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Una pietra miliare per l’editoria grazie ai quattro volumi voluti da Nino Aragno
I volumi pubblicati da Nino Aragno sull’economia cuneese Una pietra miliare per l’editoria
Fondata a Torino nel 1999 da Nino Aragno (foto a fianco), la casa editrice che ne porta il nome ha una politica editoriale originale, promuovendo collane di alta qualità e aprendosi alla collaborazione di vari Paesi europei
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Claudio Puppione
Quella di Nino Aragno è un’opera di altisimo merito e nessuno ha appigli per contraddire l’asserzione. Anzi, essa trova conferme definitive, come la medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte conferitagli nel 2013 dal presidente Napolitano, con la seguente motivazione: «Per l’originale e meritoria opera editoriale volta al recupero di testi fondamentali, spesso ac-
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LUGLIO
IL SISTEMA IMPRENDITORIALE CUNEESE
cessibili con difficoltà, della cultura umanistica italiana ed europea, oltre che per la valorizzazione della cultura contemporanea italiana». Bene, ora l’editore nato a Genola può fregiarsi anche di quella che è destinata ad attestarsi come una pietra miliare nel campo dell’editoria dedicata alla realtà cuneese: quattro volumi in cui si fotografa il sistema economico e imprenditoriale di questa provincia, offrendo ai lettori e anche agli studiosi un fermo immagine di rara completezza e di estremo interesse. Anna Castagnoli analizza “Il sistema imprenditoriale cuneese-Familismo morale ed etica del capitalismo diffuso”; Francesca Serravalle e Giuseppe Tardivo sono gli autori di “Agrifood e innovazione: un binomio vincente-Casi e best practices”; “Il ruolo determinante del settore agroalimentare nel processo di sviluppo del Cuneese-Storia, evoluzione e potenziali sviluppi innovativi” è frutto dell’elaborazione e della scrittura di Gabriele Santoro e di Alberto Ferraris; infine Sergio Soave ha coordinato la raccolta e la stesura delle “Storie di imprenditori cuneesi”, una serie di case history redatte da lui stesso e da numerosi giornalisti della Granda per portare alla ribalta anche il lato umano di alcuni dei protagonisti di un sistema L’analisi dei frutti di una diffusa cultura d’impresa che, come afferma lo storico Valerio Castronovo, ha portato la Granda a diventare un distretto ai vertici europei, non solo italiani. Insomma, una sorta di Baviera...
virtuoso che, agli occhi di chi se ne intende, potrebbe essere accostato alla Baviera, e senza il timore di sfigurare. Ma su questo torneremo. Prima dobbiamo annunciare che il citato poker di libri, pubblicati in contemporanea, sarà presentato nell’àmbito di Alba capitale della cultura d’impresa 2021, con la partecipazione
dell’editore, degli autori e di un parterre di ospiti di notevole rilievo, fra i quali spicca Valerio Castronovo, oggi il principale storico italiano. Altra premessa: prima di approfondire il discorso su questa iniziativa editoriale, ci piace citare una frase tratta dall’intervista concessa da Nino Aragno a “Made In Cuneo” circa tre anni fa, perché essa offre il ritratto di una personalità che sta inanellando meriti su meriti agli occhi dei contemporanei e forse più ancora dei posteri. In quell’occasione spiegò: «L’editoria è qualcosa di simile alla coltivazione della vite. Bisogna potare, far crescere delle piante rispetto ad altre, fare delle scelte. Quando stampo, devo fare valutazioni culturali, per puro piacere. Un po’ come succede con il vino: quando si produce, non lo si fa prima di tutto per venderlo, ma con l’obiettivo di farlo più buono possibile». A chi, come chi redige queste note, il vino l’ha fatto per anni giudicandolo uno dei lavori più creativi che esistano, e in più è convinto dell’assioma secondo cui “scripta manent” (purché stampati su carta), sfugge un ammirato «Chapeau!». Torniamo alla questione della Baviera, il cui pensiero non è frutto di un impazzimento improvviso, bensì deriva alla lettura della prefazione di Sergio Soave al volume da lui curato. Eccone un ampio stralcio con la genesi dell’opera, lasciando ai lettori dell’articolo, e soprattutto a quelli di questo e degli altri tre libri, il compito di trarre conclusioni proprie. «Sono passati tre anni da una mattina nella quale, inaspettatamente, ricevetti una telefonata di Valerio Castronovo, che non sentivo più da tempo. (...) “Sergio”, incominciò, “tu sai che cosa ho fatto nella vita e che cosa sto facendo oggi no?”. La domanda era strana e mi tenni sulle generali per capire: “Beh, tutti abbiamo letto
Da sinistra: Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt; Sergio Soave, storico e docente universitario, già deputato e sindaco di Savigliano; Giuseppe Tardivo, coordinatore del gruppo di ricerca da cui sono scaturiti due dei quattro volumi, docente onorario di economia e gestione delle imprese dell’Università di Torino, con Quaglia cofondatore del Campus di management ed economia-Sede di Cuneo. Il professor Quaglia firma la prefazione del libro di Adriana Castagnoli, mentre il professor Soave ha coordinato la realizzazione del tomo con le storie di imprenditori cuneesi
Valerio Castronovo
Storico, giornalista e accademico
Valerio Castronovo (classe 1935) ha curato numerose trasmissioni tv della Rai, fra cui la serie dedicata all’evoluzione dell’industria italiana e una, in venti puntate, sulla storia del capitalismo italiano. Con Renzo De Felice e Pietro Scoppola ha curato la realizzazione, per l’Istituto Luce, del documentario in cinquanta puntate “L’Italia del Novecento”
i tuoi libri sui grandi capitani d’industria, a cominciare da Agnelli, nonché le tue analisi sul profilo delle grandi imprese e la tipologia produttiva del nostro Paese, a confronto con gli altri sistemi...”. “Ecco”, interruppe, “sei preparato sul passato, ma non sul presente. E allora ti aggiorno: sto studiando sistematicamente le caratteristiche dei grandi distretti economici europei. E sai che cosa viene fuori? Che Cuneo è uno dei primissimi della classifica!”. “E lo scopri adesso?”, ribattei sollevato e quasi celiando. “Noi è da un bel po’ che lo sappiamo”. “Sarà, ma il problema è che non lo sa o non lo dice nessuno, fuori provincia. Bisogna scriverne, invece, fare una bella ricerca, capire le ragioni, presentarle al mondo!”. “Ma sai come siamo noi di Cuneo, no? Lavoro, lavoro e ancora lavoro, sempre a testa bassa e perdiamo poco tempo a cantarci le glorie addosso”. “D’accordo, ma c’è un limite a tutto. Voi preferirete pure non esporvi, ma non è così che va il mondo. Se non racconti chi sei, è come se non ci fossi. Dammi retta, bisogna fare una bella ricerca, non fosse altro che per rendere onore alle generazioni di imprenditori e lavoratori che hanno fatto di una provincia povera una sorta di Eldorado”. Mentre diceva queste cose, la sua vitalità, la sua voglia mi stupiva. A ottant’anni suonati, anche se portati benissimo, lui, il decano autorevole degli studiosi di storia dell’economia, non aveva mollato la presa. Incredibile! Deluderlo mi sarebbe parso offensivo. “Ok”, risposi dunque”, se vuoi proprio farlo, è una buona cosa per noi, anche perché la tua firma rende più credibile quello che sembra un mito domestico, ma perché telefoni a me? Io ho sempre studiato altro, e cioè storie di movimenti e biografie di uomini nell’àmbito del pensiero politico e non dell’economia. Insomma, in che posso servirti, professore?”. “Devi farmi innanzitutto da guida”, rispose, “hai rappresentato quel territorio in Parlamento, hai fatto il sindaco no? Non dirmi che in tutti questi anni sei stato un passante distratto”. “Beh, qualcosa ho capito, sì, ma se mi cerchi per questo, allora posso servirti al meglio, perché ho due guide eccellenti da proporti: la prima è quella di Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di commercio provinciale, tanto dinamico da essere oggi presidente nazionale di Unioncamere. La seconda è quella di Giovanni Quaglia, l’“ultimo vero presidente” della Granda, come lo chiamano qui, che ora è presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, membro chiave della Cassa Depositi e Prestiti, neopresidente dell’Asti-Cuneo, oltre che artefice di tante altre cose che tu conosci bene. L’uno e l’altro insieme ti daranno una mappa precisa delle eccellenze”». Quegli incontri si tennero e adesso abbiamo tra le mani i frutti di quello stimolo arrivato a Soave da Castronovo. Siamo bravi, diciamolo.
Alla presentazione dei volumi editi da Nino Aragno interverrà anche Enrico Conforto, lo studente braidese nominato Alfiere del lavoro dal presidente Sergio Mattarella, intervistato di recente da “Made In Cuneo”