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GERIATRIA - Le infezioni alimentari, cosa sono

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IL LIBRO DEL MESE

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SALUTE Geriatria

LE INFEZIONI ALIMENTARI: CHE COSA SONO, COME PREVENIRLE E QUALI ACCORGIMENTI ADOTTARE

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DOMINGA SALERNO, Geriatra

Nel corso dell’ultimo secolo le malattie di origine alimentare sono cambiate molto soprattutto nei paesi industrializzati.

Da una prevalenza di febbre tifoidea e di colera infatti, grazie al miglioramento della catena di produzione degli alimenti si è passati a malattie diverse. Esistono oggi al mondo più di 250 tossinfezioni alimentari che sono causate da agenti patogeni quali batteri, virus e parassiti. I batteri si trovano solitamente nella carne cruda o poco cotta, in particolare il pollame, nel latte crudo, nelle verdure fresche e nell'acqua non depurata. Alcuni virus si diffondono facilmente da persona a persona attraverso cibo o acqua contaminati. Gli alimenti più frequenti come fonte di infezione sono i crostacei crudi, in particolare le ostriche.

In Italia, la tossinfezione alimentare causata da parassiti è rara, mentre è molto più comune nei paesi in via di sviluppo.

La presenza di microorganismi può determinare tre forme di malattia: infezione, nel caso in cui vengano consumati alimenti che contengono microorganismi vivi, intossicazione, quando vengono assunti alimenti che contengono tossine prodotte in precedenza e tossinfezioni alimentari che possono derivare dall’infezione con microorganismi patogeni o anche dalla presenza nei cibi di tossine di origine microbica. Anche sostanze chimiche ad azione velenosa, come ad esempio i pesticidi utilizzati in agricoltura, possono causare contaminazioni del cibo.

Esistono poi categorie di alimenti naturalmente tossici come ad esempio i funghi velenosi o alcune specie di frutti di mare.

La contaminazione dei cibi può avvenire in molti modi. Alcuni microrganismi sono presenti negli intestini di animali sani e vengono in contatto con le loro carni durante la macellazione. Frutta e verdura possono contaminarsi se lavate o irrigate con acqua inquinata.

Le infezioni possono essere trasmesse al cibo anche da parte degli operatori durante la fase di preparazione degli alimenti sia per contatto con le mani che con gli strumenti utilizzati. Gli alimenti cotti, tendenzialmente, risultano più sicuri perché la maggior parte dei microrganismi non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi, ma il cibo può comunque contaminarsi per contatto con prodotti crudi.

Grande importanza rivestono le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione: la catena del freddo, ad esempio, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi.

Normalmente, il sistema interessato dalle tossinfezioni alimentari è quello gastrointestinale con comparsa di nausea, vomito, crampi addominali e diarrea e con una insorgenza dei sintomi in un arco di tempo relativamente breve, da ore a giorni. Nel caso invece di tossinfezioni causate da microrganismi che tendono a diffondersi anche nel sistema sanguigno, i tempi di manifestazione possono essere più lunghi con comparsa di diarrea accompagnata da febbre e brividi.

Alcune categorie di persone come individui con più di 65 anni, bambini, soggetti con sistema immunitario indebolito a causa di malattie croniche, donne in gravidanza, hanno un rischio maggiore di essere colpite da una tossinfezione alimentare.

Occorre contattare sempre il medico in presenza di febbre, vomito che perdura e non consente l’assunzione di liquidi, diarrea che non migliora, segnali di grave disidratazione come confusione o battito cardiaco accelerato.

Per prevenire la diffusione dell’infezione è opportuno evitare di preparare cibo per altre persone, tenere stoviglie e biancheria separate, limitare al minimo il contatto con gli individui più deboli, come gli anziani o i bambini piccoli, evitare di frequentare ambienti pubblici o affollati.

Come vediamo, ancora oggi, le comuni norme igieniche e di convivenza sociale risultano fondamentali per la tutela della salute di anziani e non. Alcune regole acquisite per prevenire la diffusione del Covid 19 possono quindi diventare buone abitudini per la prevenzione ed il mantenimento della nostra salute.

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