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IMBALLAGGI CONFEZIONI

Prospettive sugli imballaggi alimentari sostenibili: la plastica bio è una soluzione?

La domanda di materiali di imballaggio più sostenibili è in aumento. Tuttavia, la multidisciplinarietà e la complessità di questo argomento portano spesso a malintesi tra i progettisti e i produttori di imballaggi alimentari impegnati nella creazione di soluzioni di questo tipo più sostenibili.

Su Trends in Food Science & Technology è comparso un lavoro danese che presenta in una prospettiva olistica i parametri più rilevanti che devono essere considerati per la sostenibilità negli imballaggi alimentari e mira ad aumentare la consapevolezza dei produttori di alimenti e imballaggi per creare materiali di imballaggio sostenibili efficaci ad uso alimentare.

L’uso di materiali di imballaggio in plastica a base biologica contribuisce a creare materiali per il confezionamento alimentare più sostenibili rispetto a quelli in plastica convenzionali, con riferimento all’impatto climatico. Sebbene i materiali di imballaggio in plastica a base biologica abbiano un impatto climatico ridotto, ci sono altri impatti ambientali (ad esempio eutrofizzazione, uso di acqua e pesticidi, effetti sulla biodiversità) che sono meno favorevoli al loro impiego e che dovrebbero essere considerati. Il riciclaggio degli imballaggi contribuisce in modo significativo a ridurne gli impatti ambientali e climatici. Si dovrebbe considerare la somma degli impatti climatici e ambientali della confezione insieme al cibo che protegge. Il sistema combinato dovrebbe essere valutato nel suo intero ciclo di vita e ottimizzato attraverso la progettazione, la produzione e la fine del ciclo di vita del materiale di imballaggio per migliorarne la sostenibilità.

Cosa bolle in pentola all'Istituto Italiano Imballaggio

Nel corso della recente assemblea dei soci dell’Istituto Italiano Imballaggio tenutasi in modalità webinar, la Presidente Anna Paola Cavanna ha illustrato il resoconto sull’attività degli ultimi 12 mesi, che ha visto un balzo in avanti e un numero di associati in crescita grazie all’ottimizzazione e alla riformulazione del pacchetto di servizi alle aziende.

In particolare, sono stati istituiti nuovi help desk, a misura di azienda: l’help desk dedicato all’etichettatura ambientale degli imballaggi; l’help desk testing, a supporto della realizzazione del piano analitico moca; ma anche lo sportello Reach e quello dedicato esclusivamente al food. Grande impulso ha ricevuto anche il sito wikipackaging.it, riservato ai soci, con una selezione di documenti e pubblicazioni gratuite, come il Country Report, che fa il punto sulla legislazione MOCA nel mondo, segnalando per 23 Paesi o gruppi di Paesi omogenei, Cina inclusa, lo status quo della legislazione, in materia di contatto con gli alimenti, nonché un crescente pacchetto di pubblicazioni e linee guida, edite da Istituto Italiano Imballaggio. Per quanto riguarda i progetti in corso, Anna Paola Cavanna ha ricordato l’attività della neonata Fondazione Carta Etica del Packaging, che ha visto venire alla luce il primo corso di Alta Formazione per packaging manager, in partnership con l’Università La Sapienza di Roma e la campagna di reclutamento degli Ambassador. La stessa Fondazione ha accolto sotto la propria egida la Commissione Sostenibilità, attivata ormai quasi 3 anni fa dall’Istituto Italiano Imballaggio, che sta lavorando a una pubblicazione tutta incentrata sul tema sostenibilità degli imballaggi.

Inoltre, è in fase di progettazione un nuovo portale di ricerca dei fornitori, senza scopo di lucro, pensato per far incontrare domanda e offerta, in un modo semplice e immediato, con una ricerca basata su pochi semplici criteri. Sarà l’algoritmo impostato a eseguire in tempo reale la selezione dei fornitori, che rispondano ai criteri di ricerca, e a condividere i contatti commerciali. Le specifiche tecniche potranno essere discusse in privato, in sede di trattativa commerciale. Packagingfinder sarà operativo entro la fine del 2021.

Divieto alle plastiche monouso: in arrivo il recepimento in Italia

Entro il 3 luglio viene recepita in Italia la Direttiva UE 2019/904, che mette al bando una serie di prodotti in plastica monouso (SUP, Single Use Plastics), per prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente (in particolare quello acquatico) e sulla salute umana, e promuovere la transizione verso un’economia circolare. Il provvedimento vieta l'immissione in commercio di articoli di plastica monouso, quali posate, bacchette, agitatori per bevande, piatti, cannucce, pacchetti e involucri, contenitori in polistirene espanso per alimenti e bevande destinati al consumo immediato (sul posto o da asporto) e relativi tappi e coperchi. La legge che recepisce la Direttiva nel nostro Paese fa riferimento anche ai bicchieri di plastica monouso nel novero degli articoli non più ammessi.

Anche la maggior parte degli oggetti in bioplastica saranno vietati, compresi quelli biodegradabili e compostabili. Sono ammessi solo i polimeri naturali non modificati chimicamente, come la cellulosa rigenerata (cellophane), che non va confusa con l'acetato di cellulosa, il quale deriva invece da una modifica chimica della cellulosa ed è pertanto vietato come SUP. Tuttavia, nella legge italiana di recepimento si ammettono gli oggetti monouso in plastica biodegradabile e compostabile conformi alla norma UNI EN 13432, laddove al

momento non siano disponibili alternative riutilizzabili.

Sono inoltre vietati oggetti di plastica oxodegradabile, non solo i monouso, ovvero le plastiche contenenti additivi che accelerano la disintegrazione del manufatto in frammenti in presenza di ossigeno.

Si è visto che tali plastiche non vanno incontro a una biodegradazione completa in un arco di tempo ragionevole e possono contribuire all’inquinamento da microplastica, con potenziali effetti tossici. La Direttiva 2019/904, poi, stabilisce nuovi obblighi per le bottiglie di plastica, che dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata entro il 2025 e il 30% entro il 2030. Di recente pubblicazione (7 giugno) è il documento della Commissione europea che fornisce orientamenti riguardanti l’interpretazione e l’attuazione della Direttiva, dando definizioni di termini come plastica, polimero, polimeri naturali, prodotto di plastica monouso, e chiarendo aspetti che riguardano i materiali compositi, la riutilizzabilità dei contenitori, le esenzioni e altro. Alcune tabelle riportano in modo chiaro le tipologie di oggetti in plastica e le relative caratteristiche per le quali sono o non sono da considerare inclusi nel campo di applicazione della direttiva e quindi vietati. Fra gli articoli vietati la linea guida include anche quelli composti di carta rivestita di plastica, come i bicchieri. Tuttavia, secondo quanto dichiarato il 14 giugno dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ai microfoni di Radio 24, il vicepresidente della Commissione europea, Franz Timmermans, si è detto aperto a possibili aggiornamenti del documento in funzione delle nuove soluzioni tecnologiche. "È stato riconosciuto il fatto – dichiara il ministro – che se ho un bicchiere che è al 90% carta e al 10% plastica non me lo pesano come tutto plastica, ma riconoscono che c'è solo il 10% di peso in plastica. Questo va nella direzione di essere più flessibili".

Rossella Contato

Nuovo brik a base vegetale per i succhi Almaverde Bio

Fruttagel annuncia l’adozione del nuovo Tetra Brik Aseptic Base Crystal per i nettari di frutta monodose biologici a marchio Almaverde Bio – Consorzio di cui è socio fondatore – e convenzionali Il Giardino dei Sapori, e per le referenze monodose realizzate per i propri principali clienti: nettari, bevande a base di frutta, tè e passate di pomodoro. Fra i tratti distintivi dell’impegno ambientale dell’azienda revennate è centrale l’impiego di confezioni pensate per ridurre il peso e il volume degli imballi e costituite prevalentemente da carta e da materiali provenienti da fonti rinnovabili. Come il nuovo Tetra Brik Aseptic Base Crystal, realizzato con l’86% di materia prima di origine vegetale, carta certificata FSC e polimeri ottenuti da canna da zucchero certificata Bonsucro, interamente riciclabile. Un pack certificato Carbon Trust, che consente di ridurre del 12% l’impiego di plastica e del 14% le emissioni di CO2 rispetto alle confezioni standard.

Il tema della revisione dei modelli di consumo in ottica di una maggiore sostenibilità ambientale è una tendenza sempre più sentita dai consumatori italiani, anche nella nuova normalità post pandemica. Una tendenza che coinvolge la scelta di packaging più green. Secondo una recente indagine, 9 italiani su 10 sono preoccupati per l’impatto che le confezioni in plastica generano sull’ambiente. Il 65% del campione si dice disposto a preferire prodotti con poco imballaggio, il 59% a preferire packaging sostenibili e il 57% a ridurre l’acquisto di quelli con imballaggi in plastica vergine non riciclata (fonte: Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma in collaborazione con SpinLife-Università di Padova).

Il nuovo Tetra Brik

Aseptic Base

Crystal scelto per i succhi Almaverde Bio.

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