Voci - Numero 3 Anno 3 - Amnesty International in Sicilia

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Speciale Migrazioni

ITALIA: IMMIGRAZIONE E MENZOGNE Ovvero: la falsità imperante di Giuseppe Provenza

Si sa, una strategia molto comoda di propaganda politica adottata da una certa parte politica si basa su due princìpi fondamentali: presentare la realtà in maniera distorta e sollecitare la paura trasformandola in odio nei confronti di un nemico preconfezionato. È una storia antica. Precedente ben noto è costituito dal nazismo, che arrivò al potere in maniera quasi democratica suscitando l’odio prima nei confronti dei paesi vincitori della guerra e poi nei confronti di Ebrei, Rom e comunisti mediante una propaganda basata sulla falsità. Non meno noto è il fenomeno del maccartismo degli anni 50 del XX secolo, quando negli Stati Uniti l’anticomunismo esasperato e soprattutto basato sulla falsità e sulla paura, divenne per molti politici una comoda scorciatoia per conquistare voti e potere. Oggi il nemico nei confronti del quale suscitare paura ed odio è il migrante, che sia economico o richiedente asilo, ed ancora una volta la menzogna è lo strumento principale. È questo uno spettacolo vergognoso a cui si assiste in tutto il così detto Mondo Occidentale. Costante è il richiamo alla sicurezza, minacciata dall’arrivo di terroristi e di delinquenza comune. Nel contempo, qualora non fosse sufficiente la paura di delinquenza e terrorismo, continui sono i riferimenti ai costi delle immigrazioni e all’occupazione. Voci - SETTEMBRE 2017 N. 3 / A.3

Eppure le colpe dell’Europa in tema di migrazioni sono tante, gravi e abbastanza identificabili. Ma poche voci si sentono per denunciarle. Le cause per cui centinaia di milioni di persone (circa 250 milioni secondo l’ONU) vivono oggi fuori del proprio paese d’origine sono sostanzialmente tre: la povertà, le guerre e le dittature. Riguardo alla povertà, abbiamo mai riflettuto sui motivi per cui paesi che dispongono di grandi risorse economiche abbiano redditi pro-capite bassissimi? Un’analisi neanche particolarmente approfondita degli stessi mette in evidenza come le più rilevanti risorse economiche di quei paesi siano in mano a multinazionali europee o statunitensi che sfruttano le risorse ed utilizzano la manodopera locale a bassissimo prezzo, dirottando, quindi, la quasi totalità degli utili nei paesi d’origine. È la versione aggiornata del colonialismo, esercitato non più dagli stati ma dalle aziende, con l’ovvio beneplacito degli stati. E le dittature? Guarda caso, la maggioranza di quei paesi è governata da dittature, regimi caratterizzati da elevatissimi livelli di corruzione e quindi facilmente manovrabili ai fini di chi sfrutta le ricchezze del paese. Non diversa la logica delle guerre che si protraggono indefinitamente ancora una volta negli stessi paesi 4


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