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progettare la trasformazIoNe del commercIo ItalIaNo

Leonardo Cavalli Founder & Managing Director One Works

Progettare la trasformazione del commercio italiano

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Nel 2020 molti dei progetti che stavamo sviluppando hanno subito un rallentamento, soprattutto quelli relativi ai centri commerciali di stampo più tradizionale. Fa eccezione il polo del lusso San Marino Outlet Experience che inaugureremo a fine giugno e che probabilmente sarà l’unico opening in Italia, nel 2021, nell’ambito del settore shopping center. Ciò su cui stiamo lavorando di più sono però i progetti mixed-use, come Townsquare a Malta, con 3 livelli commerciali all’aperto, residenziale, albergo, uffici e una piazza pubblica. Altri progetti, in fase di gara, contengono una quota retail piuttosto importante, dove il commercio ha un ruolo comprimario affiancato ad altre funzioni. Anche a causa della pandemia e delle restrizioni in termini di mobilità, si è tornati a rivalutare l’importanza dello spazio pubblico per il commercio, evidenziando quanto i progetti debbano essere in grado di legarsi al contesto e non essere solo una destinazione commerciale. A Milano un esempio evidente è Galleria Vittorio Emanuele che, innanzitutto, è un luogo di vero passaggio. Così come prima dell’emergenza piazza Citylife e il mall avevano lo stesso numero di visitatori, anche se la piazza ha una superficie destinata al commercio inferiore al mall. Il ritorno all’antico, al concetto di piazza, è un trend forte. Soltanto qualche anno fa proporre a sviluppatori o investitori un negozio con affaccio all’esterno di un centro era un’eresia, oggi è l’inverso. Anche il concetto di àncora, in particolare alimentare, va ripensato, non tanto come funzione in sé ma perché adesso bisogna svincolare la dimensione della convenience da quella dell’experience dello shopping. Ciò detto, il patrimonio italiano degli shopping center rappresenta una vera occasione di trasformazione: dove oggi si legge una debolezza può essere dal punto di vista immobiliare, commerciale e professionale una grande opportunità. Tra l’altro credo che la dimensione non sia più un valore assoluto: l’effetto della pandemia e della conseguente diffusione dello smart working ha fatto sì che i centri commerciali più piccoli e di prossimità abbiano registrato cali minori rispetto ai mall regionali, perché sono più legati al territorio. Ma nessun operatore oggi dispone di tutte le risposte: è necessario intraprendere un percorso comune per ridefinire il modello di successo del commercio fisico, la dimensione dei negozi e gli interventi. Partendo dall’impor-

tanza della condivisione dell’atto d’acquisto possibile solo nello spazio fisico, non sulle piattaforme. Così come l’architettura deve avere un linguaggio contemporaneo, con un tono di voce adeguato al target di riferimento. Il futuro è il commercio di dimensione urbana: alcuni format, come gli shopping center più tradizionali che offrono le maggiori opportunità di ripensamento, saranno il luogo dove avverrà la più grande trasformazione del commercio. Senza prescindere dal ruolo fondamentale della sostenibilità: partirei dal suo valore sociale, ancor prima che tecnico e territoriale. 

«bisogna intraPrendere un Percorso comune Per rideFinire il modello di successo del commercio Fisico, la dimensione e gli interventi» dei negozi

▲Progetto Townsquare, Malta ▼San Marino Outlet Experience,

One Works

▲Centro Commerciale Milanord2

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