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FUTURO (IN)C ERTO

Silvia Federica Boldetti

L’intento appassionato e appassionante di creare qualcosa di proprio, che non abbia eguali, è alla base di Zaf Zaf, realtà piemontese che celebra e divulga le virtù dello zafferano l’ecosistema. Secondo i dati attuali, vengono persi ogni anno 12 milioni di ettari a causa della desertificazione, con una percentuale alta di terreni già degradati dall’utilizzo agricolo. Sono cifre allarmanti e crediamo sia fondamentale iniziare concretamente ad agire, nel rispetto della natura. Potete spiegarci il ciclo di produzione? Lo zafferano è un bulbo che si pianta tra metà agosto e metà settembre. Dopo circa un mese, inizia il periodo della fioritura che si protrae per circa 30 giorni. In questo periodo raccogliamo i fiorellini ogni mattina, alle prime luci dell’alba, in modo che siano ancora chiusi, per preservare la qualità. Nel momento in cui il fiore si apre, sia i raggi del sole che gli insetti impollinatori “rovinano” la spezia. Il fiore dello zafferano è molto delicato anche a causa della sua velocissima capacità di sviluppo: ha un ciclo di vita davvero corto. La parte affascinante è che impiega meno di 24 ore per formarsi e andare in deperimento. Se si saltasse la raccolta anche solo di poche ore, i fiori sarebbero inutilizzabili.

Una volta raccolti i fiori cosa accade? Vengono portati in laboratorio dove si procede con la sfritura, ossia la separazione delle varie parti del fiore, e poi all’essiccazione. Intanto, durante l’inverno la pianta continua a crescere e allunga le foglie fino in primavera, quando avviene la moltiplicazione dei bulbi. Da ognuno ne nascono due o più, di diverse dimensioni. Nel periodo estivo la pianta va in “riposo vegetativo”, le foglie seccano esternamente e rimane solo il bulbo che, a questo punto, se necessario, può essere tolto dal terreno e spostato. Con la messa a dimora dei bulbi nel terreno inizierà di nuovo il ciclo.

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