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Less Is More! Approach: 2.4 o 3.6? Acido ialuronico: ad ogni età, la giusta quantità
from Numero 61
Dr. Francesco Marchetti Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica Ph.D. in Anatomia, Dermatologia e Chirurgia Plastica Roma - Milano - Lugano - Dubai
Tutti ne parlano, pochi lo conoscono, ancora meno sanno cosa sia veramente. L’acido ialuronico oggi è pubblicizzato e commercializzato in sieri, compresse, creme e fillers, ma quando e come è veramente efficace? E soprattutto, a quale età iniziare a utilizzarlo? L’acido ialuronico, elemento chiave del tessuto connettivo nella cute e in altri organi, funge da riempitivo degli spazi intercellulari, dona supporto metabolico e contribuisce al mantenimento del turgore e della struttura per lo scheletro del tessuto. Il progredire degli anni comporta un graduale ma costante impoverimento del contenuto di acido ialuronico che, insieme alla degradazione dell’elastina e delle fibre di collagene, causa la perdita di tono e luminosità del tessuto cutaneo e la formazione delle rughe. GIUSTA CONCENTRAZIONE Ristabilire la giusta concentrazione di acido ialuronico dei tessuti cutanei e sottocutanei e migliorare la qualità della pelle oggi è possibile grazie ai protocolli FIllmed, principalmente suddivisi in due classi: trattamenti di rigenerazione e biorivitalizzazione con mix di acido ialuronico non reticolato e ingredienti essenziali (aminoacidi, vitamine, minerali, antiossidanti) uniti a fillers con minore G prime e trattamenti con fillers ad acido ialuronico reticolato della gamma ART FILLER® . I protocolli Fillmed forniscono allo specialista la possibilità di migliorare la “skin quality” grazie all’utilizzo di NCTF® e SKIN PERFUSION e di contrastare l’aging del volto utilizzando l’ampia gamma degli ART FILLER® a tecnologia TRI-HYAL®. Caratteristica distintiva dei protocolli Fillmed è quella di permettere una correzione naturale e senza distorsioni, tanto nell’espressione statica quanto in dinamica.
INNOVAZIONE I protocolli che utilizzano NCTF® (New Cellular Treatment Factor) comportano un miglioramento dell’idratazione della pelle, donando un aspetto più luminoso e giovane grazie all’aumento delle fibre collagene che comporta un aumento pari al 20% circa dello spessore cutaneo. L’innovazione del “Less is More Approach” per il protocollo Full Face (2.4 o 3.6) deriva dalla coniugazione dell’esperienza tra i differenti protocolli Fillmed e la mia esperienza pluriennale di Expert Injector. L’idea alla base di questo approccio innovativo è quella di evitare la distorsione dei tratti personali distintivi di ogni volto, prediligendo invece l’iniezione della giusta dose in precisi punti chiave. La differenza tra il protocollo 2.4 e 3.6 consiste principalmente nell’utilizzo di due piuttosto che di tre fiale di filler di acido ialuronico, numeri che richiamano la quantità in millilitri di prodotto utilizzato e, in secondo luogo, l’età consigliata per iniziare ad approcciarsi a questi trattamenti. È importante sottolineare, infatti, come l’età sia un fattore imprescindibile per la decisione del giusto protocollo o trattamento. In realtà, l’età della prima richiesta di consulto o trattamento di medicina estetica oggi si è ridotta molto rispetto agli anni precedenti ed è per questo che il medico deve saper assistere al meglio le giovani pazienti per non compromettere la naturalezza
e l’equilibrio del risultato estetico nel tempo. Il processo di invecchiamento alla base dell’aging del volto consta di tre livelli principali a cui si associano tre effetti interconnessi: - Cute: la pelle si assottiglia, perde idratazione ed elasticità dando luogo alla formazione delle rughe. - Sottocute: impoverimento e assottigliamento dei compartimenti adiposi e rilassamento dei legamenti che interconnettono gli stessi. - Osso: riassorbimento e mancato turnover cellulare. I tre livelli sono alla base del deterioramento della skin quality, della perdita di definizione del profilo e del sostegno strutturale ai tessuti cutanei. La procedura da noi proposta è attuabile in una o in diverse sessioni e può essere abbinata agli altri protocolli a nostra disposizione, in relazione al grado d’invecchiamento del viso e della qualità della pelle. Il protocollo 2.4 rappresenta il trattamento ideale come primo approccio alla Medicina Estetica ed è indicato per pazienti di età superiore ai 2425 anni, in cui con l’utilizzo di due singole fiale (2.4ml) possiamo armonizzare lievi difetti presenti dalla nascita, come l’incompleto sviluppo delle labbra, la ridotta proiezione della regione malare o l’insufficiente espansione della regione mentoniera e dell’angolo mandibolare. Il protocollo 3.6, adatto per pazienti over 35, suggerisce invece l’utilizzo della combinazione di tre fiale, per contrastare i segni di invecchiamento lievi-moderati del volto attraverso la correzione volumetrica nei punti dove il riassorbimento osseo risulta più evidente (regione malare, angolo mandibolare), garantendo il ripristino del sostegno alle strutture cutanee grazie alla tecnica a boli e alla ridefinizione di zone chiave, come il solco lacrimale e la regione periorale. I risultati ottenuti dalla mia esperienza nell’utilizzo di soli 3.6 ml a seguito di una precisa analisi volumetrica del viso, possono essere ben visibili anche se comparati all’iniezione di grandi volumi di acido ialuronico. L’invecchiamento cutaneo marcato, insieme a un elevato grado di riassorbimento osseo, frequente in pazienti mai trattati prima dei 55-60 anni, può porci a volte di fronte alla difficile scelta di quale sia il protocollo più indicato da attuare. In questo caso specifico, il mio consiglio è quello di trattare il paziente con 3 sedute di protocolli 2.4 o 3.6, suddividendo il volto in tre terzi e programmando più sedute a distanza di massimo 30 giorni, per poter raggiungere un risultato ottimale nell’arco di 3 o 4 mesi. Suggerirei di iniziare il trattamento dal terzo medio rivolumizzando l’area malare, che dona effetti benefici immediati sul solco nasogenieno e sul solco lacrimale, e continuerei indirizzando l’effetto lifting mediante la tecnica a boli multipli nell’arco zigomatico per completare la definizione di quest’area, potenziando così l’effetto del trattamento in regione malare. Dopo un intervallo utile di almeno 21 giorni, è quindi consigliabile trattare il terzo superiore, con particolare attenzione alla regione della tempia e della coda del sopracciglio; utile di solito un ritocco al solco della lacrima, dove preferisco correggere in un secondo tempo la quantità piuttosto di un overtreatment iniziale. Il terzo inferiore è l’ultima area del programma di trattamento, non per importanza quanto piuttosto perché l’aver trattato le zone superiori precedentemente aiuta molto il miglioramento del jowling (la pesantezza della “guancia che cade”), grazie alla trazione effettuata dalla precedente infiltrazione dei compartimenti craniali. In questo step andremo a trattare con il protocollo 3.6 la regione mentoniera, la ruga della marionetta, il profilo mandibolare e in ultimo la zona della guancia in regione preauricolare. A differenza delle tecniche che prevedono l’utilizzo di grandi quantità di acido ialuronico (oltre 15ml anche in una sola sessione), che nel lungo termine possono portare problematiche di accumuli indesiderati e reazioni edemigene per intrappolamento delle sostanze in aree a lento riassorbimento, come la comparsa di festoni malari o dell’effetto Tyndall, la proposta di un Full Face 3.6 in più steps riduce al minimo la possibilità di comparsa di queste complicanze, anche se effettuata da medici meno esperti. Proprio per questo motivo, Fillmed è da sempre una delle aziende più attive nell’ambito dell’educazione in Medicina Estetica e nel prossimo futuro ulteriori e innovativi programmi di formazione (Fillmed Medical Training Lab) garantiranno di elevare ancora di più gli standard qualitativi e di sicurezza per l’utente finale che deciderà di affidarsi al medico per esaltare la propria bellezza con i prodotti della gamma FIllmed. ◼︎