Voci - Numero 1 Anno 2 - Amnesty International in Sicilia

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Approfondimenti

Crimine Organizzato

HIC SUNT LEONES. I DIRITTI UMANI IN TERRA DI MAFIA di Vincenzo Ceruso associazione, solo per citarne alcuni, hanno trovato in terra di mafia una tutela parziale e limitata.

In quel prezioso libro che è L’età dei diritti, Norberto Bobbio ha posto in termini chiari la riflessione odierna sui diritti umani: “Il problema di fondo relativo ai diritti dell’uomo è oggi non tanto quello di giustificarli, quanto quello di proteggerli. È un problema non filosofico ma politico” 1. Quella sollevata dal grande filosofo torinese è una preoccupazione che riguarda solo alcune aree del mondo, in particolare quei paesi che si trovano al di fuori del perimetro occidentale? L’Occidente ama associare la sua identità alla storia dei diritti umani e alla costruzione di una società in cui la tutela di questi stessi diritti sia garantita. Al di là delle zone d’ombra che hanno reso questo processo tutt’altro che lineare, chi guardi alla mappa dell’Europa non può non considerare la presenza di vasti territori in cui la protezione dei diritti umani non è un dato consolidato. Sono le terre in cui le organizzazioni mafiose hanno esteso il proprio dominio nell’arco di un periodo che, secondo le stime più prudenti, si avvia verso i due secoli di vita. Hic sunt leones. Qui vi è un’opacità dei diritti, che è l’altra faccia dell’opacità del potere. Qui i diritti sono sottoposti ad una continua e logorante transazione. È un aspetto che la storia della mafia ha spesso trascurato, preferendo soffermarsi sulla virulenza della violenza mafiosa e sul susseguirsi di fatti di sangue 2. Una delle non minori conseguenze di una presenza criminale estesa e radicata è che la protezione della legge non riesce a garantire del tutto agli individui quelle stesse libertà che, altrove, sono date per scontate. Il diritto alla vita, a non essere sottoposto a tortura, il diritto alla libertà d’espressione e di

La storia dell’antimafia è la storia dei testimoni di questa lotta per i diritti umani. Pensiamo all’epopea dei contadini e dei sindacalisti uccisi da Cosa nostra nel secondo dopoguerra. Uomini come Salvatore Carnevale, ucciso a Sciara nel 1955, facevano coincidere la loro militanza sindacale con la lotta per condizioni lavorative dignitose. Garantire la legalità dell’impresa e del lavoro era allora, e per molto tempo ancora, un’aspirazione rivoluzionaria, che poteva costare la vita. Sul versante della libertà d’espressione, basterebbe considerare l’elevato numero di giornalisti assassinati da Cosa nostra solo per avere svolto liberamente la propria professione. Recentemente, un’aula di tribunale ha condannato, seppure in primo grado, il capomafia trapanese Vincenzo Virga e Vito Mazzara, rispettivamente quale mandante ed esecutore del delitto Rostagno 3. Nelle motivazioni della sentenza i magistrati hanno individuato chiaramente la matrice mafiosa del delitto e hanno ricondotto le ragioni dell’azione omicida all’attività giornalistica di Mauro Rostagno, in particolare al bisogno della famiglia trapanese “di mettere a tacere per sempre quella voce che come un tarlo insidiava e minava la sicurezza degli affari (illeciti) e le trame collusive delle cosche mafiose con altri ambienti di potere accomunati a quello mafioso dalla pretesa di affrancarsi dal rispetto della legalità e creare un proprio ordine” 4. Ancora all’inizio degli anni Novanta del Novecento, a Palermo, Libero Grassi rivendicava pubblicamente il suo diritto ad esercitare la libertà d’impresa, senza subire l’imposizione della tassa mafiosa sulle proprie attività. Il coraggioso imprenditore, che aveva scritto una lettera sul giornale cittadino in cui si rivolgeva al “Caro estortore”, veniva ucciso nell’estate del 1991. Sono solo tre esempi, tra i più noti, di come l’antimafia, quella vera, sia sempre stata un’antimafia dei diritti dell’individuo. È bene ricordarlo, in tempi in cui viene messa sotto accusa, giustamente, l’antimafia degli affari e delle clientele. Vincenzo Ceruso Docente di Filosofia del Diritto alla Link Campus University di Catania

1  -  N. Bobbio, L’età dei diritti, Einaudi, Torino, 1990, p. 16.  2  -  Negli ultimi decenni è sorta una storiografia sulla mafia che ha prodotto opere notevoli, tra cui vanno segnalate almeno le ricerche di Salvatore Lupo e Giuseppe Carlo Marino. D’altro canto, non si può dimenticare il carattere violento delle organizzazioni mafiose, la cui azione non può essere ridotta a quella di una lobby affaristico – finanziaria; cfr. il mio I delitti della Sicilia, Newton Compton, Roma, 2015.

Voci - GENNAIO 2016 N. 1 / A.2

3  -  Corte d’Assise di Trapani, prima sezione, 27 luglio 2015.  4  -  Idem, p. 2983

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