CURIOSITÀ Cancro nell’arte
Il cancro al seno nella statua di Michelangelo Una delle raffigurazioni allegoriche nelle Tombe Medicee di Firenze presenta chiari segni di un cancro al seno. Un particolare descritto 20 anni fa su una rivista medica che è diventato anche punto di partenza per un romanzo con un grande oncologo come protagonista
In questo articolo:
Michelangelo storia dell’arte storia della medicina
U
a cura della REDAZIONE n medico di fama internazionale, alla vigilia di un convegno di studi che chiude la sua brillante carriera, decide di affrontare la sfida che lo appassiona da quando ha visto la statua della Notte di Michelangelo nelle Tombe Medicee a Firenze: la donna raffigurata nel marmo presenta un’anomalia, un seno asimmetrico, inconsueto per la perfezione del maestro del Rinascimento. In una lunga notte tra sogni e ricordi, il medico tira le fila della sua ossessione: con il rigore dello scienziato e l’intuito dell’investigatore, passa in rassegna le testimonianze raccolte in un’intera vita da psicologi, critici d’arte, chirurghi, filosofi, per arrivare a scoprire la natura di quella traccia lasciata da Michelangelo sul corpo, altrimenti perfetto, della sua modella. Ispirato dalla figura del grande oncologo Gianni Bonadonna, pioniere delle cure antitumorali in Italia e nel mondo, il giornalista del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi ha appena pubblicato un romanzo sull’enigma della statua.
L’origine della segnalazione
Titolo: Il mistero della Notte Autore: Giangiacomo Schiavi Editore: La nave di Teseo 304 pagine, 16 euro
26 | FONDAMENTALE | GENNAIO 2021
La descrizione della forma particolare di quel seno è stata oggetto, già nel 2000, di una lettera scritta da un oncologo e uno storico dell’arte statunitensi, James J. Stark e Jonathan Katz Nelson, alla rivista medica New England Journal of Medicine. “L’aspetto insolito del seno sinistro della Notte di Michelangelo, una statua marmorea di figura femminile, è stato spesso menzionato nella letteratura sulle Cappelle Medicee scolpite da Michelangelo nella Chiesa di San Lorenzo a Firenze” scrivono i due esperti. “Uno di noi, un oncologo, ha riscontrato tre anomalie associate a cancro localmente avanzato nel seno sinistro. C’è un evidente, grande rigonfiamento a fianco del capezzolo, che coinvolge i linfonodi sottostanti e il capezzolo stesso e che
causa una retrazione della pelle appena a lato di quest’ultimo. Sono caratteristiche che non compaiono nel seno destro della Notte, in quelli di Alba, l’altra figura femminile nella Cappella Medicea, né in molte altre raffigurazioni di donne nelle opere di Michelangelo.”
Scelta intenzionale Potrebbe sembrare un caso, o un’interpretazione dovuta alla specifica formazione dell’autore della lettera (o, nel romanzo di Schiavi, di Bonadonna) ma non è così. Come racconta il New England, gli studiosi moderni di storia dell’arte concordano sul fatto che l’aspetto insolito del seno sia intenzionale e non dovuto a errori o incompiutezza (la statua è stata terminata e issata sopra la porta della cappella). Michelangelo era un attento osservatore dei propri modelli e riproduceva in modo accurato i segni fisici nella pietra, in questo caso quelli di un carcinoma del seno. È possibile che la malattia avesse colpito la sua modella, oppure l’artista poteva averne visto i segni nel corso di autopsie che, secondo gli autori, erano legali all’epoca in cui il grande maestro della scultura tentava di carpire i segreti dell’anatomia umana. “Dato che Michelangelo ha raffigurato il nodulo in un solo seno” spiegano gli esperti “presumibilmente lo ha riconosciuto come un’anomalia. Molti medici ai suoi tempi erano in grado di diagnosticare questa malattia in una donna. Sia il cancro al seno sia il suo trattamento sono stati discussi, spesso a lungo, e descritti dalle più famose autorità mediche dell’antichità – Ippocrate, Celso e Galeno – e da diversi importanti autori medievali, tra cui Avicenna e Rolando da Parma.” La ricerca di segni di malattia in raffigurazioni artistiche è un esercizio curioso e importante anche per la storia della medicina: permette infatti di capire come si è evoluta la conoscenza medica e, in questo caso specifico, di comprendere qualcosa di più di un grande artista e del suo studio meticoloso dei corpi.