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L’opportunità della
L’opportunità della cultura
La riapertura del Centro Luigi Pecci a Prato
Advertisement
di danieLa MaLabaiLa
Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, nel 2020 il Cen-
tro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ha riconfermato la posizione di ri-
lievo nel panorama dei musei e delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea in Italia. Ha saputo ripensarsi, attivando nuove strategie, con dinamiche attente alla necessità di appropriarsi di un
ruolo sociale più attivo verso un pubblico distanziato, ma nume-
roso e, grazie alle attività online ha creato uno spazio digitale in cui alimentare il pensiero critico ed il confronto con la scena culturale globale. In autunno il Centro Pecci si è concentrato su nuove proposte espositive, temporaneamente sospese con la nuova chiusura dei musei italiani a novembre, e dal
20 gennaio finalmente e nuova-
mente fruibili dal vivo, dal mercoledì al venerdì, anche grazie alle proroghe dei progetti: “Jacopo Benassi. Vuoto” (la mostra del fotografo ligure prorogata solo fino al 30 gennaio); “Protext! Quando il tessuto si fa manifesto” (esplora il ruolo del tessuto anche come medium per eccellenza nella rappresentazione del dissenso, fino al 14 marzo) e “Litosfera” (mette in dialogo due progetti nati dal desiderio di rappresentare forze e materie che nel corso di ere geologiche hanno dato forma al nostro pianeta. fino al 18 aprile). Cristiana Perrella, Direttrice del Centro Pecci, conclude: “Abbiamo già dimostrato come un luogo della cultura possa essere un presidio importante e sicuro per la collettività in un periodo difficile come quello
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[1] Thomas Hirschhorn - We Are Still Alive Centro Pecci ©Raffaele Di Vaia [2] Ren Hang. Nudi - Centro Pecci ©MargheritaVillani [3] Litosfera - Centro Pecci ©Margherita Villani
Despite the difficulties caused by the pandemic, in 2020 the Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci reconfirmed its important position among museums and institutions dedicated to contemporary art in Italy, and with its online activities it has created a digital space to foster critical thinking and exchange within the global cultural scene. With the reopening on May 21st, Centro Pecci immediately welcomed its visitors with full safety measures in place, reopening exhibitions and projects that were already underway, adding to them from June 4th the first Italian exhibition dedicated to the Chinese photographer and poet Ren Hang, who tragically died before turning thirty and who was known above all for his important research on the body, identity, sexuality and the relationship between humans and nature, centred around free and rebellious Chinese youths. It was a successful bet due to the public turnout and attention of critics, also thanks to the Instagram filter created by Centro Pecci and inspired by one of Ren Hang’s most iconic photographs: Peacock. Over the summer the museum offered Pecci Summer: a rich and varied programme of 10 sold out concerts, 6 talks and 40 films, transforming the museum’s open-air theatre into a new “square” in the city, familiar and open to the whole community. In autumn Centro Pecci focused on new original exhibitions (which were temporarily suspened with the new closure of Italian museums in November): the first solo museum exhibition dedicated to the photographer Jacopo Benassi; the collective exhibition Protext! When fabric becomes a manifesto which, through the works of international artists, Pia Camil, Otobong Kkanga, Vladislav Shapovalov, Tschabalala Self, Marinella Senatore, Serapis Maritime Corporation and Güneş Terkol explores the role of fabric not only in critical debates about work, identity and environmental change, 2 but also as a medium par excellence in representing dissent; the project Lithosphere, with a dialogue between the works of Elena Mazzi and Sara Tirelli and of Giorgio Andreotta Calò that stem from the desire to represent the forces and materials that have shaped our planet over the course of geological eras; the presentation of a new acquisition, RAID, the video by Marcello Maloberti. From early November, with the new national closure of all museums and exhibitions, Centro Pecci launched its digital programme Pecci ON, with which the museum once more highlights how a contemporary art institution can act as a catalyst for its community, an antenna that captures the present by attracting ideas, voices, and artists to interpret the evolutions of our time and then returns them amplified to the territory and the world. From November 10th on the website and social networks there are alternating events and conversations in live streaming, consolidated initiatives and new formats, free of charge and open to all, such as #KeyWords. Words that open up the present, a dialogue between art and psychology, and #Museum2b, an international dialogue on the role of cultural institutions at a time of marked change. In 2020, Centro Pecci had to rethink its approach, launching new dynamic strategies attentive to the need to gain a more active social role towards a public that was more distant but that showed up in numbers from the first day of reopening. s l che stiamo tutti vivendo. Con la riapertura vogliamo continuare a dare
un segnale positivo di energia e
accoglienza. Le nostre procedure di sicurezza sono state sempre accurate: siamo un museo grande, con
sale ampie e spazi esterni im-
portanti, in cui il distanziamento fisico e la gestione contingentata del flusso di visitatori sono facili da attuare. Riaprire le porte del mu-
seo al pubblico è un’opportunità
per aumentare la familiarità con il museo e con il suo ruolo di servizio d’interesse generale, per offrire ai
cittadini cibo per la mente e una forma di socialità e condivisione
sicura, in un momento in cui ce n’è un enorme bisogno.” s l
Jacopo Benassi. Vuoto Centro Pecci ©Margherita Villani
Pecci Summer 2020 Teatro all’aperto ©Margherita Villani
ROSANNA CARLINI
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Olimpia Zagnoli
Il suo mondo bidimensionale
di FLaVio ennante
Nell’ambito del programma di eventi promosso dal Comune di Reggio Emilia
“La cultura non starà al suo posto. Reggio Emilia 2020-2021”,
troviamo un progetto molto interessante, che racconta i primi dieci anni di carriera di Olimpia Zagnoli, illustratrice che vanta collaborazioni e clienti importanti in diversi ambiti, dall’editoria alla
moda e, naturalmente, nella co-
municazione. A causa delle restrizioni per il contenimento del contagio, nel momento in cui scrivo non è ancora sicuro che la mostra sia aperta al pubblico, per ora è in programma fino al 28 febbraio di quest’anno. “CALEIDOSCOPI-
CA. Il mondo illustrato di Olim-
pia Zagnoli” è programmata alla
Fondazione Palazzo Magnani, precisamente negli spazi espo-
sitivi dei Chiostri di San Pietro, colorati dallo stile inconfondibile della Zagnoli (un po’ Futurismo, un po’ Beatles). Con la cura di Melania Gazzotti, la mostra è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia e Camera di Commercio di Reggio Emilia e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. Negli spazi cinquecenteschi dei Chiostri di San Pietro, nei cui cortili esterni verrà allestito un “giardino di sculture” di grande formato realizzate grazie al contributo della casa di moda Marella, possiamo ammirare figure bidi-
mensionali, immagini sinuose, illusioni ottiche, accostamenti a contrasto e tanti colori: un vero
e proprio caleidoscopio. La selezione di lavori esposti include alcuni dei suoi lavori più iconici, come il manifesto per l’azienda dei trasporti di New York MTA e
le copertine per The New Yorker; non mancano alcuni disegni giovanili inediti e bozzetti che completano il percorso nella carriera di Olimpia Zagnoli. s l
CALEIDOSCOPICA Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli
30 gennaio - 28 febbraio 2021 (Verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia
INFO T. +39 0522 444446
Venerdì, sabato e domenica 10.00 - 19.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzomagnani.it
Sopra: Olimpia Zagnoli New York View - MTA Arts & Design, 2014
A sinistra: Olimpia Zagnoli Self Isolating - The New York Times, 2020
CALEIDOSCOPICA The illustrated world of Olimpia Zagnoli Chiostri di San Pietro, Reggio Emilia January 30 - February 28, 2021
Two-dimensional figures, sinuous images, optical illusions, contrasting combinations and many colours: a real kaleidoscope. From November 28th 2020 to February 28th 2021, the Fondazione Palazzo Magnani brings the eclectic style of the internationally renowned illustrator Olimpia Zagnoli to the exhibition spaces of the Chiostri di San Pietro, narrated in the CALEIDOSCOPICA. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli exhibition, curated by Melania Gazzotti. The exhibition is promoted by Fondazione Palazzo Magnani, in collaboration with the Municipality of Reggio Emilia, the Province of Reggio Emilia and the Chamber of Commerce of Reggio Emilia, under the patronage of Regione Emilia Romagna. After conquering the world of publishing, fashion and communication in just a few years, Olimpia Zagnoli returns to Reggio Emilia, the city of her childhood, with an exhibition project capable of enhancing the countless facets of her work and the ability of the lines and colours of her figures, landscapes, geometries, to offer the imagination new stimuli. CALEIDOSCOPICA. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli retraces ten years of the illustrator’s career, showing her unmistakable traits in drawings, prints, neon, fabrics, ceramic, wood and Plexiglas sculptures as well as everyday objects. The exhibition shows how this artist is able to express herself with the same ease with the languages of the visual arts and those of design and publishing, recounting in an immersive environment the complexity of the artist’s creative universe and her sources of inspiration, ranging from the history of art to that of design and graphics. In the sixteenth-century spaces of the Chiostri di San Pietro - in whose external courtyards a large-format “garden of sculptures” will be set up thanks to the contribution of Marella fashion house - the works are combined by “free association” or by affinity of colour, subject and shape. The selection of works on display includes some of her most iconic images, such as the poster for the New York transport company MTA and her covers for The New Yorker; there is no lack of unpublished youth drawings and sketches that reveal her creative process and working method. The exhibition is accompanied by a catalogue published by Lazy Dog Press, a publishing house specialising in illustration and graphic design books, and an agenda of side events designed and performed in collaboration with Reggio Children, the institution promoting the Reggio Approach, the educational philosophy of the schools and nursery schools in Reggio Emilia that the artist herself attended. s l
MASSIMO SAVIO
Frammentazione di una forma cablata bianca e blu
2019, legno pioppo, colori acrilici, cavi elettrici bianchi e blu, 60x80x1 cm.
Ricomposizione di un prisma per caduta gravitazionale
2019, legno di pioppo, colori acrilici, cavi elettrici bianco e arancio 70x80x1,5 cm.
maxavio53 Savio Massimo massimo.savio53@gmail.com
ROBERTO PINO Il 2020 dei Musei Reali
Cinque mostre, oltre 141 mila visitatori e profili social in crescita
di rebecca Maniti
New Moon on Friday 2020 stucco, smalto e acrilico su tela Diam. 30 cm. “La sfida che ci attende per il 2021 è rendere accessibili, anche virtualmente, nuovi contenuti capaci di moltiplica-
re le opportunità di conoscenza e di
esperienza. L’emergenza che abbiamo vissuto negli ultimi 12 mesi ha evidenziato la necessità di offrire al pubblico proposte culturali inedite, misurate sulle attuali esigenze di fruizione e di sostenibilità, e sviluppate anche in collaborazione con altre realtà del territorio e nazionali, perché uniti saremo più
“Roberto Pino è un pittore che rappresenta, in modo semplice e diretto, concetti complessi”
Bam Bam Twist 2020 stucco smalto e acrilico su tela Max. 30x30 cm.
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resilienti”, queste le parole di Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino nel raccontare le prospettive per questo nuovo anno, senza dimenticare però quanto si è fatto dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il bilancio 2020 racconta di 194 giorni di apertura con 141.943 ingressi, ovviamente concentrati nei primi due mesi dell’anno e nel periodo estivo. Tra settembre e ottobre, prima della nuova chiusura, sono state aperte cinque mostre: “Incensum. Nella terra dell’Oman” al Museo di Antichità; “Capa in color” nelle Sale Chiablese; in Galleria Sabauda “TOward2030. What are you doing?”; “Beyond Walls. Oltre i muri” e “Sulle tracce di Raffaello” nelle Collezioni Sabaude. Crescono la partecipazione digitale e il desiderio di riscoprire, anche da casa, le bellezze culturali, sulla scia dell’introduzione di nuove rubriche, appuntamenti speciali e webinar dedicati ad appassionati, famiglie, studenti e ricercatori. s l
[1] Musei Reali, Capa In Color Ph. Daniele Bottallo
[2] Musei Reali, Distretto Cinema
[3] Musei Reali, Giardino del Duca Ph. Officina delle Idee per i Musei Reali
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45 giri by Giorgio Gost
Pezzi da collezione sotto resina
di Vincenzo chetta
Nella storia della musica il vinile è sicuramente l’oggetto più
evocativo e rappresentativo di
tutti i tempi, molto più delle musicassette, dei cd e degli odierni dispositivi digitali o le piattaforme di streaming. Il fascino della copertina, la testina, il giradischi, il suo misterioso funzionamento, il ricordo delle prime canzoni ascoltate con il mangiadischi se non addirittura col grammofono. Sarà per questo che numerosi sono i
collezionisti di questi meravigliosi 45
giri, che Giorgio Gost, ha salvato nella famosa “time capsule” per l’anno 6.000, inserendoli nella resina e poi in una teca di plexiglass che li renderà immortali!
Una nuova serie, realizzata in esclusiva per la BillyRayArt di Valentino Spel-
ta, attività fondata quasi 90 anni fa che ha vissuto il cambiamento della città di Milano rimanendo sempre fedele al suo valore fondamentale: l’arte come passione. Proprio la passione è il trait d’union che ha dato i natali alla serie 45 giri by Giorgio Gost.
Il processo di lavorazione non va a ro-
vinare il supporto in vinile, che rimane perfettamente protetto da una pellicola plastica sulla quale poggia successivamente la resina, di conseguenza il 45 giri rimane perfettamente funzionante: si prestano dunque ad essere salvati anche i dischi più costosi e introvabili. s l
Giorgio Gost - Serie 45 giri Queen - Radio Ga Ga - 1984 Sopra: Giorgio Gost - Serie 45 giri Do they Know it’s Christmas - Band Aid - 1984
Sotto: Giorgio Gost - Serie 45 giri Another brick in the wall (part 2) - 1979
NINO COPPOLA
Opere, poetiche e stanze
Alla Casa Vuota: Double Fantasy
di ettore tiretto
Ola Czuba, Controtransfert, 2016, videoinstallazione, due monitor
Fino al 7 marzo negli spazi di Casa Vuota, è in programma la mostra “Double Fantasy” di Milica Ćirović e Ola Czuba, curata da Gaia Bobò. Il nome della mostra riprende il titolo dall’album del 1980 di John Lennon e Yoko Ono. “Milica Ćirović e Ola Czuba restituiscono a Casa Vuota la sua qualità originaria di spazio abitato e abitabile, lavorando con sguardo prismatico sul tema della ricerca identitaria”, spiegano Sabino de Nichilo e Francesco Paolo Del Re, direttori artistici dello spazio espositivo. Lungo il percorso espositivo troviamo video arte, fotografia e installazioni, che evocando atmosfere oniriche e delicati atti di rivoluzione: dalla libertà sessuale all’autoerotismo, dal rifiuto della necessità di una definizione di genere alla crisi della cultura patriarcale. La scenografia intima di un contesto domestico, fa risaltare la fragilità del tema e allo stesso tempo, lo rafforza. s l
Laura ruggiero
La Divina Commedia online
Tavole del pittore cinquecentesco Federico Zuccari
di FLaVio ennante
Le restrizioni per l’emergenza sanitaria non hanno fermato le celebra-
zioni delle Gallerie degli Uffizi per il Settecentenario dalla morte del
Sommo Poeta, ecco dunque che, grazie alla digitalizzazione in alta definizione, possiamo ammirare direttamente da casa i disegni di Federico Zuccari (famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore) per la Divina Commedia. Realizzati alla fine del Cinquecento, sono custoditi nella totalità (88 fogli, l’intera raccolta è entrata nella collezione degli Uffizi nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici) dalle Gallerie degli Uffizi, e ora online sul
sito www.uffizi.it nella mostra virtuale
“A riveder le stelle” con un apparato didattico scritto da Donatella Fratini, curatrice dei disegni dal Cinquecento al Settecento degli Uffizi. La possibilità
di poterli ammirare anche nel detta-
glio è da non perdere, soprattutto se si pensa che questo tipo di opere possono venire esposte alla luce solo ogni 5 anni a causa dell’estrema fragilità del suppor-
Opere di Federico Zuccari: [1] Lucifero [2] Eretici - Farinata [3] Caronte - Inferno [4] I Giganti - Inferno
to cartaceo. Il Direttore Eike Schmidt: “Finora questi bellissimi disegni sono stati visti da pochi studiosi ed esposti al pubblico appena due volte e soltanto in parte, oggi vengono pubblicati integralmente e con un commento didattico-scientifico sul sito degli Uffizi, dove d’ora in poi saranno liberamente consultabili. È un vero orgoglio per
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le Gallerie aprire il Settecentenario dalla morte del sommo poeta rendendo disponibile a tutti questa straordinaria raccolta di arte grafica. Materiale prezioso non solo per chi fa ricerca ma anche per chi, appassionato dell’opera dantesca, sia interessato ad addentrarvisi per seguire, come dice l’Alighieri, virtute e canoscenza”. s l
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Paolo Camporota
www.paolocamporota.it
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Oscar Damiani
La sua Collezione, in rosso
di Vincenzo chetta
Giuseppe Damiani, detto Oscar, da calciatore era invece soprannominato Flipper per le sue movenze rapide ed intelligenti. È stato attaccante di Milan, Inter, Napoli, Lazio, Genoa, Parma e Vicenza; ha segnato 71 reti in Serie A e 30 in Serie B, vincendo uno scudetto con la Juventus (nel ‘74-’75) ed il titolo di capocannoniere di Serie B (78-’79). Dopo il ritiro, Damiani ha intrapreso la carriera di procuratore sportivo, ma ha anche portato avanti un’altra sua passione: quella per l’arte. Recentemente Chimera Editore
ha pubblicato il suo volume “L’arte nel pallone”,
a cura di Angela Faravelli, che nasce dalla volontà di raccontare e condividere la sua storia utilizzando come chiave di lettura le due grandi passioni che hanno caratterizzato e percorso tutta la sua vita. Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo e fargli qualche domanda. V.C.: Buongiorno Oscar, benvenuto sulle pagine di BIANCOSCURO. Ci racconti, come è nata la sua passione per il collezionismo? O.D.: Il mio primo approccio con il mondo dell’arte è avvenuto quando ero piuttosto giovane, era il 1969 e avevo 19 anni, mi ero da poco trasferito a Vicenza per iniziare finalmente a giocare in una squadra di Serie A, dopo l’esperienza biennale nei ragazzi dell’Inter a Milano. Tutto è stato tanto naturale quanto casuale: dopo le sessioni di allenamento, durante il resto della giornata, noi calciatori avevamo molto tempo libero, facevamo dei giri nel centro della città e sono stato subito incuriosito, quasi cat-
turato, dalle vetrine delle gallerie d’arte moderna e
contemporanea. Non avevo nessuna cultura in materia ma la passione mi guidava, è avvenuto tutto in maniera molto disinvolta e in poco tempo ho iniziato a frequentare questo ambiente e ad avere amici con i quali confrontarmi e discutere su ciò che osservavo nelle esposizioni temporanee di cui aspettavo con impazienza il vernissage. V.C.: Come potrebbe collocare il suo essere collezionista? “Freddo investimento” o “puro amore per l’arte” ? O.D.: Non ho mai comprato un’opera pensando di poterla rivendere. Il 90% delle opere che ho acquistato negli anni ad oggi le possiedo ancora quasi tutte. Dunque la mia è una collezione fatta con il cuore: per comprare un’opera per me è necessario avere un colpo di fulmine immediato, è una questione energetica dove, a partire dalla vista, si attivano tutti gli altri sensi, fino a provocare in me un’emozione unica. V.C.: Una peculiarità della sua Collezione è quella di essere declinata al colore rosso, come mai colleziona solo opere di questo colore? O.D.: Senza averne pienamente coscienza, un giorno mi sono accorto di aver dato corpo ad una raccolta di opere prevalentemente rosse, una palette ricca di tonalità e sfumature diverse in cui il colore poteva essere evocato nella sua totalità o solamente da un dettaglio oppure, ancora, nel titolo. Una “sinfonia in rosso” che silenziosamente aveva preso piede nella mia vita. Avevo collezionato da monocromi (come i quadri di Rodolfo Aricò e Antonio Scaccabarozzi) dove il colore rosso appare in tutta la sua evidenza, a lavori più concettuali (due esempi emblematici sono i neon di Joseph Kosuth e Maurizio Nannucci) in cui il riferimento oltre che visivo è anche semantico, da forme in cui prevale la matericità del pigmento (evidenza sviluppata in maniera diversa da Pino Pinelli e Jason Martin) che conferisce enfasi all’essenza della sostanza, ad altre in cui lo sguardo può sperimentare le infinite potenzialità dell’aspetto ottico-cinetico (caratteristica comune dei fondatori del Gruppo N di Padova Alberto Biasi e Toni Costa) perdendosi letteralmente nelle pieghe dell’opera. V.C.: So che tra i suoi autori più amati figura anche Anselm Kiefer, (di cui però l’opera che possiede, non è rossa), ce ne può parlare? O.D.: Nel 2006 la gallerista Lia Rumma mi aveva invitato al vernissage partenopeo della personale dell’artista tedesco, “Odi navali”; una volta entrato nella galleria sono stato travolto dalla grandezza sia dimensionale che narrativa delle opere: vi erano
Lucio Fontana “Concetto spaziale. Attese”, 1968, idropittura su tela, 60x50 cm.Collezione Oscar Giuseppe Damiani, Ph. Paolo Vandrasch Ben Vautier “L’art est rouge”, 2010, acrilico su tela, 53,5x65 cm. Collezione Oscar Giuseppe Damiani. Ph.Alessio e Stefano Gilardi Maurizio Savini “Senza titolo”, 2015, chewing gum, ø 25 cm. Collezione Oscar Giuseppe Damiani. Ph.Alessio e Stefano Gilardi Clegg & Guttmann “A Portrait with a Ball and a De Dominicis”, 2019, stampa Lambda montata dietro plexiglas, 133x153x4,7 cm. Collezione Oscar Giuseppe Damiani. Courtesy Galleria Lia Rumma
un’infinità di riferimenti, citazioni e rimandi, evocati da molteplici media artistici, ogni opera custodiva un racconto e ogni racconto, nell’insieme della mostra, dava vita ad una storia tanto poetica quanto riflessiva. Rimasi folgorato ed ebbi anche l’occasione e l’onore di poter conoscere personalmente e conversare, grazie al mio francese, con Anselm Kiefer. Avevo ormai la consapevolezza che sarebbe stato per me inevitabile desiderare di avere un’opera di questo artista di cui poter ammirare la potenza ogni giorno, era diventata un’esigenza interiore, un tarlo che non mi avrebbe lasciato pace. Come diceva il mio omonimo Oscar Wilde “L’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi”. Così un anno dopo, in seguito a numerose riflessioni e chiacchierate con la gallerista e amica Lia, mi decisi ed acquistai “Himmel Auf Erden” (1998) che letteralmente significa “il paradiso in terra”, ma concettualmente vi è il riferimento allo sterminio degli ebrei, ai campi di concentramento e alla durezza e aridità d’animo che hanno caratterizzato il genere umano per un certo periodo storico. Ciò che questo lavoro rappresenta e richiama alla mente ed il titolo che gli è stato attribuito, costituiscono due estremi in conflitto, si tratta di un ossimoro, una contraddizione, ed è proprio per questo motivo che ha catturato la mia curiosità ed infine l’ho scelto tra le altre opere. V.C.: Nella sua Collezione vi è anche un Fontana, come si è avvicinato alla sua arte, è il pezzo più pregiato? O.D.: L’opera che preferisco della mia collezione è una tela monocroma di Lucio Fontana appartenente alla serie “Concetto spaziale. Attese” la cui superficie è interrotta da tre tagli verticali netti e decisi. Ho desiderato tanto possedere questo pezzo, fa parte delle mie fantasie… Ritengo sia un’opera “viva” e aggressiva nel suo entrare in rapporto diretto con lo spazio e la luce reali. In fondo si può pensare a qualunque cosa con quei tagli! V.C.: Nella sua Collezione sono già presenti anche giovani Artisti contemporanei? O.D.: Seguo con interesse il lavoro dei giovani artisti e nella mia collezione ho diverse opere: dal neon “Bla bla bla” di Fabrizio Dusi al pallone fatto con il chewing gum di Maurizio Savini, dalle matite di Paola Pezzi ad un mappamondo di Francesco De Molfetta, al flipper meccanico di Giuseppe Stampone. Quest’ultimo ha realizzato appositamente per me tante opere che ritengo bellissime ed emozionanti, è giovane ed ha molte potenzialità, oltre a possedere una tecnica ed una manualità fuori dal comune; grazie a lui ho rivalutato molto l’arte figurativa, anche se in realtà la sua poetica è colma di rimandi e significati nascosti, dunque è anche molto concettuale. V.C.: Nel suo recente volume “L’arte nel pallone”, come si sviluppano i due racconti paralleli del mondo del calcio e del mondo dell’arte? O.D.: Si tratta di due racconti che si sviluppano in parallelo, divisi in sette capitoli proprio come il numero della maglia che ho sempre indossato in tutte le squadre in cui ho giocato; uno narra in maniera cronologicamente ordinata la mia carriera legata al calcio, prima da giocatore e poi da procuratore, che appartiene ad una sfera di “dominio pubblico”, mentre l’altro svela un lato più personale e privato in quanto offro alla collettività il frutto più prelibato delle mie ossessioni: la mia collezione d’arte. La sezione relativa al calcio è stata curata da Alberto Cerruti ed esplora il mio percorso attraverso episodi ironici ed esilaranti a partire dagli esordi nel 1968, per poi addentrarsi con successo nel nucleo storico dei procuratori. La sezione relativa al mondo dell’arte è stata curata da Angela Faravelli, che ha catalogato oltre 100 opere d’arte che compongono la mia collezione, di cui al termine del volume compaiono dettagliate schede tecniche, abbinando gli oltre 80 artisti menzionati alle vicende vissute che ho vissuto nell’arco di tutta la mia vita da calciatore-collezionista. V.C.: Da appassionato non posso esimermi: qual’è stato il suo gol più bello? O.D.: Nell’estate del 1974 giocavo nella Juventus e l’allenatore Carlo Parola, per farmi giocare all’ala destra, aveva spostato Franco Causio al centro e la mossa funzionò meravigliosamente per tutti e due. All’ultima giornata, a Torino, nella partita decisiva proprio contro il mio vecchio Vicenza, vincemmo 5-0 e io segnai una doppietta. Questo è stato il mio primo e unico scudetto e quei due gol, quindi, sono quelli ai quali sono rimasto più affezionato, ripensando al significato della partita. In assoluto, però, il gol più importante l’ho realizzato l’anno dopo negli ottavi di Coppa Uefa contro l’Ajax a Torino, con un colpo di testa su calcio d’angolo che, quella volta, fu il gol decisivo per la vittoria. Fu un grande successo e per me una consacrazione a livello internazionale, perché il giorno successivo La Gazzetta dello Sport scrisse che il calcio italiano aveva trovato la migliore ala destra dopo il mitico brasiliano Manoel Francisco dos Santos, meglio noto come Garrincha, esagerando forse un pochino. V.C.: Grazie Oscar per aver risposto a tutte le nostre domande, è stato un grande piacere conoscerla. O.D.: Grazie a Lei Vincenzo, per me è sempre un piacere poter parlare di arte! s l
Copertina del libro “Oscar Damiani. L’arte nel pallone” Opera in copertina: Giulio Ceppi L’arte nel pallone. “Scollamenti temporali” 2020, collage su cartoncino, 40x30 cm. Collezione Oscar Giuseppe Damiani
Angela Faravelli, Oscar Damiani e Alberto Cerruti, i tre protagonisti del volume “L’arte nel pallone”
FEDERICA ROTA
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#IoRestoaCasa - Arte durante il lockdown
Istituzioni e Musei temporaneamente chiusi, ma attivi con le loro alternative digitali
di FLaVio ennante
Lori Nix, Museum of Art, 2005 from “The City” Courtesy Paci contemporary gallery
TRUE FICTIONS, FOTOGRAFIA VISIONARIA DAL ‘70 AD OGGI
In attesa di riaprire gli spazi espositivi e accogliere il pubblico in tutta sicurezza, la Fondazione Palazzo Magnani continua a progettare e proporre nuove attività dedicate al suo pubblico, e annuncia fino al 28 marzo 2021, un nuovo calendario di appuntamenti, naturalmente digitali o “a distanza”, per raccontare la mostra True
Fictions, fotografia visionaria dagli
anni ‘70 ad oggi. Il nuovo programma, composto da tre diversi cicli di appuntamenti alternativi e divertenti, è anche l’occasione per annunciare la proroga fino al 28 marzo 2021, non solo di True Fictions, ma anche di Atlanti, ritratti e altre storie, entrambe promosse dalla Fondazione Magnani in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia. Dopo lo strepitoso successo ottenuto dalla prima edizione conclusa lo scorso 23 dicembre torna, ogni mercoledì pomeriggio e con un nuovo catalogo di opere selezionate tra quelle esposte in mostra, OPERE AL TELEFONO, il progetto gratuito che sulla scia delle fiabe che Gianni Rodari raccontava al telefono alla figlia lontana, da la possibilità ai visitatori di “entrare nell’opera”, chiamando al numero 0522.444446 e chiacchierando con uno degli esperti della Fondazione. s l
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI TARANTO
La MArTA Christmas Card è stata un successo e, malgrado le zone rosse, il nome di Taranto e del suo Museo Nazionale sono
arrivati in tutta Italia e anche in molte parti del mondo, tra cui l’Irlanda, la
Francia ed il lontano Giappone. Segnali di un’economia della cultura che cambia e si modernizza, ma anche di un’attenzione nuova e particolare verso il Museo di Taranto che, proprio attraverso la sua politica di innovazione, l’uso di strumenti digitali, come il tour virtuale
L’ingresso nel tour virtuale 3D del MArTA
in 3D e il dialogo costante con il pubblico anche mediante l’utilizzo dei social network, dice la Direttrice, è riconosciuto sempre più come uno dei musei archeologici più importanti del mondo. Le sale del MArTA si sono schiuse a pubblici nuovi sia per provenienza geografica, sia per fascia d’età, accrescendo anche la quota delle donazioni che saranno reimpiegate per finanziare i progetti di ricerca del MArTA e di promozione e diffusione del grande patrimonio culturale custodito all’interno del Museo tarantino.
È vitale far crescere l’interesse dei più giovani verso un luogo che è parte integrante della loro storia, del loro DNA. s l ling Sint-Janshospitaal. Nell’edifico che fu uno tra i più antichi ospedali d’Europa si può oggi ammirare una ordinaria collezione di dipinti di Hans Memling, recentemente arricchita grazie alla donazione del Ritratto di Francisco De Rojas da parte di un filantropo americano. Sotto la guida della direttrice del museo, il tour porta il visitatore virtualmente dentro le sale dedicate alla mostra temporanea. L’esposizione Memling Now:
Hans Memling nell’arte contempo-
ranea, partendo dai dipinti del celebre primitivo fiammingo, pone l’accento sul legame con artisti contemporanei che hanno trovato in lui la fonte di ispirazione per la realizzazione delle loro opere come ad esempio: Dürer, Raffaello, Joshua Reynolds e James Ensor. Eva Tahon, Direttrice del museo Sint-Janshospitaal, conduce il visitatore a scoprire e ad approfondire, virtualmente, le opere di cinque artisti contemporanei che si sono confrontati con l’opera di Memling e che hanno creato una forte connessione tra passato e presente. Il tour virtuale offre inoltre la possibilità di conoscere meglio il museo Sint-Janshospitaal che annovera nella sua collezione permanente diversi capolavori di Hans Memling creati proprio per questo luogo, fra cui il Trittico di Jan Floreins (1479), il Trittico di San Giovanni Evangelista e di San Giovanni Battista (1474-79) e il Reliquiario per i resti di Sant’Orsola (1482-89). s l
Tour virtuale MArTA - Sala degli Ori
Alison Jackson, Diana Finger Up HANS MEMLING
Il nuovo appuntamento del progetto virtuale The Flemish Masters Museum Tour apre le porte di uno dei musei più affascinanti di Bruges: il Museo Mem-
Memling Now - David Claerbout © Ph. Dominique Provost
RITRATTI. LUCA DE GAETANO
È una retrospettiva virtuale dell’artista di origine milanese Luca De Gaetano, online sulla piattaforma kunstmatrix.com, che mette in evidenza un percorso pittorico di undici anni. La raccolta di ritratti racchiude opere che vanno dal 2009, periodo del suo trasferimento a Boston, al 2020, un anno che ha visto un suo temporaneo ritorno in Italia. Nello spazio virtuale è possibile avere un assaggio della sua produzione pittorica che ha sempre avuto la capacità di evolvere e di reinventarsi negli stili, partendo da una pittura molto metodica e lenta, per arrivare a una più fugace, materica e gestuale.
Essere ritratti da De Gaetano è al limite di un’esperienza mistica, l’artista ha la capacità di connettersi in maniera viscerale e intensa con il soggetto, riuscendo a far emergere la sua luce intima, la sua interiorità, la sua forza e le sue debolezze. s l
Luca De Gaetano “Andrea”, 2016, olio su tela, 42x42 cm.
ALFABETO MATERICO
Un appassionante viaggio virtuale in 3D approfondisce il lavoro della scultrice Maria Cristina Carlini nella mostra “Maria Cristina Carlini. Alfabeto Materico. Sculture a parete, opere su carta e video” online sulla piattaforma kunstmatrix.com dove si ammirano una selezione di sculture a parete, opere su carta e un video commentato dall’artista. In mostra alcune sculture a parete sono
Maria Cristina Carlini
“Cuciture”, 2018, gres, acc. corten e ferro, 101x95x5 cm.
rappresentative di una matericità che emerge in maniera immediata e forte, come si osserva nei due trittici Ignoto, in grès e foglia d’oro e Senza confine, a tecnica mista. Di particolare rilievo Cuciture, in cui l’artista tramite un filo di ferro unisce frammenti di un’ipotetica pelle fatta di grès; anche in Le stanze di Galileo superfici in grès sono collegate con interventi in ferro. Paesaggio etrusco, attraverso piani sovrapposti ciascuno caratterizzato da una trama e da un colore diverso, pone invece l’accento sul legame dell’artista con la terra e con le sue caratteristiche naturali. Sono inoltre presenti nel percorso espositivo alcuni collages di grandi dimensioni (100x150 cm. ca), dove forme geometriche interagiscono con proporzioni, simmetrie e colore. Da composizioni cromaticamente più contrastate come Iliade e Divinità domestiche si giunge a La Divina Commedia e a Georghiche dai toni molto uniformi. s l
THE FLEMISH MASTERS MUSEUM TOUR
Nel nuovo The Flemish Masters Museum Tour lo spettatore entra virtualmente in alcuni dei più straordinari
musei e collezioni d’arte delle Fiandre
da un accesso preferenziale. A guidarlo, attraverso un video, sarà infatti il curatore o un esperto d’arte, che con passione
Museum Mayer van den bergh - Ph. Ans Brys
approfondirà alcuni aspetti della collezione e condividerà curiosità e aneddoti. I brevi documentari offrono un’esperienza immersiva nel vasto patrimonio artistico fiammingo. Ogni “viaggio” è strutturato in maniera dettagliata e prevede l’approfondimento da parte di alcuni nomi di spicco del mondo museale. La presenza di immagini interattive delle opere consente inoltre di ingrandire dettagli e di attirare l’attenzione su elementi normalmente poco visibili e conosciuti.
I tour possono essere considerati indi-
pendenti uno dall’altro, ma allo stesso tempo favorire la creazione di itinerari immaginari con tappe da una città all’altra. Oggi è possibile ammirare virtualmente dipinti, pale d’altare, sculture, manoscritti e arazzi, in un’atmosfera che lascia trasparire l’entusiasmo e l’occhio esperto di Fritz Mayer van den Bergh e l’amore incondizionato della madre per il figlio. Fiore all’occhiello della collezione è l’enigmatica Dulle griet (Margherita la Pazza) di Pieter Bruegel il Vecchio, del quale Depauw racconterà le appassionanti vicissitudini. Comprato all’asta da Fritz a una cifra irrisoria, rivelò il suo fiuto per gli affari ed è attualmente pezzo d’eccellenza del Museo. s l
Museum Mayer van den bergh - Ph. Ans Brys
ALBY MILANO
albydance@hotmail.com Alby Milano Alby Dance
LA PRESENZA DEL CREATO CON IL MICRO ED IL MACRO 2020, olio su tela con inserti, 70x70 cm.
Pupi Perati
Pupi Perati pupi.perati@libero.it Pupi Perati
“Tessuto” (cm. 40x35 Tecnica: vetrofusione con oro e smalti, tavola, tempera acrilica)
Art Basel Hong Kong
di Vincenzo chetta
Come già annunciato, l’edizione 2021 di Art Basel Hong Kong è stata rinviata a causa della pandemia e relative restrizioni internazionali, la fiera che si sarebbe dovuta svolgere dal 25 al 28 marzo, si svolgerà nella medesima location dal 21 al 23 maggio. Nel frattempo, Art Basel ha puntato su Hong Kong Spotlight, una vetrina di 22 gallerie con sede a Hong Kong, che avevano già partecipato alle precedenti edizioni di Art Basel Hong Kong. Hong Kong Spotlight, ha offerto l’opportunità di “vivere” nuovamente “l’arte di persona” riunendo la comunità artistica di Hong Kong. Questa opportunità è stata molto apprezzata e ben accolta da espositori e collezionisti. Hong Kong Spotlight si è svolto presso l’Hong Kong Convention and Exhibition Centre durante l’edizione di Fine Art Asia 2020 (27-30 novembre 2020). L’evento è nato grazie alla collaborazione tra Fine Art Asia e Art Basel, durante le giornate dello show è stato possibile presentare 22 gallerie: 10 Chancery Lane, Ben Brown Fine Arts, Massimo De Carlo, de Sarthe Gallery, Galerie du Monde, Empty Gallery, Gallery Exit, Gagosian, Kwai Fung Hin Art Gallery, Pearl Lam Galleries, Simon Lee Gallery, Lehmann Maupin, Lévy Gorvy, Contemporary by Angela Li, Edouard Malingue Gallery, Nanzuka / Aishonanzuka, Anna Ning Fine Art, Galerie Ora-Ora, Pace Gallery, Perrotin, Tang Contemporary Art e Axel Vervoordt Gallery. Inoltre, all’esposizione, hanno partecipato numerosi collezionisti e istituzioni locali, come ad esempio Asia Society, Asia Art Archive, M+, Tai Kwun, Museo d’arte di Hong Kong, Para Site. Nel rispetto del regolamento sulla prevenzione delle malattie, ed in conformità con le rigorose misure di sicurezza, la fiera ha registrato una partecipazione complessiva di 8.000 persone. Adeline Ooi, Direttrice Asia, Art Basel ha dichiarato: “Siamo stati lieti di vedere la comunità culturale di Hong Kong riunirsi di persona per celebrare lo spirito creativo della città in quello che è stato un anno impegnativo. Hong Kong Spotlight ha dimostrato che c’è un grande appetito da parte dei collezionisti di vedere l’arte di persona. Siamo così grati per il supporto delle nostre gallerie di Hong Kong che si sono fidate di noi per aderire a questa nuova piattaforma e hanno contribuito a rendere Hong Kong Spotlight un tale successo”. Aggiornamenti sulla prossima edizione di Art Basel Hong Kong sul prossimo numero di BIANCOSCURO. s l
Ph. Courtesy Art Basel
Art Basel, rinvio a settembre 2021
Art Basel ha deciso di posticipare l’edizione di Basilea, da giugno a settembre 2021 in risposta all’impatto della pandemia. La nuova edizione si terrà dunque dal 23 al 26 settembre 2021, con preview ufficiale nei giorni 21 e 22, come di consueto presso Messe Basel. La decisione è stata presa in consultazione con galleristi, collezionisti, partner ed esperti
Art Basel - Messeplatz
esterni, con l’obiettivo di garantire alla fiera il
maggior numero di visitatori e professionisti
d’arte. Marc Spiegler, Global Director di Art Basel ha detto: “Mentre la prima fase dei programmi di vaccinazione COVID-19 è iniziata in molte parti del mondo il mese scorso, il 2021 è un anno in cui la pianificazione rimane complessa a causa di molte incertezze. Spostando la nostra fiera di Basilea a settembre, speriamo di offrire alle nostre gallerie maggiori possibilità per preparare con successo il loro anno. Dopo dieci mesi di programmi di vaccinazione in molti paesi, prevediamo un’ampia partecipazione internazionale alla nostra mostra di Basilea a settembre, perché tutte le nostre conversazioni all’interno del mondo dell’arte indicano un forte desiderio di vedere l’arte di persona e di impegnarsi faccia a faccia con la scena culturale globale. Naturalmente, continueremo le nostre attività digitali collegando le gallerie di Art Basel con mecenati globali, mentre prepariamo il nostro ritorno a organizzare fiere fisiche nel periodo post-pandemico”. Ulteriori dettagli sulla fiera e gallerie partecipanti verranno resi noti sul prossimo numero. s l “My research is to make the relation between the human being and the impalpable dimension which generates chaos clear in a wonderful asymmetrical balance”
MARK CATTANEO
Serie Grigi C66 - C12
oxidation, corrosion on metal with acids and interventions acrylic on canvas 40x40 cm.
Art Innsbruck all’Olympiaworld
Cambio di location per la 25ª edizione
di rebecca Maniti
L’unica Art Fair del Tirolo cambia location e si trasferisce all’Olympiaworld Innsbruck, a causa delle mancate risposte, da parte dell’amministrazione del “Messe Innsbruck”, in merito alle nuove date per le assegnazioni dei padiglioni per il 2021. “Non volevo e non potevo far attendere ancora i miei espositori, per dare loro la necessaria sicurezza di pianificazione. Quando la burocrazia si dimostra così complicata e lenta, urge un cambio di passo. Pertanto l’unica fiera internazionale di arte contemporanea in Tirolo, ART Innsbruck, per il 25° anniversario, dal giorno 8 al giorno 11 luglio 2021, si trasferisce nel complesso polivalente Olympiaworld. Una mega location di eventi ricca di storia e all’insegna della modernità. Questo porta una ventata di aria fresca grazie alla nuova data prevista ad inizio estate e a prospettive del tutto nuove orientate al futuro”, afferma l’organizzatrice e direttrice della fiera Johanna Penz.
Dopo 25 anni questo trasferimento ART Innsbruck porta nuovi impulsi elettrizzanti.
“Le gallerie fanno piani annuali in quanto le date di tutte le loro esposizioni e partecipazioni alle fiere devono essere stabilite con perfetta sincronizzazione. Pertanto dovevo agire. L’Olympiaworld ci ha accolto in modo molto amichevole e disponibile. Inoltre alla ART Innsbruck è stata promesso un forte supporto pubblicitario da parte del gestore della location all’insegna di una strategia winwin. Nei tempi della crisi del coronavirus ne possono trarre beneficio sia gli espositori sia gli artisti messi a dura prova, che ovviamente fanno affidamento sulle vendite in occasione di una fiera così grande e orientata a livello internazionale come la ART Innsbruck”, afferma Johanna Penz. Dall’8 fino all’11 luglio 2021 l’Olympiaworld
è il nuovo centro internazionale dell’arte di
Innsbruck e la posizione è ideale per espositori e visitatori. In questa location, organizzatori e imprenditori trovano le perfette premesse per organizzare convegni e seminari, congressi e anche fiere ed esposizioni. L’Olympiahalle, nel quale si svolgerà la ART Innsbruck 2021, è dotato di tutti i comfort dal punto di vista tecnico e delle infrastrutture e offre quindi un magnifico palcoscenico al servizio dell’arte. “Da anni ART Innsbruck è un elemento fisso dello scenario artistico e culturale di Innsbruck, io stesso sono stato più volte ospite della fiera. Dopo un anno all’insegna di molte manifestazioni annullate sono particolarmente lieto di apprendere che la fiera, nell’anno del suo giubileo, trova una nuova collocazione nell’Olympiahalle. Sono contento di poter instaurare una buona e, spero, lunga collaborazione con Johanna Penz e il suo team”, così afferma l’amministratore dell’Olympiaworld Matthias Schipflinger. “Sono veramente felicissima. La location si trova direttamente all’uscita dell’autostrada. Offre tanti parcheggi, locali e ristoranti nelle immediate vicinanze. La città vecchia è raggiungibile a piedi in soli 20 minuti. Fare una bella passeggiata nella zona verde direttamente sull’Inn, proprio dietro il luogo della manifestazione e a meno di 200 metri dalla più grande piscina all’aperto di Innsbruck, il TIVOLI! Posso dire solo questo: per prima cosa l’arte e dopo la fiera un tuffo in acqua oppure una passeggiata sull’erba verdeggiante”, così afferma l’entusiasta organizzatrice e direttrice della manifestazione Johanna Penz. s l
25ª ART INNSBRUCK 8/11 luglio 2021 - Messe Innsbruck Vernissage ufficiale 7 luglio 2021 Gio. – Dom.: 11:00 – 19:00
Olympiaworld, Olympiastrasse 10, Innsbruck
BIANCOSCURO, esporrà ad Art Innsbruck le opere di: Francesco Campanella, Paolo Camporota, Fabrizia Folchitto, Flora, Mario Ghizzardi, Khrissy, Sigrun Neumann, Meries Nunziata, Roberto Pino, Giuseppe Portella, Gianluca G. Seregni.
Olympiaworld Innsbruck © Olympiaworld
Paolo Camporota
In attesa 2008, olio su tela, 140x100 cm.
Maschera di fuoco 2005, olio su tela, 120x80 cm.
www.paolocamporota.it
biancoscuro Art Fair
Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions Italia
BERGAMO
Bergamo Arte Fiera data da definire www.bergamoartefiera.it
BOLOGNA
Arte Fiera 21-23 gennaio 2022 www.artefiera.it
FORLI’-CESENA
Vernice ArtFair 19-21 marzo 2021 www.verniceartfair.it
Arte Forlì Contemporanea data da definire www.fieracontemporanea.it
GENOVA
Arte Genova 14-17 maggio 2021 www.artegenova.com
MILANO
Mia Photo Fair 25-28 marzo 2021 www.miafair.it MiArt 17-19 settembre 2021 www.miart.it
Grand Art data da definire www.grandart.it
MONTICHIARI (BS)
Expo Arte ottobre 2021 www.expoarteweb.it
PADOVA
Arte Padova 12-15 novembre 2021 www.artepadova.com
PARMA
ArtParma 6-7 e 12-14 marzo 2021 www.artparmafair.it
PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
PAVIA
PaviArt 27-28 Marzo 2021 www.paviart.it
Pavia Art Talent 27-28 novembre 2021 www.patpavia.it
TORINO
Artissima Unplugged 5-7 novembre 2021 www.artissima.art
Flashback (ediz. diffusa) 3 nov. ‘20 - 7 mar. 2021 www.flashback.to.it
Paratissima 5-7 novembre 2021 www.paratissima.it
VENEZIA
La Biennale di Venezia 23 apr. - 27 nov. 2022 www.labiennale.org
VERONA
ArtVerona 15-17 ottobre 2021 www.artverona.it
VICENZA
Arte Vicenza 26-29 marzo 2021 www.artevicenza.net
Europe
AMSTERDAM (NL)
Affordable Art Fair TBD www.affordableartfair.com
BARCELONA (E)
Loop Fair november, 2021 www.loop-barcelona.com
BASEL (CH)
Art Basel september 23-26, 2021 www.artbasel.com
Liste Basel september 20-26, 2021 www.liste.ch
BERLIN (D)
Berlin Art Week september 15-19, 2021 www.berlinartweek.de
Art Berlin september, 2021 www.artberlinfair.com
Positions Berlin september 16-19, 2021 www.positions.de
BRUXELLES (B)
Art Brussels april 22-25, 2021 www.artbrussels.com
MADRID (E)
Art Madrid february 24-28, 2021 www.art-madrid.com
Brafa january, 2022 www.brafa.be
CHESTER (ENG)
Chester Arts Fair november, 2021 www.chesterartsfair.co.uk
COLOGNE (D)
Art Cologne april 14-18, 2021 www.artcologne.com
GENEVE (CH)
Art Genève april, 2021 www.artgeneve.ch
KARLSRUHE (D)
Art Karlsruhe may 21-24, 2021 www.art-karlsruhe.de
INNSBRUCK (A)
Art Innsbruck july 8-11, 2021 www.art-innsbruck.at
MARBELLA (E)
Art Marbella july, 2021 www.marbellafair.com
MONTE-CARLO (MC)
Art Monte-Carlo april 29-may 2, 2021 www.artmontecarlo.ch
MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 10-14, 2021 www.mag-swiss.com
PARIS (F)
Fiac october 21-24, 2021 www.fiac.com
Art Paris april 7-11 2021 www.artparis.com
SALZBURG (A)
Art Salzburg Contemporary september, 2022 art-salzburg-contemporary.com
ISTANBUL (TR)
CI contemporary istanbul23° FIERA INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO december, 2021 17 – 20 GENNAIO 2019 CENTRO FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com
VIENNA (A)
LONDON (ENG) Vienna Contemporary Frieze London september 23-26, 2021 october 13-17, 2021 www.viennacontemporary.at www.frieze.com ART SALZBURG CONTEMPORARY &
ZURICH (CH)ANTIQUES INTERNATIONAL
London Art Fair january, 2022 Art International Zurich sep. 30-oct. 3, 2021Bild: Roman Träxler 19 – 21 OTTOBRE 2018 CENTRO FIERA DI SALISBURGO www.londonartfair.co.uk www.art-zurich.com
World
CHICAGO (USA)
Expo Chicago april 8-21, 2021 www.expochicago.com
DUBAI (UAE)
Art Dubai march 17-20, 2021 www.artdubai.ae
HONG KONG (CN)
Art Basel Hong Kong may 21-23, 2021 www.artbasel.com
Affordable Art Fair may 27-30, 2021 www.affordableartfair.com
MEXICO CITY (MEX)
Zona MACO april 28-may 2, 2021 www.zonamaco.com
MIAMI BEACH (USA)
Art Basel Miami Beach december 2-5, 2021 www.artbasel.com
MOSCOW (RUS)
Cosmoscow september 10-13, 2021 www.cosmoscow.com
NEW DELHI (IND)
India Art Fair february 18-21, 2021 www.indiaartfair.in
NEW YORK (USA)
Art NewYork may, 2021 www.artnyfair.com
ArtExpo NewYork april 22-25, 2021 www.artexponewyork.com
Affordable Art Fair september 23-26, 2021 www.affordableartfair.com
SHANGHAI (CN)
Shanghai Art Fair september, 2021 www.sartfair.com
SINGAPORE (SGP)
Affordable Art Fair november 12-14, 2021 www.affordableartfair.com
TOKYO (J)
Art Fair Tokyo march 19-21, 2021 www.artfairtokyo.com
TORONTO (CDN)
Art Toronto october 28-31, 2021 www.arttoronto.ca
VANCOUVER (CDN)
Art! Vancouver september 22-26, 2021 www.artvancouver.net
Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale:
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Dall’India a Parma: l’Identità rapita
ezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere Le terre di m
[21ª puntata]
“Passeggiando all’indietro prima del ritorno in India, pensavo che le nostre insicurezze nascondono gli infiniti mondi di cui il nostro IO è potenzialmente in grado di realizzare, superarle significa attuare ciò che per natura siamo in grado di poter essere. Il mito della Caverna di Platone insegna che ci sono molteplici visioni della realtà, più o meno imposte; importante è essere curiosi e intelligenti, per potere decidere se entrarvi o trovare il modo di uscirne. Per questo era determinante crea_R_evolvere racconti fanta-ma-scientifici artistici e strade alternative. Era l’8 luglio 2012, l’ultima sera a Minorca, ricordavo che in Turchia, a Gobekli Tepe, seppellivano le Taulas per costruirne sopra o poco distante delle nuove e riporvi all’interno cose preziose al pensiero. Per questo mi diressi in una zona libera, oltre il confine archeologico del recinto spiraliforme della Taula di Torralba, e iniziai a scavare. Trovai un cilindro con all’interno una piccola conchiglia d’oro e due tavolette di Betulla, ben conservate dall’umidità del terreno. Una aveva inciso una Tau, un cerchio con all’estremità due piramidi rovesciate e attraversate orizzontalmente da una linea a forma di “M”, l’altra era una sorta di mappa, con un disegno similare e gli stessi logogrammi apparsi sulla Tau, racchiusa dalle chiavi della vita dentro un amuleto simile a quello di Almohade. Una volta tornata in Hotel trovai Emiri nella mia camera con la mappa in mano, scoperto disse: “Perdonami, ma devo distruggerla”, prese un fiammifero e la bruciò. Lo lasciai fare, l’esca era stata presa, ormai anch’io ero una guida Kahuna, con un sorriso presi la mia valigia e uscii. Fuori dalla porta trovai ShuiShé, sfidandolo gli sussurrai: “Anche stavolta non avete considerato la mia memoria fotografica.” Mentre lo dicevo misi una mano in tasca e mi rassicurai che gli altri oggetti fossero al sicuro. Ora era chiaro cosa ci aveva portato a Minorca e chi erano i personaggi di cui non ci si poteva più fidare, ma Platone insegna che a volte non tutto è come sembra.
India, colonne e vasi © Photo by Adele Arati
Giunti a questo punto, era ormai evidente che l’artista di Charama dell’India e di Chaveut in Francia coincide - vano: erano Cro-Magnon, i Sapiens Zero.Zero, potevamo perciò mettere un punto fermo al 36.000 a.C. . Erava - mo pronti a ripartire per l’ultima tappa in India, ora la “Se i Pittogrammi evocano i suoni delle parole che rappresentano, gli otto simboli ologrammatici e il punto barrato, cosa
domanda imperativa era: Il 9 luglio 2012, tornando a passeggiare all’indietro, eravamo finalmente BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.itdiretti nel cuore della Terra del Tamil Nadu, a Mahabalipuram, con le sue architetture Megalitiche, i suoi conservati segreti e le megali tiche pietre-fungo del Kerala . Una volta giunti ai margini dei Templi del Sud, la nostra guida dell’India (Morya), si sedette su uno dei tanti gradini e iniziò a raccontare un Mito Hindu sull’origine delle lingue(riportato anche da Wayne L. Allison nel 1971 in “The Beginning Was The Word” ): “Là cresceva nel centro della terra il meraviglioso Albero del Mondo , o Albero della Conoscenza. Era così alto che quasi raggiungeva il cielo. Disse nel suo cuore “terrò la mia testa nel cielo e allargherò i miei rami su tutta la terra, e terrò tutti gli uomini radunati insieme sotto la mia ombra, li proteggerò e farò sì che non si separino”. Ma Brahma, per punire la superbia dell’albero, tagliò i suoi rami e li scagliò giù sulla terra, dove misero germogli come alberi wata , che fecero si che sulla terra prevalessero le differenze di fede, di lingua e di usanze, in modo che gli uomini si disper dessero sulla sua superficie.”Stupita, esclamai: “Ma è simile al mito della Torre di Babele, quindi tutto ci riporta alla radice di un Albero Madre!”A questo punto ShuiShé riformulò la solita domanda: “Quindi il flessi vo di cui abbiamo parlato in precedenza, essendo alla base della Lingua Madre , ci può aiutare a trovare quell’’unico Albero Madre Universale? Ma
India, Kerala© Photo by Adele Arati
BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.itin sostanza, non ho ancora compreso cosa s’intende per “flessivo”?”Emiri finalmente fu esplicativo e concluse il suo discorso: “Avevo accen nato ad un’idea di fondo, nata da una situazione primordiale, il cui bi sogno era arrivare a comunicare . Il flessivo primitivo era alla base , si è poi semplificato e criptato per motivi superiori. Le antenate guide Kahuna del Pacifico, oracolavano che la Lingua Madre fosse matematica e avesse un’algoritmica sonorità danzante, che veniva denominata TaSenzar , ca ratteristica che troviamo nell’idioma Sanscrito . Dunque nel flessivo il senso della parola è modificato aggiungendo all’interno della radice delle vocali e la declinazione del verbo. Invece nell’isolante monosillabico (come il cine - se), il suo valore è semplificato, ossia è determinato dal posto che assume la radice nella frase e a livello fonetico varia in una gamma diversa di timbri e toni. Nell’agglutinante (mongolo, dravitico, turco e giapponese) la chiave d’interpretazione è criptata, infatti una singola parola accoglie un’intera frase e il suo valore viene modificato solo aggiungendo alla fine della radice i prefissi, suffissi, desinenze e infissi. Si parte sempre dall’unica Radice dell’Albero Madre. ” Mi guardai intorno, la spettacolarità delle architetture che mi circon davano era sorprendente. Partendo dalla profondità delle sue grotte rupestri, arrivando ai suoi Templi, tutta l’arte dell’India presenta cer - chi, dischi solari, ruote, croci eliche e antichi idiomi. Sulla superficie delle colonne portanti di questa cultura artistica, oltre alle note spirali e all’archeo tipo del vaso, vi era il Sanscrito. Questa lingua ha un’origine indoeuropea, con influenze dravidiche, dunque è parte di una sottofamiglia indo-iranica. Ma considerando che l’indoeuropeo è inserito nella radice nostratica, viene a sua volta raggruppato alle lingue afro_asiatiche, dravitiche, sino_tibetane, uraliche, altaiche, caucasiche e
La presenza di Piramidi ovunque nel mondo è simbolo di
mongole. questa unità. Gli stessi Dravidi furono a loro volta dei coloni dell’India nel 6000-5000 ac, dopo e prima delle varie ondate migratorie urali - che-indoeuropee, entrambi allontanati a sud e all’estremo nord dagli
Dunque il nostratico era solo il frutto di un Albero Madre, la cui testa era puntata verso il cielo e allargava i suoi rami su tutta la terra, e le cui radici suonavano il TaSenzar.
Ormai il quadro di fili intrecciati si stava componendo, si poteva iniziare a ipotizzare che la Lingua Madre fosse logogrammatica. Aveva ragione il mio avo nel dire, nel 1800, che esisteva
un linguaggio iconografico matematico che racchiudeva il nascere di tutti gli altri linguaggi e sui cui si fondeva il segno significante
, e non viceversa. Non potevamo arrestarci al fles(certa che sivo o al nostratico, la radice era più indietro e l’avrei trovata 81la risposta al significato degli otto simboli ologrammatici e il punto barrato,
India, Tamil Nadu © Photo by Adele Arati
82 era da ricercare nel suono matematico dell’acqua).
le pietre del Kerala, nelle foreste della regione
Ci avviammo verso
di Palghat e Trichur nei siti di Anakkara, Ariyannur, Cheruman -
gad, Kalkulam e Ummichipoyil . Megaliti chiamati Kuda-Kallu, con -
Ombrelli-Pietra protettivi, onorifici e indicanti luoghi sacri
siderati (il concetto di Ombrello albero fu ripreso anche nelle civiltà mondiali successive). In sintesi, Taulas arcaiche tridimensionali, simboli d’energia d’unione tra terra e cielo. Mi veniva spontaneo pensare al
Megalitismo nato in Africa circa
200.000 anni fa , quando i Neanderthal conquistarono l’Europa, ma possiamo affermare che questa tecnica costruttiva raggiunse il suo mas -
tra il 20.000 e il 9.000 a.C., periodi a cui dovremmo
simo splendore (e per logica retro -
retrodatare tutte le piramidi esistenti nel mondo
datare di almeno 1 milione di anni l’inizio dell’età della Pietra) . Quindi in questo subcontinente, cosa ci indicavano quelle Radici Simboliche?
L’archeologia in India non ha avuto in passato molto potere di ricer -
ca, frenata da credi molto radicati , quindi si pensa non abbia datato l’appartenenza di queste cavità alle corrette temporalità. Esse sono state attribuite a qualche secolo prima del conteggio a.C., ma avendo visitato nel tempo altri luoghi simili, datati da esperti a molti millenni antece -
il patrimonio culturale sia stato
denti, non possiamo escludere che riadattato alle epoche assegnate, nonostante sia ben più antico (fatti
lì vi era una civiltà scomparsa, proprietaria di una lingua Madre, i cui monumenti sono stati solo riutilizzati (e non costruiti) dai sopravvissuti popoli del
successo anche in più noti siti archeologici). Ma In quel momento però la più recente Età della Pietra non ci interessava, prima di tutto volevamo agganciarci a quel periodo oscuro che ricade nella Radice Madre comune della Preistoria, per comprende re se il Mito ha una sua fonte di verità. BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.itIn origine un antico popolo Madre, pacifico e progredito, era presente in vari continenti. Ad un certo momento della storia, dall’Anatolia si era avventurato sino a raggiungere la Siberia e l’estremo sud dell’India. Poi dall’India era migrato in Tibet, nelle Americhe e verso il Pacifico, rin - corso da etnie guerriere. E quello che rimaneva del suo passato remoto nel Mediterraneo, andò dimenticato e sepolto. Per questo stavo andan do all’indietro e non in avanti: come si può comprendere il presente, per modificare al meglio il futuro, se si è orfani del passato e si è persa memoria? Punto 23: “La verità non appartiene a nessuno e non vi è un’unica strada per arrivare alla sua anima. Non bisogna mai essere trop po sistematici nel lavorare a costruire nuove strade, se vogliamo at -
India, colonne © Photo by Adele Arati
BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.ittuare una CREAvoluZione per la continuità delle nostre vite. Tutti viaggiamo all’interno degli illimitati 0_1 bus digital della memoria RAM ancestrale, ma prima dobbiamo ritrovare la radice della stra - da smarrita della storia, per arrivare a migliorare le vie del futuro.”In India, con il fiato sospeso e i piedi scalzi, entrai nelle sale dove avrei dovuto trovare le leggendarie tavolette perdute con il linguaggio ma dre . Ma non le trovai, mi dissero che erano state portate via da tempo e dove non lo sapevano. Ma un particolare non mi passò inosservato: una conchiglia spiraliforme era posta tra gli occhi di una statua femmi nile , essa ci conduceva in Anatolia. Il nostro era decisamente un cammino all’indietro, ma dove ci stava portando?Era l’11 luglio 2012 avevamo passato la sera precedente in volo, verso la casa rifugio nell’
. Jhon prima di sparire nei boschi con Emiri mi lasciò una chiave ed una misteriosa donna mi scattò una polaroid nei boschi. Mi era stato detto di raggiungere il secondo rifugio a Parma. Tutto era già dentro di me, non avevo più bisogno del Diario dei miei avi che mi era stato rubato. Pioveva a dirotto, l’acqua copriva le buche, caddi, ma una mano prese il mio braccio, mi aiutò a rialzarmi e mi porse riparo sotto il suo ombrello, ma poi tutto fu un solitario buio.
Appennino di Parma I Maya avevano ragione, una nuova era si stava aprendo, tutto scorre e il ciclo sonoro matematico dell’acqua lo insegna. Tutto ha sempre una sua logica ed una ragione.
Il personaggio dei miei racconti fu rapito come il Diario dei miei avi, dov’era ora il confine del reale e del non reale? Ormai si stava già
Cre dopo tanto scrivere l’altra faccia della scrittrice, quell’i a_R_Evolvendo dentità rapita che viaggiando nelle realtà cercava la nostra Origine. (“Tu ch’entri qua con mente, parte a parte, et dimmi poi se tante, maravi - glie, siano fatte per inganno, o pur per arte. Ora sta a te decidere se entrare o trovare il modo di uscire dalle molteplici visioni della realtà.Se vuoi, seguiamoci lungo il Filo di una nuova realtà in Crea_R_Evoluzio - Adele Arati
ne, alla ricerca del nostro comune passato.” )
Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere, ma intrecciate dai fili della fantasia Crea_R_ Evolutrice. Testi tratti dal primo romanzo artistico Fanta-ma-Scientifico n°00 by adele arati: “Il suono Matematico dell’Acqua”. [...] continua sul prossimo
Per maggiori informazioni www.adelearati00.com
Trixi Bulla
L’essenza nella luce
Le sculture luminose di Trixi Bulla, artista viennese che viva e lavora tra Busto Arsizio e la Val Pusteria, non rischiarano solo l’anima, ma assolvono anche alla funzione fisica dell’illuminazione concreta. Un raro esempio di design artistico, e dunque non industriale, prova tangibile dell’arte che può svolgere funzioni concrete. Sono pezzi unici dal grande fascino, creazioni originali che non possono essere catalogate come semplici complementi d’arredo, in quanto nate dalla
creatività, dalla manualità e
dall’esperienza che solo un’artista sa dosare per raggiungere il traguardo: un’opera che accende l’emozione. La sua passione per le essenze di vario tipo (pino, larice, ulivo, vite e tante altre, come l’edera) è nata e si è rafforzata con
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la frequentazione dei boschi altoatesini e delle botteghe artigiane degli scultori locali. Ha iniziato così a creare con radici, tronchi, cortecce, rami particolari, tutte materie prime trovate prevalentemente nelle foreste alpine. La sicurezza dell’artigiano intaglia,
scolpisce, plasma la materia prima, la arricchisce di foglia d’oro
zecchino per enfatizzare le luci e le ombre e creare nuovi riflessi anche con l’accensione della lampada. I paralume studiati appositamente nella forma e nel materiale, rifiniscono le opere di Trixi Bul-
la. Vanta numerose esposizioni
INFO
trixibulla@gmail.com artistaonline.it/artisti/biografia/trixi @trixi.lamps @lampadetrixibulla con ottimi risultati e consensi, il suo talento e la sua eleganza sono ampiamente riconosciuti, ricordiamo le ultime a Monreale e a Firenze, dove ha vinto il primo premio Giorgiana Corsini lo scorso settembre. Le sue lampade creano un’atmosfera unica, illuminano l’ambiente, illuminano le nostre emozioni. Daniela Malabaila
[1] Ippocastano - 2020, intaglio e lavorazione in foglia d’oro, 30x95 cm. [2] Radice di abete - 2020, intaglio e lavorazione in foglia d’oro, 20x70 cm. [3 ] Radice di vite - 2020, intaglio e lavorazione in foglia d’oro, 30x70 cm.
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ANGELO DE FRANCISCO
2019, plexiglass nero, stampe fotografiche e plexiglass a specchio termoformato, 80x80x160 cm.
Gianfranco Gobbini
Nell’abisso del colore
Interpretare la profondità è molto difficile, ma Gianfranco Gobbini, artista di Città della Pieve, ci riesce benissimo. Il suo percorso artistico inizia verso i tredici anni, quando è quasi un bisogno quello del disegno. Con il tempo, la formazione e la maturità, passerà dai soggetti paesaggistici all’astrazione. Trova dunque la sua giusta
evoluzione abbandonando il su-
perfluo, senza più la necessità di rappresentare la realtà per come la si vede, ma riuscendo a farla comparire su tela attraverso il puro colore e le sue sfumature. Osservando le sue ultime opere, possiamo renderci conto della veridicità di questa mia affermazione. Soffermiamoci su “Astrale”: non è forse uno squarcio che si apre nel cielo quello che vediamo? E non sono forse stelle luminose quelle che brillano nella notte? L’espressività di quest’opera può fungere da esempio perfettamente,
in essa troviamo la luce, il colo-
re, la profondità. Quest’ultima è cercata e costruita attraverso diverse stratificazioni che portano sempre più “al centro” del dipinto. Se Astrale fa percepire la profondità del cielo nell’apertura dello stesso, “Stromboli” ci catapulta immediatamente sul cratere del vulcano. Osservandolo sentiamo
quasi il crepitio della terra che
si spacca ed il calore della lava.
INFO gianfrancogobbini@libero.it www.gianfrancogobbini.it Studio in Città della Pieve - Perugia L’opera sembra pulsare di vita propria, il colore è vivo nel senso più dinamico del termine. Possiamo trovare un’altra sfumatura nel fare arte di Gobbini, ed è quella che ci rimanda alla tradizione, alle radici proprie e a quelle dell’Arte. Lungo la sua carriera ha trovato la giusta miscela che gli permette di utilizzare una particolare mate-
ria prima della sua zona: lo zaf-
ferano. È con questo che prepara una pasta che va a comporre i suoi rilievi, come ha fatto per l’opera “Visione desertica”, unendo così sia la propria tradizione, che quella dei Maestri rinascimentali, in particolare tutto ci riconduce a Pietro Vannucci, detto il “Perugino” (nato a Città della Pieve nel 1446) che utilizzava per la tintura dei pistilli dello zafferano per le sue tele ed i suoi affreschi. Complessa e
profonda, l’arte di Gobbini.
Daniela Malabaila