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1956, quando Alba ospitò il primo Congresso mondiale degli artisti liberi
Nelle immagini gentilmente concesse dal Centro studi “Beppe Fenoglio”: il Consiglio comunale di Alba del 1956, con Osvaldo Cagnasso sindaco, e Pinot Gallizio all’opera con il figlio nel suo atelier di pittura industriale
L’incontro farà rivivere lo spirito di quel periodo di fermento che non si limitò a preludere all’Intermazionale situazionista, bensì tocco molti aspetti, com,presa l’imprenditorialità
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Convegno sugli eventi che resero il 1956 un anno storico Quando Alba ospitò il primo congresso mondiale degli artisti liberi
Cristina Borgogno
Con un anno di anticipo rispetto alla fondazione dell’Internazionale situazionista, movimento capace di lasciare, tra il 1957 e il 1972, un segno nel panorama artistico del ’900, fu Alba, su invito di Pinot Gallizio insieme con Piero Simondo, Elena Verrone e Asger Jorn, a ospitare, dal 2 all’8 settembre 1956, il primo Congresso mondiale degli
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Sotto: Bianca Roagna, direttore del Centro studi “Beppe Fenoglio” presieduto da Riccardo Corino, e l’avvocato Roberto Ponzio, cofondatore e presidente dell’associazione culturale “Giulio Parusso”
artisti liberi, segnando l’inizio di un’epoca di ricerca, rinnovamento e avanguardia nel mondo delle arti. Nel vasto programma che caratterizzerà Alba capitale della cultura d’impresa 2021, la confe-
PALA ALBA CAPITALE
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LUGLIO
ALBA ’56
renza “Alba ’56”, in programma il 5 luglio, sarà un momento dedicato a far rivivere, con il pubblico, lo spirito di quegli anni di fermento, quei giorni e quella stagione in cui la città capoluogo delle colline delle Langhe divenne la fucina di una rivoluzione culturale. A curare la conferenza saranno il Centro studi “Beppe Fenoglio”, che si sta preparando a vivere il centenario dello scrittore partigiano a partire dal primo marzo 2022 (giorno in cui Fenoglio avrebbe compiuto il secolo di
Il Centro studi “Beppe Fenoglio”
Promossa dall’Amministrazione civica per dotare la città e il territorio albese di uno strumento di studio, ricerca e divulgazione delle tradizioni letterarie, artistiche, storiche e culturali della zona, l’associazione Centro studi “Beppe Fenoglio” nasce nel 2003 con l’appoggio di enti istituzionali e imprenditori privati. Il Centro è collocato nell’edificio in piazza Duomo in cui lo scrittore visse dal 1928 al 1959, compresa la camera dove Fenoglio scrisse la maggior parte delle sue opere. Di fronte all’ingresso si trova il monumento ai ventitré giorni della città di Alba, opera di Umberto Mastroianni, in precedenza collocato in piazza Michele Ferrero. Il percorso espositivo inizia al piano terra con l’ingresso nella macelleria “Fenoglio” e prosegue al primo piano. Il secondo piano è dedicato al pittore Pinot Gallizio, alla storia locale e all’arte del territorio albese. Qui è custodita “L’anticamera della morte”, eccezionale installazione realizzata da Gallizio nel dicembre 1963. L’intitolazione a Beppe Fenoglio del Centro, il quale oggi conta 36 soci pubblici e privati, significa innanzitutto che la figura e l’opera dello scrittore costituiscono la centralità dell’attività dell’associazione, ma non escludono, anzi valorizzano e favoriscono, lo studio e la ricerca in merito a tutte le altre tematiche. Il Centro studi custodisce circa duemila volumi, catalogati e descritti per una migliore consultazione.
vita), e l’associazione culturale “Giulio Parusso” che tre anni fa organizzò l’evento “Che imprevedibile situazione!” a cui prese parte, in una delle ultime sue apparizioni pubbliche, Piero Simondo, tra i fondatori dell’Internazionale situazionista, deceduto nel novembre 2020 all’età di 92 anni. «Quello che visse Alba in quel periodo fu qualcosa di straordinario: una sorta di anticipazione del boom economico e culturale in un grande borgo di poco più di 16 mila abitanti e nella terra de “La malora”», dice Bianca Roagna, direttore del Centro studi. «L’arrivo di quegli artisti in città avviene in un mondo “che si sta imborghesendo” come racconta Fenoglio nei suoi scritti. Nel 1954, nei suoi diari afferma: “Una superba volontà di fare mi gonfia tutto, ma non ho il bersaglio su cui puntare
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Le due fotografie sono relative all’evento “Che imprevedibile situazione!” promosso dall’associazione “Giulio Parusso”, a cui prese parte, in una delle ultime sue apparizioni pubbliche, Piero Simondo (nell’immagine a destra), tra i fondatori dell’Internazionale situazionista, deceduto nel novembre 2020 all’età di 92 anni
come un proiettile”. Ecco, in quel momento, finita la guerra, c’era la necessità di esplodere. Ed è allora che iniziarono le epiche storie dell’industria albese, dove sappiamo che non ci sarà solo volontà di fare impresa, ma di farne una cultura». Artista, ma prima ancora farmacista e anche consigliere comunale, Pinot Gallizio scrisse che in quel settembre 1956 «si produsse nella città di Alba una enorme sconosciuta reazione chimica». «Nello stesso anno dell’invasione dell’Ungheria, della tragedia dell’“Andrea Doria” e della prima sentenza della Corte costituzionale presieduta da Enrico De Nicola, quando il Real Madrid vince la prima Coppa dei campioni e Grace Kelly sposa il principe Ranieri, la città Alba, dove è da poco stato eletto sindaco Osvaldo Cagnasso, ospita il primo Congresso mondiale degli artisti liberi che si divide tra il municipio e il politeama “Corino”, proprio in faccia a casa Gallizio», racconta l’avvocato Roberto Ponzio, presidente dell’associazione “Parusso”. «La storia inizia però quattro anni prima, quando Gallizio incontra il giovane artista Simondo, ceramista e pittore ligure, piemontese d’adozione, allievo di Felice Casorati, che si trova ad Alba per la fidanzata, Elena Verrone. Chi avrebbe potuto pensare che, da quel momento, la cittadina piemontese si sarebbe trasformata in un centro europeo di avanguardia artistica?».
Nata per salvaguardare, tutelare, valorizzare e diffondere il patrimonio culturale, in tutte le sue espressioni, con particolare riferimento al territorio di Alba, Langhe e Roero e all’opera e agli studi dello storico, giornalista e animatore culturale a cui è intitolata, l’associazione culturale “Giulio Parusso” è stata costituita nel 2016, a due anni dalla morte improvvisa del responsabile dell’ufficio stampa del Comune e già direttore del Centro studi “Beppe Fenoglio”. I soci fondatori sono Lucia Tibaldi, Roberto Ponzio, Giuseppe Gobino, Pieruccio Cirio, Enzo Demaria, Francesco Corino, Ennio Berlinghieri, Renzo Marengo, Giovanni Roggia, Giorgia Barile e Luisa Bianchi. Tra gli obiettivi elencati nello statuto c’è la volontà di tramandare la memoria e l’opera di Parusso, conservarne ed eventualmente ristamparne la copiosa attività letteraria, di raccogliere i documenti e gli scritti non ancora resi pubblici, di digitalizzare il patrimonio culturale per renderlo accessibile e disponibile alla consultazione pubblica, di promuovere l’archiviazione e la conservazione fisica e digitale, di studiare e di diffondere l’uso di nuove tecnologie per il recupero, la conservazione e la diffusione dei beni culturali. Nei primi cinque anni di vita del sodalizio sono stati promossi diversi eventi e pubblicazioni importanti per custodire la memoria di ieri e contribuire, oggi e domani, a fare cultura.
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