DAL TERRITORIO
TESTIMONIANZA
Quando la disabilità diventa una sfida ∞ A CURA DI LUCIO BUONANNO
Abbiamo raccolto il racconto di Erica Villa, giovane scrittrice e atleta disabile divenuta nota per le sue gare di corsa in carrozzina “speciale” (appositamente realizzata per l’impegno agonistico). Con i suoi libri e la sua passione per lo sport vuole dimostrare che la disabilità non è un limite, ma può diventare motivo di una grande sfida umana e personale. Mi chiamo Erica, ho ventisette anni e abito a Treviolo in provincia di Bergamo. Sono disabile dalla nascita e durante la mia vita ho avuto tanti momenti belli, grazie all’amore e all’affetto della mia famiglia, ma anche tanti tristi. Ho giocato, riso, scherzato, pianto. Ho sperato che il mio vivere cambiasse, vorrei essere come la maggior parte delle persone. Ho conosciuto persone con varie sfaccettature: ognuna diversa dalle altre, chi sincero, chi bugiardo, chi amico, chi prepotente e maleducato. Come la mia
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compagna alla scuola elementare che tutti i giorni, durante l’intervallo quando finiva di gustarsi le patatine, anziché andare a lavarsi le mani, se le puliva nei miei capelli. O come la professoressa di matematica alle medie che mi dava sempre voti bassi nonostante io avessi studiato. Mi ricordo invece con molto piacere l’insegnante di italiano, il quale sapeva gratificarmi in tutto quello che facevo, grazie a lui mi sentivo spronata per dare sempre il meglio. Era un docente con i fiocchi, entrava in classe sempre con il sorriso e con la voglia di insegnare. Non vedevo l’ora che arrivasse la lezione di italiano per essere felice. Per quanto riguarda le scuole superiori, ho fatto un percorso di studi diversi. Prima l’istituto magistrale dove ho trovato alcuni docenti capaci di capire le mie difficoltà, altri, solo perché disabile, mi declassificavano e mi abbassavano sempre la media dei voti e di questo ne soffrivo, tant’è vero che alla
mattina, quando mia mamma mi chiamava perché era ora di andare a scuola, piangevo perché non volevo andarci per non sentirmi nuovamente umiliata. Così ho lasciato e mi sono iscritta all’Enaip Lombardia, una scuola che serve per entrare nel mondo del lavoro, anche se così non è per tutti. Ma anche lì ho avuto problemi con i miei docenti. E allora ho frequentato un centro diurno per disabili, tre volte la settimana. Il primo anno, essendo una novità, ci andavo molto volentieri perché tutti gli operatori erano carini con me. Poi ho iniziato a non andarci più molto volentieri perché gli operatori si erano stancati di essere gentili. E allora ho pensato di dare una svolta alla mia vita e ho cominciato a scrivere la mia storia. Fin da piccola ho avuto questa passione per la scrittura e ora è diventata un lavoro. Nel 2016 ho pubblicato “Leggimi dentro”, è il diario di Erica, ragazza disabile che raccontandoci alcune