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Rifugio Europa: Un vero caso di confine

Un vero caso di confine

Il rifugio Europa - Landshuter sarà demolito e ricostruito

Il rifugio sito a 2693 m di altitudine esattamente sul confine tra la Val di Vizze e la Vennertal, costruito nel 1899 è consumato dal tempo e dalla natura, dovrà ora essere demolito e ricostruito.

Ormai le profonde crepe che attraversano i vecchi muri di pietra e le fondamenta sempre più instabili fanno notare i suoi 121 anni. È arrivato il momento di fare qualcosa. Ma cosa?

Uno sguardo al passato

Il turismo alpino fiorì quando alcuni entusiasti alpinisti della sezione di Landshut dell’associazione alpina tedesca e austriaca DÖVA nel 1899 costruirono la Landshuterhütte che sorge a sud della Gerla/del Kraxentrager, al culmine dello spartiacque. Ovviamente a quei tempi nessuno poteva immaginare quale destino sarebbe toccato all’edificio. Quando nel 1919 dopo la I guerra Mondiale l’Alto Adige divenne territorio italiano il rifugio fu letteralmente diviso in due: il confine divideva l’edificio in due parti, la parte orientale su territorio austriaco – circa un terzo – rimase al DAV di Landshut, mentre la parte su territorio italiano venne data al Ministero della Guerra come ricompensa di guerra e divenne successivamente proprietà della frazione Alta Val di Vizze; nel 2021 il rifugio è passato alla provincia. Questa complessa situazione giuridica non ha facilitato la gestione del rifugio, e la seconda guerra mondiale e l’occupazione militare del rifugio negli anni ‘60 hanno reso l’impresa ancora più difficile. Nel 1961, la parte austriaca è stata ristrutturata e gestita a intervalli. Negli anni ‘80, il CAI Vipiteno ha iniziato a ristrutturare la parte italiana del rifugio, in collaborazione con il DAV di Landshut. Nel 1989 - giusto in tempo per il 100° anniversario - i lavori furono completati

e la gestione fu assunta dalla famiglia Holzer della Val di Vizze. Fu lì che venne dato anche un nuovo nome al rifugio come simbolo della cooperazione transfrontaliera. “Il rifugio Landshut Europa aiuta a collegare le persone che condividono i valori europei al di là dei confini territoriali”, così Massimo Bessone, assessore provinciale all’edilizia e al patrimonio, sottolineando l’importanza del rifugio.

Riguardo al futuro

Tuttavia, lo spirito di ottimismo non può nascondere le cattive condizioni strutturali del rifugio. Negli ultimi 20 anni, il CAI Vipiteno ha investito circa 230.000 euro per permettere la gestione del rifugio, di cui circa 100.000 euro nel 2005 e nel 2011 per il consolidamento statico e circa 20.000 euro nel 2008 per la ristrutturazione del locale invernale. Nel 2017/18, sono stati destinati al consolidamento altri 70.000 euro. Tuttavia, il danno strutturale era così grave che è stato necessario trovare una nuova soluzione. Nel 2019 e 2020 è stata effettuata un’indagine geologica dall’Ufficio provinciale Geologia e prove materiali, in collaborazione con la facoltà di ingegneria Bau Geo Umwelt dell’Università tecnica di Monaco, e sono stati studiati i movimenti del

terreno per ottenere informazioni sulla causa dei danni strutturali al rifugio. Queste indagini sono state finanziate nel quadro di un piccolo progetto Interreg del Consiglio Interreg Wipptal. “Un’indagine dettagliata ha riguardato l’andamento delle crepe e i vettori di movimento delle strutture statiche dell’edificio, è stata fatta anche una scansione laser su tutti i lati”, così Volkmar Mair, dall’Ufficio provinciale Geologia e prove materiali. “Infine sono state effettuate le misure di movimento della struttura principale, dei locali adiacenti e delle rocce nelle immediate vicinanze, nonché la mappatura geologica, strutturale e geotecnica dell’intero crinale roccioso e le indagini geoelettriche e sismiche del sottosuolo”. Il risultato: i danni sono dovuti principalmente ai forti movimenti di flusso sia a nord che a sud. Inoltre, ci sono cavità sotto il rifugio in cui penetra l’acqua, il che provoca sia movimenti che un indebolimento delle fondamenta. Il 15 novembre 2019, su iniziativa del Consiglio Interreg, si sono tenuti i primi colloqui nell’ambito del progetto Interreg Fit4Co (Fit for Cooperation) per discutere il futuro del rifugio. Al fine di garantire un funzionamento sostenibile ed economicamente valido del rifugio, sono successivamente state sviluppate da un gruppo di lavoro appositamente istituito diverse varianti: ristrutturazione o nuova costruzione in un luogo diverso? “Abbiamo discusso a lungo su come procedere”, dice Adriano Zanella, vicepresidente del CAI Vipiteno. “Conservare il vecchio rifugio sarebbe stato naturalmente il nostro obiettivo prioritario, non solo per ragioni storiche, ma anche per ragioni morali, per rispetto dei padri fondatori e dei numerosi membri del CAI Vipiteno che per decenni hanno sacrificato molto tempo ed energie su base volontaria per la gestione dell’edificio”. Tuttavia, ci si è resi conto che una ristrutturazione sostenibile del rifugio esistente era fuori discussione a causa della complessa struttura del sottosuolo, ma anche per ragioni di costo. Gli esperti sono dell’opinione che si possa realizzare una nuova struttura, tenendo conto delle linee guida per la costruzione in aree di permafrost. Pertanto, è stato deciso di demolire e ricostruire l’edificio. Il 1° ottobre 2020 è stato firmato un protocollo di accordo sul futuro del rifugio Europa, che costituisce le linee guida per le azioni future. La procedura amministrativa sarà curata dalla fondazione “Landshuter Europahütte” con sede nel comune di Val di Vizze, la cui istituzione è stata decisa nella primavera del 2021. Peter Trenkwalder (Provincia Autonoma Alto Adige/CAI Vipiteno), Martin Knapp

(Alpenverein Alto Adige), Georg Grösch e Bernhard Tschochner (DAV Landshut) e Doris Hallama (Provincia del Tirolo) faranno parte del consiglio della fondazione. La fondazione, in futuro, appalterà anche la gestione del rifugio.

Nuova posizione

Il rifugio Europa sarà realizzato probabilmente nelle immediate vicinanze dell’attuale costruzione, leggermente spostato a sud-ovest, motivo per cui devono essere coinvolte le commissioni di protezione dei confini del ministero degli esteri di Roma e di Vienna. Il terreno lì è più piano, quindi il pericolo di scivolamento è minore. Il geometra Franco Dal Molin ha effettuato rilevamenti della zona. Non ci sono ancora piani concreti per la realizzazione dell’edificio. Deve essere bandito un progetto funzionale. Per ridurre al minimo i tempi di realizzazione, l’edificio sarà probabilmente una struttura prefabbricata in legno. Non è ancora possibile stimare quanto tempo richiederà il lavoro, probabilmente una o due stagioni estive. “Di fondamentale importanza sono le fondamenta del rifugio”, dice Adriano Zanella. “Altrettanto importante è la tecnologia, come la raccolta dell’acqua piovana e la logistica. Inoltre, l’edificio dovrebbe essere autosufficiente dal punto di vista energetico”. Per quanto riguarda la fornitura di acqua potabile, è necessario avviare un progetto per soddisfare le richieste dell’autorità sanitaria o del dipartimento di igiene. Durante una riunione del gruppo Fit4Co a luglio, è stato sottolineato che il punto di forza del rifugio continua ad essere il confine italo-austriaco che attraversa la struttura. Pertanto, è importante che “nel nuovo edificio, il confine sia reso visibile in ogni stanza”, così Hans Peter Santer dell’Ufficio provinciale Edilizia Est. Inoltre, su suggerimento di Matthias Fink dell’Euregio Tirolo (GECT), nel nuovo rifugio si dovrebbe prestare attenzione agli elementi locali, come la quarzite argentata della Val di Vizze. Inoltre secondo Andrea Barbari, presidente del CAI di Vipiteno, bisogna tenere conto anche delle numerose pubblicazioni del CAI che trattano la storia del rifugio Europa. L’attuale rifugio è composto dal piano terra e da due piani superiori e ha un volume di circa 1.800 m3. La parte italiana ospita 56 posti e 46 posti letto, la parte austriaca 16 posti e 21 posti letto. “Nel nuovo rifugio ci dovrebbero essere al massimo 80 posti a sedere e 80 posti letto”, dice Adriano Zanella. “I locali comuni e le camere da letto dovrebbero, secondo me, essere rivolti a sud per approfittare della luce diretta del sole. La sala da pranzo dovrebbe essere pianificata in modo da poter essere divisa se necessario, per poter essere utilizzata anche come sala per seminari”. Il costo stimato per la costruzione del Rifugio Europa è di circa quattro milioni di euro, metà dei quali saranno sostenuti dai proprietari - la Provincia Autonoma di Bolzano e il DAV Landshut. Non è stato ancora chiarito se, per gli alpinisti, durante i lavori di costruzione sarà disponibile un rifugio temporaneo. Tuttavia, i comuni interessati di Val di Vizze e Gries am Brenner, così come l’Europa Region Tirolo-Alto Adige-Trentino e il Consiglio Interreg Wipptal hanno promesso il loro pieno sostegno per quanto riguarda i lavori di costruzione.

Previsto un sistema a fune per i materiali

Per facilitare il lavoro, si sta considerando la costruzione di una teleferica temporanea per il materiale. Il prolungamento della strada forestale esistente renderebbe il lavoro di costruzione più indipendente dal meteo, il trasporto sarebbe più economico e ci sarebbe una maggiore capacità di trasporto rispetto a quella effettuabile in elicottero. In caso di emergenza, potrebbe anche essere usata per trasportare eventuali feriti. Una teleferica per materiale sarebbe inoltre vantaggiosa e più economica per i gestori.

Quando sarà pronto?

Ci sono grandi progetti per il simbolico rifugio Europa. Se tutto va secondo i piani, entro quest’anno sarà bandito un concorso per la pianificazione. Tuttavia, ci vorrà del tempo prima che i primi scalatori possano riposare nel nuovo edificio. “Certo, il 125° anniversario nel 2024 sarebbe una bella occasione per la nuova apertura”, dice Adriano Zanella. “Tuttavia, ci aspettiamo di poter celebrare la posa della prima pietra tra tre anni”. L’apertura del nuovo rifugio Europa è prevista per il 2025. È e resta un vero caso di confine.

La Joe Smith Brass’n Sax ha entusiasmato il pubblico

Il mese scorso, nella Chiesa Parrocchiale di Mareta, ha avuto luogo un concerto della Joe Smith Brass’n Sax, un gruppo musicale di soli ottoni composto da Chris Haller al sassofono, clarinetto e flauto, Walter Plank alla tromba, Peppi Haller al trombone, eufonio e tromba e da Wolfgang Rabensteiner alla tuba. Un programma di musiche classiche e barocche, jazz, blues e swing, intrecciato a 4 storie raccontate con maestria e dolcezza, intercalando la lingua italiana e tedesca, da Heike Vigl. Il concerto ha entusiasmato il folto pubblico presente che ha applaudito molto con il risultato che per ben tre volte il gruppo ha dovuto concedere il bis. Le musiche erano abilmente collegate ai racconti e uno di questi riguardava “lo specchio” uno strumento di seduzione o simbolo di menzogna. La narratrice ha saputo mettere in risalto i molteplici aspetti di tale simbolo e di come questo, con le sue passioni e proiezioni, sia in grado di influenzare la nostra sensibilità. Figura di spicco di tutte le storie la donna che, al di là della sensualità richiamata dal programma, ne esaltavano la sua bellezza e, soprattutto, saggezza “basata sulla compassione, sul riconoscimento che l’amore è più ricco dell’odio e la generosità più ricca dell’accumulare ricchezze” (La donna cirmolo). I brani musicali che seguivano le storie, grazie alla bravura dei musicisti, non erano di semplice sfondo ai racconti, ma diventavano protagonisti della serata. Particolarmente apprezzate le esecuzioni di “Danny Boy” e “Libertango”, con arrangiamenti di Chris Haller, a conclusione della serata ”My Way” ha mandato tutti a casa soddisfatti di aver ascoltato della buona musica.

Udienza della difensora civica

presso la sede dell'Ispettorato all'agricoltura, via Stazione 2 a Vipiteno, venerdì, 24 settembre 2021 dalle ore 9.00 alle ore 12.00, appuntamento necessario. Per informazioni: tel. 0471 946020.

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