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TESTIMONIANZE

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COVID-19 Gli effetti a lungo termine

Long Covid e cancro, una fotografia aggiornata

Con il passare del tempo aumentano le conoscenze sugli effetti a lungo termine del Covid-19, che interessano anche i pazienti oncologici, ma molto resta ancora da scoprire

a cura di CRISTINA FERRARIO Il 15 per cento dei pazienti oncologici che hanno superato il Covid deve fare i conti con il cosiddetto long Covid, ovvero malessere e sintomi che persistono a lungo dopo la malattia causata dal virus SARS-CoV-2. Questo dato è emerso da un’analisi presentata al congresso annuale della Società europea di oncologia medica (ESMO), che ha scattato una delle prime fotografie del long Covid nei pazienti oncologici, meritando la pubblicazione sulla rivista

Lancet Oncology.

“Descrivere gli effetti a lungo termine del Covid nei pazienti oncologici non è semplice” spiega Alessio Cortellini, medico oncologo dell’Imperial College di Londra, uno degli autori della ricerca internazionale.

Il problema è che la definizione stessa di long Covid non è chiara: in genere si parla di sintomi presenti dopo quattro settimane dall’infezione e di una enorme varietà di sintomi – oltre 200, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) –, da problemi respiratori a problemi cognitivi, passando per stanchezza e disturbi gastrointestinali.

“In alcuni pazienti oncologici guariti dal Covid, questi sintomi potrebbero però essere causati dal tumore o dai trattamenti antitumorali, senza alcun legame con l’infezione da coronavirus. E questo complica le valutazioni” aggiunge l’esperto. Questa difficoltà però non ha fermato i ricercatori, che hanno lavorato per comprendere meglio il legame tra long Covid e cancro.

IL PROBLEMA NEI PAZIENTI ONCOLOGICI

Partendo dai dati del registro OnCovid, che include informazioni raccolte in diversi Paesi, i ricercatori dell’OnCovid Study Group sono riusciti a produrre un vero e proprio “reportage”, che ha permesso di fotografare le conseguenze della malattia da coronavirus in pazienti con tumore dopo circa 40 giorni dalla diagnosi di Covid. “Questa immagine precoce ha mostrato che circa il 15 per cento dei pazienti oncologici presenta long Covid” spiega Cortellini, che poi precisa: “I sintomi sono costituiti in circa la metà dei casi da disturbi di tipo respiratorio e da fatigue, ovvero una intensa stanchezza. Meno frequenti ma rilevanti anche i problemi neuro-cognitivi”.

Assieme ai colleghi, Cortellini ha proseguito la ricerca per valutare gli effetti a lungo termine del Covid. “A poco più di due mesi, la percentuale di pazienti con sintomi residui da Covid era del 15 per cento, come nella prima analisi, ed è diminuita nel corso del tempo: 9,8 per cento a 6 mesi e 8 per cento a un anno” dice, descrivendo i dati dello studio pubblicati sulla rivista European Journal of Cancer, che ha valutato solo pazienti con tumore in stadio non avanzato.

COLPA DEL COVID O COLPA DEL CANCRO?

Sappiamo che nei pazienti con tumore la mortalità legata al Covid è maggiore rispetto a quella della popolazione generale. La presenza di una neoplasia non sembra invece influire sul manifestarsi del long Covid. I dati infatti mostrano

Covid-19 long Covid survivors

che la percentuale del 15 per che ciò accada è fondamentacento di casi di long Covid os- le ascoltare con attenzione il servata nei pazienti oncologici proprio corpo e rivolgersi al non differisce dalle percentua- medico in caso di dubbio. li riscontrate in generale.

“Un dato interessante RIABILITAZIONE, emerso dalle nostre analisi ri- COME FARE guarda i fattori legati allo svi- Una cosa è certa: sono semluppo del long Covid” afferma pre più numerosi i pazienti Cortellini. Sembra infatti che, guariti dal Covid e anche da nel determinare il rischio di cancro. Gli anglosassoni li sviluppare sintomi a lungo chiamano “double-survivors”, termine dopo l’infezione, la Il rischio ovvero persone “due volte gravità del Covid sia più importante delle è di ricevere minore guarite”, che rappresentano una popolaziocaratteristiche del tumore. attenzione ne con esigenze particolari in “Abbiamo notato che questi termini di salute. sintomi a lungo termine so- Al momento, però, non esino più comuni in persone che stono linee guida o protocolli hanno avuto Covid in forma specifici che possano guidare grave, mentre non abbiamo le scelte dei trattamenti e denotato differenze significative gli eventuali esami di controlin base al tipo di cancro, allo lo da eseguire. In linea generastadio del tumore o agli even- le si parla di approccio multituali trattamenti in corso” di- disciplinare per poter gestire ce il ricercatore. i molteplici sintomi del long

Un altro dato quindi che Covid: per esempio, esercizi avvicina i pazienti oncologi- per migliorare la respirazioci alla popolazione generale ne e la fatigue e tecniche di riquando si parla di long Covid, lassamento contro ansia e deche si presenta con sintomi pressione. simili in pazienti con e senza “Non ci sono indicazioni diagnosi di tumore. univoche su come trattare il

C’è però un possibile ri- long Covid nella popolazione schio per i pazienti oncologi- generale o nei pazienti oncoloci guariti dal Covid: ricevere gici” afferma Cortellini, suggemeno attenzione per il long rendo che gli stessi interventi Covid perché magari even- riabilitativi previsti per la potuali sintomi, per esempio polazione generale possono esla fatigue, vengono attribui- sere utilizzati anche in chi ha ti alla malattia oncologica e avuto una diagnosi di tumore. non all’infezione. Per evitare “In questo contesto tanto complesso e ancora poco chiaro è fondamentale puntare alla medicina personalizzata e modificare, se necessario, gli interventi in base a eventuali caratteristiche del paziente oncologico o a terapie ancora in corso” conclude.

PREVENZIONE IL RUOLO DEI VACCINI ANTI-COVID

Come spiegano gli esperti dell’OMS, abbiamo ancora molto da imparare sull’impatto della vaccinazione sul long Covid, poiché alcuni dati dicono che chi è vaccinato sviluppa meno frequentemente i sintomi a lungo termine, mentre altri sembrano contraddire queste conclusioni. È probabile che le differenze siano dovute a fattori ancora ignoti, come aspetti genetici individuali oppure il ceppo di virus SARS-CoV-2 che ha provocato la malattia (la variante Omicron sembra per esempio indurre meno spesso long Covid, anche se il dato deve ancora essere confermato). Una cosa è chiara: prevenire l’infezione da SARS-CoV-2, e quindi il Covid-19, è il modo migliore per prevenire anche il long Covid. “Sappiamo che la vaccinazione riduce i ricoveri in ospedale e la mortalità, per cui tutti coloro che possono vaccinarsi dovrebbero farlo” dicono dall’OMS.

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