e il carico di potenziali agenti patogeni sono inferiori, possono distorcere la nostra interpretazione del tipo di risposte immunitarie desiderate nella pratica. Futuri studi immunologici dovrebbero aiutare a delineare percorsi immunitari, auspicabili sia per una salute intestinale robusta, sia per promuovere le prestazioni degli animali in una vasta gamma di ambienti di allevamento.

Dagli atti della 13ª Turkey Science and Production Conference

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University of New England, Armidale, NSW 2351, Australia

La fibra nella produzione avicola e la sua relazione con le rese e la salute intestinale del pollo

La fibra è un nutriente largamente ignorato nella formulazione alimentare, non perché sia poco importante, ma perché non si sa bene esattamente cosa si intenda davvero per fibra.

Per prima cosa, il termine usato per descrivere la fibra nel mangime è ambiguo e i valori che esprime sono inaccurati. Ad esempio, il termine “fibra grezza” è un retaggio del secolo scorso e non significa molto nell’alimentazione di un monogastrico. Il suo costante utilizzo nella formulazione alimentare costituisce forse la principale fonte di errore nella formulazione basata sul costo, che deriva dal valore di ciascun ingrediente. Ciò accade perché i valori delle fibre grezze sono ampiamente variabili e così si perde circa un terzo dei costituenti della fibra degli ingredienti principali, come il pannello di soia.

Ci sono altre due terminologie, apparse negli anni ’60, le fibre che si sciolgono in acido (ADF) e quelle neutre (NDF), che fanno riferimento a un’estrazione arbitraria dei costituenti alimentari, che dunque non rappresentano classi uniche di molecole ben definite chimicamente. Tali valori quindi non sono utilizzati nella formulazione, e non sono neppure accurati:

36 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA

ad esempio, il calcolo sul valore degli NDF ignora fino a un quarto dei componenti fibrosi, principalmente le emicellulose solubili e i polisaccaridi pectici.

Un’ulteriore confusione è derivata, in anni più recenti, dall’uso di “fibre additive” fatte passare con il termine di “componenti fibrosi strutturali”. Questa particolare classe di fibre consiste principalmente nei polisaccaridi non amidacei (NSP) e nelle lignine e viene usata come additivo nell’alimentazione degli avicoli, per sviluppare l’intestino di soggetti che hanno poco o nessun accesso a una quota sufficiente di materiale grossolano nel proprio alimento o ambiente. Esempi di questi additivi sono le fibre degli alberi, scorze dei cereali, paglia e trucioli di legno, che hanno un certo livello di granulosità e possono quindi stimolare il gozzo.

Secondariamente, l’industria alimentare attualmente non ha a disposizione un database affidabile e applicabile sulle fibre da usare nell’alimentazione del pollo. Il vero contenuto in fibra del mangime è ben rappresentato dalla somma di polisaccaridi non amidacei (NSP) e lignine. Comunque, è importante sottolineare che anche quando alcuni nutrizionisti hanno accesso ai valori di NSP degli ingredienti comunemente usati, hanno poi difficoltà ad applicarli nella formulazione. Ciò accade perché a) non esistono chiare correlazioni tra i livelli di fibra grezza e NSP, il che altera la possibilità che il nutrizionista stabilisca un valore minimo o massimo della formulazione alimentare; b) le proprietà fisiche della fibra, in modo significativo, dettano il proprio ruolo nutrizionale nella formulazione avicola. Non si tratta solo di solubilità o di viscosità, ma piuttosto del modo in cui gli NSP vengono associati a vari componenti della parete cellulare, come

ad esempio, il loro legame con le architetture della parete cellulare. Tale informazione non è facilmente disponibile; c) gli NSP, poiché hanno varie altre strutture chimiche, sono digeribili in modo assai differente tra loro. Le strutture chimiche inoltre influenzano le proprietà nutrizionali degli NSP, sia nella digestione degli animali che li assumono, che come additivi alimentari quali gli enzimi esogeni, che li devono scindere.

In terzo luogo, i nutrizionisti devono essere sapere che il semplice uso di fibra grezza nella formulazione alimentare deve essere evitato, in quanto inaccurato, così come è inaccurata la definizione della fibra vera contenuta negli ingredienti. Per avere questa certezza infatti, lo sviluppo di un database di NSP dovrebbe inizialmente focalizzarsi sugli NSP totali e solubili e la loro correlazione con i livelli di fibra grezza usati nelle diete attuali, seguita dalla determinazione rapida ottenuta tramite tecniche che ne consentano la piena valutazione di ciascuna frazione. Bisognerebbe quindi indirizzare gli sforzi verso la produzione di un database, che fornisca non solo i valori NSP, ma anche le loro caratteristiche fisiochimiche e nutrizionali. Ad esempio, le strutture chimiche delle entità che costituiscono ciascuna frazione saranno essenziali per determinarne l’interazione con qualunque processo digestivo, come pure con gli enzimi aggiunti. Capire bene le caratteristiche fisiche e chimiche degli NSP sarà la base delle future strategie alimentari, che useranno frazioni specifiche di tutte le fibre presenti negli ingredienti, per ottenere i risultati, sia nutrizionali che sanitari, ricercati dal formulista, sia per i suini che per gli avicoli.

- ottobre 2022 - 37 NUTRIZIONISTICA
First choice in agricultural ventilation components tpi-polytechniek.com tpi-polytechniek.com | The Netherlands
Dagli Atti dell’Australian Poultry Science Symposium 2022

A.F. Moss1, D. Cadogan2, P.V. Chrystal3, A. Nawab1, R. Barekatain4, T.M. Crowley1,5

1 School of Environmental and Rural Science, University of New England, Armidale, NSW, AU

2 Feedworks Pty Ltd, Romsey, VIC, AU

3 Complete Feed Solutions Ltd, Pakuranga, Auckland, NZ

4 SARDI, University of Adelaide, Roseworthy, SA, AU

5 School of Medicine, Deakin University, Geelong, VIC, AU

L’alimentazione di precisione migliora l’efficienza dello sviluppo nel pollo

I pulcini di broiler crescono rapidamente e hanno richieste nutrizionali che cambiano di giorno in giorno. Ciononostante sono alimentati solo con 3-5 diverse diete nel corso del loro sviluppo, il che significa che i nutrienti vengono sovra o sotto dosati.

Miscelare le razioni su base giornaliera, al fine di andare incontro alle richieste quotidiane di lisina ed energia, potrebbe migliorare l’efficienza e ridurre il coefficiente di variazione (CV) nei broiler. Il presente studio valuta l’alimentazione di precisione nel pollo da carne.

38 - nutrizionisticaNUTRIZIONISTICA

440 polli Cobb 500 a sesso misto sono stati allevati in box a terra e sono stati alimentati con una dieta starter normale. A 11 giorni di vita sono stati suddivisi in 4 trattamenti (10 box di replica per trattamento, con 11 soggetti ciascuno), sulla base del peso corporeo. I trattamenti, che sono iniziati l’undicesimo giorno, consistevano in:

• un regime alimentare con 4 diverse fasi alimentari (starter 11-12 gg, grower 12-21 gg; finisher 21-35 gg e pre-macello 35-42 gg);

• un regime di precisione alimentare, nel quale un concentrato di proteina ed energia veniva miscelato ogni giorno per soddisfare le richieste di lisina ed energia;

• un regime di precisione alimentare, che iniziava con le stesse modalità del regime 2 ma con aggiustamenti della miscela settimanali in base al peso;

• le stesse diete starter, grower, finisher e premacellazione del trattamento di controllo 1 sono state miscelate più attentamente, per soddisfare le richieste nutrizionali giornaliere in modo da produrre un graduale cambiamento della dieta.

I pulcini avevano accesso illimitato a cibo e acqua, in un ambiente controllato, con luce e temperature che seguivano le linee guida della Cobb. Le diete sono state pesate e distribuite nei box individuali tramite l’apparecchiatura di precisione alimentare FEEDLogic, fornita da Feedworks. Polli e mangime sono stati pesati ogni settimana, inoltre i polli sono stati pesati singolarmente per calcolare il CV dei box.

Non è stato individuato un effetto significativo dei trattamenti alimentari sul peso e sul consumo settimanale. Però l’alimentazione di precisione ha stimolato significativamente (P<0,001) la conversione (FCR) dal giorno 14 al 21, il trattamento 2 ha migliorato la FCR del 13,8% (1,20 rispetto a 1,40) e il trattamento 3 l’ha migliorata del 13,6% (1,21 rispetto a 1,40). A 42 giorni di età nei polli alimentati con precisione il pannello di grasso pesava di meno, in particolare con il programma con regolazione settimanale di precisione (trattamento 3), rispetto alle diete di controllo (8,7 rispetto a 10,63 g/kg ; P=0,055).

Il peso a 42 gg era significativamente maggiore (P<0,044) nei polli con alimentazione di precisione (trattamenti 2 e 3) rispetto al gruppo di controllo con il mangime in 4 fasi, rispettivamente del 5,7% (3381 rispetto a 3197 grammi) con il trattamento 2 e del 7,2% (3428 rispetto a 3197

grammi) con il trattamento 3. Infine, la CV nei polli sottoposti ad alimentazione di precisione (trattamenti 2 e 3) era significativamente inferiore (P<0,019) alla fine del ciclo: entrambi hanno mostrato simili risultati, con una migliore uniformità (CV del 32% a 35 giorni e del 33% a 42 giorni).

In conclusione, un regime di alimentazione di precisione ha migliorato la conversione rispetto ai polli sottoposti a un’alimentazione a 4 fasi di formulazione, che comporta variazioni improvvise della formula, come ad esempio da starter e grower. Pare che queste subitanee modifiche della formula compromettano le performance e forse anche le funzioni intestinali dei giovani pulcini. Inoltre, l’alimentazione di precisione migliora la CV e aumenta il peso a fine ciclo, con ulteriori benefici nel corso della macellazione.

Ringraziamenti: si ringrazia Poultry Hub Australia per aver sostenuto questo progetto e Feedworks per aver fornito l’equipaggiamento di precisione.

Bibliografia

Kleyn R (2013) Chicken Nutrition A Guide for Nutritionists and Poultry Professionals. Context, UK.

- ottobre 2022 - 39 NUTRIZIONISTICA
“Un regime di alimentazione di precisione ha migliorato la conversione rispetto ai polli sottoposti a un’alimentazione a 4 fasi di formulazione, che comporta variazioni improvvise della formula, come ad esempio da starter e grower”

Controllo della Salmonella nelle ovaiole

Sicurezza ed efficacia di un vaccino attenuato per Salmonella Enteritidis applicato per via orale durante la deposizione in galline ovaiole commerciali.

La vaccinazione delle galline ovaiole con vaccini vivi contro Salmonella Enteritidis, nell’ambito di un regime di vaccinazione a 3 dosi durante la fase di accrescimento, è stata una delle misure che ha permesso di ridurre la prevalenza della Salmonella negli avicoli e quindi anche il rischio di trasmissione della salmonellosi all’uomo tramite il consumo di uova contaminate. Data la tendenza a estendere il periodo di produzione oltre la 90 a settimana di vita, si è presa in considerazione l’introduzione di una quarta dose di vaccino vivo attenuato (Primun Salmonella E) durante la deposizione, per garantire alla gallina un’adeguata protezione fino alla fine del lungo periodo di produzione. A tale scopo è stato progettato uno studio per valu-

40 - veterinariaVETERINARIA

tare la protezione conferita al termine di un lungo ciclo di produzione pari a 95 settimane di vita, a seguito dell’applicazione di una quarta dose di vaccino a 55 settimane di vita, durante la deposizione.

È sicuro vaccinare nel corso del periodo di deposizione delle uova?

Garantire la sicurezza di una vaccinazione durante la deposizione è stato uno dei punti chiave dello studio. La quarta dose vaccinale è stata somministrata a 55 settimane di vita a delle ovaiole provenienti da un allevamento commerciale, vaccinate precedentemente con le 3 dosi raccomandate dello stesso vaccino durante la fase di pollastra. I risultati hanno mostrato l’assenza di reazioni avverse o effetti negativi sulla deposizione, non si sono riscontrate infatti differenze rispetto al gruppo di controllo composto da galline vaccinate solamente con le 3 dosi nella fase di accrescimento.

Le galline vaccinate possono diffondere il ceppo vaccinale?

Per verificare la diffusione e l’eventuale escrezione del ceppo vaccinale è stata analizzata la sua presenza nella coclea, nell’uovo e negli organi interni degli animali, a cui è stata somministrata la quarta dose di vaccino in deposizione. L’escrezione del ceppo vaccinale è stata esclusa mediante l’analisi di tamponi cloacali eseguiti a 1, 7 e 14 giorni dopo la vaccinazione, tutti i campioni sono risultati infatti negativi per Salmonella spp. Le uova delle galline vaccinate sono state analizzate per un mese (giorni 1, 3, 5, 7, 10, 14, 21 e 28) al fine di determinare l’eventuale presenza del ceppo vaccinale. Anche in questo caso tutti i campioni, composti da guscio e contenuto interno, sono risultati negativi all’isolamento della Salmonella. Anche gli organi interni sono stati analizzati per rilevare l’eventuale presenza del ceppo vaccinale al giorno 1, 7 e 14 dopo la vaccinazione. Solamente al giorno 1 sono stati rilevati 3 campioni positivi, provenienti da 2 animali, nello specifico due fegati e una milza, mentre al giorno 7 e al giorno 14 tutti i campioni sono risultati negativi. Questo indica che il ceppo vaccinale alla quarta dose ha una bassa capacità di colonizzazione degli organi, sebbene sufficiente a produrre una risposta immunitaria.

Come si può dimostrare la migliore protezione?

Per dimostrare che gli animali a cui è stato somministrato il vaccino in deposizione fossero maggiormente protetti nei confronti di Salmonella Enteritidis, si è proceduto effettuando un’infezione sperimentale con ceppo di campo e successiva valutazione della protezione conferita. È stata poi analizzata la capacità degli animali vaccinati di ridurre la colonizzazione degli organi interni da parte del ceppo di campo e valutata la riduzione della sua escrezione attraverso la coclea. Ciò è stato eseguito a 95 settimane di età, servendosi di un gruppo di galline di controllo non vaccinate con la dose in produzione, anch’esse infette. Il gruppo che ha ricevuto la quarta vaccinazione in deposizione ha presentato una maggiore tendenza a ridurre l’escrezione del ceppo di campo e ha cessato in anticipo di una settimana l’escrezione rispetto al gruppo controllo (Grafico 1).

La ridotta colonizzazione degli organi è stata valutata al giorno 7 e 14 dopo l’infezione sperimentale. La percentuale di campioni positivi al ceppo di campo si è rivelata

- ottobre 2022 - 41
VETERINARIA
“La vaccinazione contro Salmonella Enteritidis durante la deposizione rappresenta uno strumento efficace e sicuro per il controllo della Salmonella negli avicoli in relazione ai lunghi periodi di produzione”

significativamente inferiore nel gruppo vaccinato con le 4 dosi rispetto al gruppo di controllo sia al giorno 7 che al giorno 14. Dall’analisi degli organi bersaglio coinvolti nella possibile contaminazione dell’uovo (ovaia, ovidotto e cieco), al giorno 7 è stata riscontrata una riduzione elevata negli animali vaccinati con le 4 dosi, rivelatasi ancora maggiore il giorno 14, quando l’infezione è stata completamente eliminata dall’ovaio e dall’ovidotto (Grafico 2).

Conclusioni

I risultati indicano chiaramente che la vaccinazione contro Salmonella Enteritidis durante la deposizione rappresenta uno strumento efficace e sicuro per il controllo della Salmonella negli avicoli in relazione ai lunghi periodi di produzione. Si tratta di un approccio ONE HEALTH, poiché non solo si proteggono le galline dall’infezione, ma si assicura anche che le uova siano prive della possibile presenza di Salmonella

Bibliografia

Sisquella L. (2022). Safety and efficacy of an attenuated Salmonella Enteritidis vaccine applied during laying period in commercial hens. 7th Mediterranean Poultry Summit WPSA Cordoba (Spain).

Atterbury, R.J. (2009). Salmonella colonisation of laying hens following vaccination with killed and live attenuated commercial Salmonella vaccines. Vet. Rec. 165:493–496.

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Grafico 1 – Livelli di escrezione del ceppo di campo nelle 3 settimane post infezione Grafico 2 – Livello di colonizzazione degli organi interni a 7 e 14 giorni post infezione

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Rilevamento e quantificazione comparativa di ceppi di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae da galline ovaiole tramite la qPCR

Mycoplasma synoviae è una delle cause che favoriscono le infezioni batteriche secondarie negli avicoli; provoca infezione subclinica del tratto respiratorio superiore, che può poi sviluppare in infezione sistemica, con conseguenti uova piccole e di scarsa qualità.

In tali casi, il Gallibacterium anatis diventa un patogeno opportunista che spesso causa infezioni caratterizzate da depressione, diarrea, sindromi respiratorie e calo nella produzione di uova. Lo scopo di questo studio è determinare la possibile correlazione nella prevalenza di Gallibacterium anatis

e Mycoplasma synoviae, come pure il loro rapporto quantitativo. La ricerca è stata eseguita su 16 gruppi di ovaiole provenienti da 8 diversi allevamenti; si sono analizzati dei campioni di tamponi tracheali tramite la qPCR. Il risultato ha dimostrato una correlazione statisticamente significativa nei

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campioni analizzati per quanto concerne la prevalenza di entrambi i patogeni negli allevamenti, con livelli significativamente maggiori di Gallibacterium anatis rispetto a Mycoplasma synoviae. Non si sono invece evidenziate correlazioni circa la quantità di ogni singolo patogeno.

Introduzione

Le infezioni causate da Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae possono comportare notevoli perdite economiche alla produzione avicola. Mycoplasma synoviae è uno dei fattori principali che favoriscono le infezioni secondarie, mentre Gallibacterium anatis si diffonde soprattutto dal tratto respiratorio superiore a quello inferiore; è anche capace di propagarsi per via ascendente, tramite l’ovidotto, verso la cavità celomatica, causando gravi infezioni. Gallibacterium anatis è un patogeno opportunista, che provoca infezione clinica caratterizzata da depressione, diarrea, sindrome respiratoria e calo nell’ovodeposizione. Comunque, spesso si tratta di forme subcliniche frequentemente trascurate.

Esistono diversi fattori che predispongono a un peggioramento, come alterazioni dell’immunità, stato ormonale, stress, condizioni igieniche carenti e infezioni che possono portare a forme sistemiche con elevata mortalità. Il tasso di morbidità e mortalità varia negli animali infettati naturalmente, mentre nelle galline infettate in via sperimentale può arrivare al 73%. A causa di metodi diagnostici inadeguati, il rilevamento di Gallibacterium anatis è spesso difficile, con conseguenti diagnosi errate. È stata quindi sviluppata una metodica specifica, sensibile e riproducibile a qPCR, che è stata utilizzata in questa prova per identificare e quantificare il patogeno.

Mycoplasma synoviae causa infezione subclinica del tratto respiratorio superiore, che può portare a infezioni respiratorie secondarie o sistemiche; provoca anche un peggioramento della qualità del guscio, come pure grave zoppìa e artrite. I ceppi di Mycoplasma synoviae presentano tropismo per diversi tessuti, ma la sinergia tra i ceppi artrotropi e quelli salpingotropi con altri patogeni respiratori è documentata in varie pubblicazioni.

Diversamente dalle forme respiratorie e artropatiche, quelli con tropismo dell’ovidotto, associati a deformazioni del guscio, sono diventati sempre più frequenti negli ultimi venti anni. Le forme respiratorie della malattia possono essere caratterizzate da rantoli, ma più di frequente sono asintomatiche. La morbidità nei gruppi di polli varia tra

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il 2% e il 75%, mentre la mortalità è di solito inferiore all’1%, ma provoca molti scarti, minore accrescimento e peggiore conversione alimentare. I test ELISA, disponibili in commercio, sono spesso usati per il monitoraggio routinario, mentre l’identificazione viene eseguita tramite diverse metodiche PCR.

Entrambi i batteri sono spesso localizzati nel tratto respiratorio superiore e causano solo infezione subclinica: lo scopo di questa prova è stato quindi determinare la loro prevalenza e mutua correlazione in termini quantitativi nei gruppi di ovaiole in esame.

Materiali e metodi

Campionamento e isolamento del DNA

In questo studio sono stati valutati 16 gruppi provenienti da 8 allevamenti di ovaiole. La loro età variava da 8 a 66 settimane (Tabella 1). Sono stati fatti 5 campioni tracheali con tampone per ciascun gruppo, conservandoli poi a 20° C fino al momento dell’isolamento del DNA. Il DNA è stato poi isolato tramite un Kit GenElute secondo le indicazioni del fabbricante. Dopo l’isolamento è stato mantenuto a -20 °C per ulteriori esami.

Analisi qPCR

La quantificazione del batterio è stata eseguita usando la qPCR GoTaq Probe Master Mix. I primer e le sonde sono stati quelli specifici per Gallibacterium anatis (gyrB: F-5’CGATTGTGTCCGTTAAAGTGC, R-5’TGCAAACGCTCACACCAACTG, P-5’-FAMCTGGTTTCTTCCGAAGTGAAAAGTGTAGTGGA-BHQ1) e Mycoplasma synoviae (16S-23S rDNA ISR: F-5’- CTAAATACAATAGCCCAAGGCAA, R-5’- CCTCCTTTCTTACGGAGTACA, P-5’-FAMAGCGATACACAACCGCTTTTAGAATBHQ1). I protocolli quantitativi sono stati eseguiti come descritto da Wang et al. (2016), e Raviv e Kleven (2008). Il volume totale di reagente è stato di 15 microlitri. Ogni campione è stato poi analizzato due volte, mentre i campioni a concentrazione nota di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae sono stati esaminati tre volte, in parallelo, per avere una quantificazione assoluta. Le analisi sono state effettuate usando uno strumento Mx3005P.

Analisi statistica

Le analisi statistiche sono state fatte con Statistica 13.5.0.17 (Software TIBICO). La distribuzione normale è stata testata utilizzando il test di Kolmogorov-Smirnov, mentre il numero medio di copie del genoma è stato determinato utilizzando il test U di Mann-Whitney. La correlazione tra il numero di copie del patogeno e quella tra la prevalenza di entrambi i patogeni in ciascun allevamento è stata determinata usando matrici di correlazione. La significatività statistica è stata fissata a livello P<0,05.

Risultati

Entrambi i patogeni sono stati rilevati nella maggior parte dei gruppi studiati, con l’eccezione del gruppo 11 (allevamento E), del 15 (allevamento H) dove Mycoplasma synoviae non era presente, e del gruppo 8 (allevamento C) dove non si rilevava nessuno dei due patogeni, probabilmente a causa della giovane età (Tabella 1).

I risultati mostrano una media numerica superiore per i campioni di Gallibacterium anatis nella maggior parte dei casi (Tabella 1) e una media significativamente maggiore di Gallibacterium anatis in tutti gli allevamenti (dato non evidenziato). Non si rilevano invece correlazioni tra i patogeni per quanto riguarda la quantità di batteri per campione (Grafico 1a). Infine, i risultati mostrano una correlazione significativa nella prevalenza di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae (Grafico 1b).

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Tabella
Allevamento Gruppo GA MS Età (sett.) A 1 388 ± 534 7645 ± 5166 41 2 307040 ± 683548 3628 ± 2441 41 3 13596 ± 25438 3 ± 3 49 4 29374 ± 63502 1 ± 3 49 5 4856 ± 8633 1175 ± 1114 60 B 6 111 ± 158 73 ± 127 60 7 502 ± 640 191 ± 177 19 C 8 0 ± 0 0 ± 0 8 9 69 ± 71 754 ± 893 30 D 10 41 ± 65 51 ± 98 66 E 11 1126 ± 1838 0 ± 0 33 F 12 1804 ± 2219 400 ± 363 29 13 1800 ± 3266 3615 ± 2991 36 G 14 3974 ± 5222 3578 ± 3914 38 H 15 99196 ± 197976 0 ± 0 26 16 6863 ± 8341 1313 ± 2599 42
1 – Valori medi di G. anatis (GA) e M. synoviae (MS) come copie genomiche per tampone (media ± SD) e rispettive età dei gruppi esaminati.

Discussione

Lo scopo di questa prova è stato determinare la possibile correlazione nella prevalenza di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae, e la mutua correlazione della loro quantità in campioni tracheali di galline ovaiole. Entrambi i batteri colonizzano il sistema respiratorio, con possibile infezione clinica e conseguenti elevate perdite produttive. Diversi studi hanno dimostrato che le co-infezioni da Mycoplasma synoviae comportano gravi sintomatologie cliniche, nonostante non si sia rilevata una specifica correlazione tra Mycoplasma synoviae e Gallibacterium anatis. I risultati di questa ricerca dimostrano una correlazione statisticamente rilevante (p=0,032) nella prevalenza di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae (Grafico 1b), il che conferma il possibile legame tra i patogeni studiati.

Gallibacterium anatis è stato rilevato in quasi tutti i gruppi con titoli elevati in ogni campione rispetto a Mycoplasma synoviae, nella maggior parte dei casi (Tabella 1), il che

confermerebbe il fatto che Gallibacterium anatis sia un commensale tipico del tratto respiratorio superiore, dove lo si rileva in elevate quantità anche senza causare infezione clinica. Non si è notata alcuna correlazione tra le quantità dei patogeni presenti nei campioni e non ci sono state manifestazioni cliniche di infezione in nessuno dei gruppi testati nei vari allevamenti.

L’immunoprofilassi è uno dei metodi di prevenzione principali nelle malattie aviarie. Il vaccino vivo attenuato per Mycoplasma synoviae ha dimostrato un’elevata efficacia nella prevenzione delle infezioni cliniche e nell'eliminazione di ceppi selvatici dagli allevamenti. I ceppi di Gallibacterium anatis sono invece caratterizzati da una elevata variabilità genetica, il che complica la produzione di un vaccino universale, nonostante siano attualmente studiati diversi immunogeni quali possibili candidati per un vaccino.

I risultati di questo studio mostrano un’elevata prevalenza di Gallibacterium anatis e Mycoplasma synoviae e confermano la necessità di un monitoraggio regolare negli

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Grafico 1a-b – Correlazione tra G. anatis (GA) e M. synoviae (MS) come numero di copie genomiche per tampone in ogni allevamento. B: correlazione della prevalenza di GA e MS in ogni allevamento.

allevamenti avicoli. Mycoplasma synoviae è la causa più frequente di infezione subclinica, si diffonde in tutto il gruppo e in tutti i capannoni comportando perdite economiche. Migliorare i metodi di rilevamento e di controllo dei patogeni batterici negli allevamenti avicoli può ottimizzare la prevenzione delle malattie, con gruppi più sani e tassi produttivi maggiori. Poiché la prevalenza di Gallibacterium anatis è influenzata dal tipo di produzione e dal livello di biosicurezza adottati, occorrono ricerche più dettagliate che prendano in considerazione anche il tipo di allevamento e di gestione.

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Biofilm, la minaccia nascosta

La pulizia dell’impianto di macellazione è il primo requisito per salvaguardare la sicurezza dei prodotti a base di pollo. Per la sicurezza alimentare, però, la pulizia dei locali non è sufficiente: per essere efficace, l’igienizzazione deve individuare in ogni angolo dell’impianto la presenza di biofilm, una minaccia nascosta che –se non adeguatamente affrontata – può facilmente compromettere la sicurezza dei prodotti, anche se i luoghi all’apparenza sembrano brillanti di pulito!

traverso la circolazione dei lavoratori, l’aria, l’umidità e le attrezzature, dall’ambiente di lavorazione alle superfici a contatto con gli alimenti e quindi ai prodotti a base di pollo, creando così un rischio significativo per la salute dei consumatori. A titolo di esempio, si ritiene che l’80% delle infezioni batteriche negli Stati Uniti sia correlato specificamente agli agenti patogeni di origine alimentare presenti nei biofilm degli impianti di trasformazione.

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I biofilm rappresentano una delle principali sfide per l’industria avicola perché permettono a batteri e agenti patogeni di legarsi a una serie di superfici (come scoli, pavimenti, soffitti, condutture, saldature grezze, zone di scarsa accessibilità per la disinfezione, presenza di gomma, polipropilene, plastica, etc.) che si trovano comunemente negli impianti di macellazione e trasformazione della carne e che di fatto ne aiutano la sopravvivenza, la crescita e la diffusione in tutto l’impianto.

Gli agenti patogeni contenuti nei biofilm possono essere facilmente trasportati, at-

I biofilm variano nella complessità ma non differiscono molto nella composizione, essendo composti per circa il 98-99% di acqua e per il restante 1-2% di una miscela complessa di microrganismi distinti, come stafilococchi, coliformi, listeria e pseudomonas, tra gli altri. La formazione e lo sviluppo di biofilm è un processo in 4 fasi – attaccamento di batteri galleggianti, formazione di microcolonie, maturazione e dispersione – che dipende da un insieme di risorse e condizioni per avere successo: la presenza simultanea di microrganismi, nutrienti e acqua, una superficie a cui ancorarsi, temperatura e livello di ossigeno ottimali e, infine, il tempo.

Se un ambiente così vario viene lasciato intatto nel tempo, la popolazione di microrganismi produce una sostanza polimerica extracellulare (EPS oppure slime), composta da polisaccaridi, glicoproteine e acidi nucleici, che funziona come rivestimento. Questo rivestimento viscido, mentre fa aggrappare i microrganismi alla superficie con

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cui sono in contatto, li aiuta anche a proteggersi dagli stress ambientali e dalle sostanze chimiche che sono utilizzate abitualmente nella sanificazione degli impianti. Secondo alcuni autori, i microrganismi protetti dal biofilm possono essere fino a 3.000 volte più resistenti all’acido ipocloroso rispetto alle cellule libere.

La migliore strategia per controllare la formazione di biofilm è la prevenzione, di cui si deve tenere conto fin dall’ideazione dell’impianto: esso deve essere quindi progettato tenendo bene in mente il concetto di zonizzazione igienica, in modo da limitare il futuro trasferimento di microrganismi tra i vari locali, in particolare tra le zone sporche e quelle pulite, una volta che l'impianto sarà a regime.

La scelta dei materiali per soffitti, pareti e pavimenti deve servire a creare un ambiente conforme alle normative e nello stesso tempo deve essere resistente e durevole, facile da pulire e manutenere e non deve favorire in nessun punto l’accumulo di acqua o materia organica. Il drenaggio è probabilmente un fattore critico per qualsiasi impianto di lavorazione del pollame. Pertanto il design, la facilità di pulizia, la durata e l’installazione sono aspetti da tenere a mente nel momento in cui si sceglie la soluzione di drenaggio per limitare l’accumulo di biofilm nel tempo.

I macchinari devono soddisfare i requisiti di progettazione in materia di igiene, per prevenire l’accumulo di detriti organici e l’attacco batterico e devono essere facili da disinfettare. Inoltre, devono essere poter essere gestiti con facilità quando viene effettuata una pulizia periodica profonda, durante la quale le attrezzature vengono smontate prima della pulizia e della sanificazione, un approccio consigliato proprio per ridurre il rischio della formazione di biofilm.

La strategia adottata più spesso per tenere sotto controllo il biofilm su base giornaliera è l’igiene, che combina detergenti, disinfettanti e appositi strumenti, e che deve essere eseguita con una frequenza tale da impedire ai biofilm di raggiungere la loro maturità. Per essere efficace, la sanificazione deve basarsi sulla valutazione del rischio di ogni area, richiede un team qualificato dotato di risorse adeguate e deve essere supportata da metodi di verifica della sua efficacia. Le procedure di pulizia manuale rappresentano un importante complemento alle suddette misure.

Alcuni autori affermano che una volta che il biofilm è già formato, le principali azioni per la sua eliminazione sono l’azione meccanica e lo scrubbing, perché l’attrito porta alla rottura della matrice, esponendo gli strati più profondi e rendendo i microrganismi più accessibili a detergenti e disinfettanti. Generalmente, infatti, i disinfettanti non riescono a penetrare nella matrice del biofilm se la procedura di pulizia è stata inefficiente e, quindi, raggiungendo solo gli strati esterni dei macchinari, non distruggono tutte le cellule del biofilm.

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AGENDA 2022 15 ~ 17 marzo Meat & Poultry Industry Russia Crocus Expo Moscow, Russia Per informazioni: Minneapolis, Minnesota, USA Per informazioni: Tel.: +1 763 284-6763 Email: info@midwestpoultry.com Web: midwestpoultry.com 30 marzo ~ 1 aprile 7a Conferenza internazionale sulla salute intestinale degli avicoli Cartagena de Indias Convention Center Cartagena, Colombia Per informazioni: IHSIG vzw Intestinal Health Scientific Interest Group Knokstraat 38 - 9880 Aalter, Belgio Email: info@ihsig.com Web: www.ihsig.com 31 maggio ~ 2 giugno VIV Europe World Expo from Feed To Food Jaarbeurs Exhibition Center Utrecht, Paesi Bassi Per informazioni: Ruwan Berculo Email: ruwan@vnueurope.com Web: www.viveurope.nl VIV worldwide VNU Exhibitions Europe P.O.Box 8800 3503 RV Utrecht, Paesi Bassi Web: www.mpn-wpsa.org 3 ~ 5 agosto ILDEX Vietnam Saigon Exhibition and Convention VICTAM Asia and VIV Health Trade show & forum focusing on feed, pharma & genetics in the Per informazioni: Panadda Kongma +662 670 0900 Ext. 204 Email: panadda@vnuexhibitionsap.com Zhenja Antochin +31 (0) 6 8379 9693 13 ~ 15 settembre SPACE Rue Maurice le Lannou - CS 54239 35042 Rennes Cedex, Francia Per informazioni: +33 (0) 2 23 48 28 80 +33 (0) 2 23 48 28 81 Email: info@space.fr Web: uk.space.fr VOGLIO AZA! Via Roma 29, 24030 Medolago (BG) Italy - Phone +39 035 901240 - info@azainternational.it www.azainternational.it
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Aviagen info@aviagen.com www.aviagen.com

Aviagen Turkeys Ltd turkeysltd@aviagen.com www.aviagenturkeys.com

Aza International info@azainternational.it www.azainternational.it

Babolna TETRA info@babolnatetra.com www.babolnatetra.com

Barbieri Belts info@barbieri-belts.com www.barbieribelts.com

BD Agricoltura Italia S.r.l. italia@bigdutchman.com www.bigdutchman.it

Biochem ber tarelli@biochem.net www.biochem.net

Biolab 2000 biolabvr@tiscalinet.it www.biolab2000.it

Carfed International Ltd carfed@carfed.co.uk

Carfed International Ltd Italy carfed@carfed.it www.carfed.it

Chick Farm Europe info@chickeurope.com www.novogen-layers.com

Cizo info@cizo.it www.cizo.it

Clerici Gino S.r.l. info@clerici.it www.clerici.it

Cobb Europe info@cobb-europe.com www.cobb-vantress.com

Codaf info@codaf.net www.codaf.net

Corti Zootecnici S.r.l. info@cortizootecnici.com www.cortizootecnici.it

DSM Nutritional Products info@dsm.com www.dsm.com

Elanco italia_elanco@elanco.com www.elanco.com

EuroTier eurotier@dlg.org www.eurotier.com

Evonik luca.iacoianni@evonik.com www.evonik.com

Facco Poultry Equipment facco@facco.net www.facco.net

FIEM fiem@fiem.it www.fiem.it

FierAgricola Verona fieragricola@veronafiere.it www.fieragricola.it

FierAvicola info@fieravicola.com www.fieravicola.com

Gasolec sales@gasolec.com www.gasolec.com

GI-OVO B.V. sales@gi-ovo.com www.gi-ovo.com

Giordano Poultry Plast info@poultryplast.com www.poultryplast.com

Hendrix Genetics info@hendrix-genetics.com www.hendrix-genetics.com

Hubbard contact.emea@hubbardbreeders.com www.hubbardbreeders.com

Hy-Line International info@hyline.com www.hyline.com

Impex Barneveld BV info@impex.nl www.impex.nl

Intracare info@intracareitaly.com www.intracare.nl

Jansen Poultry Equipment info@jpe.org www.jpe.org

Lallemand animalitaly@lallemand.com www.lallemandanimalnutrition.com

Lubing System info@lubing.it www.lubingsystem.com

Marel Poultry info.poultry@marel.com www.marel.com/en/poultry

Mbe Breeding Equipment info@mbefabriano www.mbefabriano.it

Meyn sales@meyn.com www.meyn.com

MSD Animal Health S.r.l. www.msd-animal-health.it

MS Technologies info@mstegg.com w ww.mstegg.com

Newpharm info@newpharm.it www.newpharm.it

Officine Meccaniche Vettorello luciano@officinevettorello.it www.officinevettorello.com

Omaz S.r.l. omaz@omaz.com www.omaz.com

Petersime N.V. info@petersime.com www.petersime.com

Prinzen B.V. info@prinzen.com www.prinzen.com

Riva Selegg info@rivaselegg.com www.rivaselegg.com

Royal Pas Reform info@pasreform.com www.pasreform.com

Roxell info@roxell.com www.roxell.com

Reventa info.reventa@munters.de www.reventa.de

Sacco S.r.l. info@saccosystem.com www.saccosystem.com

Schropper office@schropper.at www.schropper.at

Ska ska@ska.it www.ska.it

Sime-Tek info@sime-tek.com www.sime-tek.com

Space info@space.fr www.space.fr

Specht Ten Elsen GmbH & Co. KG info@specht-tenelsen.de www.specht-tenelsen.de

Sperotto info@sperotto-spa.com www.sperotto-spa.com

Tezza tezza@tezza.it www.tezza.it

TPI-Polytechniek info@tpi-polytechniek.com www.tpi-polytechniek.com

Valli info@valli-italy.com www.valli-italy.com

Val-co intl.sales@val-co.com www.val-co.com

Ventilazione Industriale info@amboso.com www.ventilazioneindustriale.it

VDL Agrotech info@vdlagrotech.nl www.vdlagrotech.com

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Edizione italiana Anno XXXIII • Ottobre 2022

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La nostra passione e le nostre competenze sono volte allo sviluppo di soluzioni nutrizionali innovative in grado di aumentare la capacità di recupero degli animali da stress e cambiamenti, riducendo così l’utilizzo di antibiotici. Stiamo trasformando la nutrizione e la salute animale per creare un futuro sostenibile.

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