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8.2 Per una relazione educativa olistica

Cap. 7 “Adattamento totale all’ambiente”: la personalità

Le persone sono esseri sociali per natura: l’esistenza non ha alcun senso al di fuori della più intima peculiarità dialogica. La percezione di un Noi imperituro è caratteristica imprescindibile del soggetto, confermata dal primo assioma di Palo Alto: l’uomo non può non comunicare.

Nel momento in cui un soggetto si trova inserito all’interno di un contesto relazionale è spronato a dare il meglio di sé in vista del raggiungimento di un obiettivo collettivo, e quindi a calibrare e trasformare la propria personalità per fine comunitario ed individuale.

Su tali basi la comunicazione che avviene tra due o più soggetti è di fondamentale importanza, tanto da stimolare studi di settore. Di recente, infatti, si è potuto stabilire che la comunicazione umana avviene solo per il 7% in maniera verbale, mentre per il 38% in base alle inflessioni, cadenze e intonazioni della voce (tono, timbro, volume, etc.) e per il restante 55% attraverso atteggiamenti non verbali92 .

In questa estroversione umana l’educazione è chiamata a garantire principi universali di convivenza, basata sulla convivenza, una “banca di valori” capace di dirigere l’umanità verso un futuro.

Anche se le istituzioni educative riconoscono l’importanza che riveste una formazione centrata sui diritti inalienabili appartenenti alla persona, il curriculum olistico non può tralasciare questa importante dimensione e risorsa, senza la quale l’uomo si depaupera di ciò che gli è più proprio, cioè della sua naturale identità dialogica. Anche lo stesso Rousseau riconosce l’importanza del “pantakhù”,

92 Fonte: Mente e cervello, mensile di psicologia e neuroscienze, n°90, anno X, giugno 2012.

cioè del dappertutto, un luogo ed un tempo non circoscritti in cui ci si educa.

L’educazione, dichiara Milan, “non è più un individuo che si autoeduca oppure individuo che educa l’altro, il tutto in base ad un’enfatizzazione dell’io a scapito dell’altro: essa si fonda sulla relazione interpersonale autentica tra soggetti aperti l’uno all’altro”93 .

Il fondamento per una vera educazione, infatti, è la concezione dell’essere umano, inteso come non oggettivabile: “la persona non è oggetto, essa anzi è proprio ciò che in ogni uomo non può essere trattato come oggetto”94 .

In tale esamina l’educazione diviene un processo che porta l’uomo alla realizzazione di sé all’interno della comunità nella quale è inserito. Le scuole cercano di affrontare tale sfida attraverso programmi di educazione civica e la formazione di valori universali su cui poter erigere ogni sviluppo umano.

Nel documento redatto dall’EACEA del 2012 si legge che “gli obiettivi analitici e i contenuti dell’educazione alla cittadinanza variano a seconda dei paesi europei, ma l’obiettivo principale di quest’area tematica è in genere assicurarsi che i giovani diventino cittadini attivi in grado di contribuire allo sviluppo e al benessere della società in cui vivono. Si ritiene comunemente che l’educazione alla cittadinanza includa quattro aspetti principali (a) alfabetismo politico, (b) pensiero critico e abilità analitiche, (c) comportamenti e valori e (d) partecipazione attiva. Nonostante tutti i sistemi evidenzino l’importanza dell’educazione alla cittadinanza e l’acquisizione delle competenze sociali e civiche, le modalità di attuazione dell’area tematica a livello scolastico varia da paese a paese. Questo capitolo, quindi, esamina la posizione dell’educazione alla cittadi-

93 Milan, G. (1999).Disagio adolescenziale e strategie educative. Padova: Cleup Editore. 94 Mounier, E. (1978). Il personalismo, Roma: A.V.E.

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