FOTOVOLTAICO?
TRASFORMA L’ENERGIA IN GUADAGNO IMMEDIATO PER LA TUA AZIENDA
SCEGLIENDO IL FOTOVOLTAICO POTRAI RIDURRE IMMEDIATAMENTE I COSTI PER L’UTILIZZO DELL’ENERGIA ELETTRICA E GUADAGNARE PRODUCENDO ENERGIA PULITA.
Forte dell’esperienza decennale maturata nell’installazione di sistemi fotovoltaici per conto delle migliori ditte italiane del settore, la Gandellini Beniamino si pone oggi in prima persona nella realizzazione di impianti fotovoltaici per l’industria nazionale. Professionalità, puntualità nel servizio, competenza e innovazione rendono ogni lavoro garantito e certificato.
Anche quest’anno il contributo dell'Associazione è destinato a Fondazione ANT, a supporto delle attività di assistenza medica domiciliare gratuita ai malati oncologici
Rigenerare le città per un futuro a misura d’uomo e di ambiente.
Un impegno che l’Associazione Costruttori persegue anno dopo anno rinsaldando la propria posizione al fianco delle imprese. Pronti a condividere nuovi obiettivi che stimolino la crescita del comparto in chiave sostenibile.
Il Presidente, il Consiglio Generale e il Consiglio di Presidenza di Ance Brescia augurano a tutti gli associati un
Buon Natale e Sereno Anno Nuovo
Via Ugo Foscolo, 6 - 25128 Brescia tel. 030399133 - info@ancebrescia.it www.ancebrescia.it
Calendario
Gennaio | January
L / M 2 9 16 23 30 M / T 3 10 17 24 31 M / W 4 11 18 25 G / T 5 12 19 26
V / F 6 13 20 27 S / S 7 14 21 28 D / S 1 8 15 22 29
Febbraio | February
L / M 6 13 20 27 M / T 7 14 21 28 M / W 1 8 15 22 G / T 2 9 16 23 V / F 3 10 17 24 S / S 4 11 18 25 D / S 5 12 19 26
Marzo | March
L / M 6 13 20 27 M / T 7 14 21 28 M / W 1 8 15 22 29 G / T 2 9 16 23 30 V / F 3 10 17 24 31 S / S 4 11 18 25 D / S 5 12 19 26
Aprile | April Maggio | May Giugno | June
L / M 3 10 17 24 M / T 4 11 18 25 M / W 5 12 19 26 G / T 6 13 20 27 V / F 7 14 21 28 S / S 1 8 15 22 29 D / S 2 9 16 23 30
L / M 1 8 15 22 29 M / T 2 9 16 23 30 M / W 3 10 17 24 31 G / T 4 11 18 25 V / F 5 12 19 26 S / S 6 13 20 27 D / S 7 14 21 28
L / M 5 12 19 26 M / T 6 13 20 27 M / W 7 14 21 28 G / T 1 8 15 22 29 V / F 2 9 16 23 30 S / S 3 10 17 24 D / S 4 11 18 25
Luglio | July Agosto | August Settembre | September
L / M 3 10 17 24 31 M / T 4 11 18 25 M / W 5 12 19 26 G / T 6 13 20 27 V / F 7 14 21 28 S / S 1 8 15 22 29 D / S 2 9 16 23 30
L / M 7 14 21 28 M / T 1 8 15 22 29 M / W 2 9 16 23 30 G / T 3 10 17 24 31 V / F 4 11 18 25 S / S 5 12 19 26 D / S 6 13 20 27
Ottobre | October Novembre | November
L / M 2 9 16 23 30 M / T 3 10 17 24 31 M / W 4 11 18 25 G / T 5 12 19 26
V / F 6 13 20 27 S / S 7 14 21 28
D / S 1 8 15 22 29
L / M 6 13 20 27 M / T 7 14 21 28 M / W 1 8 15 22 29 G / T 2 9 16 23 30 V / F 3 10 17 24 S / S 4 11 18 25 D / S 5 12 19 26
L / M 4 11 18 25 M / T 5 12 19 26 M / W 6 13 20 27 G / T 7 14 21 28 V / F 1 8 15 22 29 S / S 2 9 16 23 30 D / S 3 10 17 24
Dicembre | December
L / M 4 11 18 25 M / T 5 12 19 26 M / W 6 13 20 27 G / T 7 14 21 28 V / F 1 8 15 22 29 S / S 2 9 16 23 30 D / S 3 10 17 24 31
Editoriale / 1
Incentivi da stabilizzare e bollette da abbassare
Alla fine di ogni anno si è pronti a tirare le somme dei risultati ottenuti e a delineare le prospettive per il futuro. A partire dall’estate, però, il 2022 è stato messo in pausa, prima per la crisi del governo Draghi, poi per le nuove elezioni, che hanno spostato l’attenzione nazionale sul futuro politico del Paese. Il caro di energia e materiali da produzione è stato uno dei temi scottanti della campagna elettorale, ma le imprese chiedono che alla parte propagandistica facciano ora seguito soluzioni concrete da parte del nuovo Governo, con aiuti ad attività produttive e famiglie provate dai pagamenti delle ultime bollette di luce e gas. Il settore delle costruzioni è colpito in questa fase su due fronti: direttamente, per gli elevati costi di produzione e reperimento del materiale; indirettamente, perché si evidenzia la difficoltà di privati e sfera pubblica nel voler continuare a investire nella riqualificazione del patrimonio edilizio. Intervento che si rende sempre più urgente e imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’impatto energivoro delle abitazioni e dei gas climalteranti, promuovendo al contempo sostenibilità e comfort dell’abitare. Per questo Ance Brescia ha più volte ribadito l’urgenza di dare stabilità e continuità nel tempo agli incentivi per la Casa per garantire gli investimenti, anche ridimensionando l’aliquota. L’edilizia ha registrato due anni di crescita record, del 20% nel 2021 e del 12% nel 2022, ma nel 2023 i dati diffusi dalla nostra Associazione a livello nazionale prevedono un ritorno del segno negativo, con una flessione degli investimenti del 5,7%. Un dato che non va letto negativamente, vista la forte impennata del biennio passato, purché non si aggravi con una mancata partenza degli investimenti del Pnrr nel 2023.
Alla richiesta di dare continuità alle agevolazioni sul costruito, si aggiunge l’appello a intervenire subito per assicurare alle imprese liquidità e un sistema di regole chiaro in grado di far funzionare un settore strategico per la crescita economica e l’occupazione. A livello nazionale le opere del Pnrr costano sempre di più — si stima un aumento del 50% — e le imprese stanno ancora aspettando cinque miliardi per lavori realizzati negli ultimi mesi. Senza lo sblocco di queste somme sono a rischio circa 23 mila cantieri per un valore di 162 miliardi. E mentre da Bruxelles arrivano proposte legislative per contenere i rincari, incombe minacciosa la possibilità di una recessione economica e i cantieri italiani — per restare in tema di energia — sono a rischio blackout. Tutte istanze, preoccupazioni e sollecitazioni a cui abbiamo dato voce durante gli incontri con i candidati delle diverse fazioni politiche in vista delle elezioni dello scorso 25 settembre. Momenti di confronto sulle questioni più delicate per il settore e l’economia del Paese che vorremmo poter riproporre in futuro per dare continuità al dibattito, senza confinarlo ai soli periodi antecedenti le votazioni. La nostra Associazione è pronta a mettere sul tavolo, con spirito propositivo, ragionamenti e strategie utili al nuovo esecutivo. Nel frattempo, ci rivolgiamo ai parlamentari bresciani eletti alla Camera e al Senato, complimentandoci per il risultato ottenuto, auspicando possano fare proprie criticità e richieste del comparto emerse nei diversi incontri e riportarle nelle aule di Palazzo Montecitorio.
Le imprese hanno bisogno di poter programmare gli investimenti e al governo Meloni, a cui indirizziamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, la nostra Associazione chiede una politica industriale per il settore edile che garantisca un orizzonte di stabilità e crescita. Ance è già al lavoro per elaborare una proposta articolata, seria, responsabile e finalizzata al raggiungimento di questo obiettivo.
DeldossiEditoriale / 2
Le priorità del nuovo Governo per non arrestare la ripresa
La squadra del nuovo Governo è stata definita. Come associazione abbiamo seguito l’iter elettorale incontrando le forze politiche per fornire una guida ai candidati in vista delle elezioni e per iniziare un percorso di collaborazione con chi siede in maggioranza così come all’opposizione, entrambe funzioni fondamentali in una democrazia rappresentativa con l’obiettivo di migliorare il Paese e di ricordare la centralità economica e sociale del nostro settore. Con tale volontà il sistema Ance ha stilato un decalogo di proposte per il Governo da tenere attenzionate per far progredire il rilancio italiano registrato nel post Covid, soprattutto grazie al settore delle costruzioni. Un ruolo di centralità riconosciuto anche nel proseguimento degli obiettivi del Pnrr.
Bloccare l’edilizia vuol dire arrestare la ripresa, proprio mentre stiamo fronteggiando grandi emergenze da risolvere con urgenza. Stiamo assistendo a una drammatica crisi di liquidità determinata dal blocco della cessione dei crediti fiscali e dall’aumento dei materiali e delle risorse energetiche. Se il primo problema interessa solo la fetta di mercato coinvolta nei lavori agevolati, il secondo colpisce ogni impresa, rallentando la macchina del Pnrr, che ad oggi registra un ritardo di sei mesi sui lavori. Dei dieci miliardi stanziati con il decreto legge Aiuti, circa il 70% delle imprese non ha ancora ricevuto nessuna risorsa e quelle che l'hanno ricevuta hanno potuto coprire solo il 15% dei maggiori costi sostenuti. L’abbiamo detto più volte: il Pnrr è un’occasione senza precedenti che ci permette di rimuovere le debolezze che impediscono lo sviluppo del Paese. Ma per fare ciò occorre attuare urgentemente gli interventi previsti e superare le problematiche. A partire dall’assegnazione dei fondi per adeguare il costo delle opere al caro materiali e assicurare la prosecuzione dei cantieri, introducendo un meccanismo strutturale di revisione dei prezzi semplice e automatico. Ma soprattutto occorre superare la carenza di progetti, infatti il 66% degli interventi candidati e/o finanziati con il Pnrr è allo stato progettuale preliminare, colpa anche della scarsa capacità amministrativa degli enti pubblici. Urgenza causata dalla mancanza di personale nelle pubbliche amministrazioni che rendono il piano farraginoso e basato su fondamenta non strutturate. Riceviamo continuamente lamentele da parte dei comuni per la carenza di personale e un esempio locale è ciò che è successo a Livemmo, dove diciotto milioni di euro del Pnrr sono bloccati proprio per la mancanza di tecnici. A complicare il piano si aggiunge una burocrazia lenta e inutilmente complessa. Su tale versante uno strumento fondamentale per la realizzazione delle opere in tempi e costi certi è la definizione di nuovo Codice dei contratti dedicato ai lavori pubblici, che semplifichi i processi e crei i presupposti per un mercato sano, capace di incentivare e tutelare le imprese qualificate. Proprio su questo fronte rafforzando l’applicazione del Ccnl dell’edilizia si convaliderebbe quel sistema di premialità che incentiva le imprese ad essere virtuose, contrastando il dumping contrattuale e garantendo un lavoro sicuro e di qualità. Solo favorendo un mercato sano, basato sulla formazione, sicurezza e legalità è possibile lo sviluppo.
Sono queste le priorità sulle quali deve concentrarsi il Governo. In un momento di crisi per la carenza di manodopera in cui si stima un fabbisogno di circa 60mila nuovi addetti, il lavoro edile deve essere valorizzato con iniziative che aiutino a strutturare una vera politica industriale delle costruzioni, capace di rafforzare la competitività con strumenti ad hoc e consentire alle imprese di affrontare al meglio le sfide dei prossimi anni. Mettiamo da parte le divergenze e lavoriamo come squadra per l’Italia!
Alessandro Scalvi Direttore Ance BresciaL’EDILIZIA VUOL DIRE ARRESTARE LA RIPRESA, PROPRIO MENTRE STIAMO FRONTEGGIANDO GRANDI EMERGENZE DA RISOLVERE CON URGENZA. STIAMO ASSISTENDO A UNA DRAMMATICA CRISI DI LIQUIDITÀ DETERMINATA DAL BLOCCO DELLA CESSIONE DEI CREDITI FISCALI E DALL’AUMENTO DEI MATERIALI E DELLE RISORSE ENERGETICHE
siti iconici Certosa di Padula complesso religioso di pregio nel cuore del Cilento
30-37 / focus scenari di mercato e innovazione
a cura della redazione
110% per immagini
biomimicry Il progresso prende ispirazione dalla natura
mercato immobiliare Il mercato casa e le tendenze del secondo trimestre 2022
eseb Giovani, digitalizzazione e futuro dell’edilizia
formazione Quali strade dopo la licenza media?
cape Cape: oltre 17 milioni come gratifica natalizia per i lavoratori
giovani ance XXII Convegno nazionale di Ance Giovani
Intervista a Santo Prandelli
digitalizzazione Digital Twin nel mondo delle costruzioni
Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di Brescia e provincia anno 4 - numero 6
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in primo piano
Il sistema edile bresciano ha fatto l’en plein di applausi durante l’edizione 2022 del Saie, la fiera italiana delle costruzioni che ogni anno promuove l’incontro e il confronto tra gli operatori del settore, premiando le eccellenze della filiera. A Bologna l’Ente sistema edilizia Brescia ha vinto tre prestigiosi premi nazionali indetti da Formedil, ente unico per la formazione e la sicurezza. Salito sul podio con il progetto “Smart Safety” per le iniziative in gara riguardanti l’innovazione tecnologica nella sicurezza e con “IEseb” (Information exchange about safety and environment in building) per quelle riferite alla promozione di attività sulla sicurezza, Eseb si è classificato al primo posto anche nella gara di arte muraria Ediltrophy 2022.
“Siamo orgogliosi del risultato ottenuto perché ha posto sotto i riflettori di una rinomata rassegna di settore l’impegno che il nostro Ente da sempre rivolge ai temi dell’innovazione, della sicurezza in cantiere e della formazione dei futuri professionisti del settore” affermano il geometra Paolo Bettoni e la dottoressa Sara Piazza, rispettivamente presidente e vicepresidente di Eseb. “Smart Safety e I-Eseb, già premiati dal Cncpt, sono due progetti che contribuiranno alla tutela dei lavoratori dai rischi di cantiere. Il primo, tramite sistemi di sensorizzazione Proximity Warning System che monitorano la distanza tra addetti ai lavori e mezzi d’opera in movimento; il secondo, favorendo uno scambio efficace e digitale di informazioni riguardanti la sicurezza”.
I complimenti di tutta la platea del Saie, che si uniscono a quelli dello stesso Ente sistema edilizia Brescia, vanno agli studenti Manuel Cassetti e Daniel Facchini, studenti al quarto anno del corso di Tecnico edile in Eseb. Dopo aver vinto nella categoria junior le
Una Brescia di eccellenze al Saie 2022 Tris di vittorie per Eseb
Per Ente sistema edilizia tre primi posti nelle iniziative indette da Formedil
Ediltrophy 2022 è un’iniziativa rivolta alle Scuole edili/Enti unificati e Cpt del Formedil, che consiste in una gara di arte muraria finalizzata alla promozione settoriale del lavorare bene e del lavorare in sicurezza. La manifestazione, nata nel 2008 per volontà delle Parti Sociali dell’edilizia e organizzata dall’ente unico per la formazione e la sicurezza in collaborazione con Saie (il Salone internazionale dell’edilizia) e Iiple (Istituto Professionale Edile di Bologna) si articola in due fasi: una prima tornata di selezioni regionali o interregionali e la finale nazionale. Le squadre in gara, composte ciascuna da due muratori, sono suddivise in due categorie: junior e senior a seconda del grado di esperienza e del livello contrattuale. Durante le selezioni regionali/interregionali le squadre si cimentano nella costruzione di manufatti di uso comune (panchine, barbecue, murature) per mostrare come nascono oggetti che usiamo nella vita di tutti i giorni e quali e quante abilità richiede la loro realizzazione. Le gare si tengono per lo più in spazi pubblici cittadini e nei centri storici in modo da sensibilizzare il grande pubblico alle tematiche connesse alla formazione e alla sicurezza.
La finale nazionale dell’edizione 2022 si è svolta a Bologna il 22 ottobre in occasione della giornata conclusiva del Saie. La squadra vincitrice ha ricevuto il titolo di “squadra di muratori dell’anno” per la sua categoria.
selezioni interregionali Lombardia/ Piemonte svolte a Boves (Cuneo) della competizione Ediltrophy 2022, che prevedeva la realizzazione di un barbecue in muratura faccia a vista, hanno trionfato anche nella finale, aggiudicandosi il Campionato italiano con la realizzazione di una fontana in mattoni faccia a vista, davanti alle scuole edili di Vicenza e Udine. Durante la premiazione, la giuria composta da tecnici esperti del settore ha espresso una nota di merito per la cura del dettaglio dimostrata dalla squadra Cassetti-Facchini, che ha ricevuto il titolo di “squadra di muratori dell’anno” per la sua categoria. Un’attenzione alle finiture e alla qualità dei manufatti che da sempre contraddistingue la regola dell’arte degli operatori edili bresciani e che Eseb vuole tramandare alle nuove generazioni di costruttori.
Continua la promozione di Check sul territorio nazionale. La piattaforma gratuita che digitalizza e organizza il lavoro in cantiere è stata protagonista dell’edizione 2022 del Saie di Bologna, fiera nazionale delle costruzioni. Nell’arco delle quattro giornate del salone, che ha accolto oltre 37 mila visitatori, in uno spazio dedicato all’innovativo software, gli esperti della Cassa edile bresciana hanno illustrato le funzioni, i vantaggi e le opportunità della piattaforma, frutto del “Patto di legalità” sottoscritto da Ance Brescia, Cape, Eseb, sigle sindacali di categoria, ordini professionali provinciali e Comune di Brescia con l’obiettivo di migliorare qualità, sicurezza e rispetto delle norme. Nato a Brescia e acquisito anche a livello nazionale dall’Ance e dai sindacati, Check è così espatriato oltre i confini provinciali per un tour di presentazione a professionisti, imprese e com-
mittenti di tutta Italia nell’evento di punta per il settore delle costruzioni. Grazie a un sistema gratuito a disposizione di tutti gli attori del processo produttivo, la piattaforma permette di gestire le pratiche burocratiche del cantiere, attraverso la digitalizzazione della comunicazione e dei
processi, appoggiandosi ai database dell’edilizia per offrire una migliore interoperabilità dei sistemi. Check consente in questo modo alle imprese di ottimizzare il tempo, assicurando inoltre che sia tutto in regola e informando gli utenti dei cambiamenti normativi nel settore edilizio per evitare il rischio di sanzioni. Uno strumento utile, innovativo e unico esempio sul territorio nazionale per la condivisione dei dati e la gestione dei lavori in sicurezza, rapidità e totale trasparenza. Con oltre 12 mila cantieri, quasi 62 mila documenti condivisi e oltre 12 mila macchinari caricati, Check si pone come strumento all’avanguardia per la digitalizzazione dei processi edili e il coordinamento degli operatori di cantiere.
Conferiti i Cassa edile awards
In chiusura dell’ultima giornata del Saie 2022 sono stati conferiti anche i Cassa edile awards, i riconoscimenti destinati a imprese, lavoratori e consulenti del lavoro che si sono contraddistinti per il loro comportamento virtuoso. L’iniziativa, organizzata dalla Cnce (Commissione nazionale per le casse edili) per favorire la regolarità, legalità e la sicurezza nell’edilizia, negli anni ha visto primeggiare un alto numero di realtà bresciane e anche il 2022 non è stato da meno. Due le vittorie conseguite dai lavoratori candidati da Cape alla competizione. Il premio Giovane Promessa, rivolto al lavoratore più giovane in servizio, è stato assegnato a Leonardo Bertoletti, della Edil Bertoletti srl e studente al terzo anno di Eseb. Mentre il riconoscimento Maratoneta riservato al lavoratore con il maggior numero di ore lavorate da sempre è stato consegnato a Livio Pasini, dell’impresa Pavoni Spa. Alle vittorie dei lavoratori si aggiungono i riconoscimenti assegnati dagli studi di consulenza bresciani: Pelizzari e Bracuti per aver denunciato interrottamente alla Cassa edile senza sospensioni e la Fenice per il maggior numero di ore lavorate.
Cape presente con un corner dedicato a Check
Illustrate le potenzialità della piattaforma alla platea di imprese e professionisti presenti alla Fiera
Dal 1977 una storia imprenditoriale con forte orientamento al servizio e presenza sul territorio. Dal 2007 produttore di pannelli fotovoltaici di alta qualità ed un punto di riferimento per gli specialisti del fotovoltaico.
concorso fotografico
Fotografiamo il futuro: proclamati i vincitori
Premiati i sei migliori scatti candidati alla prima edizione del concorso fotografico lanciato dalla rivista “Costruire il futuro”. Ventitré le opere in mostra al Mo.Ca.
Nell’ambito del convegno “Prospettive per le imprese edili bresciane. Scenari di mercato e di innovazione”, organizzato dall’associazione dei costruttori edili in occasione della manifestazione Futura Expo, sono stati premiati i vincitori della prima edizione del concorso fotografico “Fotografiamo il futuro. Obiettivo sull’edilizia”, ideato dalla rivista “Costruire il futuro” e organizzato da Ance Brescia con il patrocinio del Comune di Brescia. Oltre 250 iscrizioni giunte da ogni regione d’Italia e circa un migliaio gli scatti vagliati dalla giuria presieduta da Massimo Tedeschi, già caporedattore del Corriere della Sera di Brescia, presidente dell’Associazione degli artisti bresciani, e composta da Adriano Baffelli, direttore responsabile del bimestrale; Laura Castelletti, vicesindaco e assessore alla Cultura di Brescia; Renato Corsini, direttore artistico del Macof e Luigi Serboli, architetto bresciano. Rispettando quanto indicato nel regolamento del concorso e dando corso alla pro-
pria creatività, i partecipanti, un mix di professionisti e amatori, si sono sfidati a colpi di click per immortalare attraverso la macchina fotografica il nuovo volto del settore edile, spronato a migliorarsi e a cogliere le sfide introdotte dalla digitalizzazione nella realizzazione di strutture in grado di fondere le necessità dettate dallo sviluppo della società con l’attenzione nei confronti degli equilibri ambientali. Ai sei premiati - Alfredo Ferro, Luigi Cafiero, Pasquale Comegna, Gianni Mazzon, Claudio Amadei e Tiziana Cini — è stato consegnato un compenso in buoni acquisto sino a tremila euro per l’acquisto di attrezzature fotografiche professionali. I loro scatti saranno inoltre protagonisti delle copertine di “Costruire il futuro” per l’anno 2023. “Negli ultimi anni il settore ha trasformato la propria immagine, innovandosi e interpretando nelle opere edili cambiamenti di design e di stile di vita, con un’attenzione sempre più inclusiva al tema della sostenibilità. L’edilizia ha assunto un ruolo cardine
Grande partecipazione di fotografi e fotoamatori alla prima edizione del concorso fotografico. Più di 250 le iscrizioni sul sito dedicato (www.fotografiamoilfuturo.it), giunte da ogni parte d’Italia e circa un migliaio gli scatti esaminati dalla giuria
La mostra al Mo.Ca
Gli scatti vincitori, insieme a una selezione delle altre fotografie candidate, per un totale di ventitré opere, sono stati esposti al Mo.Ca di via Moretto in città dal 28 ottobre all’8 dicembre. In occasione
dell’inaugurazione della mostra, si sono alternati gli interventi del presidente e degli altri componenti della giuria, unitamente alla testimonianza di Alessandro Scalvi, direttore di Ance
Brescia, che ha sintetizzato gli obiettivi dell’iniziativa ed espresso la volontà dell’associazione di replicare il progetto anche in futuro. “La mostra – ha dichiarato Scalvi – descrive la
complessità e le mille sfaccettature di un settore eterogeneo proponendo un percorso che collega paesaggi e attimi di vita provenienti da ogni parte del mondo in un racconto di sviluppo e
trasformazione. Con il concorso fotografico e la mostra – ha aggiunto – abbiamo promosso e portato l’immagine del settore edile oltre quella linea che lo confina al solo ambito del cantiere, per
per l’evoluzione delle città, contribuendo anche al benessere di ogni cittadino. È questa la nuova fisionomia del costruito odierno che vogliamo raccontare grazie all’iniziativa. Un’identità che si disegna passo dopo passo con chi vive i territori e che anticipa le esigenze delle comunità per migliorare la Qualità della vita” ha dichiarato il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi, spiegando quali motivi hanno spinto l’associazione dei costruttori bresciani a dare vita al progetto.
A consegnare il premio ai sei vincitori il presidente della giuria del concorso Massimo Tedeschi, che ha così commentato i criteri di scelta: “Abbiamo cercato di diversificare il più possibile le opere selezionate, per descrivere ogni sfaccettatura di un settore composito e complesso. Dall’attenzione all’ambiente, all’esaltazione delle forme, sino all’esaltazione del design, visti nel complesso gli scatti sembrano parte di un percorso visivo attraverso il quale vengono raccontate storie diverse, ma allo stesso tempo unite da un unico fil rouge”. Anche Adriano Baffelli, direttore responsabile della rivista, ha preso parola per esprimere la sua soddisfazione per il risultato ottenuto: “È la prima edizione di questo concorso e sono piacevolmente colpito dalla partecipazione. L’iniziativa è stata una scommessa con il territorio e la cittadinanza. Infatti, si colloca in una fase di avanzato rebranding del costruito, che non si rispecchia nell’immaginario comune. Attività come questa servono a promuovere e far conoscere l’immagine della nuova edilizia, la quale grazie ai progressi della tecnica e a un cambiamento della visione generale più attenta alla sostenibilità e all’armonia dei centri urbani con l’ambiente, assume un ruolo cardine per il benessere della popolazione”.
rendere partecipi anche i non addetti ai lavori nel processo costruttivo che interessa tutti: dalla coppia che compra la casa, sino alla città che migliora sé stessa per essere più efficiente,
attenta all’ambiente e al servizio di chi la vive” . “Gli sguardi restituiti dagli scatti in mostra –ha commentato il vicesindaco Laura Castelletti – sono un’attestazione di interesse, curiosità,
attenzione verso il volto della città, i cui tratti sono dati non solo dai grandi piani urbanistici, ma anche dai singoli interventi edilizi, che concorrono a definire il contesto in cui viviamo.
Un contesto – ha precisato – in cui temi fondamentali come la sostenibilità, il design, il dialogo con la storia e la visione del futuro assumono sempre maggiore rilevanza”
1° classificato Casa sull’albero Alfredo Ferro (Albano Laziale, Roma)
2° classificato La biblioteca di Humboldt
Luigi Cafiero (Pompei, Napoli)
Nelle fotografie tre premiati della prima edizione. Partendo dall'alto, Gianni Mazzon, Claudio Amadei e Tiziana Cini alle premiazioni svoltesi lo scorso 2 ottobre
3° classificato
Roma Maxxi
Pasquale Comegna (Amelia, Terni)
Tra gli scatti candidati si sono distinti quelli di Alfredo Ferro, di Albano Laziale (Roma), salito sul podio con “Casa sull’albero”, immagine che presenta evidenti contenuti artistici e racchiude la metafora di un costruito a misura d’uomo in stretto dialogo con l’ambiente. La realizzazione tecnica, il taglio dell’inquadratura e il perfetto risultato cromatico attribuiscono allo scatto un forte impatto comunicativo. Al secondo posto si è classificato lo scatto “Biblioteca di Humboldt” di Luigi Cafiero di Pompei (Napoli), di grande suggestione architettonica, che evidenzia la valenza culturale di uno spazio pubblico destinato alla formazione e alla cultura, nonché la bellezza geometrica della realizzazione costruttiva a servizio della collettività. Impeccabile la realizzazione tecnica dello scatto. Con un’istantanea sul museo “Roma Maxxi”, Pasquale Comegna di Amelia (Terni) si è invece aggiudicato il terzo posto. La fotografia offre una visione al tempo stesso reale e magica, sottolineando la fusione delle forme del costruito e il loro equilibrio con il cielo, simbolo della natura e pendant cromatico. La composizione, apparentemente astratta, assume così una forte valenza simbolica. È invece di Gianni Mazzon di Meolo (Venezia) lo scatto dal titolo “Design super attuali” che conquista il quarto posto. Lo scatto raffigura efficacemente la complessità del costruito contemporaneo rappresentato da architetture ardite, caratterizzate da design innovativo e spettacolare; al tempo stesso evoca il farsi di questi edifici attraverso i cantieri, e la loro finalità ultima, ovvero una vita all’insegna della sostenibilità. Quinto nella selezione dei vincitori è il bresciano Claudio Amadei di San Felice del Benaco con “Architettura Still Life”, fotografia che restituisce con un linguaggio minimalista la complessità del costruito che si sviluppa verticalmente richiamando il fascino del grattacielo. La presenza delle piante ricorda l’anelito dell’uomo verso la natura e la necessità di rispettare tale esigenza vitale anche nelle soluzioni architettoniche. A mettere in dialogo una costruzione contemporanea con lo spazio aperto, utilizzato dai ragazzi per un’attività sportiva tipicamente urbana, è Tiziana Cini di Poggio a Caiano (Prato), che si classifica sesta con lo scatto “Architettura e sport”. Ne risulta una composizione in cui il movimento del ragazzo in skate offre un punto focale dinamico, colorato e fortemente simbolico.
4° classificato Design super attuali Gianni Mazzon (Meolo, Venezia)
5° classificato Architettura Still Life Claudio Amadei (San Felice del Benaco, Brescia)
6° classificato Architettura e sport Tiziana Cini (Poggio a Caiano, Prato)
Fotografiamo il futuro I sei vincitori del concorso fotografico
Certosa di Padula complesso religioso di pregio nel cuore del Cilento
di Adriano Baffelli
Capacità costruttiva e bellezza architettonica da ammirare
Se davvero Cristo si fosse fermato ad Eboli, come evocato da una celebre opera letteraria di Carlo Levi, si sarebbe perso la visione di un’opera architettonica di grandissimo rilievo. Percorrendo l’autostrada SalernoReggio Calabria, uscendo al casello Padula-Buonabitacolo, quindi viaggiando sulla Strada Statale 19, a circa un’ora di strada, un’ottantina di chilometri più a sud della dinamica città agricola adagiata nella piana del Sele si trova la Certosa di San Lorenzo, comunemente conosciuta come Certosa di Padula, dal nome del borgo che la sovrasta, magnifica struttura che dal 1998 è stata inserita dall’Unesco nel patrimonio dell’umanità. Siamo al vertice meridionale del Cilento, in provincia di Salerno, al confine sia a est sia a sud con la Basilicata. La visita ci ha lasciato letteralmente senza parole, confermando quanto avevamo letto su una delle mete di maggiore rilievo del Cilento. Tra le sue mura ci si rende conto del perché risulti essere la più frequentata meta del turismo religioso in
Campania, nonché uno dei più preziosi tesori del patrimonio artistico nazionale. L’aspetto prevalentemente barocco dello stile architettonico che la caratterizza nasconde quasi totalmente le esigue tracce risalenti al quarto secolo. Adagiato su una superficie di oltre cinquantunomila metri quadrati, il complesso contiene circa 350 stanze e offre la vista del chiostro più ampio del mondo, con un’estensione di quindicimila metri quadrati.
Per gli esperti si tratta della seconda Certosa più vasta in assoluto, dopo quella francese di Grenoble. Fu il primo monastero certosino ad essere eretto in Campania, e la sua fondazione si deve a Tommaso di San Severino, che nel 1306 lo dedica a San Lorenzo. L’insieme della Certosa è suddiviso fra tre chiostri, un giardino, un cortile e una chiesa.
Due le zone architettoniche principali che caratterizzano l’immensa struttura: i luoghi di lavoro e la zona di residenza dei monaci, impegnati a seguire la regola certosina che coniuga lavoro e contemplazione. Attività facilitate dalla
Il complesso contiene circa 350 stanze e offre la vista del chiostro più ampio del mondo, con un’estensione di quindicimila metri quadrati. Per gli esperti si tratta della seconda Certosa più vasta in assoluto, dopo quella francese di Grenoble
suddivisione del complesso nei vari spazi che compongono nella loro differenza funzionale l’insieme cel centro spirituale e della pregevole struttura architettonica. Con il chiostro, la biblioteca e la cappella, ricca di decorazioni, convivono una cucina ricca di fascino per la disposizione e i materiali utilizzati; le cantine e le lavanderie. La struttura è abbracciata dal verde di orti, prati e campi coltivati. La dedica a San Lorenzo della Certosa è legata alla preesistente chiesa dedicata al santo che era qui presente, appartenente all’ordine benedettino, che sarebbe stata successivamente abbattuta proprio per consentire la costruzione della Certosa. A fine del sedicesimo secolo presero avvio corposi interventi sulla struttura caratterizzati dal barocco. Attraversato l’atrio d’ingresso, la visita inizia ammirando il chiostro della foresteria, quindi la chiesa impreziosita da decorazioni in barocco napoletano e pregevoli finiture sia nei pavimenti sia nelle pareti. Spettacolare il coro ligneo dei Padri con intarsi lignei.
Molte bellezze, mille emozioni
Ci vuole tempo per ammirare tutte le bellezze della Certosa di San Lorenzo. Ogni passaggio tra i molteplici spazi che compongono un insieme di notevole fascino artistico e bellezza architettonica, regala emozioni. Succede attraversando la sala delle Campane, del Capitolo e del Tesoro. Per non parlare della grande sala del refettorio, impreziosita dall’affresco delle Nozze di Cana di Francesco d’Elia e, davvero splendida, della ampia cucina, nella quale spicca una grande cappa centrale, decorata da mattonelle maiolicate. Emozioni che continuano ammirando il chiostro del priore e il grande chiostro centrale, iniziato nel ‘500 e terminato alla fine del ‘700, si caratterizza per due ordini di portici con ottantaquattro archi. Non c’è tempo per metabolizzare lo stupore, già si offre al nostro sguardo sempre più incuriosito un monumento di notevole rilevanza per il visitatore: lo scalone ellittico. Tra facciate barocche e prospettive di grande impatto è possibile visitare anche gli spazi dove erano attive le scuderie, le officine, la farmacia e le cantine. Interessanti anche le vivaci decorazioni della chiesa, arricchita fra il resto anche da affreschi e da preziosi dettagli lignei artistici, entrambi databili al Cinquecento. La Certosa è di proprietà dello Stato italiano e ricade sotto la gestione della Direzione regionale Musei Campania.
La visita guidata
Il prezioso gioiello spirituale, architettonico ed artistico, vera e propria perla del Cilento, può essere visitato autonomamente oppure con visita guidata, accompagnati dalle guide che conoscono e trasmettono ogni più piccolo dettaglio dell’immensa Certosa di Padula. In tal caso i visitatori iniziano il tour con la guida turistica dalla corte esterna della Certosa, per apprezzarne la fantastica facciata per poi proseguire, attraversando la biglietteria, nel chiostro della Foresteria, nelle cappelle, nella Chiesa e nella sacrestia. Si continua con la sala delle Campane, la sala del Capitolo e la sala del Tesoro. Dal chiostro del cimitero antico si accede alla Cappella del Fondatore e al Refettorio per poi soffermarsi nella cucina. La visita guidata prosegue verso il Quarto del Priore, la famosissima scala elicoidale e il chiostro più grande d’Europa. Si conclude nel suggestivo scalone ellittico vanvitelliano. Alcuni ambienti come la Biblioteca e le cantine sono visitabili solo previa autorizzazione all’accesso da parte della direzione del monumento.
È, inoltre, possibile visitare liberamente il Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, usufruendo dell’accesso gratuito.
economia
Assicurare alle imprese liquidità e un sistema di regole chiaro
n autunno segnato da luci (poche) e ombre (diverse) per il made in Brescia: una stagione all’insegna soprattutto delle difficoltà dovute non solo alle emergenze connesse al conflitto in Ucraina con le ripercussioni - ormai consolidate - sul fronte delle materie prime e dei rincari. Tensioni, a livello geopolitico, che anche recentemente hanno spinto i vertici delle organizzazioni imprenditoriali territoriali a rinnovare il pressing sulla politica e sul futuro nuovo governo: il messaggio, chiaro, rivolto a Roma sollecita «risposte rapide e tempi certi» per consentire alle imprese di poter garantire una competitività senza confini. Il caro energia e materie prime è tra le sfide con le quali deve confrontarsi anche il comparto dell’edilizia, impegnato a confermare il suo ruolo di spicco nel sistema economico nazionale: una posizione riconosciuta ufficialmente anche recentemente. «Come certifica chiaramente anche il Documento programmatico di bilancio, che il Governo si appresta a varare, a trainare l’economia nei mesi scorsi è stato soprattutto il settore delle costruzioni - ha sottolinea la presidente dell’Associazione nazionale costruttori (Ance), Federica Brancaccio -. Occorre intervenire subito per assicurare alle imprese liquidità e un sistema di regole chiaro in grado di far funzionare un settore strategico per la crescita economica e l’occupazione». Un appello che l’Ance ha rinnovato in una fase decisiva «per evitare che, a causa della corsa folle dei prezzi delle materie prime, subita dal settore ormai da quasi due anni, e del caro energia si blocchino i cantieri in corso, sia pubblici che privati, con gravi ripercussioni economiche e sociali».
Dai mercati internazionali sono emerse le poche indicazioni positive per Brescia. In particolare, riguardo all’export che, nel secondo trimestre di quest’anno, ha visto le imprese targate Bs spedire oltre confine merci per un controvalore pari a 6.130 milioni di euro, il dato più alto di sempre,
Da Roma si attendono «risposte rapide e tempi certi»
Il caro energia e materie prime è tra le sfide con le quali deve confrontarsi anche il comparto dell’edilizia, impegnato a confermare il suo ruolo di spicco nel sistema economico nazionale: una posizione riconosciuta ufficialmente anche recentemente
con un incremento del 22,5% sullo stesso periodo del 2021. In accelerazione anche le importazioni (3.973 milioni di euro), con un +34,2% tendenziale. Complessivamente, nel periodo gennaio-giugno 2022 le esportazioni bresciane, complici i livelli elevati dei prezzi delle materie prime industriali, si sono attestate a 11.639 milioni di euro, segnando un +25% sul semestre iniziale del 2021 e un nuovo primato. Il saldo commerciale - come emerso dai dati Istat elaborati localmente - è pari a 3.931 milioni di euro, di fatto invariato su base annua. La dinamica degli scambi oltre confine ha mostrato quindi un nuovo incremento, nonostante - tra l’altro - un’inflazione galoppante, che impatta sulla fiducia degli operatori economici. E l’evoluzione delle esportazioni bresciane si inserisce in un contesto di consolidamento del commercio internazionale, cresciuto nel primo semestre di quest’anno del 4,5% sul 2021, a cui si affianca il movimento di indebolimento dell’euro (-9,3% sul dollaro nello stesso periodo), che ha favorito le vendite al di fuori dell’Europa. Per la seconda parte dell’anno, rimangono gli elementi di incertezza, alla luce, in particolare, delle incognite legato al caro energia e alla capacità delle imprese di fare fronte a tale emergenza.
Luci e ombre a livello provinciale anche dal fronte occupazione. Nel secondo trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione a Brescia ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+12%), delineando un movimento di consolidamento nei confronti delle evoluzioni rilevate nei periodi immediatamente precedenti. L’evoluzione positiva nei mesi tra aprile e giugno - come testimoniato dai dati forniti dalle Agenzie per il lavoro, aderenti all’Osservatorio di Confindustria Brescia - appare coerente con la fase rialzista dell’attività produttiva nel settore industriale e col recupero delle attività terziarie sperimentati in questa fase, a conferma dell’inversione di tendenza dopo la fase emergenziale che ha caratterizzato tutto il 2020. Restano, comunque, difficoltà nel reperire alcune figure necessarie alle imprese:
un aspetto, per quanto riguarda in particolare le Pmi, con riferimento al personale qualificato, rimarcato anche da una recente indagine sulle risorse umane realizzata nella nostra provincia interpellando un campione rappresentativo di associate, in prevalenza metalmeccaniche e di medie dimensioni.
A mancare, in particolare, sono operai specializzati (80% delle ditte, in misura trasversale rispetto a dimensione aziendale e settore produttivo), tecnici (26%), figure di management e ruoli direzionali (17%) o dell’area amministrativo - contabile (5%). Il 33% del campione osserva però anche la mancanza di operai generici, evidenziando una difficoltà che travalica l’annoso problema della carenza di specializzazione. E questo, osserva il focus, «nonostante le imprese si affidino a strumenti indiretti, ma professionali, di recruiting». Il 79% delle società si appoggia a società di somministrazione, il 19% a centri per l’impiego e associazioni di categoria; alti restano ancora i rapporti diretti o l’uso dei social media. La mancanza di personale specializzato con competenze in ruoli operativi o di carattere tecnologico - ingegneristico ha, per la gestione aziendale, un impatto elevato o molto elevato per circa due imprese su tre. Il report evidenzia anche una diffusa necessità di competenze digitali nella quasi totalità degli ambiti della vita aziendale: dall’amministrazione al marketing, fino alla logistica.
Ma non mancano anche altre indicazioni preoccupanti. Dopo un anno e mezzo, durante il quale la fase espansiva ha portato a un ampliamento degli organici nella gran parte delle aziende, la situazione è oggi stabile e lo sarà nei prossimi mesi. I costi energetici, però, stanno da tempo pregiudicando la normale attività, mettendo sempre più sotto pressione le aziende. Al punto che quattro imprese su dieci non hanno escluso fermi produttivi, ipotizzando, nel caso di una tale evenienza, l’utilizzo di ferie, permessi o Cassa integrazione.
novità dalle aziende
Costruire e
Quello dell’efficientamento energetico delle abitazioni è un tema di lunga data, rilanciato più volte col sostegno di specifici interventi legislativi, ad esempio il Dlgs 192 del 2005 sul miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici (e successive numerose integrazioni).
Non sono mancati, nel tempo, nemmeno i tentativi da parte dei media (ma anche dei produttori di soluzioni per l’edilizia e dei costruttori) di sensibilizzare il pubblico sull’argomento esemplificando le implicazioni pratiche delle indicazioni normative e, più in generale, illustrando i nuovi standard della proposta immobiliare, che già vent’anni fa guardava alla sostenibilità ed alle performance impiantistiche.
Ciononostante, il pubblico ha quasi sempre recepito soprattutto un incremento dei costi, non disponendo degli strumenti necessari per una vera comprensione della trasformazione in corso: oggi assistiamo – nel frattempo l’attualità della questione energetica è diventata un fatto di cronaca – ad una “corsa ai ripari” che dimostra che finora l’occasione è andata persa.
Il mercato di oggi, infatti, è caratterizzato soprattutto da misure correttive per il miglioramento del profilo energetico sostenute in gran parte da incentivi fiscali, come
l’installazione del cappotto termico o la sostituzione delle fonti energetiche domestiche (ad esempio, la caldaia a gas lascia il posto alla pompa di calore).
Perché il messaggio non è stato recepito?
Da una parte – ma questo non riguarda soltanto il mercato immobiliare – negli ultimi due decenni il grande pubblico è stato messo di fronte alla “profezia” di enormi ed imminenti cambiamenti (che oggi consideriamo un semplice fatto, ma che fino a poco tempo fa erano trattati dai media con toni sensazionalistici e spesso confusionari) a cui gli si chiedeva, quasi sulla parola, di adattare il proprio stile di vita.
comunicare Serve una vera comprensione dei grandi cambiamenti in atto, per parlare di innovazione
Dall’altra ogni rivoluzione tecnologica si sviluppa in più fasi e necessita di tempo, soprattutto per la diffusione di informazioni che possano essere facilmente verificate e che siano comprensibili a tutti.
Per farcene un’idea, pensiamo all’attuale dibattito sulla mobilità elettrica: per quanto negli ultimi anni i costi più ragionevoli rendano via via più accessibile questo nuovo segmento di veicoli, le informazioni disponibili non sono ancora sufficientemente consolidate per motivare la maggior parte dei potenziali acquirenti ad un investimento che per i più troverebbe senso soltanto sul lungo
periodo. Ed è per questo – tornando a parlare di efficienza energetica in ambito residenziale – che oggi assistiamo ad un trend che porta i più a “colmare le lacune” del patrimonio immobiliare tradizionale rispetto agli standard dell’edilizia contemporanea (adattandosi quanto basta a soddisfare le indicazioni normative) con l’installazione ad hoc di specifici impianti.
La formula più comune è proprio quella della pompa di calore – magari associata a fonti rinnovabili per la produzione di energia, con l’installazione di pannelli fotovoltaici – abbinata al riscaldamento radiante. E non è una tendenza casuale:
semplicemente, il mercato è oggi in grado di rispondere con precisione a qualsiasi esigenza e di sciogliere ogni dubbio di sorta sugli impianti in questione, grazie alle molte soluzioni tecnologiche disponibili, all’esperienza ormai acquisita dalla quasi totalità degli installatori e agli innumerevoli casi studio che possono essere consultati per ricavare delle proiezioni attendibili su costi e benefici.
Possiamo dire, insomma, che anche l’utente privato ha ormai assimilato i principi di questa soluzione impiantistica, ed è in grado di apprezzarne in prima persona i vantaggi
Se da una parte oggi i media permettono la diffusione di un’enorme mole di informazioni (anche a proposito di impiantistica residenziale) è anche vero che l’alto contenuto tecnologico che ormai accomuna quasi tutte le soluzioni sul mercato rende virtualmente impossibile, per l’utente medio, capacitarsi delle implicazioni di ciascuna opzione senza l’affiancamento di un termotecnico.
Prendiamo ad esempio la ventilazione meccanica controllata. È un impianto che ha acquisito grande notorietà durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, soprattutto per le funzionalità di filtrazione dell’aria (tanto che sull’argomento si trova un riferimento, nel Decreto CAM approvato con la Legge di Bilancio 2022, che include la VMC tra gli impianti da installare con priorità negli edifici scolastici). Naturalmente l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria negli ambienti indoor è uno dei motivi più ovvi e sensati per installare tale sistema. Ma, ancora una volta, il rischio di una comprensione parziale della tecnologia su cui si basa questa soluzione
impiantistica è quello di non sfruttarne appieno i potenziali benefici, oppure di operare un investimento impreciso. Ricordiamo che un sistema VMC trova la sua ragion d’essere nella necessità di ricambiare l’aria in maniera continua all’interno di un immobile perfettamente isolato (e dunque energeticamente efficiente). In queste condizioni la macchina può rendere ancora più conveniente il sistema radiante – e con alcuni accorgimenti permetterne l’utilizzo anche in raffrescamento – con un ulteriore miglioramento delle performance energetiche e del comfort.
Ma, soprattutto, concorre a salvaguardare le condizioni dell’immobile nel tempo, riducendo l’umidità e limitando l’insorgenza di muffe e incrostazioni, fattori in grado di degradare i materiali da costruzione. Ne tutela quindi il valore patrimoniale, guardando alle prestazioni dell’intero edificio, prospettiva che deve essere compresa appieno dall’acquirente (che diversamente potrebbe non capirne costi e utilità).
E se oggi è uno scenario di crisi a motivare una riflessione ad ampio raggio sulla necessità di rivedere l’efficienza energetica del nostro patrimonio immobiliare, sta soprattutto ai protagonisti della filiera farne un’opportunità concreta.
Le sfide del prossimo futuro non sono poche: approfittiamo dello scenario odierno per spiegarle al grande pubblico
storia per il domani
Muratori e liberi muratori
mondo dell’edilizia è sorprendentemente connesso con un mondo per lui alieno, quello della Massoneria. Mi ha sempre incuriosito questo collegamento e da tempo ho cercato una risposta. Qui intendo esporla in modo approfondito. Come accenno nel titolo, che nesso c’è fra i muratori e i liberi muratori? Nell’edilizia tutti sappiamo che il muratore è il protagonista centrale del cantiere edile. Non è il carpentiere e non è nemmeno il manovale. È il professionista dell’esecuzione costruttiva, un tempo raffigurato con la cazzuola in mano. Sin qui nessuna novità. Questa viene quando si parla di liberi muratori. Il termine si riferisce all’operaio edile di 900 anni fa, quando i mestieri erano regolati dalla rigida appartenenza alle corporazioni. Solo gli iscritti alla società professionale potevano esercitare il mestiere e si entrava per un’aggregazione volontaria, ma anche vagliata, entro la quale si seguiva un’evoluzione di ruoli che andavano dalla posizione di aspiranti, dilettanti, apprendisti, aiutanti e poi veri muratori, per giungere poi, possibilmente, a ruoli di coordinamento quando, come spesso avveniva nei secoli antichi, si poteva divenire capomastro o marangone, ruolo fra impresario edile e architetto. Più esattamente il marangone era il maestro d’ascia o il carpentiere navale, ma il nome si diffuse anche all’edilizia, anche perché spesso l’edilizia antica si basava sulla lavorazione del legno. Tuttavia spesso si precisava, come nel dialetto bresciano antico, che si trattava di “marangù de mür”, carpentiere da muro, per distinguerlo dal marangù semplice, che ancora oggi indica il falegname, l’antico falegname-carpentiere. Per curiosità d’inciso ricordo che marangone
è anche il nome di una sorta di cormorano. Come l’uccello si tuffa immergendosi nel mare per catturare i pesci così il carpentiere navale si immergeva per riparare gli scafi delle imbarcazioni. In francese il muratore si chiama maçon (pronuncia masòn) e in inglese mason. I free masons erano quindi i liberi muratori che, appartenendo alla corporazione, godevano di autonomia d’azione nel loro lavoro costituendo inoltre quel tessuto di libertà democratiche che le corporazioni medievali garantirono nell’ambito delle città e dei comuni. I free masons vennero tradotti in italiano con frammassoni e allora cominciamo a cogliere qualche nesso. Il mason diventa in italiano massone e la società che li riunisce si chiama Massoneria. Non è facile chiarire nei particolari i motivi di questa origine, se non sapendo che la corpora-
zione, una stretta società, quasi una setta, attirò al proprio interno anche personalità estranee al mestiere, come intellettuali o personalità di rango. Probabilmente vi fu
Le sezioni locali della Massoneria sono chiamate logge e anche questa denominazione è fatta risalire al mondo dei muratori medievali. Gli scalpellini-scultori lavoravano al piede del cantiere, protetti da sole e pioggia da una sorta di tettoia, appunto una loggia
una continuità fra quell’antica corporazione e la Massoneria, che tuttavia si colorò di espansioni del concetto di edificazione, riferendolo anche all’edificazione dell’animo umano, nonché a richiami mitici, come la costruzione del tempio di Salomone e a componenti iniziatiche ed esoteriche di una cultura pagana o cristiana sui generis, includendo anche l’esi-
A sinistra: Corteo cerimoniale delle rappresentanze della corporazione degli scalpellini in una tarda visione, d’inizio Ottocento.
Un cantiere edile medievale Cantiere medievale con scalpellini e muratori al lavoro
Nella pagina a fianco: Scalpellino in una miniatura cinquecentesca
Il logo più ricorrente della Massoneria, con il compasso e la squadra. La G al centro è tutt’oggi di incerta interpretazione
stenza di un Grande Architetto dell’universo, simile a Dio. I nessi furono anche con i Cavalieri Templari e con i Cavalieri di Malta.
Di fatto l’associazione fra la Massoneria e la corporazione di muratori e scalpellini fu sempre più ribadita e manifestata anche con evidenti simboli. Dopo alcune varianti il logo della Massoneria consiste in un compasso e una squadra antica, strumenti attinenti al ruolo dello scalpellino e del mastro muratore. Così come nella parola capomastro, osserviamo che mastro significa maestro e che Maestro è il titolo più alto della gerarchia massonica, che culmina con la denominazione di Gran Maestro. Le sezioni locali della Massoneria sono chiamate logge e anche questa curiosa denominazione è fatta risalire al mondo dei muratori medievali. Grandi artefici delle cattedrali gotiche, gli scalpellini-scultori lavoravano al piede del cantiere, protetti da sole e pioggia da una sorta di tettoia, appunto una loggia. Ma la similitudine continua. Forse è noto che
i massoni, nelle loro rituali riunioni indossano speciali capi di abbigliamento, fra i quali spicca un grembiule. Il grembiule largo e lungo era quello dei ragazzi apprendisti nel mondo dei muratori e degli scalpellini. Qualcosa di simile era anche quella sorta di poncho che indossavano i Benedettini, telo di protezione per la vita lavorativa: lo scapolare. Spesso in pelle, i grembiuli proteggevano il corpo di persone che dovevano sollevare pietre, trasportarle e lavorarle, a colpi di scalpello su marmi che potevano proiettare schegge. Quando il muratore assumeva un ruolo più alto e si impegnava in lavori sulle impalcature, ripiegava il lembo del grembiule per ottenere una sorta di tasca entro la quale riporre gli attrezzi che potevano servirgli, che ricorda quella che oggi chiamiamo cintura porta-utensili. Con il lembo del grembiule risvoltato nella cintura si presenta il massone a un grado superiore. Quando il muratore raggiungeva livelli di capocantiere, di maestro, mastro, non lavorava più direttamente sui materiali e il suo grembiule si riduceva a un piccolo canovaccio poggiato sul ventre, più simbolico che operativo. Di lì deriva il grembiulino che indossano i massoni di più alto livello. Ancora un riferimento attuale della Massoneria all’antico lavoro di quelli che in bresciano sono detti picapréde, martel-
I simboli massonici, spesso coincidenti con quelli dell’architettura, nel supporto di un ritratto di Rodolfo Vantini, celebre progettista bresciano Il presidente degli Stati Uniti Harry Truman nella sua veste di Gran Maestro massone Una pietra cubica, americana, sulla quale è battuto il martello durante cerimonie massoniche Faccia della banconota di un dollaro, con evidenti simboli massonici
latori di pietre, la pratica di battere il martello cerimoniale su un piccolo blocco di marmo. Le pietre rimasero nell’universo massonico, tanto che la Casa Bianca statunitense, intrisa di Massoneria, fu costruita anche con pietre donate e firmate da logge massoniche statunitensi. Il presidente Usa, Truman, Gran Maestro massone del Missouri, portò alla Casa Bianca una pietra per ogni loggia del suo Paese. Anche nel linguaggio massonico interno il paragone con la pietra è ricorrente. Pietra grezza è definito il massone profano che mette piede per la prima volta nella loggia. Pietra cubica è invece il massone iniziato e cresciuto nelle direttive della società. Nel linguaggio massone vi è anche la formula verbale dell’incontrarsi sulla livella, che sta ad indicare lo stare sullo stesso piano indipendentemente dall’estrazione sociale. È noto che la livella, bóla in bresciano, è, come il filo a piombo, un elementare ed essenziale strumento per garantirsi le esatte direzioni orizzontale e verticale. Negli Stati Uniti moltissimi presidenti furono massoni, a partire dal primo, George Washington. Altrettanto numerosi, nove, furono i massoni fra i 56 firmatari della Dichiarazione d’indipendenza degli Usa. La stessa banconota da un dollaro contiene diversi simboli grafici della Massoneria. I liberi muratori ne hanno quindi fatta di strada da quando iniziò a sentirsi parlare delle forme anticipatrici della Massoneria, nel Cinquecento, sviluppatesi nel Seicento e giunte alla formalizzazione moderna a Londra nel 1717. Anche i muratori hanno fatto strada, intendendo per muratori l’intera organizzazione tecnica dell’edilizia. Dallo scalpellino picapréde allo specialista del cemento armato e del pavimento galleggiante, nonché all’impiantista che dà del tu all’elettronica.
Scenari di mercato e innovazione
Nella cornice della manifestazione Futura Expo, Ance Brescia ha presentato i dati inediti elaborati dal Centro ricerche Cresme, che illustrano quali solo le prospettive per le imprese del comparto delle costruzioni, in piena evoluzione e sempre più attento alla definizione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile
focus scenari di mercato e innovazione
I costruttori alla guida di un’innovazione sostenibile
L’associazione dei costruttori edili bresciani ha rinnovato la sua partecipazione a Futura Expo, manifestazione che negli anni è divenuta punto di riferimento e luogo di confronto per la raccolta di idee e la promozione di un’economia sostenibile e attenta all’ambiente. “Concetti che rispecchiano sempre di più il settore dell’edilizia, impegnato a rispondere preparato alle sfide future lanciate da un mercato dinamico e in continua evoluzione” rimarca il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, che ha introdotto il convegno associativo dal titolo “Prospettive per le imprese edili bresciane. Scenari di mercato e innovazione”, organizzato nella sala conferenze del padiglione Green building e moderato da Mariangela Pira, giornalista economica di Sky tg24. Dopo la relazione del presidente Deldossi, ospite di rilievo è stato il professore Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, autorevole centro di ricerche di mercato e servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni. Un’occasione unica per conoscere le tendenze future del settore edile in piena evoluzione e sempre più attento alla definizione di nuovi modelli di sviluppo sostenibili, grazie al supporto dei dati reali di analisi dei mercati economici nazionali e territoriali, elaborati dal centro studi e presentati in anteprima. Un appuntamento per parlare di economia
e futuro del mercato delle costruzioni, ma anche uno spazio per presentare l’immagine attuale di un’edilizia in forte trasformazione, attraverso un’iniziativa che collega a filo diretto la maestria di chi esegue l’opera edile con l’immediatezza dell’arte fotografica. A conclusione dell’evento, sono stati infatti invitati sul palco i sei vincitori del primo concorso fotografico “Fotografiamo il futuro. Obiettivo sull’edilizia”, iniziativa organizzata da Ance Brescia con il patrocinio del Comune di Brescia e finalizzata a presentare il nuovo volto del comparto delle costruzioni attraverso lo sguardo creativo di fotografi professionisti e amatori.
Parola d’ordine: riqualificare
La mattinata è iniziata richiamando il rilevante ruolo del costruito per un ambiente migliore, nel segno della rigenerazione urbana e della sostenibilità. La moderatrice Mariangela Pira ha ricordato il peso dell’edilizia nella fase post pandemica, quale traino per crescita del Pil, e introdotto la testimonianza del presidente di Ance Brescia seguita dall’articolata relazione dell’architetto Bellicini, che ha presentato dati sul mercato edile bresciano, un’utile base per costruire ogni successiva considerazione della giornata. L’incontro ha restituito ai partecipanti una chiara fotografia della situazione at-
tuale del settore del costruito, coinvolto nella crescita esponenziale del mercato dopo l’emergenza sanitaria e che oggi deve farsi carico delle pesanti ripercussioni generate dall’aumento dei prezzi di energia e materiali. “Il mercato varia rapidamente e dobbiamo essere in grado di anticipare le mosse future per continuare a restare competitivi. Il 2021 è stato un anno positivo che ha visto l’edilizia protagonista del rilancio del Paese, ma anche in prima linea nella sua riqualificazione. La rigenerazione urbana è un aspetto centrale per il miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita e punto chiave per mantenere acceso il motore della crescita” ha evidenziato il presidente Deldossi in apertura del convegno con un messaggio di stimolo rivolto ai numerosi ospiti presenti.
A rimostranza della centralità che occupa la sostenibilità per il settore e per il territorio, il presidente di Ance Brescia ha ricordato l’impegno delle realtà coinvolte in Campus Edilizia Brescia, nella promozione di un costruito sempre più ecocompatibile e meno energivoro. “Siamo pronti con l’evoluzione del Campus Edilizia Brescia che, dopo la fase iniziale, è pronto per la costituzione della Fondazione Campus Edilizia Brescia. Il nostro impegno nella promozione con le pubbliche amministrazioni si mantiene vivo, ma è im-
portante, anche in questo periodo di cambiamento dei vertici con le prossime elezioni amministrative di Brescia e provincia, non disperdere il lavoro fatto sin qui per la nostra città e per il suo futuro”.
I dati presentati dal Cresme
Cuore dell’incontro è stata la presentazione in anteprima dell’ultimo studio condotto dal Cresme, raccontato dal direttore Lorenzo Bellicini, in veste di relatore per l’iniziativa di Ance Brescia. I dati di analisi esposti hanno riportato un quadro dettagliato degli scenari di mercato del settore e le tendenze future dell’economia bresciana, guidata dal mercato edile: “Tenendo conto della lunga filiera che coinvolge il mercato delle costruzioni, come l’industria, il commercio e i servizi, si può confermare che il valore della produzione si avvicina al 30%” ha commentato Bellicini. “Il valore delle costruzioni nella provincia di Brescia nel 2022 — aggiunge — torna a superare, in valori deflazionati, i livelli di produzione del 2003 e del 2006, picchi massimi degli anni 2000. Nel 2022 il valore della produzione delle costruzioni in provincia di Brescia è stato 7.574 milioni di euro, contro i 6.185 del 2021. Si tratta di una crescita a valori correnti di 1.389 milioni, pari al +22,5%. Considerando però la variazione prezzi, in quantità, il mercato è cresciuto dell’11,4%.
Nel 2021 la crescita rispetto al 2020 era stata del 28,6%”. Scendendo nel dettaglio dei dati, il direttore del Cresme segnala quanto nel totale pesino considerevolmente i lavori di manutenzione dovuti dagli incentivi fiscali: “Il 67% del mercato è fatto da interventi sul patrimonio esistente, e 2,3 miliardi sono dovuti agli incentivi fiscali. 2,7 miliardi di interventi di manutenzione straordinaria sono dedicati al patrimonio residenziale. Di questi quasi l’84%, pari a 2,3 miliardi, sono dovuti a interventi realizzati grazie agli incentivi fiscali”.
Dato commentato dal presidente dei costruttori edili bresciani nel momento del confronto, seguito dopo l’intervento di Bellicini, che ha ricordato quanto l’opportunità evidenziata dai risultati presentati, spinga alla necessità di unire le forze dell’intera filiera e degli attori pubblici per incentivare la rigenerazione delle città nell’ottica della sostenibilità e dell’innovazione.
Nel breve/medio termine il territorio si avvia ad alcuni cambiamenti di stampo politico-amministrativo, con le prossime elezioni del presidente della Provincia e, in primavera 2023, con le amministrative in Lombardia, a Brescia e in 16 comuni della provincia. “Ritengo opportuno non si disperda il lavoro fatto sin qui per Brescia e il suo futuro” conclude Deldossi.
“Spero la politica possa rompere la tradizione che premia l’antagonismo rispetto alla continuità sulle buone cose fatte. Il mio auspicio è che si faccia tesoro di quanto sin qui costruito, perché il futuro è scritto sull’oggi. Avvieremo interlocuzioni con tutte le realtà della società civile così come con tutti i protagonisti della politica ai quali non faremo mancare le nostre proposte. Ci attendiamo la loro attenzione e la disponibilità a lavorare insieme per la città e per il territorio”.
Una riflessione sul futuro sostenibile del
costruito
L’incontro organizzato dall’associazione costruttori di Brescia ha aiutato a comprendere cosa accade oggi per individuare quali strategie applicare in futuro, senza incorrere negli errori del passato. Il mercato sta cambiando e la situazione attuale, segnata anche dall’aumento dei prezzi di energia e materiali, varia le prospettive in gioco. Grazie al supporto del Cresme, i costruttori possono beneficiare di uno sguardo privilegiato e avveniristico sul futuro delle città, che si delineerà sempre più attorno ad una parola chiave ricorrente: la sostenibilità.
Abbiamo traguardi importanti da raggiungere: da quelli stabiliti dal Green Deal europeo (che punta a emissioni zero entro il 2050) al nuovo pacchetto climatico “Fit
Il peso del settore sull’economia bresciana vale il 30%. Deldossi “Dobbiamo unire le forze per promuovere la rigenerazione urbana”
focus scenari di mercato e innovazione
for 55”, adottato il 14 luglio scorso dalla Commissione europea per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, con la prospettiva di arrivare alla “carbon neutrality” per il 2050. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, il 97% degli edifici europei dovrà essere ristrutturato entro la scadenza indicata. La misura del Superbonus messa in atto per incentivare la riqualificazione ha dato una spinta al mercato, ma non è stata gestita bene. Ci si è dimenticati del vero motivo per il quale è nata, ovvero sostenere l’economia del Paese e garantire il raggiungimento, da qui al 2030, dei cogenti obiettivi fissati nell’ambito del Green Deal europeo attraverso l’incremento della quota delle energie rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica. Nel bene o nel male l’agevolazione ha attivato, però, un cambio di rotta nel pensiero comune, ma anche in quello delle imprese del settore, più attente alle ricadute sull’ambiente e pronte a tradurre la sostenibilità in un vantaggio, un guadagno, anziché un costo. Sposando questa visione le aziende del comparto possono risultare maggiormente competitive sul mercato e più appetibili agli occhi delle banche e degli altri istituti di credito, di norma inclini a concedere e indirizzare fondi, agevolazioni e opzioni di finanziamento alle realtà virtuose. Gli strumenti a supporto delle imprese ci sono: il rating Esg (Environmental, Social and Governance) e i bilanci di sostenibilità sono i principali esempi. Percorrere una strada green sarà una scelta sempre più strategica, che nel futuro diventerà un obbligo. Occorre dunque attivarsi sin da ora. L’obiettivo per Ance Brescia è stimolare l’applicazione di buone pratiche di sostenibilità anche nel settore delle costruzioni, partendo dall’analisi del ciclo di vita degli edifici e del loro impatto sull’ambiente, incoraggiando progetti edili che hanno ben chiaro quale sarà il futuro della struttura una volta dismessa e dove verranno riciclati i materiali.
I dati sul mercato edile emersi dallo studio Cresme
In base alle stime del Cresme, nel 2022 il valore della produzione delle costruzioni potrebbe sfiorare i 7,6 miliardi di euro: quasi 1,4 miliardi in più rispetto al 2021. Se i dati del quarto trimestre dovessero mantenere le attese previste, il 2022 dovrebbe riportare il valore della produzione delle costruzioni sui livelli dei picchi storici degli anni 2003 e 2006. Anzi dovrebbe superarli. Dallo studio emerge che la fase pandemica ha avuto un impatto “contenuto” sul settore delle costruzioni, che è stato ampiamente recuperato già nel 2021. Nel 2020 gli investimenti sono diminuiti del 2,7% a valori costanti, ma nel 2021 la crescita è stata del 28,6%. Nel 2022 la crescita attesa è del 11,4%. Tutti i comparti hanno trainato la forte ripresa, ma la crescita maggiore si è avuta nelle opere pubbliche e nella riqualificazione residenziale.
Valore della produzione delle costruzioni in provincia di Brescia (milioni di euro costanti)
VALORI ASSOLUTI (milioni euro correnti) variazione % (su valori costanti) 202120182019202020212022
Residenziale 2.754 0,13,4-5,8 43,19,8
Non residenziale privato 1.639 -2,8 -9,1 6,417,44,7
OOPP 765 18,06,0-12,3 50,942,9 Investimenti 5.159 1,2-0,9-2,6 34,513,4 Manutenzione ordinaria 1.026 0,70,8-3,0 5,61,5
Totale valore della produzione 6.185 1,1-0,5-2,7 28,611,4
Il 67% del valore della produzione delle costruzioni a Brescia è manutenzione ordinaria e straordinaria e riguarda quindi interventi sul patrimonio esistente. Dei 7,6 miliardi del valore della produzione quasi 1,1 sono interventi di manutenzione ordinaria e quasi 4 di manutenzione straordinaria, mentre 2,5 riguardano le nuove costruzioni. Gli investimenti in edilizia residenziale superano i 3,3 miliardi, dei quali 2,7 miliardi destinati a manutenzione straordinaria. Di questi ultimi quasi l’84%, pari a 2,3 miliardi, sono dovuti a interventi realizzati grazie agli incentivi fiscali.
Le nuove costruzioni residenziali valgono poco meno di 600 milioni di euro. Mentre gli investimenti in edilizia non residenziale privata sfiorano 1,9 miliardi dei quali 1,1 miliardi in nuove costruzioni e 750 milioni in manutenzione straordinarie.
Le opere pubbliche, comprendendo sia le opere del genio civile che l’edilizia pubblica, arriva a quasi 1,2 miliardi, dei quali 766 milioni di nuova costruzione e 437 milioni di manutenzione straordinaria. Nel 2021 gli investimenti in costruzioni valevano circa il 15% del valore aggiunto provinciale. Nel 2022 questa percentuale è andata crescendo.
L’andamento dei segmenti di mercato
Il mercato residenziale, che aveva perso quasi il 50% della capacità produttiva rispetto al picco del 2008, trainato dal boom immobiliare, dal 2016 torna a crescere. Nel 2021 la contrazione dell’anno della crisi pandemica risulta completamente assorbita, ma rimane ancora importante il gap rispetto al potenziale del mercato: il livello di quest’ultimo alla fine del 2021 era ancora pari al 13% rispetto al 2006. Il recupero si avvicina ad essere completo in base alle stime per la fine del 2022. Per il mercato non residenziale privato, la caduta dei livelli produttivi tra il 2002 e gli anni della crisi economica (2010) è stata superiore al 50%, ma il successivo recupero è stato molto importante, con un volume di investimenti che nel 2021 si avvicina a quelli dei primi anni 2000, riducendo ulteriormente il gap in base alle indicazioni per il 2022. Dinamica molto variabile per le opere pubbliche, con picchi nei primi anni 2000 e poi nel 2010-2011, e profonde cadute, fino al livello minimo della spesa nel 2014. Dal 2018 si avvia una nuova stagione di crescita che, dopo la contrazione del 2020, si rafforza nel 2021 e prosegue nel 2022, quando le infrastrutture diventano il principale motore del mercato provin-
ciale.Il rinnovo, specie residenziale, che già aveva svolto un ruolo di stabilizzazione, assorbendo parte della crisi della nuova produzione edilizia, con il potenziamento degli incentivi a partire dalla fine del 2020, vede consolidato il proprio ruolo. Nelle stime per il 2021 tutto il recupero, ovvero manutenzione ordinaria e straordinaria, ammonta a quasi 4,3 miliardi di euro (a prezzi correnti), un valore che rappresenta poco meno del 70% del mer-
cato. Considerando solo il rinnovo edilizio privato e sommando a questo tutta la manutenzione ordinaria, si vede come tutto il mercato del recupero perlopiù edilizio, pari a poco meno di 4 miliardi, risulta in crescita del 44% rispetto al 2020, e del 37% rispetto al 2019. Un mercato enorme che nel 2021 da solo rappresenta il 63% del valore della produzione provinciale (inferiore però a media nazionale e regionale).
Investimenti in costruzioni in provincia di Brescia per settori di mercato (milioni di euro costanti)
Nel 2022 l’84% del valore degli interventi di manutenzione straordinaria ha utilizzato gli incentivi. Nel 2021 era l’83%, nel 2019 il 61% e nel 2013 il 74%
Dinamica del mercato immobiliare
Il mercato immobiliare mostra i primi segni di frenata nel capoluogo, ma continua a crescere nella provincia. I livelli di compravendite però sono più alti di quelli dei picchi 2007. Nel 2022 le compravendite di abitazioni nella provincia di Brescia sfioreranno le 19.500 unità, avvicinandosi al picco storico del 2005. Si tratta di una crescita del 5,3% rispetto al dato del 2021. Di contro le compravendite a Brescia cresciute sino a 3.242 unità nel 2021, picco superiore del 6% a quello del 2005, si contraggono nel 2022 a 3.011 unità, con una flessione dopo diversi anni di crescita del 7,1% sul 2021.
Il lavoro condotto dal Cresme sui dati ufficiali aiuta a capire il reale peso del settore sull’economia e sul territorio bresciano. Quando parliamo di costruzioni non ci riferiamo solo alle imprese edili, ma a un universo composito che comprende industrie di materiali, sistemi e componenti, realtà di distribuzione specializzata e al dettaglio, mondo della progettazione, mercato immobiliare che tratta del prodotto delle costruzioni, istituti di credito, professioni che progettano ma che si occupano anche di normative, di contratti, di sicurezza. Insomma, l’impatto delle costruzioni su un sistema economico è ben più ampio di quello che si pensa. Così la ricerca presentata a Futura Expo analizza e spiega il peso delle costruzioni che, considerando il valore aggiunto come viene stimato dall’Istat relega il settore al modesto peso del 5% dell’economia, ma se si scava nei valori aggiunti degli altri settori di attività coinvolti con le costruzioni - industria, commercio e servizi - si può avvicinare al 30%.
Il settore delle costruzioni allargato in provincia di Brescia: stima dal lato della produzione (mld euro correnti)
Il peso delle costruzioni sull’economia bresciana: e se valessero il 30%?
Sostenibilità e circolarità nelle costruzioni
Riflessioni sulla transizione ecologica e sulla seconda vita dei prodotti edili per ridurre gli sprechi
Uno sviluppo sostenibile e una transizione verso modelli di economia circolare, che promuovono il riutilizzo dei materiali di scarto per reintegrarli nel ciclo produttivo, indicano la strada da seguire per favorire una trasformazione green delle filiere industriali, mutando benefici, strategie, tendenze e modelli di business e, allo stesso tempo, il modo in cui vengono concepiti i prodotti stessi. Di questo tema si è parlato in modo approfondito durante l’incontro “Sostenibilità e circolarità nel mondo delle costruzioni” promosso da Ance Brescia, Ordine degli ingegneri e Università degli studi di Brescia, in occasione della fiera Futura Expo. L’evento ha messo in luce il ruolo determinante che può ricoprire il comparto delle costruzioni per raggiungere una neutralità climatica al 2050, che chiede urgente riduzione del 55% delle emissioni di CO2 (rispetto al 1990) al 2030. Le risorse del Pnrr giocano questa partita destinando 64 miliardi di euro alla transizione ecologica. In generale, dei 222 miliardi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, 108 impattano sul settore edile, socio al 50% del Pnrr. Il comparto sta indirizzando il 60% di queste disponibilità economiche verso azioni concrete di transizione ecologica, puntando sull’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici, una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni. La rilevanza di tali
misure si rende evidente in un Paese dove il 40% delle emissioni di CO2 proviene dagli immobili vetusti ed energivori. Quasi l’80% degli edifici residenziali oggetto di certificazione energetica ricade infatti nelle classi Ape E, F e G. Partendo dai dati e dall’analisi dello scenario attuale, il convegno ha avanzato proposte, spunti e riflessioni su come costruire e ristrutturare in modo efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse, ricordando il travagliato iter della riforma del catasto, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, e suggerendo una riforma fiscale sostenibile che penalizzi chi inquina e premi chi investe. Sotto il profilo dei materiali, l’edilizia ne utilizza più di quattro giga tonnellate all’anno e produce il 2530% del totale dei rifiuti generati nell’Unione Europea. L’incontro ha puntualizzato l’urgenza di risolvere le criticità dell’End of Waste e di lavorare alla durabilità e adattabilità di un edificio, valutando, attraverso le metodologie ad oggi disponibili, la sostenibilità di un prodotto e di un
processo, adottando un approccio di tipo preventivo. La stessa Università di Brescia lavora alla definizione di criteri per la misurazione della sostenibilità. Brescia risulta all’avanguardia rispetto ad altri territori e l’Italia, in tema di performance sull’economia circolare, sta registrando ottimi risultati grazie a un percorso di leggi che mette la transizione ecologica al centro dell’agenda di Governo. L’applicazione di una vera svolta green da parte delle imprese si rivela però più difficile di quanto non sia elencare buoni propositi. Quattro barriere — culturale, normativa, economica e tecnica — sono state portate sul tavolo dei relatori da Ance Lombardia, che ha illustrato le risposte delle imprese a un’indagine elaborata con l’Università Bocconi. Tali fattori di criticità sono percepiti in maniera differente a seconda della dimensione aziendale, ma resta condivisa la necessità di puntare su formazione e innovazione tecnologica, elementi che si posizionano alla base di una transizione verso modelli circolari.
Transizione ecologica e sostenibilità
Il seminario, moderato dal giornalista Adriano Baffelli, direttore di Costruire il futuro, ha affrontato il tema della sostenibilità nel settore delle costruzioni sottolineando la necessità di adottare e diffondere un approccio basato su nuovi criteri di progettazione e gestione del cantiere, che partano dalla valutazione del ciclo di vita di un edificio. A prendere la parola per portare la propria qualificata testimonianza: Marco Dettori, consigliere delegato per la Transizione ecologica di Ance nazionale; Sara Grassi, responsabile dell’area Ambiente e Territorio di Ance Lombardia; Giovanni Plizzari e Sabrina Sorlini, professori di Tecnica delle costruzioni, il primo, e di Ingegneria sanitaria ambientale, la seconda, all’Università di Brescia; Laura Boldi e Fausto Minelli, rispettivamente presidente e consigliere segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Brescia e Michela Tiboni, assessore all’Urbanistica e alla Pianificazione per lo sviluppo sostenibile del Comune di Brescia. Ad argomentare alcuni punti emersi dal convegno anche il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi e il direttore di Eseb, l’ingegnere Antonio Crescini.
capitale della cultura
#BSBG23
percorso dalle strutture alle culture
Ottava
tappa: La A4 e i ponti di Palazzolo sull’Oglio Le
potenzialità di Franciacorta e Sebino
Il primo ponte sull’Autostrada nel tratto tra Brescia e Bergamo entrò in esercizio nel 1931, 91 anni or sono, permettendo il completamento della Milano — Brescia dopo che nell’ottobre del 1927 era stato inaugurato il tratto Milano — Bergamo dell’autostrada. Intervento ingegneristico e realizzativo di particolare complessità e rilevanza per un manufatto a tre archi, posto a circa quaranta metri sul livello delle acque del fiume Oglio, con una lunghezza di 285 metri. Come scriveva Francesco Ghidotti sul “Giornale di Palazzolo”: “Costruito in cemento armato, appaltato alla ditta degli ingegneri Damioli di Predore, la corda di ciascuno dei tre archi parabolici che lo compongono è di sessanta metri. I lavori
sono durati tre anni. L’armatura fatta a suo tempo per colarvi il cemento era un capolavoro di carpenteria: tutto il complesso era prefabbricato con legname completamente levigato e verniciato a olio. Una sola armatura per la prima campata era servita per tutte e tre. Oltre al superamento del fiume, l’arteria doveva scavalcare la ferrovia per Paratico, le seriole Vetra e Fusia e il canale del cotonificio Ferrari”. Il ponte subì pesanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e fu ricostruito al termine del conflitto e aperto al traffico nel 1946. Agli inizi degli anni Sessanta a Sud del primo ponte si realizzò un secondo viadotto, aperto al traffico nel 1964. A fronte del crescente traffico e per evitare sorprese, nei de-
cenni successivi si progettò un terzo ponte, con struttura d’acciaio, operativo dalla metà degli anni Novanta. Ci focalizziamo sul tratto dell’autostrada A4 che scavalcando il fiume Oglio mette in agevole collegamento i territori delle due province, considerandolo ideale baricentro tra le due città unite nel 2023 dal ruolo di Capitale della Cultura. Si parla
generalmente del ponte sull’Oglio dell’arteria autostradale, ma in realtà i viadotti nel tratto in esame sono tre. L’autostrada in questione è stata una delle prima realizzate al mondo e sino all’entrata in funzione della A 35, che corre più lontana dal capoluogo orobico, tagliando la Bassa Bergamasca all’altezza di Treviglio, era la sola strada di col-
Data la sua posizione geografica, la Franciacorta, con il Sebino, è territorio centrale per lo sviluppo di iniziative legate alle celebrazioni di Brescia e Bergamo Capitale italiana della Cultura 2023
legamento rapido a pedaggio tra i due popolosi e laboriosi territori. Ad inizio dello scorso agosto è stato riaperto il casello di Ponte Oglio dopo una lunghissima chiusura per chi transitava da Brescia in direzione al capoluogo lombardo. Una riapertura resa possibile dalla realizzazione di un apposito bypass che ha accorciato il tratto di avvicinamento alla
La centralità di Franciacorta e Lago d’Iseo
Il riconoscimento alle due città abbracciate, l’una della Mille Miglia e l’altra dei Mille, candidate insieme a Capitale della Cultura 2023, merita attenzione e condivisione. Mi piace pensare che l’iniziativa sia nata da una visione condivisa e lungimirante non fondata solo sul concetto che il dolore unisce, affratella. Un progetto di prospettiva, con motivazioni razionali, non solo emozionali, giacché in queste terre l’acefalo ma devastante virus ha pesantemente squassato il tessuto sociale e civile, seminando morte e paura. Sconforto, pure ha suscitato, per via dell’isolamento (tutt’altro che splendido) nel quale bresciani e bergamaschi sono stati lasciati. Già in quei mesi terribili ci fu la capacità di guardare avanti. Ora è un imperativo categorico. C’è un territorio che più di altri può essere positivo e dinamico trait d’union tra le due splendide città lombarde: la Franciacorta. È auspicabile prendano qui forma iniziative che valorizzino arte, cultura e territorio, non fosse altro che per la centralità geografica della Franciacorta tra le due terre. In tale ottica, un ruolo di particolare rilevanza dovrebbe essere rivestito anche dal Lago d’Iseo, specchio d’acqua che unisce e affratella, non confine naturale che divide. Inoltre, l’immagine internazionale conquistata con The Floating Piers può essere positivamente recuperata, rappresentando un asset considerevole per il progetto unitario. Servono, ovviamente, anche dosi consistenti e qualificate di immagine e comunicazione. Le eccellenze – a tutti i livelli – di Franciacorta e Sebino possono contribuire alla rinascita di turismo ed economia di Brescia e Bergamo, insieme a storia e cultura delle due terre.
barriera di pedaggio, corrispondente in precedenza a una corsia che corre parallela alle tre dell’autostrada. La stessa è stata chiusa al traffico perché sono in corso approfondimenti da parte delle realtà e degli enti preposti. Si rende, infatti, necessaria un’approfondita progettualità per allestire rilevanti interventi di adeguamento del viadotto che, sia chiaro, pur non presentando problemi di stabilità, dovrebbe essere adeguato alle normative antisismiche. Fonti di Regione Lombardia indicano che per la sola fase progettuale e il relativo iter potrebbero servire anche due anni. A tal proposito Autostrade per l’Italia dichiara: “Il casello è collocato a valle di un viadotto, temporaneamente chiuso al traffico per consentire - in condivisione con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili — la definizione di soluzioni progettuali per adeguare l’infrastruttura, realizzata negli anni ’30, agli standard introdotti dalle più recenti normative”. L’attesa per la realizzazione dei lavori si prospetta lunga e la soluzione dovrebbe arrivare molto dopo il termine del 2023 e delle celebrazioni legate al ruolo di regine nazionali della Cultura delle due città. Il casello chiuso per quindici mesi ha in più di un’occasione surriscaldato gli animi e per la quale sono state lanciate petizioni e raccolte di firme on line. Staremo a vedere se ci saranno spiegazioni sui quindici mesi di chiusura senza apparenti interventi sull’infrastruttura e sulla reale prospettiva circa i progetti e gli interventi di ammodernamento. La cosa buona è che trattandosi di più ponti, come potete leggere nell’articolo accanto, la soluzione tampone non impedirà il flusso di traffico sulle rispettive tre corsie di marcia, mentre la chiusura di un breve tratto riguarda solo il ponte sul fiume Oglio posto a Nord.
Il Superbonus 110% per immagini
di Angelo Luigi Camillo Ciribini Università degli Studi di Bresciae recenti polemiche relative al ricorso a filmati e a immagini, richiesti ai cedenti i crediti fiscali relativi al Superbonus 110% da parte di società di consulenza che operano per conto di istituti di credito per dimostrare la veridicità degli interventi effettuati, così come l’invocazione all’utilizzo di soluzioni per la certificazione e per la notarizzazione delle stesse, suscitano forti perplessità, al di fuori delle ragioni addotte dalle rappresentanze professionali, per una serie di altre maggiori ragioni che qui si cercherà di esporre sinteticamente.
Al contempo, tuttavia, le modalità con cui dimostrare la veridicità e la qualità degli interventi progettati ed effettuati appaiono sempre più rilevanti, così come il fatto che si moltiplicano, a livello nazionale, comunitario o internazionale, gli schemi di certificazione delle prestazioni dell’immobile e dei servizi che esso può direttamente o indirettamente contribuire a erogare agli utenti in modo personalizzato, individualizzato.
Si passa, dunque, dalla necessità, in qualche modo, di dimostrare digitalmente e di rendere certo l’esito di processi, nel caso specifico, inerenti alla riqualificazione dell’edilizia residenziale, a quella di rendersi garanti di ulteriori valori aggiunti che presenti, in particolare, lo stabile condominiale, il principale attore della misura basata sugli incentivi fiscali.
Occorre, però, ricordare che Ance Brescia, Eseb e l’Università degli Studi di Brescia, nel recente passato, abbiano proposto, prima an-
Ance Brescia, Eseb e l’Università degli Studi di Brescia, nel recente passato, hanno proposto, prima ancora dell’insorgenza del Superbonus 110%, soluzioni avanzate per fare dell’edificio condominiale e della comunità condominiale una vera e propria piattaforma tecnologica
cora dell’insorgenza del Superbonus 110%, soluzioni avanzate per fare dell’edificio condominiale e della comunità condominiale una vera e propria piattaforma tecnologica (con altri soggetti, attraverso il programma di ricerca Elisir, finanziato entro il filone cosiddetto Smart Living dalla Regione Lombardia) e una piattaforma digitale finalizzata a documentare i contenuti e i risultati dei principali interventi trainanti e trainati di carattere edilizio: senza trovare un particolare riscontro in quello stesso mondo finanziario che ora, da un lato, si preoccupa di accertare la correttezza e la conformità degli interventi e, da un altro canto, tenderà, in futuro, a richiedere alle catene di fornitura del settore la compliance ai criteri Esg (Environmental Social Governance). Ancora una volta, perciò, è palese il ruolo da traghettatore che il Superbonus 110%, nella sua precarietà (si vedrà in che termini esso possa divenire strutturale), svolga nella transizione del mercato verso operazioni di rigenerazione urbana. Per quanto attualmente le soluzioni ispirate, sia pure confusamente, alla digitalizzazione siano condizionate dal tema della fraudolenza, anziché da quello dell’affidabilità, si rende urgente per il settore della costruzione e dell’immobiliare riconoscere come la trasparenza e la tracciabilità dei processi gestionali e dei modelli organizzativi implichino una profonda rivisitazione delle prassi, tanto da giungere a forme contrattuali in cui le strutture di costo sostenute dal versante del-
l’offerta (oggi afflitte dal rialzo dei prezzi e dalla difficoltà della logistica) siano pienamente e tempestivamente accessibili al versante della domanda entro una logica collaborativa imposta dalla elevata aleatorietà dei mercati: in qualche modo, coinvolgendo direttamente nella supply chain il committente, al fine di assolvere allo scopo identificato (al purpose) nelle sue diverse connotazioni ambientali, sociali ed economiche.
Se, dunque, il famigerato video rappresenta probabilmente una distorsione ottica, ciò vale, però, rispetto a una esigenza del mercato che, in una prospettiva rettificata, implica una notevole ri-
configurazione di un settore e di mercati che sin qui hanno preteso di innestare la digitalizzazione, al fine di conseguire obiettivi di efficacia e di profittabilità, in un tessuto dis-integrato e frammentario. È ormai, però, chiaro che si assiste a una forte sollecitazione a ridisegnare l’identità delle relazioni che intercorrono tra attori professionali e imprenditoriali, poiché non solo gli investimenti richiedono un incremento di produttività, ma essi implicano una serie di valori aggiunti, di natura non solo tangibile, non solo legata al bene fisico e alle sue prestazioni, ma pure al benessere e alla gratificazione dei propri fruitori.
Se, allora, i video che dovrebbero attestare la credibilità di un intervento appaiono assai discutibili e, paradossalmente, poco probanti, dal nostro punto di vista, le immagini che il settore restituisce ai decisori politici e agli interlocutori finanziari attendono di essere ridisegnate piuttosto radicalmente per quanto riguarda la nozione di reputazione e quella di valore, anche oltre i pregiudizi ed eventualmente gli stereotipi propri a questi ultimi. Il video che la classe professionale e la classe imprenditoriale, unitariamente, sono chiamate ora figurativamente a inviare agli interlocutori politici e finanziari non può, quindi, consistere solo nella replica di una serie di esiti e di racconti acquisiti, ma deve includere contenuti inediti, che devono, a loro volta, questi sì, essere riscontrabili. Come sta accadendo, appunto, per i criteri Esg, è terminato, infatti, il tempo della narrazione, non è immaginabile, per gli operatori che se lo possano permettere, di collazionare semplicemente certificati e valutazioni che si moltiplicano a dismisura entro una parcellizzazione e una eterogeneità di parametri e di metriche.
Qui si tratta di proporre modelli e soluzioni originali e attagliate, di produrre report che contengano indicatori digitalmente computabili e notarizzabili, ma, soprattutto, si tratta di proporre verso i referenti esterni un’immagine differente, prima che lo facciano altri attori: come le Utility?
biomimicry
«Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già inventata» dichiarava Albert Einstein e a non aveva torto. Da sempre l’uomo osserva l’ambiente che lo circonda per carpirne le logiche del suo funzionamento e applicarle nella vita quotidiana. Da questo spirito di osservazione prende origine una nuova branca disciplinare che viene chiamata biomimetica o direttamente biomimicry dall’inglese, che studia e analizza la natura al fine di sviluppare nuove tecnologie e materiali che vengano incontro alle nostre necessità.
Nulla di originale, se solo si pensi al fatto che il progresso dell’essere umano è avvenuto grazie al processo di mimesi. Leonardo da Vinci può essere definito il pioniere della disciplina, molte delle sue invenzioni sono state dettate dalla curiosità e dallo spirito di osservazione. Il genio fiorentino è un emblema che rappresenta la forte connessione fra le due discipline e le sue ricerche dimostrano come la natura è un modello di ispirazione per entrambi. Ma la biomimetica è un concetto ben più ampio della semplice imitazione, prevede un approccio multidisciplinare che include biologia evolutiva e genetica, etologia e informatica, robotica, architettura, ingegneria per affrontare in maniera davvero ecologica la relazione uomo-ambiente.
I settori in cui è operata sono molteplici, incluso il comparto delle costruzioni, in cui possiamo ritrovare casi di invenzioni legate all’ambito strutturale dell’edificio, oppure all’applicazione sui materiali per migliorarne le performance.
Fra gli esempi più noti della disciplina applicata al costruito è possibile citare il progetto per antonomasia identificato come emblema della biomimetica: L’Eastgate building. Un centro commerciale realizzato a metà degli anni 90 in Zimbabwe, nella città di Harare,
Biomimicry:
di Valentina Epifaniil progresso prende ispirazione dalla natura
La biomimetica o direttamente biomimicry dall’inglese studia e analizza la natura al fine di sviluppare nuove tecnologie e materiali che vengano incontro alle nostre necessità
dall’architetto sudafricano Mick Pearce, in cui la natura è stata la principale ispiratrice di soluzioni altamente innovative. L’edificio ospita molti uffici, ma non è servito da alcun tipo di sistema convenzionale di ventilazione, dettaglio non trascurabile date le temperature del luogo. Infatti, date le alte oscillazioni esterne del territorio africano in grado di raggiungere anche 50°, nella sua progettazione l’immobile doveva essere in grado di assicurare all’interno, in maniera completamente naturale, una temperatura costante e ottimale durante anno. Nella progettazione Pearce prese spunto dai termitai, strutture naturali complesse in cui è garantita una costanza termica attraverso i lunghi canali comunicanti con l’esterno scavati dagli stessi insetti. L’aria esterna è quindi aspirata per effetto convettivo
dal fondo del cumulo di terra e da lì attraversa l’intero termitaio. Un modello di raffrescamento passivo che è stato applicato anche nella realizzazione dell’Eastgate building. I due edifici,sono collegati da una copertura vetrata che lascia spazio alla circolazione dell’aria. Dei ventilatori a basso consumo energetico posti al primo piano, aspirano l’aria dallo spiazzo tra i due edifici e la pompano in appositi condotti verticali all’interno dei due corpi di fabbrica, facendole attraversare tutti i piani per poi espellerla dai camini che danno all’esterno, proprio come avviene in un termitaio. Il meccanismo ha una duplice funzione: da un lato garantisce il ricambio d’aria degli ambienti, dall’altro li tiene a temperatura sempre costante. Con il sistema di raffrescamento e riscaldamento naturale l’Eastgate Centre ha un risparmio energetico del 90% rispetto ad altri edifici di pari dimensioni. Anche i materiali più comuni nella loro realizzazione hanno colto le biodinamiche adottate dalla natura per rispondere alle necessità dettate degli ambienti esterni e migliorare le prestazioni dei prodotti. Ne sono un esempio le pavimentazioni a nido d’ape utilizzate in molte occasioni per la realizzazione dei parcheggi esterni. Le lastre alveolari, utilizzate per la creazione di terreni permeabili, consentono di realizzare camminamenti e percorsi stabili, grazie ad una struttura composta da numerosi esagoni in ghiaia accostati fra loro, proprio come un alveare, e termosaldati sul lato inferiore della piastra. Tale composizione impedisce alla ghiaia di sprofondare nel terreno e assicura un ottimo sistema di drenaggio dell’acqua piovana. Non solo, l’assemblaggio ha un ulteriore vantaggio, le forme esagonali concedono leggerezza alla struttura, ma allo stesso tempo donano un’elevata resistenza alla compressione, facilitando così il passaggio dei veicoli. La soluzione dei favi ispirata dalle api è impiegata in molte altre lavorazioni, inclusa la gestione e lo stoccaggio delle acque piovane nei bacini di ritenzione.
La nascita della Biomimicry
Il termine biomimicry è coniato nel 1969 da Otto H. Schmitt, biofisico e matematico statunitense, per definire lo studio della natura e i suoi principi di sviluppo allo scopo di ricavarne nuovi strumenti per i progetti di artefatti avanzati. Durante le sue ricerche di
Biomedica e risparmio energetico
dottorato sviluppò il trigger di Schmitt studiando i nervi nei calamari, tentando di progettare un dispositivo che replicasse il sistema biologico di propagazione dei nervi. Ma è la biologa Jannie Benyus che nel 2006, insieme ad un gruppo di colleghi, fonda negli Stati Uniti il Biomimicry Institute, ente tutt’ora di riferimento della disciplina, per condividere il design della natura con progettisti e ricercatori di tutto il mondo.
C’è anche un po’ di Italia nell’avanguardia della biomimetica applicata nel campo del risparmio energetico. È il caso del fiore fotovoltaico dal nome Girasole, brevettato dall’azienda Altertecno. Un omaggio più che giusto, dato che per realizzare un pannello solare in grado di seguire lo spostamento quotidiano del sole l’esempio è venuto proprio dal girasole. Il pannello si presenta come la struttura di un fiore dotato di
petali che non solo catturano il sole, ma lo seguono per assorbire maggiore energia. Il Girasole presenta una tecnologia avanzata munita di un inseguitore biassale. Bello da vedere esteticamente, ma anche resistente e durevole. La potenza di picco è 2,6 KWp e i suoi petali inferiori sono retraibili grazie a un movimento rototraslativo continuo, che li fa sovrapporre a quelli superiori, assicurando così la robustezza necessaria a ridurre a metà la potenza del vento. Il Girasole è attento all’ambiente, tecnologicamente all’avanguardia, ha ridottissimi costi di manutenzione ed è 100% italiano.
abitazioni
Nel secondo trimestre del 2022 il tasso tendenziale delle compravendite del settore residenziale si conferma positivo con una crescita dell’8,6% rispetto allo stesso trimestre del 2021
Il mercato casa e le tendenze del secondo trimestre 2022
Si conferma e accelera la crescita tendenziale dei prezzi delle abitazioni in atto ormai da tre anni, con quelli delle abitazioni nuove che registrano il tasso di crescita più alto da quando è disponibile la serie storica dell’Iapb
Il mercato della casa vive un periodo di transizione, caratterizzato da luci e ombre, in un precario equilibrio di crescita della compravendita e boom dei prezzi.
In base alle stime preliminari del secondo trimestre 2022 consegnate dall’Osservatorio del mercato immobiliare, la banca dati sul settore gestita dall’Agenzia delle Entrate, tra
il 1° gennaio e il 30 giugno dell’anno sono state registrate un totale di 400.487 compravendite di immobili residenziali, con un incremento tendenziale dell’8,6% nel secondo trimestre del 2022. Il totale delle transazioni è di 218.720, contro le 201.492 registrate nello stesso periodo del 2021. Un dato di crescita positivo che interessa soprattutto gli
acquisti di abitazioni medio piccole, con superficie compresa sotto i 50 mq e tra i 50 e i 58 mq, che rappresentano rispettivamente il 30% degli scambi totali. Guardando invece alle grandi città, l’incremento tendenziale nella transazione nel secondo trimestre del 2022 risulta leggermente inferiore a quello nazionale, registrando un aumento del 7,2% con 34.227 transazioni contro le 31.939 dello stesso periodo. Le città con il tasso tendenziale di crescita più marcato risultano essere Bologna e Roma, con la seconda che condivide anche il primato di maggior volume di transizioni con oltre 11mila abitazioni compravendute. Sebbene i dati possano apparire positivi e rappresentativi di un mercato in salute, a far suonare il campanello d’allarme è il rialzo dei prezzi, che mai come fino ad ora registra una forte disparità fra le case di nuova costruzione e quelle usate. Secondo le stime preliminari delle rilevazioni fatte dall’Istat, l’indice dei prezzi delle residenze acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento è aumentato del 2,3% rispetto al trimestre
precedente e del 5,2% nei confronti dello stesso periodo del 2021. Il rialzo è attribuibile soprattutto all’effetto di trascinamento generato dai valori delle nuove abitazioni che crescono del 12%, in forte accelerazione rispetto all’aumento del 5% registrato nel primo trimestre. Ma crescono anche i prezzi delle abitazioni esistenti con un rincaro del 3,8%. Il balzo dei listini delle case di nuova costruzione è significativo anche a livello congiunturale con un +6,8% rispetto al trimestre precedente, mentre per le case usate l’incremento è stato di appena l’1,4%. La crescita dei prezzi si registra in tutte le ripartizioni geografiche, eccetto per il Centro Italia in cui decelera lievemente passando da un aumento del 4,5% ad uno del 4%.
Nel commento del report, l’Istat sintetizza così il fenomeno: “Si conferma e accelera la crescita tendenziale dei prezzi delle abitazioni in atto ormai da tre anni, con quelli delle abitazioni nuove che registrano il tasso di crescita più alto da quando è disponibile la serie storica dell’Iapb - indice dei prezzi delle abitazioni - +12,1%.” In chiusura però
Indici dei prezzi delle abitazioni nuove ed esistenti (Ipab)
I trimestre 2010 - II trimestre 2022 (base 2010=100) (a) (b)
(a) La scelta del 2010 come anno base è da ricondursi esclusivamente a ragioni grafiche (b) I dati del secondo trimestre 2022 sono provvisori
viene donata una previsione positiva, infatti, “in attesa dei dati del terzo trimestre, questa dinamica dei prezzi, insieme con la rinnovata vivacità dei volumi compravenduti (+8,6%), mostra un mercato immobiliare residenziale ancora in espansione tra aprile e giugno di quest’anno, nonostante le tensioni internazionali e le difficoltà derivanti dall’elevata inflazione”.
Al di là dei numeri il sondaggio realizzato congiuntamente da Tecnoborsa, Omi e Banca d’Italia effettuato dal 23 giugno al 20 luglio del 2022 su 1465 agenti immobiliari restituisce elementi utili a capire anche le dinamiche di tendenza in atto nel mercato. Gli operatori hanno segnalato che lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del proprietario è in diminuzione dal’8,5% del trime-
stre precedente all’8% attuale. Mentre retano stabili al di sotto dei sei mesi i tempi di vendita. Il dato più preoccupante riguarda la stretta sui tassi, che si riscontra nel calo al 67,5% di compravendite finanziate con un mutuo ipotecario, nonostante sia stato registrato un lievemente aumento del 78,9% fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile.
Ma le attese delle agenzie per il terzo trimestre sono notevolmente peggiorate, riguardo sia al proprio mercato di riferimento sia a quello nazionale. Secondo gli operatori, lo scoppio della guerra in Ucraina e i recenti aumenti dell’inflazione stanno influenzando al ribasso sia il numero dei potenziali acquirenti sia i prezzi di vendita delle abitazioni.
Focus sul mercato bresciano e lombardo
Il quadro complessivo degli edifici in vendita nella città di Brescia, secondo l’osservatorio immobiliare, mostra che negli ultimi tre mesi del 2022 i prezzi sono sostanzialmente invariati (+0,57%). Il prezzo medio degli appartamenti in vendita è di circa 1.900 €/m2 quasi il 3% inferiore alla quotazione media regionale. A Ottobre 2022 per gli immobili residenziali in vendita sono stati richiesti in media 1.852 € al metro quadro, con un aumento del 2,43% rispetto a Ottobre 2021. Negli ultimi due anni, il prezzo medio ha raggiunto il suo massimo nel mese di Settembre 2022, con un valore di 1.854 € al metro quadro. Il mese in cui è stato richiesto il prezzo più basso è stato Gennaio 2021: per un immobile in vendita sono stati richiesti in media € 1.774 al metro quadro.
Nonostante l’aumento dei tassi di interesse, nella regione Lombardia si continua a chiedere finanziamenti per l’acquisto e in particolare nel bresciano. Secondo l’analisi di Facile.it e Mutui.it, nei primi sei mesi del 2022 la richiesta media è stata pari a 141.303 euro. I rincari però hanno spinto a valutare nuove tipologie di prestiti come il tasso variabile che a luglio 2022 è stato il 32% sul totale delle domande. L’età media dei richiedenti è pari a 36 anni, mentre la durata del finanziamento si aggira attorno ai 25 anni.
novem-
Specializzazione e impiego sicuro. L’ostacolo è la burocrazia Mettiamo a fuoco la professione dell’Ingegnere
Da alcuni mesi l’ingegner Laura Boldi è al vertice del suo Ordine professionale, la incontriamo nella sede, all’interno del Crystal Palace, l’edificio alto 110 metri, con 27 piani, progettato dall’architetto Bruno Fedrigolli e terminato, dopo tre anni di lavori, trent’anni fa, nel 1992. Dal quartier generale degli ingegneri bresciani la vista spazia a 360 gradi sulla città e sull’hinterland. Osservando il meraviglioso reticolo urbano di Brescia, viene naturale congiungere idealmente la trama progettuale e costruttiva che senza soluzione di continuità si è dipanata all’insegna della solidità e della sobrietà, caratteristiche saldamente iscritte nei geni di questa operosa terra e dei suoi abitanti. A nord, pare di sfiorare il possente castello orgogliosamente adagiato sul colle Cidneo, che immaginiamo in dialogo costante con il termovalorizzatore che svetta a sud. Due strutture a loro modo a servizio della città alle quali si guarda con benevola riconoscenza. Od ovest il complesso reticolo della downtown con la sede locale di Confindustria che svetta, mentre a est si può quasi toccare il profilo solido e deciso della sede già Ubi ed ora cittadella finanziaria con le insegne di Banca Intesa.
Presidente Boldi, come descriverebbe i primi mesi della sua presidenza?
Sono mesi di lavoro molto intenso e ricco di stimoli. Dopo un biennio di arresto forzato di gran parte delle attività dovuto alla pandemia e un anno di slittamento delle votazioni, ci troviamo a dover riattivare l’Ordine e a iniettarlo di nuova linfa vitale. L’attuale consiglio è costituito prevalentemente da giovani ingegneri in buona parte donne, sei su quindici.
È recente il rinnovo dell’Ordine nazionale al quale ha partecipato anche lei e che registra un’interessante novità per Brescia, dico bene? Non appena insediati nei Consigli provinciali, i nuovi presidenti degli Ordini d’Italia sono stati chiamati a partecipare alle elezioni del nuovo Consiglio nazionale ingegneri (Cni). Da subito siamo stati coinvolti in un tour de force di incontri sia nazionali sia regionali per esprimere la nuova rappresentanza nazionale. Peccato che non ci sia stato il tempo di conoscerci, di consolidare i rapporti e creare progetti condivisi, soprattutto nel territorio lombardo. Brescia non ha accettato organizzazioni repentine in distonia con il Consiglio nazionale uscente ma ha voluto da subito garantire al proprio territorio e alla Lombardia una rappresentanza nazionale. Avremmo preferito una Lombardia unità e più rappresentata ma ci siamo assunti la responsabilità di essere in pochi, Brescia Lecco e Mantova, a smarcarci dalla scelta lombarda di fare opposizione e abbiamo proposto un nostro rappresentante, l’ingegner Ippolita Chiarolini. Come previsto la lista proposta dal Cni uscente è stata votata quasi all’unanimità, dobbiamo attendere l’ufficialità del ministero ma i risultati sono comunque palesi. Brescia finalmente ha un rappresentante al Cni e per di più donna.
Qual è lo stato dell’arte della professionale ingegneristica a Brescia?
Il campo ingegneristico si sta sempre più specializzando e frammentando in indirizzi impensabili per Brescia fino a qualche anno fa. L’appeal è sicuramente verso l’ingegneria industriale mentre la curiosità e l’interesse lo desta l’ingegneria biomedica. Si assiste invece ad un decremento di ingegneri nel campo civile.
Sento sovente, soprattutto nelle aziende, che gli ingegneri sono figure molto ricercate. Allo stesso tempo si legge di stipendi non particolarmente consistenti, per usare un eufemismo. Qual è il quadro vero ed eventualmente perché si registra questa evidente contraddizione?
Fino ad ora è stato così: percorso studi impegnativo per poi in generale non trovare gratificazione nell’ambito lavorativo. Non ha aiutato, almeno per la libera professione, l’abolizione del minimo tariffario che ha portato ad una storpiata filosofia del massimo ribasso. La situazione sta cambiando rotta, almeno nel campo civile dopo l’esperienza Superbonus che ha riportato per lo meno in auge il decreto ministeriale del 17 giugno 2016, anche se con un sovraccarico inaudito di burocrazia e di responsabilità, quasi il professionista dovesse essere “il capro espiatorio”. Negli ultimi tempi si assiste ad un’abbondanza della domanda di inge-
Conseguito il diploma al Liceo scientifico Copernico di Brescia, Laura Boldi frequenta la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, laureandosi Ingegnere civile con una tesi sperimentale dal titolo: “Materiali misti organico-inorganici per la rimozione selettiva dei metalli pesanti dalle acque” . In breve tempo consegue l’abilitazione all’esercizio della professione di ingegnere civile. Nata nel mondo delle costruzioni: bisnonno, nonno e padre titolari di impresa edile locale, dal 2000 opera come libera professionista nel suo studio tecnico con attività inerenti alla professione di ingegnere civile, dalla redazione di progetti architettonici e strutturali, all’urbanistica, alla direzione lavori. L’ingegner Boldi nel 2020 ha costituito una società di ingegneria integrata che si occupa della progettazione ma anche degli aspetti fiscali da essa derivanti. Accanto alla professione da
Campus Edilizia la reputo un’esperienza positiva che va continuata e forse rafforzata inserendo magari qualche trasversalità con l’apporto magari anche dell’Ordine dei commercialisti e degli avvocati in alcuni tavoli mirati
gneri e ad una scarsa offerta, condizione che permette ai neolaureati una scelta di impiego abbastanza ampia. Si è parlato molto di equo compenso, ci auguriamo che il nuovo Cni insieme al governo lo porti a compimento.
La mancanza di addetti è forte nell’edilizia e in tutta la filiera del costruito. Ne parlate in seno all’Ordine? E cosa si può fare per cambiare le cose? Purtroppo è un problema diffuso che attiene anche ad altri settori. Sicuramente c’è bisogno di un cambio di rotta dal punto di vista politico. L’assistenzialismo va fatto in maniera forte verso chi ne ha realmente bisogno. Chi è in grado di lavorare deve lavorare, il lavoro è un diritto costituzionale
e l’articolo 4 della nostra costituzione recita: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Il punto è creare appeal all’impiego nel campo edile. Nell’era post covid si è aperto il vuoto degli addetti agli impieghi “meno qualificati” che nel settore costruzioni è pari al 30,7% di vacancies.
Parlando di filiera, ingegner Boldi le chiedo come giudica l’esperienza del Campus Edilizia Brescia?
Campus Edilizia la reputo un’esperienza positiva che va continuata e forse rafforzata inserendo qualche trasversalità con l’apporto magari anche dell’Ordine dei commer-
segnalare un intenso impegno amministrativo: dal 2004 al 2009 consigliera del Comune di Monticelli Brusati; dal 2004 al 2009 assessore Turismo e Giovani della Comunità Montana del Sebino Bresciano; dal 2006 al 2011 consigliera del Consorzio Torbiere del Sebino. Dal 2009 al 2014 sindaco del Comune di Monticelli Brusati. Da ottobre 2009 a giugno 2012 presidente del Gruppo di Azione Locale (GAL) Gölem, riconosciuto da Regione Lombardia; dal 2012 al 2014 vicepresidente del tavolo istituzionale per il riconoscimento del Piano territoriale regionale d’area Franciacorta.
cialisti e degli avvocati in alcuni tavoli mirati. Non vorrei banalizzare ma sono da sempre convinta che l’unione fa la forza!
Il prossimo anno si rinnoverà l’amministrazione cittadina. Se il nuovo sindaco e la nuova giunta le chiedessero dei suggerimenti, nella sua veste di ex sindaco oltre che di presidente di un prestigioso Ordine professionale, quali darebbe?
Il consiglio spassionato è quello di ascoltare meno la politica
per essere più concreti ed operativi. Quindi partire da idee chiare e concrete, strutturare bene gli uffici per riuscire a migliorare i servizi.
Hanno ragione i professionisti e le imprese che in talune circostanze lamentano difficoltà burocratiche e tempi lunghi da affrontare quando vi sono interventi da sottoporre agli enti pubblici e in particolare alla Soprintendenza?
Assolutamente sì. I tempi degli enti pubblici molte volte sono anacronistici rispetto ai tempi dei professionisti, ma soprattutto delle imprese e dei committenti. Per quanto riguarda la Soprintendenza penso che l’ambito territoriale di competenza sia troppo vasto per tale struttura che è sottodimensionata dal punto di vista del personale. Molte problematiche potrebbero essere risolte con incontri “de visu” tra professionisti e Soprintendenza. Per fortuna ora parecchie pratiche hanno procedura semplificata e dove i comuni sono solleciti nell’istruirle le risposte arrivano anche prima di un mese di tempo.
L’Ordine degli ingegneri di Brescia, così come quello di Bergamo, hanno manifestato all’amministrazione comunale la propria disponibilità a collaborare alla valorizzazione del patrimonio culturale della città
Quanti sono gli ingegneri bresciani, con prevalenza della sfera industriale o di quella di edilizia civile e con quale percentuale di donne?
Gli ultimi dati provenienti dagli esami di Stato ci dicono che c’è un incremento degli ingegneri industriali ed una sensibile contrazione dei civili. Dai dati del Consiglio nazionale ingegneri si stima che in Italia ci siano 174.900 donne in possesso di un titolo di laurea in ingegneria, pari al 18.6% del totale. Negli ultimi anni c’è stato un incremento in tutti gli indirizzi di stampo ingegneristico, mentre in passato le “quote rosa” si concentravano nell’ambito civile.
Brescia e Bergamo s’apprestano a vivere l’anno da protagoniste come Capitale condivisa della cultura. Come Ordine
avete predisposto progetti o iniziative specifiche?
L’Ordine degli ingegneri di Brescia, così come quello di Bergamo, hanno manifestato all’amministrazione comunale la propria disponibilità a collaborare alla valorizzazione del patrimonio culturale della città. Si è attivato un tavolo della filiera edilizia che sta esami-
nando le opportunità. Penso in ogni caso che sia indispensabile fare rete, il nostro Consiglio è determinato a mettere a disposizione supporto tecnico e scibile ingegneristico per supportare e creare alcune iniziative che permettano a chi viene da fuori ma anche ai bresciani di conoscere meglio la città. Con l’Ordine di Bergamo si è ipotizzata la possibilità di eventi formativi aperti agli iscritti dei due Ordini, ora dobbiamo iniziare a concretizzare tutte queste idee. Quale futuro attende gli ingegneri bresciani, quali le sfide e le novità principali?
Sul futuro dell’ingegneria sono ottimista, penso che la facoltà di ingegneria apra ai giovani veramente tante opportunità. Gli indirizzi oggi sono davvero tanti, dai più tradizionali ai più
innovativi. Soprattutto sono convinta che la società civile abbia bisogno di una figura tecnica ed eclettica come l’ingegnere. Basti pensare ai temi più cogenti: economia circolare, energia, biomedica… L’ingegnere è presente ma è certamente futuro. Dobbiamo come ordini e come Cni meglio valorizzare la figura dell’ingegnere, fare sì che il linguaggio tecnico diventi più divulgativo.
Nei momenti di relax quali attività l’aiutano a recuperare energie?
Non è una battuta ma in questo momento il lavoro, perché l’impegno con l’ordine attualmente è tanto.
Poi, quando riesco mi concedo il lusso di godermi la casa e qualche camminata nella mia Franciacorta.
Scuola
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Ache punto è il settore delle costruzioni? Come sarà il futuro delle abitazioni? Come possono i giovani essere la chiave di volta in un settore che sta radicalmente cambiando sotto la spinta della digitalizzazione? Tutti aspetti ai quali l’Ente sistema edilizia Brescia ha dato pronta risposta durante la serata “Aspettando il Festival del Futuro”, organizzata alla Libera accademia di belle arti di Brescia dal Gruppo Athesis. A porre in stretto dialogo questi aspetti è il settore dell’edilizia, che più di altri sta subendo l’influsso positivo della digitalizzazione, che sta rivoluzionando il metodo di lavoro del comparto. Tra gli strumenti di ultima generazione a disposizione della filiera, il Building information modeling, metodo per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite l’ausilio di software altamente performanti. “Il Bim comporta vantaggi immensi — ha commentato il presidente di Eseb, il geometra Paolo Bettoni - perché permette all’azienda di pianificare il cantiere riducendo sprechi e infortuni e ottimizzando le risorse. Gli strumenti ci sono — precisa — ma occorrono gli operatori che sappiano usarli per sfruttarne al massimo le potenzialità”. Questa consapevolezza apre ai giovani immense opportunità di crescita lavorativa in un settore in forte sviluppo, che evolve sotto la spinta delle più moderne innovazioni. La digitalizzazione ha infatti generato nuove posizioni lavorative, per le quali vengono richieste figure formate e specializzate, capaci di utilizzare strumenti tecnologici abbinati alla costruzione. “L’impegno da parte del sistema Ance Brescia, di cui fa parte la stessa Scuola edile, è — continua il presidente Bettoni — permettere ai giovani di comprendere le innumerevoli opportunità del settore e fargliele cogliere, attraverso il nostro supporto e la nostra offerta didattica, guidandoli verso il percorso più adatto. Offriamo ai giovani una forma-
Giovani digitalizzazione e futuro dell’edilizia
Eseb presente alla prima tappa dell’edizione 2022 del Festival del Futuro, iniziativa promossa da Harvard Business Review Italia, Eccellenze d’Impresa e Gruppo editoriale Athesis
zione teorica e pratica, inserendoli, già durante il percorso di studio, nelle imprese edili. Alla fine del ciclo scolastico sono già assunti e pronti per il mondo del lavoro. Con il settore in continua evoluzione, per noi è fondamentale ridisegnare la nostra proposta formativa, adattandoci alla richiesta del mercato e inserendo nuovi corsi che permettano ai giovani di essere preparati a 360° su ogni fronte. Affianchiamo alle materie di studio più “tradizionali” anche lezioni di digitalizzazione, fornendo strumenti all’avanguardia e nozioni utili per imparare a utilizzarli”. E per Eseb l’evoluzione tecnologica è al servizio della sicurezza in cantiere, tanto che attraverso sperimentazioni innovative può annullare quasi totalmente l’errore umano. “La digitalizzazione rende più perfor-
manti i processi produttivi riducendo drasticamente i rischi di infortunio” sottolinea Bettoni. “Nella nostra scuola stiamo inserendo dei primi accenni di digitalizzazione con, ad esempio, un corso Bim e un corso per imparare le funzionalità del software Autocad. Parallelamente c’è il corso Its di Fondazione Cantieri dell’Arte che offre una formazione digitale avanzata e permette ai ragazzi di sperimentare una formazione on the job, proponendo l’alternanza scuola-lavoro”. In un settore alla grande ricerca di giovani leve formate in un contesto di digitalizzazione, il sistema edile bresciano sta lavorando intensamente anche per attuare un rebranding del settore, che sia capace di dare risalto proprio a quegli aspetti più appassionanti per le nuove generazioni.
Eseb: aperte le iscrizioni all’anno scolastico 2022-2023
Con una nuova campagna advertising si informa dell’apertura delle iscrizioni alla Scuola edile bresciana per l’anno 2022-2023.
Al centro i ragazzi che sono stati protagonisti delle sei copertine della rivista “Costruire il futuro” di quest’anno, per comunicare le opportunità formative e di futuro impiego offerte da Eseb, dando voce a chi studia e vive quotidianamente la Scuola.
Per informazioni sulle iscrizioni, contattare l’Ente sistema edilizia Brescia (030 2007193info@eseb.it).
La Scuola edile presente al Mo.Ca. Orienta, tre giornate dedicate all’orientamento per gli studenti in previsione della scelta della scuola superiore. Un’iniziativa di orientamento per favorire la conoscenza del sistema di istruzione e formazione professionale, organizzata da Comune di Brescia, Provincia di Brescia e dal Coordinamento degli Enti di Formazione della Provincia di Brescia, che rappresenta i diciotto istituti accreditati in Regione Lombardia per i percorsi di Qualifica professionale e di Diploma tecnico professionale.
I corsi del sistema IeFP nel territorio bresciano
In territorio bresciano, i corsi del Sistema IeFP vengono erogati dai Cfp (Enti accreditati dalla Regione Lombardia) e da 14 scuole statali distribuite nella nostra provincia. Consentono lo sviluppo di attitudini per una realizzazione personale e per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Per questa ragione la metodologia didattica è quella dell’apprendimento attraverso il fare che stimola la motivazione dello studente, lo rende consapevole e favorisce l’acquisizione di un metodo di lavoro.
PERCORSI FORMATIVI PER L’EDILIZIA
Quali strade dopo la licenza media?
La provincia bresciana vanta percorsi di formazione tecnica superiore e accademica di alto livello. Sin dall’uscita dalle scuole medie ragazzi e ragazze possono rivolgersi agli istituti secondari di secondo grado per trovare un’offerta didattica qualificata, che prepara non solo al futuro impiego, ma fornisce un’ampia panoramica sulle trasformazioni che interessano il comparto delle costruzioni. Lo stesso vale per i diplomati che vogliono proseguire gli studi frequentando un corso Its o Ifts, oppure l’ateneo statale bresciano, che propone un piano trien-
nale per la laurea in Tecniche per l’edilizia. Il comparto delle costruzioni non è riuscito negli ultimi anni ad attrarre a sé ragazzi e ragazze, orientandoli verso un percorso di formazione utile a trovare impiego nel settore. Le imprese, dal canto loro, sono alla strenua ricerca di personale qualificato. Da qui l’esigenza di valorizzare l’immagine dell’edilizia agli occhi delle giovani generazioni, sintetizzando una presentazione dei percorsi formativi che si possono intraprendere dopo la licenza media.
Ci proponiamo di chiarire quali strade i ragazzi di 14 anni possono
percorrere per entrare nel mondo del lavoro, con titoli di studio diversi a seconda del grado di specializzazione e degli anni di studio. Terminato il triennio formativo negli istituti secondari di primo grado, il sistema scolastico italiano si divide in due opzioni ugualmente valide per il futuro lavorativo di ogni studente. La prima riguarda il Sistema di Istruzione, di durata quinquennale, che si conclude con l’esame di Stato per il conseguimento del diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Titolo che consente l’ingresso nel mondo del lavoro e l’accesso all’istruzione terziaria: Università, Afam (Alta formazione artistica musicale), Istruzione tecnica superiore (Its), Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts). La seconda opzione è relativa ai percorsi triennali (per la qualifica di Operatore professionale) e quadriennali (per il diploma di Tecnico professionale) del Sistema
di Istruzione e Formazione (IeFP), che sono finalizzati a sviluppare competenze professionali immediatamente spendibili nel contesto lavorativo, grazie anche a un cospicuo monte ore svolto in alternanza scuola-lavoro a partire dal secondo anno. I corsi Operatore edile e Tecnico edile erogati dalla Scuola edile bresciana si inseriscono in questo contesto.
A seguito dei tre anni di studio che portano all’ottenimento della qualifica di Operatore professionale, lo studente può accedere ad un quarto anno, iscrivendosi ad un corso affine a quello frequentato, per conseguire il diploma di Tecnico professionale. Con quest’ultimo si possono proseguire gli studi in un percorso Ifts. Gli studenti provenienti da un IV anno IeFP che superano positivamente l’esame finale di un Ifts possono accedere a un Its. Corsi di Istruzione e formazione tecnica superiore e di Istruzione tecnica superiore per l’edilizia sono erogati a Brescia dalla Fondazione Its Cantieri dell’Arte.
Con il diploma di Tecnico professionale, in alcuni casi, è possibile chiedere l’accesso al quinto anno di un Istituto professionale di indirizzo affine. È un percorso impegnativo e non sempre possibile.
Per gli iscritti a partire dall’anno scolastico 2018/2019, questo passaggio rientra tra quelli disciplinati dall’accordo in sede di Conferenza Stato Regioni del 10 maggio 2018.
Raffaele
Collicelli presidente CapeCape: oltre 17 milioni come nataliziagratifica per i lavoratori
Sono 666 le imprese iscrittesi per la prima volta in Cassa Edile nel 2022, rispetto alle 564 del 2021
Le quote erogate sono aumentate anche in relazione al trend di crescita registrato dal settore edile bresciano. Secondo i dati ricavati da Cassa edile c’è stato un incremento dei salari 2022 del 14,50%
La Cape ha erogato la cartella natalizia ad oltre 19mila lavoratori, liquidando così il periodo aprile-settembre 2022, per un importo che si aggira sui 17.577.700 euro. Queste quote, versate mensilmente alla Cassa edile a copertura di gratifica natalizia e ferie (Gnf) da 3.076 imprese, sono state distribuite agli operai per l’85% a mezzo bonifico bancario e per il 15% tramite bonifico domiciliato riscuotibile dai beneficiari negli uffici postali del territorio. La gestione diretta dei versamenti da parte della Cassa edile ha un duplice vantaggio: da un lato garantisce la corretta applicazione contrattuale verso i dipendenti, perché permette di avere la certezza che le retribuzioni ultramensili vengano percepite da ogni lavoratore iscritto, e dall’altro lato funge da contrasto alla concorrenza sleale, in
quanto garantisce parità di costo del personale fra tutte le imprese concorrenti. Le quote erogate sono aumentate anche in relazione al trend di crescita registrato dal settore edile bresciano. Secondo i dati ricavati da Cassa edile c’è stato un incremento dei salari 2022 del 14,50 %, che ha innalzato la massa salariale fino a raggiungere gli attuali 238,5 milioni (+ 80 milioni nel biennio). In aggiunta si segnala una crescita del 12,50% rispetto al 2021 degli operai transitati per un totale di 25.945. Aumentano anche le imprese che raggiungono quota 3.452.
Interessante il dato riferito al numero di imprese iscrittesi per la prima volta in Cassa Edile, che sono 666 nell’anno rispetto alle 564 del 2021.
Questo elemento, positivo, conferma, da un lato, la buona salute del mercato e, dall’altro, fa ben sperare sulla capacità di Cape di essere percepita, anche dai nuovi imprenditori, come centrale per il buon andamento del settore.
L’analisi più approfondita dei dati consegnati fa emergere, però, come, all’interno del comparto edile, si registrino fattori fra loro contrastanti. Nell’ultimo periodo del 2022, infatti, si nota come l’andamento della massa salariale abbia subito, dalla primavera 2022 sino ad oggi, un’improvvisa e inaspettata frenata, che ha comportato un dato finale dell’anno meno positivo di quello che avrebbe potuto aspettarsi esaminando gli stessi dati solo sei mesi prima. Segnali di avvisaglia delle preoccupazioni che allarmano le imprese come probabili conseguenze delle questioni tutt’ora irrisolte quali il mercato dei crediti incagliati, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e, non per ultimo, una partenza dei cantieri del Pnrr più lenta del previsto. Sebbene lo sguardo sui dati dell’esercizio 2023, relativi alle prime denunce di ottobre 2022, al momento, come dichiarato dall’ente in un bilancio delle previsioni per il prossimo anno, non evidenzia ancora i segnali di calo degli indicatori occupazionali, una lettura più puntuale della salute del settore sarà possibile solo nella consegna dei risultati del primo semestre.
giovani ance
XXII Convegno nazionale di Ance Giovani
Igiovani costruttori di tutta Italia hanno fatto tappa a Positano per partecipare al XXII Convegno nazionale di Ance Giovani, che ha messo in luce quali sfide attendono il settore delle costruzioni dopo il Pnrr. Una riflessione da porsi su un tema centrale per tutta la filiera edile, data l’occasione di crescita e sviluppo per l’intero Paese che il Piano nazionale di ripresa e resilienza pone sul tavolo. A parlarne nello specifico Flavio Monosilio, direttore del Centro studi Ance. Presenti alle due giornate di lavori anche alcuni importanti protagonisti del mondo economico e istituzionale. Immancabile la partecipazione del Gruppo Giovani di An-
ce Brescia con una delegazione composta da: Santo Prandelli, presidente, Davide Castelli e Severino Arici, vicepresidenti, Federico Tonelli, Giovanni Vezzola, Laura Parietti, Marcello Vezzola, Marco Zanini, Luca Pavoni, Francesca Scolari, Valentina Tonelli e Andrea Trentini. Oggi l’Italia si trova in un momento cruciale e le sfide che il settore ha davanti richiedono il massimo impegno per garantire un futuro di crescita economica e pace sociale. Obiettivi come la transizione ecologica e digitale non sono più rimandabili. Come ben evidenziato durante la due giorni di convegno: “l’Italia ha un cronico problema di crescita rispetto agli altri Paesi
sviluppati e ha, al suo interno, forti squilibri a livello territoriale, sociale, generazionale e di genere. Il Pnrr offre al Paese l’opportunità di intervenire su questi problemi e di aumentare il potenziale di sviluppo facendo leva sui tre assi strategici indicati dalla Commissione Europea: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale”. Chiedersi dove il Pnrr condurrà il Paese dopo il 2026 e provare a immaginare quali potranno essere gli elementi che maggiormente incideranno sul mercato delle costruzioni, su imprese e pubblica amministrazione, è prioritario per delineare le strategie di domani. Ance Giovani lo sa bene.
Angela Donati presidente dei giovani costruttori
“Noi siamo Ance Giovani. E siamo qui oggi a Positano, sede storica dei nostri convegni, per il nostro XXII Convegno nazionale e i trent’anni del gruppo, perché, in questa parola, “giovani”, risiede il valore che vogliamo conferire alle nostre azioni” ha dichiarato Angela Donati presidente dei giovani costruttori in apertura al suo intervento. “Perché per noi “giovani” significa proiettarsi al futuro con lo sguardo al 2050, nella consapevolezza che solamente grazie a una visione più ampia, a lungo termine, si possano affrontare le sfide di oggi, immaginando e ridisegnando il mondo di dopodomani. Siamo chiamati ad essere i protagonisti indiscussi del rilancio del Paese, ma per esserlo fino in fondo è necessario rivedere le regole del gioco, e far sì che tutti quanti facciano fronte comune per riuscire a far ripartire un comparto strategico che oggi sembra diventato una macchina dagli ingranaggi bloccati”.
Nel 2026 l’Italia risulterà sicuramente un Paese rinnovato, ma non avrà certamente esaurito tutti i suoi fabbisogni. Spostando l’orizzonte oltre il 2026 è evidente che il lavoro avviato con il Pnrr dovrà proseguire per consentire all’Italia di rimanere su un sentiero di crescita sostenibile. Gli anni del Pnrr non completano, infatti, la trasformazione del Paese, ma si spera che possano imprimere la spinta necessaria per continuare il processo di innovazione.
A Positano per parlare delle sfide che affronterà il settore dopo il Pnrrgiovani ance
Santo Prandelli, nell’ultimo periodo si è sentito parlare di NEET Generation, acronimo inglese che identifica i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. Perché il fenomeno è in crescita e cosa si può fare per contrastarlo?
È difficile per me pensare come un giovane scelga di restare impassibile in un periodo così pieno di opportunità. Ho iniziato a lavorare a soli diciassette anni nell’azienda di famiglia e l’ambizione e la fame di conoscenza mi hanno permesso, con soddisfazione, di fare la mia parte ed espandere l’impresa. I giovani nell’età adolescenziale devono essere guidati dai genitori verso il percorso più adatto alle specifiche capacità e passioni, senza proiettare su di loro i propri desideri o speranze. Ascoltare i figli è la prima mossa da fare. Inoltre, occorre cambiare la concezione diffusa che ci siano lavori di serie b e di serie a. Il settore dell’edilizia è diverso da quello di quarant’anni fa. Ad oggi il comparto è pieno di stimoli che arrivano dall’implementazione della tecnologia e della digitalizzazione, le opportunità per i giovani preparati che vogliono lavorare sono infinite basta avere la voglia. Quali sono i profili professionali più ricercati in cui consiglieresti di specializzarsi ad un giovane che vuole intraprendere la carriera nel settore edile?
Il capocantiere è senza dubbio l’apice al quale ambire, ma si raggiunge dopo tempo ed esperienza sul campo. Devi essere davvero preparato per poterlo fare. Per un giovane che sta iniziando ad approcciarsi al settore, consiglierei di specializzarsi nella guida degli automezzi. È un profilo ricercato e davvero interessante. Infatti, con la digitalizzazione il comparto degli automezzi ha fatto passi da gigante e le macchine oggi sono sicure, automatizzate, efficienti e altamente tecnologiche. Per il giovane che desidera fare un lavoro più tecnico, invece, consiglierei di specializzarsi nel ramo ambientale. I profili dei tecnici ambientali sono pochi e ambitissimi, soprattutto in un periodo in cui la sostenibilità assume un’importanza sempre più rilevante. Inoltre, le soddisfazioni anche a livello remunerativo sono molto alte.
Quali sono gli ostacoli più grandi al quale il settore sta andando incontro?
La prima più grande è la burocrazia complessa che non solo fa allontanare gli imprenditori ma anche gli investitori. Una problematica che spegne l’entusiasmo delle imprese e non permette al territorio di progredire. Altra problematica accen-
Santo Prandelli un messaggio per i giovani: il settore edile è una terra promessa piena di opportunità
di Valentina EpifaniIl presidente dei giovani costruttori di Ance Brescia Santo Prandelli, in un bilancio del suo primo anno alla guida del gruppo, punta l’obiettivo sulle nuove generazioni, la problematica della Neet generation e le azioni da svolgere per coinvolgere i ragazzi nel settore edile, un comparto pieno di opportunità e proiettato verso la transizione digitale
Prandelli è un giovane imprenditore che ricopre il ruolo di responsabile commerciale e direttore organizzativo dell’impresa di famiglia Prandelli Srl. Per il mandato 2022/2025 è presidente del Gruppo Giovani di Ance Brescia, di cui fa parte dal 2011
nata prima è la carenza di manodopera. C’è stato un periodo storico dell’edilizia in cui le conoscenze e i segreti del mestiere venivano tramandati da padre in figlio, ma adesso non è più così e i giovani sono veramente rari. Eppure, il lavoro non manca, anzi le imprese fanno a gara per assumere i ragazzi preparati. Nella mia azienda, infatti, la maggior parte dei giovani lavoratori presenti hanno frequentato l’Eseb.
Sei il responsabile commerciale dell’impresa Prandelli Santo Srl, che da tre generazioni opera nel settore delle demolizioni speciali e bonifiche ambientali. Hai iniziato da giovanissimo a lavorare e oggi sei anche l’amministratore unico di altre due società legate al recupero rifiuti inerti non pericolosi e recupero di cave dismesse. Quale consiglio daresti ad un giovane che ha intenzione di intraprendere la carriera da imprenditore?
Non guardare mai l’orologio, impegnarsi a capire quello che si dice e cercare di apprendere ciò che ci viene detto. Il settore dell’edilizia è complesso e finanziariamente devi avere anche un budget in grado di sostenere l’impresa. Però è un settore remunerativo in cui se investi risorse nel modo corretto, sicuramente avrai un ritorno. Ma è necessario restare sempre aggiornati, il settore cambia di frequente così come le normative, occorre saper gestire anche la base della contrattualistica e avere alle spalle una conoscenza data dalla famiglia ti permette di farlo con più facilità.
Per l’imprenditore è importante capire dove va il mercato ed essere lungimirante verso le tendenze future. Non bisogna fare tante cose, ma offrire opzioni complementari fra loro in grado di fornire un servizio completo al committente. L’idea di partecipare a nuove società di legate al mondo del trattamento rifiuti e del recupero di cave dismesse è nata dopo un’analisi sul mercato per individuare il settore più interessante e necessario nella nostra area di riferimento.
Come vedi il settore da qui a 20 anni?
La tecnologia che verrà sarà molto più efficiente di quella che immaginiamo al giorno d’oggi. Nel movimento terra, ad esempio, immagino che le macchine potranno divenire totalmente autonome, anzi in parte lo fanno già, con i sistemi di livellazione semi-automatica 2D e 3D. Se si è arrivati sin qui in pochi anni, credo che tra venti anni le macchine potranno divenire realmente autonome in certi tipi di settori.
Come incide l’esperienza associativa nel lavoro di ogni giorno?
Può incidere parecchio, perché crea connessioni che aprono opportunità di business. Con i cambiamenti repentini che caratterizzano il nostro settore, parlandone insieme e facendo massa critica sulla risoluzione di un tema si possono risolvere grandi problemi. La vita associativa è anche divertente, perché ti permette di condividere le esperienze confrontandoti con quelle degli altri, che possono servire da spunto per superare alcuni ostacoli lavorativi. Inoltre, frequentando i giovani imprenditori di tutta Italia puoi conoscere soluzioni applicate in altri territori e che potrebbero essere condivise anche nella tua area.
Quali sono le azioni sulle quali il Gruppo Giovani sta lavorando?
Stiamo lavorando tanto sulla scuola e sui giovani, perché vogliamo diventare parte attiva nel processo di avvicinamento al settore. Abbiamo dato inizio ad un ciclo di incontri negli istituti tecnici e geometri, inclusi gli open day di Eseb, per portare un esempio dell’edilizia e far capire come si è evoluta. Un altro obiettivo è la sostenibilità che ha assunto ormai un ruolo di centralità nell’economia globale e diventerà un fattore imprescindibile per le imprese. Per questo ci stiamo attivando per conoscere le buone prassi dell’edilizia sostenibile presenti sul nostro territorio. Siamo stati nei cantieri più innovativi della Provincia, come quello dell’alta velocità, per scoprire pratiche e sviluppi del concetto applicato nel cantiere. Ne organizzeremo altri ben presto. Infine, solo per concetto ma non per importanza, continua il nostro impegno nella digitalizzazione delle imprese. Affianchiamo Eseb per lo sviluppo e l’implementazione di Check, la piattaforma che aiuta a gestire e organizzare il cantiere in modo digitale. In questo è importante anche l’azione di diffusione nel territorio provinciale ma anche nazionale. La piattaforma gode ad oggi del supporto di Ance a livello nazionale e anche di altre casse territoriali che hanno scelto di acquisirla. Il suo utilizzo potrebbe permettere a molte imprese di velocizzare e semplificare la gestione della documentazione e ridurre notevolmente le tempistiche burocratiche.
Infine, tre caratteristiche che deve avere un giovane per avere successo nel settore?
Determinazione, fame e fortuna.
Inizia a svilupparsi anche nel settore digitalizzato delle costruzioni l’espressione Digital twin, o meglio gemello digitale, una simulazione informatica e informativa di un oggetto del mondo reale. Qualsiasi
elemento costruito, dal mattone alla città, è infatti suscettibile di essere rappresentato da un suo omologo digitale che non solo ne riproduce le geometrie ma – e questo è uno dei principali punti di contatto con la metodologia Bim – è
digitalizzazione Digital Twin nel mondo delle costruzioni
di Valentina Epifani
in grado di raccogliere una quantità e tipologia di informazioni ad esso collegate infinite. Per comprendere meglio lo strumento e i vantaggi che può apportare la sua applicazione nel settore dell’edilizia, abbiamo intervistato
Alessandro Vitale, architetto e cofondatore di DVision Architecture, società bresciana pionieristica nell’applicazione della metodologia Bim nel settore delle costruzioni.
creando anche i collegamenti dei flussi delle informazioni che partono dai dispositivi e arrivano al progetto del modello. Manca solo l'ultimo step che è l'analisi e l'interpretazione di questi dati attraverso degli algoritmi.
Il Digital Twin può essere realizzato in qualsiasi momento?
Sì, si può anche creare prima o addirittura dopo che è partito il cantiere.
A differenza del modello Bim che comporta una riproduzione statica dell’edificio, con al suo interno la raccolta delle informazioni di quello che sarà il costruito, il Digital Twin invece rappresenta lo stato del suo funzionamento
Architetto Alessandro Vitale
Cosa vuol dire Digital twin? È una rappresentazione virtuale aggiornata di un asset fisico in esercizio che può essere un edificio o un manufatto. Per essere realizzato è essenziale che l’oggetto esista nel mondo reale. A differenza del modello Bim che comporta una riproduzione statica dell’edificio, con al suo interno la raccolta delle informazioni di quello che sarà il costruito, il Digital twin invece rappresenta lo stato del suo funzionamento. Attraverso la raccolta
dei dati dell’oggetto che avviene grazie all’installazione di una serie di sensori, vengono monitorate le performance dell’edificio, come se questo fosse un elemento vivo. Rappresenta quindi un collegamento tra il mondo virtuale e il mondo reale.
Quali sono le fasi di realizzazione di un gemello digitale?
Il primo passo è la creazione di un modello virtuale di dati dell'opera da realizzare. Si passa poi alla riproduzione dell'oggetto e all’aggiornamento del modello virtuale Bim del manufatto. In seguito, vengono installati fisicamente nell’edificio i sensori che serviranno a raccogliere i dati,
Quali dati possiamo raccogliere? Sono tantissimi come i suoi ambiti di applicazione. Ciò che ci interessa è in realtà capire se l’edificio che il progettista ha realizzato sta funzionando nel modo corretto rispetto a come è stato concepito. Possiamo valutare le performance energetiche dell’involucro, oppure il comportamento acustico interno. Oppure, se l’edificio è stato progettato per accogliere un certo numero di persone, è possibile capire quante ne ospita effettivamente e valutare se gli impianti siano sufficienti o necessitino di un’implementazione. È importante comprendere quale parte del fenomeno ci interessa esaminare, per poi individuare i dati utili all’analisi.
Quando è utile utilizzarlo e quali sono i vantaggi?
Il Digital twin è collegato asset management dell’immobile, perché permette di intervenire nel momento migliore sull'edificio per garantire la massima tenuta di valore nel tempo. Ogni immobile ha un valore intrinseco che negli anni varia, diminuendo in
funzione del suo degrado. Ma se interveniamo ripristinandolo e riqualificandolo possiamo tornare a rialzare il pregio. Le riqualificazioni possono essere interventi sistemici oppure puntuali, dalla ristrutturazione fino alla manutenzione. Il Digital twin, ci permette di prevedere il momento in cui avverrà il guasto per mantenere una continuità ottimale della fruizione dell'edificio e quindi il suo valore nel tempo.
Chi è il principale incaricato per la creazione di un Digital Twin?
Non c’è un singolo soggetto che se ne occupa, ma la creazione è distribuita sulla filiera. Occorre un team a partire dal
progettista che dà il via alla creazione del modello Bim, all’impresa che realizza fisicamente l’edificio, inclusi gli installatori che si occuperanno della sua sensorizzazione.
Poi il modello deve essere passato ad un gestore, che può trattarsi della stessa committenza o di un terzo, che attua l’analisi dei dati incrociandoli fra loro mediante algoritmi.
Occorre una formazione specifiche per la corretta creazione e applicazione del digital twin?
Chiunque abbia delle competenze sul Bim può apprendere e imparare come creare un modello digitale. Ad oggi ci sono anche dei corsi di
formazione, ma sempre subordinati a corsi di specializzazione nell’ambito del Bim. Nell’ambito delle costruzioni il Digital twin non ha ancora una sua identità autonoma, ma nel futuro assumerà sempre più importanza.
Il digital twin può essere anche un valido strumento nella corretta valutazione del ciclo di vita di un edificio?
Una volta attuato in tanti manufatti sarà lo strumento principe per determinare il perfezionamento del ciclo di vita di un edificio. Anzi permetterà di garantire la maggior tenuta nel tempo dell'edificio e quindi ne allungherà la durata.
La creazione di un digital twin è costosa?
Occorrono tempo e numerose risorse e nella valutazione dell’immediato i costi sono significativi. Ma se si considera nel lungo periodo il risparmio generale o indotto che ne potrebbe derivare, si potrà solo guadagnarci. Ad esempio prevedendo il momento in cui si verificherà un guasto, si può agire ancora prima che questo avvenga, con un risparmio di tempo e di soldi. Oppure negli ospedali in cui abbiamo altri livelli di rischio come la sopravvivenza delle persone, il digital twin può essere decisivo nei sistemi di sicurezza in caso di emergenza. I vantaggi, quindi, superano di gran lunga i costi.
Quanto è conosciuto questo strumento e qual è il suo futuro?
È un argomento di cui se ne parla tanto. Altri settori lo utilizzano e con successo, ma nell’edilizia e nel panorama italiano non si comprendono ancora le sue potenzialità. Se il settore riuscirà a fare propria questa transazione verso la digitalizzazione, il Digital twin potrà essere la chiave del progresso.
DVision Architecture, nota come DVA, è la società di progettazione, architettura e ingegneria, con base a Brescia, fondata nel 2015 dai soci Armando Casella, Pietro Bianchi, Andrea Solazzi, Renato Simoni, Marco Merigo e Alessandro Vitale. Sin dalla sua nascita lo studio ha fatto del Bim il proprio core business, specializzandosi nel settore sino a diventare una realtà di punta nel panorama del costruito locale e nazionale. Pietro Bianchi, Presidente di DVArea, socio fondatore di DVA e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia, ha risposto per noi ad alcune domande sul futuro sviluppo dello strumento applicato alle costruzioni.
Architetto Pietro Bianchi
La vostra realtà a Brescia è stata la prima a scommettere sulla trasformazione digitale del processo costruttivo. Coniugare la progettazione con lo sviluppo di procedure Bim quali vantaggi può apportare per le imprese e gli stessi committenti?
I vantaggi sono molteplici a partire dalla prime fasi della progettazione sino alla previsione degli sviluppi futuri. Tra i benefici c’è sicuramente la possibilità, verificando ed approfondendo gli scenari possibili, di controllare e simulare tempi e costi nella realizzazione dell’edificio. La metodologia consente altresì, con maggior facilità, di poter fare della value engineering del progetto, qualora richiesta, ottimizzando i sistemi e le metodologie costruttive tenendo conto anche degli aspetti legati alla sicurezza. Poco approfondito e non ancora completamente esplorato nelle sue potenzialità è invece ciò che attiene la fase successiva alla realizzazione di un’immobile, ossia la gestione, manutenzione e il ciclo di vita
dell’edificio stesso; aspetto che rappresenta, a mio avviso, la vera innovazione di questa metodologia.
Qual è il futuro delle imprese sotto questo aspetto?
Nel futuro l’uso del Bim nel settore delle costruzioni sarà imprescindibile, lo vediamo anche con la sua progressiva introduzione nel codice degli appalti pubblici.
Le imprese stanno cercando di adeguarsi, ma le realtà medio piccole sono più in difficoltà, in quanto sono richieste risorse ingenti di personale e investimenti.
Questo non vuol dire che per loro non sarà possibile approcciare lo strumento, semplicemente sarà necessario organizzarsi in maniera diversa aggregandosi e trovando sistemi di collaborazione. e condivisione.
Il tessuto imprenditoriale bresciano come si approccia all’introduzione di queste nuove tecnologie?
L’intera filiera delle costruzioni si sta adeguando all’utilizzo del digitale nei processi produttivi, ognuno in base alle proprie possibilità. Probabilmente anche con l’ingresso nelle aziende delle nuove generazioni, facilitate nell’approccio con le nuove tecnologie, il processo di trasformazione sarà più rapido.
Quali cambiamenti sono necessari per crescere?
È necessario fare cultura a partire da ciascuno di noi all’interno delle proprie aziende. Su tale tematica le associazioni territoriali ricoprono un ruolo fondamentale. Un esempio stimabile sul nostro territorio è Campus edilizia Brescia che con il suo ruolo trasversale, sta portando cultura tra le imprese ed i professionisti nell’ambito della digitalizzazione, attraverso attività di sensibilizzazione e divulgazione coinvolgendo tutti gli
ance brescia
Dai notiziari mensili di novembre e dicembre 2022, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di tributi, economia, lavoro e lavori pubblici. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it
LAVORI PUBBLICI
novembrePubblicazione tabella monitoraggio prezzi Ance Brescia/Acb
Ance Brescia e Acb (Associazione dei Comuni bresciani) hanno costituito un tavolo provvisorio di monitoraggio di alcuni prezzi delle lavorazioni edili considerati spesso rappresentativi delle variazioni delle categorie di lavoro a cui appartengono. Ritenuto che, senza alcun valore ufficiale, l’esito di tali elaborazioni possa costituire uno strumento a disposizione delle parti per potere rinegoziare il sinallagma contrattuale, il gruppo di lavoro composto dai rappresentanti scelti dalle due associazioni ha realizzato una tabella dei prezzi delle
lavorazioni edili che si rende disponibile gratuitamente sul sito di Ance Brescia.
novembre - Caro materiali. Il Consiglio di Stato conferma le contestazioni Ance alle rilevazioni dei prezzi del decreto Mims
Il Consiglio di Stato, con Ordinanza n. 6978 del 14 ottobre 2022, in sede cautelare, ha
confermato la sentenza del Tar Lazio 7215/2022, con la quale quest’ultimo aveva accolto il ricorso proposto da Ance avverso il decreto del Mims dell’11 novembre 2021, recante la “Rilevazione delle percentuali, in aumento o diminuzione, superiori all’8 per cento, verificatesi nel primo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più
significativi”. Il Consiglio di Stato ha infatti rigettato l’istanza cautelare richiesta dal Mims contro la sentenza del Tar che lo scorso giugno aveva bocciato i dati di aumento del prezzo rilevati su 15 prodotti chiave per il mondo delle costruzioni e aveva imposto al Mims un supplemento di istruttoria finalizzato a formulare secondo una metodologia più adeguata le rilevazioni
dei prezzi dei materiali oggetto di contestazione. Il testo completo dell’Ordinanza è caricato sul sito dell’Associazione.
novembreAnac conferma il parere Ance: in mancanza della clausola della revisione dei prezzi, deve essere annullata la gara
Richiamo dell’Anac a un maggiore rigore nell’indizione delle gare per assicurare la corretta applicazione delle norme sulla revisione dei prezzi approvate nell’ultimo periodo a fronte degli
aumenti eccezionali dei costi dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni. Nella nota a firma del presidente Giuseppe Busia con cui vengono rilevate illegittimità e criticità nel bando di gara per la ristrutturazione della rete idrica di Agrigento, l’Autorità ricorda che per le procedure di affidamento dei contratti pubblici indette fino al 31 dicembre del 2023 le stazioni appaltanti sono tenute all’inserimento della clausola di revisione dei prezzi prevista dal decreto sostegni ter. Per qualsiasi la notizia
completa si rimanda al sito di Ance Brescia.
ECONOMIA
novembreBando Rigenera. Assegnazione delle risorse
È stata pubblicata sul Burl il “Bando RIGENERA — Contributi per il contenimento dei consumi energetici delle strutture pubbliche attraverso l’integrazione con impianti a fonte rinnovabile”. Il provvedimento corregge la graduatoria delle domande ammesse e l’elenco delle domande non ammesse, pubblicati in precedenza e provvede all’assegnazione dell’ulteriore dotazione di 13.903.966 euro a favore dei beneficiari, subordinando l’impegno delle risorse all’invio dell’atto di accettazione sul sistema Bandi online e del codice Cup relativo ad ogni intervento finanziato.
rispetto dei quali i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e demolizione e gli altri rifiuti inerti di origine minerale, sottoposti a operazioni di recupero, cessano di essere qualificati come rifiuti, ai sensi dell’art. 184 ter, del D.Lgs. 152/2006 (Codice dell’ambiente). Il decreto è entrato in vigore il 4 novembre, ma per i successivi sei mesi è sottoposto ad una fase di monitoraggio.
TRIBUTI
novembreCessione bonus fiscali. In caso di frode la Cassazione ammette il sequestro dei crediti d’imposta
reato” che ha coinvolto il beneficiario originario del bonus. Le Sentenze rendono sempre più evidente la necessità di affidarsi a imprese serie e solide che garantiscano la regolare ed effettiva esecuzione dei lavori e i corretti adempimenti nella procedura di cessione dei crediti. Le norme sulla necessità della Soa, della congruità della manodopera utilizzata e dell’indicazione dell’uso del contratto collettivo, fortemente volute dall’Ance, rappresentano un deciso passo avanti verso questa direzione.
AMBIENTE
novembreRifiuti da costruzione e demolizione: dal 4 novembre in vigore i nuovi criteri per il recupero
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto n. 152 del 27 settembre 2022 che stabilisce i criteri nel
In presenza di frode riguardante la spettanza dei bonus fiscali in capo ai beneficiari originari, è legittimo disporre il sequestro preventivo dei corrispondenti crediti d’imposta, anche se i cessionari risultano estranei al reato e, nell’acquistarli, hanno agito con buona fede. Queste le conclusioni cui giunge la Corte di Cassazione in cinque diverse Sentenze, tutte dello scorso 28 ottobre. A parere della Corte, i crediti ceduti costituiscono un’evoluzione del diritto alla detrazione e, pertanto, devono considerarsi comunque “cosa pertinente al
LAVORO novembre - Inps. Riduzione contributiva 11,50% ex art. 29, Legge 341/95: istruzioni applicative per l’anno 2022
Il Ministero del Lavoro, con decreto del 5 settembre scorso, emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle finanze, ha confermato nella misura dell’11,50% la riduzione contributiva, riferita all’anno in corso, a favore delle imprese edili. L’Inps ha diramato una circolare, commentata sul sito Ance Brescia, con le indicazioni operative necessarie ai datori di lavoro per procedere all’immediata applicazione della predetta riduzione contributiva.