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SPAZIO DONNA
from VerdEtà 76 - Ottobre 2020
by CNA
SPAZIO DONNA
DONNE CHE AMANO TROPPO
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MARIA ROSA BATTAN, Vicepresidente Nazionale CNA Pensionati
Analizzando il titolo, si potrebbe pensare che solo pensieri con risvolto positivo lo sostengano e che esempi come mamme che rinunciano a tutto per amore dei figli, figlie che annullano consapevolmente la loro esistenza per amore nei confronti dei genitori siano da elencare tra le donne che amano troppo. Questi primi esempi, fanno comunque parte di una cultura che nel tempo si è consolidata e ci riporta alle donne. Spesso si sente paragonare come la mamma gatta sia simile e amorevole nei confronti dei suoi micini ai gesti di amore che una mamma ha nei confronti del suo bimbo. Diventa quindi facile paragonare l’istinto materno primordiale che accumuna umano e animale. Ci sono poi donne che rinunciano alla scelta di vita tradizionale che mette l’unione famigliare al primo posto, per dedicarsi all’amore per la ricerca e il benessere della collettività. Queste donne si dice che rinuncino all’amore di una loro famiglia perché amano troppo l’umanità. “Amare troppo” significa perciò rinuncia, in alcuni casi può essere positiva in altri no. Chi sono queste donne che amano troppo
con intenti meritevoli e non riescono poi a tenere sotto controllo la situazione diventando dipendenti da relazioni pericolose? Sono le donne che desiderano e fortemente si impegnano per modificare un partner. Lo spirito che le anima è inizialmente quello che in amore tutto è concesso per cui, al partner concedono soprusi molto gravi prima di rendersi conto che la situazione affettiva non solo è precipitata e trasformata, che non si tratta più di amore ma di violenza. Mi riferisco a situazioni sentimentali che trasversalmente agiscono nella nostra società e vanno dalla sopraffazione verbale, a quella fisica, psicologica ed economica. L’esperienza e i dati ci aiutano a capire come sia diffusa e costante questo tipo di violenza, come le donne subiscano, per troppo amore e dedizione, condizionamenti che non così raramente le vedono sopperire. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Questi dati ci fanno riflettere su come sia o diventi ambiguo il termine "amare troppo". Una parte considerevole di queste violenze hanno l’amore come sentimento trainante e vedono in esso il loro nascere, consolidarsi e morire e solo raramente riescono a liberarsi della schiavitù che le imprigiona. Da anni si cerca, attraverso associazioni nate a proposito, attraverso le istituzioni con organismi di riferimento (Ministero alle Pari Opportunità), di arginare questo triste fenomeno con risultati scarsi. E da anni ci si adopera per fare informazione sul fenomeno fornendo dati. Sono stati istituiti centri antiviolenza funzionanti a macchia di leopardo, potrebbero forse funzionare meglio e avere maggiori aiuti, lo sforzo comunque va segnalato. Del problema se ne parla nelle scuole, magari poco ma se ne parla. Anche i mass media se ne occupano non sempre e non solo a ridosso di fatti eclatanti. Le forze dell’ordine si stanno attrezzando con servizi specifici in caso di abusi e sopraffazioni. Possiamo dire che il fenomeno è maggiormente dibattuto, più conosciuto cosa fare di più? Cosa possiamo fare di più perché le donne continuino ad amare troppo magari, sempre e chiunque senza paura? Penso a una diffusione condivisa e di genere della cultura della parità, dell’uguaglianza e del rispetto della persona come diritto di ogni cittadino e cittadina e a fare in modo che anche gli uomini imparino ad amare troppo con trasporto e rispetto. Solo così ogni piccolo passo sarà una conquista per l’intero genere umano.