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Il Salotto. God bless Nutella
Giovanna Marzo
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Sapremo riformare la burocrazia? Stiamo per entrare nel nuovo anno che, confidando sia messa sotto controllo l’epidemia globale, ci vedrà impegnati nell’avvio di una ripresa che dovrà essere stabile e consentirci di tornare a una solida crescita sostenibile, grazie alla quale sarà possibile porre rimedio ai danni, non soltanto economici, dell’emergenza sanitaria. L’italia, in particolare il suo sistema imprenditoriale, come riferiamo nelle pagine successive di “Made In Cuneo”, dopo la prima ondata di contagi ha dimostrato di saper reagire con una vitalità forse inattesa e ancor meglio ha fatto la provincia Granda. Il Covid-19 poi ha di nuovo portato alle restrizioni anticontagio che ci costringono a vivere il periodo delle festività come non l’abbiamo mai vissuto e come non dimenticheremo. Ma lo sguardo va al futuro, con la ferma volontà di non arrenderci. Lo dobbiamo, in particolare, alle nuove generazioni. Ai fini del rilancio dell’economia nazionale un ruolo fondamentale sarà svolto dagli ingenti fondi comunitari in arrivo. Per incassarli, sono state programmate 500 mila assunzioni nella pubblica Amministrazione, per quello che dovrebbe essere un drastico rinnovamento della burocrazia italiana. Affronto il tema anche in virtù del ruolo che mi è stato attribuito nell’Ente camerale cuneese, il quale mi ha consentito di apprezzare le capacità e l’impegno costante dei dipendenti. Occorre sgombrare il cambo dai pregiudizi, senza per questo voler minimamente negare i macroscopici quotidiani problemi di inefficienza con cui tutti abbiamo a che fare: i nostri lavoratori pubblici non sono troppi, rispetto a quelli degli altri Paesi europei. La Norvegia ne ha 160 ogni mille abitanti, la Danimarca oltre 140, più o meno come la Svezia, e la Finlandia 115. Più di noi ne hanno God bless Nutella! i nostri noti livelli di masochismo, abbiamo ricevuto in dono da Madre Natura uno degli inverni più nevosi di sempre, senza poter sciare sulle nostre amate vette. Giacomo Leopardi avrebbe avuto materiale per anni. D’altra parte, se, come affermava Friedrich Wilhelm Nietzsche, «Ciò che non mi uccide mi rende più forte», cari ragazzi, dovremmo uscirne potenti come Dei dell’Olimpo. Più simili a Bacco che ad Apollo, perché, con grande ironia della sorte, seppure ristoranti e bar siano chiusi a seguito della pandemia, siamo tutti un po’ più tondeggianti, visto che trovare conforto nel cibo è l’ultimo baluardo di reminiscenza di Cari amici, vi immagino frustrati come me, nell’impossibilità di condividere un aperitivo con gli amici in uno dei vostri bar preferiti, sotto i portici delle nostre amate città. Costretti a una routine che ci fa sentire criceti in gabbia, eleganti criceti in tailleur del 2019, ma pur sempre in gabbia. Siamo fragili e sensibili, come non lo siamo mai stati, non soltanto per il Covid, ma poiché, in quanto cuneesi, non siamo per natura progettati per manifestare le emozioni, le chiudiamo sotto il paltò, dentro frasi di circostanza pronunciate con l’accento di Erminio Macario. Però le emozioni sono debordanti in tempi di pandemia e poi noi non siamo riusciti ad andare al mare quando avremmo voluto e il Fato, per non farci cadere in tentazione, a scanso di equivoci, ci ha anche fatto crollare la strada del Colle di Tenda e, come se non bastassero Francia, Regno Unito, Austria e convivialità che ci sia rimasto. le sciagure, per mettere alla prova Belgio. Noi ci attestiamo al sedice-Grazie a Dio, tra vini, formaggi, carsimo posto fra gli Stati dell’Ue, con ni, tartufi e altre innumerevoli preli56 dipendenti pubblici ogni mille batezze, le delizie non ci mancano abitanti, un terzo di quelli norvegesi, e tra tutti i cuneesi illuminati, non preceduti anche dalla Germania. saprei chi citare per primo, certo Nel 2018 erano 3.224.822, calati è che dovremo sempre ringraziare di ventimila unità rispetto all’anno quel grandissimo genio di Michele precedente e di ben 212.000 in Ferrero, per averci regalato il più confronto a dieci anni prima, cengrande antidepressivo naturale di tomila delle quali decurtate dagli tutti i tempi: la Nutella. organici delle Regioni. Il keskek, tradizionale piatto turco Il problema, grosso, viene dal fatto che non pare l’attuale pubblica Amministrazione sia in grado di gestire gli oltre 200 miliardi in arrivo da Bruxelles. Infatti, secondo il Forum Disuguaglianze Diversità, l’associazione Movimenta e il Forum Pa, la burocrazia italiana non è pronta ad affrontare l’enorme sfida che attende il Paese. I motivi? È sempre più anziana (l’età media continua a salire, oggi è prossima ai 55 anni e gli ultrasessantenni sono il 16,9% del tolate) ed è incapace di attrarre talenti giovani; chi vi lavora non è formato in modo adeguato (la maggior parte delle professionalità è sbilanciato verso profili giuridici); non si riscontra una propensione all’innovazione e neppure a utilizzare il confronto e la partecipazione per migliorare le proprie conoscenze. In definitiva la nostra Pa è troppo incentrata sul rispetto formale dei processi, invece che sul raggiungimento sostanziale di risultati che cambino in meglio la vita quotidiana di cittadini e imprese. Non possiamo più permettercelo e, quindi, ecco l’auspicio che coinvolge le già a base di frumento, ceci, fagioli citate nuove generazioni: la macchi-e carne è patrimonio Unesco, ma na dello Stato deve subito riuscire siamo onesti, cosa vi ha dato più a riformare e a modernizzare la gioia quando avete scoperto che burocrazia, selezionando i nostri sareste rimasti confinati in zona giovani migliori. La sfida del 2021 è rossa e avreste passato un’altra questa. Pasqua soli, con vostro marito e i vostri figli incarogniti dalla didattica a distanza: una scodella di keskek o un bel cucchiaio (rigorosamente mangiato di nascosto) di Nutella? Mauro GolaLo so che ne avete mangiato più di Presidente di Confindustria Cuneo uno, ma non lo dirò a nessuno.