LIBRI
A CURA DI LINDA COTTINO, CON ANNA GIRARDI
Sotto il vulcano Leonardo Caffo, classe 1988, filosofo e docente, dopo aver esplorato Alpi e Appennini ritorna alla sua Sicilia e nell’ultimo romanzo epistolare si confronta con La montagna di fuoco, l’Etna
I
l 2022 ha inaugurato il quattordicesimo titolo della ormai consolidata collana “Passi”, in collaborazione tra Club Alpino Italiano e Ponte alle Grazie: La montagna di fuoco, di Leonardo Caffo. Dopo aver esplorato le vallate valdostane col Pastore di stambecchi, quelle piemontesi e selvagge della Val Grande con La via incantata, quelle d’Appennino con Alessandro Vanoli, quelle scozzesi con Nan Shepherd, quelle che gravitano intorno al Monte Bianco e quelle che s’incontrano percorrendo il Cammino di Santiago, partendo da Torino, con Enrico Brizzi; dopo aver cavalcato tutte le Alpi con la grande traversata di Franco Michieli e ancora, quelle lombarde con Antonia Pozzi e Paolo Cognetti, quelle trentine e della provincia di Savona con Annibale Salsa, quelle svedesi con Torbjorn Ekelund e le vette impervie del Monte Bianco con Marco Albino Ferrari, eccoci ora a confronto con “la” montagna del sud, viva, roboante, magnetica e spaventosa: l’Etna. Leonardo Caffo, classe 1988, filosofo in residenza presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e professore di Estetica dei media e della moda presso la Naba di Milano, in questi ultimi anni si è recato più volte nel luogo natìo, facendosi guidare dai ricordi, dalle emozioni e dai racconti del padre, Salvatore Caffo, vulcanologo e scienziato. Ne è nato un libro particolare, un libro-dedica alla montagna-vulcano siciliana, un romanzo epistolare accorato, ricco di spunti e di sensazioni che solo chi è cresciuto alle pendici di un vulcano può, forse, raccontare così approfonditamente. Il risultato è una narrazione di quella terra, di quella natura selvaggia e potente, della sua essenza dal punto di vista scientifico, grazie proprio a Salvatore, e allo stesso tempo un viaggio interiore, mentale, spirituale grazie a Leonardo; come si evince dalla sinossi, uno «scambio epistolare tra 76 · Montagne360 · marzo 2022
l’Uomo-filosofo e la Montagna di fuoco, un primo passo nella costruzione di quella psicofisiologia degli ecosistemi ipotizzata da Sylvain Tesson». A corredo di ogni lettera vi sono scatti dell’autore, stampati nel testo a correre, utili a immergersi – per quanto possa rendere una foto in bianco e nero – in quel mondo, a ricordare quelle immagini, a restituire quell’atmosfera. Come è nata l’idea di scrivere questo libro? È recente o ci pensavi da tempo? «La montagna di fuoco nasce da una lunga chiacchierata con Cristina Palomba di Ponte alle Grazie. Non ho mai pensato di esserne in grado, l’Etna per me è stata una costante. Come fai a dire qualcosa su ciò che ti è sembrato naturale fin da piccolo? Ho dovuto imparare a stupirmi della meraviglia di ciò che già conoscevo». Perché il “romanzo epistolare”? «Perché, a mio avviso, era il miglior modo di far comprendere che la natura, impersonificata dai vulcani, è qualcuno e non qualcosa. Volevo parlare a tu per tu con la natura. Sembra una metafora ma è un desiderio reale e costante, si può fare. Io ho scritto un libro, ma può farlo chiunque ascoltando il rumore di un fiore». Quando ti sei trovato sull’Etna con tuo padre, in questi ultimi anni, avevi già in mente di scrivere qualcosa? «Sono andato apposta per scrivere questo libro, senza una approfondita analisi del luogo è impossibile farne una filosofia. Questa è una cosa inedita per i filosofi contemporanei. Dobbiamo tornare a parlare delle cose solo dopo averle conosciute ed esperite davvero». Cresciuto alle pendici dell’Etna con un padre vulcanologo… quanto ha inciso su di te questa “presenza”? «Tantissimo. Mio padre è un grandissimo vulcanologo e scienziato. Senza di lui molte esperienze vissute negli anni non
Leonardo Caffo La Montagna di fuoco Ponte alle Grazie - Cai 128 pp., 15,00€