Periodico di informazione bimestrale luglio-agosto 2021
Anno XI - N° 4 2021 € 5,00
Eleonora Lastrucci
"LE STAGIONI DELLA FOGLIA D'ORO"
Klaus Davi
"L'ECCENTRICITÀ DELL'INFORMAZIONE"
Valentina Ferragni
"DA INFLUENCER A DESIGNER"
Niccolò Meoni
"LA MENTE OLTRE AI MUSCOLI"
Il principale evento dedicato al settore Retail Real Estate in Italia 14 - 15 settembre Superstudio Maxi Milan, Italia
Disegniamo insieme i nuovi luoghi di vita e le destinazioni dello shopping di domani! L’evento immancabile dedicato agli operatori del mercato immobiliare commerciale italiano, ai retailers, alle catene di ristorazione, agli operatori dell’intrattenimento e del settore digitale ritorna nel 2021 con una nuova ampia offerta di siti e retail concept per creare nuove esperienze e nuove destinazioni sociali.
La piattaforma è già aperta! Non perderti gli eventi di networking in arrivo!
mapic-italy.it
L’oro è il colore del momento. Ha adornato il collo dei giocatori dell’Italia, Campioni d’Europa, ma viene usato ultimamente anche nella creazione di capi di alta moda. Ne ha compreso il valore e la bellezza la stilista pratese Eleonora Lastrucci, che lo utilizza nella realizzazione dei suoi favolosi abiti, da mille e una notte, facendo sfilare le proprie modelle e l’étoile de La Scala Martina Arduino nei più bei palazzi fiorentini, come Palazzo Datini, Palazzo Pretorio, il Chiostro di San Domenico e la Sala Rossa del Municipio. La moda si declina anche in design e in sostenibilità. Nel primo caso, Valentina Ferragni, la sorella minore di Chiara, oltre che influencer si dimostra essere anche una designer di talento, proponendo la nuova collezione di gioielli, firmata dalla Valentina Ferragni Studio. Dall’altro lato, un’azienda come Pattern - leader nella progettazione e nella produzione di capi spalla per i più importanti brand del fashion luxury - fa della sostenibilità il proprio mantra, ponendosi come obiettivo di azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2023. Design e automotive è un connubio perfetto, come dimostra Jaguar, presentando la nuova F-Type Heritage 60esima edizione, prodotta soltanto in sessanta esemplari, per rendere
/ Editoriale
“ORO” NON SOLO AGLI EUROPEI, MA ANCHE NELLA MODA
omaggio alla versione tradizionale. L’autovettura, progettata e rifinita a mano, è proposta nell’iconico Sherwood Green, colorazione dell’originale E-Type, che dagli anni Sessanta non è più stata utilizzata su altre creazioni. A proposito di heritage, non perdetevi l’articolo che spiega come le aziende italiane mettano a frutto il proprio patrimonio storico, per valorizzare il marchio. Molte imprese, anche di piccole dimensioni, hanno alle spalle una storia centenaria che decidono di raccontare, per differenziarsi dai concorrenti. Questa strategia si concretizza anche nella creazione di musei, dove i visitatori possono documentasi e osservare l’evoluzione del brand. Da ultimo, ma non per importanza, segnaliamo la ripresa delle prime fiere in presenza. Ricordiamo Mapic Italy, che si terrà il 14 e 15 settembre 2021 a Milano e Milano Licensing Day, il 16 settembre. Concludiamo con le sezioni dedicate al retail e al franchising. Vi auguriamo una buona lettura e delle vacanze serene, nonostante tutto.
Giovanni Bonani Direttore Responsabile
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/ INDICE
luglio\agosto 2021
14 News
Ceetrus Piazzale Loreto, Il Gigante, Premio Consilia, Gorillas, Ethos profumerie, Freshly Cosmetics, MCD Beauty Life, Icona Make Up, Emilie, 5 progress......................................................8
Fashion Pattern Pluripremiata per sostenibilità e innovazione................................... 14
L’oro di prato Parola d’una guerriera di lusso: Eleonora Lastrucci......................... 16
Valentina Ferragni Jewelry designer oltre a digital influencer.......................................... 20
Impresa L'unica cosa che va secondo i piani è l'ascensore_ L’industria degli elevatori non conosce crisi....................................... 22
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La diversità e l’inclusione motore di sviluppo e innovazione Il ruolo dei brevetti, asset di valore inestimabile per le imprese......... 30
Formazione, che passione! Voglia di crescita e formazione per lo sviluppo delle soft skills all’alba della ripresa economica post covid...................................................... 32
Automotive La nuova Jaguar è già leggenda F-Type Heritage 60 Edition............................................................... 42
Il futuro è di chi ha un grande passato
Food
Heritage Marketing:valorizzre il proprio patrimonio storico........... 34
Accontentarsi o rassegnarsi?
Vulcanica
Qual è la differenza tra l’accontentarsi e il rassegnarsi?.................... 36
L’unicità della vodka artigianale premium siciliana ....................... 44
Tecnologia
Licensing
Brand identity e trasformazione digitale
Milano Licensing Day
Parla Massimo Boraso........................................................................ 40
Appuntamento live al 16 settembre................................................... 46 5
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60 Centri Commerciali
Franchising/Retail
Francesco Pupillo
Osservatorio consumi Confimprese-EY
Show Director leisure, food and italy di Reed Midem...........................48
Dati giugno 2021 vs giugno 2019..................................................... 60
Cultura
Franchising
Questione di stile
Ma benessere di chi?
A colloquio con di Klaus Davi............................................................ 52
Rubrica Quadrante............................................................................ 64
Sport Niccolò Meoni, campeon mundial In ritiro tra “Messico e Nuvole”.......................................................... 54
Recensione Il Cercatore Recensione del libro di Beppe Scotti con Elisa Racchetti ................... 56
News Franchising Löwengrube, McDonald’s.................................................................. 58 6
Il sistema Franchising resiste alla pandemia Il nuovo rapporto Assofranchising 2021............................................. 66
Schede Franchising 101 Caffé, Mercatino S.r.l.................................................................. 68
luglio\agosto 2021
Cosmetea Store | Designed by Nax Architects | Photo courtesy Raitt Liu
IN PRINT • ONLINE• SOCIAL
RETAIL DESIGN
VISUAL
LIGHTING
EXPERIENCE
www.arredanegozi.it
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/News
CEETRUS NHOOD VINCE IL BANDO PER LA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZALE LORETO A MILANO Il team guidato da Ceetrus Nhood ha vinto il bando internazionale, promosso dal Comune di Milano, per la riqualificazione urbana di Piazzale Loreto a Milano, con il progetto LOC – Loreto Open Community, lanciato da Reinventing Cities. Arcadis Italia ha svolto, oltre al coordinamento tecnico dell’intero progetto, la consulenza ambientale, il project e development management e l’ingegneria. Il progetto ambisce a divenire un modello di vivere a Milano, che promuove lo spazio pubblico e collettivo. LOC trasformerà Piazzale Loreto da grande snodo di traffico a piazza verde a cielo aperto, agganciata al quartiere NoLo, per garantire continuità all’asse Corso Buenos Aires, Viale Monza e Viale Padova. Il progetto vuole divenire un simbolo per l’intera città di Milano, capace di restituire il vero significato della parola “piazza” ai propri cittadini. LOC di Ceetrus Nhood sarà un esempio di sviluppo edilizio in un’ottica di rigenerazione urbana, di nuove forme di mobilità e di distribuzione e di un commercio evoluto verso l’emozione e l’esperienza. LOC sarà un incubatore di attività e hub attrattivo, un nuovo distretto urbano del commercio di vicinato; ospiterà co-working, un asilo di quartiere, offrirà un vivace palinsesto socioculturale e molto altro. Diverrà un sistema di piazze sviluppate su tre livelli che andranno a riconnettere il livello strada, l’accesso alla metropolitana e le coperture degli edifici, con gradinate e rampe che collegano in modo fluido il livello strada con il livello interrato. A ciò si aggiunge l’edificio di Via Porpora, integrato al sistema del piazzale. La necessità di riforestare e avere sempre più spazi verdi in città è uno degli obiettivi principali di LOC, in continuità con il lavoro programmatico del Comune di Milano. Ceetrus Nhood è la capofila in qualità di investitore e di sviluppatore.
INAUGURATO AL CENTRO COMMERCIALE LA FONTANA DI CINISELLO BALSAMO LA POSTAZIONE CAPSULA A giugno 2021 a Cinisello Balsamo ha preso il via al centro commerciale La Fontana del Gruppo Il Gigante il progetto “Il benessere al centro”, sviluppato da Capsula in collaborazione con Aon, primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. La galleria del centro offre ai clienti una postazione tipo chiosco, per effettuare auto-misurazioni e autovalutazioni del proprio stile di vita, avviando un inedito modello di relazione con i visitatori e anticipando una tendenza in grande ascesa, orientato alla ricerca del benessere e a un miglioramento della qualità di vita. Con Capsula tutte le misurazioni sono effettuate in una postazione di nuova concezione presente all’interno de La Fontana, che accoglie e guida i visitatori verso un percorso innovativo di cultura della prevenzione e di uno stile di vita corretto. All’interno di Capsula in un tempo minimo si possono conoscere diversi parametri in totale autonomia, come ad esempio la pressione arteriosa, il livello di invecchiamento cellulare, lo stato della forma fisica e il livello dello stress. Inoltre, l’esito delle misurazioni è immediato, con una stampa riassuntiva dei vari parametri analizzati. Tramite il codice QR è possibile ottenere un rapporto più dettagliato e vari servizi on-line offerti da istituti clinici e da imprese assicurative. Il servizio Capsula sarà presto disponibile anche all’interno dei piani di benessere aziendale di imprese e di organizzazioni pubbliche e private.
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IL PREMIO CONSILIA Il Gruppo SUN – Supermercati Uniti Nazionali – ha indetto anche nel 2021 il “Premio Consilia”, giunto alla sua terza edizione, dopo l’interruzione del 2020, a causa della pandemia. Si è svolta, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, la cerimonia di premiazione e di consegna delle borse di studio agli studenti e alle studentesse vincitori, iscritti al secondo anno nell' anno accademico 2020 – 2021 del Master in Giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale. Il tema scelto dal Gruppo SUN ha riguardato il cambiamento dei consumi nel periodo di emergenza sanitaria, con riferimento anche ai prodotti della marca del distributore. Il confinamento, oltre all’aumento delle vendite, ha portato anche a un incremento esponenziale delle vendite delle marche del distributore che, come nel caso del marchio Consilia. L'esperienza pandemica ha rafforzato il rapporto dei cittadini con la distribuzione alimentare e gli studenti sono riusciti a cogliere le connessioni e le conseguenze tra questo settore della produzione italiana e i bisogni e le problematiche della società italiana, messa a dura prova dalla crisi sanitaria. Con forme diverse di storytelling - il video, il multimediale, il podcast e l'articolo scritto – i giovani hanno dimostrato che è possibile raccontare tutto questo in vari generi, con competenza giornalistica e creatività.
GORILLAS, UN NUOVO MODO DI FARE LA SPESA IN ITALIA A maggio 2021 è sbarcato in Italia Gorillas, l’applicazione di consegna della spesa in 10 minuti dall’ordine. Ideata per modificare in meglio le abitudini di consumo, Gorillas si propone di ridurre lo spreco di cibo e di avere sempre a disposizione prodotti freschi e gustosi. La start-up, fondata solo un anno fa a Berlino, si basa su una rete di micro centri di distribuzione di quartiere, in cui lavorano solo biker regolarmente assunti e dark store associati. Il servizio è attualmente disponibile a Milano, in alcuni quartieri selezionati. Tuttavia, sono previste nuove aperture sia a Milano sia in altre città italiane, tra cui Roma, Torino e Genova. Gorillas è già attiva in 18 città tra Germania, Paesi Bassi, Francia, e Regno Unito, per un totale di 60 micro centri di distribuzione. Gorillas ha già raggiunto il cosiddetto status di unicorno, ossia la valutazione di oltre un miliardo di dollari. Il recente finanziamento ottenuto, consentirà uno sviluppo ulteriore nel mercato italiano e nuove espansioni in più di dieci paesi, per oltre cinquanta città. Gorillas si basa sul principio “need-order-get”, ovvero consegnando su richiesta solo ciò di cui il consumatore ha realmente bisogno in quel momento. Essenziali al servizio risultano essere le partnership con le aziende locali, che aiutano la start-up a fornire sempre i prodotti più freschi e a garantire catene di approvvigionamento corte, sostenendo le comunità locali.
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/News
LA SOCIETÀ CONSORTILE PER AZIONI CON SEDE IN VENETO CONTINUA LA CRESCITA E DÀ IL BENVENUTO A 14 NUOVI SOCI, GRAZIE AI QUALI RAGGIUNGE QUOTA 290 PUNTI VENDITA IN TUTTA ITALIA. Impegno, fiducia e orientamento verso il futuro sono le caratteristiche che hanno sempre contraddistinto Ethos Profumerie, anche ora, nonostante il periodo sfavorevole. Infatti, la Società Consortile per Azioni ha annunciato, durante l’assemblea dei soci di maggio 2021, che 14 imprenditori con i loro 35 punti vendita hanno deciso di scegliere Ethos Profumerie, consentendo all’azienda di diventare il primo gruppo di profumerie italiane tradizionali, con un totale di 290 punti vendita e quasi 1 milione di clienti fidelizzati. La Società Consortile per Azioni Ethos Profumerie è nata in Veneto e oggi raggruppa 113 ragioni sociali differenti. I p l u s d e i n e g ozi s o n o l 'e s p e r i e n za , l a credibilità e la competenza. Ethos Profumerie è indipendente e non fa parte di alcun gruppo internazionale. E’ composta da "profumerie s to r i c h e" b e n ra d i c a te n e l te r r i to r i o e distribuiscono marchi di prestigio, offrendo al cliente una solida professionalità.
FRESHLY COSMETICS APRE IN CINA Fondata in Spagna nel 2016, Freshly Cosmetics a maggio 2021 ha fatto il suo ingresso in Cina, grazie a Tmall Global, il principale marketplace online transfrontaliero in Cina, del Gruppo Alibaba. Si tratta del marketplace di riferimento per più di 800 milioni di consumatori, dove migliaia di marchi da tutto il mondo trovano una piattaforma per vendere i propri prodotti. Grazie al modello transfrontaliero di Tmall Global, la regolamentazione dei prodotti di Freshly Cosmetics si basa sulle richieste del mercato locale e non è necessaria né la registrazione del prodotto in Cina né la sperimentazione sugli animali. Inoltre, negli ultimi anni il mercato cinese ha registrato un aumento della domanda di cosmetici naturali e vegani e la tendenza della pulizia del viso. Freshly Cosmetics risponde a queste esigenze grazie a una cosmetica basata su ingredienti naturali, tecnologia, innovazione, sostenibilità e rispetto del pianeta e di tutti i suoi abitanti. Per il suo sbarco in Cina, Freshly Cosmetics ha utilizzato i social network cinesi, avviando una strategia di prescrizione con profili e sono anche stati presi in considerazione influencer nazionali e internazionali, seguiti dai cittadini cinesi. Prima di entrare nel mercato cinese, Freshly Cosmetics ha condotto un piccolo studio di mercato attraverso un test di prodotto con 26 consumatori cinesi residenti in Spagna, tra i 20 ei 40 anni, che hanno testato dieci prodotti Freshly per una settimana. L'azienda prevede di chiudere il 2021 con un fatturato intorno ai 55 milioni di euro e con l’acquisizione di oltre un milione di clienti. Presente in Spagna, Italia, Francia e Portogallo, Freshly Cosmetics conta circa 200 persone tra biochimici, biotecnologi e ingegneri chimici impegnati in una ricerca continua, per creare prodotti con oltre il 99% di ingredienti naturali e confezioni sostenibili. 10
luglio\agosto 2021
MCD BEAUTY LIFE - NOVITÀ SS21 MCD Beauty Life, il noto beauty brand di maschere patch, lanciato nella primavera 2020 dalle sorelle Buccino, ha presentato a Milano i nuovi scrub e i patch per gli occhi, rinnovati nella formula e nel packaging, unitamente al lancio della nuovissima crema per il viso Black Rose cream e del siero Golden Cloud-oro puro. La Black Rose Cream ha azione ridensificante, rivitalizzante e super idratante. Contiene estratto di rosa nera, oro puro 24 K, acido ialuronico, niacinamide ed estratto di camelia. In particolare, la niacinamide è importantissima per rinforzare la barriera cutanea, migliorare la grana della pelle, combattere l’iper-pigmentazione, minimizzare le rughe sottili e diminuire le infiammazioni. La Golden Cloud contiene oro micronizzato, per rendere la pelle luminosa. Diversi studi scientifici e medici hanno evidenziato come l’oro riduca sensibilmente i segni dell’invecchiamento. Il prodotto è ricco, inoltre, di acido ialuronico. Grazie a questi due principi, il siero lavora in profondità e sulla superficie della cute. Lo scrub 2.0 mantiene le sue proprietà esfolianti e leviganti, ma con un packaging più pratico ed esteticamente più attraente. I nuovi patch 2.0 sono un efficace trattamento decongestionante e illuminante. Hanno contenuti attivi che conferiscono un’azione multipla. Capaci di donare tono e idratazione al contorno occhi, sono pratici, efficaci e non necessitano di risciacquo. Anche per questi ultimi prodotti nati in MCD, ricerca continua e sostenibilità rimangono i principi cardine di questo beauty brand 100% naturale e rigorosamente cruelty free.
ICONA MILANO MAKE-UP Icona Milano è un progetto di make-up professionale fondato a Milano, città simbolo del Made in Italy. La gamma dei prodotti è stata concepita per valorizzare la naturale bellezza della donna, garantendo qualità e risultati eccellenti. Nel 2019 è stata avviata l’attività di rebranding della linea: logo, formule, confezioni e immagine sono stati rinnovati. Icona Milano offre una linea completa di prodotti per il trucco e di accessori, che sono acquistabili nei migliori saloni di bellezza e attraverso il nuovo sito web, suddiviso in sezioni funzionali dedicate al viso, agli occhi e alle labbra, insieme all’area promozioni, accessori e notizie: la navigazione si trasforma in un percorso emozionante nel mondo della bellezza. I prodotti di make-up Icona Milano sono realizzati in Italia e non sono testati su animali e rispondono alle esigenze di ogni tipo di donna, che li può indossare in qualsiasi occasione. Le formule sono ricche di principi attivi innovativi, che rendono unico ogni prodotto. Sono dermatologicamente e oftalmologicamente testati e non contengono parabeni, garantendo la massima sicurezza nell’utilizzo. Le confezioni, in stile essenziale, riportano informazioni precise e dettagliate sulle caratteristiche dei prodotti.
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/News
COLLEZIONE PRIMAVERA- ESTATE DI EMILIE Leggerezza e scintillio: sono questi gli imperativi della nuova collezione primavera-estate 2021 di Emilie, marchio firmato da Valentina Monte, creatrice e fondatrice della linea. Cotone e paillettes dominano con eleganza questa collezione, dall’essenza rock. Lo stile dei capi è fresco e giovane, i modelli versatili, adatti sia dalla mattina alla sera, sia alle feste. La stilista Valentina Monti, nata e cresciuta a Brescia, si contraddistingue per spirito imprenditoriale e creativo. Dopo gli studi in ambito economico a Madrid e varie esperienze lavorative nel settore, decide di trasferirsi a Lugano dove realizza il suo sogno nel campo della moda.
5 PROGRESS SS’21: SPIRITO D’ANTAN IN CHIAVE REMIX 5 Progress, marchio veneto d’abbigliamento femminile, è stato lanciato nel 2015 dallo stilista veronese Massimo Pepe, partendo dall’idea creativa di reinventare e di personalizzare una giacca militare vintage. Da quel momento, il brand è andato via via affermandosi con una proposta total look animata da contrasti glamour e interferenze luxury. A ogni stagione, il custom-made gioca sempre un ruolo chiave: sia nelle giacche militari sia nei denim mom fit, dove i capi d’antan rimangono al centro delle collezioni: smembrati, tinti e riassemblati rinascono a nuova vita. Per la primavera-estate 2021, attorno alla proposta vintage 5Progress, nuovi pezzi dal sapore romantico creano insoliti mix dal forte impatto emozionale, con le gonne midi e femminili, abbinate a camicette con stampe, i lunghi soprabiti in viscosa double print da portare con shirt di paillettes, le camicie oversize asimmetriche e gli abitini bon ton con maniche a sbuffo ricamate con frange di raffia. Ovunque c’è contrasto, sperimentazione e audacia, in un girotondo di stampe e di materiali stravaganti e innovativi, rivolti a una donna cosmopolita, desiderosa di esprimere la sua unicità. Non mancano i patch di strass e di paillettes, dettaglio destinato a portare sui capi un tocco di colore oppure un messaggio ironico.
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CREATORI OSTINATI DI SERENITÀ Siamo un’agenzia di marketing e comunicazione a servizio completo con 70 collaboratori, oltre 20 anni d’esperienza e ancora tanto entusiasmo per il progetto più importante: il prossimo. Siamo organizzati in 5 Unit specializzate per coprire ogni richiesta del mercato. Siamo attenti alle persone e alle loro esigenze. E siamo pronti a lavorare al vostro fianco, per costruire valore e serenità.
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PATTERN PLURIPREMIATA PER SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE A cura di Marcella Ciappi Foto © Pattern
I RICONOSCIMENTI RICEVUTI AGLI MF SUPPLY CHAIN AWARDS PER LA CATEGORIA GREEN CHAIN E IL PREMIO IMPRESE X INNOVAZIONE DIMOSTRANO L’IMPEGNO DEL GRUPPO PATTERN VERSO UN’INDUSTRIA SOSTENIBILE E MODERNA. SOSTENIBILITÀ, TECNOLOGIE E RISORSE UMANE SONO I VALORI FONDANTI ALLA BASE DELLA STRATEGIA AZIENDALE.
Pattern, società italiana leader nella progettazione e produzione di linee di abbigliamento per alcuni dei più prestigiosi marchi mondiali top di gamma, è stata premiata nell’ambito della seconda edizione degli MF Supply Chain Awards per la categoria Green Chain a fine 2020. La giuria che ha assegnato il riconoscimento era composta da rinomate personalità del mondo della moda quali Carlo Capasa, Presidente della Camera della Moda Italiana, Cirillo Marcolin, Presidente di Confindustria Moda, Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato di Pitti Immagine, Paolo Panerai, Editor in Chief and CEO di Class Editori, Giulia Pessani, Direttore di Gentleman, Stefano Roncato, Direttore di MF Fashion, Flavio Sciuccati, Partner di The European House Ambrosetti. Il premio è stato conferito in quanto “Pattern ha saputo conciliare la crescita economica con la tutela dell’ambiente, ponendo come obiettivo il raggiungimento entro il 2023 di un impatto zero per le emissioni di CO2 attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile e aumentando l’efficienza e il risparmio energetico all’interno dello stabilimento. Ha inoltre accelerato su sostenibilità sociale ed economia circolare, quest’ultima applicata su alcuni capi della linea Esemplare, ma anche nel lavoro di tutti i giorni, in modo da rivalutare i rifiuti e diminuire gli sprechi. A conferma della scelta strategica dell’azienda di investire su sostenibilità, tecnologia e risorse umane, Pattern redige dal 2015 un proprio Bilancio di Sostenibilità, è la prima azienda italiana nel settore ad aver ottenuto nel 2013 la Certificazione SA8000/Social Accountability ed è inoltre la prima firmataria italiana nel 2019 della Fashion Climate Action Charter delle Nazioni Unite. Nel 2020 ha inoltre ottenuto il rating ESG misurando e certificando il proprio impatto ambientale con l’obiettivo di lavorare su ambiziosi target di riduzione”. FASHION FOR CLIMATE ACTION Pattern è stata la prima azienda italiana ad aderire ufficialmente all’iniziativa Fashion for Global Climate Action dell’UNFCCC come firmatario della Fashion Industry Charter for Climate Action. L’iniziativa Fashion for Global Climate Action ha l’obiettivo di supportare l’industria della moda nell’individuare le
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In foto: a sinistra Fulvio Botto, a destra Francesco Martorella
leve di cambiamento e le possibili azioni da intraprendere per raggiungere la neutralità climatica e attivarsi per un pianeta più sano. Pattern, firmando la Carta, ha confermato l’impegno nel fare la propria parte nella ricerca di un futuro a basse emissioni di carbonio. In linea con i principi sanciti dalla Carta e gli obiettivi dell’accordo di Parigi, Pattern si è impegnata infatti a ridurre del 30% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e a rendere carbon neutral la fase di produzione, a selezionare materiali sostenibili, scegliere modalità di trasporto a basse emissioni di carbonio, migliorare il dialogo e la consapevolezza dei consumatori e lavorare con la comunità finanziaria e politica per esplorare modelli di business circolari. IL PREMIO DEI PREMI Tra le aziende vincitrici della XI Edizione del Premio “Imprese x Innovazione”, organizzato da Confindustria in collaborazione con La Fondazione Giuseppina Mai e Confindustria Bergamo, Pattern è stata selezionata, insieme ad altre otto imprese italiane, come vincitrice del “Premio dei Premi” 2020 (Premio Nazionale per l’Innovazione) nella categoria “Industria e Servizi”. Un riconoscimento prestigioso, consegnato dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e Istituito su mandato del Presidente della Repubblica Italiana presso la Fondazione Nazionale per l’Innovazione Tecnologica
COTEC, che si pone l’obiettivo di riconoscere e valorizzare le migliori esperienze d’innovazione e di sostenere il valore della ricerca in ogni forma e intensità. Francesco Martorella, Founder e Presidente di Pattern, ha ricevuto il premio dal Capo dello Stato alla presenza della Ministra per la Pubblica Amministrazione, della Ministra per l’Innovazione tecnologica e Digitalizzazione e del Presidente della Fondazione COTEC, “per la sistematica ricerca di un equilibrato connubio tra artigianalità sartoriale e innovazione tecnologica e per lo sviluppo della strategia innovativa per raggiungere la sostenibilità e l’impatto zero sull’ambiente”. Questo riconoscimento sottolinea con forza i tre valori fondamentali alla base della strategia aziendale di Pattern: sostenibilità, tecnologie e risorse umane. A ulteriore conferma del proprio credo aziendale, Pattern ha inoltre ricevuto il nuovo Rating ESG 2020 sul Climate Change Report di CDP con un ufficiale miglioramento dal livello D, riferito all’anno 2018, al livello B, riferito al 2019. Un punteggio eccezionale, più alto rispetto alla media Europea (livello C) e alla media del settore tessile e abbigliamento (livello D) che conferma il serio percorso intrapreso da Pattern sul tema della sostenibilità basato sulla trasparenza, misurazione e attenta rendicontazione dei risultati.
GRUPPO PATTERN
Pa t te r n S p a è a zi e n d a l e a d e r nella progettazione, ingegneria e produzione di capi sfilata per i più importanti brand del fashion luxury internazionale ed è proprietaria dal 2014 del marchio Esemplare, specializzato nell’abbigliamento maschile funzionale. La società, f o n d a t a n e l 2 0 0 0 d a Fr a n c o Mar torella e Fulvio Botto, attualmente azionisti di maggioranza, ha avviato nel 2017 un processo di crescita strutturato ed integrato grazie all’acquisizione della Roscini Atelier Srl, leader nella modellistica e produzione del segmento donna, e all’inserimento nel gruppo, nel 2019, della Società Manifattura Tessile (S.M.T.), storica azienda specializzata nella produzione della maglieria di lusso, dando vita al Polo Italiano della Progettazione del Lusso. Pattern Spa è quotata dal 2019 sul mercato AIM di Borsa Italiana ed è la prima azienda italiana nel settore ad aver ottenuto nel 2013 la cer tificazione SA8000/Social Accountability e la prima firmataria italiana nel 2019 della Fashion Climate Action Charter delle Nazioni U n ite a co nfe r m a d e l l a sce lta strategica dell’azienda di investire su sostenibilità, tecnologia e risorse umane. Per info: www.pattern.it 15
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L’ORO DI PRATO Parola d’una guerriera di lusso: Eleonora Lastrucci A cura di Carla Cavicchini
Brillante come una stella e lucida come una foglia d’oro! Questo il “leitmotiv” della stilista pratese Eleonora Lastrucci, anche se sarebbe più giusto “trend” della prossima stagione primaveraestate 2021 vista l’attenta applicazione che ha posto a tale metallo. Indossare abiti così luccicanti è il sogno di ogni fanciulla e non necessariamente nei periodi natalizi, bensì in serate estremamente glamour, colme di gran fascino. Praticità, vestibilità ed alta qualità sono i capi contraddistinti Lastrucci, impegnata da anni nel vestire i più grandi nomi dello star system, nonché manager e nobildonne quali: Jane Alexander, Martha De Laurentis, Veronica Bocelli, Miriam Galanti, Erika Blank, Alessandra Canale, Miriam Candurro, Marianna e Angela Fontana, Eleonora Pieroni, Jo Champa, Maria Fernanda Candido, Victoria Silvsted, Carmen di Pietro, Antonella Salvucci, Cesarina Ferruzzi, Carol Alt, Milena Miconi, Cecilia Bartoli, Demetra Hampton e tante altre ancora, frequentando abitualmente i vari festival di Cannes, Festa del Cinema di Roma, Festival di Venezia, nonché El Gouna in Egitto.
fastosità, magnificenza, sontuosità, riesce ad accompagnare pagine e pagine di letteratura infantile arrivando ad elementi di gran regalità, sacralità, cogliendone l’altissima spiritualità. Pensiamo poi all’associazione verso le varie culture del Sole e del chiarore, con occhio inevitabile verso l’Altissimo, ai ricordi biblici del “Vello d’oro”, racchiudendo appunto come uno scrigno storie secolari di miti e parabole religiose, osservando poi che proprio i “fondi tutt’oro” costellano l’arte medievale. E di arte in arte, d’obbligo parlare de “Il Bacio di Klimt”, manifesto d’arte secessionista viennese nonché esponente della Belle Epoque, in quanto analizzandone la genesi veniamo avvolti dalla potenza vivificatrice dell’eros, dall’eleganza di stile, da quell’aura mistico-
Innegabile la valenza simbolica dell’oro, che richiama immagini varie quali onore, valore e prestigio. Già l’etimologia – dal latino AURUM – porta al collegamento di antiche sorgenti indoeuropee dai vari significati quali struggente, abbagliante, fiammante… e tutto ciò che luccica. Da cosa ha tratto ispirazione? “Innanzi tutto omaggiare il mio mentore Enrico Coveri, maestro del colore e delle paillette, ed ancora la mia città a cui sono legatissima affettivamente visto che qui sono nata. L’omaggio pertanto a tutta quest’arte che respiriamo pienamente, richiamandomi alla semplice fluttuante foglia in quanto l’oro, in pittura, veniva estratto dal metallo stesso, reso poi in foglia d’oro sino all’applicazione di sostanze d’ambiente naturale. Parliamo d’una lega che per secoli è stata moneta di scambio, considerata tutt’oggi bene-rifugio. E quindi cosa c’è di più bello dell’oro?” Più che sorridere, ride di gusto la bionda signora dai lunghi capelli mielati, dal bel volto di Madonna, in cui brillano smeraldi abbaglianti ora ironici, ora teneri, velati da quell’allure di monellaccia, segni ben impressi nel proprio DNA! E quindi, ricollegandoci a quanto ha osservato, automaticamente pensiamo anche alla simbologia dell’oro poiché oltre ad abbracciare
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Eleonora Lastrucci. Foto © Andrea Varani - Makeup e Hairstylist stefania Caramelli.
luglio\agosto 2021 erotica liberty, decorata dagli sfarzosi mosaici dorati, frutto d’ispirazione per Gustav Klimt, finanche ai capolavori d’arte bizantina ravennate. Proseguiamo con tale pioniera del fashion system forte d’eleganti accordi charmant, estrema ricercatezza, nonché sapiente estrosità. Si potrebbe dire che le sue creazioni sono vere e proprie opere d’arte? “Mi ritrovo appieno nelle parole del noto critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, allorché mi definisce un’artista sostenibile. Per lui sostenibilità significa superare le vecchie tassonomie dell’arte. i miei abiti realizzano un bridging tra diversi linguaggi creativi, quali design, fotografia, cinema, scrittura, pittura, scultura. Con lo sviluppo incessante delle nuove tecnologie qualunque creazione assume la forma che vuole e per me un outfit concepito per una grande attrice è un po' come una sintesi di molteplici driver creativi. Ogni artista è antenna di bellezza, e si tratta sempre di una bellezza che migliora chi indossa l’abito e chi può
contemplarlo. Ma non più di tanto, il buon gusto deve sempre emergere, pertanto osare con lievi tocchi, per non far divenire pacchianeria. La sensazione è quella di stupire piacevolmente: chiaramente aiuta il portamento, la classe, una degna silhouette. Le donne più abbondanti, amo vestirle in look estremamente sobri, se non minimalisti.” Perché stavolta così tanto interesse nei confronti del tessuto d’oro? “Rispondo semplicemente con L’Oro di Prato. Prato è una città bellissima che si esprime anche attraverso la sua cultura ed è per questo che abbiamo fatto sfilare le modelle tra cui Martina Arduino, étoile de La Scala, nelle dimore storiche e palazzi prestigiosi quali Palazzo Datini, Palazzo Pretorio, il chiostro di San Domenico, nonché la Sala Rossa del Municipio. L’arte è importantissima, assolutamente vitale come un tocco di mano leggera che accarezza l’abito. Questa collezione d’haute couture immortalata splendidamente dagli shooting fotografici di Andrea Varani e Francesco Bolognini, con gli stupendi video di Romeo
In foto: Martina Arduino, Étoile del Teatro alla Scala indossa abiti della nuova collezione di Eleonora Lastrucci. - Foto©: Andrea Varani
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Conte, è stata ingentilita in comune accordo con l’azienda orafa Giusto Manetti Battiloro tramite la Foglia d’oro, creando una capsule collection capace di rifinire il delicato make-up arricchito dagli splendidi gioielli dell’azienda bresciana Cornier 1757. Inoltre è stato entusiasmante per le indossatrici muoversi accanto a statue e tele così preziose, in un clima di mistero e magnificenza. Si, sono un’esteta e me ne vanto!” I suoi abiti cosa raccontano e perché vengono scelti principalmente dalle star? “Più che raccontare parlano. Ogni donna vuol sentirsi bella, pensiamo inoltre alle grandi novità che esistono nella cosmesi. Difficilmente vediamo donne brutte, ognuna cura attentamente la propria immagine. I miei abiti da sera e da cerimonia nascono per vivere momenti fatati, irripetibili, anche se è bello sognare e poi il giorno dopo infilarsi una comoda tuta da jogging, ed ancora un bel tailleur per l’ufficio. E con questo non nascondo che quando appaiono i miei abiti sulle grandi testate e social con richieste di contatti di lavoro ne sono estremamente felice.” Capitano spesso? “Capitano, capitano. Una famosa modella mi ha contattata ed a breve sfilerà sul Red Carpet alla Festival del Cinema di Venezia. Un’attrice bellissima mi commissiona regolarmente abiti e, da poco, ho avuto richieste di lavorare nel campo della lirica come costumista apprezzandone – così hanno detto – lo stile caravaggesco. Tra i miei clienti anche la moglie di un noto tenore con cui ho instaurato una bella amicizia. Addirittura una manager milanese che ama molto fare feste a casa propria, tra impegni vari e viaggi, mi ospita regolarmente nella sua abitazione, ed essendo una donna di gusto si affida a me, personalizzando tuttavia qualche dettaglio. E proprio in questi giorni mi è arrivato un invito per Dubai. Presenterò la collezione della Foglia d’oro anche a Firenze presso una importante fondazione culturale, e presso un Museo nella capitale.
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In foto: Martina Arduino, Étoile del Teatro alla Scala indossa abiti della nuova collezione di Eleonora Lastrucci. Foto©: Andrea Varani
In foto: Roberta D'Orsi indossa abiti della nuova collezione di Eleonora Lastrucci
luglio\agosto 2021 Esiste il lusso accessibile? “Decisamente. I tempi sono cambiati e non poco, soprattutto con questo Covid che ha lasciato una forte impronta. Non c’è più ostentazione, anche se tale parola non mi è mai piaciuta in quanto abiti ed accessori vanni portati e non esibiti, addirittura scordandoseli addosso. Un capo deve essere di buona stoffa regalando emozioni, persino le celebrities si sono adeguate, a differenza del passato, scegliendo l’artigianalità da design unici e particolari. La moda delle attrici e star di spostarsi con tutti i loro bauli non mi è mai interessata, bisogna essere pratici facendo vivere il capo. Ritengo Inoltre un dovere morale occuparmi attivamente di beneficenza e volontariato. Come è uscita dal fenomeno del Covid19? “Non certamente bene, l’ho detto anche prima… come del resto tutti, imprenditori e privati. Ma sono ottimista di natura, credo nella resilienza, nella capacità d’inventarsi di continuo considerando addirittura opportunità i momenti di pausa vissuti in maniera colorata con grandi progetti ed idee. L’impegno in me è costante, niente mi spaventa, è giusto rimboccarsi
le maniche al bisogno, onorando il lavoro con confronto, umiltà e dialogo poiché nella vita s’impara sempre. Da tutto bisogna trarne tesoro, anche dagli eventi più sfortunati senza autocommiserarsi.” Se dico per aspera ad astra cosa risponde? "Che attraverso gli ostacoli si arriva alle stelle!" Sappiamo che lei è estremamente sensibile anche nei confronti dell’ambiente pertanto le chiediamo: l’industria tessile gode purtroppo di un alto tasso di inquinamento a causa alle vastissime emissioni di CO2 e chimiche nocive. Qual è il suo pensiero sull’economia circolare? “ Pe ns o ch e la n os t r a b e lla m o d a italianissima sia anche un potente mezzo d’integrazione sociale capace d’abbracciare vari settori e non solamente collaterali. Ai vari convegni in merito cui vengo invitata spesso, in Italia e all’estero, è stato evidenziato il fenomeno dei vari colossi commerciali capaci di vendere negli store prodotti a basso costo di qualità decisamente scadenti. Nonostante questo, l’alta voglia di comprare – prezzo estremante basso ma non buono – ha preso il sopravvento determinando un
fortissimo rialzo produttivo, seguito da giacenze invendute, contribuendo in tal modo a un maggior inquinamento visto l’eccedenza spesso bruciata. Basilare pertanto ripensare tale sviluppo visto che il capo attraversa varie fasi. Come? Ampliando, estendo tali articoli. Giocare praticamente sulla buona qualità del tessuto nonché accessori quali scarpe, cinture e borse, create secondo leggi che favoriscano il riutilizzo, con un pensiero verso forme d’innovazione. In poche parole voler bene al nostro pianeta vivendo in maniera armonica. Dal canto mio vige il motto: poco e buono. L’abito deve essere vissuto, non accantonato nell’armadio e, al momento opportuno, donato ai vari enti o associazioni caritatevoli. I suoi prossimi lavori, anzi disegni? “Beh, non amo molto parlarne tuttavia l’altra sera in un colloquio di lavoro presso un hotel della mia città, Prato, tutta quella tendaggeria che rifiniva il locale mi ha dato spunti incredibili, tanto da tirare subito fuori il block-notes per prendere appunti!” Nel film “Via col vento” Rossella staccò una tenda facendosi fare da Mamy un abito da sogno. Chissà se Eleonora Lastrucci…
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VALENTINA FERRAGNI Jewelry designer oltre a digital influencer A cura di Christian Gaston Illan e Maria Giulia Linfante
Valentina Ferragni è designer e Owner del brand omonimo. Ha fuso la sua carriera di digital influencer a quella di designer, dapprima mettendo il suo know-how a servizio di collaborazioni uniche e di successo, ora dando vita a un progetto che parla di sé in ogni sua sfaccettatura. Le palette di colori, le forme semplici dall’animo casual-chic, la versatilità e lo stile inconfondibile raccontano il volto più iconico di Valentina e si riferiscono alle donne che, come lei, non hanno paura di mostrarsi per quello che sono, unendo uno spirito pop ad uno stile chic e raffinato. Un connubio nuovo, fresco, che riprende il DNA di Valentina Ferragni in una speciale linea di gioielli versatili, che raccontano la storia della loro designer così come quelle di tutte le donne eleganti, cool ma dall’animo pop e irriverente. La proposta di lancio del brand è costituita da un orecchino componibile, da usare singolarmente o da unire ad altri per creare versioni nuove ed anticonvenzionali. Se è vero che l’estate è uno stato d’animo, a rendere quella che sta per arrivare ancor più indimenticabile, c’è una grande novità firmata Valentina Ferragni Studio. La salsedine, il calore del sole e l’impareggiabile vivacità estiva fanno da sfondo a KATE, una nuova proposta ideata per la stagione estiva 2021 che ci riporta
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luglio\agosto 2021 un po’ ai tempi delle estati anni ’90, in un tripudio di colore e stile intramontabile. KATE è una linea di quattro scooby doo da utilizzare sia come bracciale che come cavigliera, realizzati da un intreccio handmade interamente ecosostenibile con al centro l’iconico simbolo UALI in argento 925 e galvanica in oro 24kt, smaltato a mano in quattro differenti colorazioni. Anche per KATE, infatti, la produzione handmade continua ad essere il fil rouge dell’universo Valentina Ferragni Studio, distinguendosi con prodotti interamente realizzati a mano in Italia da maestri orafi. Se estate significa gioia e spensieratezza, oggi più che mai non può che richiamare anche la sostenibilità. Come un invito a limitare l’inquinamento dei paradisi naturali che ci accoglieranno durante queste vacanze estive, tutti gli scooby doo KATE sono realizzati in tessuto 100% ecosostenibile, ottenuto dal riciclo di bottiglie di plastica. Ognuna delle quattro varianti KATE è un incontro unico di colori, da mixare tra loro per un arm party degno della stagione estiva o da indossare come cavigliera grazie ai laccetti regolabili. A dare vita alla proposta Valentina Ferragni Studio ci sono KATE PINK con tessuto fucsia e azzurro e simbolo UALI smaltato rosa, KATE LIGHT BLUE con tessuto azzurro e rosa e simbolo UALI smaltato azzurro, KATE GREEN con tessuto verde e rosa e simbolo UALI smaltato verde e KATE ORANGE con tessuto arancione e fucsia e simbolo UALI smaltato arancione.
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L'UNICA COSA CHE VA SECONDO I PIANI È L'ASCENSORE L’industria degli elevatori non conosce crisi A cura di Giorgio Nadali Il produttore di ascensori Otis Worldwide Corporation ha pubblicato i risultati di uno studio accademico di tre mesi che ha incaricato la Purdue University di condurre, indagando sulla rischiosità degli ascensori in relazione all'esposizione a COVID-19. Lo studio sul flusso d'aria dell'elevatore ha rilevato che l'esposizione a COVID-19 durante una corsa in ascensore è a basso rischio con una semplice mitigazione: gli ascensori hanno un significativo scambio d'aria per progettazione con aperture di ventilazione richieste dal codice. I risultati concludono che la circolazione
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luglio\agosto 2021 dell'aria all'interno dell'ascensore è fondamentale, posizionando le corse dell'ascensore all'estremità inferiore della scala delle attività di rischio di esposizione. Il rischio di esposizione si è ridotto di un ulteriore 50% quando tutti i passeggeri indossano correttamente le maschere. I risultati mostrano che la quantità significativa di ricambio d'aria presente nella maggior parte degli ascensori, combinata con semplici strategie di mitigazione, inclusi tutti i motociclisti che indossano correttamente una maschera chirurgica e l'installazione di un tipo comune di sistema di purificazione dell'aria, pone una corsa in ascensore all'estremità inferiore. dello spettro di esposizione. Lo studio conclude che una breve corsa in ascensore rappresenta un rischio di esposizione relativamente basso rispetto a diverse attività quotidiane – meno di mangiare all'aperto e paragonabile a una corsa al supermercato – quando è in atto una semplice mitigazione.
Con la scienza che continua a indicare le goccioline respiratorie e gli aerosol come principali mezzi di trasmissione, lo studio si è concentrato sul flusso d'aria e sull'impatto delle velocità e dei tipi di ventilazione, sulle tecnologie di purificazione (in particolare sulla ionizzazione bipolare ad ago) e sull'uso corretto delle maschere. Lo studio è stato condotto dal dottor Qingyan (Yan) Chen, James G. Dwyer, professore di ingegneria meccanica a Purdue, ampiamente riconosciuto per le sue ricerche sulla diffusione di malattie infettive attraverso i sistemi di aria interna e su come prevenirla. Il dottor Chen utilizza una sofisticata modellazione fluidodinamica computazionale (CFD) nella sua ricerca, che si è concentrata su ambienti interni, cabine di aeromobili e progettazione e analisi di edifici. Ha pubblicato tre libri e oltre 470 articoli su riviste e convegni. In precedenza ha ricoperto il ruolo di direttore principale del Centro di eccellenza per la ricerca sull'ambiente in cabina della Federal
Aviation Administration della Federal Aviation Administration. Il dottor Chen e il team hanno esaminato la probabile esposizione al virus, che può essere quantificata dalla frequenza, durata e intensità dell'esposizione. La durata di una tipica corsa in ascensore è breve, di solito meno di un minuto. Sono stati modellati più scenari di viaggi in ascensore di due minuti per valutare il rischio relativo. L'intensità dell'esposizione è influenzata dal livello di ricambio d'aria o ventilazione. Gli ascensori hanno un significativo scambio d'aria per progettazione, rispetto a molti altri spazi interni, e sono richiesti dal codice per avere aperture per la ventilazione. Molti ascensori hanno anche ventilatori per aumentare la ventilazione. “Il ricambio d'aria è importante. I nostri risultati hanno concluso che la maggiore ventilazione in un ascensore, rispetto alle attività confrontate, si traduce in una minore opportunità di esposizione. Se tutti i passeggeri indossano correttamente le maschere, il rischio di esposizione relativa scende del 50%. La purificazione dell'aria, chiamata NPBI, può ridurla di un ulteriore 20-30% ", ha affermato il dottor Chen. “Abbiamo confrontato il rischio di esposizione relativa degli ascensori con altre attività comuni in una tipica giornata lavorativa, tra cui un'ora di viaggio in autobus e otto ore in un ambiente d'ufficio. Guidare un ascensore era un'attività a rischio di esposizione inferiore, data la breve durata di una corsa in ascensore". I confronti qualitativi collocano la guida in ascensore con tutti i passeggeri che indossano maschere in una categoria di rischio a bassa esposizione, con un rischio relativo simile a quello della spesa in un supermercato. “Gli ascensori sono una parte essenziale della vita di tutti i giorni per molti, spesso la prima tappa del viaggio e l'ultima sul percorso verso casa. Sappiamo che molti passeggeri hanno domande sui rischi di esposizione associati alla guida in ascensore e desideriamo fornire risposte verificate dalla scienza", ha affermato Robin Fiala, Vicepresidente, Marketing e vendite. "Condividiamo i risultati dello studio ampiamente prima della pubblicazione per tenere i motociclisti ben informati e limitare le idee sbagliate."
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IGV IGV Group è l’azienda italiana di ascensori e piattaforme elevatrici che si è affermata sul mercato internazionale come leader del prodotto “su misura” e di alta gamma. Fondata nel 1966 dall’ingegnere Giuseppe Volpe, IGV Group ha consolidato negli anni l’identità di azienda italiana produttrice di stile, per la costante attenzione nella progettazione dei suoi articoli e per la propensione all’innovazione tecnologica. La cura dei dettagli e la sartorialità delle produzioni oggi non possono prescindere da un legame sempre più stretto con l’architettura e il design, cui si aggiunge una forte inclinazione verso soluzioni a impatto zero. IGV Group si rivolge, infatti, prevalentemente a una clientela esigente che predilige oggetti dal design accattivante, aspetto verso il quale l’azienda si dimostra sensibile (basti pensare alle illustri collaborazioni con Giugiaro Architettura, Bisazza e Swarovski). Pur abbracciando una linea completa per il trasporto verticale (homelift, ascensori, incastellature metalliche, montacarichi, montauto, ecc.), IGV Group si rivela specialmente attenta a soluzioni più compatte, studiate per adattarsi agli spazi ridotti di edifici residenziali, pubblici, commerciali e storici disposti su più livelli. IGV G roup realizza i propri lavori interamente in Italia. Nei 33.000 metri quadrati dello stabilimento di Vignate, nell’hinterland milanese, si concentrano la Direzione, gli uffici tecnici e commerciali, la Ricerca e Sviluppo e la produzione di parti meccaniche, elettriche e idrauliche, oltre a ospitare un reparto dedicato alla logistica e alle spedizioni. Dotata di una propria torre di prova destinata al collaudo e componenti immessi sul mercato, l’azienda ha una capacità produttiva di 60/65 elevatori a settimana, per un totale annuo di circa 3.000 impianti, impiegando 150 dipendenti. IGV Group ha una consolidata vocazione internazionale: l’85% dei suoi articoli, infatti, viene esportato in oltre 70 Paesi. A partire dagli anni Settanta, con un export
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concentrato soprattutto nel continente europeo, l’azienda si è successivamente lanciata alla conquista di Russia, Australia, India, Medio ed Estremo Oriente, per poi affacciarsi sulla scena nord americana, con l’apertura di uno showroom a Miami. Le cabine degli ascensori e le pulsantiere sono punti particolarmente sensibili per il deposito di virus e batteri e per questo meritano un’attenzione particolare, soprat tut to in questo momento di emergenza. Sin da subito IGV Group, con la propria divisione R&S, si è attivata per sviluppare un kit prodotto interamente in Italia che, con un minimo intervento, viene applicato a qualsiasi tipo d’impianto già installato, anche di altri produttori, per azzerare i rischi di contagio e garantirne un uso sicuro. Nasce così CARe, un sistema che, utilizzando contemporaneamente due tecnologie differenti, è in grado di sanificare l’ascensore in pochi minuti. Una luce ultravioletta UV-C, la stessa testata a livello sanitario e impiegata per la sanificazione degli ambienti ospedalieri, garantisce la sterilizzazione completa delle superfici della cabina, mentre un dispositivo di ventilazione con filtro assoluto HEPA combinato a una membrana
ai carboni attivi, in grado di catturare virus e batteri trasportati dal particolato, sanifica l’aria. Il ricambio dell’aria è quasi istantaneo e la sterilizzazione avviene nella fase di stand-by. CARe rispetta inoltre l’ambiente e la salute delle persone: il dispositivo di sanificazione della cabina non prevede l’utilizzo di ozono che potrebbe risultare irritante in assenza di un adeguato ricambio di aria, mentre la luce è a LED (non con i neon di vecchia concezione, con mercurio altamente tossico). CARe ha una grande semplicità di installazione, richiede poca manutenzione e si adatta a qualsiasi impianto. Invisibile in cabina, il kit è estremamente silenzioso e ha consumi ridotti. Principali caratteristiche del sistema • Motore elettrico centrifugo potente e silenzioso, programmato per garantire un riciclo completo e istantaneo dell’aria in cabina. • Filtro assoluto HEPA in grado di catturare virus e batteri trasportati dal particolato, combinato a una membrana ai carboni attivi. Estrema semplicità di sostituzione in fase di manutenzione periodica (ogni 6 mesi).
luglio\agosto 2021 • Raccordi, canalizzazioni e griglie ad incasso per la gestione dei flussi d’aria. • Faretto LED germicida UVGI ad incasso (a cielino o a parete) con luce ultravioletta, per gar antire una s anif ic azione professionale delle superfici presenti in cabina. La luce ultravioletta UV-C viene attivata automaticamente solo in assenza di persone a bordo (quando la luce di cabina è spenta) e in pochi minuti garantisce la sanificazione completa della cabina. • Documentazione tecnica e istruzioni di montaggio inclusi. • Applicabile a qualsiasi tipo di ascensore o piattaforma elevatrice già installati e di qualsiasi produttore/marca presenti sul mercato. • Ingegnerizzato e prodotto in Italia. • L’installazione del sistema CARe prevede interventi minimi: • posizionamento libero dell’unità CARe sul tetto di cabina; • predisposizione in cabina dei fori necessari per l’installazione delle bocchette di aerazione, direttamente
sul cielino (o, in alternativa, a parete), da collegarsi con raccordi e canalizzazioni flessibili all’unità; • predisposizione in cabina del foro necessario al posizionamento del faretto LED germicida UVGI, direttamente sul cielino (o, in alternativa, a parete); • collegamento all’elettronica di cabina. La tecnologia CARe è dotata di elettronica dedicata, in grado di gestire in autonomia sia il funzionamento del riciclo dell’aria, sia l’attivazione della luce UV-C. Non è necessaria alcuna interfaccia con il pannello di controllo dell’ascensore. Il dispositivo di sanificazione della cabina non prevede l’utilizzo di ozono che causerebbe effetti irritativi in assenza di un adeguato ricambio d’aria a seguito del trattamento. A differenza delle lampade al neon, di vecchia concezione e contenenti mercurio, altamente tossico e pericoloso se disperso nell’ambiente, la luce LED garantisce la sicurezza dell’utente e dell’operatore, oltre ad avere vantaggi di risparmio energetico e di durata.
PAESE CHE VAI, ASCENSORE CHE PRENDI Dagli impianti contactless in Cina come prevenzione al Covid-19, a piattaforme panoramiche circolari in Russia per ammirare la natura, fino alla particolare forma a ragno in Costa d’Avorio o alla scelta, in India, della posizione dell’ascensore interpellando esperti Vastu, l’architettura olistica che armonizza lo spazio con uomo e natura. Un giro del mondo tra le 10 tendenze del settore degli elevatori per luoghi pubblici e privati realizzato nei 5 continenti grazie a IGV Group, storica azienda leader nell'ascensore sartoriale Made in Italy, che esporta all’estero l’85% dei suoi prodotti. 10 tendenze che hanno dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia di Coronavirus, subendo nonostante tutto pochi cambiamenti: è inevitabilmente aumentata l’attenzione alla sicurezza così come le richieste di kit per la sanificazione anche all’interno di ville domestiche e con tecnologia contactless per evitare qualsiasi tipo di contatto, specialmente
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in Asia, ma l’utilizzo dell’ascensore e la loro richiesta sul mercato non sono s o s t a n z i a l m e n t e c a m b i a t i . “ Sia m o presenti in circa 70 Paesi del mondo con oltre 100.000 impianti venduti, per questo abbiamo una visione completa e chiara di tutti i gusti e le tendenze relative ai nostri clienti. L’ascensore IGV si caratterizza per design, tecnologia e qualità – afferma Michele Suria, AD di IGV Group – ma anche per versatilità, soddisfando laddove è possibile ogni richiesta del singolo cliente, sia esso un ente pubblico o un privato. Dall’Europa più tradizionalista, all’Asia attenta alle finiture, fino al lusso dell’Africa e allo sfarzo estremo dell’India, ogni Paese ha uno stile sempre differente e mai banale”. 1) Europa - Standard vetro e alluminio Nel mercato europeo, dove esiste una rigida regolamentazione proprio a livello di ascensori, misure e dimensioni sono abbastanza standard. L’utilità infatti la fa da padrone, come per esempio in Italia, dove non si eccede in sfarzo e particolarità e si tiene conto del prezzo di mercato sempre però mantenendo un design innovativo e usando la combinazione di materiali come vetro e alluminio, che piace a qualunque tipo di cliente. Nel Sud della Francia si nota la presenza di numerosi ascensori Swarovski, presenti molto di più che nelle altre parti del vecchio Continente. 2) Russia - Panoramico circolare Se in Europa la standardizzazione dell’ascensore va per la maggiore, in Russia la particolarità resta dietro l’angolo. L’ascensore panoramico di forma circolare e con una struttura in vetro e ciò che attrae maggiormente i clienti, così come l’utilizzo del color oro, caratteristica tipica del lusso e dello sfarzo. 3) Cina - Contactless La Cina ama profondamente ascensori o p iat t afo r m e co n p u ls a nt ie r e contactless, per limitare al massimo qualsiasi tipo di contatto e contagio da Coronavirus, con giochi di luce a Led
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che danno la sensazione di leggerezza e brillantezza. 4) India - Architettura olistica Vastu In india, invece, oltre allo sfarzo dettato da finimenti e decorazioni studiate su misura per ogni singolo cliente, i seguaci della dottrina Vastu, l’architettura olistica più antica del mondo, interpellano un consulente per far definire al meglio la posizione dell’ascensore in base a raggi ed energie positivi per armonizzare spazio, uomo e natura non solo nelle abitazioni, ma anche negli uffici. 5) Sud Est Asiatico - Doppia velocità È un mercato in grado di modificare la tipica concezione dell’ascensore. La velocità con cui viaggia, infatti, è doppia rispetto a quella europea, diversamente regolamentata: si passa da 0,15 metri al secondo, a 0,3 metri al secondo. In Vietnam, per esempio, un’altra caratteristica è la presenza dell’acciaio inox oro lucido, combinato col colore nero.
6) Australia - Stile Europeo/Asiatico Il Paese ha realizzato una vera e propria evoluzione europea sull’ascensore. Nella terra dei canguri vengono apprezzati vetro e alluminio, così come lo stile italiano. Ma la particolarità sta nella combinazione tra finiture europee e tipicità asiatiche come ad esempio l’utilizzo di una velocità di 0,3 metri al secondo. 7) America - Panoramico in legno Impianti panoramici con l’utilizzo di vetro per cabina e porte sono molto comuni, così come la posizione ce nt r a l e d e ll o s te s s o h o m e lif t all’interno della villa, che diventa parte stessa dell’arredamento. Ma la vera particolarità riguarda l’utilizzo di acciaio inox colorato e nero oppure pannelli in legno, rarità per il settore, ma comunque fattibili dal punto di vista tecnico. 8) Medio Oriente - Serigrafie, oro e Swarovski La distinzione è netta. C’è chi come in
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Israele opta per acciaio inox serigrafato o colorato oppure soluzioni di più difficile realizzazione come quelle in legno. C’è chi, invece, in Arabia Saudita non bada a spese e si affida a piattaforme domestiche extra lusso con all’interno cristalli di Swarovski in acciaio inox color oro con la massima tecnologia possibile. 9) Centro Africa - L’emblema del ragno In Paesi come Nigeria e Costa d’Avorio la situazione è opposta: qui l’ascensore è un’espressione di ricchezza piuttosto che di utilità, ancora maggiore rispetto ai Paesi Arabi. Nella residenza di uno dei più importanti politici della Costa d’Avorio, per esempio, vi è una piattaforma elevatrice panoramica in vetro, in acciaio inox specchio argentato e acciaio inox color oro che ricorda la forma di un ragno per le sue quattro braccia che sostengono l’intera struttura. 10) Sudafrica - Essenziale Da sempre il Paese ha adottato una
tendenza più europea strizzando l’occhio alla funzionalità degli impianti. Il 90% degli ascensori, infatti, è presente all’interno di una casa perché vi è una persona anziana o un portatore di handicap. Trasformare l’ascensore in “architettura dinamica” e rendere il suo utilizzo u n’e s p e r i e n z a s e n s o r i a l e . Q u e s t o l’ambizioso obiettivo dell’architetto Giulio Cappellini, scelto come art director da IGV Group, azienda italiana del trasporto verticale che ha costruito la propria storia sulla competenza tecnica e sull’alta professionalità, con prodotti costruiti su misura. “La nostra azienda – commenta Michele Suria, CEO di IGV Group – è sempre stata un unicum all’interno di un settore dove la standardizzazione è la regola. Ci siamo sempre distinti per un approccio innovativo assegnando all’ascensore non solo un ruolo tecnico e funzionale, ma anche estetico. Ora abbiamo deciso di rivoluzionare questo settore, mettendo tutta la nostra ricerca tecnologica e l’approccio sartoriale al servizio degli
architetti per i loro progetti, anche quelli più arditi”. L’ascensore deve diventare parte integrante dell’architettura e con questo obiettivo IGV Group ha scelto come art director Giulio Cappellini, architetto e talent scout, ambasciatore del design e del Made in Italy nel mondo. Negli anni, IGV ha consolidato l’immagine di azienda italiana produttrice di stile, affermandosi sul mercato internazionale – l’85% dei prodotti viene esportato in oltre 70 paesi – come leader del prodotto di alta gamma. Oggi la strategia è conquistare il settore della progettazione e dell’architettura che richiede personalizzazione e capacità dell’azienda di dialogare con l’architetto e supportarlo soprattutto quando si tratta di progetti complessi. Giulio Cappellini, recentemente eletto dalla rivista Time come uno dei dieci trend setter mondiali della moda e del design, coordinerà questo percorso, facendo comunicare personalità anche estremamente diverse tra loro. Ridisegnerà anche il ruolo stesso dell’ascensore all’interno dell’architettura. Commenta Cappellini: “L’ascensore può diventare protagonista, trovando, come ogni oggetto iconico, l’equilibrio tra forma e funzione. Fare innovazione in questo settore non significa solo realizzare un bel rivestimento, ma trasformare la fruizione del prodotto, anche se breve, in un’esperienza sensoriale. È un progetto complesso, ma unendo la competenza tecnologica di IGV e l’apertura verso il mondo del design, ci sono le basi per ottenere ottimi risultati”. Il nuovo percorso intrapreso dall’Azienda si concretizza anche nella linea Ad Hoc, l’evoluzione del DNA di IGV Group che ha nel proget to “speciale”, la propria vocazione. Ad Hoc è una nuova generazione di prodotti interpretati dai nomi più noti dell’architettura, in cui l’ascensore diventa un oggetto di design, estremamente personalizzabile.
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INTERVISTA A MICHELE SURIA, CEO DI IGV Ci parli del progetto ON AIR con lo Studio di Architettura PIVA, che unisce un design accurato alla scelta di materiali, tecnologie e interazione per la sanificazione di cabina, anche in tempo di Coronavirus. “ON AIR è un progetto innovativo per diversi aspetti perché delinea il nuovo concetto pioneristico promosso da IGV Group che combina tecnologia all’avanguardia ed estetica. ON AIR, come lo ha definito il nostro art director Giulio Cappellini, compie una rivoluzione nel settore del trasporto verticale, trasformando l’ascensore in un elemento dalle profonde connotazioni sensoriali, che trascende la dimensione di mezzo di trasporto. Integrando, poi, materiali e finiture antibatteriche risponde anche alla forte esigenza di muoversi in un ambiente sicuro.” ON AIR si è aggiudicato "The Plan Award 2020", l'ambito premio internazionale dedicato all’architettura contemporanea. Le Sue impressioni? “Ricevere il The Plan Award 2020 dalle mani di una giuria internazionale con nomi di spicco del settore dell’architettura è stato il giusto riconoscimento al grande impegno richiesto per realizzare ON AIR. Vedere premiato il progetto IGV disegnato dallo Studio Marco Piva, in una cornice composta dalle eccellenze della filiera progettuale, industriale e imprenditoriale, rappresenta una grande motivazione e conferma che l’azienda si sta muovendo nella giusta direzione.” CARe, è il vostro sistema che, utilizzando contemporaneamente due tecnologie differenti, è in grado di sanificare l’ascensore in pochi minuti. Ce lo illustri. “CARe è stato il primo dispositivo certificato a essere lanciato sul mercato, poi sono arrivati quelli di altre aziende perché, indubbiamente, l’esigenza di utilizzare l’ascensore in tutta sicurezza è stata percepita subito e da tutti. CARe può essere facilmente installato su qualsiasi impianto nuovo o esistente ed è tutt’ora l’unico a utilizzare una doppia tecnologia di filtro assoluto HEPA e luce LED germicida UVGI. Il sistema è anche certificato camera bianca… praticamente un ascensore dotato di dispositivo CARe è sicuro come una sala operatoria.” Quante installazioni avete effettuato contribuendo alla lotta alla diffusione del contagio? “Molte, anche in luoghi di grande prestigio che non mi è consentito menzionare. In Italia e all’estero. Il lancio di CARe ha riscosso da subito molto interesse, ne hanno parlato testate nazionali e straniere. Un successo che ci aspettavamo, ma che si è confermato ben al di là delle nostre più rosee
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previsioni. E questo è dovuto anche ai costi ridotti, alla facilità e rapidità di installazione e a una manutenzione estremamente semplificata.” In quale misura una cabina di ascensore può essere rischiosa per il contagio da Covid-19? “In termini numerici direi che il rischio è praticamente zero, se si è scelto di installare il nostro dispositivo CARe. È vero che l’ascensore è uno spazio ristretto, ma tutti ormai utilizziamo mascherine e protezioni varie, facciamo attenzione a un corretto distanziamento e, in ascensore, ci ritroviamo a viaggiare praticamente da soli. Direi che prendere l’ascensore è sicuro come spostarsi in macchina. Non ho dubbi che sia più sicuro rispetto a una corsa in autobus o metro… anche perché il viaggio dura molto meno e installando CARe quel minimo rischio viene scientificamente eliminato.” Il produttore di ascensori Otis Worldwide Corporation ha pubblicato i risultati di uno studio accademico di tre mesi che ha incaricato la Purdue University di condurre, indagando sulla rischiosità degli ascensori in relazione all'esposizione a COVID-19. Studio del dottor Qingyan (Yan) Chen e James
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G. Dwyer, professore di ingegneria meccanica a Purdue. I confronti qualitativi collocano la guida in ascensore con tutti i passeggeri che indossano maschere in una categoria di rischio a bassa esposizione, con un rischio relativo simile a quello della spesa in un supermercato. Cosa ne pensa? “In questo periodo di pandemia siamo stati sommersi da ricerche, studi e indagini sui livelli di rischio che riguardano qualsiasi attività su cui non eravamo abituati a riflettere. Prendere l’ascensore, fare la spesa al supermercato, un giro in autobus, stringere la mano a un amico. Ho letto un po’ di tutto con interesse e posso dire che trovo gli esiti di questa ricerca sicuramente condivisibili. Con le dovute precauzioni, la corsa in ascensore espone a un rischio di contagio basso. Con CARe quel rischio si azzera.”
nuovo settore, quello dell’architettura e del design.”
Attualmente l'unica cosa che va secondo i piani è l'ascensore. Quindi voi non risentite della crisi economica? “La Banca mondiale stima che la pandemia da Covid-19 abbia dato vita a una delle peggiori recessioni economiche dal 1870. Ciò ha determinato ovviamente un forte impatto sulle imprese italiane, e non solo. Ogni lockdown, e ce ne sono stati diversi, ha gravi ripercussioni sull’industria. IGV Group non si è mai fermata, ha fatto innovazione (dispositivo di sanificazione CARe) e ha addirittura scommesso su un
55 anni di IGV. Tre elementi essenziali per il successo di un'azienda, secondo Lei. “Efficienza, performance e innovazione. I primi due si spiegano da soli, l’ultimo, invece, rappresenta la forza trainante, l’elemento più stimolante e fondamentale per raggiungere il successo. Oggi le aziende faticano sempre più a distinguersi dalla concorrenza, quindi la sfida è rinnovarsi in modo sempre più dinamico. Bisogna fare dell’eccellenza il proprio obiettivo principale, prendendo a volte anche decisioni coraggiose.”
Nella primavera del 2009, avete festeggiato il traguardo dei 15.000 DomusLift venduti con un gesto di solidarietà: la donazione del 15.000° DomusLift alla fondazione Paolo Fagetti. Quali nuove iniziative in questo senso? “IGV Group è un’azienda molto impegnata a livello sociale se consideriamo che il suo prodotto iconico, DomusLift, è stato progettato per superare le barriere architettoniche. Al momento non sono previste iniziative simili a quella del 2009. Il nostro impegno è rivolto principalmente a una maggiore sostenibilità ambientale con impianti a consumo zero. Sviluppare prodotti green è un dovere etico verso l’ambiente e le generazioni future.”
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LA DIVERSITÀ E L’INCLUSIONE MOTORE DI SVILUPPO E INNOVAZIONE Il ruolo dei brevetti, asset di valore inestimabile per le imprese. A cura della Redazione
I numeri dicono che innovazione e politiche di diversity, ovvero la capacità di generare creatività facendo interagire risorse di diversa estrazione e background, sono correlate. Se uno dei parametri per misurare il livello di innovazione di un Paese può essere rappresentato dal numero di brevetti registrati annualmente, è stato dimostrato che i paesi in cui le differenze culturali si sono incluse a livello aziendale hanno una più alta percentuale di deposito di brevetti e quindi di innovazione. In Italia nel 2020 la domanda di brevettazione è aumentata del +3%, in controtendenza rispetto ai Paesi europei e extraeuropei. I settori trainanti risultano la meccanica, i trasporti e il farmaceutico. (fonte Epo)
• SVIZZERA Densamente popolata da etnie di diverse nazioni, è produttrice di una pluralità di brevetti, tanto da collocarla al primo posto per il numero di domande di brevetto europeo nel 2020 per milione di abitanti. Riprendendo il ranking dell’EPO (European Patent Office) da cui emerge la statistica qui sopra e considerando i primi 5 paesi (Svizzera, Svezia, Danimarca, Olanda e Finlandia) per numero di domande di brevetto europeo nel 2020 per milione di abitanti, emerge una chiara visione dei benefici che una multiculturalità sociale e quindi aziendale, anche grazie a particolari policy inclusive di welfare, possono apportare.
Se volessimo fare alcuni esempi di best practice riferibili a un uso efficace della diversity, è possibile citare nel mondo: • STATI UNITI Paese storicamente forgiato dalle minoranze etniche e dove circa il 31% di possessori di dottorato sono immigrati, gli “ethnic inventors” svolgono un ruolo centrale, specialmente nel settore dell’high-tech e in regioni specifiche, tra cui la Silicon Valley, in cui risiede una concentrazione di aziende altamente tecnologiche; è stato inoltre evidenziato come, sebbene costituiscano solo il 18% della forza lavoro dai 25 anni in su, negli USA gli stranieri ottengono il 28% dei brevetti di alta qualità (definiti come quelli concessi da tutti e tre i principali uffici brevetti).
Inclusione e innovazione hanno dunque una correlazione positiva e possono rappresentare una spinta sinergica e dirompente nella crescita economica del sistema paese. “Per ogni tipologia di impresa, in particolare per una PMI (piccola e media impresa), i diritti di proprietà Intellettuale – spiega infatti l’Avv. Giulia Affer, Partner dello Studio Trevisan & Cuonzo – costituiscono un valore fondamentale, da proteggere e tutelare con la massima cura. Sempre di più, gli asset immateriali IP (come il marchio, i brevetti, il design, il diritto d’autore, i segreti industriali) rappresentano il vero valore delle aziende. Perché la protezione e valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale assumono un’importanza sempre maggiore? Per un concetto essenziale: la competitività. Questa è garantita anche dalla diversity, cioè dalla capacità da parte delle aziende di strutturare e dotarsi di team diversificati, in cui siano presenti competenze, esperienze e etnie diverse, per produrre creatività e innovazione. Tutti fattori alla base del successo di una impresa.”
Mentre, in Europa: • REGNO UNITO La comunità di “minority ethnic inventors”, folti gruppi di lavoratori originari dell'Asia meridionale e orientale, registrano un numero di brevetti molto più consistente rispetto ai “majority non-ethnic inventors”. I brevetti maggiormente realizzati da questi gruppi minoritari riguardano specialmente semiconduttori, tecnologie nel settore IT, prodotti farmaceutici, prodotti agricolo/alimentari.
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Cosa significa essere appetibili sul mercato? Qual è il valore aggiunto di tutelarsi con la proprietà intellettuale? È una strategia di successo per le imprese? Quanto conta la “diversità” in una impresa? Ci sono esempi di Best Practice grazie alla Diversity?
luglio\agosto 2021 I DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE Si applicano a tutti i prodotti che contribuiscono a fare innovazione e sono necessari per proteggerne le idee alla base. Questi prodotti dell’intelletto aziendale costituiscono, per tutte le tipologie di imprese, ma soprattutto per le PMI (piccole e medie imprese), un asset di valore inestimabile (come marchi, brevetti, design), un patrimonio personale dell’azienda da proteggere e tutelare con attenzione. Il termine patrimonio non è casuale ed è declinabile in due importanti accezioni: la prima è riferibile alla pura proprietà. Ovvero quando un prodotto di qualunque natura è generato dalle menti di una impresa, deve essere difeso da ogni possibile attacco: quali un esproprio, una potenziale copiatura, una contraffazione. Facciamo qualche esempio: il deposito di un brevetto impedisce ad altri di sfruttare indebitamente le conoscenze e le invenzioni sviluppate in azienda; la registrazione di un marchio invece consente di bloccare coloro che traggono in inganno il consumatore apponendo un marchio registrato su un prodotto non originale. La seconda lettura del termine patrimonio è di carattere economico: avere e difendere la proprietà intellettuale permette e genera competitività. Permette di essere attrattivi sul mercato per nuovi potenziali investitori (nonché clienti) e diventare appetibili da parte di grandi realtà che possono stimolare la
crescita della società stessa con l’incremento di capitali. Ovvero, gli strumenti di proprietà intellettuale non hanno soltanto un ruolo difensivo, ma possono essere sfruttati anche in modo attivo. Senza contare un ulteriore valore aggiunto: difendere la proprietà intellettuale significa difendere anche l’innovazione. PERCHÉ DIFENDERE LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE. Oltre ai motivi già citati, ci sono almeno tre altre buone ragioni. 1. Per avere successo: dati statistici attestano che aziende che investono in proprietà intellettuale (IP) hanno migliori performance di business. 2. Per internazionalizzarsi: le aziende desiderose di operare con successo nei mercati internazionali (anche mondiali) devono sviluppare una piena coscienza del valore dei diritti di proprietà intellettuale e del loro regime di protezione. In una knowledge-based economy, quale l’attuale, il bene più prezioso è rappresentato dalla conoscenza intesa in tutte le sue forme (innovazione, creatività, know-how, etc.) che in quanto tali vanno tutelate. 3. Per pensare in una logica di investimento: proteggere i propri diritti può sembrare inizialmente dispendioso (una struttura di proprietà intellettuale all’interno di un’azienda richiede un investimento economico e di risorse facenti parte dell’impresa stessa), ma a lungo termine, optare per un meccanismo di tutela rappresenta un risparmio in termini di tempo e denaro. Dunque la proprietà intellettuale difende e qualifica, è un “plus” per l’azienda rispetto alla concorrenza.
In foto: Avv. Giulia Affer
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FORMAZIONE, CHE PASSIONE!
Tempo di formazione legata alla ripresa economica, dopo il lungo oscuro tunnel di 18 mesi della crisi legata alla pandemia di Covid-19. Voglia di crescita e di essere pronti per gli eventi in presenza che stanno per arrivare. L’Istat prevede un +5% del PIL in questo secondo semestre 2021. L'Istituto di statistica prevede “una sostenuta crescita” del Prodotto Interno lordo nel 2021 e indica un +4,7% e nel 2022 un +4,4%. Un "deciso rialzo", seguito al crollo dell'8,9% del 2020 causato dall'esplodere della pandemia e per la produzione, dal lockdown. Va da sé che molti vogliono prepararsi e aggiornarsi con nuovi corsi e workshop perché – come scriveva l’economista Lester Thurow – “L’arma competitiva del ventunesimo secolo sarà la formazione accompagnata dalle competenze della nostra forza lavoro”. E allora formazione! Una delle caratteristiche della persona di successo è il desiderio continuo di imparare, leggere, frequentare corsi di formazione e quindi di migliorare. “Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni. Chiunque continui ad imparare resterà giovane”, diceva Henry Ford. Ti presento quindi i nuovi workshop giornalieri che ho studiato per te, in base alle richieste di soft skills 2022 del mondo del lavoro: 1. Pensiero Analitico e Innovazione, 2. Apprendimento Attivo e Strategie di Apprendimento, 3. Capacità di risolvere problemi complessi, 4. Pensiero Critico e Capacità di Analisi, 5. Creatività, Originalità e Spirito d’Iniziativa, 6. Leadership e Influenza Sociale, 7. Uso di Tecnologie, Monitoraggio e Controllo, 8. Progettazione e Programmazione Tecnologica, 9. Resilienza, Gestione dello Stress e Flessibilità, 10. Ragionamento, Problem Solving e Ideazione.
Voglia di crescita e formazione per lo sviluppo delle soft skills all’alba della ripresa economica post Covid A cura di Giorgio Nadali*
I NUOVI WORKSHOP 1) Intelligenza emotiva e giornalismo “Il significato di qualsiasi comunicazione non sta in ciò che noi pensiamo che significhi, sta nella reazione che provoca” (Richard Bandler) 2) Persuadere, Vincere e Con-vincere. La comunicazione carismatica nel business “Se vuoi persuadere, devi fare appello all'interesse piuttosto che all'intelletto” (Benjamin Franklin) 3) PNL per il giornalismo Tutte le tecniche etiche per un coinvolgimento del lettore in un giornalismo vincente
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4) La comunicazione errata. Errori di comunicazione e comunicazione persuasiva • Le parole tossiche • Le pubblicità sbagliate • La non comunicazione del leader • La non comunicazione del dipendente
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Fare le domande giuste Parole e successo 10 modi per una comunicazione di successo 20 modi per comunicare meglio Intelligenza emotiva e marketing Cos’è l’intelligenza emotiva Marketing e Intelligenza Emotiva Persuasione Azioni carismatiche Come concludere affari con i 4 tipi di cervelli da business
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"I BUONI GIORNALISTI SCRIVONO CIÒ CHE PENSANO; I MIGLIORI QUELLO CHE DOVREBBERO PENSARE I LORO LETTORI" (George Elgozy)
con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente. (Sigmund Freud) 11) Il Brand Journalism. Giornalismo di impresa Con esempi di interviste di Giorgio Nadali a grandi imprenditori 12) Il Business nei Paesi islamici e Expo Dubai Aspetti culturali e pratici per un business vincente nella cultura islamica. Errori e gaffes da evitare “Ho avuto il piacere di collaborare con Giorgio in diverse occasioni con riferimento al Business in EAU. Abbiamo sempre avuto confronti costruttivi e soddisfacenti. Ha profonde competenze nella cultura mediorientale e una specializzazione verticale su come colmare il cultural gap tra Italia e Medio Oriente”. (Andrea Raimondi – International Business Developer – Executive Director Italy The Private Office of Sheikh Saeed Bin Ahmed Al Maktoum) 13) Il Brand Magazine La nuova frontiera della reputation aziendale 14) Il Press Agent Al servizio del successo 15) Motivazione, sinergia e crescita del Business Team Un team motivato e coeso è la base del successo aziendale
6) Comunicazione non verbale e strategie di persuasione etica 7) Cinesica e successo nel business • La scienza che studia il linguaggio del corpo 8) Etica del successo “È molto facile accumulare fortuna o avere successo se lo fai a tutti i costi. Se lo vuoi fare cercando di non disturbare il prossimo è un po' più difficile ma dà molte più soddisfazioni” (Diego Dalla Valle)
16) Intelligenza emotiva e Business Giorgio Nadali è un professionista competente sia nel campo dei media come giornalista, sia nel campo della formazione. È docente del corso universitario di “comunicazione e successo”. Utilissimo per formare i collaboratori a una comunicazione persuasiva e strategica interna e per le vendite. Competenze che difficilmente si trovano insieme in un professionista” (Diego Caponigro – Ambasciatore NAR, USA, per l’ItaliaNational Association of Realtors- presso National Association of REALTORS®) www.giorgionadali.com/workshops info@giorgionadali.com
9) Il successo personale e professionale • Il rapporto tra talento e fortuna e la mentalità vincente nel business. • Nuove strategie 10) Il potere delle parole Le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli studenti, con le parole l’oratore trascina l’uditorio
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IL FUTURO È DI CHI HA UN GRANDE PASSATO A cura di Furio Reggente
Heritage Marketing:la valorizzazione del proprio patrimonio storico rappresenta oggi una leva strategica molto importante. In un momento storico così delicato e difficile come quello che stiamo vivendo, il passato rappresenta qualcosa di affidabile che, se ben gestito, può creare e rafforzare i valori della marca per creare una brand image solida nei confronti dei consumatori e degli stakeholder. In Italia abbiamo tante imprese con una storia centenaria, spesso piccole, ma molto conosciute anche all’estero, che possono contare su un patrimonio storico materiale e immateriale di inestimabile valore costruito negli anni con amore e professionalità. Valore che rappresenta un elemento fondamentale per differenziarsi dai propri concorrenti e per concretizzare la propria credibilità e autorevolezza al fine di instaurare un rapporto di fiducia con i propri consumatori che si fidano maggiormente di un brand che ha alle spalle una storia consolidata e affidabile. Evocare la storia equivale a certificare un’azienda, un prodotto, un processo e la sua tradizione. L’heritage marketing nasce negli Stati Uniti negli anni sessanta quando un gruppo di psicologi ed esperti di comunicazione analizzando le abitudini dei consumatori, evidenziarono il forte impatto emotivo che alcuni brand storici avevano nei confronti del pubblico. In Italia solo negli anni 80 e 90 l’heritage marketing entrò nelle strategie di marketing inizialmente per contrastare la contraffazione dei prodotti provenienti principalmente dai paesi orientali e oggi assume importanza perché la brand identity e la riconoscibilità del marchio stanno avendo un ruolo centrale nella scelta dei consumatori. Valorizzare la storia diventa un punto di forza che le aziende, attraverso diversi strumenti intendono sfruttare per suscitare emozioni nei consumatori consolidando così la propria reputazione. Sempre più aziende hanno riportato la data di fondazione vicino al marchio attribuendo così in modo automatico valori come l’esperienza, la capacità innovativa di rimanere sul mercato; si celebrano gli anniversari; nascono i musei e si aprono gli archivi; si rivalutano le monografie istituzionali; si riscopre il cinema d’impresa.
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© www.fcaheritage.com
Heritage Hub, all'interno locali dell'ex Officina 81 di Via Plava a Torino che ospitano lo spazio polifunzionale FCA Heritage.
luglio\agosto 2021 Musei d’impresa La creazione di un museo rappresenta per un’azienda una precisa scelta di apertura e di dialogo con la società, con il territorio e con la gente. “Avere un museo, per una impresa vale tanto. Ma proprio in termini di valore reale: Il marchio, la reputazione se ne giovano al di là di quanto sia ovvio pensare “ha detto Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa. E intervenendo il 21 luglio di quest’anno agli Stati Generali della Cultura, Calabrò ha sottolineato che “Protagonista dei Musei e degli Archivi di Impresa è l’avvenire della memoria. Nei nostri Musei c’è il racconto di questa memoria, che va valorizzato perché la memoria ci consente di progettare il futuro”. Museimpresa nasce nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria per promuovere la politica culturale dell’impresa attraverso la valorizzazione degli archivi e svolge attività di ricerca e formazione e riunisce oggi più di cento musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese distribuiti su tutto il territorio nazionale. Sono in prevalenza nel Nord Italia e comprendono le più svariate categorie: cibo, design, economia, moda, motori, ricerca e innovazione. Cinema d’impresa Il cinema d’impresa ha rappresentato per tutto il Novecento un settore importante della politica industriale con la produzione di migliaia di filmati a scopo promozionale che trattano tutti gli aspetti della vita aziendale e che occupano una posizione importante per la varietà di informazioni che forniscono e che oggi costituiscono un patrimonio prezioso per ricostruire la storia economica e sociale dell’Italia. Molti registi di fama internazionale come Federico Fellini, Bernardo Bertolucci, Dino Risi, Pier Paolo Pasolini, Alessandro Blasetti si sono cimentati in questa attività realizzando filmati che ancora oggi sono da considerare opere di
grande valore artistico. L’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa viene istituito nel 2005 a Ivrea e conserva circa 82 mila opere. Monografie Istituzionali E per valorizzare uno degli strumenti che concorrono alla valorizzazione del patrimonio storico delle aziende è nato nel 2006 a Verona l’Osservatorio Monografie Istituzionali. La Monografia Istituzionale è il racconto del vissuto di tutti gli attori dell’azienda dal momento in cui essa si istituzionalizza collocandosi nell’organismo sociale. Esso si traduce in un documento, di solito sotto forma di libro, strumento importante per la validazione della storia e della reputazione dell’azienda. L’Osservatorio è l’unica istituzione che si occupa dello studio e della catalogazione delle monografie e per favorire la conoscenza della narrazione d’impresa quale strumento di valorizzazione dei valori istituzionali delle aziende italiane e ogni due anni vengono premiate le aziende che meglio hanno saputo sviluppare questo strumento. Marchi storici Nasce l’8 luglio di quest’anno l’Associazione dei marchi s t o r i c i c o n l ’o b i e t t i v o di tutelare, valoriz z are, raccontando tradizioni e valori con attività di comunicazione e promozione in Italia e all’estero. Otto sono i soci fondatori: Antinori, Inghirami, Conserve Italia, Gabetti, Ekaf, Benetton, Terme di Saturnia e Amaro Lucano. Per poter accedere all’associazione occorre essere iscritti al Registro dei marchi storici istituito nel 2019 dal Ministero per lo Sviluppo economico e che prevede come prerequisito avere una continuità operativa negli ultimi 50 anni, con la stessa denominazione.
La sede di Ivrea dell'’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa
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ACCONTENTARSI O RASSEGNARSI? Qual è la differenza tra l’accontentarsi e il rassegnarsi? È lecito e utile avere una grande ambizione? A cura di Giorgio Nadali*
Una certa cultura minimalista ci ha insegnato che l’accontentarsi è virtuoso e che il non farlo sa di avidità e anche di ingratitudine per ciò che già abbiamo e siamo. San Paolo nella lettera ai Romani scrive: “non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi” (Rm 12,16). Shakespeare osserva che “si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo”. Il grande psicologo Abraham Maslow – fondatore della teoria della gerarchizzazione dei bisogni umani
Abraham Maslow
(1954) – ci dice: “Se progetti deliberatamente di essere meno di quello che sei capace di essere, allora ti avviso che sarai infelice per il resto della tua vita” Ben Herbster aggiunge che “il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”. È uno spreco egoistico non realizzare l’ambizione ad essere di più di ciò che siamo ora. E ci hanno fatto credere che l’egoismo sta invece nel realizzarla! Occorre quindi essere il massimo di ciò che possiamo essere e sfidare i nostri limiti superandoli per essere davvero in pace con noi stessi. La natura umana è fatta per essere di più, per scoprire di più, per dare di più, per avere di più. È in sostanza la base di qualsiasi tipo di progresso. Senza questo spirito tipicamente umano staremmo ancora cacciando con la clava le prede da portare nella nostra
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caverna. È proprio il contrario della rassegnazione. Allora qual è il giusto equilibrio? La gratitudine non esclude l’ambizione ad aspirare di più. Senza ambizione non è possibile alcun successo e “ogni qualvolta cerchiamo di essere migliori di quello che siamo, anche tutto quanto ci circonda diventa migliore” (Paulo Coelho). “Tutti possono migliorare a dispetto delle circostanze e raggiungere il successo se si dedicano con passione a ciò che fanno” (Nelson Mandela). Senza esitazioni, grati di ciò che abbiamo e siamo ci proiettiamo quindi verso obiettivi più alti, per il nostro bene e di quello di chi ne beneficerà. Se l’ambizione è mossa da uno spirito di progresso personale volto anche all’interesse di tutti è sempre positiva. L’avidità è altra cosa. Innanzi tutto è mossa solo dall’avere di più, non dall’essere di più. Non che l’avere di più sia un male, intendiamoci. Lo è quando è fine a se stesso. Se ora posso fare tre con le mie risorse economiche, aspirando ad avere dieci volte tanto potrò fare cinquanta volte di più e aspirando ad avere venti volte di più potrò fare cento. Il denaro è utile nel momento in cui mi permette di esprimere al massimo le mie potenzialità, nell’interesse di tutti. Occorre quindi passare da questa sana aspirazione ad un obiettivo specifico in un tempo predefinito. Ad esempio: “Voglio guadagnare diecimila euro al mese entro il 31 dicembre di quest’anno per poter avviare la mia attività di formazione e poterla diffondere su vasta scala”. Ovviamente questo obiettivo ha un costo sostenibile solo da chi ha le risorse economiche adeguate. A nessuno serve un formatore bravissimo, ma in bolletta e sconosciuto. Talento sprecato. Allora diventa non solo lecito, ma doveroso realizzare il tuo obiettivo utile a molte persone, oltre alla tua realizzazione personale, che è – non dimentichiamolo – il motore per fare ancora di più. Siamo fatti per essere felici, non rassegnati. Le più grandi realizzazioni dell’umanità le abbiamo da chi è partito da zero e non si è mai accontentato. Li ringraziamo per questo spirito.
luglio\agosto 2021 Senza un’adeguata motivazione non è possibile realizzare questo obiettivo. Figuriamoci con la convinzione che “tanto sto bene anche così”. La motivazione è necessaria, ma non sufficiente. È essenziale però partire dalla convinzione che hai il diritto e anche il dovere di essere di più. Vedi? Essere. L’avere è buono ed è una conseguenza logica dell’essere. Ma allora come posso avere quei diecimila euro al mese? Devi puntare sull’essere di più. Nel campo dell’onestà sei pagato di più se vali di più in termini economici. Se la tua competenza e il tuo talento rendono molto, è ovvio che sarai pagato molto. E allora come puoi arrivarci? Con fatica e sacrificio. Con l’impegno e l’umiltà (questa volta sì, è necessaria) per imparare cose nuove e diventare molto bravo in un settore diverso. E poi con tanto coraggio e un pizzico di faccia tosta per proporti, senza temere i rifiuti e le porte chiuse che incontrerai. Quindi, fatica, studio e… allenamento al campionato di porte sbattute sul muso. Oppure, lascia perdere! Allora sì, rassegnati. Sarai felice? Probabilmente no, ma starai al sicuro senza delusioni, fatica e soddisfazioni speciali. Vorrà dire che la tua idea la svilupperà qualcun altro. La tua aspirazione troverà una realizzazione concreta in un altro animo più coraggioso. Non c’è problema! Dopotutto chi non vuole rischiare deve essere pur disposto a vivere qualche rimpianto, no? Parleremo più avanti di decine di esempi di persone semplici che sono partite da zero e sono arrivate a vette miliardarie. Questa vetta non è mai l’obiettivo e non lo era neppure per loro, ma la loro idea si è rivelata utile per molte persone e la loro determinazione incrollabile, notte e giorno, li ha portati come conseguenza non cercata, anche ad un’enorme e meritata ricchezza economica. “Chi è più saggio? Colui che accetta tutto o colui che ha deciso di non accettare nulla? La rassegnazione è saggezza?” (Eugène Ionesco). Rassegnarsi vuol dire arrendersi allo status quo. Rinunciare a crescere, a migliorarsi. Brutto affare. Anche il vangelo stigmatizza un simile atteggiamento con la parabola dei talenti dove un servo va a nascondere il talento ricevuto per poi restituirlo al padrone. Pigrizia? Scarsa auto stima? No. “Per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra” (Mt 25,25). La morale è nota. Avrebbe dovuto farlo
fruttare. Mai rassegnarsi ad una vita di quieta disperazione – scrive Henry David Thoreau – ciò che chiamiamo rassegnazione non è altro che disperazione cronica. Per Giacomo Leopardi “Dall’abito della rassegnazione sempre nasce noncuranza, negligenza, indolenza, inattività, e quasi immobilità”. Henry David Thoreau
Accontentarsi significa invece accettare una situazione o una condizione rinunciando a trovare uno spunto di miglioramento. Non è gratitudine. È un limite autoimposto. Si ritiene che ciò che si ha o si è, sia il massimo possibile, per pigrizia, per convenienza, per paura, ma mai per gratitudine verso la vita, Dio, gli dèi, Buddha o l’Universo. La gratitudine non esclude mai il desiderio di crescita personale. Anzi, la esprime pienamente! E a proposito di Dio. A meno che il dio in questione non sia il collerico Zeus che punisce Prometeo per aver rubato il fuoco per darlo agli umani, il Dio della Bibbia invece desidera ardentemente che i suoi figli abbiano successo e prosperità (anche materiale) nella vita. Sempre che abbiano fede in questo e lo lascino agire in maniera soprannaturale nella nostra vita. Fede niente affatto scontata per tutti coloro che credono in un Dio distratto e minaccioso che ci vuole miseri e mortificati, come hanno scelleratamente inculcato in qualche chiesa che predica bene e poi razzola male. Per tutti gli aspetti spirituali e religiosi del successo e della ricchezza rimando al mio libro del 2017 “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro”. Nella Bibbia vi è scritto: “C'è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta, c'è chi risparmia oltre misura e finisce nella
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miseria. La persona benefica avrà successo e chi disseta sarà dissetato” (Proverbi 11,24-25). Fa pensare, no? Per ricevere molto in modo soprannaturale occorre prima dare anche il poco che si ha in modo naturale, come donare un po’ del proprio tempo per aiutare.
successo. Se il computer non fosse stato mai disponibile? Lo stesso Gates rivela a Gladwell di essere stato esposto a una serie di eventi “fortunati”. Una mentalità positiva e determinata trova comunque sempre prima o poi l’occasione propizia. Anzi, la crea.
Bisogna depurare il giusto desiderio di essere di più, di avere di più dal timore ingiustificato di fallire o di infrangere chissà quale legge morale a favore dell’avidità. Volersi migliorare spiritualmente e anche materialmente è assolutamente parte della natura umana, del progresso che ogni persona sensata desidera conseguire. Sino a che punto? Senza limiti. Ricorda: “I tuoi unici limiti sono quelli che crei nella mente o che ti lasci imporre dagli altri!” Fermarsi vuol dire scegliere un limite per molti motivi. Chi ha deciso di sfidarsi ha conosciuto capacità che nemmeno sapeva di avere e ha raggiunto mete insperate. Quella che chi si ferma chiama “fortuna”, è in realtà un meccanismo interiore che attira le occasioni con un atteggiamento mentale positivo. Le occasioni si creano osando. Tentando varie strade, cercando le persone giuste che possono favorirci, allontanando il più possibile quelle che ci frenano. Allora è essenziale coltivare un po’ di intraprendenza con fantasia. Smettere l’idea stantia del “ho fatto sempre così”. Un life o business coach può aiutarti a definire obiettivi precisi e a raggiungerli. Ancora meglio se quel coach sono io!
Accettati, ma non accontentarti. È diverso. L’accettazione di sé riguarda l’autostima, che è proprio l’elemento fondamentale per volere di più da se stessi e quindi per non accontentarsi del proprio status quo. “Chi perde denaro, perde molto; chi perde un amico, perde molto di più; chi perde la fiducia in se stesso, perde tutto”. (Eleanor Anne Roosevelt) Ci sono due categorie di persone: gli ottimizzatori e i soddisfatti. Il 99% delle persone fa parte della seconda categoria. Molti imprenditori sono invece ottimizzatori. Niente li soddisfa. Voglio sempre di più. Sono sempre alla ricerca di nuovi affari. È un gran bene per l’economia e per loro stessi. Senza questa irrequietezza il benessere di un intero Paese ne risentirebbe. Cosa spinge un atleta a raggiungere risultati sempre più alti? Anche l’atleta è un ottimizzatore. Non si accontenta mai dei risultati raggiunti. Molte persone progrediscono non attraverso la competizione, ma attraverso la differenziazione. Sfidano loro stesse per ottenere risultati migliori e originali. Imparare in continuazione è un atto di umiltà e di furbizia. Dopotutto, se vuoi essere un vincente non puoi essere “normale”. Dalla “normalità” non è mai arrivato nessun progresso. Quindi – senza paura – Te lo ripeto: metti i tuoi sogni sul tuo tavolo da lavoro, non nel cassetto! Shakespeare ha scritto: “Non temere la grandezza: taluni nascono grandi, altri raggiungono la grandezza e ad altri ancora la grandezza viene gettata addosso... I nostri dubbi sono traditori, e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere perché abbiamo paura di tentare". In sostanza, la credenza nei limiti crea gente limitata.
Non accontentarsi non significa essere avidi o ingrati verso la vita. Significa essere esigenti e in continua ricerca di miglioramento delle proprie condizioni materiali e spirituali. Significa voler progredire. Senza il desiderio di avere e essere di più non c’è progresso. Tutto ciò che ha valore nella società umana – scriveva Albert Einstein – dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo. Non accontentarti di essere bravo o eccellente. Scopri cosa ci vuole ad essere grande! “Il mondo non richiede di essere un avvocato, un ministro, un dottore, un agricoltore, uno scienziato o un mercante; non impone ciò che devi fare, ma richiede che tu sia un maestro in qualunque cosa tu intraprenda” (Orison Swett Marden). Puoi giudicare il livello del talento di qualcuno da quello a cui aspira. Il successo richiede una fine osservazione della natura umana e una raffinazione del proprio io. Gli “outliers” – come li chiama Malcom Gladwell – sono coloro che hanno avuto oltre alle doti eccezionali anche occasioni propizie. Gladwell fa l’esempio di Bill Gates e osserva: “se milioni di adolescenti avessero avuto le stesse opportunità, quante altre Microsoft ci sarebbero oggi? Per costruire un mondo migliore dobbiamo sostituire il mosaico delle occasioni fortunate e vantaggi arbitrari che oggi determinano il successo – la fortunata data di nascita e i felici accadimenti della storia – con una società che fornisce opportunità a tutti”. Certo è stato favorevole per Gates a tredici anni avere a disposizione tre ore di collegamento a un grande computer centrale della scuola, ma quanti adolescenti oggi si alzerebbero alle tre di notte per avere a disposizione le sole tre ore di tempo disponibili? È un mix di occasioni, ma anche di intelligenza, coraggio, passione e determinazione che crea il
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Jordan Belfort, scrittore e imprenditore americano mio coetaneo – considerato uno dei migliori broker della storia di Wall Street – con un linguaggio molto diretto dice: “L'unica cosa che si frappone tra te e il tuo obiettivo è quella st*****ta di storia che racconti a te stesso sul motivo per cui l'obiettivo non si può raggiungere”. C’è una mentalità abilissima a raccontarsi storie per non raggiungere obiettivi…
* Giornalista e docente di "Comunicazione e Successo" c/o Università UniTre, Milano. Autore di 14 libri pubblicati con 7 Editori. 2 libri presenti c/o Università di Harvard, USA. Performance Executive Coach per aziende. Ha pubblicato recentemente “Buoni & Vincenti. Etica e spiritualità del successo e del denaro, Edizioni Segno, Udine, 2017 e “Chi non si accontenta gode. Accontentarsi della mediocrità è un “crimine”. Scopri le tue capacità per avere ed essere di più”, Lampi di Stampa, Milano, 2018. Il suo ultimo libro è “Fortuna o Talento? Strategia, psicologia e spiritualità del talento e della fortuna”, Edizioni Segno, Udine, 2020. La recensione è nel n. 4 / 2020 di “Beesness”. www. giorgionadali.com
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/Tecnologia
L’IMPORTANZA DELLA BRAND IDENTITY E LA TRASFORMAZIONE DIGITALE SECONDO MASSIMO BORASO Rubrica a cura di Boraso
Massimo Boraso, “un nome, una garanzia”: grazie all’omonima agenzia di Conversion Marketing, fondata oltre venticinque anni fa, insieme al suo Team suddiviso in tre Business Unit – Boraso Marketing, Tech e Academy, aiuta le aziende italiane a crescere e ad ottenere obiettivi di business ambiziosi, cogliendo tutto il potenziale offerto dalle tecnologie digitali e offrendo formazione di alto livello. Ma facciamo un passo indietro prima di affrontare questo argomento, che dimostra l’esperienza e la competenza dell’agenzia, partendo da un concetto essenziale per ogni impresa, ossia quello della definizione della propria Brand Identity. Nel mercato attuale, dove il marketing è molto più complesso, a causa del digitale, e il consumatore/cliente è più difficile da conquistare e da fidelizzare, risulta fondamentale, come primo passo, che le aziende creino un’identità forte e riconosciuta del brand e un posizionamento commerciale chiaro e distintivo rispetto ai competitor. Questo vale anche e soprattutto per le agenzie, che oggi sono molteplici e offrono servizi assimilabili. Un esempio su tutti: Boraso ha saputo creare un marchio dalla forte identità e dal posizionamento distintivo sul Conversion Marketing e l’eCommerce, al fine di generare un impatto positivo sui Clienti, sui collaboratori, sulla Società e sul territorio in cui opera. Ma qual è l’errore più comune commesso dagli imprenditori? È quello di pensare che la Brand Identity coincida con la Visual Identity, tanto che quando capita di chiedere ad un potenziale Cliente la differenza, spesso finisce per descrivere il proprio logo. In questo senso, anche le agenzie creative e Google sono cattivi maestri nel definire la Brand Identity. Il concetto
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La Brand Identity è l’intera essenza del Brand. In molti ne fanno una questione di comunicazione, ma la Brand Identity non è solo come appare l’azienda; è tutto ciò che la rappresenta nella mente delle persone, siano essi dipendenti, clienti, fornitori o altri stakeholder.
luglio\agosto 2021 di Brand Identity per Boraso risulta essere molto più complesso e articolato, comportando domande imprescindibili sulla missione, sugli obiettivi e sui valori fondanti dell’azienda, con una visione orientata al futuro. Non meno importanti sono le domande relative a come ci si distingue dai concorrenti, al valore che si dà ai Clienti e per quale motivo debbano scegliere di acquistare da una certa azienda e non da un’altra. In sintesi, possiamo affermare che il brand rappresenta l’azienda nella mente delle persone e racchiude in sé la storia, i valori, la missione, le promesse, i servizi, i prodotti e il plus offerto. Possedere e mantenere un’identità unica e consistente permette al brand di differenziarsi dalla concorrenza e di conquistare un posizionamento nel mercato di riferimento. La forza del marchio si esprime attraverso l’allineamento dell’identità, le azioni delle persone, i prodotti e i servizi offerti e la comunicazione in ogni sua forma. Il brand è strutturato per identificare e determinare il modo in cui definiamo noi stessi e successivamente la nostra Visual Identity. Dopo questa necessaria premessa, parliamo ora del concetto di trasformazione digitale che molti imprenditori si trovano a dover affrontare, cogliendo le nuove esigenze nate soprattutto a seguito della pandemia, scegliendo di lanciare un eCommerce per vendere online i propri prodotti. Essere “Digitale” è innanzitutto un approccio, un mindset. La
trasformazione digitale comporta in primo luogo un intervento all’interno dell’azienda: la riconfigurazione dei processi e della struttura delle risorse presenti, la creazione di una cultura aziendale incisiva, l’assunzione di risorse esperte per creare Team di lavoro coesi e orientati al risultato. Il consiglio di Boraso è quello di adottare mentalità e operatività in stile “start-up”: focalizzate sul business, capaci di apprendere dai dati raccolti e grazie a questi di adattare le proprie azioni in modo rapido e continuativo. La selezione e la successiva scelta della piattaforma eCommerce più adatta al proprio business richiede la consapevolezza di avere Brand Identity forte, come affermato nella parte iniziale dell’articolo. Una volta definito il focus del proprio business è necessario stabilire un budget da dedicare alle attività di marketing atte a generare traffico qualificato verso il sito, oltre ai costi di sviluppo della piattaforma, puntando a soluzioni flessibili e facilmente scalabili. Tutti i canali del digitale possono e dovrebbero essere sfruttati insieme a quelli fisici. In un prossimo futuro, l’on-line e l’offline saranno sempre più complementari e i negozi tenderanno a trasformarsi in luoghi d’esperienza, più che d’acquisto. La differenza tra multicanalità e omnicanalità consiste nel fatto che in quest’ultima il negozio fisico e l’eCommerce dialogano in sinergia, senza dimenticare di mettere al centro il consumatore, ascoltando le sue esigenze e lavorando sempre sulla Brand Identity.
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/Automotive
LA NUOVA JAGUAR È GIÀ LEGGENDA A cura di Marcella Ciappi Foto © Jaguar
Sono solamente sessanta gli esemplari disponibili in tutto il mondo (Cina esclusa) della nuova F-Type Heritage 60 Edition, basata sulla versione R sovralimentata da 575 CV, automobile sportiva a trazione integrale progettata da Jaguar per rendere omaggio al 60° anniversario della E-type, che ricorre esattamente nel marzo 2021. “La celebrazione dei 60 anni dell’iconica Jaguar E-type ha rappresentato per noi il momento perfetto per dare vita al nostro primo modello SV Bespoke limited edition e alla F-Type più rara di sempre, disponibile in soli 60 esemplari in tutto il mondo – ha dichiarato Mark Turner, Jaguar SV Bespoke Commercial Director – Abbiamo lavorato a stretto contatto con i tecnici di Jaguar Design per sviluppare un mood per la F-Type Heritage 60 Edition che potesse
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SI CHIAMA F-TYPE HERITAGE 60 EDITION ED È LA NUOVA JAGUAR REALIZZATA PER CELEBRARE I 60 ANNI DELLA LEGGENDARIA E-TYPE. UN’EDIZIONE LIMITATA DI SPECIALI AUTOVETTURE PROGETTATE E RIFINITE A MANO DA DESIGNER, INGEGNERI E TECNICI JAGUAR.
luglio\agosto 2021 da 20 pollici, elementi esterni Chrome e Gloss Black e pinze dei freni in colore nero. I prezzi partono da 162 mila euro per la Coupé e da 169 mila euro per la Convertibile. TECNOLOGIA E PRESTAZIONI Lanciata nel dicembre del 2019, la nuova F-Type R, su cui è basata la F-Type Heritage 60 Edition, è disponibile esclusivamente con la trazione integrale ed è dotata di una specifica taratura degli ammortizzatori, delle barre anti-rollio e dei giunti delle sospensioni posteriori, per un maggior coinvolgimento del guidatore. La sua potenza viene generata dal propulsore V8 Jaguar sovralimentato da 575 CV, in grado di offrire un’eccellente esperienza di guida in ogni condizione grazie ai suoi 700 Nm di coppia. Le caratteristiche dell’auto consentono di accelerare da 0 a 100 km/h in appena 3,7 secondi. La F-Type offre anche una completa suite di avanzate tecnologie disponibili di serie, come il quadro strumenti configurabile TFT da 12,3 pollici ad alta definizione, il sistema d’infotainment Touch Pro e lo Smartphone Pack con Apple CarPlay®.
rendere omaggio in modo contemporaneo alla E-type. La colorazione Sherwood Green, che sembra essere stata pensata per la F-Type di oggi, è una testimonianza della diretta discendenza della vettura al design delle gloriose sportive Jaguar.” Per commemorare al meglio la leggendaria sportiva Jaguar, questa limited edition della F-Type è infatti disponibile con l’esclusiva verniciatura Sherwood Green, una colorazione dell’originale E-Type che dagli anni 60 non è mai più stata proposta su nessun modello Jaguar. Anche l’interno è caratterizzato da varianti cromatiche a doppia tonalità, Caraway e Ebony, che solitamente non sono disponibili sulla F-Type. Il nuovo modello presenta anche delle esclusive finiture in alluminio nella console, ispirate al rivestimento delle calotte dello specchietto retrovisore della E-Type. Sui poggiatesta dei sedili Performance è stato posizionato un logo goffrato del 60° anniversario della E-Type mentre all’interno della vettura è posizionato il badge E-Type 60 come quello delle E-type 60 Collection limited edition lanciate da Jaguar Classic all’inizio dello scorso anno. Le soglie d’ingresso commemorative, la placca SV Bespoke e i tappetini con bordi in colore Caraway aggiungono degli ulteriori tocchi di stile a questa nuova versione della F-Type. Ogni Heritage 60 Edition proviene dallo stabilimento Jaguar di Castle Bromwich nel Regno Unito e rifinita dagli esperti di SV Bespoke della divisione Jaguar Special Vehicle Operations nella contea di Warwickshire. La F-Type Heritage 60 Edition è disponibile sia nella variante Coupé che Convertibile, entrambe equipaggiate con esclusivi cerchi in lega forgiati Diamond-Turned Gloss Black
“La F-Type Heritage 60 Edition è un fantastico esempio di ciò che è in grado di fare il team SV Bespoke – ha commentato Clare Hansen, Jaguar Special Vehicle Operations Director of Vehicle Personalisation – L’unione tra alcuni dettagli stilistici ispirati alla E-Type e la nuova F-Type ci ha dato l’opportunità di poterci immergere nella tradizione delle leggendarie vetture sportive Jaguar. Attraverso l’ausilio dei disegni originali, dei codici di verniciatura e dei materiali di riferimento e grazie alla possibilità di lavorare fianco a fianco con i nostri colleghi di Jaguar Classic, siamo riusciti a creare una preziosa e distintiva interpretazione dell’odierna sportiva Jaguar per eccellenza”. Per celebrare il 60° compleanno della sua iconica E-type, Jaguar Classic sta inoltre realizzando sei coppie di vetture limited edition della E-Type 3,8 litri degli anni 60, che rendono omaggio a due dei modelli più famosi di sempre, la 9600 HP e la 77 RW, meglio note come E-type 60 Collection. JAGUAR SV E SV BESPOKE Per 80 anni lo stile elegante e le prestazioni mozzafiato delle vetture Jaguar hanno entusiasmato e deliziato tutto il mondo. L’attuale famiglia di vetture Jaguar comprende le pluripremiate berline XE, XF e XJ, la sportiva F-Type, il performante SUV F-PACE, la nuova E-PACE, il SUV compatto ad alte prestazioni e la nuova I-PACE, il SUV interamente elettrico, eletto World Car of the Year 2019, che rende Jaguar un player all’avanguardia in questo rivoluzionario segmento di mercato. Il team della Special Vehicle Operations è costituito da designer, ingegneri e tecnici Jaguar il cui lavoro è dedicato al miglioramento delle performance e dei raffinati attributi stilistici dei veicoli Jaguar. Il team SV Bespoke lavora su commissioni speciali ed esclusive, su veicoli in edizione limitata, sulla SV Bespoke Premium Palette e sulle finiture cromatiche SV Bespoke Match-To-Sample. Per info: www.jaguar.com
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/Food Dai grani antichi siciliani coltivati alle pendici dell’Etna nasce Vulcanica, un nome che è un “programma.” Un “programma” impregnato della forza, del fuoco e della purezza di un prodotto unico, che trae le sue caratteristiche e i suoi punti di forza dai valori e tesori dello splendido territorio in cui sorge. Una vodka artigianale Premium che enfatizza i valori e le tradizioni della Sicilia, la bellezza, la natura, l’arte, il benessere e la gioia di vivere di questa perla isolana italiana. “Vulcanica è un prodotto davvero speciale. Noi siamo gli unici ad usare i grani antichi di Sicilia per produrre la nostra vodka premium siciliana. Lo scopo del prodotto è di fare innovazione valorizzando al tempo stesso
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VULCANICA: L’UNICITÀ DELLA VODKA ARTIGIANALE PREMIUM SICILIANA A cura di Laura Lamarra
luglio\agosto 2021 una cultura e identità antiche, che danno origine a dei prodotti straordinari. Ci piace anche l’idea di dare un piccolo contributo allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile in una terra che merita di essere valorizzata.”, afferma Stefano Saccardi il Fondatore, veterano dell’industria degli Spirits. La particolarità del prodotto è data altresì dalla preziosità della materia prima: grani antichi, tesoro gelosissimo di un territorio stupefacente, che, grazie alla crescita molto rapida, necessita di pochi o addirittura nessun pesticida. Alla protezione dei grani antichi si occupa Simenza, associazione che assicura le colture tradizionali e le biodiversità locali, di cui Sonia Spadaro, braccio destro di Saccardi, sommelier e produttrice di vini di successo, orgogliosamente siciliana, è portavoce. Una vodka unica e sorprendentemente p e r f e t t a , p u r a co n g h i a cc i o e i n miscelazione con frutti siciliani, erbe ed aromi del territorio. Il gusto è morbido e sofisticato, frutto del processo di distillazione molto particolare: in colonna di rame e poi in alambicco pot stil, con leggera filtrazione, per preservare tutte le sfumature organolettiche dei grani antichi. Vincitrice, nell’aprile 2021, della prestigiosa medaglia Double Gold (doppio oro), riservata ai migliori prodotti di tutto il mondo, nell’autorevole World Spirits Competition di San Francisco, la sua qualità premium è indiscussa. Ben lo sanno gli Stati Uniti, dove viene già esportata, e l’Italia dove, dal lancio avvenuto lo scorso 16 giugno nel cuore di Milano, viene distribuita e da dove arriverà presto in modo “vulcanico” in altri mercati. Per info: vulcanicavodka.com
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/Licensing
MILANO LICENSING DAY: APPUNTAMENTO LIVE AL 16 SETTEMBRE 2021 Rubrica a cura di Brand Jam
Torna Milano Licensing Day, forti dell’esperienza del 2021, anche quest’anno l’evento si svolgerà in presenza. Una giornata di business in sicurezza, per ripartire insieme. Ci siamo! Milano Licensing Day vi dà appuntamento al 16 settembre al Nhow in via Tortona 35 a Milano per la 15° edizione della giornata dedicata all’incontro tra le aziende che operano nel settore del marketing e licensing. Milano Licensing Day nasce dall’esigenza di incontro delle realtà italiane che operano nel settore del licensing. Tutte le principali aziende che sono proprietarie di marchi, in gergo Licensor, costituiscono la parte attiva della giornata. La rappresentatività del mercato dell’offerta è divenuta sempre più significativa negli ultimi anni, arrivando all’80% delle aziende che in Italia rappresentano brand, personaggi e serie animate. Secondo l’Osservatorio Licensing istituito da Milano Licensing Day in Italia nel 2019, i circa 2.500 marchi e personaggi disponibili in Italia sono gestiti da non più di un centinaio di aziende e agenzie italiane. I visitatori sono professionisti rappresentanti di aziende alla ricerca di orientamento: vogliono conoscere in anticipo quali saranno i cartoni animati, le serie TV, i personaggi di punta per i 12/24 mesi a seguire. Sono coloro che decidono le strategie di marketing e comunicazione all’interno delle proprie realtà: industria, settore alimentare, giocattolo, vestiario, accessori, ma anche realtà legate ai servizi, come parchi a tema, settore alberghiero, promozionale e GDO. Si tratta quindi di un evento B2B in cui si alternano momenti di presentazioni (i Pitch) ed eventi speciali come breakfast, lunch, cake party e cocktail; a momenti di networking, grazie al clima informale ed energico che caratterizza l’evento. Negli anni Milano Licensing Day ha registrato una crescita continua, di partecipanti (raddoppiati negli ultimi 3 anni) e di interesse, aprendosi sempre di più al mercato estero e diventando un punto di riferimento per il settore. L’evento mantiene la sua formula “live” anche in questo
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luglio\agosto 2021 2021. Forti dell’esperienza dello scorso anno, e aiutati dal progresso della campagna vaccinale, ci teniamo a non perdere le caratteristiche portanti che in questi anni hanno reso efficace e unico nel suo genere il nostro evento: il contatto umano nelle relazioni interpersonali. “Lo scorso anno abbiamo lavorato soprattutto per garantire a tutti i nostri espositori, ai nostri visitatori e ovviamente a tutto il nostro staff, un ambiente sicuro da cui far ripartire il business. Forse ormai ci siamo abituati a zoom, piattaforme integrate, tuttavia, la tecnologia possibile a nostra disposizione non sopperisce al nostro bisogno primario di socializzazione.” commenta Paolo Lucci, ideatore dell’evento – “La soddisfazione più grande dello scorso anno per noi è stata vedere espositori e visitatori felici di essere li in presenza, essere fermati dalle
persone che ci ringraziavano di essere riusciti ad organizzare un evento in presenza ma, soprattutto, un luogo in cui si sentivano al sicuro”. Appuntamento quindi al 16 settembre 2021 per un’edizione ricca di novità. Ovviamente anche quest’anno stiamo lavorando per offrire un ambiente sicuro, nel rispetto di tutte le regole imposte dai Decreti Ministeriali attualmente vigenti per garantire una ripartenza in piena sicurezza: regolamentazione delle code, accesso controllato con misurazione della temperatura, ingresso contingentato nella Sala Pitch e sanificazione della sala alla fine di ogni presentazione, distanziamento tra gli espositori e tra i visitatori. “Lo scorso anno, tutti i partecipanti, dagli espositori ai visitatori fino ai nostri partner, hanno collaborato con noi rispettando tutte le regole, senza percepirle come un disagio, ma solo come un modo per rimanere tutti in un ambiente sicuro”. I principali player del settore che hanno confermato la loro partecipazione sono: Acamar, Atlantyca, Boing Turner, CPLG Wildbrain, Chupa Chups, BVA Doxa, Dynit, EQSG, ETS, Hasbro, IGT Coolthings, Leoni, Mattel, Maurizio Distefano Licensing, Mondo TV, Panini, Mundi Collections, NBC Universal, Panini, Planeta Junior, Rainbow, RTI Mediaset, Sanrio, Smiley, Starbright, Studio Bozzetto, The Pokèmon Company e Toei Animation UL, Viacom e molti altri in via di conferma. Fitto sarà il programma delle presentazioni e quello degli Eventi Speciali, che inizierà il 15 settembre con l’Opening Virtual Meeting di Mattel e proseguirà in presenza il 16 settembre con il breakfast di ETS, seguito dai pitch di NBC Universal, Rainbow, Planeta Junior, Sanrio, fino al lunch di Hasbro, ed a seguire avremo i pitch di Studio Bozzetto, Mondo TV, Distefano Licensing, For Fun Media e il Cake Party di Acamar. L’evento finale della giornata, inoltre, ospiterà il Kids Marketing Days, un evento nell’evento, dedicato al marketing per le aziende e le istituzioni che si rivolgono al target di bambini e ragazzi. Sul sito www.mldentertainment. it/eventi/milano-licensing-day/ a partire da metà giugno, sarà possibile consultare tutto il fitto programma dei Pitch e degli Eventi Speciali. Altra grande novità di quest’anno è l’area espositiva dedicata alle migliori collaboration di ambito fashion degli ultimi 10 anni, per festeggiare il 10° anniversario della nostra divisione Brand Jam. Avremo il piacere di intervistare all’interno di quest’area, aziende come Wake Up Cosmetics, IMEC e D1 Milano, che risponderanno alle domande di Paolo Lucci, Brand Jam's founder and heartful promoter. Appuntamento dunque al 16 settembre! Ripartiamo insieme. Per informazioni: evento@milanolicensingday.it
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/Centri Commerciali
FRANCESCO PUPILLO Show director Leisure, Food and Italy di Reed Midem
Introduzione a cura di Reed Midem Intervista a cura di Giovanni Bonani
Per la sua quinta edizione, MAPIC Italy ritorna nel 2021 in forma “fisica” a Milano il 14-15 settembre in un nuovo spazio espositivo, Superstudio Maxi. L’ambizione della manifestazione, in un anno così particolare a causa delle conseguenze della pandemia, è di permettere alla community di ritrovarsi ed accelerare la ripartenza del settore. Crediamo che il mercato mostri chiara la necessità di un momento per ritrovarsi e ripartire. Un momento che permetta agli operatori di discutere delle sfide di questo nuovo mondo post Covid e dei modelli di business più adatti per affrontarli. MAPIC Italy proporrà un format completamente rinnovato e proiettato verso il futuro con una zona espositiva ed un programma di contenuti dedicato alle tendenze che stanno trasformando il settore e che sono state accelerate dalla crisi sanitaria: l’innovazione digitale ed i nuovi format “esperienziali” (in particolare il leisure e la ristorazione) saranno al centro dell’evento quali elementi chiave della ripartenza e dello sviluppo del mercato. Tema principale di Mapic Italy 2021 sarà People and Places, A New Chapter, con l’obiettivo di esplorare in che maniera i siti e le destinazioni dello shopping evolvono per rispondere alle mutate
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esigenze dei consumatori trasformandosi in nuovi poli urbani di socialità. L’evento sarà arricchito, poi, dal lancio della nuovissima MAPIC Digital Platform. La piattaforma digitale MAPIC, on line a partire da fine maggio, permetterà a tutti i partecipanti ai nostri eventi fisici (MAPIC Italy e MAPIC Cannes) di avere accesso tutto l’anno alla community dei partecipanti MAPIC in modo da poter creare relazioni di business non solo durante i due/tre giorni dei nostri eventi fisici.
THINK GLOBAL, ACT LOCAL Intervista a Francesco Pupillo
La vostra struttura come ha affrontato l’emergenza Covid? Come siete riusciti a ripartire e quale strategie avete messo in campo nel post Covid per organizzare le vostre fiere? L’anno scorso per ovvi motivi che conosciamo non si è tenuto il Mapic Italy. Come intende rilanciarlo e che cosa ci dovremo aspettare? La pandemia ha avuto un impatto evidente sia sul settore retail che sul nostro core business, ossia l’organizzazione di fiere ed eventi. Dato certo oggi è che consumatori e operatori del settore hanno
luglio\agosto 2021 accelerato la digitalizzazione dei consumi e la trasformazione dei modelli di business. Per quanto ci riguarda come Reed Midem, ci siamo mossi in due direzioni. La prima: focalizzare l’evento sul mondo post Covid per permettere agli operatori del mercato di iniziare a discutere di soluzioni e modelli di business per permettere di traghettare il proprio business nel futuro prossimo. Ci sono certo molti punti di domanda sulle tracce che questi 15 mesi lasceranno sul nostro settore e più in generale su come esso evolverà nel mondo post Covid. Quanto emerge dai primi dati ed analisi è che il consumatore mostra un chiaro bisogno di socialità, di tornare a frequentare i luoghi dello shopping dell'intrattenimento, della cultura e della ristorazione. Luoghi che probabilmente continueranno ad evolvere seguendo l'onda lunga del cambiamento che era iniziata già prima della pandemia e che la pandemia ha accelerato. Abbiamo quindi cercato di dar parola ad esperti ed attori del mercato per presentare concept,
progetti e soluzioni che illustrino al meglio i cambiamenti epocali che il settore sta vivendo. I brand sono sempre più orientati verso concept sempre più "esperienziali" e meno immediatamente legati alle nozioni di prezzo e prodotto. Quasi tutti hanno oramai realizzato l'integrazione tra canale fisico e canale digitale. Le proprietà accelereranno la trasformazione dei propri siti in destinazioni nuove, che rispondano al bisogno di esperienza e socialità del consumatore. I nuovi asset saranno sempre più mixed-use per offrire all'utilizzatore una gamma completa di servizi legati alle necessità della vita quotidiana, quindi certo retail, ma non solo. I nuovi luoghi dovranno fornire soluzioni che permettano al consumatore di vivere, lavorare, condividere momenti piacevoli con famiglia e amici, beneficiare di servizi alla persona. La seconda direzione che abbiamo seguito, forti del successo della piattaforma digitale lanciata per Cannes lo scorso anno, è stato il lancio della nuova piattaforma MAPIC DIGITAL che
permetterà di coniugare l’esperienza del salone fisico ad uno strumento di lavoro disponibile tutto l’anno anche per coloro che non potranno rendersi fisicamente all’evento. L’accesso alla piattaforma permetterà di aver accesso, oltre che alla ritrasmissione delle conferenze dei nostri eventi fisici (MAPIC ITALY e MAPIC Cannes), ad un programma mensile di conferenze digitali su tematiche chiave del settore oltre che ad eventi di matchmaking mirati riservati ad una audience limitata. Infine, tutta una serie di studi e ricerche di mercato saranno accessibili ai partecipanti alla piattaforma. Ci può dire le novità che troveremo al prossimo Mapic Italy? Sicuramente una delle novità più attese è proprio il format ibrido, la nuova piattaforma e questo booster sulla digitalizzazione che accorcerà ancora di più le distanze consentendo un matchmaking e un networking sempre più snello, veloce e ottimamente calendarizzato. Per quanto
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riguarda temi e contenuti, quest’anno è previsto un programma di conferenze che permetterà di esplorare le piste per la ripartenza e lo sviluppo futuro del settore, individuando nuove fonti e nuovi modelli di business che si baseranno sulla trasformazione del retail mix tradizionale. L’arrivo di nuovi concept food e leisure andranno a completare il mix di brand esistenti per offrire un’esperienza nuova al consumatore. Nel corso della due-giorni dell’evento a Milano o durante gli eventi sulla piattaforma digitale, una selezione di esperti del mercato italiano condividerà la propria visione sui temi seguenti: • Retail: in che maniera i cambiamenti socio-culturali degli ultimi anni stanno rimodellando i siti retail? Come ripensare la relazione tra retailer e proprietà? • Innovazione: quali sono i nuovi strumenti che permettono di trasformare i modelli esistenti? Che tipo di approccio e quali soluzioni per reinventare l’esperienza del consumatore?
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• Leisure: che ruolo giocherà l’intrattenimento nel mondo post covid ? Quale modello per finanziare ed integrare i progetti leisure in maniera sostenibile all’interno di nuove e moderne destinazioni? Altre importanti novità trattate durante il programma di conferenze concernono un’analisi delle asset class emergenti che stanno trasformando le nostre città (con un focus su living, hospitality, entertainment, oltre che sulla trasformazione di siti retail in hotspots logistici) e due sessioni dedicate a etica, sostenibilità ed economia circolare, con analisi di casi virtuosi sia dal lato retail concept che gestione di siti.” Come mai avete deciso di tenere a Milano solo il Mapic Italy e spostare The Happetite a Cannes? The Happetite è per sua natura l'evento internazionale dedicato agli operatori della ristorazione commerciali che vogliono
luglio\agosto 2021 sviluppare il proprio business a livello internazionale. Tenuto conto delle restrizioni sanitarie che incideranno nei prossimi mesi sugli spostamenti internazionali e sulla necessità degli operatori di ottimizzare i propri viaggi d’affari, abbiamo deciso di ottimizzare l’esperienza dei nostri clienti concentrando su Cannes gli eventi di respiro più internazionale e focalizzando la presenza a Milano delle sole catene (italiane ed internazionali) interessate a sviluppare il proprio business in Italia. Il Food sarà comunque protagonista a Milano con un nuovo format, il Food&Beverage Summit che si terrà all’interno di MAPIC Italy il giorno 15 Settembre. Il summit riunirà brand della ristorazione, proprietà, operatori ed esperti per discutere assieme delle sfide della ripartenza e dei nuovi modelli di business più adatti per meglio affrontarle. The Happetite, l’evento internazionale, si terrà invece all’interno Mapic 2021 previsto per il 30 novembre a Cannes con tantissime novità e questa volta su scala globale.
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/Cultura
QUESTIONE DI STILE A colloquio con di Klaus Davi A cura di Carla Cavicchini
Imparare ad esprimerci tramite suoni, gesti e musicalità della parola non è sempre così facile, specie quando dobbiamo trasmettere le nostre emozioni facendo valere il proprio punto di vista nel pieno rispetto altrui senza porsi in contrapposizione. Di questo parliamo con il massmediologo nonché imprenditore della comunicazione Klaus Davi in maniera altamente armonica visto che colpisce il suo modo d’accogliere, così “fresco”, curatissimo nei dettagli, avvolto in quel pizzico d’eccentricità che non guasta in quanto sconfinante nel buon gusto. Parliamo d’una persona capace di porre estrema attenzione al suo interlocutore con stile fermo ed asciutto, tant’è che ha fatto della propria arte professione. Seduto su uno sgabello in maniera estremamente disinvolta, notiamo i capelli scuri scolpiti dal gel e quegli occhialini così limpidi e brillanti, quasi da specchiarcisi sopra. Si parla molto di comunicazione assertiva, della capacità d’entrare in empatia gestendo la cosa in maniera estremamente fluida. Questo è maggior presente in Italia o all’estero? “Beh, inizierei con l’osservare che proprio lo Stivale non è una grandissima Nazione in fatto di comunicazione, in quanto più brava a produrre emozioni ma non sempre
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brava ad esprimerle. Questo poiché abbiamo decine e decine di aziende di eccellenze in tutti i settori che però andrebbero conosciute meglio. Non siamo all’avanguardia rispetto agli Stati Uniti o Inghilterra però, tanto per portare un esempio, pensiamo ai musei minori della Toscana che anche io conosco poco ma, non per questo, sono minori. Musei diffusi sul territorio che andrebbero maggiormente valorizzati anche se attualmente non è così. E questo al contrario invece per la moda, le auto, lo sport, ed anche il vino che, rispetto a prima, agli anni addietro, sono stati in grado di guadagnare una buona posizione. Decisamente.” Se immagine e comunicazione possono andare di pari passo, si può, è giusto interferire nel privato quando una persona ricopre un ruolo pubblico? Mi riferisco alla cronaca, a quella odierna e del passato quando avvengono situazioni compromettenti tipo spionaggio industriale ed ancora libertinaggio sessuale. (Per un momento mi appare quel festino a luci rosse a Bruxelles formato prevalentemente da uomini in piena violazione delle norme anti-Covid con quell’eurodeputato – uno degli autori della Costituzione ungherese decisamente a favore della famiglia tradizionale, poi dimessosi – che, seminudo aveva tentato la fuga dalla polizia calandosi da una grondaia) “No, no, la fermo subito in quanto ci sono politici gay come Scalfaratto, Vendola, che nessuno demonizza, si tratta di esseri trasparenti. Altro è quando la vita privata inficia le decisioni pubbliche. Di Massimo Parrini Cantini con il David di Donatello
conseguenza le cose vanno viste e valutate per quello che sono e chiaramente se parliamo di stupefacenti, innegabilmente ci vuole un po’ di buon senso. Personalmente, se fossi un politico, sposato ed anche con figli, mi darei una regolata!” Lei è l’uomo che non ha paura (Klaus Davi è impegnato contro le associazioni a delinquere, in particolare la ‘ndrangheta) e sa perfettamente a cosa mi riferisco. Regna ancora molta omertà in merito? “Parliamo di criminalità organizzata. La paura c’è ma cerco di non razionalizzarla troppo altrimenti diventa un blocco. Noto però che se tenti di dialogare qualcosa tiri fuori, specialmente dai più giovani. Quello che ho imparato in questi anni, nel sud della Calabria ed altro ancora, è la mancanza d’attenzione ed anche d’investimenti, ribadendo mancanza d’attenzione in primis. L’interesse, diciamo c’è, anche se non è gradito ed i ragazzi talvolta reagiscono: c’è poi chi tira i remi in barca e chi inizialmente si approccia per poi lasciar perdere. La paura, parlo a livello personale, viene se penso a quello che potrebbe succedere ma, nel momento in cui vado nei territori, la rimuovo.” Consiglio da mass-mediologo. Una buona fonte di comunicazione per allontanare i giovani dal crimine? “Dico una banalità: formazione scolastica e buone opportunità di lavoro.” Se questa è una banalità…
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/Sport
NICCOLÒ MEONI, CAMPEON MUNDIAL ...in ritiro tra “Messico e Nuvole” A cura di Carla Cavicchini
Dopo lo svolgimento delle importanti sei gare ufficiali, il titolo di Mister Mondo ottenuto dallo scultoreo Niccolò Meoni il 5 giugno 2021 è stato l’ultimo riconoscimento quale estremo corollario e ciliegina sulla torta! “La gara, tenutasi presso la Federazione IBFA/AIC a Roma al Teatro Orione, mi ha coinvolto e molto entusiasmato – spiega il body builder della città laniera (Prato) – emozionandomi non poco quando è arrivato l’annuncio d’essermi qualificato primo assoluto nelle due categorie di Juniores e Best Posing routine. Un titolo prestigiosissimo assegnato dallo sponsor in persona, il sudafricano Dion Friedland, che mi ha reso molto, molto felice.” È stata una lotta dura? “Beh, dal canto mio mi sono preparato accuratamente in condizioni ottimali, reduce dalle gare precedenti. Gare impegnative intercalate da sforzi notevoli, in condizioni sempre più estreme sì d’arrivare al traguardo dei top, in un parterre d’oltre 80 concorrenti italiani e stranieri. Innegabile che la cosa mi abbia fatto estremamente piacere, non lo nascondo. Ricevere questi due trofei corrispondenti a due statue di notevole peso, con mani incrociate in posa Most Muscolar, realizzate dal pioniere della federazione Biagio Filizola e dal figlio Te m u gin … co m e n o n a p p re z z a r l e! Praticamente un titolo arrivato, che mi mancava e che si va ad aggiungere al Titolo di Mister Italia, Mister Europa, Mister Universo, nonché campione due volte di Gran Prix.
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In foto: Niccolò Meoni, Mister Mondo 2021
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Niccolò Meoni ha ottenuto 5 volte il titolo di campione italiano di Bodybuilding in 4 Federazioni diverse: • • • •
2 volte il titolo di Mister Mondo 2 volte il titolo di Mister Olimpia 1 volta il titolo di Mister Europa 1 volta il titolo di Mister Universo
È stato inoltre campione di numerosi titoli regionali, nazionali, internazionali, Grand Prix con qualifiche importanti estere.
Tutto questo adesso cosa comporta? “Ulteriori gratifiche, buone forme di prestigio, conoscenze, incremento di pubbliche relazioni, nonché inviti come testimonial per eventi prestigiosi.” Leggiamo la contentezza nei tuoi occhi color del mare! “Questa passione mi ha seguito sin da fanciullo. Mio padre accompagnava nelle nostre corse insegnandomi i valori dello sport, come il culto del corpo senza forme di prevaricazione l’uno sull’altro. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, la lenta ed attenta disciplina sportiva mi ha insegnato a costruire buone fasce muscolari scolpendo quadricipiti e pettorali per un corpo armonioso e, non a caso, è la materia che insegno ai miei allievi in quanto personal trainer di body building e consulente alimentare.” È giusto fare il paragone con quegli “armadi” accanto alle star, che le affiancano per protezione? “Con gran rispetto, riguardo alle esagerazioni si usa dire che il troppo stroppia. La cosa non mi piace e non mi appartiene anche perché spesso questo si accompagna al fenomeno del doping, concetto lontano anni luce dalle mie priorità d’equilibrio interno.” Giovane ed estremamente saggio! “Il culto del corpo fine a se stesso, volto solamente a fenomeni d’idolatria da parte del pubblico non mi interessa. Amo la cultura greca quale insegnamento corporeo segnato da gare e da sfide, in quanto la forza fisica ben si accompagna a quello dello spirito (benessere interiore) istruendo la persona alle avversità della vita. La frase di Giovenale, Mens sana in corpore sano, mi accompagna quotidianamente in quanto fisico ed intelletto sono complementari l’un l’altro.” Progetti? “Ho colto al volo l’invito degli scambi giovanili Lions, che mi accolgono in Messico per la mia professione di bodybuilding. Un modo anche per approfondire la lingua, anche se già conosciuta grazie a studi precedenti. Esplorare, conoscere nuove città, nuove culture, è una forma di arricchimento che mi galvanizza verso una nazione che mi ha sempre affascinato.”
Magari usando sapientemente anche i muscoli della mente!
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/Recensione
IL CERCATORE Recensione del libro di Beppe Scotti con Elisa Racchetti con i contributi di Luca Speciani e Pietro Trabucchi A cura della Redazione
A quarant’anni, Beppe Scotti, brillante imprenditore del food, si ritrova alla fine della sua carriera di rugbista e al di là di una linea d’ombra che si era allungata un bel pezzo oltre i suoi confini abituali. In quel momento, la delusione diventa lo spunto per dimostrare a se stesso che non è mai troppo tardi per un nuovo inizio. Incontra la corsa per caso, e da quel giorno la sua vita cambia. La pratica del running si traduce per lui in un percorso introspettivo di crescita: si allena da autodidatta, rivoluziona l’alimentazione, scopre nuove energie fisiche e mentali. A soli tre mesi dalla prima corsetta porta a termine una 50 chilometri. La fatica lo affascina, e Beppe cerca di spingere il limite sempre più in là: ecco le 100 chilometri, le ultramaratone, gli ultratrail tra deserti e montagne, le ultracycling, le scalate himalayane. E infine le adventure race, gare-spedizioni negli angoli più sperduti del globo di cui Beppe è tra i pochissimi specialisti italiani. Ci sono anche le sconfitte e gli errori, ma sono proprio queste le tappe più importanti sulla strada del miglioramento continuo. Questo libro racconta la storia di una ricerca: dei propri limiti, di una forza interiore, di un equilibrio. E dimostra che il talento non è indispensabile per compiere un’impresa.
BEPPE SCOTTI
È un self made man. Ha aperto il primo ristorante nel 1988, e oggi Gruppo Ethos, l’azienda che ha fondato, gestisce dieci ristoranti e offre consulenze in ambito food retail. In Italia è tra i maggiori esperti di adventure race. Anche grazie a queste esperienze è diventato un importante business coach e speaker motivazionale.
ELISA RACCHETTI
Giornalista pubblicista, è responsabile marketing per Gruppo Ethos. Laureata in Lettere Moderne e sommelier professionista, ha dedicato la sua carriera all’ambito ristorativo, specializzandosi nella comunicazione enogastronomica.
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Ultra Sport - pp. 250 - 16,50 euro - Immagini in b/n
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/News Franchising
A MODENA UNA BIERSTUBE DA RECORD. COSÌ LÖWENGRUBE RIPARTE Continuare a investire e a creare lavoro e opportunità è possibile, nonostante la crisi inflitta alla ristorazione – più che ad altri settori – dalle misure di contenimento della pandemia: lo dimostra Löwengrube con l’inaugurazione a Modena, il 14 maggio, di un nuovo locale in franchising in autentico stile bavarese. Il piano di sviluppo di Lowengrube ha condotto, dal 2014 a oggi, alla nascita di 24 nuovi locali. L’apertura a Modena, con 68 nuove assunzioni quando il locale sarà a regime, fa salire a oltre 400 unità il numero totale delle persone impiegate in tutta Italia dalla rete Löwengrube. Il locale di Modena è il secondo ad aprire in Emilia Romagna: l’investimento sul territorio fa capo allo stesso gruppo di imprenditori locali che a fine 2018 aveva già aperto in franchising una bierstube Löwengrube a Bologna. Dopo il successo di pubblico ottenuto nel capoluogo, hanno già in programma, dopo Modena, altre due aperture nella regione, a Ravenna e a Reggio Emilia, dove sono previste in tutto circa 60 nuove assunzioni. Il locale di Modena è la più grande bierstube d’Italia, con una superficie di 1.400 mq su due piani e oltre 500 coperti, suddivisi tra spazi al chiuso e all’aperto. Il ristorante di Modena esalta il concept, sposando l’estetica bavarese con la cultura italiana del design e le necessità funzionali degli spazi, pensati per accogliere un pubblico vasto ed eterogeneo in aree suddivise per tipologia: la zona Oktoberfest per i gruppi, lo spazio famiglia con adiacente area bambini, la sala più raccolta adatta anche alle coppie e lo spazio esterno. L’apertura a Modena ha seguito di poche settimane quella avvenuta all’interno dell’Arena Center di Tirana, in Albania.
MCDONALD’S, INSIEME A FISE ASSOAMBIENTE E UTILITALIA, LANCIA IN TUTTA ITALIA “LE GIORNATE INSIEME A TE PER L’AMBIENTE” E’ iniziato a Milano, il 3 giugno 2021, il percorso de “Le giornate insieme a te per l’ambiente”, il progetto ideato da McDonald’s in collaborazione con Fise Assoambiente e Utilitalia, per combattere il fenomeno della dispersione incontrollata di rifiuti nell’ambiente. L’iniziativa, aperta a tutti i cittadini milanesi, sarà successivamente estesa su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di toccare almeno cento comuni italiani entro ottobre. Saranno coinvolti i dipendenti dei ristoranti McDonald’s, per contribuire a mantenere puliti parchi, strade, spiagge e piazze, sulla base delle esigenze di ogni comune. Inoltre, i locali si faranno promotori, all’interno di ogni comunità, del coinvolgimento anche di associazioni e di cittadini. A Milano, dipendenti dei Mc Donald’s del centro e addetti Amsa sono stati impegnati a raccogliere i rifiuti di Piazza Duomo e Piazza dei Mercanti. Una giornata simbolica che dà il via a un progetto di volontariato aziendale e nel contempo invita istituzioni locali e cittadini a riunirsi per un’azione di pulizia e di riqualifica ambientale e del decoro cittadino. L’iniziativa “Le giornate insieme a te per l’ambiente” si inserisce in un percorso virtuoso verso una transizione ecologica, che McDonald’s ha intrapreso da diversi anni, a partire dai propri ristoranti, in termini di confezioni sostenibili e di riciclo degli scarti. A Milano, i McDonald’s del centro hanno deciso di collaborare con Amsa nel tenere pulita la città, assumendosi un impegno continuativo e di lungo periodo. I dipendenti dei ristoranti di Piazza San Babila, Piazza Duomo, Galleria Vittorio Emanuele II, via Torino e via Dante dedicheranno alcune ore ogni giorno, per contribuire a mantenere pulite dai rifiuti le vie e le aree limitrofe. 58
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/Franchising - Retail
OSSERVATORIO CONSUMI DI MERCATO CONFIMPRESE-EY Dati giugno 2021 vs giugno 2019
Rubrica a cura di Confimprese
L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY traccia il benchmark di giugno 2021 su giugno 2019 nell’anno pre-Covid e registra un calo del -19%. Il settore in maggiore sofferenza è quello di abbigliamento e accessori con -23%. In recupero la ristorazione a -20% (-48% maggio 2021 vs maggio 2019). Ottima performance per il non food che chiude a +3%. Il bilancio del primo semestre 2021 vs lo stesso periodo 2019 è ancora negativo con una flessione pari a -44%. Nel mese di giugno 2021 vs giugno 2019 l’Umbria si conferma peggiore regione in flessione del -24%. Firenze, peggiore città a -43% Milano, 26 luglio 2021 – II trend dei consumi nel mese di giugno 2021 vs giugno 2019 migliora, sia pure a doppia cifra negativa a -19% con un guadagno di 8 punti percentuali rispetto a maggio 2021, che aveva chiuso a -27% vs stesso mese 2019. L’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati di giugno 2021 sullo stesso mese 2019 e traccia il consuntivo del primo semestre 2021 rispetto allo stesso periodo pre-pandemia del 2019, che chiude con un pesante -44%, praticamente in linea con il 2020. Nel mese di giugno 2021 vs giugno 2019 il non food, complici anche gli ottimi risultati di librerie ed arredamento, registra un’ottima performance di vendite e chiude per la prima volta dall’inizio della pandemia a +3% vs 2019. In recupero di 28 punti percentuali rispetto al mese di maggio anche la ristorazione a
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-20%. Nessun miglioramento, invece, sul fronte abbigliamento e accessori, che rispetto a maggio perde un punto e registra ancora un pesante -23%, dovuto anche al mancato decollo dei saldi. Tra i canali di vendita il travel non trova una via d’uscita dal
luglio\agosto 2021 tunnel in cui è precipitato da inizio pandemia e si conferma il peggiore, in flessione del -63%. I centri commerciali sono in leggero recupero e chiudono giugno a -18% (erano a -33% in maggio 2021 vs maggio 2019), gli outlet a -11%. Peggiorano le high street a -28%, stabili le altre località a -17%.
CONFIMPRESE è l’associazione del commercio moderno – franchising, Gdo e reti dirette – che opera sul territorio nazionale e riunisce aziende e realtà omogenee per merceologia, dalla ristorazione all’entertainment, dall’abbigliamento ai servizi, con un target dimensionale da medio grande a leader di mercato, spesso quotate in Borsa e, in diversi casi, con una rilevante presenza internazionale. Confimprese conta su oltre 100 soci che rappresentano 300 marchi, 36mila punti vendita e 600mila addetti con un giro d’affari 2018 di 152,3 miliardi di euro. Il presidente dell’associazione è Mario Resca.
Le aree geografiche mostrano andamenti similari nel mese di giugno 2021 vs giugno 2019. L’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) chiude a -13% in recupero rispetto al mese precedente (-17%) e si conferma l’area con i migliori risultati. Le aree Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) e Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) sono le peggiori -22%, si discosta di poco l’area Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) a -19 per cento.
«Il primo semestre 2021 – dichiara Mario Maiocchi, direttore centro studi retail Confimprese – chiude con un pesante -44% rispetto allo stesso periodo pre-pandemia del 2019 e in linea con il 2020. Ciò fa presagire che, indipendentemente dall’andamento dei prossimi mesi, anche il 2021 è destinato a chiudere con bilanci molto difficili per le aziende retail. Sempre nel semestre 2021 vs 2019 il canale travel rimane il più problematico a -68% mentre centri commerciali e outlet, a causa delle chiusure forzate durante i weekend, con -49% vedono dimezzate le vendite rispetto al 2019. I dati delle prime settimane di luglio continuano a mostrare una carenza di flussi sui centri commerciali tra -20% e -30% indicando un trend di ripresa lenta. Da sottolineare il calo di abbigliamento e accessori, che nel semestre lascia sul terreno -44%, dovuto anche alla partenza negativa dei saldi estivi con una contrazione delle vendite nei primi 9 giorni di luglio di oltre il -10% rispetto al 2019. Un trend che ha un impatto importante
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sui bilanci aziendali e implica probabili giacenze di invenduto a fine stagione». Dunque, se l’analisi del mese di giugno su giugno 2019 rivela una situazione di parziale recupero, non altrettanto si può dire dei risultati del primo semestre, che mostrano l’incertezza del mercato, sui cui permane la ripresa della variante Delta. «Anche se osserviamo un mese di giugno ancora in sofferenza rispetto al 2019 a -19% – commenta Paolo Lobetti Bodoni, consulting market leader di EY in Italia – è comunque in linea con il costante miglioramento a cui stiamo assistendo a partire dal mese scorso. Rispetto alla situazione post pandemica di giugno 2020, si rileva un miglioramento dell’11% che ci proietta dunque in un’estate con trend migliori rispetto all’anno scorso. È inoltre importante notare la vivacità del settore non food con valori simili al 2019 che ci dimostra come i consumi si siano indirizzati su altre categorie rispetto al passato, privilegiando la
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cultura e l’arredamento. Seppure in termini relativi, la ristorazione registra trend migliori dell’abbigliamento, anche se presenta un gap maggiore da colmare sul progressivo anno. A conferma del fatto che lo smart working influenzi ancora i flussi di acquisto, osserviamo che i centri commerciali e gli outlet registrano trend migliori rispetto ai centri cittadini».
ANALISI PRINCIPALI REGIONI
Anche nel mese di giugno 2021 vs giugno 2019 l’Umbria si conferma la regione peggiore con una flessione di -24%. La seguono 2 regioni a pari merito, Toscana ed Emilia-Romagna, con un trend pari a -23%. Le Marche chiudono a -23%, Lazio -22%, Veneto -21% e Lombardia -20% Sotto il 20% e dunque con perdite più contenute troviamo Liguria -19%, Friuli-Venezia Giulia -18%, le isole Sicilia e Sardegna segnano -17% così come il Trentino-Alto Adige. Campania e Piemonte registrano -16%, Abruzzo -14%. Calabria -8% e Puglia -6% confermano il migliore andamento dell’area Sud rispetto alle altre.
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ANALISI PER CITTÀ
Nell’analisi per città nel periodo giugno 2021 vs giugno 2019 sul podio delle peggiori troviamo le città di Firenze -43% e Milano -36% seguite da Bologna -35%, segnale che la ripresa avviene ad un ritmo ancora lento per questi poli d’eccellenza universitari e turistici. Subito dietro troviamo Venezia -32% e Napoli -30%. Risultati ancora negativi per Roma -27%, Genova -24% e Torino -22%. Seppure con segno meno, Palermo -16% rispecchia l’andamento migliore tra le città.
ANALISI PRINCIPALI PROVINCE
Nell’analisi per province nel mese di giugno 2021 su giugno 2019, la provincia di Firenze è la peggiore a -32%, seguita da Bologna -31% e Venezia -30%. Con risultati migliori vi sono Milano -26%, Genova e Roma -25%, Como -22% e Torino -20%. In miglioramento anche Padova e Catania -19%, Napoli e Varese -18%, Palermo e Brescia -16%, Verona e Monza e della Brianza -15%, seguite da Novara -12%. Con valori al di sotto di dieci punti percentuali, pertanto non distanti dai dati del medesimo periodo del 2019, Bari riflette il migliore andamento della regione Puglia con -4%, mentre Bergamo e Caserta registrano -9%.
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/Franchising
MA BENESSERE DI CHI? Rubrica Quadrante a cura di Mara Licia Frigo
Stamane ho sentito al telegiornale che tre regioni passano in zona Bianca. Niente coprifuoco, ma il resto delle regole non cambia. Mascherina, distanziamento sociale, discoteche aperte, ma non si può ballare né, solo consumare… vabbè, non l’ho capita, ma sono vecchia e io in discoteca ci andavo per ballare non per bere. Faccio ancora confusione con le consumazioni dentro-fuori-seduti-in piedi-sul letto a castello, ma tanto non mi cambia la vita. Da buona sociopatica ad alto funzionamento mi godo le setole cheratinose del mio gatto, e il resto vada per conto suo. Non è che non mi interessi il fatto che la situazione stia migliorando, che il contagio e le morti diminuiscano. Al contrario, potrò dire ai posteri «c’ero anch’io». È su tutto il resto che sono spettacolarmente ignorante. Non mi interessa se posso pranzare dentro o fuori. Non mi interessa se posso prendere il caffè al bancone oppure no. Come non mi interessa chi va a letto con chi, il nuovo leader del tal partito o che la terra giri intorno al sole. Anche perché se fossero informazioni importanti non le avrei cancellate. Il mio cervello può conservare solo una certa quantità di informazioni, quindi mi devono essere utili. Le persone si riempiono la testa con informazioni tipo Ferragnez e il varano tatuato o quanti follower ha l’ultimo fenomeno di TikTok. Non vorrai mica farmi credere di non aver mai letto una bella frase del Dalai Lama (o di chi per esso), sotto una foto in bikini su Instagram?! E averla poi usata nei tuoi discorsi per le due settimane successive appena ne avevi l’occasione? Per sostituirla poi con il trend topic del momento? (privacy, cyberfuffa, PNRR, er bibbitaro, etc.)
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luglio\agosto 2021 Io non ci riesco. Non lo ricordo. Non mi interessa. Perché non è la fonte del valore della mia vita. Ci sono persone che in qualche modo sanno per cosa vivono. La famiglia, un sogno, un amore, qualsiasi cosa può rappresentare un motivo di valore. Una ragione. Personalmente io sono sempre alla ricerca del benessere. Quello stato felice di salute, di forze fisiche e morali, un significato per la vita, una ragione per cui alzarsi la mattina. Pensate che c’era anche nell’esercito italiano l’Ufficio Benessere, quello che si occupava dell’assistenza morale e materiale ai soldati. Se poi ti attacchi a Google, trovi libri sul benessere interiore, esteriore, economico, metafisico, fisico, alimentare, mentale, familiare... e vissero tutti felici e scontenti. Ed ecco a voi la prolifica produzione di pagine e pagine che ti dicono cosa fare, quando farlo, come farlo, perché farlo. E la tecnica buddista, e l’ikigari, e l’oriente verso l’occidente, Cip contro Ciop e i sette nani che fanno il tifo per la mela perché sono diventati tutti Vegani dopo aver scambiato Biancaneve con Pamela Anderson. Ussignur... mi sembra di essere nel discount delle istruzioni per il montaggio dell’IKEA. È come farsi curare da un medico che gode nell’infilarti un sondino nel naso. Ma possibile che il benessere sia uguale per tutti? Come è possibile che una filosofia del quotidiano che sottolinea l’importanza delle piccole cose per trarne felicità, sia uguale per me ed un soggetto terzo. Ad esempio una cosa che mi dà benessere è dare ceffoni a due a due (fin quando non diventavano dispari) agli arroganti e ai maleducati. Ma visto che non lo posso fare fisicamente lo scrivo e basta. Il caffè prima di verbalizzare qualsiasi cosa, fosse anche un grugnito. Una doccia calda di prima mattina. Una canzone in un certo momento (tipo mentre scrivo questo articolo). Il benessere è una ricerca personale. È un qui e ora che richiede controllo di sé stessi e col giusto livello di stress e responsabilità da ricercare e concretizzare. Ma quando leggo su LinkedIn lo sdegno di un iscritto per il fatto che un “negozio del centro” non ha permesso al suo cane di accedere al suddetto (e letto i relativi commenti), mi cadono le gonadi. Posso razionalizzare tutto, comprendere tutto (non accettare tutto, a meno che l’ascia non sia ben affilata), ma siamo arrivati al punto in cui guida l’eccezione e non la regola. E se la regola è il non far entrare il cane in un luogo pubblico, l’eccezione è il fatto che tu pretendi di imporre ad altre persone (che potrebbero non gradire) la presenza del quadrupede scodinzolante. «Ma è buono e non dà fastidio a nessuno e poi siamo nel 2021 non è possibile ci siano ancora esercenti che non fanno entrare i cani» E chissenefrega ti rispondo io. E visto che siamo nel 2021 ti ricordo che non vivi da solo con il tuo cane sul globo terracqueo. Ma una domanda te la voglio fare, caro iscritto a LinkedIn: è questa la fonte del valore della tua vita? È questa la tua ricerca del benessere? Pretendere che gli altri si adeguino ai tuoi desideri proiettati su di un animale beceramente antropomorfizzato? No dai, non ci credo. Faccio finta di crederci, se vuoi, ma non ci riesco. Perché il benessere tuo non può e non deve essere a discapito degli altri. Si dovrebbe pensare più a fare bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio. E su questa frase di Alessandro Manzoni, vi lascio alla vostra ricerca. Io ho il caffè che mi aspetta.
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/Franchising
IL SISTEMA FRANCHISING RESISTE ALLA PANDEMIA
Il nuovo Rapporto Assofranchising 2021: Strutture, Tendenze e Scenari Rubrica a cura di Assofranchising
Il Rapporto Assofranchising 2021 – Strutture, Tendenze e Scenari, a cura ed elaborato dal Servizio Studi Assofranchising, in collaborazione con CREA, presenta i dati relativi allo stato di salute del franchising nel 2020 e, nonostante il dramma della pandemia, che ha causato un calo del 10,5% nelle reti di franchising attive passate da 980 del 2019 a 877 del 2020, il sistema franchising si consolida nel sistema imprenditoriale italiano: nello specifico, il giro d’affari nel 2020 è pari a €27.058.533.300, in aumento del 3,5%. In crescita anche il numero di punti vendita affiliati in Italia (+1,3%), leggermente in calo invece quelli in franchising all’estero (- 2,9%). Le reti con sede all’estero, che operano in Italia solo tramite franchisee, crescono del 3,4%. Cresce anche il numero di addetti nel sistema franchising (+4,8%) e leggermente anche la media di occupati per punti vendita che, in Italia, salgono a +5,2%. Nel complesso emerge la tendenza traducibile in una buona tenuta del sistema franchising in Italia, nonostante l’inevitabile impatto negativo generato dal perdurare della crisi causata dalla pandemia di Covid-19. “I risultati del Rapporto Assofranchising 2021 – Strutture, Tendenze e Scenari dimostrano come la formula del franchising sia lo strumento più utile per avvicinarsi all’autoimpiego: la forza della rete che fa squadra nei momenti difficili – e certamente il 2020 è stato tra i più drammatici degli ultimi 13 anni – mettendo a punto soluzioni e supporti su misura rivela la capacità di tenuta del franchising sia in termini di fatturato, sia occupazionali. Durante tutto il 2020 i nostri associati hanno studiato formule ad hoc per andare incontro ai loro franchisee garantendo, in questo modo, la prosecuzione delle attività di business. Il 2021 è per noi orientato al consolidamento dell’impegno nei confronti degli associati per poter offrire sempre tutto il supporto necessario e sostenere il desiderio di essere imprenditori che, anche causa un mercato del lavoro sempre più parcellizzato, sta sensibilmente aumentando” – afferma Italo Bussoli Presidente di Assofranchising – “Negli ultimi 5 anni il franchising ha consolidato gli indicatori dal punto di vista del fatturato (+13,1%), dei punti vendita (12,7%) e del flusso occupazionale generato
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Italo Bussoli - Presidente di Assofranchising
(+16,5%). Negativi sono i dati relativi al numero delle insegne operative che diminuiscono del -7,7%, causa Covid-19”. DISTRIBUZIONE DEL FRANCHISING PER AREE GEOGRAFICHE (AREE NIELSEN): NORD OVEST AL PRIMO POSTO SEGUITO DAL SUD, AREA PIÙ REDDITIVA Per quanto riguarda le aree geografiche, il Nord-Ovest è al primo posto per numero di franchisor (312) pari al 36,8%, seguito dal Sud (182) pari al 21,5% (da notare che proprio al Sud si registra un aumento delle insegne rispetto al 2019), si continua con il Nord-Est (177) pari al 20,9% e il Centro (176) pari al 20,8%. In particolare, le regioni italiane che ospitano il maggior numero di franchisor sono la Lombardia (244) e il Lazio (95), seguite da Veneto (85), Campania (82) ed Emilia Romagna (72). Il primato regionale nel numero di punti vendita in franchising spetta alla Lombardia (9.340), seguita dal Lazio con un numero di punti vendita stabile rispetto al 2019, mentre, al terzo posto, troviamo la Sicilia che, a confronto con le altre regioni, registra il maggior aumento percentuale rispetto al 2019 (+3,9%). Con riferimento alla suddivisione per Aree Nielsen, l’Area Sud risulta essere prima per numero di punti vendita (18.081 PVF), in aumento del +1,6% rispetto al 2019. In termini di redditività, anche nel 2020 è l’area Sud a generare il miglior risultato, per un totale di € 8.371.389.644 seguita dal NordOvest che nello stesso periodo ha prodotto € 7.884.277.061; il Centro e il Nord-Est si collocano subito dopo, registrando comunque un’incidenza sulla produzione totale molto elevata. OCCUPAZIONE Cresce il numero delle imprenditrici rispetto al 2019, a testimonianza di come la formula dell’imprenditorialità in affiliazione risulti particolarmente adatta per le donne che scelgono l’autoimpiego. La percentuale è del 38,1%, ancora di molto superiore al dato nazionale che si attesta al 21,9%. Considerando il numero di addetti occupati, il Nord-Ovest genera occupazione per 70.778 posti, con la maggior incidenza a livello nazionale, seguito dal Sud con 64.429 addetti; sempre considerando il livello occupazionale, il Centro e il Nord-Est registrano un numero di addetti inferiore rispetto al Nord-Ovest e il Sud, mantenendo comunque una buona incidenza sul totale.
luglio\agosto 2021 Nel complesso, i franchisee continuano a essere in maggioranza figure maschili (61,9%). La fascia di età compresa tra 36-45 anni (61,6%) è seguita da quella tra 25-35 anni (24,4%). Quasi assente è il profilo dei giovanissimi (0,8%) e in misura inferiore si registrano figure tra i 46-55 anni (11,3%) e over 55 (1,9%). SUDDIVISIONE MERCEOLOGICA E TENUTA DURANTE L’EMERGENZA COVID-19 In generale, tutti i settori hanno retto, nonostante la pandemia, con un significativo aumento di fatturato nel settore dei servizi e un calo di fatturato per il commercio specializzato e la ristorazione, evidente risultato delle restrizioni attuate per contenere la pandemia. ▪ Abbigliamento: il settore, che occupa il 20,5%, subisce un calo contenuto sulle reti di franchising con un totale di 180 reti attive rispetto a 189 del 2019 (-4,8%),di cui più del 33% sono localizzate nel Nord-Ovest, seguita da Sud (24%), Nord- Est (22%), Centro (16%) e Reti Estere (4,4%); ▪ Servizi: nel 2020 è il settore con la dinamica migliore e costituisce il 26,5% del totale delle insegne in Italia; settore che nel complesso ha risentito meno delle restrizioni legislative imposte dal governo per fronteggiare la pandemia; ▪ Commercio specializzato: calo significativo del -10,4%, con un totale di 112 reti attive rispetto alle 125 del 2019. Rappresenta una quota del 12,8%; ▪ Ristorazione: ha risentito maggiormente della crisi economica causata dalla pandemia; diminuiscono di 35 unità le reti attive, un decremento del -19,6%. Questo settore è il terzo nella suddivisione merceologica dei franchisor (16,4%). ▪ Beauty, cura e benessere della persona: il settore subisce un calo significativo rispetto all’anno precedente (-13,6%). Questa dimensione merceologica pesa per il 10,8% del totale dei settori considerati; ▪ Casa: il settore subisce un calo contenuto rispetto all’anno precedente con un totale di 45 reti attive nel territorio nazionale. Contribuisce nella misura del 5,1% nella suddivisione merceologica; ▪ GDO: anche se rappresenta solo una piccola porzione rispetto al totale del sistema franchising (3,9%), è il settore che maggiormente incide sul fatturato totale (33,9%), dato che la somma della produzione tra “GDO food” e “GDO non food”, genera oltre 9 miliardi di euro. Nel 2020 la grande distribuzione organizzata subisce un calo significativo come numero di reti in franchising. INVESTIMENTO INIZIALE Per quanto riguarda la cifra da investire per l’avvio delle attività, nella maggior parte dei casi, è inferiore ai 100.000 euro. Tra questi, si nota una particolare concentrazione nei business che richiedono tra i 10.001-20.000 euro (19,2%, in aumento rispetto al 2019) e 50.001-100.000 euro (18,1%). Data la difficile situazione economica caratterizzante l’anno 2020, alcuni franchisor per aiutare i franchisee, hanno applicato scontistiche sull’investimento iniziale. Per quanto
Assofranchising rappresenta, promuove e difende gli interessi economici, sociali e professionali delle reti in franchising associate. Dal 1971, anno della sua nascita, Assofranchising si è contraddistinta per la fitta rete di relazioni con le Istituzioni e gli altri Enti o Associazioni che hanno interessi coincidenti o vicini ai suoi. Attiva servizi e consulenza mirata, organizza eventi promozionali per i soci, di networking e di studio su temi d’interesse, offre accordi quadro e convenzioni sui molteplici aspetti e prodotti che interessano le aziende che operano in franchising e le relative reti di punti vendita concerne la durata del contratto, ovvero l’elemento temporale sui cui franchisor e franchisee basano il loro rapporto, nel 2020 circa il 73% dei contratti è della durata compresa tra i 3 e i 5 anni, dato sostanzialmente invariato rispetto al 2019. La fascia tra i 7 e i 10 anni è in crescita rispetto al 2019 e passa dall’8% all’8,5%. VANTAGGI COMPETITIVI DEL FRANCHISING In questo scenario economico, il franchising è un modello che a livello internazionale cresce, definendo una più ampia arena competitiva nonché un diversificato portafoglio di prodotti e servizi, che vengono standardizzati e collocati sul mercato secondo questa formula. Dopo aver analizzato gli indicatori principali, è possibile affermare che questa tipologia di sistema di rete è in grado di influire sull’imprenditorialità e, in tal senso, fungere da volano per la promozione dell’occupazione, in particolare di giovani e donne. Nello specifico, può rappresentare un’opportunità per promuovere l’iniziativa ad intraprendere un’attività imprenditoriale, considerato che alla stipula del contratto si cede sì l’utilizzo del brand, ma soprattutto la formula del business che, insieme ad altri fattori, quali la semplicità del modello e la standardizzazione dei processi, è ciò che caratterizza il successo del franchising. Altro elemento importante è la fiducia e la garanzia resa dal brand, dall’assistenza e supporto forniti dal franchisor durante tutta la durata del contratto. La dinamicità che caratterizza questo settore necessita di modelli di business che siano in grado di rispondere alle esigenze dei “nuovi consumatori”, i quali sono sempre più attenti alla qualità e vincolati dai prezzi. I dati analizzati mostrano una propensione all’adozione di questa formula, soprattutto in settori come la GDO, l’abbigliamento, i servizi (maggiormente penalizzata quest’anno la ristorazione). In conclusione, il franchising favorisce la conoscibilità del prodotto offerto sui mercati nazionali, ma soprattutto internazionali; per tale motivo, viene considerato un ottimo strumento per accedere a nuovi mercati, potendo essere applicato anche nelle realtà più piccole, facenti parte dell’universo imprenditoriale di piccole e medie dimensioni.
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PROFILO FRANCHISOR:
101CAFFE’ è la più grande e fornita catena di negozi in franchising specializzata nella vendita di caffè e bevande in cialde e capsule, macchine ed accessori. Offre miscele provenienti da Torrefazioni Italiane d’eccellenza ed la più ampia gamma al mondo di bevande made in Italy per tutte le macchine. Il layout dei punti vendita 101CAFFE’ valorizza la qualità italiana dei prodotti offerti in un ambiente caldo ed accogliente. Su richiesta è disponibile il format con servizio di caffetteria take-away. I negozi 101CAFFE’ sono sempre aperti per decreto anche in caso di zona rossa. Un efficace programma di formazione permette all’affiliato di raggiungere ottimi risultati in tempi brevi. Soluzioni digitali avanzate in ottica multicanale favoriscono la fidelizzazione e l’acquisizione di nuova clientela.
Ragione sociale: 101 Caffè Srl Indirizzo sede legale: via dei Lavoratori 8/10 20090 Buccinasco (Milano) - Italia Sito Internet: www.101caffe.it Marchio: 101CAFFE’ Settore: Alimentare Attività: Vendità caffè e bevande in cialde e capsule Anno di fondazione dell’Azienda: 2011 Anno di lancio del franchising in Italia: 2012 PV diretti Italia: 5 PV in franchising Italia: 130 PV in franchising all’estero: 15 Regioni italiane di interesse per lo sviluppo: tutte le regioni Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: tutto il mondo Franchisee singoli: 99 Master Franchisee: 5 Multi-Unit Franchisee: 10 Corner: Shop in shop
PROFILO FRANCHISEE
Bacino d’utenza: minimo abitanti 20.000 Ubicazione ottimale PV: centro commerciale, centro urbano, negozio di quartiere Superficie media PV: 40 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: 1 per autoimpiego; 3 per negozio in centro commerciale Esperienza pregressa nel settore: non necessaria Formazione iniziale: 15 giorni Arredo e investimento medio iniziale: € 500 al mq Fatturato medio annuo (stima): Negozio di città 120k - 300k all’anno Negozio nel centro commerciale da 500k fino ad un milione di euro. Merce in conto vendita: NO Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 8.000 (restituita in merce con la prima fornitura) Canoni periodici (royalties):2% Canoni periodici fissi: NO Pubblicità a livello locale:SI Contributi per campagne pubblicitarie nazionali:1% Assistenza in loco in fase di apertura:SI Assistenza per la durata del contratto:SI Zona di esclusiva: SI Durata contratto: 5 anni
CONTATTI FRANCHISOR
Franchisor: 101 Caffè Srl - Umberto Gonnella Referente franchising: Sara Gemme Telefono: Fisso: 0287240690 - Mobile: 3668719507 E-mail franchising: franchising@101caffe.it Sito Internet: www.101caffe.it N.B. I dati sono puramente indicativi e concordati con l’Azienda
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PROFILO FRANCHISOR:
Mercatino Franchising leader nell' intermediazione dell’usato, nasce a Verona nel 1995 e ad oggi ha sviluppato una rete in franchising di oltre 180 negozi. La formula del conto terzi consente a due soggetti diversi un’azione di guadagno (chi vende espone gratis il proprio usato) e una di risparmio (chi compra lo fa a prezzi inferiori a quelli di mercato). Con il suo sistema virtuoso, Mercatino diffonde la “buona pratica” del riuso come sistema etico - sociale nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio. I fattori di successo del Franchising Mercatino sono: Assistenza & Formazione, Innovazione tecnologica e Visibilità Nazionale.
Ragione sociale: Mercatino s.r.l. Indirizzo sede legale: Via Angelo Messedaglia 8C, Verona Sito Internet: www.mercatinousato.com Attività: Intermediazione di oggetti usati Anno di fondazione dell’Azienda: 1995 Anno di lancio del franchising in Italia: 1995 PV in franchising Italia: 182 aperti e 10 in apertura PV in franchising all’estero: 1 Regioni italiane di interesse per lo sviluppo: tutte Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: non abbiamo preferenze Franchisee singoli: 137 Multi-Unit Franchisee: 15
PROFILO FRANCHISEE Bacino d’utenza: 50.000 abitanti Ubicazione ottimale PV: zone commerciali/residenziali Superficie media PV: a partire da 400 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: a partire da 3 Esperienza pregressa nel settore: non richiesta Formazione iniziale: 5 giorni Arredo e investimento medio iniziale: € 50.000 Fatturato medio annuo (stima): € 469.000 Merce in conto vendita: SI Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 5.000 Canoni periodici (royalties): 3% sul venduto mensile Canoni periodici fissi: NO, solo servizi accessori al franchising Pubblicità a livello locale: NO Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: SI Assistenza in loco in fase di apertura: SI Assistenza per la durata del contratto: SI Zona di esclusiva: SI Durata contratto: 5 anni
CONTATTI FRANCHISOR Franchisor: Mercatino s.r.l. Referente franchising: Veronica Spadafora Telefono: 0458203355 E-mail franchising: sviluppo@mercatinousato.com Sito Internet: www.mercatinousato.com N.B. I dati sono puramente indicativi e concordati con l’Azienda
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