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Introduzione

di LANFRANCO ROSATI

La giusta maniera di interpretare questo testo è quella di collocarlo all’interno di uno sviluppo di pensiero e di approfondimento di alcune tematiche che hanno trovato i natali all’interno del volume “Pedagogia olistica e unità della conoscenza”, edito da Margiacchi-Galeno nel 2013.

Un principio di continuità che tende a legare e legittimare i concetti derivanti dalla pedagogia olistica con quelli che comunemente tratteggiano le pagine della letteratura pedagogica classica.

Di qui la doverosa presa in carico dei principi, delle finalità, delle prospettive e dell’epistemologia della pedagogia olistica che si presentano all’interno di questo volume e che si palesano nelle espressioni e potenzialità umane.

La ricerca di un approccio integrato dell’educazione e l’enfasi che spesso questo argomento suscita nelle speculazioni teoriche pedagogiche appartenenti alla grammatica più che altro straniera, trovano la loro collocazione naturale nell’ambito dell’educazione olistica, la quale si pone come risposta alla sfida educativa e l’urgenza di un esercizio che si faccia carico di ogni caratura umana.

Nonostante sotto la semantica dell’olismo risiedano numerose tendenze, alcune di esse a volte contraddittorie, questo tipo di educazione risulta un’emergenza, un metodo ed importante elemento con cui guardare il mondo. Se, infatti, il secolo trascorso ha concentrato la sua spinta propositiva in una visione prettamente materialistica, utilitaristica e razionale, oggi l’olismo si presenta come una idea radicata nell’ottica ecologica e spirituale.

Si tratta di rompere gli approcci ormai arcani e obsoleti appartenenti a vecchi -ismi e accogliere un equilibrio tra le varie antinomie dell’essere umano: mente e corpo, ragione e sentimento, pensiero analitico e pensiero sistemico, informazione ed esperienze, istruzione e creatività, scienza e arte. Non siamo più in grado di sostenere un sapere fondato sul solo pensiero analitico e meccanicistico.

Occorre una sintesi creativa, come amava definire Gino Capponi, un’analisi che sfoci nel sorreggere l’uomo nel suo incessante avanzamento morale, intellettuale, fisico e spirituale.

Uno sviluppo, quindi, che si conceda ed oscilli tra emozioni, corporeità e spiritualità. Dovremmo saper riconoscere questo equilibrio nelle diverse situazioni di vita, per imparare da essa e saper distinguere ogni convivenza in cui siamo inseriti. Una stabilità ed una sensibilità che la pedagogia olistica offre, quale garante di relazioni positive tra individuo e società, prodotto e processo, fantasia e creatività, ragione ed intuizione, apprendimento ed esperienza, etc..

Tali presunte antitesi oltre a possedere un’anima unitaria si sposano con la libertà personale quale veicolo per la spontanea realizzazione di ogni progetto di vita: il vero apprendimento si realizza spontaneamente dall’esperienza diretta, affermerebbe Dewey.

La proposta avanzata da questa fatica oltre a ribadire la validità scientifica di un progetto olistico attraverso le diverse caratteristiche appartenenti ad ogni soggetto, tenta una traduzione educativa dei concetti chiave della letteratura pedagogica del nostro tempo, non anche a rilevare, associandosi a numerosi studi psicologici, sociologici, etc., l’insufficienza dell’architettura educativa contemporanea nel promuovere la persona.

Ecco, allora, riconosciute le emozioni quali fuoco umano capace di dirigere la persona verso le vette più alte, così come quei valori soggettivi che si tramandano attraverso la creatività e l’intuizione.

Certo è che ognuna di queste priorità umane trova una sua realizzazione solo nel momento in cui si abbraccia una visione dell’ambiente e della mitologia capaci di coadiuvare ogni passo evolutivo della personalità.

Di qui la necessità di presentare ed indagare le principali caratteristiche di questo movimento avendo in animo quello di dare voce a dimensioni e domini che spesso sono lasciati in disparte e poco sviluppati all’interno delle agenzie educative di ogni ordine e grado.

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