SCIENZA
La sacralità delle vette La Pietra del Lulseto, nell’Appennino reggiano, era probabilmente un antico luogo di culto legato alla venerazione delle rocce testo e foto di Giuliano Cervi*
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el cuore della Val Tassaro, una delle più belle località della montagna reggiana, situata nel comune di Vetto, è stata scoperta nel 2016 una superficie rocciosa solcata da una complessa serie di segni e incisioni. Il ritrovamento è stato effettuato dal Comitato Scientifico della Sezione reggiana del Club alpino italiano, attivato da Giuliano Cervi a seguito della segnalazione avuta da alcuni residenti. A seguito di un’attenta ricognizione sono state rinvenute alcune profonde solcature scavate nella roccia, quasi del tutto nascoste dalla vegetazione e ricoperte dal muschio. Gli abitanti più anziani della Val Tassaro ben conoscevano questa grande pietra incisa: ricordano infatti che da bambini essa costituiva il loro preferito luogo di gioco, divertendosi a lasciarsi scivolare lungo i profondi solchi incisi nelle pietra, ma nulla più. L’INDAGINE E I SEGNI INDIVIDUATI Dopo la prima sorpresa, si è deciso di procedere alla ripulitura della superficie rocciosa, rimuovendo il manto di muschi che in gran parte la nascondeva: si è così delineato un interessante scenario riconducibile all’epoca in cui veniva praticato il culto delle rocce. Infatti oltre alle sette profonde incisioni lineari che solcano la roccia, il Comitato Scientifico Sezionale ha individuato numerose coppelle connesse a piccole canalette, vaschette in pietra e strane incisioni quadrangolari che danno origine a un insieme figurativo ricco e variegato, probabilmente riconducibile a un inedito luogo di culto, forse l’unico di questo tipo sino a ora individuato nell’Appennino emiliano. Per meglio studiare questo complesso incisorio, il Cai ha incaricato il dottor Mancassola e il dottor Federico Zoni dell’Università di Bologna di effettuare un rilievo con la tecnica del laser scanner. A tal fine è stato necessario effettuare una impegnativa opera di ripulitura del masso e di diradamento della vegetazione, previa autorizzazione dei proprietari. In 58 · Montagne360 · marzo 2022
tal modo, nell’agosto 2016, è stato realizzato un accuratissimo rilievo, grazie al quale sulla superficie della roccia sono stati individuati numerosi altri petroglifi (incisioni su roccia, manifestazioni dell’arte dei popoli preistorici e di alcune popolazioni primitive, ndr), non immediatamente visibili a causa della profonda erosione della roccia. IPOTESI INTERPRETATIVE La prima ipotesi interpretativa è stata avanzata dal dottor Alfonso Zavaroni, noto cultore di incisioni rupestri, che nel masso del Lulseto individua un antico sito cultuale, trovando peraltro condivisione nel parere di numerosi altri ricercatori che sono stati successivamente contattati e nella stessa bibliografia scientifica che è stata consultata. Sono infatti numerosi e ben diversificati gli aspetti che concorrono a sostenere tale interpretazione: innanzitutto la sua collocazione; esso infatti è situato sulla sommità del rilievo del Monte Lulseto, che sovrasta direttamente l’antica