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l’empire a brooklyn: la discoteca sulle rotelle è partita da qui
Roller disco dance IL DJ SOSTITUISCE L’ORGANISTA, LE LUCI DIVENTANO PARTE DELLO SHOW: BALLARE SUI PATTINI È UNA FESTA. DI SUSANNA LEGRENZI
ERA IL 1941 quando a New York apriva l’Empire Rollerdrome, la più celebre pista di pattinaggio su rotelle di tutti tempi, nata dalla trasformazione di un garage ripavimentato con un legno di acero «miracoloso». Vent’anni più tardi, uno dei pattinatori più famosi degli Usa, Bill Butler, ci scivolava in tuta argentea, mano nella mano, con una giovane Cher. Mentre nei Settanta, sempre l’Empire era la prima pista a sostituire l’organista, a cui fino ad allora era affidata la «colonna sonora», con un dj, dando il via a una storia epica capace di mettere insieme una comunità trasversale che ha trovato comunione nella felicità condivisa di infiniti giri su pista. Fino a quella notte di aprile del 2007, quando, dopo l’ultimo skate di gruppo, il dj Big Bob ha spento lo stereo e le luci per sempre. ORA CHE L’EMPIRE ROLLER DISCO è solo un ricordo − al suo posto è sorto un gigantesco self-storage − a raccontare quella pagina leggendaria è il libro Empire Roller Disco con gli scatti di Patrick D. Pagnano. Una raccolta mai pubblicata prima perché le immagini di «Pat», uno dei fotografi di strada più versatili, erano scomparse nel suo vasto archivio. Il progetto di Pagnano è nato una fredda notte d’inverno del 1980, quando, con
In pista. Scrive il fotografo «Pat» Patrick D. Pagnano: «L’entusiasmo e il senso di abbandono dei pattinatori sono stati la mia fonte di ispirazione».
Empire Roller Disco foto di Patrick D. Pagnano Anthology Editions 132 pagine 118 immagini in bianco e nero 28 euro
la sua Leica M3, si recò a Crown Heights trasformando l’Empire in un palcoscenico e i pattinatori in star. «Non ho mai pensato a me come a un artista» ha scritto. «Mi sento come un cittadino del mondo che dovrebbe comportarsi in modo responsabile e non isolarsi dalla realtà: attraverso la fotografia è proprio quello che faccio. Il successo della serie è stato possibile grazie all’esperienza maturata in molti anni di riprese in strada, che mi ha insegnato a catturare momenti importanti in modo intuitivo e rapido». A New York si pattina ancora. Ma quell’aurea magica e ribelle di questo microcosmo in una Brooklyn in profonda trasformazione è irripetibile. Non a caso ha ipnotizzato lo sguardo di «Pat». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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