5 minute read

Camperisti l’altra faccia dell’open air

APC e FAITA-FederCamping insieme al tavolo di concertazione. Con Gianni Brogini, direttore marketing, diamo uno sguardo al mondo del turismo on the road

di Pietro Licciardi

Advertisement

L’ Associazione produttori caravan e camper (APC) riunisce e rappresenta le aziende produttrici italiane ed estere del comparto caravanning e si è costituita per promuovere la cultura del camper, del turismo on the road e della ricettività in libertà, caratteristica degli amanti di questo mezzo di locomozione e abitazione su ruote. Tra i fini della APC: rappresentare il mondo del camper presso le istituzioni e le amministrazioni locali, erogare servizi, studiare e risolvere i problemi della filiera e soprattutto far conoscere il mondo dei camper e caravan al grande pubblico e alle istituzioni. Quello dei mezzi su ruote peraltro è un mondo assai vicino a quello del camping e villaggi avendone accompagnato la crescita e l’evoluzione fin dal principio, al punto che recentemente APC e FAITA-FederCamping si sono sedute assieme ad un tavolo di intesa assieme ad altre organizzazioni dell’open air. Gianni Brogini è il direttore marketing della APC, e a lui abbiamo chiesto innanzitutto una sintetica descrizione del settore dei camper e dei caravan in Italia.

“I camperisti nel nostro Paese sono circa 800 mila e la dimensione del mercato è di circa 44.700 veicoli"

I camperisti nel nostro Paese sono circa 800 mila e la dimensione del mercato secondo i dati del Dicembre 2019, che prendono in considerazione anche i veicoli usati in circolazione, è di circa 44.700 veicoli. In Europa ovviamente i numeri sono molto più rilevanti, soprattutto in Germania e Francia, dove il mercato è più dinamico essendo più radicata la tradizione del turismo su strada e il fisco meno opprimente. Le aziende costruttrici nella nostra penisola sono sette e hanno creato un indotto di altre quattordici aziende che forniscono componenti o accessori di primo impianto. Il fatturato è di oltre un miliardo di euro e gli occupati sono oltre 5 mila. Le aziende associate ad APC in Italia e in Europa, sono 49. Anche il mondo dei camper ha dovu-

“La Apc da sempre crede nell’importanza del dialogo fra tutti gli attori del turismo all’aria aperta e parlare delle esperienze, necessità, visioni e opportunità aiuta tutti e fa crescere la consapevolezza di appartenere ad un grande comparto"

to confrontarsi con l’emergenza pandemia e come spiega Brogini «i mesi di Marzo e Aprile sono stati terribili come per tutti i settori, ma a Maggio e Giugno si è registrato un trend in forte crescita con addirittura un più 50% rispetto a Giugno dello scorso anno. C’è nel comparto un cauto ottimismo per il futuro anche guardando agli ordinativi». Le aziende produttrici hanno reagito alle restrizioni imposte dalla quarantena adottando subito severi protocolli anti Covid a salvaguardia innanzitutto dei lavoratori. Hanno modificato le linee di produzione per garantire il distanziamento degli operai e introdotto il lavoro da remoto per gli impiegati non necessari alla produzione. Qualcuno ha anche riprogettato mense e aree comuni. Con queste misure è stato possibile riprendere a pieno ritmo la produzione rimanendo sui livelli precedenti la forzata quarantena. Tuttavia, spiega il responsabile del marketing, ci sarà bisogno di tempo prima che tutto torni alla normalità, ovvero alla situazione precedente la pandemia, ma Brogini è ottimista per il comparto a giudicare dalla reazione dei camperisti, i quali sono tornati ad usare i propri veicoli con la consapevolezza che sono un luogo sicuro che si adatta molto bene ai luoghi e alle situazioni. Anzi, la sensazione è che ancora più persone si stiano avvicinando al turismo in libertà e all’aria aperta perché ritenuta una alternativa sicura ai modi di andare in vacanza convenzionali. Altro motivo di ottimismo è che circa l’80% della produzione nazionale è destinato all’esportazione, il che tra l’altro dimostra ancora una volta come gli italiani non solo sanno fare bene le cose ma le sanno fare con stile e qualità superiori. Come dicevamo c’è sempre stata una grande vicinanza tra i mondi dei vei-

coli su ruote e i campeggi, che nella loro evoluzione hanno tenuto conto anche delle esigenze di camper e caravan. Gianni Brogini riconosce che l’attenzione dei campeggi nei confronti dei camper è cambiata. Le vacanze sono sempre meno concentrate in Agosto, i periodi sono più brevi e chi possiede un camper ha la possibilità di utilizzarlo in tutte le stagioni nei fine settimana lunghi o periodi diversi. Attualmente i servizi resi dai campeggi sono decisamente più adeguati alla tipologia dei veicoli; tuttavia per il dirigente della APC alcuni punti critici rimango; gli spazi di manovra ad esempio, oltre alle dimensioni delle piazzole e l’ombreggiatura, infine la mancanza di sufficienti punti di scarico e carico delle acque. Ma per i camper l’evoluzione non si ferma e la continua ricerca di migliori materiali e tecniche di costruzione, con l’ascolto del consumatore, hanno modificato sia la cellula abitativa che la meccanica. Le luci a led, il riscaldamento e

la refrigerazione, i bagni e le docce, le cucine sono solo alcuni esempi di come in pochi anni il camper sia diventato molto più confortevole. Per rendersi veramente conto di quali altri cambiamenti sono in cantiere, e quindi di come dovranno adeguarsi anche i camping, il direttore marketing di APC invita a visitare il Salone del Camper che si svolgerà dal 12 al 20 Settembre e di cui l’associazione è socio fondatore insieme a Fiere di Parma. Quella è infatti la vetrina in cui i più importanti gruppi di costruttori nazionali e internazionali espongono. L’idillio tra camper e camping però non è perfetto e Gianni Brogini, vecchio e appassionato camperista, non sembra apprezzare troppo la decisa virata dei camping in strutture ricettive più simili agli hotel a cinque stelle che alle vecchie aree di sosta per tende e caravan: «Non mi permetto di giudicare le scelte degli altri ma ritengo abbia avuto l’effetto della forza centrifuga, che ha allontanato molti camperisti, forse attraendone di nuovi che però non trovando molte diversità con il turismo tradizionale se ne sono a loro volta allontanati». Non è detto però che un incontro possa nuovamente avvenire. «La APC da sempre crede nell’importanza del dialogo fra tutti gli attori del turismo all’aria aperta e parlare delle esperienze, necessità, visioni e opportunità aiuta tutti e fa crescere la consapevolezza di appartenere ad un grande comparto», sottolinea il direttore del marketing, da qui la decisione di partecipare al tavolo con la FAITA-FederCamping per dare maggiore forza alle iniziative che le organizzazioni del turismo all’aria aperta e in libertà, fermo restando le diverse e rispettive caratteristiche e necessità intraprenderanno per far comprendere una buona volta a politici e amministratori locali, dimensioni e importanza di un comparto di cui la nostra economia non può assolutamente fare a meno. Soprattutto nel mondo post-pandemia. ✻

This article is from: