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FUMO E TUMORE
FUMO E TUMORE Diagnosi precoce
Lo screening per il tumore del polmone può essere personalizzato
I risultati dello studio BioMILD hanno portato alla nascita di una rete di centri che valuterà la fattibilità del test per tutti i grandi fumatori
a cura di ELENA RIBOLDI Uno studio italiano supportato da AIRC dimostra che, combinando le informazioni ricavate dall’esame radiologico con quelle ottenute tramite l’analisi molecolare di un campione di sangue per cercare specifici biomarcatori, si migliora l’accuratezza dello screening per il tumore del polmone. Questo esame diretto ai forti fumatori non è ancora entrato tra gli screening di routine, ma si stanno compiendo grossi sforzi perché ciò avvenga.
LO STUDIO BIOMILD
“L’innovatività del nostro studio sta nel fatto che finora nessuno studio prospettico di screening per il cancro polmonare con la tomografia computerizzata a basso dosaggio (LDCT, dall’inglese lowdose computed tomography) ha utilizzato un biomarcatore basato su un esame del sangue” spiega Gabriella Sozzi, direttore dell’Unità di genomica tumorale dell’Istituto nazionale dei tumori (INT) di Milano. “Noi siamo riusciti a partire con questo progetto ambizioso nel 2013 grazie a un progetto speciale AIRC 5 per mille. Con lo studio BioMILD, coordinato da Ugo Pastorino, direttore della chirurgia toracica dell’INT, abbiamo valutato se la combinazione dell’esame radiologico con un test molecolare eseguito su un prelievo di sangue ci potesse permettere di identificare un
maggior numero di pazienti con cancro polmonare in stadio iniziale.”
Il test molecolare MSC (miRNA signature classifier), sviluppato dal gruppo di Gabriella Sozzi, consiste nella misurazione di 24 microRNA circolanti nel sangue. I microRNA sono piccole sequenze di RNA non codificante: non servono per produrre proteine, ma hanno un’attività di regolazione. “Sono come degli interruttori che accendono e spengono i geni. Essendo piccoli e protetti da involucri proteici, sono molto stabili nei fluidi biologici, quali sangue e urine, e facilmente rilevabili.”
I microRNA che vengono misurati nel test MSC non sono rilasciati esclusivamente dal tumore. “All’inizio dello studio, nel momento in cui abbiamo eseguito il test, i partecipanti, forti fumatori, non avevano un tumore, ma alcuni lo hanno poi sviluppato durante il successivo periodo di osservazione” precisa Sozzi. “Questi microRNA sono rilasciati dal polmone danneggiato dal fumo e da alcune sottopopolazioni di cellule immunitarie. Quando li abbiamo studiati, abbiamo osservato che regolano geni coinvolti nella proliferazione e nel metabolismo cellulare e spengono le risposte del sistema immunitario.”
UNO SCREENING SU MISURA
Sulla base dei microRNA presenti nel sangue, i partecipanti allo screening possono essere classificati come positivi o negativi al test MSC. L’esame radiologico è considerato positivo se viene riscontrata la presenza di un nodulo. “La TC è molto sensibile e di frequente rileva la presenza di quelli che vengono detti noduli indeterminati, piccoli noduli di cui non si capisce la natura e che non si sa precisamente come gestire. A volte vengono monitorati ripetendo l’esame radiologico dopo qualche tempo, a volte si effettua una biopsia.”
GIORNATA SENZA TABACCO IL FUMO FA MALE A TE E FA MALE AL PIANETA
Anche quest’anno il 31 maggio è stata celebrata la Giornata mondiale senza tabacco, una ricorrenza che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni provocati dal fumo e a cui AIRC partecipa annualmente. Il tema proposto quest’anno dall’Organizzazione mondiale della sanità era “Il tabacco: una minaccia per il nostro ambiente”. Il tabacco ha un fortissimo impatto ambientale se si considera tutta la filiera, che va dalla coltivazione delle piante alla fabbricazione e distribuzione dei prodotti finiti, fino alla produzione di rifiuti. Basti sapere che ogni anno vengono dispersi nell’ambiente 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta, quasi 770.000 tonnellate di rifiuti tossici che rilasciano migliaia di sostanze chimiche nell’aria, nell’acqua e nel suolo. giornata senza tabacco screening tumore al polmone
È a questo punto che si rivela utile il test molecolare. “Abbiamo scoperto che, se entrambi i test sono positivi, il soggetto ha un rischio di sviluppare un cancro polmonare nei 5 anni successivi 30 volte più alto rispetto alle persone il cui test molecolare risulta negativo” afferma Sozzi. “Si identificano così gli individui più a rischio, a parità di altre caratteristiche come età e abitudini di fumo.”
Le implicazioni di questa scoperta sono notevoli. “Potrà aiutare a definire la popolazione che deve essere seguita con maggiore attenzione, risparmiando radiazioni ai soggetti che hanno un rischio molto basso di sviluppare un cancro del polmone e che quindi possono essere richiamati a distanza di tre anni.” Si tratta quindi di uno screening di precisione, che permette di identificare il rischio personale di ammalarsi. Modulare gli intervalli di screening, ossia il tempo che intercorre tra un esame e il successivo, è importante nella prospettiva di uno screening a lungo termine. “Permette un risparmio di esami, da un lato riducendo il rischio radiologico per il partecipante e dall’altro garantendo un’economia di risorse che consenta di offrire lo screening a un numero doppio di persone a parità di costo.” A CHI È RIVOLTO LO SCREENING
Possono essere coinvolti nello screening i forti fumatori di entrambi i sessi con oltre 55 anni d’età. Per forte fumatore si intende chi ha una
storia di fumo di 30 pack/year (un pack/year corrisponde al consumo di un pacchetto di sigarette al giorno per un anno; 30 pack/year corrispondono al consumo di un pacchetto al giorno per 30 anni, oppure due pacchetti al giorno per 15 anni, tre pacchetti al giorno per 10 anni e così via). Possono partecipare anche ex fumatori che non abbiano smesso da più di 10 anni. Negli Stati Uniti lo screening è raccomandato ed è in Uno screening parte rim borsato dal di precisione per capire chi le assicurazioni sanitarie. In Italia è più a rischio lo screening per il cancro polmonare non è offerto dal Sistema sanitario nazionale. “Di recente però è stato fatto un passo in avanti, perché proprio Pastorino è riuscito a organizzare una rete di screening per il tumore del polmone che raduna una decina di centri, coordinati dal nostro istituto” spiega Sozzi. “Il progetto è finanziato dal Ministero della salute, e questo fa pensare che ci possa essere interesse a offrire lo screening in futuro, se questa prima fase sarà positiva.” Scenderanno in campo anche i medici di famiglia. “In aggiunta al reclutamento che facciamo di solito attraverso i media o apposite campagne, questa volta i medici di base potranno identificare tra i loro assistiti quelli con le caratteristiche più idonee; a loro verrà proposta la partecipazione allo screening gratuito per il cancro polmonare annualmente o con la frequenza suggerita dai risultati del test molecolare.”