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6.2 Intuizione, logica ed apprendimento

Il problema non è di poco conto visto e considerato che l’evoluzione storico-scientifica aumenta con il passare del tempo, andando a ingrandire enciclopedie e letterature che si sommeranno a quelle precedenti. La moderna visione del sapere ormai, nell’educazione del nuovo millennio, appare essere asincrona rispetto alle reali esigenze. Valorizzare la creatività è indispensabile per la qualità dell’apprendimento e per un armonico sviluppo umano. Non è una scelta tra qualità e quantità, piuttosto esigenza di trovare una quantità sufficiente in cui la qualità non viene annullata e viceversa. Non a caso “qualità e quantità sono categorie concettuali d’uso fondamentale nell’azione didattica, perché introducono al possesso di conoscenze di carattere matematico ed artistico”73 .

Forte è il richiamo al senso estetico dell’educazione in queste righe, la quale può essere interpretata come una vera e propria arte dell’agire da parte del soggetto educante.

Infatti, “è facile gioco dimostrare come tra quei due termini sussista un’intima relazione persino a livello di linguaggio comune: molte delle qualità degli eventi rilevate empiricamente vengono assai spesso descritte, rappresentate e ordinate per gradi, con aggettivi e avverbi, prefigurando e determinando in tal modo una insospettata dimensione quantitativa di quegli stessi eventi o di taluni aspetti”74 .

Non più, quindi, un “conflitto alternativo”, come lo definisce Guasti, bensì, senza diminuire il valore dell’una o dell’altra prospettiva, un continuum, dove trovano ragion d’essere non solo le differenze semantiche e di individualità, ma fondamenti e principi di ricerca sempre adatti al contesto di appartenenza.

Con questo non si vuol intendere che l’una o l’altra modalità di analisi, quella qualitativa o quella quantitativa, non abbiano senso prese nella loro unicità. Anzi, una metodologia basata sulla descrizione di caratteristiche o elementi oggettivi, come proposta da

73 Rosati L. (1999). Lezioni di didattica. Roma: Anicia, p. 90. 74 Domenici G. (1993). Manuale della valutazione scolastica. Bari: Laterza.

Dewey o altri tassonomisti, risulta essere una carta vincente al fine di costruire un sapere che elabori un percorso di maturazione socialmente certificato e, che nella sua soggettività, tenga conto delle caratteristiche della persona. Non a caso lo stesso personalismo si struttura durante lo scontro tra due modelli politici: capitalista e socialista, facendosi promotore di una unione olistica tra le parti.

In tale corrente, sorretta in particolare da Mounier, la persona è “anzitutto libertà, ma non nel senso del solipsistico assecondamento del proprio sé, ma come ricerca degli altri e collaborazione solidaristica con loro adducente alla rivoluzione personalistica e comunitaria”.

Di qui un’educazione integrale dell’uomo capace di guardare “all’umanità comune come al comune orizzonte formativo nel quale si esprime l’originalità di ciascuno”, dichiarava Maritain. Condividendo l’idea nietzchiana, Maritain rifiuta una tassonomia della persona rilegata alla deriva materialistica che privilegia il dato sensoriale quantitativo. Di qui il personalismo, quale corrente alternativa finalizzata al far superare all’essere umano il suo stato in una continua ricerca della più amplia espressione di se stessi. “In fondo, l’uomo è fatto per essere superato” dichiara a gran voce Maritain. Questo superamento può avvenire per mezzo di una tendenza all’assoluto , la quale a sua volta genera caratteristiche come: interiorità, libertà e generosità. Il divenire persona si gioca sulla costante oscillazione tra l’espansione fuori di sé, e l’interiorizzazione. Il personalismo “non può accettare di lasciarsi bloccare sia con soggettivismo, sia col materialismo; esso vuol tentare, passando al di sopra dei loro esclusivismi, la riconciliazione dell’uomo tutt’intero contro le due alienazioni contemporanee”75. Con Maritain “la persona si eleva al di sopra di ogni altra cosa esistente, perché esprime la condizione del tutto piuttosto che quella della parte, e sa mostrare nella libertà il proprio tratto caratteristico, la cui maturazione richiede l’intervento educativo”.

75 Mari G. (2013). Educare la persona. Roma: Anicia.

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