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per I ceNtrI urbaNI e commercIalI
Adolfo Suarez Partner Lombardini 22
Per i centri urbani e commerciali, la sostenibilità è innanzitutto economica
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Tutti ci interroghiamo, guardiamo con attenzione e studiamo cosa sta succedendo: non esistono formule magiche, ma evidentemente il retail deve evolvere. Perché il commercio è strettamente legato all’evoluzione dell’essere umano e agli aspetti fondamentali di interscambio, relazione e soddisfazione di bisogni. Non a caso le vie commerciali più attive sono quelle in grado di concentrare i bisogni delle persone, adattandosi alle nuove esigenze e offrendo delle esperien-
ze. I centri urbani esistono autonomamente, ma è chiaro che i negozi, a partire da quelli di insegne e brand particolarmente noti, sono fondamentali per attirare e catturare i flussi. Mentre per il centro commerciale è diverso perché i flussi sono generati all’interno della struttura, quindi il design e l’offerta di prodotto e servizi fanno la differenza per diventare una destination. Certo, la pandemia ha accelerato sul mix di funzioni, per esempio rendendo più importante la componente sia legata alla cura della persona/ medico/sanitaria, sia agli spazi all’aperto con tanto verde, integrando magari con il residenziale e gli uffici per aumentare il bacino d’utenza. Vedremo quindi arricchirsi la formula del centro commerciale, anche se non bastano le buone idee: in Italia, dove ci sono molti vincoli urbanistici e amministrativi, bisognerà chiedere di
«non esistono evidentemente Formule magiche, ma il retail deve evolvere con dire Particolare attenzione essere sostenibili» a ciò che vuol
▲Centro Commerciale Lingotto,Torino
Lombardini 22
▲Centro Commerciale Fonti del Corallo, Livorno
Lombardini 22
adeguare le normative per poter mixare le varie funzioni. Nella Penisola, caratterizzata peraltro da patrimonio articolato e complesso, più che puntare su nuovi shopping center si deve intervenire per migliorare gli esistenti. L’aspetto entertainment e tempo libero è più complicato da affrontare perché non è facile trovare gli operatori e le iniziative giuste, ma mi aspetto che qualcuno ci sorprenderà con soluzioni nuove. Per quanto ci riguarda, attualmente siamo impegnati soprattutto su trasformazioni e riqualificazioni. L’attività è però rallentata perché gli investitori stanno un po’ alla finestra: vogliono capire cosa sta succedendo e dove andare. Anche perché l’industria dei centri commerciali è stata penalizzata, e non poco, dalle chiusure protratte dei weekend. Bisognerà sfruttare il post pandemia proprio per rendere il format più flessibile, partendo dal presupposto che la sua funzione non è solo commerciale, ma pure di servizio e sociale. Altro tema fondamentale è la sostenibilità che, innanzitutto, deve essere economica sia per un centro storico, sia per quello commerciale. E per farlo è indispensabile partire dai meccanismi e dalle funzioni che rendono vitale una città, di cui la componente retail è importante ma non la soluzione a tutti i problemi. Poi si può passare alla sostenibilità legata al ciclo di vita dell’edificio, a come è costruito, al risparmio energetico, a quanto la città è green. E in qualità di presidente della Commissione Consultiva Architettura del Cncc - Consiglio Nazionale Centri Commerciali vorrei lanciare il tema della sostenibilità dell’intera filiera - proprietari, gestori, retailer, manutentori etc… -, con l’obiettivo di renderla effettivamente tale.