N31 Winter Blossom zine 2020

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il grand tour del settecento

Get Inspired

EDITION #31 Winter 2020 italian/english

Creative people

rova cerca & tio ne z a r pi is

Meta principale del viaggio: l’Italia

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Cover Letizia dei fiori


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le tappe del Grand Tour

#31 Winter issue 2020 Direttore responsabile / Founder & Editor in Chief Dana Frigerio Redattori/Contributors Alessandra Canterini Valentina Casella Dana Frigerio Mariagrazia Pini Matteo Ragni Valentina Riboli Letizia Vanacore Art direction & layout Dana Frigerio Traduzioni/Translation Cristiana Chiarugi Copertina/Cover Letizia Vanacore font: thanks to Billy Argel, Kimberly Geswein, Yomyfred production 2005, Brownfox

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Blossom zine è una Testata giornalistica Autorizzazione n°103 del 3 aprile 2013 Tribunale di Milano.


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Text and Photos Dana Frigerio

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cos’era il Grand Tour Considerato un viaggio di iniziazione dei rampolli dell’aristocrazia europea, in particolare inglese, il Grand Tour raggiunse il suo massimo splendore tra la fine del ‘700 e la metà dell’800. Questo viaggio di iniziazione era visto sia come strumento di formazione culturale e scambio intellettuale, che come commerciale e di apprendimento tramite l’esperienza diretta del luogo visitato. Il lungo viaggio a cui erano sottoposti i giovani grand turisti era ritenuto indispensabile dalla classe borghese per ampliare la mente e non ultimo per comprendere il mondo.

Non solo rampolli aristocratici, ma anche scrittori, architetti e pittori scelsero di fare questo viaggio, ritenendo che il Grand Tour fosse una sorta di museo all’aperto. Infatti i vari itinerari li portarono a scoprire e a visitare l’Italia, le città d’arte, i monumenti e i dipinti, passando attraverso paesaggi pittoreschi per concludersi ammirando le antichità. Nello specifico quando la passione per l’antico e per le rovine dilagava e si diffondeva in tutta Europa, gran parte dell’Italia fu meta di questo particolare pellegrinaggio culturale. La tappa finale del viaggio era Roma e

Considered a journey of initiation of the scions of the European aristocracy, in particular the English ones, the Grand Tour reached its maximum splendor between the end of the 18th century and the mid-19th century. This initiation journey was considered both a way for cultural training and intellectual exchange, and a commercial and learning tool through the direct experience of the places visited. The long journey, which the young grand tourists were subjected to was considered indispensable by the bourgeois class to broaden their mind and to understand the world.

Not only aristocratic scions but also writers, architects and painters chose to make this trip, believing that the Grand Tour was a sort of open-air museum. As a matter of fact, the various itineraries led them to discover and visit Italy, its cities of art, monuments and paintings, passing through picturesque landscapes to conclude admiring the antiquities. When the passion for the ancient and for the ruins spread and diffused throughout Europe, much of Italy was the destination of this particular cultural pilgrimage. The final stop of the journey was Rome


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solo successivamente, dopo le scoperte degli scavi di Pompei ed Ercolano, anche Napoli venne inserita in questo itinerario, e piÚ avanti anche la Sicilia con i siti archeologici della Magna Grecia. Il viaggio in carrozza era lungo e complicato e durava parecchi mesi, spesso anche anni, lo si faceva in compagnia di altri giovani sotto la sorveglianza e la protezione dei tutori e non ultimo con l’aiuto di servitori e di guide locali. Il viaggatore inglese poteva arrivare via mare, sbarcando a Genova, oppure via terra, arrivando a Torino e, attraversando la dorsale

appenninica, visitava Bologna, Firenze e Lucca prima di dirigersi verso Roma e la campagna romana considerata un’area archeologica di incomparabile fascino. Il viaggiatore tedesco era invece diretto a Venezia con Verona e Padova come tappe intermedie, scendeva verso Roma dal versante adriatico passando per Ancona e Loreto. Il periodo di partenza era settembre, si rimaneva a Roma da Natale a Pasqua e si scendeva fino a Napoli verso giugno, infine si rientrava in patria.

and only later, after the discoveries of the excavations of Pompeii and Herculaneum, first Naples and then the island of Sicily with its archaeological sites of Magna Graecia, were included in the itinerary. The carriage ride was long, complicated and lasted several months, often even years. It was done in the company of other young people under the supervision and protection of guardians and the help of local servants and guides. The English traveler could arrive by sea, disembarking in Genoa, or by land, arriving in Turin and, crossing the Apennine ridge, he

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would visit Bologna, Florence and Lucca before heading to Rome and the Roman countryside considered an archaeological area of incomparable charm. The German traveler was instead directed to Venice with Verona and Padua as intermediate stops, descending towards Rome from the Adriatic side passing through Ancona and Loreto. The departure period was September, with a stay in Rome from Christmas to Easter and the descent to Naples in June, followed by the return to homeland.


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A Bologna si visitavano i portici Una volta passate le Alpi e raggiunta l’Italia i grand turisti trascorrevano un primo periodo a Milano o Venezia e dopo aver attraversato il tratto della pianura padana visitavano le città di Piacenza, Parma, Modena e Bologna, per poi proseguire verso sud e verso Roma, meta privilegiata del viaggio del Grand Tour. Durante la discesa della penisola c’erano diverse strade che si potevano percorrere, quella più occidentale, la Francigena che lasciata Piacenza e il passo della

Cisa, portava verso Lucca, Siena e Viterbo e quella centrale, che iniziava a Bologna e valicando i passi del Giogo e della Futa, arrivava a Firenze e infine attraverso l’attuale Via Cassia conduceva a Roma. Il saggio di Bacon “Of Travel” racchiude già nel 1625 molte indicazioni per affrontare il viaggio, si trattava di un’assoluta novità per il tempo, un libro di manualistica dedicato ai viaggi. Conteneva molte informazioni sull’organizzazione del

Once they passed the Alps and reached Italy, the ‘grand tourists’ spent a first period in Milan or Venice and, after crossing the stretch of the Po Valley, visited the cities of Piacenza, Parma, Modena and Bologna, before eventually heading south towards Rome, privileged destination of the Grand Tour trip. During the descent of the peninsula there were several roads that could be taken, the Francigena, the westernmost one, which, left Piacenza and the Cisa pass, led towards Lucca, Siena

and Viterbo and the central way, which began in Bologna and, crossing the Giogo and the Futa passes, arrived in Florence and finally through the current Via Cassia led to Rome. Bacon’s essay “Of Travel” published in 1625 already contains many indications for tackling the journey, the publication, a manual dedicated to travel, was an absolute novelty for the time. It contained a lot of information on travel arrangements; it advised to bring geographical


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viaggio; consigliava di portarsi carte geografiche, un tutore, una guida locale, fino alle indicazioni necessarie sulle strade da percorrere, alle locande dove sostare, alle stazioni di posta e alle vetture più comode per percorrere le strade sconnesse. Raccomandava ai giovani di tenere anche un diario di viaggio; una moda che negli anni a venire nel secolo più cosmopolita per eccellenza, il Settecento,

vennero sempre più apprezzati e ricercati, tanto da essere stampati e consultati dai sempre più numerosi ‘tourists’. Cosa visitava a Bologna un ‘grand turista’? I portici, infatti Bologna è la città dei portici per antonomasia. I porticati solo in città misurano complessivamente più di 38 chilometri, esistono ancora sia i portici di epoca medievale realizzati in legno, come

maps, a tutor, a local guide, the necessary indications on the roads to travel, the inns where to stop, the post stations and also the most comfortable cars for traveling on the rough roads. It recommended that young people kept a travel diary; a fashion that in the years to come in the most cosmopolitan century, the eighteenth century, were increasingly appreciated and sought

after, so much so that these diaries were printed and consulted by the ever increasing number of tourists. What did a ‘grand tourist’ visit in Bologna? The arcades, in fact Bologna is the city of arcades ‘par excellence’. The arcades in the city alone measure a total of more than 38 kilometers, there are still both the medieval ones made of wood, as well as those of the thirteenth-century Isolani house’s in Strada


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quelli duecenteschi di casa Isolani in strada Maggiore, sia quelli convertiti in pietra a causa degli incendi, fino a quelli trecenteschi “beccadelli”. Notevoli sono quelli di via Marsala e quelli nella facciata posteriore di Palazzo d’Accursio, mentre quelli di Palazzo Ghisilardi-Fava sono un esempio interessante di semi-portici senza colonna; il portico più largo da visitare è il quadriportico della basilica di S.Maria dei Servi in strada Maggiore. Un portico altissimo è quello in via

D’Azeglio chiamato “dei Bastardini”, sede dell’orfanotrofio fino alla fine del ‘700; un altro portico degno di nota è quello del Palazzo dell’Archiginnasio noto come “portico del Pavaglione”, il nome deriva probabilmente dal tendone che riparava i banchi della fiera dei folicelli, lo storico mercato dei bozzoli da seta. Il portico più famoso di tutta Bologna, che uscendo dalla città porta al Santuario della Madonna di San Luca, è formato da 664 archi e misura quasi 4 km di lunghezza.

Maggiore, and also those converted into stone due to fires, up to the fourteenth-century “beccadelli “. Remarkable are those in via Marsala and those in the rear facade of ‘Palazzo d’Accursio’, while those in ‘Palazzo Ghisilardi-Fava’ are an interesting example of semi-arcades without a column; the widest arcade to visit is the ‘quadriporticus’ of the ‘basilica of S. Maria dei Servi’ in Strada Maggiore, A very high arcade is the one in via D’Azeglio called “dei

Bastardini” (of the little bastards), home to the orphanage until the end of the 1700s; another noteworthy portico is that of ‘Palazzo dell’Archiginnasio’ known as the “portico del Pavaglione”, the name probably derives from the marquee that sheltered the stalls of the folicelli fair, the historic silk cocoon market. The most famous portico in all of Bologna, which exiting the city leads to the Sanctuary of the ‘Madonna di San Luca’, is made up of 664 arches and measures almost 4 km in length.


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Text Letizia Vanacore

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Photos Alessandra Canterini Valentina Riboli

https://www.instagram.com/letizia_dei_fiori/

}

letiziadeifiori@gmail.com

https://www.instagram.com/alessandracanterini/ https://www.instagram.com/postcardfromitaly.wedding/

Letizia dei fiori Come è nata la tua passione per i fiori? Credo che la mia passione per i fiori sia nata da piccola, nel giardino di mia nonna. Lei era una grande appassionata di giardinaggio. Passavamo spesso i pomeriggi a interrare gerani e pulire i ciclamini dalle foglie secche. Fin da bambina sono sempre stata portata per la manualità e i lavori creativi. Ricordo quanto mi

divertivo a fare fiocchi e pacchetti nel negozio di bomboniere di mia madre. Il mio interesse per questo mondo è rimasto nascosto per molti anni, mentre crescevo e scoprivo il mondo del lavoro. Non senza difficoltà e confusione, alla fine, ho capito quale fosse la mia strada. Mi sono riavvicinata ai fiori conoscendo persone che lavoravano nel mondo degli eventi e degli

How was your passion for flowers born? I think my passion for flowers was born as a child, in my grandmother’s garden. She was a big fan of gardening. We often spent afternoons burying geraniums and cleaning cyclamen from dry leaves. Ever since I was a child I have always been inclined to manual skills and creative works. I remember how much

I enjoyed making gift bows and packages in my mother’s wedding favor shop. My interest in this world remained hidden for many years as I grew up and discovered the work world. Not without difficulty and confusion, eventually, I understood what my path was. I got closer to flowers by meeting people who worked in the world of event organization


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allestimenti floreali e la prima volta che ho provato a creare un mazzo di fiori da sola, è stata come un colpo di fulmine. Hai uno stile molto particolare, ho letto che hai studiato antropologia, chi sono i tuoi maestri? Sì, i miei studi sono stati del tutto diversi dal lavoro che ho scelto. Mi sono laureata in antropologia e successivamente diplomata in illustrazione. Ho frequentato vari tipi di corsi brevi alla ricerca di qualcosa che suscitasse effettivamente il mio interesse. Ho capito con il tempo che nessuna esperienza è stata inutile. Non saprei indicare dei ‘maestri’

in particolare, perché quello che creo deriva da innumerevoli prove e tentativi personali, anche falliti. Senza accorgermene avrò sicuramente assorbito dai miei studi una sensibilità che oggi influenza il mio stile contaminandolo e rendendolo personale. Passo molto tempo a fare ricerca sui social (instagram e pinterest), e questo continuo ‘bombardamento’ di immagini, colori e contenuti creativi, mi aiuta ad ispirarmi e a prendere spunti da adattare al mio stile personale. Qual è il tuo processo creativo, come stimoli la tua creatività? Osservo tante immagini

and floral arrangements and the first time I tried to create a bouquet of flowers on my own, it was love at first sight.

because what I create comes from countless personal tests and attempts, failed ones as well.

You have a very particular style, I read that you studied anthropology, who do you consider to be your masters?

Without realizing it, I certainly did absorb from my studies a sensitivity that today influences my style by contaminating it and making it personal. I spend a lot of time doing research on social networks (instagram and Pinterest), and this continuous ‘bombardment’ of images, colors and creative contents, helps me feel inspired and take hints to adapt to my personal style.

Yes, my studies were completely different from the job I chose. I graduated in anthropology and afterwards in illustration. I attended various types of short courses looking for something that effectively piqued my interest. Over time, I realized that no experience was useless. I couldn’t indicate any master in particular,

What is your creative process, how do you stimulate your creativity?


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che involontariamente mi colpiscono e affascinano. Queste creano nella mia immaginazione una sorta di ‘mood board’ che trasformo in composizioni giocando con le forme e i colori dei fiori. Non posso fare a meno di interagire con i materiali, toccarli con mano e pensare ‘ok, cosa potrei creare con questo oggetto? Come potrei arricchirlo?’. Come nascono i tuoi giardini incantati nelle FLOWER CLOCHE? La Flower cloche è nata proprio così. Ne avevo vista qualcuna in foto, su pagine di fioristi francesi, dopodiché un giorno, comprando del materiale per lavoro, ho visto una campana

di vetro e ho deciso di provare a decorarla a modo mio. Il risultato mi piaceva e ho iniziato a pubblicizzarla su Instagram. Ovviamente con il tempo e con la pratica ho capito come personalizzare e affinare la tecnica. Come in tutto, fare molte prove è ciò che porta ad ottenere i risultati migliori! Raccontaci di come hai aperto la tua attività. È stato un processo graduale: man mano che il tempo passava mi sono ritrovata a dover rispondere a delle esigenze che via via mi si presentavano davanti, in maniera molto naturale. Ho iniziato facendo pratica in vari negozi di fiori, e questo mi ha portato da una parte a definire il mio stile, dall’altra a sentire

I observe many images that involuntarily strike and fascinate me. These create in my imagination some sort of a mood board which I transform into compositions by playing with the shapes and colors of the flowers. I can’t help but interact with the materials, touch them with my hand and think: ok, what could I create with this object? How could I enhance it? Where did you get the idea for your enchanted gardens in your FLOWER CLOCHES? The Flower cloche was born just like that. I had seen some of them in photos, on pages of French florists, then one day, buying some work material, I saw a glass

bell and I decided to try to decorate it in my own way. I liked the result and started advertising it on Instagram. Obviously, with time and practice I have understood how to customize and refine the technique. Just like in every field, doing a lot of testing is what leads to the best results! Tell us about how you started your business. It was a gradual process: as time passed by I found myself having to respond to demands that gradually presented themselves to me, in a very natural way. I started practicing in various flower shops, and this led me on the one hand to define my style, and on the other to feel the need to have


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il bisogno di avere una mia indipendenza. Iniziando a lavorare per conto mio, con il tempo ho sentito la necessità di avere uno spazio di lavoro più grande. Un giorno sono stata ospite ad un mercatino privato nella casa-laboratorio di una bravissima sarta di Milano (@miskatenlab), e lì mi ha mostrato il suo studio... all’interno del salotto! L’idea mi è piaciuta molto, perché univa l’utile al dilettevole: risparmiare sull’affitto di un negozio e allo stesso tempo dare l’impronta che volevo alla mia attività: intima, personale e ‘vera’. Mi spiego meglio: quando le persone vengono da me in laboratorio a fare un corso, o quando una coppia di sposi viene a conoscermi per parlare dell’allestimento del

loro matrimonio, si ritrovano in un ambiente accogliente, si sentono a casa. E oltre a vedere dove e come lavoro, vedono dove vivo, capiscono che tipo di persona io sia. Trovo che questo sia un valore aggiunto. Il mio lavoro, ma in generale tutti i lavori d’artigianato, sono strettamente connessi alla persona che crea; in ciò che facciamo c’è sì creatività, ma questa è imprescindibile dalla nostra personalità. Un giorno una ragazza, dopo aver partecipato a un workshop, mi ha scritto per ringraziarmi, dicendomi che non le avevo solo insegnato a creare una flower cloche, ma che le avevo regalato un’esperienza. Ecco, questo messaggio mi ha resa particolarmente orgogliosa, perché mi

my own independence. As I started working on my own, over time I felt the need for a larger workspace. One day I was invited to a private market in the houseworkshop of a talented seamstress in Milan (@ miskatenlab) and there she showed me her studio... inside her living room! I liked the idea a lot, because it combined business with pleasure: saving on renting a shop and at the same time giving the mark I wanted to my business: intimate, personal and truthful. Let me explain: when people come to me in the laboratory to attend a workshop, or when an engaged couple comes to meet me to talk about the preparation of their wedding, they find themselves in a

welcoming environment, they feel at home. And besides seeing where and how I work, they see where I live, they understand what kind of a person I am. I find this to be an added value. My work, but in general all handicraft works, are strictly connected to the person who creates; there is creativity in what we do, but this is essential to our personality. One day a girl, after participating in one of my workshops, wrote to me to thank me, saying that not only I had taught her how to create a flower cloche, but that I also had gifted her with an experience. There! This message made me particularly proud, because it confirmed to me that I had succeeded in my intent to convey


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ha dato conferma di essere riuscita nel mio intento di trasmettere un’emozione che vada oltre i fiori stessi. Come usi i social network? I social network, Instagram in particolare, sono per me una vetrina per far conoscere il mio lavoro, e sono allo stesso tempo un’inesauribile fonte di ispirazione. Attraverso il mio profilo cerco di esprimere non

solo cosa faccio, ma anche chi sono. So che ci sono delle ‘regole’ utili per raggiungere risultati migliori in tempi brevi ma ho scelto di concentrarmi sul mio stile per non spersonalizzare la mia pagina e per non renderla eccessivamente commerciale. Mi piace sentirmi libera di scegliere ciò che più mi piace e che più mi rappresenta, cercando di ispirare le persone che hanno scelto di seguirmi.

an emotion that goes beyond the flowers themselves. How do you use social networks? Social networks, Instagram in particular, are a showcase for me to make my work known. These are at the same time an inexhaustible source of inspiration. Through my profile I try to express not only what I do, but also who I am. I know there are

‘rules’ useful to achieve better results in a short time but I chose to focus on my style so as not to depersonalize my page and not to make it excessively commercial. I like to feel free to choose what I like best and what represents me most, trying to inspire the people who have chosen to follow me at the same time.


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Text and Photos Dana Frigerio

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firenze Un giovane rampollo aristocratico inglese che partiva per il Grand Tour sarebbe tornato a casa con una nuova maturità, un gusto migliore e una buona conoscenza della cultura italiana. In autunno, attraversato il canale della Manica con non pochi pericoli e sbarcato nel continente, avrebbe visitato una serie di destinazioni popolari nei Paesi Bassi e in Francia, poi finalmente in Italia, dopo

Torino, Milano, Bologna, Parma, Piacenza, arrivava a Firenze. Viaggiava di città in città, trascorreva alcune settimane nelle città piccole e fino a mesi nelle città più importanti, la durata media del viaggio era da nove mesi a un anno e mezzo. Era armato di lettere di presentazione per potersi inserire nella buona società e lettere di credito per poter affittare, durante il

A young English aristocratic scion leaving for the Grand Tour would return home with a new maturity, a better taste and a good knowledge of the Italian culture. In autumn, having crossed the English Channel with not little dangers and landed on the continent, he would visit a series of popular destinations in the Netherlands and France, then finally in Italy where after Turin,

Milan, Bologna, Parma, Piacenza, he would arrive in Florence. He traveled from city to city, spent a few weeks in small towns and up to months in major cities, the average length of the trip was nine months to a year and a half. He was provided with letters of introduction to be able to enter the good society and letters of credit for renting, during the journey, in addition to the rooms of


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viaggio, oltre alle camere delle locande diverse stanze o addirittura palazzi. Se molto facoltoso aveva al suo seguito un accompagnatore, un cocchiere, un medico, un cuoco, un contabile, un pittore e alcuni servitori. Firenze si presentava a questi viaggiatori come un luogo affascinante e sede di tesori artistici; i palazzi dei Medici, dei Pitti, degli Strozzi ricevevano il consenso dei grand turisti. Non solo visitavano monumenti e pinacoteche, ma erano anche frequentatori delle biblioteche, punto di riferimento della cultura; solo a Firenze se ne

contavano trentacinque. Lo spazio visitato da questi viaggiatori corrispondeva esclusivamente con lo spazio urbano, cittadino; Via dei Tornabuoni, la Chiesa dei Santi Michele e Gaetano, la Piazza Santa Trinita con la Basilica e la Colonna della Giustizia, la Chiesa di San Salvatore in Ognissanti e la Piazza della Santissima Annunziata con la statua equestre di Ferdinando I de’ Medici con qualche sporadica visita alle ville di campagna dell’aristocrazia fiorentina. I punti panoramici dove poter ammirare il paesaggio oggi sono rimasti identici a quelli

the inns, chambers or even palaces sometimes. If very wealthy, he had a chaperone, a coachman, a doctor, a cook, an accountant, a painter and some servants with him. Florence presented itself to these travelers as a fascinating place and as the home to artistic treasures; the palaces of noble families such as Medici, Pitti, Strozzi, received the consent of the grand tourists. Not only did they visit monuments and art galleries, but they were also frequenters of libraries, a point of reference for culture; in Florence alone there were thirty-five.

These travelers’ sightseeing corresponded almost exclusively to the urban spaces; Via dei Tornabuoni, the Church of Santi Michele and Gaetano, the Piazza Santa Trinita with the Basilica and the Column of Justice, the Church of San Salvatore in Ognissanti and the Piazza della Santissima Annunziata with the equestrian statue of Ferdinando I de’ Medici, sporadic were the visits to the country villas of the Florentine aristocracy. The panoramic points where you can admire the landscape today have remained identical to those of the time,


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dell’epoca, Piazzale Michelangelo, meta fissa, e Bellosguardo collocato su una piccola collina dalla quale si gode un panorama sul centro storico della città.

Sorprendentemente il Ponte Vecchio non era molto notato, addirittura Francis Drake, corsaro, navigatore e politico inglese, si lamentava dicendo che questo ponte soffriva di una Un’altra veduta attraente certa “deformità”, infatti era quella che, dal Ponte dal Lungarno Torrigiani delle Grazie passando si preferiva una veduta per il Ponte di Santa con il Tiratoio delle Trìnita, notevole per Grazie, distrutto a metà l’eleganza dei suoi archi ‘800, dove ora al suo cicloidali, arrivava fino posto sorge l’attuale al Ponte alla Carraia. Palazzo della Borsa.

Piazzale Michelangelo, a must, and Bellosguardo located on a small hill from which you can enjoy a view of the historic city center. Another attractive view was that from the Ponte delle Grazie passing through the Ponte di Santa Trìnita, notable for the elegance of its cycloidal arches, reached the Ponte alla Carraia. Surprisingly, the Ponte Vecchio was not very

noticed, even Francis Drake, corsair, navigator and English politician, complained that this bridge suffered from a certain “deformity”, in fact from the Lungarno Torrigiani a view with the Tiratoio delle Grazie was preferred before being destroyed in the mid 19th century, nowadays the current ‘Palazzo della Borsa’ stands in its place.


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Text and Photos Valentina Casella

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Nakei boutique “Da grande voglio fare l’archeologa” ci puoi raccontare di più. La mia area specifica di studio è l’archeologia funeraria, il lavoro dell’archeologa era fra i primi di quella lista che compiliamo quando siamo bambini. Sin da allora, infatti, ho sempre manifestato una propensione per le materie storiche ed umanistiche, e questo è poi sfociato nella scelta di abbandonare

un originario percorso universitario in legge. Mi sono quindi fatta di coraggio, ho lasciato una strada tracciata per me da altri più che da me stessa, e ho deciso di fare domanda di ammissione per il corso di archeologia, riuscendo ad entrare. Da allora quel percorso è proseguito fino alla specializzazione e, ad oggi, al dottorato in corso.

“When I grow up I want to be an archaeologist” you can tell us more. My specific area of study is funerary archeology, the work of the archaeologist was among the first on that list that we compile when we are children. Since then, in fact, I have always shown a propensity for historical and humanistic subjects, and this then resulted in the choice to abandon

an original university course in law. So I took courage, I left a path traced for me by others more than by myself, and I decided to apply for admission to the archeology course, and entered it. Since then that path has continued up to the specialization and, to the current doctorate nowadays. How was your passion for flowers born?


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Com’è nata la tua passione per i fiori? Il pollice verde di mia madre, grazie alla quale la nostra casa, e specialmente la terrazza esterna, erano sempre ricolme di piante e fiori meravigliosi; ma anche le passeggiate nei boschi della mia infanzia nel paese montano di mio padre, e la nostra casa al mare immersa a sua volta tra le montagne da una parte, e la campagna dall’altra. Non potevo fare a meno di raccogliere foglie

e fiori lungo il mio cammino, ed è così che è iniziata quella immensa raccolta che mi avrebbe portata un giorno a dover trovare un modo per preservarla e darle nuova vita. Come nasce l’idea di chiamare il tuo mondo Nakei Boutique? Partendo dalla risposta più semplice: ho deciso di utilizzare il nome “boutique” a dispetto di altri più specifici o categorizzanti, perché sin dall’inizio di questo progetto sapevo che non

My mother’s green thumb, thanks to which our house, and especially the outside terrace, were always filled with wonderful plants and flowers; but also the walks in the woods of my childhood in my father’s mountain village, and our house by the sea, both nestled between the mountains on one side, and the countryside on the other. I could not help but collect leaves and flowers along my path, and this is how that

immense harvest, that lead me later to have to find a way to preserve it and give it new life, began. How did the idea of calling your world Nakei Boutique come about? Starting from the simplest answer: I decided to use the name “boutique” in spite of other more specific or categorizing ones, because from the very beginning of this project I knew that I didn’t want to make only jewelry, but also accessories, and


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avrei voluto realizzare solo gioielli, bensì anche accessori, e oggettistica di vario tipo. Volevo lasciarmi la possibilità di spaziare in base a come la fantasia mi avrebbe guidata nel corso del tempo, e mi piaceva l’idea di ricreare virtualmente una di quelle piccole botteghe artigianali dove, quando vi si entra, si ha la sensazione di trovarsi in un piccolo mondo a parte, fatto solo di cose belle e ricordi in cui riconoscersi. Nakei, è il nome che ho dato al mio Lupo. Il Lupo è il mio

animale e spirito guida, tenendo fede alla cultura di alcune tribù nativo americane; cultura cui mi sono avvicinata da bambina, studiandola sin da allora e alla quale mi sento visceralmente legata.

various kinds of objects. I wanted to give myself the opportunity to wander based on how the imagination would guide me over time, and I liked the idea of virtually recreating one of those small craft shops where, when you enter, you have the feeling of being in a small world apart, made only of beautiful things and memories in which to recognize yourself.

Ogni tua creazione è poetica e racchiude muschi, erbe e fiori “da portare con sé” e non ultimi i meravigliosi terrari/amuleti “piccoli frammenti di bosco” come li realizzi? Nakei, is the name I gave to my Wolf. The Wolf is I terrari sono realizzati my animal and guiding direttamente dentro spirit, I keep faith with

the culture of some Native American tribes; culture I approached as a child, studying it ever since and to which I feel viscerally connected. Each of your creations is poetic and contains mosses, herbs and flowers “to take with you” and last but not least the wonderful terrariums/ amulets “small fragments of the forest” how do you make them? The terrariums are made directly inside tiny glass domes, within which I love to meticulously


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piccolissime cupole di vetro, all’interno delle quali adoro ricreare minuziosamente piccoli frammenti di bosco con vero muschio, funghetti, e i fiori che ho a disposizione. Pinzette e pazienza, gli strumenti principali per questo lavoro! La maggior parte delle mie creazioni, però, sono realizzate con la resina epossidica bicomponente. Il processo di essiccazione è una componente fondamentale del mio lavoro, alla quale dedico la massima cura ed attenzione, in quanto mi occupo personalmente della raccolta di gran

parte dei fiori che utilizzo. Attraverso i tuoi canali social cosa “riporti alla luce”? Uno degli aspetti fondamentali del mio lavoro è senza dubbio lo studio e l’utilizzo della Florigrafia, ovvero il linguaggio dei fiori e delle piante. Le mie creazioni non devono conquistare il cliente solo da un punto di vista estetico, bensì ci si deve poter riconoscere. Per questo motivo, ogni composizione ha un significato specifico dato dagli elementi naturali che la compongono, che

recreate small fragments of wood with real moss, mushrooms, and the flowers I have available. Tweezers and patience, are the main tools for this job! However, most of my creations are made with a two-component epoxy resin. The drying process is a fundamental piece of my work, and I dedicate to it the utmost care and attention, as I personally take care of the collection of most of the flowers I use. Through your social channels what do you

“bring back to light”? One of the fundamental aspects of my work is undoubtedly the study and use of Florigraphy, or the language of flowers and plants. My creations must conquer the customer not only from an aesthetic point of view, but also creating an appeal. For this reason, each composition has a specific meaning given by the natural elements that compose it, and is provided with a very detailed caption.


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le persone potranno leggere con attenzione. La Florigrafia mi consente di creare delle composizioni personalizzate sulla base di richieste specifiche, veicolando con i fiori i messaggi e le emozioni che si desidera trasmettere attraverso la creazione stessa, ed è stato proprio questo a permettermi di conoscere tante persone meravigliose, e la loro storia. A tutto questo si è irrimediabilmente unita la mia passione per la lettura e per la storia stessa dei fiori che utilizzo, quindi non

perdo occasione per riportare nei post le storie e le leggende che li riguardano. Questa passione sfocia anche nella mia preziosa collezione di libri antichi di botanica e non che fanno quasi sempre capolino nelle fotografie, insieme a tanti altri oggetti ed elementi per me importanti, nella speranza che Nakei Boutique possa rappresentare sia una piccola finestra sul mio mondo sia quello che amo definire un piccolo grande branco fatto di tante piccole sfaccettature, in cui ci si possa riconoscere e sentire a casa.

Florigraphy allows me to create personalized compositions based on specific requests, expressing with flowers the messages and emotions that you want to convey through the creation itself, and it was precisely this that allowed me to get to know so many wonderful people, and their history. To all this, my passion for reading and for the history of the flowers I use were irretrievably matched, so I don’t miss out on the opportunity to report in my posts the stories and legends that concern them.

This passion also leads to my precious collection of ancient botanical and non-botanical books that almost always appear in my photographs, along with many other objects and elements that are important to me, in the hope that Nakei Boutique can represent both a small window on my world and what I like to define as a great little herd made up of many small facets, in which people can recognize themselves and feel at home.


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Bagni di Lucca e le mura e la ciitta Il borgo di Bagni di Lucca, famoso per le sue sorgenti termali fin dai tempi dell’antica Roma è un piacevole paesino nella Garfagnana a soli 28 km dalla città di Lucca, ebbe il suo periodo d’oro nel ‘800. Le terme diventarono un rinomato centro termale estivo e tra i suoi frequentatori si ricordano poeti e scrittori come Shelley, Byron, Heine, i Duchi di Borbone ed i Granduchi di Toscana; fu così che tra le strade del paese passeggiavano gli uomini più in vista d’Europa. La sorella di Napoleone, la principessa Elisa

Bonaparte, quando assunse il Governo del Principato di Lucca, ampliò gli stabilimenti termali e costruì ville, strade e sentieri pittoreschi. Desiderò rendere la stazione termale un luogo di villeggiatura alla moda, una meta privilegiata per raffinati, colti e ricchi italiani, francesi, inglesi, tedeschi e russi. In riva al fiume c’è ancora una bella passeggiata dedicata ai due grandi poeti inglesi Elizabeth Barrett e Robert Browning e alla loro romantica e rocambolesca storia d’amore.

The village of Bagni di Lucca, famous for its thermal springs since ancient Rome, is a pleasant village in the Garfagnana, just 28 km from the city of Lucca and had its golden period in the 1800s. The thermal baths became a renowned summer spa and among its visitors there were poets and writers such as Shelley, Byron, Heine, the Dukes of Bourbon and the Grand Dukes of Tuscany; so it was that the most prominent men in Europe walked along the streets of the town. Napoleon’s sister, Princess Elisa Bonaparte, when she took over

the government of the Principality of Lucca, expanded the spas and built picturesque villas, streets and paths. She wished to make the spa a fashionable holiday resort, a privileged destination for refined, cultured and wealthy Italians, French, English, Germans and Russians. On the riverside there is still a beautiful walk dedicated to the two great English poets Elizabeth Barrett and Robert Browning and their romantic and daring love story. Another walk that visitors loved to take


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Un’altra passeggiata che i frequentatori amavano fare era quella del Ponte della Catene, un ponte di concezione modernissima ideato dall’architetto ingegnere Lorenzo Nottolini che per concepirlo dovette studiare tra i primi in Inghilterra la nuova tecnica dei ponti sospesi con tensori in ferro. Un altro ponte degno di nota, ambientato scenograficamente nel paesaggio circostante, è il Ponte della Maddalena detto Ponte del Diavolo che attraversa il fiume Serchio nei pressi di Borgo a Mozzano. Con la sua forma particolare, ovvero costruito con un arco più alto e ampio è

una mirabile opera di ingegneria medievale; fu iniziato dalla Contessa Matilde nel secolo XI ed è un’opera muraria ad archi che ispira ancora oggi ammirazione e stupore. A Lucca i grand turisti, rampolli dell’aristocrazia, scrittori e pittori visitavano la piazza dell’Anfiteatro e le molte chiese come la Chiesa di Santa Maria Forisportam, anche se la chiesa che rappresentava una tappa obbligatoria è la cattedrale di San Martino situata nell’omonima piazza. Bernardo Bellotto, nipote del Canaletto che è considerato tra i più grandi vedutisti del ’700, in questa piazza realizza due opere, una

was that of the ‘Ponte della Catene’ (Chains’ Bridge), a bridge with a very modern concept designed by the architect/engineer Lorenzo Nottolini who, to conceive it, had to study among the first in England the new technique of suspension bridges with iron tensors. Another noteworthy bridge, scenographically set in the surrounding landscape, is the ‘Ponte della Maddalena’ known as ‘Ponte del Diavolo’ (Devil’s Bridge) which crosses the Serchio river near Borgo a Mozzano. With its particular shape, it was built with a higher and wider arch, it is an admirable work

of medieval engineering; it was begun by Countess Matilda in the 11th century and is a masonry with arches that still inspires admiration and amazement today. In Lucca the ‘grand tourists’, scions of the aristocracy, writers and painters visited the square of the Amphitheater and the numerous churches, such as the Church of Santa Maria Forisportam, even if the church that represented an obligatory stop is the Cathedral of San Martino located in the homonymous square. Bernardo Bellotto, grandson of Canaletto, who is considered one of the greatest landscape


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è un disegno a penna e inchiostro con la chiesa sulla sinistra, l’altro è un dipinto in controcampo rispetto al disegno dove la chiesa è sulla destra. Un altro monumento di pregio di Lucca è la cinta muraria che circonda la città per 4 chilometri e 223 metri e costituisce uno dei pochi esempi europei di mura difensive perfettamente conservate, come lunghezza sono seconde solo alle fortificazioni della città di Nicosia, capitale dell’isola di Cipro che detiene il record con una cerchia muraria di 4,5 km con 11 bastioni e tre porte. Le mura sono state costruite seguendo le regole rinascimentali

dell’ingegneria militare incentrata sulla nascente industria bellica delle armi da fuoco che con la loro gittata obbligavano a realizzare al di fuori delle mura la cosiddetta “tagliata” che prevedeva la demolizione dei borghi e dei boschi esterni alle vecchie mura per realizzare una radura così da poter avere gli eventuali nemici in campo aperto. Scomparsa la funzione militare a inizio ‘800 furono convertite in passeggiata pedonale da Maria Luisa di BorboneSpagna, diventando così un grande parco pubblico.

painters of the 18th century, created two works of this square, one is a pen and ink drawing with the church on the left, the other one is a painting in reverse of the drawing itself where the church appears on the right. Another valuable monument of Lucca is the walls that surround the city for 4 kilometers and 223 meters and constitute one of the few European examples of perfectly preserved defensive walls, as length they are second only to the fortifications of the city of Nicosia, the capital of the island. of Cyprus which holds the record with a 4.5 km city wall ,11 bastions and three gates

Lucca’s walls were built following the Renaissance rules of military engineering focused on the nascent war industry of firearms which with their range forced the so-called “cut” to be built outside the walls; this “cut” involved the demolition of the villages and woods outside the old walls to create a glade meant to isolate in the open field any enemies. Ceased their military function at the beginning of the 19th century, they were converted into a pedestrian promenade by Maria Luisa of Bourbon-Spain, thus becoming a large public park.


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L’EVENTO DI RIEVOCAZIONE STORICA Ocriculum AD 168 è un evento che rievoca uno dei periodi più floridi del municipio dell’Umbria: quel II sec. d.C. quando regnavano Marco Aurelio e Lucio Vero e quando, narra la tradizione, nella Provincia Romana di Siria venne martirizzato Vittore di Ocriculum il cui corpo venne riportato nella sua città natia proprio da alcuni suoi commilitoni.

THE HISTORICAL REEVOCATION EVENT Ocriculum AD 168 is an event that recalls one of the most prosperous periods of the municipality of Umbria: that second century A.D. when Marcus Aurelius and Lucio Vero reigned and when, according to tradition, in the Roman Province of Syria, Victor of Ocriculum was martyred, and his body was brought back to his native city by some of his fellow soldiers.


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Text and Photos Dana Frigerio

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il Parco archeologico di Ocriculum Verso la fine del ‘700 per essere considerato un uomo di cultura dovevi aver compiuto il viaggio in Italia, il paese più ricco di testimonianze romane e greche. L’interesse dei grand turisti era orientato sia alla visita delle città che, soprattutto, alla visita dei resti delle antiche città romane i cui i cui scavi all’epoca erano ancora in corso. Gli archeologi nel 1738 e 1748 avevano appena riportato alla luce Ercolano e Pompei e studiosi e curiosi da tutta Europa vollero mettersi in viaggio verso

il sud della penisola italiana per ammirarle. Roma e i suoi dintorni erano un’area archeologica di incomparabile fascino che si estendeva fino a Tivoli, Frascati, Albano, Narni e Terni. La visita archeologica non era solo interesse per architetti, artisti e pittori, ma anche per tutti i giovani dell’aristocrazia europea che erano alla ricerca di esperienze artistiche e culturali. Lo storico dell’arte e archeologo tedesco Winckelmann, dopo

Towards the end of the 1700s, to be considered a man of culture, you had to have made the ‘journey to Italy’, the country richest in Roman and Greek testimonies. The interest of grand tourists was oriented both to visiting the cities and, and especially, to visiting the remains of the ancient Roman cities whose excavations at that time were still ongoing. Archaeologists in 1738 and 1748 had just unearthed Herculaneum and Pompeii and scholars and onlookers from all over Europe wanted to

travel to the south of the Italian peninsula to admire them. Rome and its surroundings were an archaeological area of incomparable charm that extended as far as Tivoli, Frascati, Albano, Narni and Terni. The archaeological visit was not only of interest for architects, artists and painters, but also for all the young people of the European aristocracy who were looking for artistic and cultural experiences. The German art historian and archaeologist


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aver raccontato il culto romantico delle rovine all’Europa intera, influenzò e convinse moltissimi altri viaggiatori ad intraprendere questo viaggio. L’Umbria, all’interno degli itinerari del Grand Tour, era una tappa obbligata lungo la strada che conduceva a Roma. Una delle zone archeologiche più importanti era quella corrispondente all’antico centro di Ocriculum (Otricoli) che

fu un municipio romano situato nell’attuale provincia di Terni. Ocriculum come città romana di confine tra l’Umbria, l’agro Falisco e la Sabina iniziò a svolgere una funzione strategica e commerciale importante, sia in ambito fluviale, grazie al vicino porto sul Tevere, detto “porto dell’Olio”, sia in ambito terrestre grazie alla via Flaminia che portava alla città di Roma. L’abate Jérome Richard nel 1762

Winckelmann, after recounting the romantic cult of ruins to the whole of Europe, influenced and convinced many other travelers to embark on this journey. Umbria, within the Grand Tour itineraries, was an obligatory stop along the road that led to Rome. One of the most important archaeological areas was that corresponding to the ancient center of Ocriculum (Otricoli), which was a Roman

municipality located in the current province of Terni. Ocriculum as a Roman city on the border between Umbria, the Falisco countryside and Sabina, began to play an important strategic and commercial function, both in the river area, thanks to the nearby port on the Tiber, called “Porto dell’Olio”, and in terrestrial area thanks to the Via Flaminia that led to the city of Rome. Abbot Jérome Richard in 1762 wrote: “the city


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descrive: “la città di Ocriculum costruita con magnificenza, lo si giudica dalle rovine del teatro ed altri edifici pubblici, che sono a ponente della città” Il Parco Archeologico di Ocriculum rappresenta per le ampie dimensioni, per lo stato di conservazione, per le caratteristiche dei suoi monumenti e per la ricchezza dei materiali rinvenuti durante gli scavi, un centro importante dell’Umbria.

Popilio” e le fabbriche di tegole e mattoni di cui si conoscono i bolli rinvenuti a Roma nel Tevere.

of Ocriculum built with magnificence, is judged by the ruins of the theater and other public buildings, which are to the west of the city”.

I primi scavi condotti durante il pontificato di Pio VI portarono la scoperta di molti edifici monumentali, come la basilica e le terme; le numerose opere rinvenute come mosaici, sculture, iscrizioni furono trasportate ai Musei Vaticani a metà del ‘700.

The Archaeological Park of Ocriculum represents an important center of Umbria due to its large size, its state of conservation, the characteristics of its monuments and the wealth of materials found during the excavations.

In età imperiale Ocriculum ebbe vita fiorente con un’economia basata sull’agricoltura, sul commercio e sull’industria figulina: famose le note coppe a rilievo dette “Coppe di

Le principali strutture della città romana sono: l’anfiteatro, le terme del II sec. d.C., il teatro, le grandi e piccole sostruzioni e l’area del foro. Il percorso di visita inizia con i monumenti

In the imperial age, Ocriculum flourished with an economy based on agriculture, trade and figuline industry: the well-known relief cups called “Cups of Popilio” and the factories of tiles and bricks famous for

their stamps found in Rome in the Tiber. The first excavations conducted during the pontificate of Pio VI led to the discovery of many monumental buildings, such as the basilica and the baths; the numerous works found such as mosaics, sculptures and inscriptions were transported to the Vatican Museums in the mid-1700s. The main structures of the Roman city are: the amphitheater, the thermal baths of the second century. AD, the theater, the large and small substructures and the area of the forum. The visiting tour begins with the funerary


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funerari posti lungo l’ultimo tratto della via Flaminia prima dell’ingresso in città e con l’anfiteatro. Continuando lungo il sentiero si raggiungono le terme pubbliche, nel settore centrale della città antica, da qui sono visibili vari monumenti ed alle spalle del complesso termale si ergono le imponenti

Grandi Sostruzioni, affiancate al teatro. Nell’ampio spazio libero sulla destra, si staglia il cosiddetto pilone, dietro il quale corre un tratto basolato della Flaminia, su cui si affacciano un mausoleo rotondo ed una fonte pubblica, mentre più a monte l’area è occupata da un ninfeo.

monuments located along the last stretch of the Via Flaminia before entering the city and with the amphitheater. Continuing along the path you reach the public baths, in the central sector of the ancient city, from here various monuments are visible and behind the spa complex stand the imposing Great

Substructions, next to the theater. In the large free space on the right, the so-called pillar stands out, behind which runs a paved stretch of the Flaminia, overlooked by a round mausoleum and a public spring, while further upstream the area is occupied by a nymphaeum.


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Text and Photos Mariagrazia Pini

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https://www.instagram.com/the.red.embroidery/ http://theredembroidery.com/it/borse-artigianali-bologna/

The Red Embroidery Com’è nato ‘The Red Embroidery’ e che significato ha per te questo nome? The Red Embroidery nasce dalla passione per i vecchi tessuti, il cucito e il ricamo. A questa passione ho aggiunto il mio amore per il colore rosso che ho voluto

diventasse la mia firma sotto forma di simbolo per le mie creazioni. Ed ecco sul lato destro di ogni mio oggetto un piccolo ricamo rosso. Come nascono i tuoi originali progetti ricamati? Ogni volta che ho un

How was ‘The Red Embroidery’ born and what does this name mean to you? The Red Embroidery was born from the passion for old fabrics, sewing and embroidery. To this passion I added my love for the red color that I wanted to become

my signature in the form of a symbol for my creations. And so you’ll find a small red embroidery on the right side of each one of my creations. What inspires you to create your original embroidered projects?


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pezzo di stoffa tra le mani non so mai cosa ne uscirà. Amo sperimentare l’uso di tecniche e materiali non convenzionali per il ricamo che insieme regalano risultati originali. La mia è una sorta di art brut, un’arte spontanea, intuitiva che porta alla creazione di opere molto personali. Non amo la serialità e questa mia modalità di produzione “a sentimento” mi rende impossibile creare collezioni stagionali. Poter procedere lentamente è per me sinonimo di qualità ed è più importante della quantità di prodotto realizzato. Dove trovi l’ispirazione, hai dei film, dei libri o dei maestri che sono stati basilari per le tue creazioni? Amo la storia e le opere di Annie Albers e del movimento del Bauhaus in generale: menti geniali e artistiche in perenne interconnessione tra loro. Un’altra artista che mi intriga molto è la giapponese Junko Oki: i suoi lavori di ricamo sono davvero rivoluzionari oltre che ipnotici. Fonte di ispirazione sono anche le chiese con i loro preziosi ex voto.

Ci racconti della tua passione per il ricamo giapponese chiamato sashiko e la tecnica boro? La tecnica boro è per me una forma d’arte. In passato, nel Giappone rurale, chi possedeva pezzetti di stoffa era considerato ricco perché con quei pezzi si potevano rammendare i vestiti logori. Quei pezzi venivano fissati, per coprire un buco, con piccoli punti chiamati sashiko. Nelle mie creazioni questo punto lo uso sia per creare fantasie che per imbottire gli interni in quanto regala, oltre al sostegno, un effetto ondulato bellissimo da toccare e da vedere. Ho una forte passione per i tessuti antichi e usati, se logori li apprezzo ancora di più perché raccontano una storia e poter dar loro una nuova vita mi emoziona. Un buco, uno strappo scatenano la mia creatività perché li vedo come elementi di arricchimento che aiutano a creare un articolo originale. Ci puoi raccontare perché ricami temi sacri e frasi che fanno riflettere? L’ispirazione per i cuori

Whenever I have a piece of cloth in my hands I never know in advance what will come out of it. When I embroider I love to experiment with the use of unconventional techniques and materials that together provide original results. Mine is a some sort of Outsider Art, a spontaneous, intuitive craftsmanship that leads to the creation of very personal works. I don’t like seriality and my ‘spontaneous production method’ makes it impossible for me to create seasonal collections. Being able to proceed slowly is for me synonymous with quality and is more important than the quantity of products realized. Where do you find inspiration, are there films, books or mentors that have been fundamental for your creations?

The churches with their precious ex-votos are also a source of inspiration. Can you tell us about your passion for the Japanese embroidery called sashiko and the boro technique? The boro technique is for me a form of art. In the past, in rural Japan, those who owned bits of cloth were considered wealthy because they could mend worn-out clothes with those pieces that were fixed, to cover a hole, with small points called sashiko. In my creations I use these points both to create patterns and to pad the interiors, since this gives, in addition to some support, a wavy effect that is beautiful to touch and to see.

I have a strong passion for old and used fabrics, if worn I appreciate them even more because I love history in general they have a story to and the works of Annie tell and to be able to Albers and of the give them a new life Bauhaus movement moves me. A hole, a tear in particural: brilliant unleash my creativity and artistic minds in because I see them as constant interconnection enriching elements that with each other. Another help create an original artist that intrigues me a item. lot is the Japanese Junko Oki: her embroidery Can you tell us why you works are truly embroider sacred themes revolutionary as well as and phrases that make hypnotic. the reader ponder?


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Valerie’s Jungle Retreat

sacri, che amo molto, è nata dalla mostra perenne degli ex voto del Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie fuori Mantova. E poi, in maniera naturale sono arrivate le frasi. Così come casualmente prima era arrivato “the secret red code”, oppure le aggiunte dei particolari

Serenade to Saturn

in ceramica o l’idea di pitturare le basi da ricamare. Le mie sono quindi creazioni imprevedibili ma con una costante: la volontà di realizzare pezzi unici funzionali, belli da vedere, piacevoli da toccare e sì, anche profumati. Un’esperienza quasi a 360°.

The inspiration for sacred hearts, which I love very much, came from the perennial ex-votos exhibition of the Sanctuary of the Blessed Virgin Mary of Grace outside Mantua. And then, naturally, the sentences presented themselves to me. In a very natural way, just like beforehand “the secret red code” arrived

by chance, as well as the addition of ceramic details or the idea of painting the bases I want to embroider. Mine are therefore unpredictable creations but with one constant: the desire to create unique functional pieces, beautiful to look at, pleasant to touch and scented as well. An almost 360 ° experience.


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il grand tour in video 1

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Text and Photos Dana Frigerio

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il paesaggio di Narni e Terni Sospeso durante le guerre napoleoniche, il Grand Tour fu ripreso una volta terminati i conflitti; i grand turisti, in particolare pittori e artisti, si rimisero ben presto alla ricerca del pittoresco e del sublime. I viaggiatori durante il loro viaggio verso Roma sempre più spesso passarono in Umbria e nelle zone circostanti, visitando la valle del Tevere con il Lago di Corbara, lo scenario “bello e terribile” della Cascata delle Marmore, Piediluco, la bellezza

degli Appennini, il ponte romano di Narni e i piccoli paesi come Papigno e Orte. A Narni il monumento del periodo romano più famoso è il grandioso Ponte di Augusto. Fu costruito nell’anno 27 a.C. a difesa del Fiume Nera dagli ingegneri dell’Imperatore Augusto durante la realizzazione della Via Flaminia. L’arcata del ponte che possiamo ancora oggi ammirare misura circa 30 metri, all’epoca era lungo ben 160 metri.

Suspended during the Napoleonic wars, the Grand Tour was resumed once the conflicts were over; the grand tourists, particularly painters and artists, soon returned to the search for the ‘picturesque’ and the ‘sublime’. During their journey to Rome, travelers more and more often passed through Umbria and the surrounding areas, visiting the Tiber valley with Lake Corbara, the “beautiful and terrible” scenery of the Marmore

Falls, Piediluco, the beauty of the Apennines, the Roman bridge of Narni and some small villages like Papigno and Orte. In Narni the most famous monument of the Roman period is the grandiose Bridge of Augustus. It was built in the year 27 BC. in defense of the Nera River by the engineers of the Emperor Augustus during the realization of the Flaminia Road. The arch of the bridge we can still admire today measures about 30


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il grand tour in video 1 il grand tour in video 2

Durante il Grand Tour questo ponte crebbe di fama per effetto del dipinto che lo rappresenta, realizzato nel 1826 dal pittore francese Jean Baptiste Camille Corot, artista precursore dell’impressionismo en plen air e tra i più noti pittori stranieri ad immortalare i paesaggi della zona. Oggi vi è un itinerario per scoprire i luoghi dove il pittore ha realizzato questi dipinti dal vero, è il Museo Diffuso dei Plenaristi

(MDP) che ci mostra il punto di vista esatto del pittore attraverso riproduzioni fotografiche collocate nei luoghi dove l’artista li dipinse. La città di Narni è circondata da mura e antiche Porte: Polella, Pietra, del Votano, Porta delle Arvolte, Porta Romana, Porta della Fiera ed è dominata da alcune torri e dalla sua formidabile Rocca albornoziana del XIV° sec. Un altro importante pittore che si recò in

meters but at the time used to be 160 meters long. During the Grand Tour this bridge grew in fame as a result of one painting that represents it, made in 1826 by the French painter Jean Baptiste Camille Corot, a precursor of impressionism ‘en plen air’ and one of the best known foreign painters to immortalize the landscapes of this area. Today there is an itinerary to discover the places where Corot realized his paintings

‘live’, it is located inside the open air Museo Diffuso dei Plenaristi (MDP) and shows the exact point of view of the painter through photographic reproductions positioned in the very places of observation of the artist. The city of Narni is surrounded by walls and ancient gates: Polella, Pietra, del Votano, Porta delle Arvolte, Porta Romana, Porta della Fiera and is dominated by some towers and by its formidable Albornozian fortress


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Italia, prima di Corot, fu l’inglese Joseph Mallord William Turner che durante il suo lungo viaggio realizzò una serie di schizzi del paesaggio e studi dettagliati di paesi come il villaggio di Papigno, Terni e le acque del Lago di Piediluco oltre ad una ventina di dipinti e disegni del ponte di Augusto. Turner realizzo oltre

una cinquantina di schizzi e disegni con vedute panoramiche del paesaggio intorno alla città di Narni da cui poi trasse anche quadri famosi come il “Childe Harold’s Pilgrimage”, oltre ad alcuni acquerelli poi trasformati in incisioni pubblicate nel volume dell’architetto James Hakewill del 1820 “A picturesque tour of Italy”.

dated fourteenth century. Another important painter who visited Italy before Corot, was the Englishman Joseph Mallord William Turner who, during his long journey, made a series of landscape sketches and detailed studies of some villages such as Papigno and Terni and also of the waters of the Piediluco Lake besides about twenty paintings and drawings of the

Augustus bridge. Turner made over fifty sketches and drawings with panoramic views of the landscape around the city of Narni from which he also drew famous paintings such as “Childe Harold’s Pilgrimage”, besides some watercolors later transformed into engravings published in 1820 in the volume by the architect James Hakewill “A picturesque tour of Italy”.


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Cactusmania di Manera Bruno | Via Gallardi 140 - 18039, Ventimiglia (IM) tel. +39 0184 33 003 | fax. +39 0184 23 75 84 | info@cactusmania.it

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Portobello market

POLYSTICHUM POLYBLEPHARUM FELCE

CAMELLIA JAPONICA

BERGENIA CORDIFOLIA ®

Camellia japonica Pensavano di beffarci i cinesi regalando agli europei la Camellia japonica, in realtà ci hanno regalato una pianta eterna.

Bergenia cordifolia Bergenia cordifolia una pianta bellissima e utile in giardino per le zone umide, hai bevuto il tè siberiano? è fatto con la Bergenia.

When Chinese thricked Europeans by giving a Camellia japonica, really, they gave us an eternal plant.

Bergenia cordifolia is a beautiful and useful plant for wetlands in the garden, did you drink Siberian tea? It’s made with Bergenia.

ABUTILON PICTUM ‘THOMPSONII’

CITRUS LIMON

MAGNOLIA GRANDIFLORA

Abutilon pictum ‘Thompsonii’ Tra i segreti delle ville storiche e dei giardini del passato sono stati sempre presenti gli Abutilon; Gianfranco Giustina curatore dei giardini delle Isole Borromee lo sa bene.

Citrus limon Italia vuol dire Limoni, dai laghi alla Sicilia passando per Liguria e Toscana, il giallo dei limoni è Italia.

Magnolia grandiflora Magnolia grandiflora: coriacea, folta, materna, profumata, sempreverde. Eterna!

Italy means Lemons, from the lakes to the Sicily through Liguria and Tuscany, lemon’s yellow is Italy.

Magnolia grandiflora: leathery, thick, maternal, fragrant, evergreen. Eternal!

Polystichum polyblepharum Quando la natura spontanea è stata trasformata in giardino le felci sono state un regalo dal cielo. In the beginning when nature became a garden, ferns were a heaven gift.

Between the secrets of historic villas and gardens of the past, the Abutilons plants were always there; Borromean Islands gardens curator’s Gianfranco Giustina knows it well.


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Il nécessaire de voyage La scoperta e il fascino della campagna romana portarono in viaggio oltre alla borghesia anche gli intellettuali, gli architetti e i pittori. I grand turisti, attraversando l’Italia per arrivare a Roma, visitavano molti piccoli paesi di campagna. Gli scorci del paesaggio che si presentavano ai loro occhi erano sempre più spesso catturati

dalle matite e dai colori dei pittori ed erano considerati vanto per i loro taccuini di viaggio; così come ben descrive J. W. Goethe, Viaggio in Italia: “appaiono panorami d’ogni specie e genere, palazzi e ruderi, giardini e sterpaie, vasti orizzonti e strettoie, casupole, stalle, archi trionfanti e colonne, spesso così fittamente ammucchiati da poterli disegnare su un solo

The discovery and fascination of the Roman countryside brought to travel in addition to the bourgeois, intellectuals, architects and painters. Grand tourists, crossing Italy to get to Rome, visited many small country towns. The glimpses of the landscape that presented themselves to their eyes were more and more often captured

by the painters’ pencils and colors and were considered a merit on their travel notebooks; just like JW Goethe described, on his ‘Journey to Italy’: “panoramas of every species and kind appear, palaces and ruins, gardens and scrublands, vast horizons and bottlenecks, hovels, stables, triumphal arches and columns, often so thickly piled up to fit


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foglio. Per descriverlo ci vorrebbero mille bulini”. Il viaggio era decisamente avventuroso con tragitti lunghi ed era affrontato con determinazione e soprattutto pazienza effettuando gli spostamenti in carrozza o con vetture di posta e cavalli. Il nécessaire de voyage dei viaggiatori, oltre ai classici bauli pieni di

coperte, abiti, lenzuola e asciugamani, conteneva svariati oggetti come preparazioni farmaceutiche e medicinali, il necessario per cucinare, dal fornellino alle spezie, biblioteche in miniatura con piccoli volumi da sfogliare e infine anche l’occorrente per dipingere, matite e colori ad acquarello, taccuini e fogli da disegno.

into one sheet. It would take a thousand burins to describe it”. The journey was decidedly adventurous with long journeys and was faced with determination and above all patience by traveling in a carriage or with post cars and horses. In addition to the classic trunks full of blankets, clothes,

sheets and towels, the traveler’s toiletry baggage contained various objects such as pharmaceutical and medicinal preparations, the necessary for cooking, from a stove to spices, miniature libraries with small volumes to leaf through and finally even the necessary for painting, pencils and watercolor paints, notebooks and drawing sheets.


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{

Text and Photos Dana Frigerio

}

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Finalmente Roma! Nel XVIII secolo Roma divenne il principale centro europeo di scambi culturali internazionali, attirando importanti aristocratici ed artisti, meta finale era considerata l’obiettivo culturale conclusivo del Grand Tour. Goethe così la descrive: “Sono qui da sette giorni e lentamente si va formando nella mia mente il concetto generale di questa città. Non faccio altro

che andare in giro senza riposo; studio la topografia della Roma antica e della moderna, guardo le ruine e i palazzi, visito una villa e l’altra e le cose più meravigliose mi cominciano a diventar familiari…”, e Michel de Montaigne nel suo “Journal de Voyage en Italie” scriveva: “L’aria di Roma fa male ai piedi e molto bene alla testa”. Oltre ai palazzi e alle sue rovine, Roma offriva al

In the eighteenth century Rome became the main European center of international cultural exchanges, attracting important aristocrats and artists, this final destination was considered the conclusive cultural goal of the Grand Tour. Goethe described Rome as follows: “I have been here for seven days and the general concept of this city is slowly forming in my mind.

I do nothing but go around without rest; I study the topography of ancient and modern Rome, I look at the ruins and palaces, I visit one villa and another and the most wonderful things begin to become familiar to me ... “, and Michel de Montaigne in his “Journal de Voyage en Italie” wrote : “The air of Rome hurts the feet and is very good for the head”. Besides to the palaces


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visitatore anche pittura e scultura. Per i grand turisti la scoperta delle opere d’arte avveniva sia nei palazzi che nelle chiese, e le collezioni sia pubbliche che private rendevano il soggiorno romano sempre più piacevole per questi visitatori europei. Le visite più richieste erano quelle ai più importanti monumenti classici come il Colosseo, la Via dei fori imperiali, il Circo Massimo, Foro Boario, il Tempio di Portuno e il Teatro Marcello per citarne alcuni. La visita alla città non poteva non contemplare

anche l’osservazione delle piazze e dei punti panoramici della città, Piazza Navona, Piazza di Spagna, Trinità dei Monti, Piazza del Popolo con la terrazza del Pincio e il Belvedere del Gianicolo. Gli itinerari urbani da seguire per il grand turista erano anche quelli dedicati alle chiese e Roma ne offriva un numero smisurato; da San Giovanni in Laterano a Santa Maria Maggiore, da Sant’Agnese in Agone fino alla Basilica di San Pietro; la lista sarebbe davvero lunga. Rimasero ulteriormente estasiati per le molte biblioteche presenti in

and its ruins, Rome also offered to the visitor paintings and sculptures. For the grand tourists, the discovery of works of art took place both in palaces and in churches, and the public and private collections made the Roman stay more and more pleasant for these European visitors.

city could not fail to contemplate the observation of the squares and panoramic points of the city, Piazza Navona, Piazza di Spagna, Trinità dei Monti, Piazza del Popolo with the Pincio terrace and the Janiculum viewpoint.

The most requested visits were those to the most important classical monuments such as the Colosseum, the Via dei Foro Imperiali, the Circus Maximus, Foro Boario, the Temple of Portunus and the Teatro Marcello, to name just a few.

The urban itineraries to be followed by the grand tourist were also those dedicated to churches and Rome offered an enormous number of them; from San Giovanni in Laterano to Santa Maria Maggiore, from Sant’Agnese in Agone to the Basilica of San Pietro; the list would be really long.

The visit to the

They were further


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città, dalla Biblioteca Vaticana, alla Chigiana, alla Barberiniana.

d’antiquariato e oggetti fatti a mano.

I collezionisti più Roma era meta abbienti e ambiziosi preferita sia dalle classi che visitarono gli scavi, aristocratiche e borghesi, acquistarono antichità che dagli artisti, dagli per decorare le loro studiosi e non ultimo dai dimore, desiderosi di collezionisti europei. procurarsi dei “ricordi” del loro viaggio in Italia. Nel ‘700 il ritorno all’antico aveva assunto Quelli che invece non proporzioni tali nelle potevano permettersi di arti che l’industria acquistare queste opere dell’antico, come quella d’arte potevano sempre dei nascenti souvenir, si acquistare delle copie. espanse per far fronte a quella che divenne una In questi anni nacque vera e propria mania. la bramosia per le riproduzioni di Lo studio e la raccolta capolavori celebri. di opere d’arte divenne quasi un obbligo per Non solo calchi in i grand turisti, molti gesso di opere d’arte, tornarono in patria ma anche modelli in con dipinti, oggetti sughero dei monumenti

entranced by the many libraries present in the city, from the Vatican Library, to the Chigiana, to the Barberiniana. Rome was a favorite destination both for the aristocratic and bourgeois classes, and for artists, scholars and, last but not least, European collectors. In the 1700s, the return to antiquity had assumed such proportions in the arts that the antique industry, such as that of nascent souvenirs, expanded to cope with what became a real mania. The study and collection of works of art became

almost a must for the grand tourists, many returned to their homeland with paintings, antiques and handmade objects. The wealthiest and most ambitious collectors who visited the excavations bought antiques to decorate their homes, eager to procure ’souvenirs’ of their trip to Italy. Those who could not afford to purchase these kind of works of art could always buy copies. In these years the craving for the reproductions of famous masterpieces was born. Not only plaster casts


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di dimensioni più piccole e minor peso per essere agilmente trasportate in patria, fino ad arrivare alle famose porcellane in biscuit. Erano souvenir scultorei pregiati di colore bianco, alla vista erano opachi e duri, perfette imitazioni dei marmi classici, e riproducevano sia statue conservate in collezioni private che palazzi e monumenti, come il Colosseo e la Basilica di San Pietro e venivano vendute nelle bancarelle del centro storico. Piazza di Spagna era

chiamata il quartiere degli inglesi e in via dei Condotti si trovava, attivo ancor oggi, L’Antico Caffè Greco, un caffè storico fondato nel 1760 ritrovo di artisti e letterati.

of works of art, but also cork models of monuments of smaller dimensions and lighter weight to be easily brought back home, up to the famous bisque porcelain.

Nel centro storico nacquero molte botteghe e laboratori di artigiani ed artisti che si dedicarono alla produzione di souvenir e opere d’arte.

They were precious sculptural souvenirs of white color, they looked opaque and hard, perfect imitations of classic marbles, and reproduced both statues preserved in private collections and palaces and monuments, such as the Colosseum and St. Peter’s Basilica and were sold in the stalls of the

La continua richiesta di pittura ritrattistica fece sì che il pittore Pompeo Batoni divenne il più celebre ritrattista

historic center. Piazza di Spagna was called the neighborhood of the English and in Via dei Condotti there was, and is still active today, the Antico Caffè Greco, a historic café founded in 1760, a meeting place for artists and writers. In the historic center, many shops and workshops of artisans and artists were born and dedicated to the production of souvenirs and works of art. The continuous demand for portrait painting meant that the painter Pompeo


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degli aristocratici a Roma; come ricordo di viaggio il lord veniva ritratto in alta uniforme o con un abbigliamento di rappresentanza ed era circondato da statue classiche e con i principali edifici romani

sullo sfondo. Oltre ai quadri ad olio molti viaggiatori acquistarono anche le stampe delle incisioni di Giovanni Battista Piranesi e le copie dei capolavori in biscuit

Batoni became the most famous portraitist of the aristocrats in Rome; as a travel souvenir, the lord was portrayed in full uniform or official clothing and was surrounded by classical statues and with the

main Roman buildings in the background. Besides the oil paintings, many travelers also bought the prints of the engravings by Giovanni Battista Piranesi and copies of the biscuit masterpieces


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di Giovanni Volpato, incisore, ceramista e abile imprenditore. Non vi fu solo la richiesta di copie di monumenti; in questo periodo si sviluppò una forte domanda di insoliti

souvenir di oggettistica come i ventagli decorati e miniati e i micromosaici, che troviamo su oggetti come i bracciali, che venivano decorati con riproduzioni di vedute di Roma.

by Giovanni Volpato, engraver, ceramist and skilled entrepreneur. There was not only a demand for copies of monuments; in this period a strong require developed for unusual souvenirs of objects

such as decorated and illuminated fans and micro-mosaics, which we find on objects such as bracelets, that were decorated with reproductions of views of Rome.


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