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L’Intervista. Cleo Guarna: la Sede provinciale cuneese dell’Inps non si è arresa al Covid-19
Guarna
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LE ISTANZE PERVENUTE ALLA SEDE INPS PROVINCIALE ANNO 2020 GEN/FEB 2021
CIGD (Cassa integrazione in deroga) 20.238 2.507 CIGO (Cassa integrazione ordinaria)
9.139 1.141
FIS (Fondo integrazione salariale-Aso) 5.364 850
Claudio Puppione
La dottoressa Cleo Guarna da circa un anno è il direttore dell’Inps provinciale cuneese, ente incaricato di un ruolo a dir poco fondamentale che ha stretta attinenza con la vita dei singoli cittadini, così come con quella delle aziende. “Made In Cuneo” le ha rivolto alcune domande, a cui ha risposto con molta chiarezza.
Quelli dell’emergenza sanitaria sono stati mesi difficili sotto ogni punto di vista. Cosa hanno comportato per l’Inps, e in particolare per la Direzione provinciale cuneese? «L’anno appena trascorso ha rappresentato per l’Istituto un impegno di straordinarie proporzioni che però ne ha riconfermato il ruolo strategico in campo sia sociale che economico. Nello specifico, anche l’Inps della Sede di Cuneo, così come tutte le altre sul territorio piemontese, ha dovuto far fronte a un pervenuto di domande di prestazioni legate all’emergenza sanitaria. Le percentuali di prodotto esportato nella provincia, rilevate dal Centro Studi di Confindustria Cuneo e che Giacomo Bordone, responsabile dell’Area lavoro e previdenza dell’associazione, ha condiviso con me di recente, testimoniano l’estrema rilevanza economica dell’interconnessione e della mobilità per questo territorio».
Guarna Cleo “Made in Cuneo” ha dialogato con il Direttore dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale, cardine di un sistema che ha fatto fronte con efficienza e abnegazione agli effetti dell’emergenza sanitaria
La Sede provinciale dell’Inps non si è arresa al Covid-19
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Per quanto concerne gli ammortizzatori sociali Covid, quali sono i numeri relativi alla Granda? «Per il Fondo di integrazione salariale ci attestiamo sul 90,95% di istanze definite, per la Cassa integrazione in deroga sul 95,28%, per la Cassa integrazione ordinaria sul 98,78%, per la Cassa integrazione salariale operai agricoli sul 93,05% e per i pagamenti diretti ai lavoratori sul 98,58%. Riguardo alle indennità Covid-19 una tantum (bonus da 600 euro), per i professionisti con partita Iva e i lavoratori co.co.co. siamo sul 99,84% di definito, per i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) sul 99,70%, per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali sul 99,72%. Per i lavoratori agricoli operai a tempo determinato ci attestiamo al 99,89%, per i lavoratori dello spettacolo al 99,01% e per i lavoratori stagionali in settori diversi del turismo al 99,52».
Può riassumere quelli nazionali fino alla data disponibile in atti ufficiali? «All’8 febbraio 2021 possiamo parlare del 98% delle autorizzazioni alle aziende e del 99,1% dei pagamenti diretti ai lavoratori. Si è trattato di un flusso di richieste davvero eccezionale, a cui l’Istituto ha saputo fare fronte grazie al fatto che nel passato si è investito molto sulla digitalizzazione e attraverso lo sforzo di potenziamento tecnologico proseguito in questi mesi recenti, oltre che per lo straordinario impegno e per la grande dedizione del personale, il quale ha saputo interpretare consapevolmente la pressante e inderogabile esigenza della società».
Dal mondo imprenditoriale provinciale non mancano attestati di forte stima in merito alla tempestività e all’efficienza dimostrate dall’Inps cuneese. Credo sia una buona soddisfazione per una mole di lavoro assai impegnativa... «I rapporti tra il mondo imprenditoriale e l’Inps cuneese sono sempre stati improntati alla massima stima e al reciproco rispetto. Quando ho avuto il piacere di assume-
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Dalle associazioni di categoria e dagli enti istituzionali sono state espresse parole di sincero apprezzamento per la proficua e leale collaborazione con una squadra di “civic servant” di altissimo profilo
Laureata in giurisprudenza all’Università degli studi di Torino, la dottoressa Guarna presso lo stesso Ateneo ha conseguito anche il diploma biennale di specializzazione in professioni legali
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re la direzione della Sede di Cuneo, nel marzo 2020, a ridosso dello “tsunami” emergenziale che ha travolto la comunità, le prime parole che ho raccolto dai principali rappresentanti degli intermediari, delle associazioni di categoria e dagli enti istituzionali sono state di sincero apprezzamento per la proficua e leale collaborazione con una squadra di “civil servant” di altissimo profilo. L’appartenenza a un territorio di grandi tradizioni, intraprendenza economica e capacità di reazione, di cui si sono avute storicamente ripetute dimostrazioni, accomuna virtuosamente ogni àmbito lavorativo della società provinciale cuneese. Parimenti, ho trovato nei colleghi dell’Inps provinciale di Cuneo lo stesso identico spirito di abnegazione di cui è intriso questo territorio».
Cosa può dire a proposito dei rapporti con le aziende, e in particolare con le associazioni di categoria come Confindustria Cuneo? «I rapporti sono storicamente caratterizzati dalla massima collaborazione, sempre indirizzata alla risoluzione concreta dei problemi. In particolare con il dottor Bordone, che ho avuto il piacere di conoscere, anche se per ora solo attraverso i canali da “remoto”, con cui non è mai venuta meno durante questi difficili mesi la disponibilità e la volontà di superare le inevitabili criticità».
L’emergenza Covid ha costretto ad attuare mutamenti nella vostra struttura organizzativa e nell’operatività con il pubblico? «L’organizzazione del lavoro, per la forte esposizione dell’Istituto nel garantire tempestive risposte in àmbito sociale ed economico, è stata necessariamente ridefinita in tempi strettissimi. Lo smart working è stato uno strumento fondamentale durante la fase acuta dell’emergenza epidemiologica e il forte investimento nella digitalizzazione che l’Istituto ha fatto negli anni passati si è rilevato fondamentale per garantire non solo la continuità delle lavorazioni ordinarie, che non è mai venuta meno, ma anche la gestione di un flusso di richieste che, su scala nazionale, è stato di circa venti volte superiore rispetto al 2019. Durante il primo lockdown la relazione con il pubblico è stata garantita dai presìdi telefonici e telematici, potenziati e diversificati. Con la modulazione successiva delle misure di contenimento del rischio Covid-19, l’accoglienza del pubblico, considerato dall’Istituto un servizio indifferibile, è stata garantita in presenza dagli operatori dedicati, previa prenotazione dell’appuntamento tramite uno dei diversi canali disponibili: app Inps Mobile, portale internet dell’Istituto (www.inps.it), contact center (servizio automatico vocale o con operatore), casella di posta elettronica dedicata. L’accesso su prenotazione è stato anche, ed è tuttora, funzionale al duplice scopo di contingentare gli accessi, come misura volta a garantire il rispetto del protocollo sanitario (rilevazione della temperatura all’ingresso e igienizzazione delle mani), a tutela della salute dell’utenza e del personale, e di facilitare il contact tracing in caso di necessità di ricostruzione della catena dei contatti».
Com’è strutturato territorialmente l’Inps provinciale e come è articolato il suo organico? «La Sede provinciale Inps di Cuneo si compone di 175 dipendenti, di cui 119 a Cuneo, 25 ad Alba, 16 a Saluzzo e 15 a Mondovì. Il bacino di utenza è molto vasto, in coerenza con un territorio provinciale molto esteso e assai articolato. Purtroppo abbiamo avuto, negli ultimi anni, consistenti pensionamenti del personale che hanno reso il carico di lavoro più “pesante” per chi è rimasto in servizio».
L’Istituto, per accelerare ulteriormente le procedure relative alla concessione degli ammortizzatori sociali Covid, ha varato un progetto pilota presso alcune sedi. In cosa consistono le novità in fase di rodaggio? Con quale tempistica si pensa possano essere estese a tutta la penisola? «Il legislatore, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, ha previsto una serie di semplificazioni per il riconoscimento delle prestazioni della Cassa integrazione. Con particolare riferimento alla Cassa integrazione guadagni ordinaria con causale Covid-19, è stata rilasciata una procedura che consente la gestione interamente centralizzata delle domande e la massima automazione dell’istruttoria. In particolare, i controlli di preistruttoria/istruttoria saranno eseguiti da un’elaborazione massiva, con generazione automatica delle autorizzazioni, in assenza di segnalazioni bloccanti o di attenzione. Concluso il periodo di sperimentazione, previsto per alcune sedi sul territorio nazionale, la procedura verrà estesa a tutte le nostre strutture attive nella penisola».
I trattamenti di integrazione salariale ordinaria con causale Covid-19 sono stati prorogati al 31 marzo 2021 (invece che al 31 gennaio). Quali sono le regole al riguardo? «L’utilizzo degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19 sono stati previsti come uno degli strumenti per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Inizialmente per una durata di nove settimane, per periodi decorrenti dal 23 febbraio al 31 agosto 2020,
Nell’emergenza sanitaria il servizio pubblico, rappresentato anche da medici, infermieri, forze di sicurezza e Inps, fa la differenza
incrementate di ulteriori cinque settimane nel medesimo periodo, per i soli datori di lavoro che abbiamo interamente fruito il periodo di nove settimane concesso in precedenza. Con il decreto legge n. 104/2020 è stata prevista la possibilità di usufruire di due ulteriori periodi di Cassa integrazione di nove più nove settimane, a partire dal 13 luglio entro il 31 dicembre 2020. Con il decreto legge n. 137/2020 la durata degli ammortizzatori sociali è stata estesa per ulteriori sei settimane, a partire dal 16 novembre entro il 31 gennaio 2021. L’anno 2021 vede la conferma di tutte le tipologie. Possono accedere alle ulteriori settimane di trattamento salariale i datori di lavoro che abbiano dovuto interrompere, o ridurre, l’attività produttiva per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19, indipendentemente dal precedente utilizzo degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19. I periodi di trattamento autorizzati in precedenza, che cadono in periodi successivi al primo gennaio 2021, sono imputati alle dodici settimane introdotte con la Legge di bilancio». Può illustrare le nuove misure di integrazione salariale fruibili nel 2021? «La Cassa integrazione ordinaria per aziende industriali ed edili per causali ben specificate (non dipendenti dalla volontà del datore di lavoro, temporanee e transitorie) diverse dal Covid-19, la Cassa integrazione ordinaria per aziende industriali ed edili con causale Covid-19, il Fondo di integrazione salariale (Aso) per aziende diverse da industria ed edilizia (con media occupazionale superiore a soglie dimensionali stabilite e per le quali non sono stati stipulati accordi per l’attivazione di Fondo di solidarietà) per causali ben specificate (non dipendenti dalla volontà del datore di lavoro, temporanee e transitorie) diverse dal Covid-19, il Fondo di integrazione salariale (Aso) per aziende diverse da industria ed edilizia (con media occupazionale superiore a cinque dipendenti e per le quali non sono stati stipulati accordi per l’attivazione di Fondo di solidarietà) con causale Covid-19, la Cassa integrazione in deroga, per aziende e lavoratori che non fruiscono di altri ammortizzatori, normalmente nei casi in cui alcuni settori (tessile, abbigliamento, calzaturiero, orafo, ecc.) versino in grave crisi occupazionale, la Cassa integrazione in deroga, per aziende e lavoratori che non fruiscono di altri ammortizzatori con causale Covid 19».
Torniamo, in conclusione, a una tematica generale senza dubbio importante: l’esperienza legata al Covid-19, dal suo punto di vista, ha aiutato a superare le barriere culturali che a volte si frappongono fra la vostra realtà e il mondo delle imprese e a sfatare alcuni pregiudizi? «L’emergenza pandemica ha riportato al centro della scena quello che viene complessivamente designato come il mondo dei servizi pubblici. Quando ci sono emergenze sanitarie, come quella purtroppo ancora in atto, la consapevolezza del valore e della missione del servizio pubblico nel suo complesso, rappresentato anche dai medici, dagli infermieri, dalle forze di sicurezza e dall’Inps, sta facendo la differenza. Il mondo delle imprese, in particolare in questo territorio così dinamico e concreto, non ha mai mancato occasione, in questi mesi, di renderne atto. Questo ci riempie di orgoglio e di responsabilità, ma certamente fa onore a chi lo ha sempre pubblicamente riconosciuto».