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ritratto della società british tra gli anni venti e trenta
Frankie (Lucy Boynton) e Bobby (Will Poultier), amici d’infanzia appena ritrovati dopo dieci anni, intraprendono un viaggio in Inghilterra per indagare su una strana morte. Su Sky e, in streaming, su Now.
Qualcuno può rispondere? «PERCHÉ NON L’HANNO CHIESTO AD EVANS?». ANCHE QUESTA STORIA DELLA PROLIFICA AGATHA CHRISTIE DIVENTA UNA SERIE ISTRUTTIVA.
© MAMMOTH SCREEN LTD
SI TRATTA di una sceneggiatura che
ha attinto a piene mani da un romanzo della amatissima Agatha Christie. Voluta, diretta e interpretata da Hugh Laurie (il mitico Dr. House) con un cast di altissimo livello tra cui Will Poulter ed Emma Thompson, la miniserie (su Sky e Now) segue la trama originale. Come nel romanzo, pubblicato dalla regina del genere crime nel 1934, tutto ha inizio con la frase pronunciata da uno sconosciuto prima di morire, le stesse parole che danno il titolo alla serie, ossia Perché non l’hanno chiesto a Evans?. Bobby, appena congedato dalla Royal Navy, s’imbatte in quest’uomo in fin di vita, gli sente pronunciare la frase e trova nella tasca dei suoi pantaloni la foto di una fanciulla di cui non conosce l’identità. Chi è lei? E chi è questo Evans? Assieme all’amica d’infanzia appena ritrovata, Frankie, Bobby decide di iniziare un’indagine per trovare l’assassino. Il quale, a sua volta, è già sulle loro tracce. Non anticipo nulla anche se, trattandosi di un romanzo bestseller (in Italia uscito
anche con il titolo Ritratto di ignota) non vale la regola del no spoiler. Di sicuro la trama ben ritmata e i bei dialoghi sono un pretesto per godersi una pièce recitata benissimo e in vero british (mettete i sottotitoli e sentite come suona bene l’inglese!) e soprattutto un valido motivo per tuffarsi in una ricostruzione di quella società, a cavallo tra i Venti e i Trenta, di quelle dimore padronali ricche di orpelli e arredi irresistibili, e di quel modo di vestire, in tutte le sue declinazioni, dal campestre all’urbano. UNA CONFERMA di come le produzioni inglesi abbiano trovato il modo di raccontarsi facendo una vera ricerca che ricostruisca nei dettagli i costumi di un tempo, che significa modi di vestire, certo, ma anche di parlare, camminare, sedere o stare in piedi, e soprattutto di un’idea di bello, giusto, lecito ed elegante, che si aveva in quel tempo, quando era quel luogo a essere il più rilevante. O come si dice oggi, influente.
DI DIEGO PASSONI
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