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L'INTERVISTA

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DAL TERRITORIO

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L'INTERVISTA

IL MINISTRO DELLA SALUTE, SPERANZA: “NON SOLO VACCINO, IN ARRIVO ANCHE TERAPIE ANTI-COVID”

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LIVIA PANDOLFI

Roberto Speranza

“Bisogna puntare sulla medicina territoriale, l’anziano non dovrà recarsi negli ambulatori, a maggior ragione se ha sintomi influenzali, devono essere le strutture territoriali a cercare il paziente”. Sono queste le parole del ministro della salute Roberto Speranza alla vigilia di un inverno che si annuncia complicato per la popolazione anziana. Mentre la seconda ondata della pandemia Covid 19 getta di nuovo nell’ansia intere generazioni fragili, per età o pregressa patologia, il SSN scava le trincee per superare la battaglia in attesa del vaccino o della cura risolutiva. Ecco come il Ministro della salute Speranza intende affrontare i prossimi mesi.

Domanda. Ministro, gli anziani sono stati la categoria più colpita dalla terribile Pandemia del Covid-19. Il Coronavirus ha portato in tanti alla morte in solitudine. Si sono verificate situazioni gravi anche nelle case di cura. Come pensate di affrontare l’inverno per far sì che tutto questo non si ripeta?

R. Il Coronavirus si è portato via tanti anziani, soprattutto tra i più fragili, facendo scomparire una parte importante della memoria del nostro Paese. In questi mesi abbiamo avuto modo, però, di osservare e conoscere meglio il nemico e questo ci sta permettendo di adottare misure di prevenzione sanitaria più stringenti a partire dai protocolli di sicurezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie. Ed è proprio ripensando a quanto è accaduto nelle Rsa e alla necessità di tutelare meglio gli anziani che abbiamo da poco istituito una Commissione di alto livello, presieduta da Monsignor Vincenzo Paglia, e composta da medici, scienziati e personalità del sociale e della cultura dedicata a ripensare l’assistenza a questa importante fascia della popolazione. Abbiamo coinvolto personalità di questo tipo perché non va solo ripensata l’assistenza sanitaria agli anziani, ma vanno anche trovate nuove e più adeguate forme di socialità e di costruzione di rapporto con le altre generazioni.

D. A che punto è il vaccino per il Covid-19?

R. La comunità scientifica internazionale sta facendo un lavoro straordinario sul vaccino. Il nostro Paese sta svolgendo un ruolo fondamentale per raggiungere l’obiettivo di garantire a tutti un vaccino sicuro ed efficace. Non dobbiamo cedere alla fretta, ma sono fiducioso che nei prossimi mesi avremo soluzioni efficaci. Non se ne parla spesso, ma si stanno compiendo grandi progressi anche sul versante delle terapie. Si tratta di resistere senza mai abbassare la guardia fino all’arrivo delle soluzioni che ci consentiranno di vincere la battaglia con il virus.

D. I medici di prossimità o sul territorio sono fondamentali nella vita dei pensionati. Oggi entrare in ambulatorio con un po' di febbre è impossibile così come sono una chimera le visite a domicilio. CNA Pensionati da tempo propone una profonda riforma della medicina territoriale rivelatasi vincente, laddove efficiente, anche nel contrasto al Coronavirus. In che modo pensate di intervenire?

R. È proprio questo l’asse portante nella mia idea di riforma della sanità. Bisogna puntare sulla medicina territoriale, l’anziano non dovrà recarsi negli ambulatori, a maggior ragione se ha sintomi influenzali. Il paziente, soprattutto se è fragile, non dovrà rincorrere il Servizio Sanitario Nazionale,

ma devono essere le strutture territoriali a cercare il paziente. La sfida è quella di costruire una sanita di prossimità, una sanità circolare dentro cui c’è sempre al centro il cittadinopaziente. La disponibilità di risorse economiche, un evento inedito nella storia del nostro SSN che ha subìto anni di definanziamento, ci permetterà di costruire una medicina territoriale capace di rispondere al cambiamento epidemiologico e demografico che ha interessato il Paese.

D. Il vaccino antinfluenzale è raccomandato per non confondere i sintomi con il Covid-19. Ci saranno abbastanza dosi per tutti? R. Considerata la particolare situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARSCoV-2, rispetto agli anni precedenti abbiamo aumentato di oltre il 70% il numero di dosi di vaccino antinfluenzale, nella speranza che cresca il numero di adesioni alla campagna di vaccinazione. L’anno scorso si sono vaccinate circa 10 milioni di persone. Quest’anno partiamo con oltre 17 milioni per immunizzare la popolazione a rischio. Nessun anziano sarà lasciato senza. E stiamo lavorando ad aumentare ancora quella quota se la campagna dovesse coinvolgere anche altre fasce della popolazione, non considerate a rischio.

Filippo D'Andrea

Roberto Speranza

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