CHECK LIBRO
una mappa aperta sui percorsi possibili dell’evoluzione del sistema moda
Un’analisi lucida fatta con amore UNA SECONDA STESURA CHE CORRISPONDE A UN LAVORO DI VERIFICA SULLE TESI DELLA PRIMA EDIZIONE USCITA NEL 2015. DI MICHELE CIAVARELLA
È STATO SCRITTO DUE VOLTE in sette anni
analizza la natura trasversale della moda, l’impossibilità che un giorno il suo ruolo sociale ed estetico finisca, le problematiche che sollevano l’archivio e l’heritage dei marchi storici, il pericolo che una sua narrazione univoca provochi troppi stereotipi dei quali, invece, vorrebbe liberarsi. UN LIBRO CHE PROCEDE attraverso casi
concreti e ragionamenti teorici ma che ha un grandissimo sottotesto: è una lunga lettera d’amore che l’autrice scrive alla moda, troppe volte trattata male e con sufficienza proprio da chi, invece, la fa e la racconta e, quindi, dovrebbe preservarla dall’usura del significato: Frisa non ci sta al gioco riduttivo molto in voga nel regno del marketing e ne vanta un ruolo che è simile all’arte proprio perché ha quella capacità creativa che sconfina in molte discipline. Ed è per questo che la moda non può finire in quell’ambito in cui l’ha rinchiusa la definizione di «oggetto di lusso». Le forme della moda. Cultura, industria, mercato, comunicazione di Maria Luisa Frisa (il Mulino) è un’analisi sul significato di un sistema industriale che interroga la contemporaneità e richiede risposte dalla nostra cultura. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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S T Y L E M AG A Z I N E
FOTO: GLEN LUCHFORD
perché, si sa, Le forme della moda cambiano molto in fretta. Prima edizione nel 2015, seconda stesura nel 2022, sempre edito da il Mulino nella collana Farsi un’idea, il titolo del libro di Maria Luisa Frisa si riferisce alle tante possibili facce del sistema moda: la cultura, l’industria, il mercato e la comunicazione. Ora ritorna in libreria essenzialmente come punto di atterraggio della riflessione che l’autrice inizia a fare quando, nel 2020, cura la mostra Memos. A proposito della moda in questo millennio al Poldi Pezzoli di Milano. «Questo nuovo libro è una mappa aperta di percorsi possibili, forse i più evidenti rispetto a quella articolata complessità che sono appunto le forme della moda. Un lavoro di verifica, rispetto all’edizione precedente, che mi ha ancora una volta confermato come la moda sia soprattutto una disciplina che affronta la contemporaneità, la interroga e la definisce senza chiuderla. E, nel farlo, parla di noi, del nostro stare nel tempo» dice l’autrice. In otto capitoli (tra i quali, La moda e il tempo, Geografie della moda, Moda tra formazione e mondo del lavoro, Moda come sistema culturale) Frisa