Intercorporeità - Pratica e teoria

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Terry Falcone

Intercorporeità Pratica e Teoria

Respiro online in epoca Covid-19

Alpes Italia srl - Via Romagnosi 3 - 00196 Roma tel./fax 0639738315 - e.mail: info@alpesitalia.it - www.alpesitalia.it

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© Copyright Alpes Italia srl - Via G. Romagnosi, 3 – 00196 Roma, tel./fax 06-39738315 I edizione, 2015 II edizione 2021 Terry Falcone: Psicologa, Psicoterapeuta integra l’uso del video della Video Intervention Therapy e la Psicoterapia Corporea nella sua formazione Gestaltica. È Didatta presso l’Istituto di Gestalt HCC dal 1990 e insegna Training Autogeno e Tecniche di Rilassamento presso l’Istituto Kàris dal 1993. È Supervisore FISIG e Video Intervention Therapy. Esperta di Psicosomatica e di Terapia di gruppo, ha scritto vari articoli e la parte psicologica del libro “Il recupero dei crediti” Ed. Buffetti. Codificatrice C.I.B Coding Interactive Behavior di R. Feldman (Univ. di Monaco). Coordinatrice Scientifica dell’Istituto Sviluppo Interazione George Downing Karis. Vive e lavora a Roma.

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Ai miei Maestri Ai miei Allievi Ai miei Pazienti Al mio “co” Gianfranco



Indice generale

Ringraziamenti............................................................................................. IX Introduzione................................................................................................ XI Prima Parte Training Autogeno e concetto di Intercorporeità: lo sguardo fenomenologico ed estetico del terapeuta della

Gestalt

Capitolo Primo - L’esperienza pratica.......................................................... 5

Cenni biografici, Struttura e Atmosfera del Corso.................................... 5 Formule propedeutiche al Training Autogeno (TA).................................. 8 Formule di Pesantezza e Calore................................................................. 13 Le Formule aggiuntive e la Formula individuale....................................... 14

Capitolo Secondo - Intercorporeità: Argomenti di Psicoterapia della Gestalt e TA 17

Colloquio Clinico e Anamnesi nel TA: le parole dell’imprinting clinico intercorporeo in Psicoterapia della Gestalt (PdG) .................................... 17 Aspetti neurofisiologici del Training Autogeno......................................... 23 La Respirazione: dalla Tecnica al “Respirare con”...................................... 25 Concentrazione, Attenzione Condivisa e Consapevolezza in PdG............. 30 Intercorporeità. Schema Corporeo e Schemi affettivo Motori della Body Therapy di George Downing ................................................................... 34 Transfering e Controtransfering Gestaltico nell’Intercorporeità della Relazione Terapeutica del Training Autogeno........................................... 39

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Intercorporeità - Pratica e Teoria Seconda Parte Argomenti di Psicoterapia per un’estetica del concetto di Intercorporeità Capitolo Terzo - L’attitudine alla Psicoterapia............................................. 45 Il conoscere se stesso del Terapeuta, il campo conosciuto dell’Intercorporeità della relazione clinica................................................................................ 46 La Passione per il Corpo, la nascita della Psicoterapia corporea e l’influenza di Reich sulla Gestalt.............................................. 50 Capitolo Quarto - Il Gruppo dalle origini della PdG al modello esperienziale di intervento “Il Corpo e la Relazione”.................................................

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Da paziente e allieva a Terapeuta di Gruppo in Co-terapia ...................... 63 Le “Maratone” o “Intensivi Residenziali”: i luoghi, il setting, i tempi, le regole e gli esercizi corporei .................................................................. 69 Breve Storia della Psicoterapia della Gestalt in gruppo: dagli inizi ad oggi. 81 Aspetti comunicativi ed intercorporei del Gruppo Gestalt e caratteristiche del Terapeuta intercorporeo ..................................................................... 87 L’Azione nel Gruppo Gestalt espressione intercorporea del “tra” trasformativo.............................................................................. 91 Il corpo e la relazione: il modello esperienziale Falcone-Silvetti................. 95 Capitolo Quinto - Per una Fenomenologia dell’Intercorporeità.................

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L’attitudine ad osservare: Intercorporeità e uso del video nella Video Intervention Therapy e nella Psicoterapia della Gestalt................... 106 La Griglia di osservazione del Video di George Downing. L’osservazione fenomenologica in PdG e le 8 Categorie interattive intercorporee ........... 111 I tempi del contatto in PdG e la procedura di base dell’intervento con l’uso del video nella Video Intervention Therapy............................... 114 Alcuni Concetti Chiave dell’uso del Video............................................... 118 I Quattro Ambiti Relazionali ................................................................... 119 Interruzioni di Contatto Intercorporee in PdG e uso del Video .............. 119


Indice generale Capitolo Sesto - Supervisione e Formazione in Psicoterapia......................

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Supervisione e Intercorporeità: Formazione Continua in Psicoterapia....... 129 L’Azione Intercorporea e le interruzioni di contatto del Terapeuta nella Supervisione complessa ................................................................... 133 Transfering e Controtransfering in Supervisione ...................................... 136 Intervisione ............................................................................................. 139 Capitolo Settimo - Respirare on line con il metodo Karis in epoca COVID-19

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Il Campo Condiviso Globale della Pandemia COVID 19........................ 141 Argomenti di Intercorporeità, Psicoterapia e Ricerca tra “Presenza” e “Schermo” 147 Indicazioni e Suggerimenti - Le 10 regole del Training Autogeno online .. 161 La Spiritualità del Respiro ....................................................................... 165

Bibliografia ................................................................................................. 171 Appendice ..................................................................................................... 173

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Ringraziamenti È la gratitudine che accompagna un buon lavoro. Impegno e fiducia, negli anni, mi hanno permesso di pensare a un libro e di realizzarlo. Lo sfondo fertile che inizialmente ha permesso la mia crescita professionale è stato l’Istituto Karis, associazione da me cofondata nel 1994 per diffondere e approfondire la Psicoterapia della Gestalt e Corporea. Sono molto grata al dr. Riccardo Mancusi, al dr. Enrico Viggiano, al dr. Giuseppe Belmonte, al dr. Valter Santilli, al dr. Gianfranco Silvetti e alla dr.ssa Alessandra Crespina per aver creduto nel progetto Karis contribuendo fattivamente ed emotivamente alla sua fondazione. Un particolare riconoscimento va alla dr.ssa Adelaide Gargiuto, che, con la sua competenza e generosità, ha reso possibile la collaborazione con la ASL RMC per il Progetto durato oltre 10 anni di Formazione ECM sull’uso del Video. Senza il suo apporto concreto l’intenzionalità formativa di Karis non si sarebbe potuta evolvere. Anche all’Associazione Istituto Sviluppo Interazione George Downing, da me cofondata nel 2010, va un sincero ringraziamento per il nuovo stimolo apportato alla mia formazione. Grazie ai consulenti Karis che, recentemente, mi hanno affiancato nell’organizzazione e nella didattica del corso di Training Autogeno, la dr.ssa Girolama Curreri e la dr.ssa Eleonora Savino. Ringrazio tutti i miei maestri per gli insegnamenti che hanno saputo infondermi. Cito per primo il prof. Tommaso Traetta che nel 1983 mi insegnò il Training Autogeno, negli anni della mia prima formazione in Medicina Psicosomatica. Devo la mia passione per la Psicoterapia della Gestalt a vari insegnanti con i quali ho appreso che cosa significa “lavorare” in terapia, Giuseppe Donadio, Alessandro Famulari, Isadore From, Erving e Miriam Polster, Sonia Nevis, Ed Lynch, Bertram Muller e Johanna Muller Ebert, Margherita Spagnuolo. In particolare sono grata al prof. Giovanni Salonia per la sua speciale ed appassionata competenza nell’infondere conoscenza. I suoi studi sul contatto e sull’intercorporeità in Gestalt continuano a dare struttura e motore al IX


Intercorporeità - Pratica e Teoria mio essere psicoterapeuta. Sono grata al prof. George Downing che, con il suo imprinting di chiarezza e di internazionale semplicità, mi ha aiutato a rendere la psicoterapia più “chirurgica”e “nitida”, sia nel lavoro corporeo che nell’uso del Video, allargando il mio orizzonte formativo anche alla Ricerca scientifica. In special modo esprimo gratitudine agli allievi e ai pazienti che nel tempo mi hanno dato fiducia, entusiasmo e motivazione a proseguire nel piacere e nella fatica della formazione. Senza di loro studio e lavoro non avrebbero significato. Un profondo Grazie alla mia psicoterapeuta Margherita Giustiniani che, per più di vent’anni, ha seguito con infinita pazienza e puntuale competenza il percorso nevrotico della mia vita e che mi ha iniziato alla bellezza e all’estetica della psicoterapia di gruppo residenziale. In ultimo, e non per importanza, si dice così, voglio ringraziare mio marito, il dr. Valter Santilli, che con la sua scorpionica individualità mi ha spronato a rinnovarmi come professionista, stimolandomi a scrivere, pur inadempiendo alle pari opportunità nel governo della casa. E Oksana per il suo contributo informatico e per la sua presenza dolce, complessa e ribelle che mi riporta costantemente a non dimenticare di essere e “fare” la madre. Per la ristampa del libro ed in particolare per l’inedito capitolo “Respiro on line” tengo molto a ringraziare tutti i colleghi che si sono formati e diplomati IsiKaris. In particolare i colleghi del XV gruppo di formazione in TA. Alessandra Bon, Emanuela Cioccarelli, Marica D’Alessandro, Patti Casillo, Marco Volante, Sarah Davoli e i colleghi neo diplomati online nel primo lockdown Mary Arduino, Cristina De Nardo, Aleksandra Krawczky, Salvatore Musella, Daniela Lombardi, Ivana Pizzo. Senza il loro entusiasmo, le loro riflessioni e le loro brillanti tesi, testimoniate da sorridenti foto dell’evento, il tuffo nel web non sarebbe stato possibile. Ringrazio le pregiatissime didatte del corso Eleonora Savino, Ileana Ramasco e Girolama Curreri che con la loro professionalità madrelingua digitale, sono state il mio posto sicuro nell’avventura del Respiro on Line. Ed infine, anche per quest’ultimo lavoro, ancora un grazie a mia figlia Oksana, mia consulente di fiducia che con pazienza, disponibilità e spesso con qualche risatina… è sempre accorsa nei momenti di panico informatico.

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Introduzione Ho sempre pensato di mettere per iscritto la mia esperienza di terapeuta, per quanto certa di non riuscire a farlo prima della menopausa, primo perché la libera professione e la famiglia richiedono impegno e non lasciano tempo, secondo perché l’ormone giovanile agita facendo orientare il piacere verso altri obiettivi. Il corpo ci regola! Gli studi più recenti danno ragione a questo mio semplice buon senso. Ma, ora che il corpo è pronto, gli ormoni definitivamente ridimensionati, come organizzare e tradurre in parole trent’anni di attività clinica, di studi e di insegnamento? L’intenzionalità intercorporea del mio karma natale è stata quella di essere utile, e, possibilmente, generare profitti in chi mi sta accanto. Sarà che erano gli anni cinquanta, sarà che mamma fu risarcita con un po’ di soldi quando rischiò di perdermi durante la gravidanza, cadendo dall’autobus, nascendo, nel 1958, portai con me in casa televisione, lavatrice, frigorifero, un chiaro segno del benessere di allora. Chissà se a causa di tale imprinting intercorporeo, ho deciso di scrivere un libro che fosse soprattutto pratico e utile, frutto di intensa e ormai lunga carriera, da dedicare ai terapeuti iniziandi alla professione, volenterosi, umili e non arroganti, per i quali l’esperienza sia ancora un valore da tramandare e non da “rottamare”, e con i quali maggiormente mi identifico. Un libro di pratica e di teoria, di sostegno e stimolo per gli iniziandi professionisti della psiche dei più diversi orientamenti, scritto con l’ amore e l’ entusiasmo del dono. L’espressione più vivace e creativa del mio essere insegnante formatrice è stata l’elaborazione di un corso di Training Autogeno e Tecniche di Rilassamento, continuamente aggiornato negli anni. Il Training Autogeno, tecnica già ampiamente convalidata, viene proposta a psicologi, medici, psicoterapeuti in formazione o psicoterapeuti che si avvicinano al lavoro XI


Intercorporeità - Pratica e Teoria sul corpo, non solo e non tanto per la conoscenza specifica della tecnica, quanto per approfondire e migliorare la pratica della relazione terapeutica, alla luce di concetti ed esperienze legati all’ Intercorporeità, insiti nella Psicoterapia della Gestalt e nella Psicoterapia Corporea e nella Video Intervention Therapy. Nella Prima parte del libro viene descritto accuratamente il corso “Training Autogeno: Il Corpo e la Relazione”. Vengono esposte le modalità, le motivazioni e soprattutto gli aspetti teorici ed esperienziali da cui prende spunto, in un continuo dipanarsi di teoria e pratica, per fornire all’allievo e al lettore strumenti per entrare e accomodarsi nella Funzione Personalità “Psicoterapeuta”, partendo dalla respirazione e dalla consapevolezza delle sensazioni e delle emozioni. In sintesi viene proposta una rivisitazione del Training Autogeno, la tecnica di rilassamento e concentrazione più famosa e conosciuta al mondo, quale strumento imprescindibile per la conoscenza ed il miglioramento della consapevolezza del terapeuta, nel suo corpo sentito e nella sua memoria corporea, quali basi del concetto di Intercorporeità. Il Training Autogeno infatti permette,da un lato, la consapevolezza corporea del Terapeuta e, dall’altro, costruisce lo sfondo per la preparazione al lavoro intercorporeo in psicoterapia, una sorta di imprinting dell’Intercorporeità. Imparando a sentire il corpo, il terapeuta facilita il dialogo con se stesso e la propria intercorporeità primaria ed acquisita. Imparando a somministrare il training Autogeno al paziente, si allena ad ascoltare i vissuti e le sensazioni del corpo dell’altro. Impara a registrare dentro di sé l’effetto che ha su di sé il corpo dell’altro. Impara ad ipotizzare l’effetto che il suo corpo potrebbe avere sull’altro. Nel primo capitolo vengono esposte le formule specifiche del Training Autogeno come parte esperienziale. Nel secondo capitolo vengono elaborate argomentazioni e riflessioni teoriche che riguardano concetti fondamentali quali la Respirazione, la Consapevolezza, la Concentrazione, l’Attenzione Condivisa, lo Schema Corporeo e il concetto di Difesa Corporea, il Transfering e il Controtransfering nel Training Autogeno, sempre alla luce di significati relazionali e intercorporei, che possano illuminare il percorso della competenza terapeutica. XII


Introduzione Nella Seconda Parte del libro vengono affrontati argomenti specifici, elaborati attraverso un excursus di esperienza personale e teoria. Il linguaggio “parlato” che utilizzo, con alcune incursioni di vissuti personali, è volutamente a sostegno dell’intenzionalità relazionale del testo. Essi riguardano: “Come nasce il bisogno/desiderio di diventare terapeuti”, “Come nasce la passione per l’uso del corpo in psicoterapia”. “ Quanto il lavoro in gruppo, con particolare riferimento alle “maratone”, si riveli efficace nella psicoterapia racchiudendo in sé tutti i temi dell’Intercorporeità”. “Come l’attitudine all’osservazione e alla non interpretazione, tipica della psicoterapia della Gestalt, possa essere valorizzata dall’uso del Video e dalla conoscenza delle ricerche più attuali in Psicologia dell’Età Evolutiva”. “Quanto siano preziosi e necessari la Formazione Continua e la Supervisione nella carriera psicoterapeutica”. Una Appendice conclude il testo. Intercorporeità è un termine che mi ha sempre affascinato. Riesce a rendere chiara l’idea che quando si pensa ad una interazione e a un contatto questa passa attraverso il corpo. Il corpo è pertanto punto di partenza delle relazioni, dalla relazione primaria alla relazione terapeutica, passando per le infinite interazioni della vita. Il corpo è imprescindibile oggetto e soggetto di vita. Ancor più nella nostra cultura, dove il virtuale invade prepotentemente la nostra esperienza interattiva, nel bene e nel male, mi sembra assai importante riportare in psicoterapia ciò che richiama al corpo e alla completezza delle sue interazioni (il computer favorisce le interazioni ma non abbraccia e non odora, neanche su Skype!). Personalmente il concetto di Intercorporeità da una parte mette insieme le mie due anime di Psicoterapeuta della Gestalt e di Psicoterapeuta Corporea, esprimendo concetti tipicamente gestaltici: Contatto, Ciclo di Contatto, interruzioni di Contatto. Dall’altra evidenzia il focus dell’uso del video della Video Intervention Therapy e della Ricerca in Evolutiva. Se il più noto termine Intersoggettività mette a fuoco l’aspetto interattivo, col termine intercorporeità possiamo fare un passo più completo nella concretezza e nell’immediatezza dell’azione interattiva. Il corpo è

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Intercorporeità - Pratica e Teoria memoria, percezione ed azione, e nel superamento dell’antica diatriba mente/corpo, la visione intercorporea della psicoterapia ci permette immediatamente di percepire il passato, forse anche il trapassato, il presente ed il now for next. Il concetto di intercorporeità può divenire lo strumento più efficace di osservazione, diagnosi e intervento nella clinica. La scelta del Titolo del libro “Intercorporeità – Pratica e Teoria” esprime, dunque, in sintesi, diversi obiettivi. 1) Vuole mettere il focus sull’imprescindibile importanza del corpo e dei corpi in psicoterapia, con una voluta differenziazione dal concetto di intersoggettività. 2) Vuole porre attenzione a ciò che è percezione, movimento ed azione intercorporea, in quanto predittivi del passato del presente e del futuro. 3) Vuole sostenere il concetto che la memoria conscia ed inconscia racchiude sempre interazioni intercorporee, e che anche gli oggetti fisici richiamano sempre ad interazioni intercorporee. L’Intercorporeità è l’emozione che avviene tra i corpi sia a livello consapevole che nell’implicito delle intercorporeità acquisite. L’emozione infatti che può essere suscitata anche da oggetti, suoni o da qualsiasi stimolo che attraversi il sistema dei sensi ha sempre a che fare con un bagaglio di intercorporeità acquisite. Un suono, un oggetto riporta sempre a un vissuto relazionale, fatto di contatti intercorporei acquisiti e di intenzionalità corporea attuale progettuale. Così come nel sogno le immagini del corpo del sognatore regista esprimono sempre un’intercorporeità acquisita ed un messaggio esistenziale attuale proattivo, anche nell’esperienza diurna del paziente ritroviamo, nel suo corpo e nelle sue parole, emozioni e movimenti significativi di intercorporeità acquisite ed intenzionalmente interattive. 4) Vuole amplificare il valore delle relazioni primarie corporee per lo sviluppo e la crescita del bambino. 5) Vuole offrire al terapeuta un concetto pratico che, come una lente d’ingrandimento, migliori la percezione e, come un laser, sostenga l’azione in maniera più precisa ed incisiva, così da rendere più efficace il lavoro diagnostico e clinico. XIV


Introduzione 6) Vuole rendere il terapeuta simile ad un musicista di jazz, un artista dedito alla continua “improvvisazione”, su una cornice di studio e conoscenza approfondita della musica, della sua tecnica e delle misteriose quanto concrete interazioni fra le note. “Pratica e Teoria” vogliono significare la maggiore importanza che viene data all’esperienza dalla quale, successivamente, nascono riflessioni teoriche. Troviamo il termine “Intercorporeità” per la prima volta negli scritti del fenomenologo Merelau-Ponty. Dobbiamo a questo grande filosofo il superamento dell’empirismo e dell’intellettualismo, della soggettività autonoma e dell’oggettività assoluta. Punto centrale diventa la motivazionalità dei fenomeni, l’intenzionalità con una nuova teoria della riflessione che privilegi la relazione, il “tra” e l”inter”. Per Merleau-Ponty il campo fenomenico diviene campo trascendentale. “Soli gli occhi non vedono” è una toccante e poetica frase fenomenologica del popolare cantante Adriano Celentano. La percezione non è un atto del pensiero e la riflessione non è un’astrazione della percezione, ma un movimento stesso. La percezione è già un’azione. Ed è un’azione che inevitabilmente coinvolge l’altro. Il corpo è movimento ed espressione ed anche il pensiero per il filosofo non è nulla di interiore perché non esiste al di là del mondo e del linguaggio. Corpo e linguaggio nascono da una relazione corporea, dall’intercorporeità. Potremmo dunque dire che le modalità intercorporee attuali sono la memoria e hanno l’imprinting delle relazioni intercorporee acquisite. Ma di più potremmo dire che l’imprinting intercorporeo primario sostiene lo sviluppo evolutivo del bambino, favorendo quel dialogo interno corporeo base dell’amore incondizionato verso il proprio corpo. Come Perls ebbe a scrivere: “L’uomo vede ciò che ha dentro” ed il suo movimento è espressione delle sue percezioni risultato di una intercorporeità interna, frutto di un adattamento intercorpoeo. La simpatia e l’antipatia, l’attrazione e la repulsione, che fluttuano nel movimento intercorporeo, nel loro semplice ed innocente significato,

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Intercorporeità - Pratica e Teoria mandano avanti il mondo. Lo stesso Ed Tronick che più di tutti ha studiato scientificamente le interazioni, alla fine di un seminario, disse che possiamo avere e dare tante definizioni e descrizioni del conoscibile interattivo, ma che, in fondo, esiste un inconoscibile, una forma di attonita e laica posizione verso il mistero della vita e del suo movimento (propria degli scienziati più evoluti). Se la finalità della terapia è ricostruire, riparare o superare schemi di intercorporeità sbagliate, disturbate, dando al paziente una nuova opportunità di intercorporeità, dobbiamo essere assai attenti al corpo, alle sue sensazioni, emozioni e alle intenzionalità relazionali. Come Gestaltisti siamo i più adatti. La Psicoterapia della Gestalt infatti è la teoria che mette al centro il contatto e l’intenzionalità relazionale inscritta in esso. Contatto significa ciò che accade tra Organismo ed Ambiente, Paziente e terapeuta, Allievo e Supervisore,in un preciso momento. Quando qualcosa impedisce l’espletamento, la soddisfazione e la chiusura di una interazione si parla di Interruzione del Contatto. Il momento in cui avviene l’interruzione viene definito dai tempi del ciclo di contatto. Osservare ciò che accade e nello stesso tempo essere partecipe di quanto accade è prerogativa del terapeuta della Gestalt. È per questo che un Terapeuta della Gestalt non può prescindere dal fare un grande lavoro di consapevolezza personale e di Supervisione. Il Terapeuta della Gestalt non ha paura del Contatto ma se ne serve per la terapia, rendendola per questo più efficace. Il concetto di Intercorporeità offre uno strumento più completo al lavoro del gestaltista. Esso fornisce formazione diagnosi ed intervento. Troviamo nel giapponese Ben Kimura, uno dei punti di riferimento per la comunità psichiatrica internazionale attuale, il concetto di “Aida” che aggiunge significati al tema dell’intercorporeità. Kimura infatti, come tradotto nel libro “Tra”, a cura dell’Istituto GTK, e come evidenziato nella prefazione di Giovanni Salonia, mette in evidenza il significato trasformativo dell’Aida, del “tra”. Vengono evidenziati due movimenti, uno rivolto a se stesso, al proprio corpo e l’altro movimento che va verso. Entrambi i movimenti, definiti come dialogo intrapersonale e dialogo interpersonale, fanno parte di quell’esperienza relazionale di base che sostiene, XVI


Introduzione permette o disturba l’evoluzione e la crescita del bambino. Potremmo parlare di Intercorporeità interna o acquisita(nel senso del dialogo interno e delle modalità intercorporee primarie acquisite) e di Intercorporeità esterna (nel senso della modalità del movimento intercorporeo attuale). Vedremo nel paragrafo sulla Concentrazione e l’Attenzione Condivisa quanto attualmente la Ricerca in Evolutiva dimostri concretamente la veridicità di questa teoria dello sviluppo. Nel capitolo sull’uso del Video vedremo come le figure genitoriali nell’interazione intercorporea possano sostenere o disturbare lo sviluppo e la crescita del bambino, e quanto lo sviluppo della capacità riflessiva del genitore (la cosiddetta mentalizzazione) si evidenzi come uno degli aspetti più concreti ed efficaci nella Video Intervention Therapy. Il genitore, confrontato con il suo corpo e la sua intercorporeità in movimento, viene sostenuto al dialogo interno con il proprio corpo attraverso il corpo del terapeuta. Nel capitolo sulla psicoterapia di gruppo tenteremo la descrizione del lavoro clinico secondo un’ottica intercorporea e verrà evidenziato quanto la psicoterapia di gruppo, ed in particolare le maratone residenziali, con la lente dell’intercorporeità si rivelino efficace e più veloce modello operativo. Nell’ultimo capitolo viene data grande rilevanza alla formazione continua ed alla supervisione del terapeuta, in particolare del Terapeuta della Gestalt che, con la sua presenza ed il suo corpo può al meglio utilizzare i principi dell’Intercorporeità. Interessanti spunti sulla memoria corporea e sull’intercorporeità ci vengono forniti anche dalla recente Psicologia Transgenerazionale (di cui non ci occuperemo in questo libro). Quest’ultima, con la sua più illustre rappresentante, Anne Schutzenberger, esprime la possibilità che tracce di memoria di legami familiari antichi possano esercitare un ruolo significativo in problemi psicopatologici attuali. Del resto già Freud, Ferenczi e soprattutto Jung, avevano già ampiamente studiato i fenomeni dell’Inconscio e dell’inconscio collettivo presenti nella struttura dello sviluppo dell’Uomo. Alla luce ed in sintonia con i principi dell’Intercorporeità, potremmo ipotizzare che tracce di memoria di interazioni intercorporee XVII


Intercorporeità - Pratica e Teoria emotivamente intense, spesso non elaborate, “compiti non finiti”, (come nel caso di traumi, segreti, tabù e violenze), possano entrare a far parte del bagaglio intercorporeo di base che si tramanda di generazione in generazione e che potremmo definire Intercorporeità Transgenerazionale, che potrebbe esserci di grande aiuto sia in campo psicopatologico che nel campo delle adozioni.

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